"La sinistra, e Renzi non fa eccezione, non ha mai voluto distinguere in modo netto - e mandando al mondo messaggi inequivocabili su questo punto - fra l’aiuto ai profughi che scappano dalle guerre e l’accoglienza agli immigrati che scappano dalla povertà. Non c’è mai stata, in fondo, troppa differenza fra il messaggio della laicissima sinistra e quello di molti esponenti della Chiesa cattolica. Si pensi a come si è affrettata la sinistra renziana a cancellare il reato di clandestinità.
È anche per questo che non è oggi possibile una politica europea dell’immigrazione. Le altre forze politiche europee, sinistre incluse, devono sempre, in questa materia, tenere d’occhio l’interesse nazionale (si ricordi con quanta durezza i socialisti spagnoli, quando erano al potere, respingevano i clandestini). La sinistra italiana, invece, è a-nazionale, portatrice di confuse aspirazioni cosmopolite, a loro volta eredità o cascami di antichi e più strutturati internazionalismi ideologici. È una sinistra che oggi potremmo definire francescana, costitutivamente incapace di tracciare una linea di confine fra «noi» e «loro» (e di ragionare quindi in termini di interesse nazionale), incapace di stabilire quanti e quali: quanti immigrati accettare, con quali caratteristiche professionali. L’idea implicita è che sono tutti figli di Dio e che fra i figli di Dio non si discrimina.
Senza contare, dell’immigrazione, un risvolto o un sottoprodotto assai inquietante e rispetto al quale la politica non potrà continuare a lungo a nascondere la testa sotto la sabbia: i califfati attuali e prossimi venturi avvicinano, anno dopo anno, il momento in cui la jihad , la guerra santa islamica, incendierà anche i territori europei, Italia inclusa."
passaggio tratto dall'editoriale "due argomenti ancora tabù" di Angelo Panebianco e pubblicato sul Corriere della Sera di oggi.
Di seguito il link cui trovare l'articolo: http://www.corriere.it/editoriali/14_luglio_13/due-argomenti-ancora-tabu-b71c241e-0a59-11e4-b9f9-15449e4acf0d.shtml
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domenica 13 luglio 2014
lunedì 2 settembre 2013
FINANCIAL TIMES | “La politica di frontiere aperte dell’Italia è assolutamente sbagliata”
Dal Financial Times:
La popolazione straniera in Italia è triplicata dal censimento del 2001, da 1,3 milioni a 4 milioni. Ciò significa che l’Italia sta importando un milione di stranieri ogni tre o quattro anni. Se questo è un problema per l’Italia, sta agli italiani dirlo (in realtà a noi non è mai stato chiesto, come al resto dei popoli europei, un parere in merito ndr.). Ma sicuramente l’importazione di immigrati non è una soluzione al crescente debito pro capite d’Italia. Gli immigrati sono meno istruiti degli italiani che vanno a sostituire, così aggiungono meno valore alla produzione di ricchezza. Esportano buona parte dei loro risparmi attraverso rimesse, soldi sottratti al consumo interno. E nuove spese sono sostenute per prepararli al lavoro, come ad esempio corsi di lingua italiana o di consulenza legale.
Molti commentano l’immigrazione verso l’Europa senza guardare chi gli immigrati sono, da dove provengono e la composizione futura che potranno avere le società europee con la loro presenza. In un’epoca di problemi di debito pubblico come questa, è un’indifferenza non ragionevole. Una futura “nuova generazione” di italiani multietnici non vorrà sostenere la “vecchia generazione” con la quale non ha nulla in comune. Né sostenere il debito pubblico contratto prima che loro (o i loro genitori) arrivassero nel paese.
Un altro problema è che l’Italia è la terra di Dante, La Divina Commedia e la Cappella Sistina. Può essere possibile convincere un americano o un australiano a credere (o dire) che l’arrivo di migranti è un “arricchimento” culturale. E’ improbabile che possa accadere per l’Italia. Ed è altrettanto improbabile che lo sia fiscalmente, una ricchezza.Fonte: www.mattinonline.ch
martedì 16 ottobre 2012
@kremasch | il tweet del 16/10/2012
menù della #sinistra per la #Lombardia: sanità alla pugliese, rifiuti alla campana, clientele all'emiliana NO, GRAZIE! #primalalombardia!
domenica 10 giugno 2012
@kremasch | tweet dedicati alla #sinistracremasca
3 giugno | la #sinistracremasca vuole la poltrona di presidente della #FBC. In attesa che si liberi un posto letto? #crema2012 #chibencomincia
6 giugno | ieri in comune a#Crema, dopo il volo del #corvo, si aggiravano #sciacalli alla ricerca della poltrona perduta... #sinistracremasca
8 giugno | dopo la nomina il nuovo assessore alla cultura la#sinistracremasca e' soddisfatta? anche se sarebbe più interessante l'opinione del #corvo!
6 giugno | ieri in comune a
8 giugno | dopo la nomina il nuovo assessore alla cultura la
martedì 28 giugno 2011
Vendola "cancella" il referendum...
alla vostra attenzione questo interessante articolo, tratto dal sito http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it, dal quale emerge il vero volto di coloro che da poche settimane amministrano il comune di Milano e l'anno prossimo vi chiederanno il voto per governare a Crema.
«Nessun taglio alle bollette dell'acqua»
«Nessun taglio alle bollette dell'acqua»
Vendola «cancella» referendum su tariffe
Il governatore: «Occorre fare i conti con la realtà.
Perché non l'ho detto prima? Nessuno me lo ha chiesto»
BARI - «È indispensabile fare i conti con la realtà per non precipitare nei burroni della demagogia: sull’Acquedotto Pugliese abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’efficientamento e su quella proseguiremo. Per questo non abbasseremo le tariffe». È un Nichi Vendola con i piedi per terra quello che annuncia, a margine dell’assemblea dell’Acquedotto Pugliese (che ha approvato il bilancio 2010 - chiuso con 37 milioni di utili - e il piano industriale 2011-2014 che prevede investimenti per 674 milioni di euro con un indebitamento che raddoppierà da 219 a 402 milioni) l’impossibilità di adeguarsi a quanto deciso dal recente referendum sull’acqua appoggiato dallo stesso governatore pugliese: nonostante i «sì» abbiano abrogato la norma che consente «al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio», il taglio del 7% delle tariffe non ci sarà mai.
IL TECNICISMO - Il motivo tecnico lo ha spiegato l’assessore alle Opere pubbliche Fabiano Amati con un ossimoro ragioneristico: «In Puglia la remunerazione del capitale investito del 7% è un costo: quello che pagheremo ogni anno fino al 2018 sul bond in sterline pari al 6,92% contratto durante la gestione dell’era Fitto». «In Puglia - aggiunge Vendola - in realtà non siamo di fronte alla scelta di abbassare la tariffa del 7% e di conseguenza gli investimenti perché quella remunerazione non è utilizzata, come dovrebbe, per gli stessi investimenti, ma rappresenta la copertura di un debito e quindi dal punto di vista finanziario un costo». Resta, però, il problema politico: perché queste cose non sono state spiegate agli utenti prima del referendum? Lapidaria la risposta di Vendola: «Nessuno me le ha chieste». Né erano scritte nel quesito.
martedì 2 febbraio 2010
"sinistre schizofrenie"
Apprendo dalla stampa (in particolare da CremaOnLine.it) di "infuocate" e "sprezzanti" dichiarazioni di esponenti locali del partito di cui sopra.
Prendendo spunto dalla mia intervista rilasciata a "La Provincia" di lunedì scorso, nonché dai resoconti della conferenza stampa della Lega tenutati domenica mattina, i "sinistroliberticidi" si cimentano in considerazioni tali da non meritare nessuna replica vista la pochezza di quanto affermato.
Che dire... quando erano comunisti non ne capivano molte, da quando hanno cambiato "solo" il nome non capiscono proprio un cazzo...
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