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venerdì 24 giugno 2011

Il PGT? un buon PGT...

di seguito una dichiarazione rilasciata per un articolo riguardante il PGT di Crema, approvato nella seduta del 16 giugno scorso.

"Con l'approvazione del piano di governo del territorio, la maggioranza che governa il comune di Crema ha finalmente dotato la città di uno strumento importante su cui basare il futuro sviluppo urbanistico, e non solo. Un documento che ha ricevuto il convinto voto favorevole da parte della Lega Nord per via della condivisione delle linee guida in esso contenute, nonché per i paletti confacenti ad uno sviluppo armonico con l'ambiente circostante; un documento cui il mio movimento ha dato il proprio contributo in termini di idee e principi che sono state fatte proprie dalla maggioranza del consiglio comunale come ad esempio la preferenza per il tracciato basso per il prolungamento della gronda nord rispetto ad ipotesi di tangenziali dall'impatto sicuramente maggiore e dai benefici per la viabilità tutti da dimostrare, oppure l'inserimento di norme per stoppare il facile insediamento di moschee.
Una scelta, quella del tracciato basso, ribadita dal consiglio (con il voto unanime del gruppo Pdl) con la sonora bocciatura di una osservazione mirante a introdurre un percorso diverso.

Tra le tante osservazioni respinte voglio menzionare con particolare piacere quelle miranti ad aumentare le colate di cemento da riversare nelle assai note aree dismesse presenti in città; leggere di imprenditori che si lamentano perché il pgt della destra riduce i metri cubi di cemento rispetto al prg approvato dalla sinistra nel 2004 è sintomatico di come i preconcetti che si portano sulle spalle le diverse parti politiche spesso non trovano fondamento nella realtà.

La sinistra afferma che il pgt approvato coprirà di cemento la città (non mi pare che negli anni dell'amministrazione Ceravolo i muratori passassero le giornate ad annoiarsi al bar), i costruttori accusano lo stesso documento di aver diminuito per loro la possibilità di cementificare."

sabato 2 aprile 2011

Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): I comuni in prima file per la tutela dei parchi”.


veduta del "Parco del Moso"
CREMA, 2 aprile 2011 – In settimana è stato presentato in consiglio comunale a Crema un odg dal titolo “PER LA DIFESA DEL RUOLO DEI COMUNI NELLE AREE PROTETTE LOMBARDE”, sottoscritto anche dal consigliere della Lega Nord Matteo Soccini che ne spiega le motivazioni.

 “Con molto piacere e interesse ho deciso di sottoscrivere l’odg proposto da Matteo Piloni ed altri sulla centralità del ruolo delle amministrazioni locali nella tutela dei parchi – afferma Matteo Soccini che prosegue – In particolare ho apprezzato come il documento riprenda, nelle parti sostanziali, un odg presentato dalla Lega Nord al consiglio provinciale di Lodi ed approvato all’unanimità nella seduta del 2 marzo scorso.”

Conclude il consigliere leghista: “In un momento nel quale sul tavolo amministrativo della città si presentano proposte di forte impatto sul territorio, come ad esempio nuove tangenziali a nord del centro urbano ed insediamenti commerciali all’interno dei confini del Parco del Moso, la mia firma in calce all’odg vuole anche essere un segnale di come tali progetti non riscuotano un mio particolare favore”.

di seguito il testo dell'ordine del giorno:


PER LA DIFESA DEL RUOLO DEI COMUNI NELLE AREE PROTETTE LOMBARDE


Regione Lombardia sta discutendo un Progetto di Legge di modifica della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 e cioè il Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale.
Si tratta di una proposta che va a incidere sulle forme di gestione delle aree protette della nostra regione di cui a nessuno sfugge il ruolo fondamentale di presidio svolto in questi decenni per la conservazione della biodiversità e per uno sviluppo sostenibile dei territorio.


Un ruolo, quello delle aree protette, che oggi avrebbe bisogno di una rivisitazione non prettamente gestionale ma, sopra ogni cosa, di progetto con il passaggio dalla fase “conservativa” alla fase “propositiva” e sostenibile.


Regione Lombardia attraverso la Delibera Regionale 1243 del 1° febbraio 2011 che approva la proposta di modifica della LR 86/1983 intende intervenire sulla forma gestionale dei Parchi lombardi, sulla loro conformazione territoriale, sul ruolo diverso dell’Ente Locale e nella materia pianificatoria.


Soprattutto, la lettura articolata della proposta di legge evidenzia in vari punti del testo che il ruolo della Regione nella gestione delle aree protette è decisamente rafforzato, in controtendenza con i principi del federalismo e della sussidiarietà che in questa materia hanno da sempre caratterizzato le politiche della Regione Lombardia già dal 1983.


Infine, le proposte avanzate sono state valutate da ANCI e UPL inadeguate al tema trattato ed alla situazione attuale ed è in discussione pertanto l’adeguatezza della proposta alle sfide che attendono le aree protette.


Tutto questo premesso


Considerato che le competenze e le esperienze maturate nelle Aree Protette potrebbero guidare approcci innovativi con il coinvolgimento permanente delle comunità locali;


Constatato che l’attuale “modello lombardo” dei parchi istituito con la L.R. n. 86 del 1983, ha saputo fino ad oggi fare storia a livello nazionale, grazie anche al ruolo fondamentale da sempre riconosciuto ai Comuni, veri protagonisti della governance territoriale locale;


Appurato che tale modello ha anticipato le ragioni federaliste, sviluppando il principio di sussidiarietà su cui si basano la Costituzione Italiana, lo Statuto Lombardo e le politiche regionali;


Preso atto inoltre che la maggior parte delle risorse economiche dei parchi lombardi deriva dalla contribuzione degli Enti Locali che ne fanno parte e che in essi si riconoscono;


Visto quanto acclarato nella deliberazione n. 54 del 28 settembre 2010 “Ordine del giorno concernente il Programma Regionale di Sviluppo della IX Legislatura: Centralità dei Comuni nella governance dei Parchi Lombardi” con cui il Consiglio Regionale della Lombardia all’unanimità impegnava la Giunta Regionale a:


- riconoscere, nel compimento dell’azione di semplificazione e riordino normativo a livello regionale in richiamo al PRS, la centralità dei Comuni nella governance dei parchi lombardi, coerentemente con la legislazione statale di principio, promuovendone il protagonismo ed assicurando loro un ruolo determinante e non minoritario;


- garantire, a tutela del territorio, la salvaguardia della consistenza attuale delle aree protette lombarde ed il mantenimento del compito di pianificazione territoriale e paesaggistica delle aree in esso contenute;


IL CONSIGLIO COMUNALE


CHIEDE


Nella predisposizione di una revisione della Legge Regionale n.86 dela 30 novembre 1983, come oggi in discussione:


che vi sia la rinuncia all’idea di centralismo regionale nella gestione delle aree protette riconoscendo invece un rafforzamento del ruolo di Comuni e Province, in una vera strategia di sussidiarietà;


che venga pertanto mantenuto il ruolo forte e decisivo dei Comuni nella gestione delle aree protette e nelle decisioni che riguardano i propri territori;


che non siano modificate se non in forma estensiva le aree di pertinenza delle aree protette attuali;


che venga ribadita l’attuale gerarchia degli strumenti pianificatori, confermando che gli atti di pianificazioni esistenti all’oggi sono già varianti ai piani territoriali di prima formazione.


IMPEGNA


Il Presidente del Consiglio Comunale ad inviare copia dell’ordine del giorno al Presidente del Consiglio Regionale, al Presidente di Regione Lombardia, ai capigruppo consiliari delle forze politiche presenti in Consiglio Regionale.

lunedì 21 marzo 2011

Gronda Nord: «non si torna indietro»

di seguito un articolo, pubblicato sul quotidiano "La Provincia" di oggi, a firma di Sebastiano Giordani.

Viabilità. L’assessore provinciale allo Sviluppo economico non ha gradito le dichiarazioni del collega cremasco
Soccini ‘avverte’ Beretta: il tracciato basso è inserito nel Pgt

«Patti chiari, amicizia lunga: discutiamo pure del tracciato ‘alto’ della Gronda nord, ma tutti attorno allo stesso tavolo e senza far rientrare dalla finestra ciò che pochi mesi fa è uscito dalla porta». Ha i toni dell’avvertimento la dichiarazione che il leghista Matteo Soccini, assessore provinciale allo Sviluppo Economico, recapita all’assessore comunale ai Lavori Pubblici Simone Beretta. Quest’ultimo, da giorni, spinge per il prolungamento ‘alto’ della Gronda nord, quello che collegherebbe la strada addirittura alla BreBeMi. «Nel Pgt - avverte Soccini - abbiamo votato il tracciato ‘basso’: indietro non si torna».

Il progetto che fa discutere è quello di un tracciato che, dalla rotonda lungo via Treviglio dove oggi termina la Gronda, proseguirebbe per qualche centinaio di metri sulla provinciale in direzione di Cremosano e poi, appena dopo il distributore di metano, ‘taglierebbe’ nei terreni a destra, supererebbe canale Vacchelli e ferrovia, quindi punterebbe a nord parallelamente ai binari fino ad incrociare l’autostrada BreBeMi nella bassa Bergamasca. Nel corso di una conferenza stampa convocata per altri motivi venerdì in municipio, Beretta ha rivelato di aver già discusso del progetto con diversi sindaci dell’alto Cremasco - peraltro tutti favorevoli al tracciato ipotizzato - e che, a breve, chiederà un confronto in merito anche con la Provincia.

«Non è il massimo - fa notare Soccini con un filo di polemica - che si pensi di interpellare la Provincia solo in un secondo tempo. Beretta ha tutto il diritto di aprire un confronto su quell’ipotesi di prolungamento, ma al tavolo dobbiamo sedere tutti fin da subito. E su quel tavolo va posata una cartina bianca, non già provvista di disegni e soluzioni tracciate da qualcuno». Soccini, insomma, si è sentito scavalcato.

Ma non solo: «Mi auguro che questo non sia il tentativo di forzare la mano per riprendere in mano l’ipotesi di prolungamento ‘alto’ della Gronda a discapito di quello ‘basso’. Quest’ultimo è stato votato dal consiglio comunale di Crema pochi mesi fa ed è inserito nel Pgt in via di approvazione, quindi va realizzato indipendentemente dall’ipotesi di una strada che attraversi tutto l’alto Cremasco fino alla BreBeMi». Insomma: ok a valutare nuovi tracciati, ma quello ‘basso’ - dalla rotonda su via Treviglio fino al raggiungimento di via Caravaggio, attraversando i terreni tra la piscina comunale e la frazione di Santo Stefano - non si tocca.

«Faccio inoltre notare - conclude Soccini - che la soluzione ‘alta’ avrebbe un impatto ambientale non indifferente su Crema ma la nostra città non ne godrebbe dei benefici: quel tracciato, infatti, risulterebbe utile solo per i comuni del circondario come Cremosano e Campagnola Cremasca».

in giallo il tracciato previsto dal PGT di Crema, approvato a fine dicembre 2010; in rosso il "possibile" tracciato alternativo presentato all'epoca da esponenti del Pdl.