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venerdì 31 dicembre 2021
venerdì 19 luglio 2019
POLITICA | L’autonomia “secondo il PD” non è vera autonomia.
Col seguente articolo inizia la mia collaborazione con "La Voce del Nord", buona lettura.
Sul sito www.huffingtonpost.it è apparso in articolo dal titolo molto chiaro
“L’autonomia secondo il PD”, un testo che in poche righe esprime il pensiero
del partito oggi di Zingaretti e ieri di Renzi (cui si deve la riforma costituzionale,
poi bocciata dal referendum, che restringeva di molto le autonomie n.d.r.) su
un tema molto sentito in particolare da lombardi e veneti.
Cosa si evince dallo scritto? Semplicemente che l’autonomia
secondo il PD non è la vera autonomia chiesta dai 5.000.000 di elettori che
hanno votato a favore dei referendum del 22 ottobre 2017. In particolare gli
estensori del testo già dalle prime righe vanno già al nocciolo della questione
affermando che: “Le suggestioni leghiste
di istituire nuove Regioni a statuto speciale o di trattenere sui territori i
cosiddetti residui fiscali hanno avvelenato il confronto di questi mesi,
rendendo impossibile qualsiasi concreto passo in avanti.”
In altre parole, la cassa non si tocca e deve gestirla
sempre Roma, come è esplicitato nel passaggio che ribadisce come: “Per quanto riguarda l’attribuzione di
risorse, riteniamo sia da escludere decisamente qualsiasi ipotesi fondata sul
criterio della spesa media procapite – che finirebbe per accentuare i
divari territoriali già esistenti – mentre riteniamo necessario individuare,
oltre al criterio della “spesa storica”, meccanismi che consentano a tutte le
regioni di beneficiare, secondo un principio di solidarietà, di una parte dei
vantaggi (anche di carattere finanziario) del recupero di efficienza connessi
all’autonomia.”
Un modo come un altro per dire al Nord “taci e paga!” e se
risparmi denaro mantenendo buono i livelli dei servizi ai tuoi cittadini quei
risparmi dovranno finire a chi non è capace nemmeno di svuotare i cassonetti
della propria “monnezza” (ogni riferimento alle perenni crisi dei rifiuti di
Roma, Napoli e Palermo è assolutamente voluto…).
Per il resto il testo prosegue con le solite formule tanto
care ad una certa sinistra che di evolversi verso modelli di “progressismo”
come quelli catalano e scozzese non ne vuole sentire, basta leggere le prime
righe dove si afferma che: “Proponiamo un
modello di autonomia giusta, che rispetti i principi di solidarietà su cui si
fonda la Repubblica, “una e indivisibile”, e che miri al miglioramento e
all’efficienza dei servizi nell’intero Paese.”
Delle ataviche inefficienze, degli sprechi, degli sperperi, delle
clientele, dell’assistenzialismo, eccetera, eccetera, che attanagliano le
regioni meridionali, nonché delle possibili soluzioni di cui necessitano
veramente i cittadini onesti del sud nessuna traccia. Peccato, ennesima
occasione sprecata.
lunedì 20 marzo 2017
CREMA BEER CLUB | a new project..
Cos'è il CREMA BEER CLUB?
Innanzittutto non è un pub, una birreria, un locale, un circolo privato, un blog, un beershop, un birrificio, ecc...
Il CREMA BEER CLUB è un'idea che covava da tempo nella mente di un amante delle birre.
Il CREMA BEER CLUB è, o perlomeno vorrebbe essere, un "luogo" dedicato a quello sconfinato mondo che sono le birre, alle loro storie, alle emozioni che suscitano ogni qual volta ne degustiamo una mai bevuta prima.
Il CREMA BEER CLUB è un cantiere aperto ad ogni suggerimento, un cesto vuoto da riempire, un'evoluzione continua.
Cosa sarà esattamente lo scoprirete seguendo questa pagina e il profilo su Instagram...
STAY TUNED, CHEERS!
CREMA BEER CLUB | "a club like no other..."
mercoledì 18 gennaio 2017
domenica 14 giugno 2015
UNIONI CIVILI | Si al registro, ma serve una legge nazionale.
Nella seduta di domani, lunedì 15/06, il consiglio comunale dovrebbe (salvo imprevisti che non credo vi saranno) approvare il regolamento per l'istituzione del registro per le unioni civili.
Sul tema, all'epoca della presentazione della mozione due anni orsono, la Lega aveva preso posizione lasciando piena libertà di coscienza come potete leggere nel comunicato inviato alla stampa che ripropongo di seguito.
Personalmente domani non avrei problemi a votare a favore del provvedimento, anche se lo ritengo di scarsa efficacia da un punto di vista pratico, nella speranza che il parlamento nazionale affronti il tema una volta per tutte in maniera seria e non ideologica, accantonando le visioni "estreme" che purtroppo pervadono ancora pesantemente tanto il fronte favorevole quanto quello contrario.
Comunicato Stampa | LEGA NORD: Sul Registro Unioni Civili libertà di coscienza, ma le priorità devono essere altre. Prima tra tutte il lavoro e le imprese.
CREMA, 4 aprile 2013 – Sul tema dell’istituzione di un registro delle unioni civili presso il Comune di Crema, iniziativa portata avanti da alcune formazioni presenti in consiglio comunale con il bene placito dell’amministrazione, il Direttivo cittadino della Lega Nord si è di recente riunito per esaminare il tema e deliberare in merito.
La valutazione principale che i membri della direzione hanno fatto è che l’argomento, meritevole della massima attenzione, non rientri tra le prerogative di competenza di una amministrazione comunale.
L’alveo nel quale la problematica deve essere affrontata è il parlamento nazionale, che si dovrebbe esprimere con una normativa chiara in materia.
Trattandosi di un tema che tocca le coscienze di tutti il Direttivo ha deliberato di lasciare piena libertà ai suoi stessi membri, nonché alla rappresentanza del movimento in consiglio comunale, di esprimersi sulla proposta.
Il tutto partendo dal presupposto che la Lega Nord non si è mai posta come un soggetto politico portatore di una visione “ideologica” della comunità.
LEGA NORD | Sezione di Crema
mercoledì 29 aprile 2015
#PERGOCREMA | Macalli condannato, la sentenza del Tribunale Federale Nazionale
Era una sera di agosto del 2012 quando, navigando nel sito del Ministero dello Sviluppo Economico, scoprivo che il Ragioniere Mario Macalli aveva provveduto nei primi mesi del 2011 a registrare ben quattro marchi riconducibili al Pergocrema .
Dopo poco tempo, come Comitato Popolo Cannibale, rendemmo pubblico quanto avevo trovato e ponemmo pubblicamente la domanda se fosse "regolare" che un presidente registrasse i simboli di una società appartenente alla propria lega calcistica.
Nessuna risposta arrivò dall'interessato, se non un "chi cazzo siete, cosa volete! a parlare saranno gli avvocati".
Oggi, a distanza di quasi tre anni, le risposte sono arrivate e le potete leggere nello stralcio della sentenza del Tribunale Sportivo.
Risposte che hanno portato alla condanna a 6 mesi di inibizione nei confronti del Ragioniere Mario Macalli.
Ecco la sentenza di condanna nella quale troverete evidenziate in giallo le parti più significative.
TRIBUNALE FEDERALE NAZIONALE
SEZIONE DISCIPLINARE
TRIBUNALE FEDERALE NAZIONALE
SEZIONE DISCIPLINARE
COMUNICATO
UFFICIALE N. 53/TFN
Sezione Disciplinare (2014/2015)
Il Tribunale Federale
Nazionale – Sezione disciplinare, costituito dall’Avv. Sergio Artico Presidente;
dall’Avv. Riccardo Andriani, dall’Avv. Amedeo Citarella, dall’Avv. Arturo Perugini,
dall’Avv. Gianfranco Tobia Componenti; con l’assistenza del Dott.
Paolo Fabricatore Rappresentante A.I.A.; del Sig. Claudio Cresta Segretario,
con la collaborazione dei Signori Salvatore Floriddia, Paola Anzellotti e
Nicola Terra, si è riunito nei giorni 9 aprile 2015 e 23 aprile 2015 e ha
assunto le seguenti decisioni:
(135) – DEFERIMENTO DEL
PROCURATORE FEDERALE A CARICO DI: MARIO MACALLI (Presidente della Lega Italiana
Calcio Professionistico) - (nota n. 7044/205 pf12-13/SP/AM/blp del 9.3.2015).
Letti gli atti
Visto il deferimento
disposto dalla Procura federale in data 9 marzo 2015 nei confronti di Mario
MACALLI, nella sua qualità di Presidente della Lega Pro, per rispondere
delle seguenti incolpazioni:
1) violazione dell’art. 1, comma 1 (principi
di lealtà, correttezza e probità) del C.G.S. (oggi trasfuso nell'art. 1 bis
comma 1 del nuovo C.G.S.) perché nel corso della stagione sportiva 2011-2012 e delle stagioni sportive successive, allorché rivestiva la qualifica di
Presidente della Lega Pro, poneva in essere le seguenti condotte:
- nel febbraio 2011,
registrava a suo nome, presso l’Ufficio Marchi e Brevetti della CCIAA di Roma,
i marchi Pergocrema, Pergocrema 1932, Pergolettese e Pergolettese 1932;
- nel luglio 2012, essendo
stato dichiarato il fallimento della U.S. Pergocrema 1932, concedeva in uso
gratuito, con potestà di revoca, al sig. Cesare Angelo Fogliazza il marchio
Pergolettese 1932 e quest’ultimo per accordi interceduti con lo stesso Macalli provvedeva
al cambio di denominazione della Soc. Pizzighettone ed al suo trasferimento a Crema;
- nell'ottobre del 2013,
allorché la Pergolettese 1932 è stata promossa dal campionato di Serie D in
Lega Pro Seconda Divisione, provvedeva a donare il marchio U.S. Pergolettese 1932
alla stessa società in persona del suo legale rappresentante e ciò solo dopo
aver appreso di essere indagato e dopo che la società di cui aveva la
titolarità del marchio si era iscritta ad un Campionato organizzato dalla Lega
di cui era Presidente;
- il Macalli con le
condotte di cui sopra di fatto ha stabilito chi dovesse svolgere l’attività calcistica
nella città di Crema e con ciò venendo meno al suo ruolo di imparzialità quale Presidente
della Lega Pro e Vice Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio e in conflitto
di interessi per l’acquisizione di marchi relativi e denominazioni di società
sportive rimanendo a tutt'oggi titolare di tre dei quattro marchi citati;
...omissis...
Preso atto, a questo punto,
delle richieste istruttorie formulate in memoria dalla difesa dell’incolpato e
ribadite in udienza e dell’opposizione del Procuratore federale all'ammissione delle stesse basata sulla irrilevanza di dette richieste al fine del decidere.
Sul punto il Tribunale,
riunitosi in camera di consiglio, così ha deciso:
ORDINANZA n. 3
Il Tribunale Federale
Nazionale,
viste le istanze istruttorie dell’incolpato alle quali si è opposta
la Procura Federale;
ritenuta ammissibile e
rilevante la prova testimoniale a mezzo del Sig. Angelo Cesare Fogliazza sui
due capitoli di prova articolati a pag. 37 della memoria difensiva;
ritenuti irrilevanti e
genericamente formulati i restanti capitoli di prova con gli altri testi indicati
ed assorbente il suddetto rilievo;
P.Q.M.
Ammette la prova
testimoniale nei limiti di cui sopra, onerando il deferito della convocazione
del teste (...omissis...).
Ascoltato nella successiva
seduta del 23 aprile 2015 il teste ammesso sig. Angelo Cesare Fogliazza sulle
seguenti circostanze:
1. in merito alla genesi
del rapporto con l’amministrazione Comunale di Crema ed alle trattative per trasferire
la sede sportiva della società U.S. Pizzighettone, della quale è tutt'ora
socio
di maggioranza e vice presidente, presso la città di Crema;
2. in merito ai rapporti
intercorsi con il Presidente della Lega Pro rag. Mario Macalli, in riferimento
alla concessione del marchio U.S. Pergolettese 1932 srl, del quale successivamente
è divenuto titolare legittimo.
Preso atto delle
precisazioni fornite, all'esito della prova, dall'incolpato
Ascoltato il
Procuratore federale che, dopo una dettagliata requisitoria nel corso della quale
ha ripercorso tutti i passaggi analiticamente descritti nel deferimento, ha
concluso per l’affermazione di responsabilità del Macalli chiedendo
l’irrogazione della sanzione della inibizione per mesi 8 (otto).
Ascoltata la difesa del
soggetto deferito che, dopo aver ricostruito i fatti oggetto della incolpazione,
ha ribadito le ragioni per le quali il deferimento sarebbe del tutto infondato.
In particolare la difesa dell’incolpato ha insistito nel rappresentare come
tutti i comportamenti tenuti dal Macalli sarebbero legittimi e coerenti giacché
la registrazione dei marchi sarebbe avvenuta alla luce del sole e comunque in
nessun momento l’incolpato sarebbe stato titolare di un marchio appartenente ad
una società militante nella Lega da lui presieduta. Inoltre nessun
comportamento attivo sarebbe ravvisabile nello svolgimento del procedimento che
aveva portato al fallimento del Pergocrema e dunque il Macalli non avrebbe
favorito nessun soggetto per l’acquisizione dei diritti della società
calcistica di Crema. Inoltre la mancata erogazione dei diritti TV alla società
sarebbe stata determinata dalla esigenza di rispettare la normativa vigente.
In conclusione il Macalli
dovrebbe essere pienamente prosciolto, in subordine, ove venisse accertata
qualche responsabilità a carico della stesso, potrebbe al massimo essere
irrogata una sanzione minima e di tipo pecuniario.
Ascoltato, infine, il
soggetto deferito in persona il quale ha tenuto a ribadire la piena correttezza
dei propri comportamenti e tutto il proprio disagio nel partecipare a questo giudizio
come soggetto incolpato.
Trattenuto il giudizio in
decisione, il Tribunale federale nazionale, sezione disciplinare, dopo una
lunga camera di consiglio, così ha deliberato.
* * *
Per quanto attiene ai fatti
oggetto del primo capo di incolpazione, non c’è dubbio e non è nemmeno
contestato che nel febbraio 2011 il Macalli, che rivestiva la qualifica di Presidente
della Lega Pro, senza informarne alcuno abbia richiesto la registrazione a suo nome,
presso l’Ufficio Marchi e Brevetti della CCIAA di Roma, i marchi Pergocrema, Pergocrema
1932, Pergolettese e Pergolettese 1932. Ciò appare di per sé contrario ai doveri
di lealtà e correttezza imposti dall'art. 1 comma 1 del CGS all'epoca vigente,
oggi trasfusi nell'art. 1 bis comma 1 CGS. Non è certo sufficiente essere
cresciuto nel quartiere del Pergoletto o essere stato giocatore e poi tifoso
della squadra locale per potersi impossessare di ogni marchio riconducibile a
tale quartiere, marchi sui quali il deferito non aveva altro diritto che quello
di essere stato il primo e l’unico a pensare alla loro registrazione.
Certamente il deferito non li aveva ideati e non ne aveva acquistato in alcun modo
i diritti.
La violazione sussiste
anche con riferimento al marchio della soc. Pergocrema 1932, la cui registrazione
non venne accettata nel febbraio 2011 (ma lo fu soltanto dopo la dichiarazione
del fallimento della società) in quanto il Pergocrema era società attiva che disputava
il campionato di Lega Pro utilizzando correttamente il marchio. Di fatto, dopo
il fallimento della Pergocrema 1932, il deferito ottenne il monopolio dei
marchi riconducibili al quartiere Pergoletto e, quindi, alla squadra rivale
dell’altra compagine cittadina, il Crema. Tale intento appare censurabile anche
perché perseguito dal Presidente della Lega Pro nonché prestigioso dirigente
della Federazione, tenuto per le sue cariche al massimo della correttezza e
dell’imparzialità.
Per quanto attiene alla
vicenda legata alla concessione in uso del marchio Pergolettese 1932 alla
squadra che sostituì il Pergocrema 1932 dopo il fallimento, essa va ricostruita
attraverso i documenti, gli atti del procedimento penale e le dichiarazioni
rese dai testi al magistrato ordinario, alla Procura federale e, per quanto
riguarda il teste Cesare Angelo Fogliazza, anche dinanzi a questo Tribunale.
Alla luce di tali elementi appare certo che fu proprio il Presidente Macalli il
reale artefice dell’operazione che portò la squadra del Pizzighettone (della
quale il Fogliazza era il dominus) a trasferirsi a Crema con il nuovo nome di
Pergolettese 1932. Le dichiarazioni rese in dibattimento dal Fogliazza,
tendenti a ridimensionare il ruolo del deferito, sono smentite da molteplici
voci processuali. Devono quindi essere valutate complessivamente inattendibili.
Walter Della Frera, Consigliere del Comune di Crema ha riferito di avere
seguito in prima persona le vicende del Pergocrema, sia come Medico Sociale del
Pergocrema sino al 2000 sia come Consigliere del Comune di Crema incaricato
allo sport dal giugno del 2012 ma anche per via della sua attività professionale
di medico sportivo e titolare di un ambulatorio di fisioterapia in Crema che aveva
tra i clienti anche molti calciatori. Prima della dichiarazione di fallimento
Della Frera era negli U.S.A. in vacanza ma si teneva in contatto telefonico
proprio con il Presidente Macalli (non con Fogliazza come da questi riferito).
Fu Macalli a dirgli che Cesare Fogliazza era interessato a venire a far calcio
a Crema e voleva parlare con il Sindaco per l'utilizzo delle strutture del
Comune di Crema. Fu sempre il deferito che gli disse che se tale ipotesi si
fosse concretizzata la società si sarebbe chiamata Pergolettese. Agostino Alloni,
Consigliere del Comune di Crema ha riferito che nella primavera del 2012 in
rappresentanza del Comune, con Della Frera, si recò dal Presidente Macalli
perché sulla stampa si avvicendavano articoli che parlavano dei debiti della
società Pergocrema 1932.
Secondo Alloni l’operazione
non si poteva definire senza l’assenso di Macalli che avrebbe dovuto concedere
l'utilizzo del marchio. La tesi difensiva del deferito (e le conformi dichiarazioni
testimoniali del Fogliazza) viene smentita anche da Andrea Micheli, Presidente
e legale rappresentante del A.S. Pizzighettone e poi della Pergolettese 1932 nonché
nipote di Cesare Fogliazza. Micheli riferisce che fin dagli inizi di giugno
2012 (prima della dichiarazione di fallimento della Pergocrema 1932) il
Fogliazza lo informò del progetto di far passare il Pizzighettone a Crema
cambiando denominazione, militando in L.N.D. con un nuovo marchio ovvero
Pergolettese 1932 con il consenso di Macalli che si fidava di lui. Fu in quel
momento che Micheli venne a conoscenza del fatto che Macalli fosse proprietario
del marchio Pergolettese in quanto prima non conosceva il deferito né sapeva
che avesse registrato il marchio solo un anno prima assieme ad altri marchi riconducibili
al Pergocrema. Micheli ha dichiarato di aver partecipato, pochi giorni prima del
30 giugno 2012, a un incontro nell'ufficio di Macalli con Alloni, Fogliazza e
un avvocato che rappresentava i futuri eventuali soci.
Secondo il Micheli, se non
fosse andata in porto la trattativa con il Pizzighettone, il Presidente Macalli
non avrebbe mai concesso l'uso del marchio ad altri, considerati anche gli
accordi precedenti con lo zio. Del resto tale circostanza è confermata dal
fatto certo che il Macalli negò l’utilizzo del marchio perfino ai soggetti
indicati dall'amministrazione comunale. Inoltre, secondo Micheli, il Fogliazza
gli illustrò il progetto non dopo il fallimento bensì quando il Pergocrema non
era ancora fallito e gli disse che in alternativa, si poteva cercare di evitare
il fallimento ma era una strada difficilmente percorribile e lontana dalle loro
possibilità anche economiche e quindi si rendeva necessario attendere il
fallimento e poi portare avanti la loro soluzione. Quanto dichiarato dal
deferito (Macalli n.d.r.) è contrastato dalle dichiarazioni rese dal Micheli all'autorità giudiziaria. Il presidente Macalli in sede di interrogatorio al P.M. della
Procura della Repubblica di Roma aveva dichiarato che "dopo il
fallimento il nuovo presidente della società (Micheli Andrea) mi ha chiesto dì
potere utilizzare il marchio PERGOLETTESE 1932 ed io ho immediatamente acconsentito
senza pretendere alcunché in cambio”. Al contrario Micheli ha invece
dichiarato di essere stato informato della trattativa da suo zio, Cesare
Fogliazza che gli disse che "c'era la possibilità di trasferirsi a
Crema (da Pizzighettone) e militare in Lega Nazionale Dilettanti con un nuovo
marchio ovvero PERGOLETTESE 1932 perché a suo dire MACALLI era disponibile a
consentirne l'utilizzo ". Va infine ricordata l’informativa della
Guardia di Finanza 24/10/2013 indirizzata al P.M. nella quale può leggersi “esulando
dalla qualificazione giuridica ricoperta, è bene rimarcare che Macalli, pur non
ricoprendo alcuna carica formale nel "Pergocrema" (in difficoltà
economiche) ed essendo proprietario di quel marchio e di altri tre della stessa
società sportiva, ha tenuto delle riunioni nel suo studio per definirne il futuro
assetto societario, stringendo accordi con il FOGLIAZZA a cui ha concesso
l'utilizzo del marchio "Pergolettese", come dichiarato da MICHELI
Andrea e da ALLONI Agostino.
Analoga dichiarazione è
stata resa da FOGLIAZZA che ha riferito di essere stato convocato appositamente
da MACALLI in un incontro a due, nel corso del quale gli venne proposto di
spostare la squadra da Pizzighettone a Crema e che, in caso positivo, MACALLI
si rendeva disponibile a concedere il marchio. Anzi, questa sembra proprio una conditio
sine qua non, considerato che tale concessione è stata negata da MACALLI alla Amministrazione
comunale di Crema e alle varie cordate di imprenditori disposti a far parte
della società sportiva. Anche DELLA FRERA, dagli U.S.A., era in continuo
contatto telefonico con Macalli per seguire l'andamento della vicenda, a
conferma che l'indagato costituiva il perno delle trattative”. Sta di fatto comunque che il Presidente
Macalli, pur mantenendo la titolarità del marchio almeno fino all’ottobre 2013,
nel luglio 2012 ne concesse gratuitamente l’utilizzo proprio al Fogliazza
consentendogli di portare a temine l’operazione di trasferimento della sua
società da Pizzighettone a Crema con il mutamento della denominazione sociale
in quella di Pergolettese 1932.
Al termine della successiva
stagione agonistica la Pergolettese 1932 ottiene la promozione in Lega Pro ma
il Presidente Macalli mantiene la titolarità del marchio fino al successivo
mese di ottobre quando lo dona al Fogliazza. E’ evidente che in questi mesi il conflitto
di interessi in capo al deferito diventa anche formale e quindi si realizza un’ulteriore
violazione degli obblighi sanciti dall’art 1 comma 1 (ora 1bis comma 1) del CGS.
Da evidenziare che, comunque, il Presidente Macalli, anche dopo la donazione, mantiene
un controllo sulla Pergolettese imponendo la presenza di un tutor di sua
fiducia.
Tale imposizione, limitando
la piena disponibilità del marchio e consentendo un sia pur blando controllo
sulla società Pergolettese 1932, costituisce una forma di ingerenza nella gestione
della società incompatibile con le cariche rivestite dal deferito.
Appare pertanto fondata la
tesi della Procura Federale secondo la quale il Presidente Macalli ha di fatto
determinato chi dovesse avere la possibilità di sostituire la Pergocrema 1932 e
quindi chi dovesse svolgere attività agonistica nella città di Crema,
designando a farlo persona di antica conoscenza e di sua totale fiducia. Le
condotte tenute dal deferito violano pertanto i doveri di imparzialità, di
correttezza e di lealtà tanto più cogenti per chi ricopre cariche di così
elevato vertice come il Presidente Macalli.
I fatti contestati con il
primo capo di incolpazione sono disciplinarmente rilevanti e comportano una
sanzione disciplinare complessivamente valutata come in dispositivo.
...omissis...
Nel determinare la sanzione
indicata nel dispositivo si è tenuto conto della rilevanza della violazione disciplinare contestata e della
più volta richiamata posizione rivestita dal deferito ai vertici della Lega Pro
e della Federazione Italiana Giuoco Calcio.
P.Q.M.
In parziale accoglimento
del deferimento, irroga nei confronti del Presidente Mario Macalli la sanzione
della inibizione per mesi 6 (sei).
Il Presidente del TFN
Sez. Disciplinare Avv. Sergio Artico
Il Segretario Federale Antonio Di Sebastiano
Il Presidente Federale Carlo
Tavecchio
Per i malfidenti che non dovessero credere a quanto ho riportato di seguito il link al sito della FIGC dal quale è possibile scaricare la sentenza completa, comprensiva del secondo capo di imputazione per il quale l'imputato non è stato condannato per "insufficienza di prove".
sabato 7 febbraio 2015
#MOSCHEA | cosa fare dopo il #consiglioaperto? alcune idee (del tutto personali...)
E adesso??? Una domanda semplice che in molti si stanno ponendo, ed io per primo, dopo la seduta di venerdì scorso del consiglio comunale aperto incentrato sulla questione moschea (che qualcuno continua a preferire di chiamare musalla quando differenze tra le due sono solo per le dimensioni).
Un consiglio aperto il cui intento con il quale era stato proposto dal Comitato Cremasco No Moschea, vale a dire concedere la parola ai cremaschi per poter parlare senza filtri all'amministrazione di un progetto che crea, e sarebbe sciocco e superficiale negarlo, preoccupazioni e timori, alcuni ben fondati e altri magari sovrastimati, è scemato via senza che questo abbia potuto aver luogo.
Le numerose e concordi testimonianze e ricostruzioni mostrano, senza pochi dubbi, come la sinistra sia stata “bravissima” ad orientare l’andamento del consiglio per far apparire una realtà ben diversa da quella che si respira ogni giorno in città. Sinistra brava ed anche furba, una furbizia però resa possibile anche da una colpevole distrazione delle minoranze.
Non poteva, almeno un consigliere comunale di centrodestra presentarsi in comune, ben prima dell’apertura delle porte ai cittadini, e verificare che non vi fossero “portoghesi” entrati prima??? Si, no, forse. Ma tutto questo appartiene al passato, seppur molto recente, e perdersi dietro accuse e repliche non fa altro che distrarre dal vero problema, vale a dire la persistente pervicacia con la quale l’amministrazione vuole proseguire sulla strada intrapresa da oltre due anni.
L’esordio del discorso del Sindaco Bonaldi è stato da questo punto di vista esemplare nel negare ogni spazio di discussione e auspicabile ripensamento. Come ho twittato di recente “quando la politica indossa i paraocchi dell’ideologia finisce col fare scelte sbagliate, come il si alla moschea”, e quanto pronunciato in consiglio ne è la conferma.
Tutto questo però è IERI, ADESSO che fare?
Partirei da cosa ritengo sommessamente non si dovrebbe fare o proporre. Leggo che le minoranze vorrebbero un altro consiglio aperto, per fare cosa considerando l’esito e la gestione del precedente? Provare a fare quanto messo in pratica dalla sinistra inviando truppe “dromedarie” in luogo di quelle “cammellate” evocate da molti?
Da altre parti (Forza Italia qualche settimana fa) si evoca il discorso referendum. Argomento grazie al quale è facile ricevere l’applauso ma che tutti sanno (o fanno finta di non sapere) non essere possibile stante lo statuto comunale attuale in ottemperanza alle leggi dello stato.
Un consiglio aperto il cui intento con il quale era stato proposto dal Comitato Cremasco No Moschea, vale a dire concedere la parola ai cremaschi per poter parlare senza filtri all'amministrazione di un progetto che crea, e sarebbe sciocco e superficiale negarlo, preoccupazioni e timori, alcuni ben fondati e altri magari sovrastimati, è scemato via senza che questo abbia potuto aver luogo.
Le numerose e concordi testimonianze e ricostruzioni mostrano, senza pochi dubbi, come la sinistra sia stata “bravissima” ad orientare l’andamento del consiglio per far apparire una realtà ben diversa da quella che si respira ogni giorno in città. Sinistra brava ed anche furba, una furbizia però resa possibile anche da una colpevole distrazione delle minoranze.
Non poteva, almeno un consigliere comunale di centrodestra presentarsi in comune, ben prima dell’apertura delle porte ai cittadini, e verificare che non vi fossero “portoghesi” entrati prima??? Si, no, forse. Ma tutto questo appartiene al passato, seppur molto recente, e perdersi dietro accuse e repliche non fa altro che distrarre dal vero problema, vale a dire la persistente pervicacia con la quale l’amministrazione vuole proseguire sulla strada intrapresa da oltre due anni.
L’esordio del discorso del Sindaco Bonaldi è stato da questo punto di vista esemplare nel negare ogni spazio di discussione e auspicabile ripensamento. Come ho twittato di recente “quando la politica indossa i paraocchi dell’ideologia finisce col fare scelte sbagliate, come il si alla moschea”, e quanto pronunciato in consiglio ne è la conferma.
Tutto questo però è IERI, ADESSO che fare?
Partirei da cosa ritengo sommessamente non si dovrebbe fare o proporre. Leggo che le minoranze vorrebbero un altro consiglio aperto, per fare cosa considerando l’esito e la gestione del precedente? Provare a fare quanto messo in pratica dalla sinistra inviando truppe “dromedarie” in luogo di quelle “cammellate” evocate da molti?
Da altre parti (Forza Italia qualche settimana fa) si evoca il discorso referendum. Argomento grazie al quale è facile ricevere l’applauso ma che tutti sanno (o fanno finta di non sapere) non essere possibile stante lo statuto comunale attuale in ottemperanza alle leggi dello stato.
Uno statuto che anche il sottoscritto ha contribuito ad aggiornare nella passata amministrazione per adeguarlo alle normative nazionali cambiate nei dieci anni succeduti alla prima formulazione.
Normative nazionali che non permettono di svolgere tali consultazioni. Qualcuno afferma che potevamo comunque modificare lo statuto per renderle possibili, vero! Peccato che una bocciatura da parte degli organi di controllo sarebbe intervenuta a fare “tabula rasa” prima ancora che lo stesso potesse entrare in vigore, e il sottoscritto di far perdere tempo, e soldi per avvocati, all'amministrazione non ne aveva l’intenzione.
Modificarlo adesso anche alla luce della nuova normativa regionale in tema di luoghi di culto come pare vogliano chiedere i consiglieri del M5S? È una opzione, che però vedo ben lontana dal poter essere messa in atto stante la palese ostilità ideologica che la sinistra ha già espresso nei confronti della legge lombarda.
Cosa fare allora? Premesso che sono solo semplici considerazioni maturate prendendo atto delle forze e convinzioni in campo, il lavoro maggiore ritengo debba essere svolto più all'interno del comune che fuori, senza nulla togliere a coloro che l’opposizione fuori dal palazzo l’hanno fatta e la stanno facendo con impegno e merito.
Come sapete il via libera alla moschea dovrà passare per la variante al PGT, necessaria per cambiare la destinazione dell’area, ed il successivo bando/ convenzione con gli assegnatari dello spazio, dato che si parla di un’area comunale.
Per questo l’attenzione dovrebbe incentrarsi sul verificare il contenuto di tutti i documenti che saranno redatti e la loro conformità alle procedure ed alle leggi, in particolare la nuova legge di Regione Lombardia che ho citato in precedenza. La sinistra farà finta di nulla avanzando una sorta di “obiezione di coscienza” dato che la ritiene incostituzionale? Tenersi pronti a presentare ricorsi al tribunale amministrativo non penso sia un’ipotesi da scartare a priori.
Inoltre, se dovesse passare la variante (dubbi in merito ne ho pochi..), l’attenzione dovrà essere incentrata sul bando e la convenzione, con un occhio di riguardo soprattutto alle clausole di recesso in capo all'amministrazione comunale per un domani provvedere a tornare in possesso dell’area, eliminando il diritto di superficie e, di fatto, provvedere alla chiusura della moschea.
Una convenzione in cui Crema si dovesse trovare con le “mani legate” sarebbe un danno enorme che la sinistra arrecherebbe alla città, oltre a quello di portare avanti la sua politica di integrazione raffazzonata come solo lei è in grado di fare…
Sono solo suggerimenti per i quali è necessario un lavoro primariamente in commissione territorio (che non tutti frequentano come dovrebbero) ed in consiglio alquanto oscuro e poco “mediatico”, ma di maggiore impatto verso l’amministrazione rispetto al titolino sul giornale...
Post Scriptum: che si faccia o meno la moschea/musalla/centro islamico il vero referendum si terrà tra due anni e qualche mese alle prossime elezioni comunali, ma questa è un’altra storia e merita qualche altro post ;-)
Normative nazionali che non permettono di svolgere tali consultazioni. Qualcuno afferma che potevamo comunque modificare lo statuto per renderle possibili, vero! Peccato che una bocciatura da parte degli organi di controllo sarebbe intervenuta a fare “tabula rasa” prima ancora che lo stesso potesse entrare in vigore, e il sottoscritto di far perdere tempo, e soldi per avvocati, all'amministrazione non ne aveva l’intenzione.
Modificarlo adesso anche alla luce della nuova normativa regionale in tema di luoghi di culto come pare vogliano chiedere i consiglieri del M5S? È una opzione, che però vedo ben lontana dal poter essere messa in atto stante la palese ostilità ideologica che la sinistra ha già espresso nei confronti della legge lombarda.
Cosa fare allora? Premesso che sono solo semplici considerazioni maturate prendendo atto delle forze e convinzioni in campo, il lavoro maggiore ritengo debba essere svolto più all'interno del comune che fuori, senza nulla togliere a coloro che l’opposizione fuori dal palazzo l’hanno fatta e la stanno facendo con impegno e merito.
Come sapete il via libera alla moschea dovrà passare per la variante al PGT, necessaria per cambiare la destinazione dell’area, ed il successivo bando/ convenzione con gli assegnatari dello spazio, dato che si parla di un’area comunale.
Per questo l’attenzione dovrebbe incentrarsi sul verificare il contenuto di tutti i documenti che saranno redatti e la loro conformità alle procedure ed alle leggi, in particolare la nuova legge di Regione Lombardia che ho citato in precedenza. La sinistra farà finta di nulla avanzando una sorta di “obiezione di coscienza” dato che la ritiene incostituzionale? Tenersi pronti a presentare ricorsi al tribunale amministrativo non penso sia un’ipotesi da scartare a priori.
Inoltre, se dovesse passare la variante (dubbi in merito ne ho pochi..), l’attenzione dovrà essere incentrata sul bando e la convenzione, con un occhio di riguardo soprattutto alle clausole di recesso in capo all'amministrazione comunale per un domani provvedere a tornare in possesso dell’area, eliminando il diritto di superficie e, di fatto, provvedere alla chiusura della moschea.
Una convenzione in cui Crema si dovesse trovare con le “mani legate” sarebbe un danno enorme che la sinistra arrecherebbe alla città, oltre a quello di portare avanti la sua politica di integrazione raffazzonata come solo lei è in grado di fare…
Sono solo suggerimenti per i quali è necessario un lavoro primariamente in commissione territorio (che non tutti frequentano come dovrebbero) ed in consiglio alquanto oscuro e poco “mediatico”, ma di maggiore impatto verso l’amministrazione rispetto al titolino sul giornale...
Post Scriptum: che si faccia o meno la moschea/musalla/centro islamico il vero referendum si terrà tra due anni e qualche mese alle prossime elezioni comunali, ma questa è un’altra storia e merita qualche altro post ;-)
martedì 2 dicembre 2014
#Crema2017 | la strada da seguire
Nei giorni scorsi si è svolta
presso il Palazzo Comunale una conferenza stampa nella quale l’amministrazione
Bonaldi ha illustrato un bilancio della sua attività, giunta a metà del mandato
ricevuto nel maggio 2012.
Sui risultati raggiunti, veri e
presunti, nonché sul “resta da fare” che si sono prefissati dedicherò un post
non appena arriverà nella cassetta delle lettere il giornalino annunciato nell'incontro con la stampa.
Ho voluto iniziare questo post
con questa notizia perché in città gira con sempre maggiore insistenza delle domande molto semplici: “Ma
gli altri cosa fanno? Cosa vogliono fare in vista delle comunali del 2017?”.
Ovviamente per “gli altri” i
cittadini intendono i partiti di centrodestra, dalla Lega a Forza Italia,
passando per Fratelli d’Italia fino alle diverse liste civiche che siedono in
Sala degli Ostaggi.
Difficilmente citano l’NCD, ma
questo probabilmente è dovuto al ruolo di stampella della sinistra a Roma che Alfano porta avanti con “indubbio acume
politico”.
Quando mi pongono
queste domande rispondo che a Crema non dobbiamo inventarci nulla, ma piuttosto
seguire gli esempi che hanno dimostrato di essere vincenti. Ve ne sono molti,
diversi dei quali vedono la Lega come cardine fondamentale.
Quello che ha fatto
da apripista è indubbiamente il “modello Verona” che ha permesso a Flavio Tosi di essere eletto per due
mandati alla carica di sindaco della città scaligera.
Un modello le cui
basi sono diverse, dalla costatazione della non autosufficienza della Lega (da
soli si può vincere il piccolo paesino, non certo le città) al conseguente
riconoscimento della necessità di costruire coalizioni di centrodestra, dal
coinvolgimento della società attraverso la valorizzazione del “civismo” locale
all’apertura di un dibattito su tematiche certamente difficili, da non lasciare
però in mano ad una sinistra incapace di passare dalla fumosa teoria alla
concretezza delle norme, per finire con la centralità delle primarie per la
scelta dei candidati.
Una strada quella
tracciata da Tosi seguita poi da molti che ha ottenuto, e si appresta ad
ottenere, ottimi risultati. Dalla vittoria in Lombardia di Roberto Maroni (con il significativo risultato della lista Maroni
Presidente) alle buone prospettive per le regionali in Veneto della prossima
primavera, per le quali i sondaggi registrano in buon vantaggio di Luca Zaia sulla sfidante del PD, anche
grazie alla lista civica collegata al presidente uscente.
Per non dimenticare
poi quel nuovo soggetto politico che Matteo
Salvini di appresta a lanciare per allargare il consenso al centro sud, le
cui prime informazioni che girano lo vedono basarsi sul civismo ed il contatto
diretto con elettori, associazioni e società.
Ecco allora
stracciata la strada che le componenti del centrodestra, e la Lega in primis,
dovrebbero imboccare da subito per arrivare preparati alla primavera del 2017.
Ovviamente la mia è
solo una delle posizioni presenti nella Lega.
Vi è anche quella che vorrebbe
presentarsi ancora da sola cullando un isolazionismo inconcludente e stantio.
Idee diverse e
rispettabili con una differenza sostanziale da tenere ben presente.
La strada che
suggerisco si è dimostrata vincente in tante città e regioni (oltre ad aver già
portato alla conquista di Crema in passato), l’altra ha ottenuto il peggior
risultato elettorale nella storia del Carroccio in città.
giovedì 27 novembre 2014
#NOMOSCHEA | io (e la Lega) la pensiamo così...
Nelle ultime settimane in molti, tramite i social e in città, mi hanno chiesto perché ultimamente la Lega non faccia molto sentire la sua opinione sulla questione moschea...
Per ovviare riporto una breve dichiarazione, dal contenuto sempre attuale, che ho rilasciato tempo fa ad un giornalista locale.
Spero sia chiara...
Per ovviare riporto una breve dichiarazione, dal contenuto sempre attuale, che ho rilasciato tempo fa ad un giornalista locale.
Spero sia chiara...
“Innanzitutto mi è doveroso precisare come la posizione, che abbiamo preso e sostenuto negli ultimi due anni come Lega Nord, non nasce da un semplicistico pregiudizio mirante a porre dinieghi, sempre e comunque, laddove le comunità islamiche richiedono di poter costruire moschee, musalle e centri islamici, bensì pone il suo fondamento nella necessità che a monte di tutto vi sia un pieno riconoscimento ed una formalizzazione dei rapporti tra islam e stato, attraverso concordati e leggi, come avvenuto con tante altre religioni presenti in Italia.
Inoltre, stante i numerosi fatti di cronaca degli ultimi decenni, per non citare quelli emersi nelle ultime settimane, è parere della Lega negare, in assenza di una legge nazionale che ne regolamenti vari aspetti, la possibilità che si costruiscano moschee e quant'altro. Aspetti tutti peraltro contenuti in progetti di legge che il movimento ha depositato da tempo sia alla Camera che al Senato.
Chiedere che l’islam instauri rapporti ufficiali con l’Italia e che quest’ultima si doti di norme a tutela dei propri cittadini, ivi compresi coloro che professano il credo musulmano, è una richiesta di buon senso che dovrebbe partire proprio dalle varie comunità islamiche presenti sul territorio.
Avere leggi e norme che impediscano ad Imam improvvisati di predicare l’odio, come di recente emerso da indagini di polizia in Veneto, deve essere un interesse primario per tutti quei musulmani che rigettano logiche di scontro e prevaricazione.
Spesso capita di leggere, ed è avvenuto anche a Crema, che negare una moschea equivale a violare la costituzione negli articoli che sanciscono la libertà di culto. Rigetto totalmente tale impostazione che mira solo a far passare i contrari come siano noi leghisti, e non solo, come degli “usurpatori” dei diritti altrui. Nessuno vieta ad un cittadino che si professa musulmano di manifestare il proprio credo; quello che chiediamo sono regole e leggi certe che tutelino in primo luogo, come ho già detto, gli stessi musulmani dal proselitismo estremista che tenta, ed in molti casi vi è riuscito, di usare moschee e centri islamici come luoghi di indottrinamento all'odio.”
venerdì 26 settembre 2014
#TURISMO | il progetto "Le ECCELLENZE del TERRITORIO verso EXPO 2015"
Stamane, a cura della Camera di Commercio di Cremona, è stato depositato in Regione Lombardia il progetto denominato "LE
ECCELLENZE DEL TERRITORIO CREMONESE PER EXPO 2015", redatto dall'associazione temporanea di scopo costituita, oltre che dalla stessa Camera, da Provincia, comuni di Cremona, Crema e Casalmaggiore e associazioni di categoria.
Un progetto importante che intende
promuovere e valorizzare le peculiarità e le eccellenze del territorio
cremonese, cremasco e casalasco incrementando l’attrattività turistica e la competitività del
territorio, potenziandone l’offerta turistica facendo leva sulle motivazioni di viaggio.
Idee e azioni concrete che non sono altro che il frutto del lavoro, spesso discreto e lontano dai riflettori, cui ho dedicato il mio mandato amministrativo che scadrà con l'elezione del nuovo presidente dell'amministrazione provinciale previsto per il prossimo 12 di ottobre.
In particolare il contributo messo in campo dal mio assessorato (Sviluppo Economico, Turismo ed Expo) si è incentrato su quattro azioni specifiche:
Promozione turistica del territorio provinciale grazie alle dotazioni culturali identitarie del territorio, con particolare riferimento alla liuteria, all'arte organaria e alla musica.
ARTE E CULTURA - INIZIATIVE DELLE CITTÀ MURATE E CASTELLATE
Il percorso storico “Circuito delle città murate e castellate” valorizza le strutture architettoniche difensive di tutto il territorio, mediante proposte turistiche finalizzate alla fruizione di percorsi che legano, con precisi criteri stilistici (dimore e giardini storici, tragitti urbani, eventi rievocativi in costumi d’epoca), le varie località. Gli itinerari sono conosciuti e proposti essenzialmente alle fiere di settore specializzate nel segmento sociale e scolastico, agli workshop per operatori del turismo che individua itinerari insoliti, ricchi di storia e cultura. Il Circuito delle città murate e castellate porrà in essere azioni di promozione delle rilevanze architettoniche delle provincia, incluse le ville visitabili. A supporto, la stampa di specifiche pubblicazioni riguardante i percorsi del circuito e le nuove proposte di itinerari; attività di convegnistica; l’ideazione di eventi nelle dimore storiche.
FIL ROUGE
E’ l’esito di un dialogo tra le istituzioni musicali, le scuole di musica e le città, gli spazi pubblici, le piazze, gli esercizi commerciali e il turismo. Le scuole che fanno parte della Rete musicale cremonese realizzano un percorso che porta la musica fuori dalle aule, con la volontà di far conoscere la vivacità che caratterizza le scuole di musica ed animare, in un progetto condiviso con i Comuni, gli spazi urbani con un programma di concerti che rispecchi la vocazione delle singole scuole e aiuti gli allievi a cimentarsi con esibizioni pubbliche.
Promozione turistica del territorio provinciale grazie alle dotazioni identitarie del territorio, con particolare riferimento alle vie d’acqua e al ciclo turismo
L'IDEA DI VIAGGIO NELLA VALLE DEL PO
Sulle orme di Soldati, che con il pretesto del cibo e del vino fa conoscere l'Italia agli italiani: percorsi integrati dedicati al gusto, agli eventi, alle esperienze di navigazione, - itinerari di navigazione di discesa e risalita lungo il fiume Po con fermate intermedie e possibilità di abbinamento a noleggio biciclette e/o visita a località rivierasche delle province di Cremona, Piacenza e Reggio Emilia - ai percorsi turistici nel paesaggio che si affaccia sul fiume. Un progetto di sistema che razionalizza le informazioni relative alle attività delle reti culturali del territorio, con particolare riferimento agli eventi, e fra essi agli eventi musicali, al fine di realizzare una programmazione unitaria e di medio periodo. Il prodotto, un calendario integrato dell’offerta culturale, la definizione di format informativi plurilingue, da realizzare in cartaceo e in web con la collaborazione del Sistema Turistico Po di Lombardia, mediante l’utilizzo della piattaforma E015.
Promozione turistica del territorio provinciale grazie alla facilitazione della mobilità.
NAVETTA EXPO
La provincia di Cremona presenta una dotazione infrastrutturale non adeguata alla gestione di flussi turistici potenzialmente attivabili con Expo. L’esclusione del nostro territorio dalle principali direttive sia stradali che ferroviarie penalizza fortemente l’attrattività delle provincia.Per questo il progetto prevede collegamenti diretti bi-settimanali dei principali centri della provincia (Cremona, Crema e Casalmaggiore) il sito Expo. Il collegamento con Casalmaggiore si estenderà anche al sito Unesco di Sabbioneta. Le informazioni relative al servizio (quali ad esempio orari, prezzi, ecc.) verranno messe in condivisione tramite la piattaforma E015. Le attività di questo progetto si propongono di facilitare la realizzazione di pacchetti turistici da parte di tour operator.
sabato 6 settembre 2014
#NOMOSCHEA | la mia adesione al "Comitato Cremasco No Moschea"
Sulla pagina Facebook "No alla Moschea a Crema" è stato pubblicato da circa un'ora un post molto interessante che lancia la proposta di costituire un "Comitato Cremasco No Moschea".
Eccone uno stralcio:
Ho già provveduto a inviare un messaggio privato ai gestori della pagina per offrire loro collaborazione e l'aiuto che riterranno necessario.
Invito tutti coloro che condividono questa battaglia a fare altrettanto.
Come scritto in chiusura del post sulla pagina da oggi #NoMoscheaCrema non sarà solo un hashtag.
Eccone uno stralcio:
...il procedere spedito da parte della Giunta Bonaldi verso la concessione dei permessi propedeutici all'insediamento di una moschea / musalla / centro islamico ha fatto maturate in noi la convinzione che l’ambito sia pur importante ma ristretto, del web non sia più sufficiente a portare avanti la battaglia contro i propositi di chi oggi amministra la nostra amata Città.
Per questo motivo lanciamo pubblicamente con questo post la proposta di costituzione del “COMITATO CREMASCO NO MOSCHEA”, luogo ideale di discussione e azione, nel quale far convergere tutti coloro che in questi anni hanno pubblicamente manifestato la loro contrarietà al “progetto moschea”.
Un COMITATO aperto a tutti, senza preclusioni, in particolare a tutti quei cittadini che hanno sottoscritto la petizione popolare contraria alla moschea portata avanti dalla Lega Nord di Crema, quella degli imprenditori della zona PIP di Santa Maria, i partiti di opposizione dentro e fuori l’aula del Consiglio Comunale, le associazioni ed anche coloro che in cuor loro la pensano come noi, ma non hanno ancora avuto il coraggio di esprimere il proprio pensiero, magari timorosi di essere additati da soliti benpensanti di razzismo e quant'altro.Di fronte ad un invito del genere, in piena coerenza con la disponibilità a lavorare con tutti coloro che non vogliono una moschea a Crema, manifestata nella mia lettera aperta a Simone Beretta della scorsa settimana, non posso che esprimere pubblicamente la mia piena adesione a questo costituendo comitato.
Ho già provveduto a inviare un messaggio privato ai gestori della pagina per offrire loro collaborazione e l'aiuto che riterranno necessario.
Invito tutti coloro che condividono questa battaglia a fare altrettanto.
Come scritto in chiusura del post sulla pagina da oggi #NoMoscheaCrema non sarà solo un hashtag.
lunedì 11 agosto 2014
#NOMOSCHEA | dai Cristiani di Mosul un monito per tutti noi.
In
questi giorni le notizie sull'avanzata degli estremisti islamici dell'ISIS nel
nord dell’Iraq, e la conseguente fuga delle comunità cristiane dalle loro case
e chiese per sfuggire alla morte, compaiono sempre più spesso nelle aperture
dei notiziari televisivi come sulle prime pagine dei giornali.
Ieri
anche il Corriere ha dedicato il titolo principale alla tragedia che si sta
consumando nelle antiche terre che furono di Babilonia, in particolare, oltre
ai consueti articoli cronaca e opinioni, è apparso il primo di una serie di
servizi a firma dell’inviato Lorenzo Cremonesi, dedicato alla fuga della
comunità cristiana di Mosul.
Di tutto
l’articolo alcune frasi pronunciate dall’arcivescovo caldeo di Mosul, Amel
Nona, mi hanno particolarmente colpito che ho deciso di riportarle:
«Le nostre sofferenze di oggi sono il preludio di quelle che subirete anche voi europei e cristiani occidentali nel prossimo futuro», dice il 47enne Amel Nona, l’arcivescovo caldeo di Mosul fuggito ad Erbil.
«Ho perso la mia diocesi. Il luogo fisico del mio apostolato è stato occupato dai radicali islamici che ci vogliono convertiti o morti. Ma la mia comunità è ancora viva». E’ ben contento di incontrare la stampa occidentale.
«Per favore, cercate di capirci - esclama -. I vostri principi liberali e democratici qui non valgono nulla. Occorre che ripensiate alla nostra realtà in Medio Oriente perché state accogliendo nei vostri Paesi un numero sempre crescente di musulmani. Anche voi siete a rischio. Dovete prendere decisioni forti e coraggiose, a costo di contraddire i vostri principi. Voi pensate che gli uomini sono tutti uguali - continua l’arcivescovo Amel Nona - Ma non è vero. L’Islam non dice che gli uomini sono tutti uguali. I vostri valori non sono i loro valori. Se non lo capite in tempo, diventerete vittime del nemico che avete accolto in casa vostra».
Parole semplici e sincere, ma nel contempo dure e sofferenti. Un
monito vivo da non lasciare cadere nel vuoto come troppo spesso è accaduto in
questi anni.
Un’ulteriore ragione, da aggiungere alle tante già messe sul
tavolo, per dire un forte NO all’ipotesi che anche a Crema si possa insediare
una moschea (o musalla come la chiama qualcuno).
I brani riportati sono dal reportage “I
cristiani stremati di Erbil” di Lorenzo
Cremonesi, pubblicato sul Corriere della Sera di domenica 10 agosto 2014.
sabato 9 agosto 2014
CREMA | tra due "consigli" uno è di troppo, e pure inutile...
Lo scorso 28 aprile, in apertura della seduta in cui ha annunciato il rimpasto nella sua giunta il Sindaco Stefania Bonaldi aveva tra l'altro affermato, per giustificare l'ingresso di un nuovo assessore (oltre al cambio tra Bergamaschi e Piloni) quanto segue:
Un invito da semplice cittadino, meno Roma (dove la presenza appare inutile) e più Crema (la città ed i suoi problemi ne hanno bisogno, magari per aiutare qualche neo assessore di ricordasi di scrivere un bando per l'utilizzo dell'AustroUngarico...)
Il sesto assessore, senza aggravi per la spesa comunale, si è reso necessario perché i compiti del sindaco sul territorio si sono moltiplicati nel volgere di pochi mesi. Un sindaco peraltro eletto nel consiglio nazionale del PD, dove insieme ad altri 19 sindaci di varie città italiane, dovrà occuparsi di studiare i gravi problemi degli enti locali proponendo soluzioni. Fatto che onora me e, spero, i cremaschi che attraverso la mia persona vogliono partecipare al rinnovamento della politica nazionale e locale, ma che comporta un costo in termini temporali.Ieri, sul proprio profilo Facebook, ha scritto questo post in merito agli ennesimi tagli nei trasferimenti agli enti locali:
Stamattina è stato pubblicato l’elenco dei tagli stabiliti dal DL 66.2014 (cd Decreto Renzi, quello degli 80 euro in busta paga in più per alcuni lavoratori dipendenti). La misura deve ancora mostrare i propri effetti, intanto noi prendiamo atto che il Comune di Crema subisce l'ennesimo taglio, non previsto, di € 289.643,70.Non mi pare un modo serio, né particolarmente fantasioso e innovativo, per recuperare risorse.A conti fatti, e non mi riferisco alle ulteriori tasse che graveranno sui cittadini quanto l'amministrazione dovrà far quadrare il bilancio del comune, direi che il sedere nel consiglio nazionale del PD non ha portato alcun beneficio (e tanto meno un "onore") ai Cremaschi, anzi...
Un invito da semplice cittadino, meno Roma (dove la presenza appare inutile) e più Crema (la città ed i suoi problemi ne hanno bisogno, magari per aiutare qualche neo assessore di ricordasi di scrivere un bando per l'utilizzo dell'AustroUngarico...)
mercoledì 16 aprile 2014
#MUSULMANI, #ISLAM e #MOSCHEE.
Riprendo un post che ho pubblicato sul profilo e la pagina ufficiali in Facebook della Sezione di Crema della Lega Nord.
Da alcune ore, sui profili di doversi esponenti locali del PD (e non solo), sono comparsi dei post che riprendono la risposta data da Marine Le Pen alla domanda se ritenga un pericolo per la Francia la presenza di persone che professano la fede islamica.
Ecco la risposta di Marine Le Pen: "Ci mancherebbe, io divido il Paese tra buoni e cattivi cittadini, ognuno ha il diritto di professare la sua religione e deve poterlo fare liberamente. Io sono contro il fondamentalismo politico-religioso, cioè quando la religione ha anche scopi politici".
La riprendiamo anche noi per un semplice motivo, LA CONDIVIDIAMO AL 100%.
In nessuna presa di posizione ufficiale la Lega Nord Crema - sezione cittadina ha mai messo in dubbio la possibilità per ciascuno di credere in qualsivoglia credo religioso e neppure di manifestarlo liberamente e PACIFICAMENTE, secondo i dettami della Costituzione.
Fin dall'inizio della campagna contro la decisione della Giunta Bonaldi di aprire alla possibilità che nella nostra città si possa aprire un centro islamico, moschea o musalla la contrarietà della Lega Nord Crema si è basata, e si basa, sul fatto che per edificare tali centri di culto siano necessarie due condizioni inprescindibili: un CONCORDATO tra lo STATO ITALIANO e l'ISLAM ed una LEGGE che fissi le regole cui tali strutture devono sottostare per una pacifica convivenza con la nostra comunità e soprattutto per EVITARE INFILTRAZIONI DI FONDAMENTALISTI POLITICO-RELIGIOSI, come li definisce la Le Pen.
Mentre su un eventuale concordato costatiamo la sua totale assenza per una manifesta ed oggettiva difficoltà ad identificare un soggetto legittimato a rappresentare i fedeli di credo islamico (siano essi sunniti o sciiti), sulla legge che regoli la costruzione di moschee ricordiamo, soprattutto agli amici del PD, che la Lega Nord ha da tempo depositato in parlamento un disegno di legge sul tema, questo per dimostrare ancora una volta come le prese di posizione del movimento non abbiamo nulla di "ideologico".
Comprendiamo come, in assenza di argomenti, il PD prenda stralci di interviste ad un esponente alleato del nostro movimento alle prossime elezioni europee, per creare maldestri confronti con la Lega ed il suo segretario federale Matteo Salvini, il tutto per sostenere la loro pretesa, questa si totalmente ideologica, di favorire la costruzione di una moschea a Crema.
mercoledì 1 gennaio 2014
BUON 2014! | a molti, ma non a tutti...
Buon 2014 a...
coloro che amano una Lambic, ma non a quelli che bevono Ceres;
quei pazzi dell'UBIB che si fanno 2.000 km per uno spareggio salvezza, ma non a quelli che "non vivo senza Sky...";
quelli del XXX GIVGNO, ma non a chi non è del XXX GIVGNO;
tutti i militanti della sezione di Crema per quello che hanno fatto lo scorso anno, ma non a chi non si è mai fatto vedere;
chi ha inventato YouPorn, ma non a chi vorrebbe ingabbiarlo;
Umberto Bossi, ma non al cerchio che lo accerchia;
chi ha lavorato per la campagna elettorale di Maroni, ma non a chi non ha raccolto una sola firma per la sua lista;
giornalisti dell'informazione locale per il lavoro che fanno sorbendosi i comunicati che gli mando, ma non quelli che scrivono sotto dettatura del padrone (o del partito);
presidente, assessori, consiglieri tutti e dipendenti dell'amministrazione provinciale, ma non a chi non ne capisce il funzionamento e scrive cazzate;
chi facendo politica ha delle idee e le esprime, ma non ha chi è solo capace di farsele suggerire;
chi la linea del partito discute e la segue, ma non a burattini e burattinai;
Sussurrandom ed al Pasquino, ma non chi non li segue;
chi ha inventato il preservativo, ma non ha chi si diverte a bucarli;
Tom & Jerry, ma non ai Pokemon;
Lambiczoon, Asino d'Oro, Brasserie Cantillon, Moederlambic perché esistono, ma non a chi non vi è mai entrato;
chi è passato dalla Gare di Nord senza mai prendere un treno, ma non a chi pensa sia solo una stazione;
Penelope, Loris e Noha, ma anche ai vostri genitori;
ad altri ancora (la lista è lunga), ma non a tutti (la lista è ancora più lunga...)...
martedì 10 settembre 2013
MOSCHEA & MUSALLA | la replica alla lettera che risponde alla petizione...
COMUNICATO STAMPA
“MOSCHEA: Dal Sindaco una
risposta burocratica e parziale alle richieste contenute nella
petizione”.
CREMA, 9 settembre 2013 – Stamane si è svolta, presso la sede della Lega Nord a Crema, una conferenza stampa nel corso della quale gli esponenti locali del carroccio hanno replicato alla lettera (riportata in fondo al post) con la quale il Sindaco Stefania Bonaldi ha risposto alle richieste formulate nella petizione popolare contro l’ipotesi di insediamento di un centro culturale arabo in città.
In apertura il presentatore della petizione, Matteo Soccini, ha
espresso un ringraziamento per la risposta, seppur parziale, arrivata in ritardo
di un mese, dopo un sollecito a mezzo stampa avvenuto a fine
luglio.
Successivamente ha illustrato in maniera puntuale una serie di
considerazioni e obiezioni alla risposta del sindaco che si
riportano:
- Il Sindaco non ha risposto sulla richiesta di attuare l'art 36 dello statuto che prevede ricerche e sondaggi tra a popolazione su determinati temi. La sinistra che sempre parla di coinvolgimento dei cittadini e democrazia diretta non vuole attuare quanto previsto dalla “magna charta” della comunità cremasca? Perché?
- La risposta inviata è fin troppo “burocratica” e nel contempo elude la questione reale dell'impatto sociale in città di una struttura del genere.
- Parla di moschea, negando che si tratterà di una struttura del genere ma la petizione parla di "qualsiasi forma di luogo di culto" afferente l’Islam.
- Minimizza parlando di “musalla” al posto di moschea ma le ricordiamo che nel suo intervento al convegno organizzato dalla Lega a fine maggio Magdi Allam aveva ben spiegato come siano la stessa cosa (cambia solo la “capienza”). Questo battere il chiodo sul negare la natura di moschea significa che se le chiedessero di costruirne una vera e propria allora direbbe no?
- Finalmente, per la prima volta, ammette come esista un problema di conoscenza e possibile pericolosità di coloro che gestiscono questi luoghi, citando esplicitamente come soggetto radicale, nella sua accezione negativa, l’UCOII (Unione delle Comunità Islamiche in Italia)
- Prendiamo atto della volontà di rilanciare la proposta di una convenzione (idea nata dal Pdl) che riteniamo non sia via percorribile in assenza di un concordato tra lo stato italiano e l’islam (vuole sostituirsi a Roma?)
- Se anche dovesse arrivare a sottoscrivere tale convenzione come pensa di farla rispettare se non ritiene di avere i poteri di contrastare gli accattoni che picchiano i nostri vecchi in pieno centro?
- In ultimo nella risposta di esprime la volontà di promuovere una immagine positiva dell'islam. Un punto sul quale ricordiamo che il comune è una istituzione laica e tra i suoi compiti amministrativi non figura quello di "promoter religioso".
In chiusura ha preso la parola il Segretario Cittadino Dino Losa
che ha parlato delle prossime mosse della Lega sul
tema.
“Innanzitutto presenteremo a breve un’interrogazione, come
previsto dall’articolo 35 dello statuto, perché delle richieste presenti nella
petizione se ne parli direttamente in consiglio comunale, soprattutto per avere
una risposta alla richiesta di ascoltare dimettente i
cittadini.
Inoltre manterremo alta l’attenzione sulla questione affinché i
cremaschi siano sempre informati sulle azioni compiute dall’amministrazione
comunale.”
ecco la risposta inviata dal Sindaco (cliccando sull'immagine dovrebbe divenire leggibile...)
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