veduta del "Parco del Moso" |
CREMA, 2 aprile 2011 – In settimana è stato presentato in consiglio comunale a Crema un odg dal titolo “PER LA DIFESA DEL RUOLO DEI COMUNI NELLE AREE PROTETTE LOMBARDE”, sottoscritto anche dal consigliere della Lega Nord Matteo Soccini che ne spiega le motivazioni.
Conclude il consigliere leghista: “In un momento nel quale sul tavolo amministrativo della città si presentano proposte di forte impatto sul territorio, come ad esempio nuove tangenziali a nord del centro urbano ed insediamenti commerciali all’interno dei confini del Parco del Moso, la mia firma in calce all’odg vuole anche essere un segnale di come tali progetti non riscuotano un mio particolare favore”.
di seguito il testo dell'ordine del giorno:
PER LA DIFESA DEL RUOLO DEI COMUNI NELLE AREE PROTETTE LOMBARDE
Regione Lombardia sta discutendo un Progetto di Legge di modifica della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 e cioè il Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale.
Si tratta di una proposta che va a incidere sulle forme di gestione delle aree protette della nostra regione di cui a nessuno sfugge il ruolo fondamentale di presidio svolto in questi decenni per la conservazione della biodiversità e per uno sviluppo sostenibile dei territorio.
Un ruolo, quello delle aree protette, che oggi avrebbe bisogno di una rivisitazione non prettamente gestionale ma, sopra ogni cosa, di progetto con il passaggio dalla fase “conservativa” alla fase “propositiva” e sostenibile.
Regione Lombardia attraverso la Delibera Regionale 1243 del 1° febbraio 2011 che approva la proposta di modifica della LR 86/1983 intende intervenire sulla forma gestionale dei Parchi lombardi, sulla loro conformazione territoriale, sul ruolo diverso dell’Ente Locale e nella materia pianificatoria.
Soprattutto, la lettura articolata della proposta di legge evidenzia in vari punti del testo che il ruolo della Regione nella gestione delle aree protette è decisamente rafforzato, in controtendenza con i principi del federalismo e della sussidiarietà che in questa materia hanno da sempre caratterizzato le politiche della Regione Lombardia già dal 1983.
Infine, le proposte avanzate sono state valutate da ANCI e UPL inadeguate al tema trattato ed alla situazione attuale ed è in discussione pertanto l’adeguatezza della proposta alle sfide che attendono le aree protette.
Tutto questo premesso
Considerato che le competenze e le esperienze maturate nelle Aree Protette potrebbero guidare approcci innovativi con il coinvolgimento permanente delle comunità locali;
Constatato che l’attuale “modello lombardo” dei parchi istituito con la L.R. n. 86 del 1983, ha saputo fino ad oggi fare storia a livello nazionale, grazie anche al ruolo fondamentale da sempre riconosciuto ai Comuni, veri protagonisti della governance territoriale locale;
Appurato che tale modello ha anticipato le ragioni federaliste, sviluppando il principio di sussidiarietà su cui si basano la Costituzione Italiana, lo Statuto Lombardo e le politiche regionali;
Preso atto inoltre che la maggior parte delle risorse economiche dei parchi lombardi deriva dalla contribuzione degli Enti Locali che ne fanno parte e che in essi si riconoscono;
Visto quanto acclarato nella deliberazione n. 54 del 28 settembre 2010 “Ordine del giorno concernente il Programma Regionale di Sviluppo della IX Legislatura: Centralità dei Comuni nella governance dei Parchi Lombardi” con cui il Consiglio Regionale della Lombardia all’unanimità impegnava la Giunta Regionale a:
- riconoscere, nel compimento dell’azione di semplificazione e riordino normativo a livello regionale in richiamo al PRS, la centralità dei Comuni nella governance dei parchi lombardi, coerentemente con la legislazione statale di principio, promuovendone il protagonismo ed assicurando loro un ruolo determinante e non minoritario;
- garantire, a tutela del territorio, la salvaguardia della consistenza attuale delle aree protette lombarde ed il mantenimento del compito di pianificazione territoriale e paesaggistica delle aree in esso contenute;
IL CONSIGLIO COMUNALE
CHIEDE
Nella predisposizione di una revisione della Legge Regionale n.86 dela 30 novembre 1983, come oggi in discussione:
che vi sia la rinuncia all’idea di centralismo regionale nella gestione delle aree protette riconoscendo invece un rafforzamento del ruolo di Comuni e Province, in una vera strategia di sussidiarietà;
che venga pertanto mantenuto il ruolo forte e decisivo dei Comuni nella gestione delle aree protette e nelle decisioni che riguardano i propri territori;
che non siano modificate se non in forma estensiva le aree di pertinenza delle aree protette attuali;
che venga ribadita l’attuale gerarchia degli strumenti pianificatori, confermando che gli atti di pianificazioni esistenti all’oggi sono già varianti ai piani territoriali di prima formazione.
IMPEGNA
Il Presidente del Consiglio Comunale ad inviare copia dell’ordine del giorno al Presidente del Consiglio Regionale, al Presidente di Regione Lombardia, ai capigruppo consiliari delle forze politiche presenti in Consiglio Regionale.