domenica 20 dicembre 2015

CHE FIGURA DI M...A

Almeno una volta nella vita di ognuno di noi capita di rimediarne almeno una.
La differenza arriva dopo quando ci dividiamo in due gruppi ben distinti.

Il primo è quello di coloro che, con un pizzico di umiltà, comprendono di averla fatta, la figura di..., ed in silenzio provano a capire come evitare di rimediarne altre.

Il secondo è quello di quelli che invece, con non poca supponenza, non capiscono cosa hanno combinato e da novelli Conti Mascetti se ne escono con tali "supercazzole" che non fanno altro che aumentare la quantità di "m...a" in cui si sono immersi...


domenica 13 dicembre 2015

FERMATEVI! | No alla Moschea a Crema

Ad un mese dagli attacchi terroristici che hanno colpito Parigi faccio mio e rilancio questa immagine ed il contenuto del post pubblicato nei giorni successivi sulla pagina Facebook "No alla Moschea a Crema"

FERMATEVI‬! | dopo i tragici avvenimenti di ‪‎Parigi, cui non trovando le parole per esprimere il nostro sgomento abbiamo dedicato nel nostro piccolo un solo post con il tricolore francese, da più parti è emerso ancora una volta il problema della presenza sul territorio nazionale, e non solo, di moschee e centri islamici quali possibili luoghi di proselitismo del fanatismo religioso islamista.

A tal proposito il Governo francese ha annunciato un "giro di vite" prospettando la chiusura di quei luoghi che dovessero risultare fortemente sospetti.
In questo quadro d'insieme è tornata di prorompente attualità la questione del prossimo insediamento, secondo i programmi dell'amministrazione comunale, di un luogo di culto islamico in città.

Premesso che di argomenti per negare la costruzione di una moschea in città ve ne erano molti, tutti peraltro ben supportati e ancora validi oggi, anche prima dei tragici fatti che hanno colpito la capitale di ‪Francia, la nuova escalation terrorista conferma ancora una volta come gli Stati Europei non abbiano ancora al loro interno attuato tutti gli strumenti per impedire che moschee e centri islamici divengano focolai di estremismo.

Lungi da noi voler generalizzare e "puntare il dito" contro ogni cittadino che professa la fede islamica (sfidiamo comunque a trovare un solo NOSTRO post su questa pagina che affermi il contrario), ma i fatti di Parigi sono un macigno che pesa su ogni progetto di apertura di nuove moschee o luoghi simili.

Per tutti questi motivi, e nell'interesse anche dei fedeli dell'Islam che vivono in pace nelle nostra città, è un dovere per la Giunta ‪Bonaldi‬ fermare l'iter per la moschea.

domenica 6 dicembre 2015

REGIONALES2015 | Liberté Autonomie Fédéralisme

Un sincero augurio per un grande risultato a tutte le liste, movimenti e partiti alsaziani, bretoni, corsi, occitani, baschi, savoiardi e dei territori d'oltremare che in nome della libertà, dell'autonomia, del federalismo e dell'indipendenza si presentano oggi nel primo turno delle elezioni dipartimentali francesi (le nostre regionali).

‪‎Alsazia‬ ‪Bretagna‬ ‪Corsica‬ ‪Occitania‬ ‪Euskadi‬ ‪Savoia‬ ‪Libertà‬ ‪Autonomia‬ ‪‎Federalismo‬ ‪Indipendenza‬ ‪Francia‬ ‪‎Regionales2015‬


lunedì 16 novembre 2015

LOMBARDIA | Maroni: Renzi bugiardo, avanti col referendum sull'autonomia.

Roberto Maroni: Renzi non ha mantenuto la parola sui costi standard, ora avanti col referendum sull'autonomia.

(ANSA) - MILANO, 16 NOV - "A questo punto, visto che il Governo non ha mantenuto la parola data, mi pare non ci sia altra strada che fare il referendum per l'autonomia l'anno prossimo". Lo dichiara il governatore Roberto Maroni.

"Noi abbiamo messo alla prova il Governo sui costi standard ma non ha mantenuto la parola: Renzi a metà ottobre - aggiunge - aveva detto pubblicamente, e privatamente a me, che avrebbe messo in legge i costi standard, in quanto principio di equità. Poi ha fatto retromarcia e al posto dei costi standard nella legge di Stabilità ci sono i tagli lineari. È chiaro che, se questa legge di Stabilità venisse confermata, l'anno prossimo subiremo dei tagli pazzeschi, non solo sulla sanità, e questo avrebbe ripercussioni negative sui cittadini e ci impedirebbe di investire sul territorio".

"Per questo - aggiunge Maroni in una nota - mi rivolgo a tutte le forze politiche lombarde, a prescindere dal colore politico, perché è interesse di tutti convincere il Governo a modificare questo assurdo criterio dei tagli lineari".

martedì 27 ottobre 2015

#CREMA | addio all'ufficio postale di Ombriano, grazie PD!


Dopo la chiusura del tribunale, il nuovo autovelox sanguisuga in tangenziale ed un percorso spedito verso la costruzione di una moschea, il Partito Democratico colpisce ancora...

Da lunedì mattina è chiuso anche l'ufficio postale di Ombriano, proprio nel giorno precedente la quotazione in borsa di Poste Italiane voluta da Renzi (che di #QuellidelPD è segretario) nel cui piano industriale, scritto su misura proprio per la quotazione in Piazza Affari, di chiusure di sportelli postali ne prevede a decine in tutto il paese (e pensare che qualcuno ha dato la colpa di tutto alla "grande finanza"...).

Non c'è che dire, anche nella nostra città grazie al PD si #cambiaverso... IN PEGGIO?!?!

sabato 26 settembre 2015

LOMBARDIA | Maroni: avanti con la richiesta di maggiore autonomia.

Nella consueta conferenza stampa, tenutasi al termine della seduta di giunta del venerdì, il presidente Roberto Maroni ha preso posizione sul documento redatto dagli amministratori locali del PD, nel quale si chiede di aprire una trattativa con il governo  centrale, cioè il duo Matteo Renzi / Maria Elena Boschi, manifestando apprezzamento e affermando che lo stesso sarà discusso dal Consiglio Regionale quanto prima.

Adesso la palla passa nel campo del PD. 
Alle parole "autonomiste" pronunciate in Lombardia, ed anche a Crema, seguiranno i fatti? il governo Renzi sarà aperto ad aprire una discussione seria o prevarranno le parole pronunciate dal ministro Boschi a Cernobbio?
Ai postero l'ardua sentenza... Nel frattempo meglio iniziare la campagna per il Sì.

Di seguito il comunicato stampa dell'agenzia Lombardia Notizie con le parole del Governatore.

"Chiederò all'Assemblea di Palazzo Pirelli di discutere il prima possibile il documento che chiede maggiore autonomia per la Lombardia, presentato dai sindaci delle Città capoluogo e dei presidenti di Provincia appartenenti al principale partito di opposizione in Consiglio regionale (il PD n.d.r.)". Lo ha annunciato il presidente della Regione Roberto Maroni al termine della conferenza stampa dopo Giunta, giudicando questa iniziativa politica "un passo in avanti importante, se non addirittura una svolta".

I PUNTI - Entrando nel merito della proposta, il governatore ha evidenziato tre punti salienti. Il primo aspetto riguarda la mobilitazione degli amministratori, che, come recita il testo, "costituisce un importante momento di rafforzamento e sostegno dell'iniziativa di maggiore autonomia prevista dal referendum". Un fatto che Maroni ha definito "significativo", ricordando che "il partito politico al quale appartengono questi amministratori, aveva votato contro l'indizione del referendum".

COSTI STANDARD - Il secondo aspetto messo in evidenza dal presidente lombardo, "riguarda i costi standard. Questa iniziativa chiede alla Regione Lombardia di aprire una trattativa con il Governo sui costi standard. Penso - ha annotato - sia la volta buona per arrivare a centrare l'obiettivo. Ho parlato con il presidente del Consiglio, che mi annunciato la sua intenzione di mettere i costi standard nella Legge di Stabilità. Ho già preso contatto con il ministro Lorenzin, affinché vengano definite delle Misure coerenti con la nostra visione dei costi standard". "Tutto questo - ha aggiunto - verrà definito al massimo entro la fine di ottobre".

RESIDUO FISCALE - Infine Maroni, ha citato un altro paragrafo del documento, quello che chiede di aprire anche "un'interlocuzione finalizzata alla revisione dei criteri di riparto della spesa pubblica statale, cioè il residuo fiscale. La Lombardia è la Regione più penalizzata, perché come spesa pubblica statale abbiamo il 68%, la seconda in graduatoria è l'Emilia-Romagna con il 72% e via via le altre Regioni a crescere. Il documento - ha sottolineato Maroni - mira ad assicurare alla Lombardia il recupero almeno a livello medio di quello realizzato nelle prime cinque Regioni italiane. Questo ci farebbe arrivare anche sopra l'obiettivo del 75 per cento che abbiamo fissato fra gli obiettivi della legislatura".

LE MODALITÀ - Il governatore ha quindi fatto sapere come intende procedere per dare seguito alle richieste contenute nel documento: "Nel testo mi viene chiesto di intraprendere le iniziative istituzionali necessarie per aprire il tavolo con il Governo. E' un passaggio importante, che deve essere concordato e sostenuto dal Consiglio regionale, perché lì è stato approvato il referendum. Quindi ho intenzione di chiedere all'Assemblea una convocazione rapida, perché ne discuta. Se, come mi auguro, verrà approvato, si aprirà una fase nuova: la trattativa con il Governo non verrà più sostenuta solo dalla Regione Lombardia, ma da tutto il Sistema delle Autonomie della Lombardia. E ciò rafforzerebbe molto la nostra posizione".

SENZA RISPOSTE AL VOTO - In conclusione Maroni ha sottolineato che la possibilità di votare il referendum rimane comunque in essere. "E' lo stesso documento a dirlo. In mancanza di un riscontro tempestivo da parte del Governo - ha precisato - sono gli stessi sindaci e presidenti di Provincia a chiederci espressamente di proseguire l'iniziativa di consultazione popolare".

sabato 19 settembre 2015

Buon Compleanno Umberto!


Correva l'anno 1992, avevo appena compiuto 16 anni, e si era alla vigilia delle elezioni politiche che avrebbero portato, per la prima volta, ad una presenza importante in parlamento della Lega Nord.

Tra le numerose tappe di quella campagna elettorale ne ricordo una in particolare, il primo comizio di Umberto Bossi che ascoltai dal vivo a Crema in Piazza Garibaldi.

Da quel giorno iniziò l'interesse, cresciuto negli anni fino a sfociare nella militanza arrivata a quasi tre lustri nel movimento, per gli ideali di libertà, autonomia e federalismo nei quali continuo a credere.

Grazie Umberto e Auguri per il tuo 74esimo Compleanno, per tutto quello che è stato col rammarico di cosa poteva ancora essere fatto se la malattia non avesse incrociato la tua strada e tutti quei parassiti che da essa hanno ottenuto prebende, coltivato interessi e sfasciato il movimento non ne avessero approfittato.

Parassiti (cerchisti per gli "amici") che ancora oggi, in molti casi, infestano il movimento...

venerdì 11 settembre 2015

MEMORIA | quell'undici settembre di Rabbia e Orgoglio

Nel giorno del 14° anniversario degli attentati dell'11 settembre 2001 a New York e Washington c'erano tanti modi per ricordare quei tragici avvenimenti.
Ho deciso di farlo citando le prime righe dell'articolo più famoso apparso sui giornali nelle settimane successive, "La Rabbia e l'Orgoglio" di Oriana Fallaci.
Uno straordinario scritto tremendamente attuale che dovremmo leggere e rileggere più spesso.

Mi chiedi di parlare, stavolta. Mi chiedi di rompere almeno stavolta il silenzio che ho scelto, che da anni mi impongo per non mischiarmi alle cicale. E lo faccio. Perché ho saputo che anche in Italia alcuni gioiscono come l’altra sera alla Tv gioivano i palestinesi di Gaza. «Vittoria! Vittoria!». Uomini, donne, bambini. Ammesso che chi fa una cosa simile possa essere definito uomo, donna, bambino. Ho saputo che alcune cicale di lusso, politici o cosiddetti politici, intellettuali o cosiddetti intellettuali, nonché altri individui che non meritano la qualifica di cittadini, si comportano sostanzialmente nello stesso modo. Dicono: «Bene. Agli americani gli sta bene». E sono molto molto, molto arrabbiata. Arrabbiata d’una rabbia fredda, lucida, razionale. Una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza. Che mi ordina di rispondergli e anzitutto di sputargli addosso. Io gli sputo addosso. Arrabbiata come me, la poetessa afro-americana Maya Angelou ieri ha ruggito: «Be angry. It’s good to be angry, it’s healthy. Siate arrabbiati. Fa bene essere arrabbiati. È sano». E se a me fa bene io non lo so. Però so che non farà bene a loro, intendo dire a chi ammira gli Usama Bin Laden, a chi gli esprime comprensione o simpatia o solidarietà. Hai acceso un detonatore che da troppo tempo ha voglia di scoppiare, con la tua richiesta. Vedrai. Mi chiedi anche di raccontare come l’ho vissuta io, quest’Apocalisse. Di fornire insomma la mia testimonianza. Incomincerò dunque da quella...  
continua su http://www.oriana-fallaci.com/29-settembre-2001/articolo.html

giovedì 27 agosto 2015

PROFUGHI (o presunti tali) | le balle del PD e le verità di MARONI

In questi giorni ha preso vigore sul territorio la polemica scaturita dall'ipotesi di accordo per la gestione dei cosiddetti "richiedenti asilo", avanzata dal sindaco di Crema e dall'assessore ai servizi sociali, nei confronti della prefettura di Cremona.

Accordo che ha ricevuto numerose smentite da parte dei sindaci cremaschi che si erano visti “assegnati” ospiti senza saperne nulla.

A difendere la proposta, ed il proprio sindaco, si è prontamente schierato il PD di Crema con un lungo comunicato che cita anche l’operato di Roberto Maroni nella sua veste di Ministro degli Interni nel periodo 2008 – 2011.
Conoscendo la proverbiale attendibilità dei piddini nelle loro affermazioni ho girato ieri in tarda serata allo stesso Maroni l’estratto che lo riguarda, ed a stretto giro di messenger è arrivata la sua sintetica, ma incisiva replica.
Il comunicato del PD:
“E’ inoltre bene ricordare che nel triennio 2008-2011, in tema di profughi e migranti, l’allora Ministro degli Interni Roberto Maroni, per gestire il flusso di persone che sbarcavano a Lampedusa chiedendo asilo politico, decise di dare più potere ai Prefetti, con meno controlli sui gestori. L’obiettivo era quello di svuotare l’isola, distribuendo equamente i Migranti in tutto il paese. Era l’accordo di Dublino, ancora in vigore. Proprio quello che oggi, da Presidente di Regione Lombardia, lui e la Lega non accettano”.
“Inoltre durante il suo mandato, estese i tempi di detenzione nei centri di identificazione ed espulsione (CIE) da 6 a 18 mesi. Più di un anno per capire la nazionalità di uno straniero, pagando nel frattempo dai 40 agli 80 euro al giorno ai gestori, fino al doppio delle tariffe attuali”.
La replica di Maroni:
"Tutte cazzate. Nel 2009 e 2010 arrivarono pochissimo immigrati, grazie ai respingimenti. Solo nel 2011 con la guerra in Libia e la "primavera araba" ne arrivarono 40 mila (oggi più di 270 mila). Io prolungai la permanenza nei CIE fino a 18 mesi (come prevedeva una direttiva europea) proprio per poterli identificare e RIMPATRIARE evitando che potessero scappare. Non diedi più poteri ai prefetti riducendo i controlli, tutte falsità. La verità è che sotto la mia gestione io avevo BLOCCATO I FLUSSI a luglio 2011 facemdo CAMPI PROFUGHI IN LIBIA E TUNISIA. Infine l'accordo di Dublino: quello oggi in vigore è stato firmato da Letta nel 2013!!!La morale è: questo governo non conta un cazzo in europa, non riesce a fermare le partenze e la colpa di chi è? Di Maroni e della Lega..."

lunedì 10 agosto 2015

in MEMORIA di Gianfranco MIGLIO


Gianfranco MIGLIO

(Como, 11/01/1918 - 10/08/2001)

"Dal confine alpino al crinale dell'appennino tosco-emiliano l'Italia transpadana e cispadana ha una sua specifica ragion d'essere, una sua fisionomia economica produttiva storica e perfino linguistica da richiedere, per il suo pieno sviluppo, anche a beneficio dell'intera nazione, una sua posizione esatta e spiccata in seno all'Italia che sta nascendo. L'unità d'Italia non potrà essere fatta che su altre basi [...] La Liguria, il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia e le Tre Venezie, ossia tutta l'Italia settentrionale nel suo insieme costituisce un'armonica unità geografica, economica, etnica e spirituale, ben degna di governare se stessa."

(da Il Cisalpino, 22 luglio 1945)

mercoledì 5 agosto 2015

CREMA | l'ospedale salvato e il tribunale perduto, perché due finali diversi?


In questi gironi molti si stanno chiedendo il perché l’ospedale cittadino ha mantenuto la propria autonomia mentre il tribunale è stato miseramente chiuso.
Nel mio piccolo, avendo seguito da un posto di osservazione privilegiato, ho provato a darmi una risposta.


Innanzitutto per l'ospedale abbiamo tutti i sindaci del territorio si sono mossi per tempo, i consiglieri regionali eletti nel nostro collegio hanno lavorato verso un comune obiettivo, lasciando in soffitta le tessere di partito, ed in ultimo, ma non per questo meno importante, a Milano il cremasco ha trovato in Roberto Maroni un interlocutore attento e aperto a recepire la proposta arrivata dal territorio, non tanto perché qualcuno ha protestato ma perché oggettivamente concreta e sostenibile.
Risultato della somma di questi fattori? L'autonomia del nostro ospedale.

Con ogni probabilità si poteva arrivare ad includere tale ipotesi anche nella bozza di riforma uscita dalla commissione competente, questo se il lavoro iniziato all'interno della Lega (sezione cittadina supportata dal consigliere Federico Lena e dall'allora commissario Gianmarco Centinaio) nel confronto con il relatore della riforma Fabio Rizzi non fosse finita in soffitta.

Sul tribunale invece non si è avuto nulla del genere.
A fine maggio 2013, come sezione di Crema della Lega guidata all'epoca da Dino Losa, organizzammo una serata con la presenza degli avvocati, degli ordini professionali e dell’On. Nicola Molteni, di cui allego il manifesto, per invitare i sindaci a fare da subito fronte comune e compatto.
Alla serata in pochi parteciparono e quei pochi preferirono lasciar parlare il proprio segretario di partito, il tutto salvo poi presentarsi i mesi dopo per un inutile presidio a favore di fotografo davanti ai cancelli chiusi del tribunale.
Chiara e lampante esemplificazione del detto popolare “chiudere i cancelli quando i buoi sono scappati”.

Quanto ai rappresentanti del territorio (in primis i parlamentari) sappiano bene come da Cremona un noto onorevole del PD si adoperò per bloccare ogni speranza di mantenere aperto il presidio giudiziario.
In ultimo, nonostante i numeri dimostrassero come il nostro tribunale fosse efficiente e per nulla fonte di spreco, un governo sordo e inetto (di cui sempre il PD ne era, come ancora oggi, il fulcro) respinse tutte le proposte e richieste che il cremasco aveva cercato di inviare un quel di Roma.

Magari mi sbaglierò ma non credo che la mia disamina si discosti molto dalla realtà dei fatti…

lunedì 3 agosto 2015

#PANTHEON | Miglio, Cattaneo, Salvadori

Gianfranco Miglio, Carlo Cattaneo e Bruno Salvadori
Ascoltando le parole di Gianfranco MIGLIO mi sono appassionato a parole per troppo tempo dimenticate quali FEDERALISMO, AUTONOMIA e SECESSIONE, non solo quali meri termini accademici da studiare in qualche aula universitaria, ma come IDEALI da perseguire.

Leggendo gli scritti di Carlo CATTANEO ho compreso cosa sia la LOMBARDIA e l'orgoglio di esserne figlio e il privilegio di viverci ogni giorno.

Militando nella sezione intitolata a Bruno SALVADORI ho iniziato un percorso, che prosegue nonostante tutto ancora oggi, fatto di vittorie e sconfitte, gioie e incazzature (gli amici sanno a cosa mi riferisco...).

Ed è pensando a questi tre grandi uomini, a quello per cui hanno vissuto, che: "un'Italia sociale e nazionale, secondo la visione risorgimentale, mazziniana, corridoniana, futurista, dannunziana, gentiliana, pavoliniana e mussoliniana."

NON È IL PAESE IN CUI VOGLIO VIVERE!
NON È IL FUTURO CHE VOGLIO PER LA MIA TERRA!

mercoledì 22 luglio 2015

UNIONI CIVILI | la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo

 Come troppo spesso capita, ed in questo paese ne siamo maestri, su temi importanti e sentiti come quello delle unioni civili, tra persone di sesso differente e del medesimo, la superficialità regna sovrana e le polemiche che ne scaturiscono si basano più sul "sentito dire" e su di una precaria lettura dei documenti piuttosto che sull'analisi seria e approfondita degli stessi.

Un caso alquanto lampante è quello della recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo riguardo la tutela delle unioni tra persone dello stesso sesso.
Da subito si sono riproposti i soliti schieramenti tra favorevoli e contrari, senza avere però ben chiaro a cosa si è a favore e contro cosa ci si schiera...

E pensare che basterebbe avere la piccola pazienza di andarsi a leggere per intero la sentenza per capire che molto del dibattito che ne è scaturito si basa sul nulla.
Io, nel mio piccolo, l'ho fatto anche traducendo, come riportato di seguito, i passaggi salienti della sentenza, che nelle immagini ho evidenziato in giallo.

Un documento dove si afferma che la tutela dei rapporti stabili tra persone dello stesso sesso si può realizzare anche senza ricorrere allo strumento del matrimonio e di come i famosi registri comunali (come quello appena approvato a Crema) abbiano solo un valore "simbolico", ma non tutelino affatto le coppie.

Come ho già scritto in un post precedente l'introduzione delle "unioni civili", sia tra persone di sesso differente che del medesimo, lo trovo un traguardo da raggiungere quanto prima.
Possibilmente non all'italiana come al solito.

Ecco la mia traduzione della sentenza:
L'Italia dovrebbe introdurre possibilità di riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso
Nella sua sentenza odierna (Ricorso n 18766/11 e 36030/11), la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha dichiarato, all'unanimità, che vi è stata:una violazione dell'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
Il caso riguarda la denuncia presentata da tre coppie omosessuali che ai sensi della normativa italiana non hanno la possibilità di sposarsi o entrare in qualsiasi altro tipo di unione civile.
La Corte ha ritenuto che la tutela giuridica attualmente disponibile per le coppie dello stesso sesso in Italia - come è stato dimostrato dalla situazione dei ricorrenti - non solo non è riuscita a proteggere i bisogni rilevanti per una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non era anche sufficientemente affidabile. Una unione civile o partenariato registrato sarebbe il modo più appropriato per le coppie dello stesso sesso, come i ricorrenti, di vedere la loro relazione legalmente riconosciuta.
La Corte ha sottolineato, in particolare, come vi sia una tendenza nel Consiglio d'Europa, tra gli Stati membri, verso il riconoscimento giuridico delle coppie dello stesso sesso - 24 dei 47 Stati membri hanno legiferato in favore di tale riconoscimento - e che la Corte costituzionale italiana ha più volte chiesto la formalizzazione di regole per la protezione e il riconoscimento di tali unioni. Inoltre, secondo recenti sondaggi, la maggioranza della popolazione italiana sostiene il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali.
Reclami, la procedura e la composizione della Corte
Tutti i ricorrenti lamentavano che ai sensi della normativa italiana non hanno la possibilità di sposarsi o entrare in qualsiasi altro tipo di unione civile, e che esse sono discriminate sulla base del loro orientamento sessuale. Essi hanno sostenuto la violazione dell'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) da solo e l'articolo 14 (divieto di discriminazione) in combinato disposto con l'articolo 8, e dell'articolo 12 (diritto al matrimonio) da solo e l'articolo 14 (divieto di discriminazione) in combinato disposto con l'articolo 12.
Decisione della Corte
Articolo 8
In casi precedenti, la Corte ha già dichiarato che il rapporto di una coppia convivente dello stesso sesso attraverso un partenariato stabile, di fatto, rientra nel concetto di "vita familiare" ai sensi dell'articolo 8. Aveva anche riconosciuto che persone dello stesso sesso hanno bisogno del riconoscimento giuridico e la tutela del loro rapporto di coppia.Tale necessità è stata inoltre sottolineata da raccomandazioni dell'Assemblea parlamentare e dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, invitando gli Stati membri a valutare la possibilità per le coppie dello stesso sesso di una qualche forma di riconoscimento giuridico.
La Corte ha ritenuto che la tutela giuridica attualmente disponibile in Italia per coppie dello stesso sesso - come è stato dimostrato dalla situazione dei ricorrenti - non solo non è riuscita a proteggere i bisogni rilevanti per una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non era anche sufficientemente affidabile. Dove la registrazione delle unioni dello stesso sesso presso le autorità locali è possibile - solo in una piccola percentuale di comuni in Italia – questo ha un valore puramente simbolico, in quanto non conferisce alcun diritto sulle coppie dello stesso sesso.
Concludendo che non vi è alcun interesse comunitario prevalente contro il quale bilanciare l'interesse dei ricorrenti ad avere le loro relazioni legalmente riconosciute, la Corte ha rilevato che l'Italia è venuta meno al suo obbligo di assicurare che i ricorrenti abbiano a disposizione un quadro giuridico specifico che preveda il riconoscimento e la protezione della loro unione. Per contro, la Corte avrebbe dovuto essere disposta a prendere atto delle mutate condizioni in Italia ed essere riluttanti ad applicare la convenzione in un modo che era pratico ed efficace.
Vi è di conseguenza stata violazione dell'articolo 8.
Alla luce di tale constatazione, la Corte non ha ritenuto necessario esaminare se vi fosse stata anche una violazione dell'articolo 14, in combinato disposto con l'articolo 8.
Altri articoli
Per quanto riguarda la denuncia ai sensi dell'articolo 12 (diritto al matrimonio) da solo e in combinato disposto con l'articolo 14, la Corte ha trovato, in casi precedenti, che l'articolo 12 non impone l'obbligo agli Stati di concedere ad una coppia dello stesso sesso, come la richiedente, l'accesso al matrimonio. Ha ritenuto che, nonostante la graduale evoluzione degli Stati in materia - oggi ci sono stati undici Stati membri del Consiglio d'Europa per aver riconosciuto il matrimonio omosessuale - i risultati raggiunti nei casi precedenti (le unioni civili n.d.r.), sono rimasti pertinenti.La Corte ha pertanto dichiarato la denuncia ai sensi dell'articolo 12, da solo e in combinato disposto con l'articolo 14, è irricevibile.


  

domenica 12 luglio 2015

#LOMBARDIA | il suo grande patrimonio #Unesco

La Lombardia è ‪‎arte, ‪‎storia,‬ ‪‎cultura,‬ ‪‎tradizioni,‬ ‪‎identità ed anche ‪‎modernità, perché chi guarda solo al passato non potrà mai vincere le battaglie di domani e tutelare veramente l'eredità dei nostri padri.

domenica 14 giugno 2015

UNIONI CIVILI | Si al registro, ma serve una legge nazionale.


Nella seduta di domani, lunedì 15/06, il consiglio comunale dovrebbe (salvo imprevisti che non credo vi saranno) approvare il regolamento per l'istituzione del registro per le unioni civili.
Sul tema, all'epoca della presentazione della mozione due anni orsono, la‪ ‎Lega‬ aveva preso posizione lasciando piena libertà di coscienza come potete leggere nel comunicato inviato alla stampa che ripropongo di seguito.
Personalmente domani non avrei problemi a votare a favore del provvedimento, anche se lo ritengo di scarsa efficacia da un punto di vista pratico, nella speranza che il parlamento nazionale affronti il tema una volta per tutte in maniera seria e non ideologica, accantonando le visioni "estreme" che purtroppo pervadono ancora pesantemente tanto il fronte favorevole quanto quello contrario.


Comunicato Stampa | LEGA NORD: Sul Registro Unioni Civili libertà di coscienza, ma le priorità devono essere altre. Prima tra tutte il lavoro e le imprese.
CREMA, 4 aprile 2013 – Sul tema dell’istituzione di un registro delle unioni civili presso il Comune di Crema, iniziativa portata avanti da alcune formazioni presenti in consiglio comunale con il bene placito dell’amministrazione, il Direttivo cittadino della Lega Nord si è di recente riunito per esaminare il tema e deliberare in merito.
La valutazione principale che i membri della direzione hanno fatto è che l’argomento, meritevole della massima attenzione, non rientri tra le prerogative di competenza di una amministrazione comunale.
L’alveo nel quale la problematica deve essere affrontata è il parlamento nazionale, che si dovrebbe esprimere con una normativa chiara in materia.
Trattandosi di un tema che tocca le coscienze di tutti il Direttivo ha deliberato di lasciare piena libertà ai suoi stessi membri, nonché alla rappresentanza del movimento in consiglio comunale, di esprimersi sulla proposta.
Il tutto partendo dal presupposto che la Lega Nord non si è mai posta come un soggetto politico portatore di una visione “ideologica” della comunità.
LEGA NORD | Sezione di Crema

lunedì 8 giugno 2015

in MEMORIA di Bruno SALVADORI

Nel 35° anniversario della prematura scomparsa, avvenuta a soli 38 anni in un incidente stradale, un doveroso ricordo di Bruno Salvadori.

“Nascere in Valle d'Aosta o avere antenati valdostani da innumerevoli generazioni non vuole affatto dire che si faccia parte della comunità etnica valdostana. L'ethnie è una scelta perché non può assolutamente essere un atto passivo, ma richiede una lotta costante, con i mezzi di cui ognuno può disporre per la sua difesa e, soprattutto, per la sua proiezione nell'avvenire”

(Bruno Salvadori, "Ethnie": un nuovo modo di concepire la realtà sociale e politica, da L'Union des Valdôtains, marzo 1974)

Bruno Salvadori (Aosta, 23 marzo 1942 – Genova, 8 giugno 1980) è stato un giornalista e politico italiano. Aderente sin dalla giovane età al movimento politico valdostano dell'Union Valdôtaine attraverso la sezione giovanile della Jeunesse Valdôtaine, in cui entrò nel 1965, ha lavorato al SAVT (il sindacato dell'area autonomista) e ha diretto il settimanale del Mouvement, Le peuple valdôtain. Dopo aver ricoperto l'incarico di capo ufficio stampa della Giunta regionale, nel 1978 è stato eletto consigliere regionale, ruolo che ha ricoperto sino alla sua morte, avvenuta sull'autostrada Genova - Ivrea a Voltri, a causa di un incidente mentre era alla guida della sua auto.

Il pensiero politico: l'influenza sull'Union Valdôtaine e la Lega Nord

Teorizzatore dell'autodeterminazione dei popoli (le cosiddette nazioni senza Stato), e dell'appartenenza ad un popolo tramite criteri culturali e non di sangue, portò significativi mutamenti nel pensiero dell'Union Valdôtaine, fino ad allora un partito legato essenzialmente alle famiglie di origine valdostana: l'autonomismo diveniva così una scelta e non una mera tradizione politica.

Teorizzò e riuscì a portare a termine l'unificazione dei movimenti regionalisti, indipendentisti e federalisti della Valle d'Aosta, ricompattando l'UV dopo la fuoriuscita dell'ala progressista (Union Valdôtaine Progressiste, UVP), della quale lui stesso ha fatto parte. Portò progressivamente il pensiero del mouvement ad abbandonare il concetto di allargamento e rafforzamento dell'etnia valdostana (contenuto nello Statuto UV del primo dopoguerra) per arrivare progressivamente al concetto di Europa dei popoli, teorizzato da Émile Chanoux e contenuto nella Dichiarazione di Chivasso.

Sottolineò l'importanza di ottenere una maggioranza assoluta dei seggi in Consiglio Valle tra i soli movimenti autonomisti, nei quali vedeva l'unica via per il perseguimento dell'autonomia speciale valdostana, con uno smarcamento totale dai partiti nazionali italiani.

Le convinzioni federaliste di Salvadori contribuirono a formare il pensiero leghista, e in particolare quello di Umberto Bossi, che successivamente, sulla traccia lasciata da Salvadori, federò i movimenti e i partiti federalisti e indipendentisti del nord Italia.

giovedì 7 maggio 2015

GIUNTA BONALDI | terzo compleanno e nulla da festeggiare...


Forse in pochi vi avranno fatto caso ma nella giornata di oggi si "festeggia" (alquanto teoricamente) il terzo compleanno della sinistra alla guida della Città.

Correva l'anno 2012 (il 7 maggio per l'appunto) quando il Partito Democratico ed i suoi alleati, vinsero le elezioni amministrative.

Trascorsi i tre/quinti del mandato un bilancio di quanto fatto è doveroso, anche se decisamente povero, e si può sintetizzare nell'immagine che segue.

La chiusura del ‪‎tribunale, l'ostinazione di realizzare una ‎moschea e l'installazione dell'autovelox in tangenziale...

mercoledì 29 aprile 2015

#PERGOCREMA | Macalli condannato, la sentenza del Tribunale Federale Nazionale

Era una sera di agosto del 2012 quando, navigando nel sito del Ministero dello Sviluppo Economico, scoprivo che il Ragioniere Mario Macalli aveva provveduto nei primi mesi del 2011 a registrare ben quattro marchi riconducibili al Pergocrema .

Dopo poco tempo, come Comitato Popolo Cannibale, rendemmo pubblico quanto avevo trovato e ponemmo pubblicamente la domanda se fosse "regolare" che un presidente registrasse i simboli di una società appartenente alla propria lega calcistica.
Nessuna risposta arrivò dall'interessato, se non un "chi cazzo siete, cosa volete! a parlare saranno gli avvocati".

Oggi, a distanza di quasi tre anni, le risposte sono arrivate e le potete leggere nello stralcio della sentenza del Tribunale Sportivo.
Risposte che hanno portato alla condanna a 6 mesi di inibizione nei confronti del Ragioniere Mario Macalli.

Ecco la sentenza di condanna nella quale troverete evidenziate in giallo le parti più significative.

TRIBUNALE FEDERALE NAZIONALE
SEZIONE DISCIPLINARE

COMUNICATO UFFICIALE N. 53/TFN
Sezione Disciplinare (2014/2015)

Il Tribunale Federale Nazionale – Sezione disciplinare, costituito dall’Avv. Sergio Artico Presidente; dall’Avv. Riccardo Andriani, dall’Avv. Amedeo Citarella, dall’Avv. Arturo Perugini, dall’Avv. Gianfranco Tobia Componenti; con l’assistenza del Dott. Paolo Fabricatore Rappresentante A.I.A.; del Sig. Claudio Cresta Segretario, con la collaborazione dei Signori Salvatore Floriddia, Paola Anzellotti e Nicola Terra, si è riunito nei giorni 9 aprile 2015 e 23 aprile 2015 e ha assunto le seguenti decisioni:

(135) – DEFERIMENTO DEL PROCURATORE FEDERALE A CARICO DI: MARIO MACALLI (Presidente della Lega Italiana Calcio Professionistico) - (nota n. 7044/205 pf12-13/SP/AM/blp del 9.3.2015).

Letti gli atti

Visto il deferimento disposto dalla Procura federale in data 9 marzo 2015 nei confronti di Mario MACALLI, nella sua qualità di Presidente della Lega Pro, per rispondere delle seguenti incolpazioni:

1) violazione dell’art. 1, comma 1 (principi di lealtà, correttezza e probità) del C.G.S. (oggi trasfuso nell'art. 1 bis comma 1 del nuovo C.G.S.) perché nel corso della stagione sportiva 2011-2012 e delle stagioni sportive successive, allorché rivestiva la qualifica di Presidente della Lega Pro, poneva in essere le seguenti condotte:
- nel febbraio 2011, registrava a suo nome, presso l’Ufficio Marchi e Brevetti della CCIAA di Roma, i marchi Pergocrema, Pergocrema 1932, Pergolettese e Pergolettese 1932;
- nel luglio 2012, essendo stato dichiarato il fallimento della U.S. Pergocrema 1932, concedeva in uso gratuito, con potestà di revoca, al sig. Cesare Angelo Fogliazza il marchio Pergolettese 1932 e quest’ultimo per accordi interceduti con lo stesso Macalli provvedeva al cambio di denominazione della Soc. Pizzighettone ed al suo trasferimento a Crema;
nell'ottobre del 2013, allorché la Pergolettese 1932 è stata promossa dal campionato di Serie D in Lega Pro Seconda Divisione, provvedeva a donare il marchio U.S. Pergolettese 1932 alla stessa società in persona del suo legale rappresentante e ciò solo dopo aver appreso di essere indagato e dopo che la società di cui aveva la titolarità del marchio si era iscritta ad un Campionato organizzato dalla Lega di cui era Presidente;
- il Macalli con le condotte di cui sopra di fatto ha stabilito chi dovesse svolgere l’attività calcistica nella città di Crema e con ciò venendo meno al suo ruolo di imparzialità quale Presidente della Lega Pro e Vice Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio e in conflitto di interessi per l’acquisizione di marchi relativi e denominazioni di società sportive rimanendo a tutt'oggi titolare di tre dei quattro marchi citati;

...omissis...

Preso atto, a questo punto, delle richieste istruttorie formulate in memoria dalla difesa dell’incolpato e ribadite in udienza e dell’opposizione del Procuratore federale all'ammissione delle stesse basata sulla irrilevanza di dette richieste al fine del decidere.
Sul punto il Tribunale, riunitosi in camera di consiglio, così ha deciso:

ORDINANZA n. 3

Il Tribunale Federale Nazionale,
viste le istanze istruttorie dell’incolpato alle quali si è opposta la Procura Federale;
ritenuta ammissibile e rilevante la prova testimoniale a mezzo del Sig. Angelo Cesare Fogliazza sui due capitoli di prova articolati a pag. 37 della memoria difensiva;
ritenuti irrilevanti e genericamente formulati i restanti capitoli di prova con gli altri testi indicati ed assorbente il suddetto rilievo;

P.Q.M.

Ammette la prova testimoniale nei limiti di cui sopra, onerando il deferito della convocazione del teste (...omissis...).

Ascoltato nella successiva seduta del 23 aprile 2015 il teste ammesso sig. Angelo Cesare Fogliazza sulle seguenti circostanze:
1. in merito alla genesi del rapporto con l’amministrazione Comunale di Crema ed alle trattative per trasferire la sede sportiva della società U.S. Pizzighettone, della quale è tutt'ora
socio di maggioranza e vice presidente, presso la città di Crema;
2. in merito ai rapporti intercorsi con il Presidente della Lega Pro rag. Mario Macalli, in riferimento alla concessione del marchio U.S. Pergolettese 1932 srl, del quale successivamente è divenuto titolare legittimo.

Preso atto delle precisazioni fornite, all'esito della prova, dall'incolpato
Ascoltato il Procuratore federale che, dopo una dettagliata requisitoria nel corso della quale ha ripercorso tutti i passaggi analiticamente descritti nel deferimento, ha concluso per l’affermazione di responsabilità del Macalli chiedendo l’irrogazione della sanzione della inibizione per mesi 8 (otto).

Ascoltata la difesa del soggetto deferito che, dopo aver ricostruito i fatti oggetto della incolpazione, ha ribadito le ragioni per le quali il deferimento sarebbe del tutto infondato. 
In particolare la difesa dell’incolpato ha insistito nel rappresentare come tutti i comportamenti tenuti dal Macalli sarebbero legittimi e coerenti giacché la registrazione dei marchi sarebbe avvenuta alla luce del sole e comunque in nessun momento l’incolpato sarebbe stato titolare di un marchio appartenente ad una società militante nella Lega da lui presieduta. Inoltre nessun comportamento attivo sarebbe ravvisabile nello svolgimento del procedimento che aveva portato al fallimento del Pergocrema e dunque il Macalli non avrebbe favorito nessun soggetto per l’acquisizione dei diritti della società calcistica di Crema. Inoltre la mancata erogazione dei diritti TV alla società sarebbe stata determinata dalla esigenza di rispettare la normativa vigente.
In conclusione il Macalli dovrebbe essere pienamente prosciolto, in subordine, ove venisse accertata qualche responsabilità a carico della stesso, potrebbe al massimo essere irrogata una sanzione minima e di tipo pecuniario.
Ascoltato, infine, il soggetto deferito in persona il quale ha tenuto a ribadire la piena correttezza dei propri comportamenti e tutto il proprio disagio nel partecipare a questo giudizio come soggetto incolpato.
Trattenuto il giudizio in decisione, il Tribunale federale nazionale, sezione disciplinare, dopo una lunga camera di consiglio, così ha deliberato.

* * *

Per quanto attiene ai fatti oggetto del primo capo di incolpazione, non c’è dubbio e non è nemmeno contestato che nel febbraio 2011 il Macalli, che rivestiva la qualifica di Presidente della Lega Pro, senza informarne alcuno abbia richiesto la registrazione a suo nome, presso l’Ufficio Marchi e Brevetti della CCIAA di Roma, i marchi Pergocrema, Pergocrema 1932, Pergolettese e Pergolettese 1932. Ciò appare di per sé contrario ai doveri di lealtà e correttezza imposti dall'art. 1 comma 1 del CGS all'epoca vigente, oggi trasfusi nell'art. 1 bis comma 1 CGS. Non è certo sufficiente essere cresciuto nel quartiere del Pergoletto o essere stato giocatore e poi tifoso della squadra locale per potersi impossessare di ogni marchio riconducibile a tale quartiere, marchi sui quali il deferito non aveva altro diritto che quello di essere stato il primo e l’unico a pensare alla loro registrazione. Certamente il deferito non li aveva ideati e non ne aveva acquistato in alcun modo i diritti.

La violazione sussiste anche con riferimento al marchio della soc. Pergocrema 1932, la cui registrazione non venne accettata nel febbraio 2011 (ma lo fu soltanto dopo la dichiarazione del fallimento della società) in quanto il Pergocrema era società attiva che disputava il campionato di Lega Pro utilizzando correttamente il marchio. Di fatto, dopo il fallimento della Pergocrema 1932, il deferito ottenne il monopolio dei marchi riconducibili al quartiere Pergoletto e, quindi, alla squadra rivale dell’altra compagine cittadina, il Crema. Tale intento appare censurabile anche perché perseguito dal Presidente della Lega Pro nonché prestigioso dirigente della Federazione, tenuto per le sue cariche al massimo della correttezza e dell’imparzialità.

Per quanto attiene alla vicenda legata alla concessione in uso del marchio Pergolettese 1932 alla squadra che sostituì il Pergocrema 1932 dopo il fallimento, essa va ricostruita attraverso i documenti, gli atti del procedimento penale e le dichiarazioni rese dai testi al magistrato ordinario, alla Procura federale e, per quanto riguarda il teste Cesare Angelo Fogliazza, anche dinanzi a questo Tribunale. Alla luce di tali elementi appare certo che fu proprio il Presidente Macalli il reale artefice dell’operazione che portò la squadra del Pizzighettone (della quale il Fogliazza era il dominus) a trasferirsi a Crema con il nuovo nome di Pergolettese 1932. Le dichiarazioni rese in dibattimento dal Fogliazza, tendenti a ridimensionare il ruolo del deferito, sono smentite da molteplici voci processuali. Devono quindi essere valutate complessivamente inattendibili. Walter Della Frera, Consigliere del Comune di Crema ha riferito di avere seguito in prima persona le vicende del Pergocrema, sia come Medico Sociale del Pergocrema sino al 2000 sia come Consigliere del Comune di Crema incaricato allo sport dal giugno del 2012 ma anche per via della sua attività professionale di medico sportivo e titolare di un ambulatorio di fisioterapia in Crema che aveva tra i clienti anche molti calciatori. Prima della dichiarazione di fallimento Della Frera era negli U.S.A. in vacanza ma si teneva in contatto telefonico proprio con il Presidente Macalli (non con Fogliazza come da questi riferito). Fu Macalli a dirgli che Cesare Fogliazza era interessato a venire a far calcio a Crema e voleva parlare con il Sindaco per l'utilizzo delle strutture del Comune di Crema. Fu sempre il deferito che gli disse che se tale ipotesi si fosse concretizzata la società si sarebbe chiamata Pergolettese. Agostino Alloni, Consigliere del Comune di Crema ha riferito che nella primavera del 2012 in rappresentanza del Comune, con Della Frera, si recò dal Presidente Macalli perché sulla stampa si avvicendavano articoli che parlavano dei debiti della società Pergocrema 1932.

Secondo Alloni l’operazione non si poteva definire senza l’assenso di Macalli che avrebbe dovuto concedere l'utilizzo del marchio. La tesi difensiva del deferito (e le conformi dichiarazioni testimoniali del Fogliazza) viene smentita anche da Andrea Micheli, Presidente e legale rappresentante del A.S. Pizzighettone e poi della Pergolettese 1932 nonché nipote di Cesare Fogliazza. Micheli riferisce che fin dagli inizi di giugno 2012 (prima della dichiarazione di fallimento della Pergocrema 1932) il Fogliazza lo informò del progetto di far passare il Pizzighettone a Crema cambiando denominazione, militando in L.N.D. con un nuovo marchio ovvero Pergolettese 1932 con il consenso di Macalli che si fidava di lui. Fu in quel momento che Micheli venne a conoscenza del fatto che Macalli fosse proprietario del marchio Pergolettese in quanto prima non conosceva il deferito né sapeva che avesse registrato il marchio solo un anno prima assieme ad altri marchi riconducibili al Pergocrema. Micheli ha dichiarato di aver partecipato, pochi giorni prima del 30 giugno 2012, a un incontro nell'ufficio di Macalli con Alloni, Fogliazza e un avvocato che rappresentava i futuri eventuali soci.

Secondo il Micheli, se non fosse andata in porto la trattativa con il Pizzighettone, il Presidente Macalli non avrebbe mai concesso l'uso del marchio ad altri, considerati anche gli accordi precedenti con lo zio. Del resto tale circostanza è confermata dal fatto certo che il Macalli negò l’utilizzo del marchio perfino ai soggetti indicati dall'amministrazione comunale. Inoltre, secondo Micheli, il Fogliazza gli illustrò il progetto non dopo il fallimento bensì quando il Pergocrema non era ancora fallito e gli disse che in alternativa, si poteva cercare di evitare il fallimento ma era una strada difficilmente percorribile e lontana dalle loro possibilità anche economiche e quindi si rendeva necessario attendere il fallimento e poi portare avanti la loro soluzione. Quanto dichiarato dal deferito (Macalli n.d.r.) è contrastato dalle dichiarazioni rese dal Micheli all'autorità giudiziaria. Il presidente Macalli in sede di interrogatorio al P.M. della Procura della Repubblica di Roma aveva dichiarato che "dopo il fallimento il nuovo presidente della società (Micheli Andrea) mi ha chiesto dì potere utilizzare il marchio PERGOLETTESE 1932 ed io ho immediatamente acconsentito senza pretendere alcunché in cambio”. Al contrario Micheli ha invece dichiarato di essere stato informato della trattativa da suo zio, Cesare Fogliazza che gli disse che "c'era la possibilità di trasferirsi a Crema (da Pizzighettone) e militare in Lega Nazionale Dilettanti con un nuovo marchio ovvero PERGOLETTESE 1932 perché a suo dire MACALLI era disponibile a consentirne l'utilizzo ". Va infine ricordata l’informativa della Guardia di Finanza 24/10/2013 indirizzata al P.M. nella quale può leggersi “esulando dalla qualificazione giuridica ricoperta, è bene rimarcare che Macalli, pur non ricoprendo alcuna carica formale nel "Pergocrema" (in difficoltà economiche) ed essendo proprietario di quel marchio e di altri tre della stessa società sportiva, ha tenuto delle riunioni nel suo studio per definirne il futuro assetto societario, stringendo accordi con il FOGLIAZZA a cui ha concesso l'utilizzo del marchio "Pergolettese", come dichiarato da MICHELI Andrea e da ALLONI Agostino.

Analoga dichiarazione è stata resa da FOGLIAZZA che ha riferito di essere stato convocato appositamente da MACALLI in un incontro a due, nel corso del quale gli venne proposto di spostare la squadra da Pizzighettone a Crema e che, in caso positivo, MACALLI si rendeva disponibile a concedere il marchio. Anzi, questa sembra proprio una conditio sine qua non, considerato che tale concessione è stata negata da MACALLI alla Amministrazione comunale di Crema e alle varie cordate di imprenditori disposti a far parte della società sportiva. Anche DELLA FRERA, dagli U.S.A., era in continuo contatto telefonico con Macalli per seguire l'andamento della vicenda, a conferma che l'indagato costituiva il perno delle trattative”. Sta di fatto comunque che il Presidente Macalli, pur mantenendo la titolarità del marchio almeno fino all’ottobre 2013, nel luglio 2012 ne concesse gratuitamente l’utilizzo proprio al Fogliazza consentendogli di portare a temine l’operazione di trasferimento della sua società da Pizzighettone a Crema con il mutamento della denominazione sociale in quella di Pergolettese 1932.

Al termine della successiva stagione agonistica la Pergolettese 1932 ottiene la promozione in Lega Pro ma il Presidente Macalli mantiene la titolarità del marchio fino al successivo mese di ottobre quando lo dona al Fogliazza. E’ evidente che in questi mesi il conflitto di interessi in capo al deferito diventa anche formale e quindi si realizza un’ulteriore violazione degli obblighi sanciti dall’art 1 comma 1 (ora 1bis comma 1) del CGS. Da evidenziare che, comunque, il Presidente Macalli, anche dopo la donazione, mantiene un controllo sulla Pergolettese imponendo la presenza di un tutor di sua fiducia.

Tale imposizione, limitando la piena disponibilità del marchio e consentendo un sia pur blando controllo sulla società Pergolettese 1932, costituisce una forma di ingerenza nella gestione della società incompatibile con le cariche rivestite dal deferito.
Appare pertanto fondata la tesi della Procura Federale secondo la quale il Presidente Macalli ha di fatto determinato chi dovesse avere la possibilità di sostituire la Pergocrema 1932 e quindi chi dovesse svolgere attività agonistica nella città di Crema, designando a farlo persona di antica conoscenza e di sua totale fiducia. Le condotte tenute dal deferito violano pertanto i doveri di imparzialità, di correttezza e di lealtà tanto più cogenti per chi ricopre cariche di così elevato vertice come il Presidente Macalli.
I fatti contestati con il primo capo di incolpazione sono disciplinarmente rilevanti e comportano una sanzione disciplinare complessivamente valutata come in dispositivo.

...omissis... 

Nel determinare la sanzione indicata nel dispositivo si è tenuto conto della rilevanza della  violazione disciplinare contestata e della più volta richiamata posizione rivestita dal deferito ai vertici della Lega Pro e della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

P.Q.M.

In parziale accoglimento del deferimento, irroga nei confronti del Presidente Mario Macalli la sanzione della inibizione per mesi 6 (sei).

Il Presidente del TFN
Sez. Disciplinare Avv. Sergio Artico

Il Segretario Federale Antonio Di Sebastiano

Il Presidente Federale Carlo Tavecchio

Pubblicato in Roma il 29 aprile 2015.

Per i malfidenti che non dovessero credere a quanto ho riportato di seguito il link al sito della FIGC dal quale è possibile scaricare la sentenza completa, comprensiva del secondo capo di imputazione per il quale l'imputato non è stato condannato per "insufficienza di prove".

sabato 14 marzo 2015

AUTOVELOX | Caro Cremasco, paga e taci...

"predicare bene e razzolare male", mai come oggi questo detto popolare calza a pennello per definire l'azione amministrativa della giunta formata dal Partito Democratico, Sel e Rifondazione Comunista per quanto riguarda la gestione del bilancio comunale.

Nei 5 anni della giunta di centrodestra (nei quali le entrate dalle multe sono aumentate di 100.000 euro nel quinquennio, pari a 20.000 euro l'anno) l'allora minoranza gridava allo scandalo accusandoci di "fare cassa" con le multe perché incapaci di trovare altre risorse, oggi (com'è possibile leggere nei documenti di bilancio del comune), in un solo anno, la maggioranza prevede di portare le sanzioni da 882.000 a 1.120.000, con un aumento di ben 238.000 euro, +26%.

Ogni commento è superfluo, anzi no...