lunedì 14 ottobre 2019

CATALUNYA | Condannati dalla Corte Suprema di Madrid gli indipendentisti catalani.


Articolo per "La Voce del Nord"

La Corte Suprema di Madrid ha emesso stamane la sentenza per il processo che vedeva imputati diversi esponenti dell’indipendentismo catalano. Dure pene per il reato di sedizione, con condanne che vanno dai 9 ai 13 anni hanno colpito gli imputati. A subire la pena maggiore è Oriol Junqueras, con 13 anni, seguito Raül Romeva, Jordi Turull e Dolors Bassa, con 12 anni. Jordi Sànchez e Jordi Cuixart sono stati condannati a nove anni. Per giustificare la sedizione, i magistrati sostengono che nell’autunno del 2017 ci fu una “rivolta e tumulto pubblico” in Catalogna.

L’ex vicepresidente Oriol Junqueras è stato condannato a 13 anni di carcere e 13 anni di interdizione dai pubblici uffici per il crimine di sedizione con appropriazione indebita. Gli ex consiglieri Raül Romeva, Jordi Turull e Dolors Bassa a 12 anni di carcere per sedizione e appropriazione indebita. L’ex presidente del Parlamento catalano Carme Forcadell a 11 anni e mezzo di carcere per sedizione. Santi Vila, Meritxell Borràs e Carles Mundó sono stati condannati solo per il reato di disobbedienza a un anno e otto mesi.
In questo modo, la corte presieduta da Manuel Marchena non condanna per ribellione, ma per sedizione con sanzioni molto elevate.


I magistrati “ritengono che l’esistenza della violenza sia provata”, ma aggiungono che “la scoperta di episodi indiscutibili di violenza non è sufficiente per proclamare che gli eventi costituiscono un crimine di ribellione”. In questo senso, la Corte Suprema sostiene che “la violenza deve essere una violenza strumentale e funzionale, direttamente predisposta, senza passaggi intermedi, ai fini che incoraggiano l’azione dei ribelli”.

D’altra parte, i giudici sostengono che “tutti gli imputati ora soggetti a procedimento giudiziario erano consapevoli della fattibilità legale manifesta di un referendum di autodeterminazione che è stato presentato come il modo per costruire la Repubblica di Catalogna”. Tuttavia, osserva che “nonostante l’esibizione retorica di coloro che sono stati accusati, è vero che, dal punto di vista del fare, era palese l’impossibilità degli atti concepiti per realizzare la promessa di indipendenza”.
Nella loro giustificazione sulla sedizione, i magistrati sostengono che “la difesa politica, individuale o collettiva” dell’indipendenza “non è costitutiva del crimine”. Invece, aggiungono: “lo è mobilitare la cittadinanza in una rivolta pubblica e in un tumulto che, inoltre, impedisce l’applicazione delle leggi e ostacola l’esecuzione delle decisioni giudiziarie”.

lunedì 7 ottobre 2019

ECONOMIA | l'evasione fiscale al sud è il doppio rispetto al nord


Articolo per "La Voce del Nord"

“Recupereremo sette miliardi dalla lotta all’evasione fiscale!”. Il grido di battaglia è arrivato pochi giorni orsono direttamente dalla bocca del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all'interno del discorso col quale pomposamente annunciava di aver scongiurato l’applicazione delle clausole di salvaguardia, consistenti nell'aumento delle aliquote IVA, andando a reperire i fondi, oltre che al consueto aumento del debito pubblico per 14 miliardi, giustappunto sfoderando uno dei massimi dogmi tanto cari ai suoi nuovi alleati del Partito Democratico.

Memore delle esperienze passate in tema di annunci sulla lotta all'evasione fiscale e contributiva, che mai hanno portati agli incassi attesi dai governi (riprova lo è il fatto che a seguire sono apparse, in forme diverse e sotto differenti governo di ogni colore, numerose misure atte a proporre sanatorie e condoni miranti a coprire i mancati incassi previsti), potrei finire subito questo articolo bollando come ennesima manovra di propaganda il solenne annuncio.

E invece no, per una volta credo veramente nei propositi del governo e voglio dargli fiducia a patto che per una volta voglia seriamente andare a colpire i contribuenti disonesti laddove questi si concentrano maggiormente. Sarà una cosa difficile individuare tali regioni lungo l’italico stivale? Affatto! A mettere nero su bianco tali luoghi ci ha pensato lo stesso governo “giallorosso” in un corposo documento, allegato alla nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza del 30 settembre scorso.

Mi riferisco alla “Relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva – anno 2019”, un documento di ben 268 pagine all'interno delle quali emerge con chiarezza come il peso dell’evasione presenti un constante aumento percentuale nel suo percorso dalle Alpi a Lampedusa.

Nella relazione il fenomeno dell’evasione è definita “economia non osservata”, composta da sotto-dichiarazioni dei redditi, attività generate dal lavoro irregolare, le componenti del sommerso economico (mance, fitti in nero e integrazione domanda-offerta) e l’economia illegale.

Ecco cosa scrive il governo: “L’incidenza dell’Economia Non Osservata è molto alta nel Mezzogiorno (19,0% del valore aggiunto), vicina alla media nazionale nel Centro (14,2%) e inferiore nel Nord-est (11,9%) e nel Nord-ovest (11,4%). La Calabria è la regione in cui il peso dell’economia sommersa e illegale è massimo, con il 20,9% del valore aggiunto complessivo, mentre l’incidenza più bassa si registra nella Provincia di Bolzano (10,4%). La Puglia e l’Umbria presentano la quota più alta di rivalutazione del valore aggiunto sotto-dichiarato (8,4%), seguite da Molise e Marche (entrambe 8,2%), mentre il sommerso dovuto all’impiego di input di lavoro irregolare prevale in Calabria (9,4% del valore aggiunto) e Campania (8,6%).”

E ancora: “La quota maggiore dell’Economia Non Osservata a livello territoriale è prodotta nel Mezzogiorno (30,9%) in cui prevalgono le componenti dovute all’impiego di lavoro irregolare (34,5%) e al restante sommerso economico (31,4%).”

Per farla breve l’evasione nel Mezzogiorno è il doppio rispetto a Lombardia e Veneto, proprio le due regioni accusate, da politici, amministratori e compagnia cantante meridionale, di volere una fantomatica “secessione dei ricchi” per le loro richieste di maggiore autonomia…

Come andrà a finire è difficile da prevedere, ma attendo fiducioso (fino ad un certo punto) la stesura di un programma governativo serio e dettagliato per andare a stanare l’evasione, di matrice per larga parte borbonica, che attanaglia questo paese. Nel frattempo sarà meglio per lombardi e veneti mettersi veramente in moto per ottenere quella maggiore autonomia di funzioni e risorse che i difensori delle terre di evasione contrastano piangendo miseria e frodando il fisco.


Ecco il link per scaricare tutta la relazione: http://www.mef.gov.it/documenti-pubblicazioni