Col seguente articolo inizia la mia collaborazione con "La Voce del Nord", buona lettura.
Sul sito www.huffingtonpost.it è apparso in articolo dal titolo molto chiaro
“L’autonomia secondo il PD”, un testo che in poche righe esprime il pensiero
del partito oggi di Zingaretti e ieri di Renzi (cui si deve la riforma costituzionale,
poi bocciata dal referendum, che restringeva di molto le autonomie n.d.r.) su
un tema molto sentito in particolare da lombardi e veneti.
Cosa si evince dallo scritto? Semplicemente che l’autonomia
secondo il PD non è la vera autonomia chiesta dai 5.000.000 di elettori che
hanno votato a favore dei referendum del 22 ottobre 2017. In particolare gli
estensori del testo già dalle prime righe vanno già al nocciolo della questione
affermando che: “Le suggestioni leghiste
di istituire nuove Regioni a statuto speciale o di trattenere sui territori i
cosiddetti residui fiscali hanno avvelenato il confronto di questi mesi,
rendendo impossibile qualsiasi concreto passo in avanti.”
In altre parole, la cassa non si tocca e deve gestirla
sempre Roma, come è esplicitato nel passaggio che ribadisce come: “Per quanto riguarda l’attribuzione di
risorse, riteniamo sia da escludere decisamente qualsiasi ipotesi fondata sul
criterio della spesa media procapite – che finirebbe per accentuare i
divari territoriali già esistenti – mentre riteniamo necessario individuare,
oltre al criterio della “spesa storica”, meccanismi che consentano a tutte le
regioni di beneficiare, secondo un principio di solidarietà, di una parte dei
vantaggi (anche di carattere finanziario) del recupero di efficienza connessi
all’autonomia.”
Un modo come un altro per dire al Nord “taci e paga!” e se
risparmi denaro mantenendo buono i livelli dei servizi ai tuoi cittadini quei
risparmi dovranno finire a chi non è capace nemmeno di svuotare i cassonetti
della propria “monnezza” (ogni riferimento alle perenni crisi dei rifiuti di
Roma, Napoli e Palermo è assolutamente voluto…).
Per il resto il testo prosegue con le solite formule tanto
care ad una certa sinistra che di evolversi verso modelli di “progressismo”
come quelli catalano e scozzese non ne vuole sentire, basta leggere le prime
righe dove si afferma che: “Proponiamo un
modello di autonomia giusta, che rispetti i principi di solidarietà su cui si
fonda la Repubblica, “una e indivisibile”, e che miri al miglioramento e
all’efficienza dei servizi nell’intero Paese.”
Delle ataviche inefficienze, degli sprechi, degli sperperi, delle
clientele, dell’assistenzialismo, eccetera, eccetera, che attanagliano le
regioni meridionali, nonché delle possibili soluzioni di cui necessitano
veramente i cittadini onesti del sud nessuna traccia. Peccato, ennesima
occasione sprecata.