mercoledì 31 agosto 2011

Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): Dopo averla cancellata dal piano cave provinciale, ribadisco la contrarietà ad una cava a Cà delle Mosche”.

CREMA, 31 agosto 2011 – In merito alla richiesta di autorizzare una cava in località Cà delle Mosche, di cui si dà notizia sulla stampa odierna, interviene Matteo Soccini nella doppia veste di consigliere comunale a Crema e assessore provinciale nella giunta Salini.-
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“Innanzitutto mi preme ribadire il giudizio negativo all’ipotesi di apertura di una cava in località Cà delle Mosche, alle porte di Crema – afferma il consigliere leghista Soccini che prosegue – Una contrarietà che ha portato l’attuale giunta provinciale, di cui ho il piacere di fare parte, a licenziare una revisione del piano cave che ha cancellato il sito citato dall’elenco delle cave presenti nel documento originale approvato dalla giunta Torchio.
E’ piacevole constatare come anche coloro che sedevano nella giunta precedente, e facevano parte integrante della vecchia maggioranza in provincia, si dichiarino contrari al progetto”.
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Conclude l’esponente leghista: “Ritengo doveroso rimarcare come il documento deliberato dalla giunta Lega/Pdl abbia ridotto di circa 5 milioni i metri cubi di materiale da cavare eliminando dal piano stesso numerosi siti che apparivano irrazionali, se non inutili. Un’azione di riforma del piano che tutela maggiormente il territorio cremasco e cremonese.
L’assenza delle cosiddette cave di prestito (quelle utilizzate per le opere pubbliche) è nata da una corretta analisi delle esigenze provinciali che non ne richiedevano la presenza nel documento finale.
A conferma della bontà della scelta, attualmente il cantiere della Paullese sta lavorando senza fare ricorso a cave di prestito, questo grazie a nuove metodologie di riutilizzo dei materiali inerti”.

lunedì 29 agosto 2011

MILANO | Manifestazione ANCI contro i tagli ai trasferimenti per i comuni

@ HOME,
appena rientrato dalla manifestazione dei comuni a Milano contro i tagli nei trasferimenti agli enti locali (soldi dei Cremaschi che non tornerebbero ai Cremaschi...), non resta che aspettare...


domenica 28 agosto 2011

SPL 2011/2012 | 6^, St Mirren 0 - 2 Celtic

Celtic enjoyed their first win in four outings thanks to a Gary Hooper double at St Mirren Park.
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Gary HooperThe striker opened the scoring in Paisley in the sixth minute after being set up by strike partner Anthony Stokes.

Six minutes later a mistake by former Celtic defender Paul McGowan allowed Hooper to slip a second past St Mirren goalkeeper Craig Samson. The result moved Celtic to within a point of leaders Motherwell.
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Manager Neil Lennon made two changes to the side who were knocked out of the Europa League on Thursday, with Stokes and midfielder James Forrest replacing Joe Ledley and Georgios Samaras, who dropped to the bench.
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And Stokes appeared to have opened the scoring when he the ball hit the back of the net in the early stages, but referee William Collum judged him to have fouled Saints defender Marc McAusland beforehand.
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Celtic's breakthrough came just seconds later when Stokes and Kris Commons worked a one-two at the edge of the box to allow Hooper to drill the ball past Samson.
And things were to get worse for the St Mirren defence when a catalogue of mistakes in the 12th minute, culminating in McGowan passing straight to Hooper's feet, allowed the Englishman to run through and slip the ball into the St Mirren net.
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But after a poor start, the Paisley side began to show flashes of the brand of football manager Danny Lennon has established in the early part of the season.
And McGowan had the chance to make amends soon afterward his error when Nigel Hasselbaink provided a fine pass, but his effort from 16 yards was saved by Forster.  
Hasselbaink continued to cause problems for Celtic defender Daniel Majstorovic, with Dutchman Jeroen Tesselaar also threatening to create an opening for the home side as St Mirren increased the pressure towards the end of the first half.
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Gary HooperAfter the restart, it was Stokes who again looked dangerous, going on a solo run and sending in a low drive to force a terrific save from Craig Samson in the St Mirren goal.
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But there were early chances for St Mirren too, Tesselaar whipping a free kick round Celtic's wall in the 55th minute: Forster forced to make a scrambling save by his near post.
The impressive Tesselaar also did his share at the other end of the park, denying Scott Brown a close-range chance seconds later.
Celtic's Kelvin Wilson looked more jittery in front of goal, andendured a heart-stopping moment as he sent a defensive header just inches past his own goal in the 66th minute.
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That fell at the end of a period of sustained pressure for St Mirren, who but for a poor start may have expected more from the game.
But in the later stages it was Celtic who looked more likely to add to their advantage, the removal of Gary Teale in the 71st minute restricting St Mirren's creativity in midfield. Ki Seung-Yeung came close in the 78th minute when he found himself one on one with Samson inside the box, his low shot blocked by the St Mirren keeper's legs.
James Forrest also came close with two minutes remaining when he was played in by Mulgrew but the winger was denied by Samson who delivered another great save at his near post.
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Sunday, 28 August 2011
Scottish Premier

St Mirren 0-2 Celtic FT
(HT 0-2)
    • Hooper 6
    • Hooper 12

    venerdì 26 agosto 2011

    Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): Sulle “nuove” provincie approfondire il dibattito. Lunedì 29 agosto a Milano, al fianco dei comuni contro i tagli”.

    CREMA, 26 agosto 2011 – In merito alle problematiche inerenti alla soppressione di 1/3 delle provincie, all’accorpamento dei piccoli comuni ed ai tagli nei trasferimenti a tutti gli enti locali, interviene Matteo Soccini consigliere comunale a Crema per la Lega Nord nonché assessore alla Provincia di Cremona. 

    “Innanzitutto mi preme rimarcare come la necessità di una riforma generale dell’architettura dello stato italiano sia da sempre il fine ultimo del movimento politico cui appartengo afferma il consigliere leghista Soccini che prosegue In quest’ottica ogni qual volta si affronta il tema della riorganizzazione dei livelli di governo il dibattito si anima, purtroppo facendolo scadere spesso in una rincorsa tra forze politiche a presentarsi come quella più “riformatrice” senza una preliminare e corretta analisi della situazione nonché delle dovute soluzioni.
    A riprova di questo è sotto gli occhi di tutti la querelle sull’abolizione delle provincie. A fronte di un decreto del governo che ne sopprimerebbe circa 1/3, il PD ribatte proponendo di eliminarne la metà, per arrivare fino a coloro che le abolirebbero tutte (Udc, Idv). Il quadro normativo certo lo avremo dopo la conversione del decreto e su quelle basi si potrà proseguire un dibattito che nel nostro territorio è iniziato non oggi”.

    Infatti: “Da oltre un anno in seno alla giunta provinciale il presidente Salini ha ipotizzato l’unificazione delle provincie di Cremona e Mantova, finalizzata alla creazione della provincia del Po. Una nuova entità che potrebbe essere da un lato positiva per il fatto di creare “massa critica” per le contrattazioni con gli enti superiori ma avrebbe il difetto di unire sotto una sola guida territori molto differenti tra loro, oltre che lontani (la distanza tra Rivolta d’Adda e l’ultimo paese del mantovano al confine con Ferrara è di circa 200km)”.

    Aggiunge il consigliere Soccini: “Dal combinato disposto tra la proposta Salini e la soppressione della Provincia di Lodi prevista dal decreto è nata la mia idea di lanciare un semplice sondaggio, naturalmente senza la pretesa del rigore scientifico, sulla mia pagina facebook chiedendo un parere sul futuro di Crema e del suo territorio e dalle risposte ricevute sino ad oggi la maggioranza assoluta, pari a poco meno del 60%, sarebbe favorevole ad un ritorno all’epoca napoleonica quando il cremasco era unito al lodigiano.
    Il sondaggio da un lato e le opinioni di sindaci ed amministratori apparse sulla stampa sono indice di interesse per il futuro degli assetti amministrativi del territorio. Un approfondimento del dibattito sarà opportuno una volta esaminato il testo definitivo del decreto dopo la sua conversione in legge da parte del parlamento.
    Personalmente ritengo l’opzione “Bergamo” sia un'idea “romantica” per via del comune passato legato alla Serenissima, mentre Lodi sarebbe una opzione molto più “pragmatica”.”

    Conclude l’esponente leghista sui tagli agli enti locali: “La manovra è migliorabile, sia nella parte che riguarda la soppressione dei Piccoli Comuni, sia in quella relativa ai tagli per tutti i gli enti locali, mi auguro che ci sia un ripensamento e si arrivi ad una revisione del testo, perché in questo modo verrebbero impedite le nostre attività primarie a servizio dei cittadini.”
    “Il fatto di non fare nulla per modificare il patto di stabilità impedisce i lavori sul territorio, a Crema come in altre amministrazioni, nonostante sia un Comune virtuoso. Il patto così rigido non permette la ripresa economica ma anzi la va a deprimere ulteriormente.
    Le conseguenze sarebbero quelle di dover tagliare nella parte corrente, o riducendo i servizi o aumentando la tassazione. Per sostenere le legittime richieste dei comuni lombardi lunedì parteciperò alla manifestazione indetta dal Presidente dell’ANCI Lombardia, e sindaco di Varese, Attilio Fontana programmata a Milano”.

    Risultato del sondaggio in www.facebook.com/matteo.soccini  aggiornato alle ore 12.00 di oggi. Votanti 118.

    Nel caso le Province di Cremona e Mantova si unissero per creare la "Provincia del Po", Crema ed il Cremasco cosa dovrebbero fare?
     
    • 59,3% Dare vita ad una nuova "Provincia dell'Adda" con Lodi
    • 24,6% Chiedere l'annessione a Bergamo
    • 16,1% Restare a far parte della nuova Provincia

    giovedì 25 agosto 2011

    LA CURVA SUD "IRMANO NICHETTI" PERGOCREMA

    pubblicata da Francesco Zorzi il giorno giovedì 25 agosto 2011 alle ore 19.40 sul suo profilo facebook
    ...
    I tratti caratteristici:
    1.- Lo smodato ricorso alla bestemmia, utilizzata anche in situazioni apparentemente neutre o favorevoli al Pergo.
    2.- La pressochè totale assenza di esponenti del "gentil sesso".
    Mi è stato correttamente fatto notare che questo tratto caratteristico è strettamente dipendente dal punto 1 che precede.
    3.- La consueta presenza domenicale di una manciata di individui bizzarri, di dubbia moralità, spesso dediti all'alcolismo e completamente avulsi dal contesto sociale in cui dovrebbero essere inseriti (definiti "casi umani").
    4.- Le infamanti accuse (non suffragate da prove concrete e pertanto difficili da sostenere in un'eventuale giudizio), che vengono regolarmente mosse al portiere della squadra avversaria e al terzino impiegato nella fascia di campo adiacente al Settore Distinti.
    5.- La costante violazione dei titoli I, II e III della Costituzione della Repubblica Italiana, principalmente con riferimento alla pari dignità dei cittadini, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.
    6.- La generalizzata esposizione di tesi e/o affermazioni e/o esclamazioni che risultano del tutto prive, oltre che di qualsiasi fondamento scientifico, anche di ogni briciolo di buon senso.
    7.- La numerosa presenza di individui dediti al consumo smodato di bevande alcoliche di ogni genere, ivi comprese quelle meno reperibili sul mercato.
    8.- I repentini mutamenti d'umore, lo scarso spirito critico e la propensione a farsi suggestionare dalla folla in tumulto.
    I comportamenti illogici spesso degenerano assumendo connotati turpi e degradanti, che trasformano la curva in una polveriera pronta ad infiammarsi per il più irrilevante degli episodi.
    Questi commuoventi attimi di eccitazione collettiva ricompattano l'intera tifoseria gialloblu rendendola, come correttamente osservato da qualcuno, un Popolo.
    9.- Lo svolgimento di prove di atletica, fra le quali:
    - le ripetute di 25/30 metri di scatto, con spostamento verso il lato sinistro occupato dall'assistente del direttore di gara (per il Settore Distinti spostamento verso destra);
    - l'arrampicaggio libero (che rende la recinzione della Sud una valida alternativa alle pareti di free climbing dello Sport Village);
    - il lancio del peso (anche se questa disciplina olimpica è da tempo caduta in disuso ed è praticata solo in occasioni speciali, causa le restrizioni introdotte dal Ministero degli Interni).
    10.- Il diffuso sentimento di omofobia, che viene riservato sugli atleti della squadra ospite (vedi il punto 6 circa l'esposizione di tesi dal dubbio valore scientifico, quale può essere la contemporanea presenza in campo di 11 calciatori avversari omosessuali su 11).
    11.- L'arcaica usanza di rinfacciare, agli atleti della squadra avversaria, comportamenti pregressi ascrivibili ai parenti in linea retta (dalla madre, svariando su tutto il fronte dell'albero genealogico, fino a coinvolgere persino l'animale domestico).
    12.- La disinvoltura con cui vengono utilizzate le allusioni di natura sessuale, riuscendo, con incredibile regolarità, a saltare la fase ironica e a scadere subito nel turpiloquio, offendendo la morale e il comune senso del pudore del buon padre di famiglia.
    13.- La tendenza ad emulare, anzichè i comportamenti virtuosi, quelli più tribali, meglio ancora se contrari alla decenza.
    L'acquisizione di consenso sociale è tanto più probabile, quanto più sconnessi, sgangherati e insensati saranno i ragionamenti effettuati dal singolo.
    Vengono eletti, a furor di popolo, quali tribuni della plebe della Sud, coloro che si sono resi protagonisti delle prodezze più folli.
    14.- L'infimo livello culturale e la scarsa padronanza della lingua italiana, che si manifesta attraverso gravi errori nella sintassi, nella costruzione del periodo e nell'utilizzo dell'indicativo al posto del congiuntivo.
    Ciò è tuttavia compensato dalla dimestichezza nell'uso del dialetto cremasco.
    15.- La scarsa ospitalità, che sovente sfocia in manifestazioni d'insofferenza, astio e improvvisi scatti d'ira, riservata nei confronti di (quasi) tutti coloro che occupano il settore/i settori ospiti.
    Campanilisticamente, l'acredine cresce quanto più diminuisce la distanza che separa Crema dalla città da cui provengono i sostenitori della formazione ospite.
    16.- L'insofferenza nei confronti di qualsiasi fazione politica e delle istituzioni nazionali e locali.
    L'ilarità riservata agli esponenti delle forze dell'ordine, della Croce Rossa, ai medici sociali, ai massaggiatori in servizio.
    La mancanza di rispetto verso i vertici della Lega Calcio e i componenti dell'intera classe arbitrale.
    Pessimi i sentimenti covati nei confronti dei raccattapalle nelle partite in trasferta: la condizione di bambino o adolescente è quasi sempre considerata
    un'aggravante.
    L'unica categoria esentata è quella dei Vigili del Fuoco.
    17.- Ma più di tutti, e questo è il vero tratto che caratterizza il tifoso del Pergocrema, la passione viscerale e completamente irrazionale per la propria squadra del cuore.
    Al Popolo "cannibale" non interessa nè la categoria in cui milita il Pergo, nè la classifica, nè il risultato della singola partita (eccezion fatta per "La Partita").
    L'unica cosa che il Popolo chiede, è che coloro che scendono in campo si ricordino di chi è presente per sostenerli.
    E chediano generosamente l'anima, fino all'ultima goccia di energia, per onorare la gloriosa casacca gialloblu!!!

    mercoledì 24 agosto 2011

    LETTURA CONSIGLIATA: Carta Straccia

    Titolo: Carta straccia. Il potere inutile dei giornalisti italiani
    Autore: Pansa Giampaolo
    Editore: Rizzoli  (collana Rizzoli best)

    "Carta straccia" non è un pedante trattato sui media. È un libro carogna, un racconto all'arma bianca, sornione e beffardo, pieno di ricordi. Mette in scena una quantità di personaggi, tutti attori di una recita alla quale ho partecipato anch'io: l'informazione stampata e televisiva, di volta in volta commedia o tragedia. Sono un signore che ha trascorso cinquant'anni nei giornali, lavorando in molte testate con incarichi diversi. Che cosa ho capito della mia professione? All'inizio pensavo che avesse la forza di un gigante, in grado di vincere su chiunque. Poi ho cambiato opinione: in realtà, il nostro è un potere inutile, serve a poco, non conta quasi nulla rispetto a quello politico, economico e giudiziario. Il perché lo spiego in "Carta straccia". Dopo un'occhiata al passato, la mia prima macchina per scrivere e l'apprendistato ferreo imposto da direttori senza pietà, vi compaiono i capi delle grandi testate di oggi. E i misfatti delle loro truppe. La faziosità politica dilagante. Gli errori a raffica. Le interviste ruffiane. Le vendette tra colleghi. Lo schierarsi in due campi contrapposti, divisi da un'ostilità profonda. Il centrodestra, dove si affermano Maurizio Belpietro e Vittorio Feltri, con le campagne di stampa condotte senza guardare in faccia a nessuno. E il centrosinistra, dominato dalla potenza guerrigliera di Ezio Mauro e dalle ambizioni politiche di Carlo De Benedetti, nemici giurati di Silvio Berlusconi". (Giampaolo Pansa).

    lunedì 22 agosto 2011

    SPL 2011/2012 | 5^, Celtic 0 - 1 St Johnstone

    A second-half goal from Dave MacKay gave St Johnstone a shock first win at Celtic Park since 1999.
    ...
    Kris Commons failed to convert from the penalty spot after Saints keeper Peter Enckelman brought down Anthony Stokes in the box in the third minute.
    But St Johnstone eventually broke the deadlock in the 60th minute, with MacKay's shot deflected into the net.
    Celtic's first league defeat means that no Scottish Premier League club has a 100% record.
    The first half was characterised by sustained Celtic pressure, but an inability to convert chances.Saints' keeper Enckelman handed Neil Lennon's side the first of those chances, when he was judged to have brought down Stokes inside the box.

    But the Finn, who escaped a booking, soon made amends, diving to his right to save the resulting penalty kick from Commons.
    That missed opportunity sparked Celtic into life, and Lennon's side enjoyed a spate of first half chances, most created by the industry of Shaun Maloney who set up chances for Commons and Stokes, as well missing an opportunity created by Adam Matthews in the 26th minute.

    But the best chance for the home side came from a set piece, Commons almost making amends for his penalty miss with a terrific curling free kick which came off Enckelman's post five minutes before the break. And Celtic seemed to approach the restart with gusto, Commons ekeing out another chance seconds into the half.

    But it was St Johnstone who took a shock lead on the hour mark.
    A move that began with a Jody Morris drive, which was beaten away by Fraser Forster, then saw MacKay volley towards goal from the right hand side of the box, his shot deflecting off Joe Ledley and past Forster.

    After dominating possession throughout the match, that sucker-punch appeared to stun the Parkhead side, who struggled to regain their tempo.
    Substitute Paddy McCourt, who replaced Commons immediately after the goal, offered a piece of individual skill almost immediately, twisting and turning his way through a wall of blue jerseys in the St Johnstone box before eventually being dispossessed.
    In defence though, Celtic were in disarray, confusion between Daniel Majstorovic and Forster almost allowing Saints substitute Sean Higgins clear through on goal 20 minutes from the end.

    McCourt continued to create chances, a shot five minutes from time coming off the post, the Irishman drawing a free-kick on the edge of the box out of Saints defender Callum Davidson, but Maloney's set piece was marginally off target.

    And a hard-working and resolute St Johnstone defence managed to neutralise a flurry of late chances to secure Derek McInnes's first win of the season and increase the pressure on Celtic ahead of their midweek Europa League tie.

    Sunday, 21 August 2011
    Scottish Premier

    Celtic 0-1 St Johnstone FT
    (HT 0-0)
      • MacKay 60

      mercoledì 17 agosto 2011

      SONDAGGIO in FB: riforma delle province, quale futuro per Crema?

      In seguito all'emanazione del decreto del governo che prevede la riduzione delle province ho lanciato in Facebook un sondaggio con questa domanda e le relative risposte originarie cui se ne possono aggiungere altre a discrezione degli utenti:

      Nel caso le Province di Cremona e Mantova si unissero per creare la "Provincia del Po", Crema ed il Cremasco cosa dovrebbero fare ? ? ?

      •Dare vita ad una nuova "Provincia dell'Adda" con Lodi
      •Chiedere l'annessione a Bergamo
      •Restare a far parte della nuova Provincia

      Quello uscito dal governo sembra un testo "frettoloso" la cui concretizzazione sarà molto difficile perché su ogni provincia da "sopprimere" potrebbero nascere controdeduzioni che consiglierebbero comunque di mantenerla.
      Per non parlare poi di quelle, per così d...ire al limite, come quella di Piacenza che conta attualmente 290.000 abitanti circa (e che potrebbero essere di + in base al censimento che partirà questo autunno).
      Che l'architettura istituzionale/amministrativa meriti una riorganizzazione è ormai palese e condiviso da molti se non tutti.
      Un decreto agostano nato sotto pressione di una situazione economica preoccupante (per non dire peggio) non è il massimo... mi auguro che passata l'emotività del momento, ed una volta convertito in legge il tutto, il parlamento affronti seriamente tutta la questione.

      Nel frattempo andate sulla mia pagina facebook e votate!

      domenica 14 agosto 2011

      SPL 2011/2012 | 4^, Celtic 5 - 1 Dundee Utd

      Celtic continued their 100% run in the Scottish Premier League with a comfortable win against Dundee United.
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      Celtic have taken nine points from their opening three matches in the SPL Anthony Stokes's fourth-minute header was cancelled out by Johnny Russell on the half hour with a close-range strike at the back post.
      Gary Hooper's header gave Celtic a half-time advantage, before a superb second-half strike from Ki Sung-Yeung.

      A 71st-minute Joe Ledley tap-in and a well-worked injury-time effort from James Forrest secured all three points.
      The win puts Celtic one point behind league-leaders Motherwell at the top of the table with nine points from their opening three matches, while United slip to sixth place following last week's draw at home to St Mirren.
      With just four minutes played, a sensational long-distance shot from Kris Commons gave the United keeper Dusan Pernis a scare, resulting in a corner from which Stokes headed in from six yards.
      Celtic keeper Lukasz Zaluska fumbled a Keith Watson cross from the right but Russell couldn't get a foot to it before the Polish keeper pounced to correct his mistake.
      As the half hour mark approached, Ki blasted in a powerful shot from 18 yards, but Garry Kenneth deflected it out for a corner.
      United found the equaliser 14 minutes from the interval when Kenneth miscued a shot that drifted across the face of the Celtic goal for Russell to fire home, unmarked, from 10 yards out.
      Celtic's lead was restored immediately when Hooper benefited from a header that rebounded off the United crossbar and wrong-footed Pernis. The English striker rose highest above the United defence on the goal line and nodded in.
      After the interval, Commons struck the inside of the Pernis's left-hand post, but the ball rebounded back out to safety.
      United continued to look dangerous with a John Rankin long-range free-kick in the 56th minute that curved past the post.
      Scott Robertson crumpled in a heap inside the Celtic penalty area - but referee Craig Thomson was having none of it - then Celtic quickly counter-attacked with Commons laying off to Ki, who blasted in a terrific third goal from 17 yards.
      Willo Flood flighted in a tempting corner that Kenneth headed inches past the Celtic post then, in a flurry of goalmouth activity, Russell was unlucky to see his header deflected out in a similar fashion.
      Hooper powered into the United half on a solo run and struck for goal, but the ball went wide of the target and the former Scunthorpe man was stretchered off moments later after injuring himself in the process.
      United were by no means down and out and continued to press their hosts with efforts from Flood and Russell, but Maloney provided the assist with a neat cut-back from the goal-line to allow Ledley the chance to tap in Celtic's fourth.
      Maloney could have made it five after some clever footwork in the final 10 minutes of the match, but the substitute dragged his shot wide.
      In the final minutes of the match, Rankin forced Zaluska to tip over an angled free-kick from near the goal-line, but United were simply going through the motions before Forrest finished off a well-worked team effort to strike home Celtic's fifth of the day from close range.

      Saturday, 13 August 2011

      Scottish Premier

      Home TeamScoreAway TeamTime
      Celtic5-1Dundee UtdFT
      (HT 2-1)
      • Stokes 4
      • Hooper 33
      • Ki Sung-Yeung 58
      • Ledley 71
      • Forrest 90+1
      • Russell 31

      sabato 13 agosto 2011

      Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): Sulla Movida contemplare le giuste esigenze di tutti nel doveroso rispetto delle regole”.

      CREMA, 13 agosto 2011 – In merito alle polemiche sollevate in settimana, relativamente agli interventi di monitoraggio per il rispetto di norme e regolamenti da parte dei locali notturni e non solo, interviene Matteo Soccini consigliere comunale a Crema per la Lega Nord.

      “Innanzitutto mi preme rimarcare come il rispetto da parte di tutti di norme e regolamenti per l’esercizio di attività aperte al pubblico sia un principio fondamentale del vivere civile di una comunità, ed in tal senso è positiva l’intenzione del vice sindaco Piazzi di procedere ad un monitoraggio della situazione specie laddove siano pervenute segnalazioni da parte della cittadinanza afferma il consigliere leghista Soccini che prosegue Recenti provvedimenti di chiusura di attività rivelatesi irregolari, supportati dalle relazioni della Polizia di Stato, dimostrano la fondatezza di un problema che non poteva rimanere chiuso in un cassetto”.

      Conclude l’esponente leghista: “Come spesso capita la mera applicazione di quanto previsto dalla normativa non è il solo rimedio ad un problema che investe diversi attori in campo. Gli esercenti che devono rendere profittevole la propria attività, gli avventori dei locali che desiderano divertirsi, i residenti che reclamano quiete e gli amministratori pubblici chiamati a tutelare tutte queste esigenze. Un problema complesso che potrà vedere la giusta soluzione ricorrendo al dialogo ed al confronto costante tra le diverse parti, sotto la regia dell’amministrazione comunale.
      In tal senso accolgo con favore l’intenzione dell’assessore al commercio Borghetti di riunire le associazioni di categoria per affrontare il problema.
      Crema, grazie a coloro che hanno investito in bar, pub, locali, ecc., è divenuta negli anni un “polo attrattivo del divertimento” che travalica i confini provinciali; compito di tutti gli attori chiamati in causa supportarlo e svilupparlo nell’interessa comune di tutta la Città”.

      mercoledì 10 agosto 2011

      in ricordo di Gianfranco MIGLIO, a 10 anni dalla scomparsa.

      Nel decimo anniversario dalla morte del Prof. Gianfranco Miglio (11 gennaio 1918 - 10 agosto 2001) ecco un articolo pubblicato su Il Corriere della Sera il 28 dicembre 1975.  
      lll
      Chi vuole governare il paese riconosca il Nord

      Il  presidente della Regione Lombardia in una intervista concessa al settimanale Il Mondo, mi ha recentemente chiamato in causa a proposito dell’idea di una “Padania” politico-amministrativa. È sostanzialmente vero che io pensi a questa prospettiva, e da molto tempo: dagli anni della Resistenza e dall’immediato secondo dopo-guerra, quando mi interessavo al movimento federalista “esterno” che si esprimeva nel foglio Il Cisalpino.
      Ma ciò che già allora mi differenziava da quegli amici - e che mi distingue ora da eventuali compagni di strada - è un divario fondamentale di atteggiamento: io non mi preoccupo affatto di sapere se tale soluzione del “caso italiano” si debba o non si debba realizzare, se cioè sia giusta, bella, buona, e magari “progressiva”: penso sol-tanto che sia inevitabile. Nel senso che, se qualcuno vorrà governare questo Paese, non potrà mai farlo seriamente senza riconoscere che esso non fu mai né sarà mai - per una folla di ragioni - uno “Stato” unitario. Se in certi momenti l’amministrazione “nazionale” è sembrata funzionare, ciò è accaduto perché alcune parti del Paese erano politicamente “in letargo” e nelle altre le forze economico-sociali si autoregolavano, dando luogo - inconsapevolmente e quindi anche casualmente - ad un equilibrio la cui stabilità sarebbe entrata in crisi non appena fossero diventati necessari interventi eteroregolanti.
      Negli anni Cinquanta e nella prima metà dei Sessanta, con una parte dei miei allievi, promossi e condussi una serie di ricerche nel campo della storia delle istituzioni, e sopra tutto della storia amministrativa italiana (ricerche a cui contribuirono poi studiosi di ogni scuola: per esempio anche i Ragionieri) dalle quali fra le molte altre uscirono dimostrate tre cose:
      1) che le differenze “ereditarie” (e quindi non riducibili) - geoclimatiche, economico-sociali, istituzionali eccetera - fra le diverse grandi regioni della penisola, erano molto maggiori di quelle su cui si basava la separazione fra i principali Stati europei;
      2) che la gestione unitaria dello Stato italiano era sempre consistita in un equivoco: cioè in un complesso di norme ed istituti solo formalmente “nazionali”, ma in realtà interpretati ed applicati, in ognuna di quelle grandi-regioni, in modi e misure tanto diversi da togliere ogni valore alla apparente omogeneità;
      3) che le “Regioni” del Titolo V della Costituzione erano unità amministrative la cui dimensione corrispondeva tutt’al più alle esigenze dello Stato ottocentesco: tant’è vero che erano state “inventate” dai tecnici di governo liberali, specialmente piemontesi, tra il 1859 e il 1865: nel 1948 erano già largamente anacronistiche.
      Queste conclusioni furono generalmente accettate dagli specialisti: ma nessuna forza politica si curò di trarre le conseguenze che ne derivavano sul piano operativo. Senonché nel frattempo, sempre sulla stessa linea di considerazioni, sono venute a galla due altre “verità” con le quali sarà davvero difficile evitare di fare i conti.


      La prima riguarda il livello di “degrado” dell’amministrazione pubblica centrale italiana: per chi s’intenda un po’ di questi problemi è ormai chiaro che qui da un pezzo è stato ormai superato il punto del “non ritorno”. Nessuno - neppure la frazione più seriamente auto-ritaria dell’attuale classe politica italiana, e cioè i comunisti - riuscirà a restituire credibilità ed efficienza all’apparato amministrativo centrale di questo Paese. Tale apparato potrà sopravvivere soltanto se (a parte la politica estera e la connessa difesa) abbandonerà ogni illusione di poter gestire il governo-amministrazione in senso stretto, e si limiterà ad assumere (e a svolgere realmente) funzioni di coordinamento e di direzione.
      L’impossibilità di restaurare l’antico modello di governo centrale dipende anche, e in misura essenziale, dalla seconda “verità” emergente: l’aumento accelerato dei servizi e delle prestazioni pubbliche, il continuo accrescersi dei rapporti fra i singoli e fra i gruppi, l’incessante differenziarsi delle esigenze e delle situazioni, rendono sempre più difficile anche alle più efficienti compagini statuali, continuare a gestire “direttamente” il potere, nelle sue diverse manifestazioni. Questo mutamento sfocia nella contemporanea ricerca di una “minore” dimensione ottimale su cui reimpiantare i ruoli tradizionali dello Stato, e di un tipo di funzione coordinatrice (da attribuire a livelli superiori, compreso quello dell’ex-Stato) rispetto al quale il vecchio modello “federale” appare solo un precedente storico. 

      Alla luce di tale sviluppo, se lo Stato italiano appare troppo grande per governare, la Regione è invece troppo piccola. Si dirà che i politici hanno ben altro da fare che ascoltare le diagnosi dei politologhi: ma io sono fermamente convinto che quando il gran polverone sollevato sul “caso italiano” si sarà diradato, si dovrà riconoscere che questo Paese è ingovernabile per le ragioni strutturali di cui mi sono occupato fin qui. 

      Contro questa prospettiva sono state sollevate, tra le altre, due principali obiezioni: una esplicita, l’altra meno. Comincio dalla prima. Si pensa che una aggregazione delle regioni padane (resa ovvia dalla omogeneità geo-politica ed economico-sociale) implichi un disinteresse, o addirittura una ostilità per il Meridione e per i suoi tuttora irrisolti problemi. Pensieri di questo genere avrebbero una parvenza di legittimità se la politica fino ad ora sviluppata a livello nazionale nel confronti degli abitanti del Sud italiano, fosse da questi ultimi giudicata complessivamente soddisfacente. Il che non è (come tutti sanno). In tali condizioni i “meridionalisti”, quando insorgono contro il progetto di aggregazione “padana”, hanno tutta l’aria di difendere non gli interessi dei loro rappresentati ad un autonomo sviluppo, ma soltanto le abitudini, i privilegi e le strutture clientelari in cui si è decomposta fin qui la così detta “politica per il Sud”.

      Allora il ragionamento da fare è questo: non è forse praticamente più produttivo e formalmente più corretto, chiedere alle Regioni in cui il Meridione attualmente si disarticola di raggrupparsi stabilmente per definire prima e poi gestire, in modo finalmente davvero autonomo, le scelte relative al tipo di avvenire verso cui tendere, tutti insieme, classi dirigenti e popolazioni del Sud?
      Considerata la pietosa esperienza dello Stato “nazionale-unitario” - cioè dell’ “ammucchiata”, che, lungi dal contrastare il tradizionale clientelismo, lo ha ad-dirittura esteso al resto del Paese - l’unica esperienza alternativa da tentare è quella costituita dalla consapevole integrazione tra grandi aggregazioni geo-economicamente omogenee: il Nord, il Centro, il Sud (più le due isole autonome). 

      E vengo alla seconda obiezione. Si dice: il presidente Fanti (Guido Fanti, allora governatore dell’Emilia Romagna, ndr) ha lanciato l’idea della “Padania” perché i comunisti controllano già - di fatto o in prospettiva - la maggioranza delle Regioni che in quel progetto dovrebbero essere implicate. Può darsi che sia così. Ma non credo affatto che una attesa di questo genere sia destinata a risolversi in un facile trionfo del “modello orientale”. Io sono convinto che l’ “eurocomunismo” (cioè l’espansione verso ovest attraverso sostanziali modificazioni del tipo di assetto economico-politico in vigore all’Est) costituisca uno sviluppo inevitabile. Ma credo anche che si tratterà di una trasformazione faticosa, tormentosa e pericolosa (per tutti: a cominciare dai comunisti): una trasformazio-ne che troverà i suoi momenti decisivi proprio là dove estesi ceti medi, abituati ad un livello di vita continuamente crescente, sembrano pronti a difendere il controllo di una parte dei mezzi di produzione come un diritto originario e non ad accettarlo come una graziosa concessione del potere politico. 

      Una situazione sociale di questo genere si ha proprio nel “poligono padano”: non certo nel Sud, dove, se non s’aggrega presto una classe politica locale degna di questo nome e sopra tutto autonoma, l’instaurazione di un regime comunista del tipo bulgaro (tanto per fare un esempio), ad un certo pun-to, potrebbe non essere oggettivamente poi molto difficile. Certo, si tratta di rompere con venerate tradizioni sentimentali; ma io credo davvero che sia ora di pensar meno all’“Italia” (che è un’astrazione) e piuttosto invece agli “Italiani”, che sono una realtà concreta. Del resto nelle buone famiglie di una volta, quando le cose andavano male, che cosa si faceva? Il genitore “responsabilizzava” i figli mandandoli a cercare individualmente quella fortuna che, stando tutti in casa, non avevano saputo o potuto trovare.

      lunedì 8 agosto 2011

      SPL 2011/2012 | 3^, Aberdeen 0 - 1 Celtic

      Anthony Stokes scored the only goal of the game as Celtic overcame stiff Aberdeen resistance to record a second league win that came at a price.

      Celtic lost full-back Emilio Izaguirre to a suspected broken ankle after only 15 minutes at Pittodrie. Kris Commons and Aberdeen's Scott Vernon both tested the respective goalkeepers in an exciting first half. Vernon failed to connect in front of goal after the break before Stokes powered in the 74th-minute winner.

      And the victory puts Celtic one point clear of Dundee United and St Mirren at the top of the Scottish Premier League - and with a game in hand - after two wins, although Motherwell would leapfrog them all should they defeat Hearts later.

      Former Cardiff right-back Adam Matthews had been handed his competitive debut for Celtic in place of the injured Mark Wilson, while Daniel Majstorovic was in for the crocked Glenn Loovens. But it was the Dons rearguard, where the experienced Rory McArdle had replacing Clark Robertson, who were under pressure immediately after kick-off.

      A 25-yard Kris Commons drive, pushed comfortably for a corner by on-loan Manchester City goalkeeper David Gonzalez, was the closest they came to making their early pressure tell.
      The Dons settled and worked their way into the game, with Darren Mackie's pace worrying Majstorovic. Peter Pawlett was beginning to give Izaguirre a hard time on the Aberdeen right and a fair but tough challenge left the Honduran writhing in pain before being stretchered off.

      Pawlett's enthusiasm was dampened moments later when he was shown a yellow card for a late challenge on Izaguirre's replacement, Charlie Mulgrew.
      Celtic responded to the loss of last season's player of the year by re-establishing control and Beram Kayal sent a 20-yard drive whizzing over the crossbar as the pressure built once more.

      The Dons threatened on the break and Scott Vernon's low effort from 20 yards was beaten away by goalkeeper Lukasz Zaluska.
      Aberdeen survived some intense pressure to go in level at half time and it was Ki Sung-Yeung who was first to go close after the break with a glancing header that flew a yard wide.
      Vernon missed an opportunity at the other end when strike partner Mackie flashed a ball across the face of goal and the Englishman failed to connect under pressure from Kelvin Wilson.

      A mistake by Richard Foster led to Celtic's breakthrough when the Aberdeen captain was dispossessed by Commons.
      Stokes played it wide to the Scotland winger, whose return ball into the middle was blasted low into the net from 14 yards by the Irishman.
      Gonzalez did well to save with his legs as Celtic substitute James Forrest was put clear behind the defence, but one goal was enough to give the Glasgow side a win they just about deserved.


      Sunday, 7 August 2011
      Scottish Premier
      Aberdeen 0-1 Celtic FT
                                Stokes 74'