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domenica 3 ottobre 2021

DA CHE PARTE STARE? SEMPLICE, BASTA COERENZA…


Nella giornata di domani (4 ottobre n.d.r.) l’eurodeputato Carles Puigdemont i Casamajó si presenterà davanti alla Corte d’Appello di Sassari che dovrà prendere una decisione sulla richiesta di estradizione presentata dalla Spagna.

Oltre a Puigdemont sarà presente anche una delegazione di VOX España (partito neo franchista il cui leader è il tizio a destra nella foto che risponde al nome di Santiago Abascal) per sostenere le ragioni dei magistrati spagnoli che vogliono incarcerare e processare l’ex presidente della Catalogna.

Da parte mia è facile e coerente con decenni di attivismo politico stare dalla parte di Puigdemont e della causa catalana, contro la repressione spagnola.
Altri hanno deciso di andare a braccetto con quelli di Vox, tipo il tizio a sinistra nella foto…

N.b.: L’immagine non è un fotomontaggio e neppure un esercizio di da principiante di Photoshop.
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https://twitter.com/matteosalvinimi

domenica 20 maggio 2018

CONTRATTO di GOVERNO | quella parola mancante...

In questo fine settimana è stato sottoposto a due diverse "votazioni" il cosiddetto "Contratto per il Governo del Cambiamento" per il via libera alla sua sottoscrizione da parte del Movimento 5 Stelle e la Lega Nord per l'Indipendenza della Padania (così si chiama ufficialmente il movimento di cui Matteo Salvini è Segretario Federale n.d.r.).

In molti, siano essi amici o semplici conoscenti, sapendo bene la mia militanza politica, mi hanno interpellato per un giudizio su testo.

Francamente ho risposto loro che di tutto il documento, che ho letto con attenzione e nel quale ho riscontrato molte parti facilmente sottoscrivibili, l'unica parte che ha raccolto la mia attenzione, ed in base alla quale esprimo un giudizio, è quella che ricade sotto il titolo "Riforme istituzionali, autonomia e democrazia diretta", in particolare nel paragrafo che riporto di seguito:
Sotto il profilo del regionalismo, l’impegno sarà quello di porre come questione prioritaria nell'agenda di Governo l’attribuzione, per tutte le Regioni che motivatamente lo richiedano, di maggiore autonomia in attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, portando anche a rapida conclusione le trattative tra Governo e Regioni attualmente aperte. Il riconoscimento delle ulteriori competenze dovrà essere accompagnato dal trasferimento delle risorse necessarie per un autonomo esercizio delle stesse. Alla maggiore autonomia dovrà infatti accompagnarsi una maggiore responsabilità sul territorio, in termini di equo soddisfacimento dei servizi a garanzia dei propri cittadini e in termini di efficienza ed efficacia dell’azione svolta. Questo percorso di rinnovamento dell’assetto istituzionale dovrà dare sempre più forza al regionalismo applicando, regione per regione, la logica della geometria variabile che tenga conto sia delle peculiarità e delle specificità delle diverse realtà territoriali sia della solidarietà nazionale, dando spazio alle energie positive ed alle spinte propulsive espresse dalle collettività locali.
Occorre garantire i trasferimenti necessari agli enti territoriali e una contestuale cessazione delle “politiche di tagli” compiute dagli ultimi Governi.
In altre parole il nascente governo si propone di rispondere positivamente alla richiesta di maggiore autonomia alla base dei referendum di Lombardia e Veneto, svoltisi il 22 ottobre scorso.
Secondo taluni si tratta di un grandissimo risultato, ma considerando che i partiti sottoscrittori del contratto sono gli stessi che i referendum li hanno promossi, e per i quali hanno invitato a votare a favore, l'introduzione nel documento di governo della loro attuazione non è altro che il "minimo sindacale" che ci si poteva aspettare.

Quello che invece manca totalmente è una visione che vada ad incrementare ancor più le autonomie e le libertà dei territori oltre al citato articolo 116.
Una parola in particolare non è mai citata nel documento, una parola che, dalla sua nascita nei primi anni ottanta del secolo scorso, è sempre stata il programma della Lega (Lombarda, Veneta, Nord, ecc...), una parola semplice che ogni leghista vero ha nel cuore: FEDERALISMO.
Una mancanza che pesa come un macigno sul giudizio finale verso il documento che ho manifestato con una croce sulla scheda che ho preso al gazebo sabato mattina. 
Croce che potete facilmente immaginare su quale parola, tra il Sì ed il No, ho apposto.

martedì 24 ottobre 2017

REFERENDUM per l'AUTONOMIA | la voce del Nord che va ascoltata


di Antonio Polito

Il referendum nel Lombardo-Veneto riapre la questione settentrionale e del federalismo fiscale. Un tema esorcizzato dalla sinistra (nella sua riforma costituzionale, poi bocciata, Renzi tornava al centralismo), e abbandonato dalla destra (Salvini ha tentato la via nazionalista, con un improbabile sfondamento al Sud, e la Meloni ha apertamente contestato i referendum).

Difficile negare dunque che chi oggi esce rafforzato da una partecipazione sorprendente in Veneto e comunque significativa in Lombardia, non prevista dalle antenne del sistema politico e mediatico, sia il leghismo di governo, di Maroni ma soprattutto di Zaia, il quale si conferma come uno dei pochi leader locali riusciti con un sano pragmatismo a identificarsi così tanto col proprio popolo da diventare più forti della loro stessa parte politica.

Male ne esce invece il partito di governo, il PD, molto incerto sul da farsi, schieratosi a favore con i suoi sindaci del Nord, astenutosi invece polemicamente con il suo vicesegretario Martina, agnostico con il suo leader Renzi, evidentemente troppo distratto dalle banche per avvertire quanto stava accadendo in due grandi regioni settentrionali.

L'editoriale completo sul sito del Corriere della Sera

giovedì 20 novembre 2014

il Futuro è Indipendenza?


“Separatisti d’Italia”, questo il titolo di una ricerca dell’istituto DEMOS, diretto da Ilvo Diamanti, e pubblicata sul quotidiano “La Repubblica” del 10 novembre scorso, la quale, prendendo spunto dalle recenti consultazioni svoltesi in Scozia e Catalogna, esamina il tasso di indipendentismo nelle varie regioni italiane.

“Il vento indipendentista, dunque, soffia forte in Europa. Soprattutto dove esistono divisioni territoriali - economiche e culturali - profonde e radicate. Neppure in Italia la questione dell'indipendenza regionale è nuova”, si legge nell'articolo a commento della ricerca che prosegue, “il 30% del campione nazionale (rappresentativo della popolazione) intervistato da Demos, nelle scorse settimane si dice d'accordo con l'indipendenza della propria regione dall'Italia. Quasi uno su tre, dunque. Distribuito diversamente, anzitutto su base territoriale. Il sentimento indipendentista, com'era prevedibile, è concentrato, anzitutto, nel Nord. In particolare nel Nordest, dove è condiviso da oltre metà della popolazione. Soprattutto in Veneto, dove supera il 53%. Un dato praticamente identico a quello rilevato in un sondaggio dello scorso marzo. Il campione, nelle altre due regioni di quest'area, è, invece, troppo limitato per suggerire stime (ma in Friuli Venezia Giulia l'adesione al referendum andrebbe oltre il 60%). Ma l'indice di indipendentismo risulta superiore alla media anche in Piemonte e in Lombardia (dove scavalca il 35% della popolazione). La "questione settentrionale", dunque, non sembra essersi assorbita, nel corso degli anni. Semmai, si è "regionalizzata" maggiormente. Ma continua a generare distacco dall'identità nazionale.”

Perché, vi chiederete, citare solo a distanza di una decina di giorni questa ricerca che non fa altro che confermare dei numeri che gli ambienti indipendentisti e federalisti conoscono da tempo? Semplice, abbiamo atteso questo tempo nella speranza di leggere e sentire dichiarazioni e commenti che, sotto la spinta di tali dati, rilanciassero la sfida.



Speranza purtroppo vana dato che poco o nulla ha suscitato, salvo in Veneto, lo studio di Diamanti. Particolarmente rumoroso il silenzio della Lega Nord che poco meno di un anno orsono eleggeva il nuovo segretario federale sotto lo slogan “Futuro è Indipendenza”. Silenzio dovuto alla tattica e alla contingenza politica che poco fanno conciliare le ragioni autonomiste del Nord con la nascita di un partito personale al Sud, oppure una strategia di lungo termine nella quale il superamento della Lega Nord, e delle sue istanze sulla questione settentrionale, diviene inevitabile? 

Su “il Giornale” del 19 novembre Paolo Bracalini scrive, in merito al nuovo soggetto politico che sarà lanciato da Salvini per il centro sud: “per sfondare anche nel resto d'Italia e imporsi come leader nazionale di centrodestra, Matteo Salvini supera la Lega Nord (che resta, e con lui segretario federale, mentre però via Bellerio viene smantellata, i dipendenti messi in cassa integrazione, e il giornale la Padania chiude) per un progetto diverso, che si richiama al Front National francese”. Solo gossip? Forse, anche se i problemi di cassa integrazione per i dipendenti di Via Bellerio e la chiusura de “la Padania” sono fatti reali. 

I numeri dicono che un soggetto che sappia coagulare e indirizzare la voglia di autonomia, specie al Nord, è quanto mai necessario stante il palese persistere della questione settentrionale. Sarà ancora la Lega Nord questo soggetto? Se lo chiedono in molti, soprattutto tra coloro che lo scorso anno scelsero il segretario per il quale il “Futuro è Indipendenza”. 

Per leggere il commento completo del Prof. Diamanti sui risultati della ricerca, oltre che i dati, rimandiamo al sito www.demos.it

articolo, a firma di Theo Underwood, pubblicato su www.lavocedelnord.it

lunedì 1 luglio 2013

Lega e Libertà di Coscienza


Ieri, nel suo discorso all'assemblea federale del Movimento Giovani Padani presso il Teatro Nuovo di Milano, il Segretario Nazionale Matteo SALVINI ha pronunciato queste parole: "Non dividiamoci sulle scelte di vita personale, le scelte sessuali, alcuni temi come l'aborto, la fecondazione assistita, l'eutanasia: vi sia libertà di COSCIENZA".

Lo scorso aprile era uscito un comunicato stampa da parte della Sezione Cittadina di Crema della Lega Nord di cui riporto degli stralci:
Sul tema dell’istituzione di un registro delle unioni civili presso il Comune di Crema, iniziativa portata avanti da alcune formazioni presenti in consiglio comunale, il Direttivo cittadino della Lega Nord, si è di recente riunito per esaminare il tema e deliberare in merito.

Trattandosi di un tema che tocca le coscienze di tutti il Direttivo ha deliberato di lasciare piena libertà ai suoi stessi membri, nonché alla rappresentanza del movimento in consiglio comunale, di esprimersi sulla proposta.
Il tutto partendo dal presupposto che la Lega Nord non si è mai posta come un soggetto politico portatore di una visione “ideologica” della comunità.

A chiedere che il Direttivo esaminasse la questione e si pronunciasse per la libertà di coscienza era stato il sottoscritto.

Non avevo visto male... :-)