lunedì 30 gennaio 2017

45 YEARS AGO, NEVER FORGET "BLOODY SUNDAY"


Bloody Sunday (in gaelico: Domhnach na Fola), letteralmente "Domenica di sangue", è il termine con cui si indicano gli eventi accaduti nella città di Derry, Irlanda del Nord, il 30 gennaio del 1972, quando il 1º Battaglione del Reggimento Paracadutisti dell'esercito britannico aprì il fuoco contro una folla di manifestanti per i diritti civili, colpendone 26.

Tredici persone, la maggior parte delle quali molto giovani (di cui sei minorenni), furono colpite a morte, mentre una quattordicesima morì quattro mesi più tardi per le ferite riportate.

Due manifestanti rimasero feriti in seguito all'investimento da parte di veicoli militari.
Molti testimoni, compresi alcuni giornalisti (tra i quali l'italiano Fulvio Grimaldi), affermarono che i manifestanti colpiti erano disarmati.
Cinque vittime inoltre furono colpite alle spalle. Nel 2003 un ex paracadutista inglese confessò di aver sparato a Barney McGuigan, che sollevava un fazzoletto bianco, uccidendolo.

domenica 29 gennaio 2017

i Giorni della Merla


I cosiddetti giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31) oppure gli ultimi due giorni di gennaio e il primo di febbraio. Sempre secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno. Le statistiche meteorologiche disponibili per gli ultimi decenni contrastano con il detto popolare per cui si ipotizza che le temperature medie di un tempo fossero inferiori alle attuali.
L’origine della locuzione “i giorni della merla (o Merla)” non è ben chiara. Ad esempio Sebastiano Pauli pubblica nel 1740 due ipotesi di spiegazione:
“I giorni della Merla” in significazione di giorni freddissimi. L’origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far passare oltre Po un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s’aspettò l’occasione di questi giorni: ne’ quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di farla giugnere all'altra riva. Altri altrimenti contano: esservi stato, cioè un tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne’ quali passò sovra il fiume gelato.
Secondo altre fonti la spiegazione della locuzione deriverebbe da una leggenda secondo la quale, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini, in origine neri come i maschi della stessa specie, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio, tutti grigi a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli femmina ed i piccoli furono grigi. La leggenda, infatti, vuole giustificare in maniera favolistica il forte dimorfismo sessuale che si osserva nella livrea del merlo (turdus merula), che è bruna/grigia (becco incluso) nelle femmine, mentre è nera brillante (con becco giallo-arancione) nel maschio.

Secondo una versione più elaborata della leggenda, una merla era regolarmente strapazzata da gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni, la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo ventotto giorni. L’ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio se ne risentì così tanto che chiese in prestito tre giorni a febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era ingrigito a causa della fuligine del camino, e così essa rimase per sempre con le piume grigie.

Come in tutte le leggende, esiste un fondo di verità: infatti nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo ventinove giorni.
Sempre secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.


immagine tratta da www.viverecremona.it
Nel cremonese, come in tanti altri territori della Lombardia, è tradizione riproporre i canti popolari della merla negli omonimi giorni per rivivere l’antica atmosfera contadina. In particolare ad Annicco, Casalmaggiore, Cornaleto, Crotta d’Adda, Formigara, Gombito, Pizzighettone, Soresina, San Bassano, Sesto ed Uniti, Stagno Lombardo, Trigolo, Pianengo e altri, si usa riunirsi dinnanzi a un grande falò o sul sagrato di una chiesa o in riva al fiume, a seconda della tradizione, per intonare insieme al coro abbigliato con abiti contadini (le donne con gonna e scialle, gli uomini con tabarro e cappello) e degustare vino e cibi tradizionali. I testi delle canzoni differiscono leggermente da un paese all'altro, ma mantengono come denominatore comune i temi dell’inverno e dell’amore. Solitamente il coro gioca con la parte maschile e quella femminile, intonando simpatici battibecchi come nel canto rappresentato a Stagno Lombardo. I giorni della Merla in provincia di Cremona sono il 30, 31 gennaio e 1º febbraio. La leggenda infatti cita che ci fu un gennaio particolarmente mite e in quegli anni i merli erano di colore bianco. Infatti sbeffeggiavano Gennaio per il fatto che l’inverno stesse finendo senza che ci fosse stato un gran gelo. Ciò fece arrabbiare Gennaio che pur essendo verso la fine del mese, si vendicò facendo arrivare un freddo polare… da qui il detto duù t’i dò, öön t’el prumetarò, cioè “due te li do e uno te lo prometterò”, per il fatto che anche Febbraio ci mise del suo. Per il gran freddo i merli, allora bianchi, si dovettero rifugiare all’interno dei comignoli, diventando tutti neri.

articolo scritto per Terre di Lombardia

sabato 21 gennaio 2017

TURISMO | un vero ExtraordinaryCrema Social Flop

Di tanto in tanto escono sui mezzi d'informazione una serie di notizie e dati che riguardano l'andamento del turismo in città.
Raramente gli uni e gli altri sono positivi. Ultimo in ordine di tempo il fatto che l'ufficio turistico sia stato chiuso per tutto il periodo natalizio.
"Un problema conosciuto da tempo, verso il quale non abbiamo fatto nulla, la cui soluzione lasciamo alla prossima amministrazione" è stata la dichiarazione (o per essere precisi il senso vero della dichiarazione) dell'assessore comunale competente.

Ma non è su questo problema che scrivo questo post.
Come ormai tutti abbiamo modo di constatare, negli ultimi, la promozione del turismo ha registrato un'impennata nell'utilizzo dei cosiddetti "social", volendo includere in questo termine i vari Facebook, Twitter, Instagram e via dicendo, il tutto senza dimenticare i siti web.

E Crema??? come presidia la rete la nostra città, o per meglio dire chi l'amministra???

Basta navigare pochi minuti per verificare come la situazione sia parecchio deficitaria.
Partiamo dal social per antonomasia Facebook, al turismo è dedicata la pagina Extraordinary Crema - Visit Crema che vanta addirittura 1.192 like, un numero che definire ridicilo è poco se paragonato ad altre pagine che riguardano, seppur su argomenti diversi la città.

Quanto ai contenuti i post pubblicati non sono altro che semplici condivisioni di contenuti altrui. Decisamente poco...
Perché non compaiono sulla pagina link al sito creato in occazione di Expo che diveva divenire il sito del futuro, vale a dire www.turismocrema.com?

La risposta arriva esplorandolo, nella parte inferione compare ancora il banner che pubblicizza la navetta per l'esposizione di Milano chiusa il 31 otttobre 2015 !?!? Sarà una dimenticanza direte voi, nient'affatto, proseguendo si è invogliati a cliccare sul banner degli eventi ed il pdf che compare è alquanto eloquente, gli eventi presenti sono quelli del 2015!!!

Quasi dimenticavo, esiste anche un profilo su Instagram, o per meglio dire esisterebbe dato che dall'ultima fotografia caricata sono passsate 58 settimane (oltre un anno...).
 
Una situazione che di EXTRAORDINARY non ha nulla, anzi, dimostra come la superficialità e l'approsimazione regni sovrana a palazzo comunale, dove sono sempre prodigi a inserire ovunque gli hashtag #ExtraordinaryCrema, #TurismoCrema, ecc... 

Facilissimo peraltro prevedere come si giustificheranno #QuellidelPD. 
La colpa sarà sicuramente: di chi ci ha preceduto, della regione, delle cavallette, dei marziani, del ghiaccio sulle strade, del PGT, della cippa e della minc...

venerdì 20 gennaio 2017

Maturità, in Puglia record di lodi Tre volte più che in Lombardia


Sono 934 i diplomati con lode in Puglia, solo 300 in Lombardia. Boom di lodi anche in Campania e Sicilia. Eppure i dati Ocse dicono che i quindicenni delle regioni meridionali sono quelli con le performance più basse, mentre al Nord ci sono i risultati migliori.

Un diplomato con lode su cinque in Italia vive in Puglia: anche quest’anno sono gli studenti del Sud a fare incetta dei voti più alti alla maturità, facendo impallidire i risultati degli studenti del Nord. In barba alle classifiche dell’Ocse, che dicono che il Sud arranca in fondo alla classifica delle competenze in matematica e italiano degli allievi 15enni, sono stati 934 i diplomati con lode in Puglia, il 2,6% del totale, un record sui 5.133 di tutta Italia, e 146 in più rispetto allo scorso anno, quando già la regione aveva conquistato il primato della più «encomiata». E anche Campania e Sicilia mantengono le loro posizioni, con rispettivamente 713 (erano 455 lo scorso anno) e 500 (372 nel 2015) diplomati con il massimo dei voti.

Le lodi al Sud e al Nord 

Un boom di 100 e lode che non si registra in altre regioni, soprattutto non al Nord: in Lombardia solo in 300 sono riusciti a conquistare l’encomio, meno di un terzo degli studenti pugliesi; in Emilia Romagna sono stati leggermente di più, 328, ma sempre meno della Calabria, dove 334 ragazzi si sono licenziati col premio più alto. Mentre le prove Invalsi dicono che al secondo anno gli studenti del Nord ottengono punteggi mediamente superiori alla media italiana sia in italiano che in matematica, la mappa dei voti al diploma smentisce: in Veneto sono stati 276 i superbravi, in Piemonte 225, in Toscana 222, in Liguria appena 87, fino ad arrivare al minimo dei 24 lodati nella provincia autonoma di Trento. Cioè la stessa area geografica dove gli studenti di seconda classe, negli ultimi test per valutare le competenze di italiano e matematica, hanno avuto i migliori risultati in assoluto. Mentre la Sardegna, dove alle prove Invalsi di matematica i ragazzini hanno fatto peggio di tutti gli altri studenti italiani, ha comunque conquistato un bottino di 100 maturati col massimo dei voti.

Voti più alti, meno bocciati 

Vero è che i 100 e lode sono aumentati in tutta Italia (+1,1%), e che i voti in generale sono aumentati in tutta Italia, con i 100 passati dal 4,9% al 5,1%, e i risultati più bassi diminuiti (i 60, per dire, sono passati dall’8,6% all’8%). Segno di un miglioramento generale delle performance degli studenti, soprattutto nei licei — dove l’1,9% ha preso la lode e il 7,3% il 100 — ma anche nei Tecnici e nei Professionali, dove aumentano i 100 e i voti sopra il 70. Ma gli scrutini degli studenti del Sud, aree dove secondo l’Ocse gli apprendimenti sono vicini a quelli della Turchia, surclassano quelli del Nord, che insegue la Finlandia.

Il premio al Sud?

La questione non è solo politica, ma anche economica. Dieci anni fa fu introdotto un premio in denaro per i maturati con lode: un assegno ministeriale di mille euro, tagliato poi a circa 600. Agli studenti del Sud viene dato un «aiutino»? «I nostri ragazzi sono davvero bravi — nega Salvatore Giuliano, preside dell’istituto Majorana di Brindisi, con 29 “lodati” —. Anzi, ho notato una particolare severità nelle commissioni: chi aveva 25 punti di credito e la media più alta del 9 non ha avuto la lode». E com’è possibile che a 15 anni i ragazzi siano scarsi e poi diventino geni? «Le statistiche verificano solo italiano e matematica — rivendica Giuliano — e poi quella è l’età critica, in cui c’è la percentuale più alta di bocciati e rimandati. Dopo, chi supera lo scoglio emerge». Eppure la Puglia risulta anche la regione con più promossi d’Italia (75,6%), subito dopo l’Umbria (75,7%) e prima della Calabria (74,5%).

«Al Nord siamo rigorosi»

I prof del Sud meno severi? «Non credo — replica Patrizia Grima, che insegna latino e greco del classico Flacco di Bari —. L’eccellenza parte da lontano, e quando i ragazzi studiano seriamente è importante che ci sia chi lo riconosce e lo valorizza». Questione di diversità di sistema? «Non conosco quello del Sud- spiega Chiara Fornaro, vicepreside del D’Azeglio di Torino- ma il nostro è sicuramente rigoroso e mette gli studenti alla prova, preparandoli alle difficoltà che incontreranno».

Articolo tratto da www.corriere.it

lunedì 16 gennaio 2017

STORIE ITAGLIANE | Saviano con obbligo d'acquisto

In un primo momento ho pensato fosse un fake come tanti, come ipotizzato dall'amico Gianluca Pini, poi è saltata fuori la conferma dell'originalità di questa circolare che si poteva trovare (oggi è stata tolta solo dopo che il bubbone è scoppiato...) sul sito dell'istituto in questione: www.liceoclassicoforli.gov.it


Che una scuola informi gli studenti della presenza in città, in questo caso a Forlì, di uno scrittore per poi organizzare un incontro con lo stesso è cosa non nuova che non sarebbe nemmeno una notizia.
Quello che suona molto male è OBBLIGARE gli studenti all'acquisto del libro. Robe da MINCULPOP...


Mi auguro che il tutto sia avvenuto all'insaputa di Saviano e dei suoi collaboratori, in caso contrario se ne dovrebbe vergognare.
Quanto al dirigente scolastico che ha redatto e firmato la circolare un bel periodo a pulire i cessi della sua scuola non gli farebbe male...