Ancora una volta mi trovo a scrivere di un tema, quello della riforma delle autonomie locali con l'introduzione delle aree vaste e la possibile riorganizzazione dei territori, nel quale ormai la confusione, anziché una sintesi concreta, regna sovrana.
Una confusione cui ha contribuito non poco la lettura dei resoconti giornalistici dell'intervento del Sindaco di Crema Stefania Bonaldi durante l'incontro, svoltosi venerdì scorso presso lo STER di Cremona tra il Presidente Roberto Maroni, sindaci e categorie economiche, da un lato e lo scritto pubblicato ieri su "Il Nuovo Torrazzo" sempre del Sindaco.
In estrema sintesi dal quotidiano on line www.oglioponews.it si legge che “Il Cremasco – ha detto il primo cittadino Stefania Bonaldi – si è costituito in un’area omogenea Cremasca, non solo per mettere insieme funzioni ma per realizzare un vero e proprio passaggio identitario. Noi vogliamo che l’area omogenea sia destinataria di funzioni e risorse, ma se questo non succede io le dico, presidente, che il nostro territorio guarda verso Milano”, lasciando intendere ai presenti (che ho sentito direttamente per aver conferma se anche loro avessero maturato la mia stessa interpretazione) l'idea di prospettare per Crema l'entrata nell'area metropolitana di Milano, una prospettiva cui ho dedicato un post la scorsa settimana.
Ieri mattina ho aperto il settimanale "Il Nuovo Torrazzo" e l'attenzione si è soffermata sull'intervento, sempre del Sindaco sul tema area vasta nel quale si legge "non ho mai dichiarato che Crema e il Cremasco debbano entrare nell'area metropolitana milanese così come oggi è strutturata, circostanza che snaturerebbe la nostra identità e la nostra storia", ed ancora "immaginare un'area vasta dell'Adda con Crema, Lodi e Treviglio mi pare possa cogliere tratti di omogeneità più affini rispetto a Cremona", per finire poi con l'ennesima variante "un'alternativa, se si mettesse mano ai confini dell'area metropolitana di Milano, potrebbe essere quella di dividerla in due aree, il nord ed il sud Milano, ricomprendendo in quest'ultima Crema e Lodi (Treviglio non è dato sapere dove debba finire n.d.r.)".
Ricapitolando...
Stiamo con Cremona e Mantova se a Crema arrivano risorse e funzioni, se però non arrivano ce ne andiamo con Milano, però l'area metropolitana deve dividersi in due (magari con un bel confine tra il Duomo ed il Castello Sforzesco ?!?! aggiungo io...) e Crema entra in quella a sud con Lodi, se anche questo non funziona facciamo comunque la secessione dai cremonesi ci uniamo ancora con Lodi e strappiamo Treviglio a Bergamo.
Tutto chiaro???
Quello che penso su quale possa essere la prospettiva migliore per Crema l'ho scritto la settimana scorsa, ma dell'intervento del Sindaco, al netto delle ipotesi fantasiose che ho riportato (sulle quali peraltro non è dato sapere quale siano le reazioni di lodigiani, milanesi e trevigliesi) quello che ritengo più interessante è la parte nella quale richiama la costituzione dell'area omogenea Cremasca.
Un progetto fondamentale, come ho scritto nel post citato in precedenza, verso il quale però non bastano belle parole autoreferenziali, ma una unità d'intenti vera e concreta tra i sindaci del nostro territorio, il tutto a partire dai temi che da troppi anni sono in sospeso.
Al riguardo le domanda che mi pongo sono semplice; come potrà l'area omogenea Cremasca essere credibile se i suoi membri da anni non riescono a portare a compimento progetti come quello dei varchi elettronici lungo le strade ed un bando unitario per la gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti?
Dopo essersi svegliati in ritardo sul tribunale, dove venne organizzato un presidio a battaglia persa, perché non alzano tutti insieme la voce per denunciare l'incomprensibile ritardo nella realizzazione della nuova caserma dei Vigili del Fuoco, il tutto per colpa dell'inadempienza del Governo Renzi?
A fine maggio il Presidente Maroni tornerà per ricevere idee concrete da inserire nel progetto complessivo da presentare poi a Roma, due mesi di tempo per formulare una proposta seria sono sufficienti e mi auguro per Crema che questo possa avvenire.
In caso contrario che nessuno si lamenti dopo...
Una confusione cui ha contribuito non poco la lettura dei resoconti giornalistici dell'intervento del Sindaco di Crema Stefania Bonaldi durante l'incontro, svoltosi venerdì scorso presso lo STER di Cremona tra il Presidente Roberto Maroni, sindaci e categorie economiche, da un lato e lo scritto pubblicato ieri su "Il Nuovo Torrazzo" sempre del Sindaco.
In estrema sintesi dal quotidiano on line www.oglioponews.it si legge che “Il Cremasco – ha detto il primo cittadino Stefania Bonaldi – si è costituito in un’area omogenea Cremasca, non solo per mettere insieme funzioni ma per realizzare un vero e proprio passaggio identitario. Noi vogliamo che l’area omogenea sia destinataria di funzioni e risorse, ma se questo non succede io le dico, presidente, che il nostro territorio guarda verso Milano”, lasciando intendere ai presenti (che ho sentito direttamente per aver conferma se anche loro avessero maturato la mia stessa interpretazione) l'idea di prospettare per Crema l'entrata nell'area metropolitana di Milano, una prospettiva cui ho dedicato un post la scorsa settimana.
Ieri mattina ho aperto il settimanale "Il Nuovo Torrazzo" e l'attenzione si è soffermata sull'intervento, sempre del Sindaco sul tema area vasta nel quale si legge "non ho mai dichiarato che Crema e il Cremasco debbano entrare nell'area metropolitana milanese così come oggi è strutturata, circostanza che snaturerebbe la nostra identità e la nostra storia", ed ancora "immaginare un'area vasta dell'Adda con Crema, Lodi e Treviglio mi pare possa cogliere tratti di omogeneità più affini rispetto a Cremona", per finire poi con l'ennesima variante "un'alternativa, se si mettesse mano ai confini dell'area metropolitana di Milano, potrebbe essere quella di dividerla in due aree, il nord ed il sud Milano, ricomprendendo in quest'ultima Crema e Lodi (Treviglio non è dato sapere dove debba finire n.d.r.)".
Ricapitolando...
Stiamo con Cremona e Mantova se a Crema arrivano risorse e funzioni, se però non arrivano ce ne andiamo con Milano, però l'area metropolitana deve dividersi in due (magari con un bel confine tra il Duomo ed il Castello Sforzesco ?!?! aggiungo io...) e Crema entra in quella a sud con Lodi, se anche questo non funziona facciamo comunque la secessione dai cremonesi ci uniamo ancora con Lodi e strappiamo Treviglio a Bergamo.
Tutto chiaro???
Quello che penso su quale possa essere la prospettiva migliore per Crema l'ho scritto la settimana scorsa, ma dell'intervento del Sindaco, al netto delle ipotesi fantasiose che ho riportato (sulle quali peraltro non è dato sapere quale siano le reazioni di lodigiani, milanesi e trevigliesi) quello che ritengo più interessante è la parte nella quale richiama la costituzione dell'area omogenea Cremasca.
Un progetto fondamentale, come ho scritto nel post citato in precedenza, verso il quale però non bastano belle parole autoreferenziali, ma una unità d'intenti vera e concreta tra i sindaci del nostro territorio, il tutto a partire dai temi che da troppi anni sono in sospeso.
Al riguardo le domanda che mi pongo sono semplice; come potrà l'area omogenea Cremasca essere credibile se i suoi membri da anni non riescono a portare a compimento progetti come quello dei varchi elettronici lungo le strade ed un bando unitario per la gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti?
Dopo essersi svegliati in ritardo sul tribunale, dove venne organizzato un presidio a battaglia persa, perché non alzano tutti insieme la voce per denunciare l'incomprensibile ritardo nella realizzazione della nuova caserma dei Vigili del Fuoco, il tutto per colpa dell'inadempienza del Governo Renzi?
A fine maggio il Presidente Maroni tornerà per ricevere idee concrete da inserire nel progetto complessivo da presentare poi a Roma, due mesi di tempo per formulare una proposta seria sono sufficienti e mi auguro per Crema che questo possa avvenire.
In caso contrario che nessuno si lamenti dopo...