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mercoledì 11 gennaio 2012

LEGA NORD | Giorgetti: "Lega, una linea comune su H2O"

di seguito un articolo tratto dal sito www.cremonaonline.it ed a seguire un estratto del documento sulle società partecipate presentato a Crema il 24 settembre scorso.

di Felice Staboli

CREMONA - Lunedì ha incontrato a Milano i rappresentanti del Carroccio di Cremona e di Crema, guidati da Simone Bossi e Angelo Barbati. Per Giancarlo Giorgetti, deputato e segretario nazionale della Lega Nord, un’occasione per mettere a fuoco alcuni aspetti delicati, con risvolti e ripercussioni anche sulla politica locale.

Giorgetti, che cosa è emerso dall’incontro?
«L’obiettivo era delineare una posizione unica, credibile e seria. E così è stato».


A Cremona il futuro del servizio idrico sta provocando grandi tensioni, anche interni alla Lega, con una netta divisione tra Cremona e Crema.
«La Lega in passato si è sempre opposta alla cessione di determinati servizi, a cominciare dall’acqua. La nostra posizione a livello generale è sempre stata molto chiara».

In passato. E adesso?
«E’ la stessa cosa, ma dobbiamo guardare anche a quel che sta succedendo».

Cosa vuol dire?
«Il governo ha annunciato interventi a breve termine in tema di liberalizzazioni che riguarderanno anche l’acqua e le reti. Entro il 20 gennaio conosceremo il quadro normativo».

Quindi?
«Secondo me sarebbe opportuno aspettare. Questo è il consiglio che darei al presidente dell’amministrazione provinciale Salini: aspettare e capire che cosa succede».

Perché una linea diversa tra Cremona e Crema?
«Allora: la nostra posizione è chiara. Noi ci prendiamo il merito di aver sempre reclamato l’opportunità del controllo pubblico per i cosiddetti servizi pubblici».

Ma esiste un punto di incontro?
«Certo. Vogliamo che la società che gestisce il servizio idrico sia pubblica. Se deve essere scelto un privato tramite gara, meglio che sia un soggetto del nostro territorio che possa entrare nella governance. L’acqua di Cremona non può essere gestita a Parigi o a Berlino. Ripeto, per me il presidente Salini farebbe meglio ad aspettare qualche giorno».

il documento...

Sistema idrico integrato
In considerazione dell’esito referendario e del quadro formativo conseguentemente definito, la Lega Nord ritiene che la posizione espressa dai cittadini in riferimento al mantenimento “pubblico” del servizio sia il punto di partenza di qualsiasi valutazione di merito.

Ciò induce a ritenere che il modello ''in house'' sia idealmente quello maggiormente rispondente a tali principi; tuttavia nell'attuale contesto di mancata applicazione effettiva di un autentico modello federale di gestione della ricchezza prodotta dai territori, nonché permanendo vincoli di bilancio derivanti dal patto di stabilità interno aventi come conseguenza una limitata, se non inesistente, possibilità di investimento da parte di comuni e province, esso non risulta economicamente e finanziariamente sostenibile per gli enti locali. Soprattutto alla luce degli investimenti necessari al sistema idrico della Provincia di Cremona previsti in circa 400 milioni di euro per i prossimi 20 anni.

Ne consegue che l'unica soluzione concretamente realizzabile nel contesto attuale, pur rispettando il principio della gestione pubblica dell’acqua, risulti essere il modello di una società mista, il cui il pubblico mantenga una quota di maggioranza ed il socio privato sia partner industriale qualificato.

In quest'ottica va rilevata la criticità della stesura del bando di gara al fine di individuare il partner privato con l'obiettivo rispondere alle esigenze dei cittadini per conseguire un miglioramento del servizio a tariffe eque e sostenibili, utilizzando prioritariamente risorse (imprese e personale) presenti sul territorio.

sabato 16 aprile 2011

Società municipalizzate del Cremasco

Di seguito riporto integralmente il documento elaborato dalla Lega Nord sulle municipalizzate del nostro territorio.
Si tratta di una buona base di lavoro per il futuro alla quale ho contribuito condividendo il testo originale ed integrandolo con alcuni passaggi che ritengo importanti.
Per coloro che hanno tempo di navigare consiglio di rileggere un mio post del 20 febbraio 2009.
medesimi argomenti, identiche proposte

Società municipalizzate del Cremasco
In riferimento alle società municipalizzate del Cremasco, la Lega Nord considera opportuna una rilettura complessiva da avviarsi a partire dagli scopi e dalla mission che i Sindaci, quindi il territorio, intendono attribuire alle società stesse. Da tale rilettura potrà nascere una visione unitaria delle opportunità fornite da tali società che - nel suo concretizzarsi - consegni agli Amministratori un piano strategico per il futuro.
Il punto di partenza dell’analisi è legato alla presa di coscienza della qualità e dell’effettivo ruolo dei Soci delle società municipalizzate: i Sindaci che sono stati chiamati dalla comunità al governo del territorio; e ad un’auspicabile definizione delle aspettative che gli stessi Soci ripongono in tali società.
La Lega Nord è convinta che le aspettative da riporre nelle "municipalizzate" del Cremasco debbano coincidere con le esigenze del territorio e degli abitanti dello stesso; questi si attendono dalle società la fornitura di servizi con standard qualitativi elevati e una particolare attenzione alle loro esigenze, a prezzi competitivi rispetto all’iniziativa privata.
Data la concorrenza del mercato, la fornitura dei servizi come qualitativamente descritti che, per logica, dovrebbe correlarsi ad un maggior dispendio di risorse può essere realizzata dalle municipalizzare rinunciando sia alla logica del profitto e della remunerazione del capitale sia mediante l’efficientazione della struttura organizzativa delle società.
In attesa dell'attuazione delle riforme all’esame del Parlamento, la scarsità di risorse a disposizione delle singole amministrazioni comunali e la convinzione che gli investimenti per infrastrutture non possano gravare sui bilanci comunali, suggeriscono la discussione in merito alla necessità che le municipalizzate si facciano loro stesse interpreti della realizzazione di tali opere. Con ciò attuando concretamente il principio della mutualità tra i comuni in un percorso intrapreso dal "Cremasco" sin dalla costituzione delle prime forme consortili.
In conseguenza di tali premesse, la Lega Nord ritiene che il sistema delle società municipalizzate del Cremasco, indipendentemente dalla vicinanza politica dei singoli Soci, debba definire le proprie logiche di gestione chiarendo in particolare se la priorità debba essere la remunerazione del capitale investito (che si traduce in dividendi per i Comuni) oppure il perseguimento di un “risultato sociale”, pur nell’economicità della gestione, che renda conto al territorio della qualità dei servizi offerti e della capacità di soddisfare le esigenze provenienti da tutti gli stakeholders, i cittadini in primis, distribuendo direttamente alla comunità gli eventuali avanzi di bilancio.
La Lega Nord, nell’auspicare una convergenza su quest’ultima logica di gestione, ritiene doveroso che le altre forze politiche presenti sul territorio ed i Sindaci/Soci, nel rispetto dei compiti e dei ruoli di ciascuno, si esprimano inequivocabilmente su questa scelta di campo, allo scopo di fornire una linea di indirizzo chiara e che orienti gli Amministratori nel loro agire.
Limitando il presente documento, per obiettivi motivi di complessità ed articolazione, esclusivamente all’ambito della SCRP – Società Cremasca Reti e Patrimonio Spa e alla Cremasca Servizi Srl, la Lega Nord considera importante che si definisca una linea strategica chiara che sia di indirizzo per gli amministratori che, quali soggetti delegati, si troveranno a gestire e ad applicare in merito a fondamentali argomenti già oggetto di studio o che lo diverranno a breve.

Valutazione in merito all’organizzazione delle società (organigruppo e governance)
In riferimento all’efficientazione della struttura di gruppo, si ritiene necessaria una riduzione delle società mediante l’integrazione tra SCRP S.p.A. e Cremasca Servizi S.r.l., previa valutazione degli impatti fiscali, e la chiusura delle società la cui ragion d’essere è venuta meno o la cui attività può essere aggregata ad altre maggiormente strategiche.
L’integrazione in un’unica società consentirebbe l’implementazione di una governance “modello holding” che preveda la responsabilizzazione degli amministratori della capogruppo mediante la nomina di alcuni di essi, nel rispetto delle disposizioni di legge, nei CdA delle società del gruppo. La soluzione prospettata, peraltro, garantirebbe una riduzione degli oneri di gestione e di amministrazione delle municipalizzate in questione.
Al fine di garantire la rappresentatività dell’intero territorio cremasco, evitando che il Comune di Crema, ottenendo una partecipazione di maggioranza assoluta nella holding, possa esercitare a pieno le prerogative connesse, si possono adottare opportuni sistemi che “depotenzino” la partecipazione di maggioranza.
A tale riguardo la cd riforma Vietti ha introdotto nel nostro diritto societario diverse forme che consentono l'adozione di tali misure.

Valutazione in merito al conferimento delle reti
In vista della prossima costituzione degli Ambiti Territoriali Minimi (ATeM) per la gestione dei servizi di distribuzione del gas, potrebbe essere opportuna la valutazione dei conferimenti delle reti di distribuzione da parte dei Comuni soci direttamente in capo alla Holding. La pianificazione di tali conferimenti potrebbe garantire da un lato, il mantenimento delle entrate attraverso il ristorno dei canoni concessori ai Comuni; dall’altro permetterebbe alla Holding di ottenere la patrimonializzazione che consenta il reperimento di ulteriori risorse finanziare da investire a beneficio del territorio nella logica del perseguimento del “risultato sociale”.

Servizio di igiene ambientale
La strutturazione della gara già in fase di progettazione e la definizione della governance della NewCo deve essere tale da consentire ad un territorio già abituato alla cultura del riciclo di cogliere l’opportunità di ulteriormente migliorare il servizio di igiene ambientale, ottimizzando i costi a carico dei cittadini.

Piano industriale della partecipata LGH S.r.l.
I soci di LGH, nella definizione del piano industriale del gruppo attualmente in corso, dovrebbero ispirarsi al principio del perseguimento di un “risultato sociale”, già descritto in precedenza. In particolare, da tale principio discende la necessità di prevedere, nel piano triennale, investimenti e interventi finalizzati a migliorare i servizi e le infrastrutture dei territori di cui i soci sono espressione.
Nel caso in cui nelle linee strategiche dettate dai soci dovesse prevalere l’idea che la società deve poter operare liberamente alla ricerca del profitto, teso alla massimizzazione del dividendo, anche l’ottica di lettura di questa partecipazione da parte del nostro territorio necessiterebbe di un aggiornamento.
Considerando che l’evoluzione del quadro normativo, non la volontà dei soci, obbliga a mettere a gara il Servizio di igiene ambientale e il Sistema idrico, attività storiche esercitate da LGH sul nostro territorio, l’assenza in una logica prospettica di investimenti sul territorio renderebbe LGH completamente avulsa dal contesto e conseguentemente la partecipazione nella stessa dovrebbe essere vista esclusivamente come finanziaria.

In conclusione, vista l'attualità dell'argomento "Sistema idrico integrato" si rende necessario un piccolo approfondimento.
Le recenti normative (legge Ronchi, decreto Calderoli e la recente legge regionale) nel quadro delle quali sono stati soppressi gli A.ATO, sostituiti dagli “Uffici d’Ambito”, di cui la Provincia di Cremona è stata una delle prime amministrazioni lombarde a provvederne la costituzione (approvazione del 21 marzo scorso), impongono una forte accelerazione nella scelta del modello patrimoniale/gestionale da attuare nei prossimi mesi in un settore di particolare interesse per la cittadinanza come quello del sistema idrico integrato.
In considerazione dell'attuale previsione di privatizzazione dei servizi di gestione, rifacendosi alle premesse del documento, è auspicabile la preferenza verso un modello misto, che consenta la progettazione di uno schema di gara tale da garantire al territorio un forte presidio della governance.

venerdì 12 novembre 2010

CALCIOTTO - il mio intervento in Consiglio Comunale

di seguito il testo del mio intervento durante il dibattito di ieri sera in Consiglio Comunale a Crema.

La vicenda in discussione quest’oggi è sintomatica di come una poca accortezza da un lato, e forse, una certa malizia dall’altro, possano complicare dei passaggi amministrativi semplici.

A fronte della stipula di una convenzione con il comune di Crema, contenente determinate “misure” per un’opera in cantiere, la società avente in gestione l’area si è accorta successivamente della possibilità di realizzare un impianto di maggiori dimensioni, onde poter servire altre fasce di utenza.
Seguire la strada corretta per cogliere l’opportunità era semplice e veloce. Prima di iniziare un qualsiasi lavoro bastava alzare una mano e chiedere il permesso di fare.
Con un processo decisionale chiaro questo consiglio ritengo che non avrebbe avuto problemi a rilasciare il proprio benestare.
Purtroppo tale percorso non è stato seguito.
L’opera non conforme è stata realizzata e solo dopo si è arrivati a chiedere di poter mantenere il tutto.
Richiesta all’ordine del giorno di codesta seduta.

Sulla vicenda molto è stato detto, dichiarazioni ai giornali ne sono state fatte tante, ma quello che conta per chi amministra sono i fatti e gli scritti.
Come consigliere comunale, prima ancora che come esponente di partito, ho sentito l’esigenza di manifestare il mio pensiero al Sindaco tramite una lettera datata 5 ottobre che si chiudeva con queste parole “di questa vicenda se ne parlerà ancora molto e sono convinto che, mettendo in un cassetto pregiudizi e piccole polemiche, si possa addivenire ad una soluzione rispettosa dei principi di legalità e buona amministrazione”.

In seguito a questa mia presa di posizione anche la Lega Nord ha ritenuto doveroso esprimersi sulla vicenda.
Dalla sintesi della discussione avvenuta ho scritto, ispirandomi alla lettera citata, la mozione che racchiude l’unica e la sola posizione del mio partito sulla vicenda.
Il fulcro di tutto è uno solo “chiarezza delle responsabilità”.

Sulle colpe della questione calciotto, si contrappongono oggi due linee, da una lato quella che ritiene priva di responsabilità l’SCS Servizi Locali e come unica colpevole la società avente in gestione l’area, e dall’altra chi ha già emesso sentenza di colpevolezza nei confronti della partecipata del comune.

Come Lega Nord riteniamo che la partita delle responsabilità, seppur sufficientemente chiare dalla lettura delle carte, sia ancora aperta.
La commissione di garanzia svoltasi il 22 ottobre scorso, alla presenza del Presidente e del direttore generale di SCS Servizi Locali, si è chiusa con molte domande e poche risposte.
Ma il fatto che si siano ancora trovate tutte le risposte deve essere un motivo maggiore per cercarle.

Nella nostra mozione chiediamo l’impegno del Sindaco a perseguire l’accertamento dei fatti.
Ritengo opportuno però che anche noi consiglieri, con gli strumenti previsti dallo statuto comunale e dai regolamenti, dobbiamo essere “attori” di queste verifiche.
Come ho già ricordato la commissione di garanzia ha chiuso la sua ultima seduta senza molte risposte.
Forse è giunto il momento di darle.

In coerenza con la richiesta di arrivare ad una definizione chiara e definitiva delle responsabilità riteniamo di non poter accogliere l’atto unilaterale presentato da SCS Servizi Locali per diversi motivi primo fra tutti per la presenza nello scritto di una formula di autoassoluzione da parte della società stessa nel mentre sono in atto verifiche sulle responsabilità dei diversi attori in causa.

Il fatto di poter mantenere la struttura, destinando ad uso gratuito per le esigenze che l’amministrazione comunale manifesterà alcune fasce temporali è positivo, ma non sufficiente.
Onde garantire che le future spese di smantellamento non graveranno su SCS Servizi Locali sarebbe auspicabile, ad esempio, che il gestore privato rilasci un fideiussione a garanzia delle spese.

Trattandosi di una società partecipata dai comuni è fondamentale fornire agli azionisti (parliamo di tutte le amministrazioni locali cremasche) tutti gli elementi per una seria valutazione di quanto accaduto.

Difatti è a loro, e non ad altri, che spetta il diritto di chiedere al management di rendere conto del proprio operato e trarre le decisioni conseguenti.
In special modo considerando che il CDA in oggetto è alla scadenza del proprio mandato.

mercoledì 13 ottobre 2010

EXPO, meglio tardi che mai...

di seguito un articolo tratto dalla pagina 24 de "La Provincia" di oggi.

Marketing territoriale
Reindustria Mandato del Comune per Expo 2015

Reindustria ha ricevuto dal Comune di Crema mandato per un progetto del Cremasco su Expo 2015, che si concretizzerà a breve in un documento programmatico di marketing territoriale che conterrà le linee guida per il percorso di avvicinamento del territorio all’importante rassegna mondiale, attraverso una serie di indirizzi condivisi, azioni, iniziative ed eventi.
 
adesso rileggete il mio post del 28 novembre 2009 ! ! ! (inviato ai giornali come comunicato stampa).
 
per i meno pratici con il pc, eccolo:
 
COMUNICATO STAMPA
 
EXPO 2015: Soccini (Lega), “La proposta di Borghetti merita attenzione”.
 
CREMA, 28 novembre 2009 – In merito alla proposta riguardante l’Expo 2015 lanciata dall’assessore Maurizio Borghetti, interviene l’assessore provinciale allo sviluppo economico, Matteo Soccini.

“La proposta lanciata quest’oggi sulla stampa dall’assessore Borghetti di costituire una società che si occupi del tema Expo non può non trovare attenzione da parte dell’amministrazione provinciale – afferma l’Assessore allo Sviluppo Economico Matteo Soccini, che aggiunge – L’idea di mettere attorno ad un tavolo amministrazioni pubbliche, associazioni di categoria e altri soggetti privati merita un sicuro approfondimento per capirne la portata e gli obbiettivi che si propone di perseguire”.

Prosegue l’esponente leghista: “Quanto alla prospettiva di costituire una nuova società ad hoc ritengo opportuno privilegiare i soggetti che già operano sul territorio. Difatti una società che riunisce come azionisti Provincia di Cremona, comuni di Crema, Cremona e Casalmaggiore, associazioni di categoria, sindacati e camera di commercio è tuttora esistente e si chiama Reindustria.
In una fase come questa, in cui è in discussione il futuro di questa agenzia di sviluppo territoriale, è quanto mai corretto e doveroso porsi la domanda se non sia il luogo adatto al perseguimento degli obiettivi posti da Borghetti.
L’idea è stata lanciata, compito di tutti gli attori coinvolti discuterne seriamente.”

quando si dice: MEGLIO TARDI CHE MAI ! ! !

lunedì 27 settembre 2010

Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): Contro l’accattonaggio molesto ed il commercio abusivo, la Lega lancia la campagna UNA FIRMA PER LA LEGALITA’”.

CREMA, 27 settembre 2010 – Per manifestare il proprio sostegno all’ordinanza contro l’accattonaggio molesto ed il commercio abusivo emanata dal Sindaco di Crema, Bruno Bruttomesso, la Lega Nord lancia pubblicamente, per bocca del consigliere comunale Matteo Soccini, la campagna “UNA FIRMA PER LA LEGALITA’”.
Il primo appuntamento è previsto per sabato 2 ottobre, dalle 15 alle 19, in Via XX Settembre a Crema.

“Innanzitutto voglio esprimere il mio compiacimento per la decisione presa dal Pdl di promuovere anch’esso una raccolta firme a sostegno della politica di sicurezza portata avanti dalla giunta Bruttomesso - afferma il Consigliere Matteo Soccini che prosegue - Come Lega Nord da qualche giorno abbiamo iniziato una raccolta firme senza clamore andando in giro per la città, tra amici e simpatizzanti, il cui lancio ufficiale avverrà sabato prossimo a Crema”.

Conclude il consigliere leghista: “La motivazione che ci ha spinto ad intraprendere questa iniziativa nasce dall’esigenza di dare la possibilità a coloro che ritengono positiva l’emanazione dell’ordinanza di farlo nella maniera più semplice possibile.
Il tutto nella convinzione di come queste persone rappresentino, al di là di sondaggi interessanti ma dai risultati ben poco scientifici, la maggioranza dei cittadini di Crema, e non solo, visto come il fenomeno che l’amministrazione vuole contrastare colpisce chiunque per lavoro, studio e piacere vive la città ogni giorno.
Quella che lanciamo non è una sfida a chi raccoglierà più firme a favore o contro, ma il tentativo concreto di dimostrare come la reale volontà dei cittadini sia quella di vivere in una città ordinata e sicura, dove il rispetto delle regole è al primo posto”.

Diseguito il testo della petizione popolare:

UNA FIRMA PER LA LEGALITA’.
CONTRO L’ACCATTONAGGIO MOLESTO ED IL COMMERCIO ABUSIVO.

Noi Cittadini, esprimiamo con le nostre firme il pieno sostegno al Sindaco di Crema, Bruno Bruttomesso, per la decisione di emettere un’ordinanza contro il fenomeno dell’accattonaggio che rechi disturbo e provochi molestie nei confronti della popolazione, nonché del commercio abusivo di merce di dubbia provenienza.
Entrambe queste attività, come spesso riportato dalle cronache e accertato da inchieste giudiziarie, gestite da associazioni malavitose che sfruttano persone di origine non comunitaria, profittando delle loro condizioni di disagio e clandestinità.

domenica 26 settembre 2010

referendum e "abboccamenti"

di seguito un editoriale, alquanto interessante (non capita spesso...) apparso sull'ultimo numero di un settimanale distribuito gratuitamente ogni venerdì nel cremasco.
le note in verde sono mie aggiunte.
buona lettura.

chi ha tappezzato la citta di volantini contro l'ordinanza del sindaco, Bruno Bruttomesso, che vieta l'accattonaggio molesto in città, sta giocando col fuoco. Non per la libertà di espressione che è sacrosanta. Ma perché c'è la granitica convinzione in costoro che la maggioranza dei cremaschi è contro quell'ordinanza (supportato dal risultato di un "sondaggio on line" sul quale invito a leggere il mio post di domenica 5 settembre). Il centrodestra, che ha annusato l'aria che tira a Crema, è convinto del contrario e, infatti, per bocca dell'assessore Luciano Capetti, vorrebbe indire un referendum sulla questione (parlare di "centrodestra", includendo anche la Lega, non è corretto; la proposta inutile l'ha fatta Capetti e basta. Di solito sono le opposizioni che chiedono i referendum per contrastare iniziativa di chi governa... che lo faccia chi siede in giunta è alquanto "curioso"). Finora, nel centrosinistra non c'è alcuno che ha ancora abboccato. Ma ci stiamo arrivando.

mercoledì 22 settembre 2010

Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): Soddisfazione per l’approvazione, da parte del Consiglio Comunale di Crema, della mozione sull’acqua pubblica”.

CREMA, 22 settembre 2010 – Sull’approvazione della “mozione sull’acqua pubblica” da parte del Consiglio Comunale di Crema, avvenuta nella seduta del 21 settembre con il voto favorevole di Lega, Pdl, Udc e Lista Civica e quello contrario del PD e delle altre formazioni di centrosinistra, interviene il proponente del documento, il consigliere comunale della Lega Nord Matteo Soccini.

“Innanzitutto voglio esprimere il mio compiacimento per la decisione del Consiglio Comunale di Crema di approvare la mozione sull’acqua pubblica da me presentata nel giugno scorso - afferma il Consigliere Matteo Soccini che prosegue - grazie a questo pronunciamento anche Crema dichiara la propria soddisfazione per la decisione del Parlamento di ribadire la proprietà pubblica delle reti, invita il governo a dare attuazione al decreto in ordine alle forme di affidamento dei servizi di pubblica utilità (tra i quali è previsto in casi particolari l’affidamento in house), ed auspica inoltre che l’esecutivo centrale si attenga a posizioni di tutela del ruolo positivo svolto dai Comuni e delle amministrazioni locali lombarde nella realizzazione, manutenzione e gestione delle reti di pubblica utilità, con specifico riferimento alle reti idriche.”

Prosegue Soccini: “L’Europa ha chiesto la messa in gara dei servizi pubblici locali perché con la concorrenza i servizi ai cittadini dovrebbero migliorare di qualità e diminuire nei costi. Grazie alla Lega le reti restano dei cittadini e i comuni, se vorranno, potranno continuare a gestire i servizi.
Il Governo ha chiesto al Parlamento un ulteriore intervento chiarificatore per meglio tutelare quegli enti che vogliono continuare a gestire l’acqua in proprio ovvero con le proprie società municipalizzate (in house vale a dire affidamento diretto a società a capitale pubblico controllata dal pubblico). In base alle indicazioni europee, il ricorso all’affidamento in house può essere ammesso solo “qualora ricorrano obiettive ragioni tecniche od economiche”.

"Il Governo e la sua maggioranza con l’articolo 15 del DL 135/2009 hanno dimostrato la volontà di procedere verso una liberalizzazione buona e rispettosa dei cittadini, in un quadro regolatore certo e chiaro, che promuova l'iniziativa privata, che riduca i costi per le pubbliche amministrazioni e che garantisca la migliore qualità dei servizi qualora l’amministrazione pubblica opti per la gestione diretta (in house).
Il Governo ha voluto mettere dei paletti ben precisi alla privatizzazione dei servizi pubblici locali proprio per salvaguardare la proprietà pubblica delle reti ed evitare di consegnare la gestione dei pubblici servizi nelle mani di oligopoli o multinazionali straniere.
Inoltre, sono stati introdotti e ribaditi alcuni principi fondamentali sulla proprietà pubblica delle risorse idriche facendo salvo il principio della autonomia gestionale del soggetto gestore del servizio idrico integrato. Il governo dell’acqua spetta esclusivamente alle istituzioni pubbliche, in particolare in ordine alla qualità ed al prezzo, e deve essere esercitato garantendo il diritto alla universalità ed accessibilità.”

“Le modalità di gestione dei servizi non sono altre che quelle imposte dalle norme
comunitarie. In particolare è stata riconosciuta quale modalità ordinaria di affidamento della gestione dei servizi pubblici locali l’affidamento diretto a società “miste” (Pubblico Privato) a condizione che il socio privato venga selezionato attraverso procedure pubbliche e che con la stessa gara si attribuiscano anche i compiti operativi connessi alla gestione del servizio.”

“La Lega Nord vuole sì la gestione pubblica preferendo la gestione in house (società a capitale pubblico controllata dal pubblico) al monopolio dei privati o delle multinazionali europee, vuole altresì garantire ai cittadini una gestione efficiente dei servizi, economica e di qualità, consentendo la crescita delle nostre imprese al fine di renderle competitive sul mercato europeo e internazionale.
Quindi abbiamo imposto la nostra visione per cui quando la gestione pubblica è economica ed efficiente non è distorsiva della concorrenza e quindi vantaggiosa per gli utenti.
Infatti, per il cittadino, quello che conta è il costo e la qualità del servizio idrico o degli altri sevizi pubblici locali, molto meno quale sia il soggetto che lo eroga. Anche perché non è detto che la gestione pubblica sia sempre in grado di garantire tariffe e la qualità più competitive.”

“L’affidamento in house è sicuramente residuale rispetto alle procedure competitive ad evidenza pubblica (gara o PPPI) ma riveste un particolare interesse per i piccoli comuni o quelli in montagna.
La nuova disciplina, soprattutto grazie all’intervento della Lega Nord, introduce importanti quanto necessarie precisazioni a favore e sostegno gli affidamenti cosiddetti in house, con particolare riferimento ai servizi idrici.”

Conclude il consigliere leghista: “E’ innegabile che senza la Lega Nord i servizi pubblici locali sarebbero gestiti dalle multinazionali francesi da oltre dieci anni. Ora siamo finalmente pronti ed attrezzati per garantire e fare crescere il nostro immenso patrimonio.”
_____________

di seguito la mozione approvata dal Consiglio Comumale di Crema nella seduta del 21 settembre 2010.

Oggetto: MOZIONE ACQUA PUBBLICA

Premesso che:

L’acqua è un bene pubblico e come tale è gestito dai lombardi da secoli in perfetta autonomia e sostanziale efficienza;

Le norme comunitarie impongono la tutela e la garanzia della libera concorrenza nella gestione dei servizi pubblici locali;

Nel rispondere ad osservazioni e procedure attivate dalla Commissione Europea, il Governo ha voluto disciplinare alcuni passaggi relativi alla privatizzazione dei servizi pubblici locali;

Tra gli obiettivi raggiunti vi è la salvaguardia della proprietà pubblica delle reti e l’eliminazione del pericolo consistente nella consegna della gestione dei pubblici servizi nelle mani di oligopoli o multinazionali straniere, escludendo al riguardo settori già disciplinati come la distribuzione di energia elettrica, il trasporto ferroviario regionale e la gestione delle farmacie comunali, e ultimi in ordine cronologico, i servizi di distribuzione del gas;

Il Governo, incaricato dal Parlamento di redigere il Regolamento sulla disciplina dei servizi pubblici locali (previsto dall’art. 23-bis del Decreto-legge 112/2008) ha chiesto al Parlamento un ulteriore intervento chiarificatore per meglio tutelare quegli Enti locali che vogliono continuare a gestire l’acqua in proprio, ovvero con le proprie società municipalizzate (in house vale a dire affidamento diretto a società a capitale pubblico controllata dal pubblico);

Il gruppo della Lega Nord Padania ha presentato e fatto approvare un Ordine del Giorno (Atto Camera 9/2897/7 a firma Cota, Montagnoli, Dal Lago, Alessandri, Guido Dussin, Lanzarin, Togni, Callegari, Reguzzoni) che .impegna il Governo, nell'ambito dell'emanazione dei regolamenti e la definizione delle soglie di cui al comma 4-bis, del citato articolo 23-bis del decreto-legge n. 112 del 2008, oltre le quali gli affidamenti di servizi pubblici locali assumono rilevanza ai fini dell'espressione del parere dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, di tener conto di specifiche condizioni di efficienza che, soprattutto con riferimento al settore idrico, rendono la gestione in house non distorsiva della concorrenza e dunque comparativamente non svantaggiosa per i cittadini rispetto ad un'altra forma di gestione dei servizi pubblici locali.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CREMA

Esprime
Soddisfazione per la decisione del Parlamento di ribadire la proprietà pubblica delle reti;

Invita
Il Governo a dare attuazione al decreto del Ministro Ronchi in ordine alle forme di affidamento dei servizi di pubblica utilità;

Auspica
Che il Governo si attenga a posizioni di tutela del ruolo positivo svolto dai Comuni e delle amministrazioni locali lombarde nella realizzazione, manutenzione e gestione delle reti di pubblica utilità, con specifico riferimento alle reti idriche.

sabato 11 settembre 2010

SCRP, la "speranza" è "sparita"... forse

A quanto pare le buone intenzioni si sono scontrare con un muro di gomma costruito da chi non vuol capire e ragionare seriamente numeri alla mano... peccato.

L'ultimo augurio è che si tratti di una ulteriore incomprensione.
Tra pochi giorni ne sapremo di più... SPEREM!?!

venerdì 10 settembre 2010

SCRP, l'occasione "mancata" e la speranza di un accordo... per il bene del cremasco

Questo pomeriggio, convocati dal sindaco Bruttomesso, si ritroveranno un nutrito gruppo di primi cittadini di destra, centro e sinistra per "ricucire" lo strappo di fine luglio maturato in SCRP.
Speriamo vada tutto bene...
Ritengo però doveroso, prima dell'incontro, ricostruire l'accaduto...

Quanto accaduto nella serata di venerdì 30 luglio scorso, in occasione del rinnovo del CDA di SCRP, si può configurare come un’occasione mancata dalla “politica cremasca” della cui responsabilità si devono far carico un po’ tutti, ma principalmente il Partito Democratico con i suoi sindaci. Tale responsabilità deriva dall’atteggiamento rigido e pregiudiziale posto in essere nel corso dell’Assemblea, da prima mediante la presentazione di una propria lista autonoma e successivamente sottoponendo l’accettazione dell’indicazione di un proprio nominativo da inserire nella lista predisposta dal centro destra a condizioni inaccettabili.

L’atteggiamento preconcetto dei sindaci del PD di voler sindacare sui nomi proposti dalla maggioranza del capitale della società, nonché la richiesta di voler introdurre una nuova figura come l’amministratore delegato (il cui nome volavano fosse indicato da loro stessi) cui demandare specifici poteri, limitando le scelte della maggioranza, non è altro che il sintomo della palese volontà di cercare una rottura che i rappresentanti della Lega in assemblea ed il sottoscritto, seppur nella limitatezza della propria rappresentanza nel consesso dei sindaci, non auspicavano.

Le percentuali in campo hanno poi dimostrato come la disponibilità mostrata dal centro destra di accogliere nella propria lista un rappresentante dell’opposizione, senza pregiudiziali sul nominativo, fosse un’offerta ragionevole e adeguata. Purtroppo tale offerta è stata rispedita al mittente.

È auspicabile che la pausa estiva abbia rasserenato gli animi di quanti pensano di proseguire con i propositi di rottura e che il centro sinistra, abbandonato l’atteggiamento rigido e pregiudiziale nei confronti di alcuni componenti del CDA indicati dal centro destra, apprezzi la disponibilità ancora presente, di indicare una propria persona all’interno del CDA. Un passo in questa direzione sarebbe un degno segnale di distensione.
Voglio anche rimarcare come questa offerta provenga dal partito (la Lega Nord) cui spetterebbe l’indicazione del sostituto del “consigliere pro-tempore” eletto dall’assemblea di luglio.
La disponibilità che dimostriamo è il segno lampante di come il mio movimento metta al primo posto l’interesse del territorio rispetto all’occasione di avere “una poltrona in più”…
Il menzionato auspicio è dettato dalla necessità di esprimere una maggiore “democrazia” all’interno della governance societaria anche in considerazione delle importanti azioni che gli amministratori della società dovranno affrontare nei prossimi mesi (gara rifiuti, possibili conferimenti in LGH, ecc).

Sulla composizione del CDA emersa dall’Assemblea, oltre a esprimere apprezzamento per la conferma del proprio rappresentate leghista in seno alla società, il quale ha raccolto un forte apprezzamento dai Sindaci per il suo ruolo dalla forte valenza tecnica che ha saputo mettere nei due progetti promossi da SCRP (Biofor di Castelleone e Teleriscaldamento di Crema), le cui realizzazioni hanno avuto sotto la sua direzione un fortissima accelerazione, mi piace sottolineare come l’inserimento di un’altra figura tecnica di valore come l’ing. Belloni, proposto dal Presidente della Provincia Salini, sia un ottimo segnale nella direzione auspicata anche dal Sindaco di Crema di inserimento di maggiore professionalità negli organi amministrativi delle società.

In ultimo ritengo doveroso esprimere un sincero ringraziamento al sindaco di Crema Bruttomesso per l’impegno profuso fino all’ultimo allo scopo di addivenire ad un accordo con la sinistra, impegno proseguito con la convocazione della riunione di questo pomeriggio alle 17.30 presso il suo ufficio in comune a Crema. Gli attacchi di questi giorni, provenienti da vari esponenti del PD, portati fino alla pretestuosa richiesta di dimissioni, non sono altro che la dimostrazione di come la sinistra non si faccia scrupoli nell’utilizzare luoghi come le Assemblee delle società pubbliche per portare avanti un’opposizione, ad oggi alquanto pregiudiziale, alla maggioranza che governa la città di Crema.

Non resta che attendere la sera…

domenica 8 agosto 2010

SCRP, un editoriale interessante.

di seguito un estratto dell'editoriale di oggi de "La Provincia" che condivido totalmente, (non capita spesso...), sul resto del pezzo che trovate sul giornale non esprimo alcun commento.

…Il Pdl è riuscito a far eleggere cinque suoi uomini (errato Direttore… Uno dei cinque è un tecnico indicato dalla Lega la cui rielezione è stata caldeggiata da moltissimi sindaci, soprattutto alla luce del lavoro svolto nel primo mandato) al vertice della società cremasca di servizi su altrettanti posti disponibili dopo il fallimento della trattativa con il Pd per l’inserimento di un consigliere di minoranza.
Sindaci e responsabili locali del partito di Bersani hanno gridato allo scandalo e si sono affidati alla retorica dell’indignazione, lamentando un presunto attacco alla democrazia. Con poca fantasia hanno agitato i frusti argomenti del repertorio anti berlusconiano, senza spiegare perché i loro avversari hanno fatto cappotto. Maggioranza e opposizione non hanno trovato l’accordo perché quest’ultima aveva presentato una lista blindata con cinque nomi, sgradita al Pdl (ma non alla Lega...), che ha impedito l’intesa sul consigliere riservato alla minoranza. Al coro delle prediche della sinistra si sono uniti esponenti ciellini vicini al presidente della Provincia che hanno bollato la vicenda come una delle pagine più vergognose della politica cremasca.
In realtà si tratta di una tempesta in un bicchiere d’acqua perché Corrado Bonoldi, rieletto presidente di Scrp, ha annunciato che uno dei primi impegni del uovo esecutivo sarà riformare lo statuto per garantire la presenza in consiglio di un rappresentante della minoranza. E così l’onta sarà lavata e la democrazia ripristinata.
Resta la figuraccia rimediata da un centrosinistra che si dimostra incapace di trattare e di accettare la sconfitta con dignità…

giovedì 17 giugno 2010

LGH: Soccini (Lega): «Troppi poteri per l’amministratore delegato»


articolo tratto da "La Provincia" di oggi


Matteo Soccini, segretario provinciale della Lega di Crema, commissario della federazione cremonese sempre del Carroccio, nonché assessore provinciale e consigliere comunale (insomma, come si suol dire una figura di spicco) era nella delegazione ricevuta dal sindaco di Cremona Oreste Perri per discutere dell’aumento di capitale di Lgh.



Soccini, come tutto il Carroccio, ha detto sì all’aumento di capitale, confidando però in un riallineamento degli equilibri: «Devono essere rivisti i patti parasociali — sostiene — per dare pari dignità. Per non creare cioè figli e figliastri. A quanto mi risulta gli azionisti di Lgh già lo stanno facendo. Si sono seduti intorno ad un tavolo e ne stanno discutendo».
— puntualizza l’esponente leghista — che noi vogliamo mantenere Lgh e ci crediamo, ma con i vecchi patti si emarginava Crema e il suo territorio. E poi ci sono troppi poteri concentrati nelle mani dell’amministratore delegato».
«Il nostro obiettivo è di rendere il ruolo di Crema importante al di là della percentuale posseduta. E’ possibile arrivarci facendo in modo che su certe decisioni sia necessario arrivarci con una maggioranza qualificata, se non addirittura chiedere l’unanimità. A questo punto anche il 9,6% di Crema avrebbe un suo peso. Ma, ripeto, so che in queste ore gli azionisti della Lgh già sono al lavoro per ottenere un simile risultato».


Se si vuole un po’ il discorso che faceva il sindaco Bruno Bruttomesso, che parlava di «precise garanzie ricevute». In buona sostanza il primo cittadino di Crema aveva parlato di accordi in fase di definizione che assicurerebbero a Crema pari dignità e soprattutto uguale voce in capitolo per quanto riguarda l’assunzione di importanti decisioni.
(an.gue.)

mercoledì 1 luglio 2009

Le Priorità della Lega Nord per Crema

di seguito il testo completo della lettera che ho consegnato al Sindaco Bruttomesso, al termine del consiglio comunale di ieri.

Carissimo Bruno,
A due anni dalla vittoria elettorale della primavera 2007 è ormai palese come il lavoro messo in campo da giunta e maggioranza, seppur positivo nel complesso, abbia bisogno di uno scatto prolungato e costante.
Se i primi due anni possono essere visti, con una metafora ciclistica, come due tappe da passisti, le prossime tre si presentano come frazioni di montagna nelle quali tutti noi dobbiamo indossare i panni dello scalatore.
Personalismi e distinguo dei singoli, litigiosità interne alle diverse componenti, hanno creato nella nostra amministrazione una situazione critica, al limite della crisi, il metodo talvolta dirigistico di alcuni assessorati, la mancanza di un vero coinvolgimento dei consiglieri nelle decisioni della Giunta sono le cause che hanno portato alla situazione attuale.
È necessario ravvivare il rapporto tra tutte le entità che compongono la maggioranza (sindaco, assessorati, consiglieri, partiti e movimenti) che va definito nel metodo e nello specifico dei temi e dei progetti da portare avanti.
Il malcontento latente tra i cittadini sull’operato della Giunta, richiede un cambiamento di rotta che deve avvenire da subito.
Il ritrovarsi in riunioni di maggioranza, allargate a tutti i consiglieri per i temi più importanti, non deve essere l’eccezione ma la regola. Una riunione in più prima né evita due o tre dopo (oltre che le inutili e deleterie polemiche sulla stampa).

I temi, all’ordine del giorno, sono tanti; quelli che la Lega Nord ritiene prioritari sono i seguenti:

LAVORI PUBBLICI
I mezzi finanziari a disposizione sono veramente pochi e le possibilità di maggiori introiti sono veramente poche (gli oneri di urbanizzazione sono statici se non in calo per la crisi dell'edilizia; trasferimento dallo Stato nulli – ci sarebbe di forzare Tremonti con una presa di posizione veramente forte da parte dei Sindaci del Nord - i trasferimenti da parte della Regione Lombardia sono tutti legati ad una parte di cofinanziamento almeno del 50% che non riusciamo a reperire nel bilancio bloccato per le spese di rimborso mutui e costo fisso del personale – di per sé sottodimensionato).
L'importante, pertanto, è concentrarsi sulle poche opere che bisogna fare nell’immediato.

▪ Non essendo emerse alternative concrete e fattibili riteniamo di debba dare precedenza al sottopasso di Via Indipendenza con il relativo sottopasso pedonale. Si tratta di un’opera fattibile a breve che deve essere inquadrata nella struttura viabilistica della città come un mero collegamento tra i quartieri periferici e il resto del centro urbano.
▪ Sistemazione in pietra di alcune vie centro storico. Partendo da brevi tratti limitrofi alla zona pedonale è possibile programmare nel prossimo triennio interventi mirati a migliorare e uniformare il manto stradale.
▪ Manutenzione delle scuole e del patrimonio immobiliare in genere.
▪ Parcheggi interrati.
E.R.S.A.F. va discusso e valutato più approfonditamente, ci sono ancora da chiarire alcuni punti; individuazione dell’area da cedere alla Regione, parcheggi sotterranei, considerare la riqualificazione di Via Verdi un tutt’uno con il centro d’incremento ippico.
Palazzetto dello sport. Se intervengono i privati e per il Comune c'è la possibilità di contenimento molto forte dei costi, l’operazione è da incoraggiare e sostenere. Nel merito del progetto avanzato recentemente conveniamo che la soluzione migliore per la localizzazione debba essere quella della “Pierina”. Nello stesso tempo la struttura del “PalaBertoni” deve essere mantenuta in piedi e a disposizione di tutta la città. Alla mancanza di spazi sportivi non si sopperisce demolendo l’esistente.
▪ Decisione finale per la Pierina. Se una parte della suddetta area potrà essere destinata a ospitare il nuovo palazzo dello sport, il resto dell’area, deve trovare al più preso la sua destinazione. Vediamo con favore in tal senso l’ipotesi che la vecchia cascina sia riutilizzata in funzione del polo universitario.
Gronda Nord. inquadrare questa opera come “alternativa” al sottopasso in Via Indipendenza è sintomo di una visione miope dello sviluppo urbanistico e viabilistico della città. Se il sottopasso, come già detto, s’inquadra nell’ambito del collegamento intraurbano; il prolungamento della gronda nord verso Santo Stefano (da stabilire se a sud o a nord del quartiere) s’inserisce nella viabilità di collegamento verso la zona PIP, il polo universitario e il progettato nuovo palazzotto dello sport, oltre che naturalmente come sbocco verso il comune di Campagnola e di conseguenza la nascente Bre.Be.MI.
▪ Sovrappasso di Santa Maria. È indispensabile un incontro di maggioranza per far il punto della situazione, soprattutto alla luce dell’esposizione del progetto avvenuta in giunta.

PIANO di GOVERNO del TERRITORIO
Molte delle opere citate in precedenza non possono non rientrare nel quadro generale di sviluppo della città che prenderà forma con il nuovo PGT. A tal fine è necessario ed estremamente produttivo coinvolgere in un apposito gruppo di lavoro, coordinato dall’assessore competente, tutte le componenti della maggioranza.

SICUREZZA
La vera priorità è la messa in cantiere di tutte le opere per la sicurezza che mettono in moto tutti quei cambiamenti nella gestione delle risorse sia umane che materiali che ben conosciamo con l'esperienza fatta già da altri Comuni leghisti. A tal fine, senza scomodare realtà a noi lontane come Cittadella e Verona, è sufficiente relazionarsi con un esempio a noi vicino come il comune di Caravaggio, il cui Sindaco Prevedini si è già detto disponibile a collaborare con la nostra amministrazione per condividere le sue esperienze.
Esistono progetti e idee mese a punto da professionisti del settore che si possono mettere in atto in breve tempo e a costi contenuti.
Non c'è niente di inventare, c'è solo da applicare.

SOCIETA’ PARTECIPATE

Definitiva sistemazione delle Società partecipate con chiarimento sui bilanci e sulle capacità delle stesse di erogazione di servizi per la Città e, il più presto possibile, a servizio di tutto il circondario per l'abbattimento dei costi di gestione (ufficio tecnico – vigilanza urbana – pianificazione territoriale - trasporti locali – ecc.). La chiusura della Cremasca Nordest (ex-Creso) deve essere visto come il punto di partenza per giungere a una nuova struttura delle società partecipare non solo dal comune di Crema ma da tutte le amministrazioni comunali della provincia.

SPESA SOCIALE
Altra priorità è il controllo della spesa legata alle necessità sociali che devono essere mirate e prioritariamente individuate per eliminare erogazioni non sempre consone alle vere necessità.
L’erogazione agli alunni residenti in Crema dei libri di testo per la I° media inferiore e per la I° media superiore è un valido esempio da implementare con convinzione.

FOLCIONI
Se la prospettiva della piena integrazione gestionale dell’istituto civico nella Fondazione San Domenico non è in discussione, la questione della cessione della “titolarità” del nome dal comune alla fondazione stessa ha assunto nelle ultime settimane una prevalenza superiore alla reale importanza che riveste.
La vera questione sul tavolo è quella del personale dipendente (gli insegnanti), che costituisce il vero “valore aggiunto” da tutelare per mantenere nel futuro il prestigio e la qualità della scuola.
Il lavoro dell’assessore Zanibelli e di tutta la commissione si sta rilevando importante e sarà certamente proficuo nel breve. Una volta risolta la problematica “dipendenti” la questione della titolarità tornerà ad avere la sua reale importanza.
Sul tema la ricerca del massimo consenso in consiglio comunale deve rimanere un obiettivo che va nell’interesse di tutta la città.

venerdì 20 febbraio 2009

il futuro di SCRP e non solo

In un post passato scrissi che avrei affrontato il tema delle società pubbliche e delle loro prospettive future.
Per vari motivi giungo solo ora a buttare giù queste righe dopo aver riflettuto e osservato gli avvenimenti delle passate settimane. Premetto che sono semplici pensieri senza particolari pretese se non quello di iniziare a parlare seriamente del futuro delle società ex-municipalizzate operanti nel cremasco.

Al centro dell’interesse di tutti ritengo debba porsi ovviamente la SCRP, in quanto società principale e fulcro attorno alla quale ruotano tutte le altre società ad essa collegate come la SCS Servizi Socali, la SCS Gestioni (quella andata in Linea Group), la SCCA (quella del teleriscaldamento), nonché la futura società unica provinciale dell’acqua (Cremona Acque? Ex Padania Acque).
Innanzitutto sarebbe opportuno definire in maniera semplice e chiara quale debba essere la “missione” della società. A mio avviso questa missione può essere contenuta in pochissime righe e non in chilometriche dichiarazioni di intenti contenenti di tutto.

Cosa scriverei?
Ecco qua: “La Società Cremasca Reti e Patrimonio si deve porre come il centro di raccolta ed implementazione di quella serie di attività miranti ad offrire, ai comuni associati, tutta una serie di servizi fondamentali per migliorare la gestione quotidiana dell’attività degli stessi, avendo come obbiettivo finale quello del servizio ai cittadini. Tale operatività dovrà essere attuata sul principio della comunanza di interessi del territorio e della mutualità tra gli enti partecipanti. Gli investimenti in attività diverse dal mero servizio ai comuni dovranno essere implementate, se economicamente redditizie, come fonte di finanziamento per poter continuare ad offrire ai comuni quelle precedentemente menzionate.”
Poche righe, magari insufficienti e criticabili, ma certamente qualcosa su cui si potrebbe iniziare a discutere…
In fondo di interventi “propositivi” sulla SCRP ne ho letti pochissimi.

Quanto alle altre ritengo che il quadro complessivo dovrebbe essere oggetto, ove possibile, di una semplificazione.
Tanto per fare un esempio parliamo della SCS Servizi Locali.
Oggi questa è partecipata dalla Cremasca Servizi (vale a dire Comune di Crema) per il 35% e per il restante 65% dalla SCRP che a sua volta ha tra gli azionisti lo stesso comune di Crema per circa il 25%… non sarebbe più semplice fare in modo che la SCS sia “tutta” di SCRP!
Perché non pensare alla cessione del 35% di SCS dalla Cremasca Servizi alla SCRP in cambio di un aumento della quota del comune di Crema in quest’ultima?
Lo stesso si potrebbe fare per le quote di Linea Group dove il cremasco conta per circa il 14% ripartito tra un 5% in Cremasca Servizi e il restante in SCRP.
Così facendo l’SCS servizi locali potrebbe divenire il vero “braccio operativo” della SCRP.

Questa strada di semplificazione potrebbe essere seguita anche per la partecipazione del pubblico nella SCCA (il teleriscaldamento).
Nel caso fosse intrapresa la strada che ho indicato, per questa società ci troverenno di fronte ad un bivio. Tutto il 52% in mano alla SCRP oppure una cessione di quote alla Cremasca Servizi.

Credendo nella bontà del progetto, ed in considerazione del fatto che già oggi il comune di Crema è proprietario (direttamente e/o indirettamente) di poco meno del 27% della SCCA, dovrebbe essere presa in esame l’ipotesi che Crema “acquisti” il restante 25% dagli altri comuni, divenendo l’unico azionista pubblico del progetto teleriscaldamento, facendo così cadere tutte le rimostranze emerse nei mesi passati dai ducatini e principati vari…
Ovviamente se questa strada dovesse trovare compimento nessuno venga a reclamare domani quando Crema incasserà gli utili del teleriscaldamento, nonché una forte plusvalenza in caso di cessione della sua partecipazione ad un altro soggetto.

In ultimo due righe sulla società unica dell’acqua (la futura Cremona Acque???) doveva nascere entro la fine del 2008, poi entro fine di febbraio 2009, adesso si parla di giugno…
Al di là della data di nascita, importante ma secondaria, la domanda che mi pongo è: tutti i soggetti interessati sono informati di quanto sta accadendo? In che fase si trova il processo di nascita della società? Purtroppo della questione si è scritto solo per il solito scontro sulle poltrone tutto interno al PD e dintorni. Garatti si! Garatti no! Torchio contro Alloni! Alloni contro Torchio! PD cremasco contro PD cremonese! PD cremonese contro PD cremasco!
In tutto questo i cittadini che fine anno fatto? A voi la risposta…

sabato 7 febbraio 2009

SCRP. il caso "Tola"

questa mattina su La Provincia è comparsa questa mia dichiarazione:


"Le dimissioni di un membro del collegio sindacale di una società non sono da trascurare, soprattutto quando sono motivate con argomenti significativi. La Lega ha un suo rappresentante nel Cda di SCRP. Con lui avremo modo di capire le cause alla base della decisione di Tola, soprattutto esamineremo i dubbi che il dimissionario ha posto".


A questa dichiarazione devo aggiungere che il nostro membro del Cda è l'amico Giuseppe Tomaselli; persona seria, educata e preparata che sta lavorando con impegno al progetto del teleriscaldamento.


Tra i motivi che hanno portato Tola alle dimissioni pare vi sia anche un "diverbio" con un rappresentate di una consociata. A tal proposito sarebbe opportuno che la persona implicata si faccia avanti (per come lo conosco escludo si tratti di Giuseppe).


Questa persona DEVE assumersi le sue responsabilità. E chi ha provveduto alla sua nomina dovrà trarne le dovute conseguenze una volta accertato il reale e completo svolgimento dei fatti.


Dimissioni? non spetta al sottoscritto chiederle, per nessuno.


Gli unici a portele chiedere sono coloro che hanno provveduto alle nomine.