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sabato 19 settembre 2015

Buon Compleanno Umberto!


Correva l'anno 1992, avevo appena compiuto 16 anni, e si era alla vigilia delle elezioni politiche che avrebbero portato, per la prima volta, ad una presenza importante in parlamento della Lega Nord.

Tra le numerose tappe di quella campagna elettorale ne ricordo una in particolare, il primo comizio di Umberto Bossi che ascoltai dal vivo a Crema in Piazza Garibaldi.

Da quel giorno iniziò l'interesse, cresciuto negli anni fino a sfociare nella militanza arrivata a quasi tre lustri nel movimento, per gli ideali di libertà, autonomia e federalismo nei quali continuo a credere.

Grazie Umberto e Auguri per il tuo 74esimo Compleanno, per tutto quello che è stato col rammarico di cosa poteva ancora essere fatto se la malattia non avesse incrociato la tua strada e tutti quei parassiti che da essa hanno ottenuto prebende, coltivato interessi e sfasciato il movimento non ne avessero approfittato.

Parassiti (cerchisti per gli "amici") che ancora oggi, in molti casi, infestano il movimento...

lunedì 8 giugno 2015

in MEMORIA di Bruno SALVADORI

Nel 35° anniversario della prematura scomparsa, avvenuta a soli 38 anni in un incidente stradale, un doveroso ricordo di Bruno Salvadori.

“Nascere in Valle d'Aosta o avere antenati valdostani da innumerevoli generazioni non vuole affatto dire che si faccia parte della comunità etnica valdostana. L'ethnie è una scelta perché non può assolutamente essere un atto passivo, ma richiede una lotta costante, con i mezzi di cui ognuno può disporre per la sua difesa e, soprattutto, per la sua proiezione nell'avvenire”

(Bruno Salvadori, "Ethnie": un nuovo modo di concepire la realtà sociale e politica, da L'Union des Valdôtains, marzo 1974)

Bruno Salvadori (Aosta, 23 marzo 1942 – Genova, 8 giugno 1980) è stato un giornalista e politico italiano. Aderente sin dalla giovane età al movimento politico valdostano dell'Union Valdôtaine attraverso la sezione giovanile della Jeunesse Valdôtaine, in cui entrò nel 1965, ha lavorato al SAVT (il sindacato dell'area autonomista) e ha diretto il settimanale del Mouvement, Le peuple valdôtain. Dopo aver ricoperto l'incarico di capo ufficio stampa della Giunta regionale, nel 1978 è stato eletto consigliere regionale, ruolo che ha ricoperto sino alla sua morte, avvenuta sull'autostrada Genova - Ivrea a Voltri, a causa di un incidente mentre era alla guida della sua auto.

Il pensiero politico: l'influenza sull'Union Valdôtaine e la Lega Nord

Teorizzatore dell'autodeterminazione dei popoli (le cosiddette nazioni senza Stato), e dell'appartenenza ad un popolo tramite criteri culturali e non di sangue, portò significativi mutamenti nel pensiero dell'Union Valdôtaine, fino ad allora un partito legato essenzialmente alle famiglie di origine valdostana: l'autonomismo diveniva così una scelta e non una mera tradizione politica.

Teorizzò e riuscì a portare a termine l'unificazione dei movimenti regionalisti, indipendentisti e federalisti della Valle d'Aosta, ricompattando l'UV dopo la fuoriuscita dell'ala progressista (Union Valdôtaine Progressiste, UVP), della quale lui stesso ha fatto parte. Portò progressivamente il pensiero del mouvement ad abbandonare il concetto di allargamento e rafforzamento dell'etnia valdostana (contenuto nello Statuto UV del primo dopoguerra) per arrivare progressivamente al concetto di Europa dei popoli, teorizzato da Émile Chanoux e contenuto nella Dichiarazione di Chivasso.

Sottolineò l'importanza di ottenere una maggioranza assoluta dei seggi in Consiglio Valle tra i soli movimenti autonomisti, nei quali vedeva l'unica via per il perseguimento dell'autonomia speciale valdostana, con uno smarcamento totale dai partiti nazionali italiani.

Le convinzioni federaliste di Salvadori contribuirono a formare il pensiero leghista, e in particolare quello di Umberto Bossi, che successivamente, sulla traccia lasciata da Salvadori, federò i movimenti e i partiti federalisti e indipendentisti del nord Italia.

lunedì 12 marzo 2012

@kremasch | il tweet del 12/03/2012

I voti alla arrivano dalle intuizioni di , dalle capacità dei e dei , e dal lavoro dei !
Non dagli editoriali della domenica!

mercoledì 25 gennaio 2012

Lettera a Umberto Bossi

Caro Umberto,

come tanti fratelli padani ho deciso di scriverti dopo mesi che su tutti i giornali assisto ad un incredibile teatrino di interventi mirati a fare piazza pulita di chi tra i primi ti ha seguito nel “folle” progetto di conseguire la libertà del nostro popolo.

Questi attacchi infangano il nostro movimento, mina...no il tuo progetto e degradano la nostra lotta per l’Indipendenza della Padania ad una questione di poltrone e potere.

Noi vogliamo essere padroni a casa nostra, non nei consigli di amministrazione e sulle poltrone del potere; hai detto “La Lega deve produrre Libertà, non posti”.
Noi vogliamo cambiare, non gestire. Il potere confonde e corrode, il potere romano da duemila anni divide e opprime la Padania.

Solo Tu hai avuto il coraggio di ribellarti quando tutti tacevano, solo Tu col tuo esempio di coraggio e rinunce hai saputo risvegliare il nostro Popolo.
In questo momento difficile, quando il nemico è nell’angolo costretto dalla tua tattica a mostrarsi per la prima volta col suo vero volto tutto unito nel governo Monti, non permettere che divisioni e gelosie facciano fallire ancora una volta il nostro sogno di libertà, regalando a roma la vittoria.

Liberati di coloro che sfruttano il tuo nome per creare divisioni tra i militanti, e infangano per biechi motivi di interessi personali, il nome di chi con te ha lanciato, scrivendoli sui muri, i primi ruggiti del popolo oppresso.


CON BOSSI E MARONI, FINO ALL'INDIPENDENZA!!!


Matteo | Kremàsch

giovedì 19 gennaio 2012

mercoledì 23 novembre 2011

UMBERTO BOSSI | discorso sull'europa

"L’idea nata nel dopo-guerra per scongiurare altre guerre tra Stati Europei sta ora partorendo un mostro che non genererà né democrazia, né stabilità, né vantaggi economici per tutti. Non può generare democrazia perché il suo parlamento non legifera: è l’Europa dei grandi capitalisti. Il popolo, gli artigiani, gli imprenditori, i cittadini non ci sono oggi né tantomeno ci saranno domani, perché non potrà mai nascere un’Europa politica".

"Comunque la si veda, resta il fatto inconfutabile che l’Europa è solo una difesa del mercato europeo, un protezionismo quindi, che come tutti i protezionismi favorisce le grandissime imprese, i grandi affaristi, che hanno come interlocutore lo Stato nazionale. Sono gli stessi poteri che adesso vivono grazie ai soldi dello Stato di cui sono i padroni e che fanno l’Europa monetaria per essere ancora più padroni dello Stato nazionale".

"Le leggi finanziarie degli Stati si ridurranno ad un semplice fax inviato da Bruxelles, dal Consiglio d’Europa, terminale europeo delle cento grandi famiglie europee. Con l’ingresso in Europa, l’Italia non avrà più a sua disposizione la leva monetaria, cioè se gli mancano i quattrini non potrà più stampare altri titoli di stato, per favorire l’economia non potrà più svalutare la moneta, perché gli resterà solo la leva fiscale e i quattrini dovrà toglierli maledettamente e subito dalle tasche dei cittadini, evidentemente aumentando la pressione fiscale".

Umberto Bossi,
sabato 28 marzo 1998
Congresso Federale della Lega Nord

sabato 23 gennaio 2010

Il senatur è già il vincitore

commento "molto interessante" apparsi su "La Stampa" di ieri a firma Marcello Sorgi

La faticosa e per certi versi interminabile sessione della scelta dei candidati governatori delle regioni sta logorando insieme Berlusconi e Bersani, i leader dei due ex partiti a vocazione maggioritaria, che devono rifare i conti con i problemi di costruzione delle coalizioni e di equilibrio di potere e di visibilità dei diversi alleati.Chi invece già adesso, anche prima che la gara cominci, può considerarsi vincitore, è Bossi.

Il leader della Lega ha dichiarato anzitempo le sue pretese e in men che non si dica è riuscito a centrare i suoi obiettivi. Voleva scommettere sulla guida di due regioni al Nord, e l’ha ottenuta. Aveva due candidati scelti da tempo, attrezzati per il bisogno, e li ha piazzati. A guardarli, il candidato Cota e il candidato Zaia sono perfetti esponenti della Lega di governo, costruiti come si costruivano una volta gli aspiranti a incarichi di quel peso, quando ancora i partiti esistevano.Hanno alle spalle un lungo tirocinio locale, un rapporto consolidato con il territorio, si sono fatti strada un passo dopo l’altro, a colpi di risultati parziali che, tranne loro, hanno sorpreso tutti gli osservatori, pronti ogni volta a lanciare l’allarme per la crescita del Carroccio al Nord, dimenticando che l’insediamento stabile della Lega data da più di vent’anni.

Inoltre sono esponenti della seconda generazione leghista, più moderata e meno rivoluzionaria, cattolica e avvezza al buon vicinato con parroci che un tempo invitavano a votare per la Dc, e ora per il partito del Senatur.La designazione di Cota e Zaia non ha sollevato alcuna reazione tra i leghisti: tanto tutti sapevano che toccava a loro e tutti, con Bossi, guardano all’obiettivo finale di un Nord completamente leghistizzato e federativo. Anche il sindaco di Verona Flavio Tosi, accreditato come possibile alternativa a Zaia, s’è guardato bene dal farsi avanti, perché sa che il suo momento verrà solo quando sarà chiamato.

Così Berlusconi, quando i suoi vanno a dirgli che di questo passo la Lega sorpasserà il Pdl nelle regioni settentrionali, un po’ fa finta di ascoltarli, e un po’ li manderebbe a quel paese: infatti la verità che il premier non confesserebbe neppure a se stesso è che la Lega si avvicina di più del Pdl al partito che il Cavaliere avrebbe voluto costruire a sua immagine e somiglianza. E che i leghisti sono spesso più bravi degli azzurri perché - contrariamente alle mode -, sono rimasti autentici politici di professione, formati nell’unica organizzazione che funziona ancora come un partito, dall’ultimo vero leader che si diverte a far politica come si deve.