venerdì 19 luglio 2019

POLITICA | L’autonomia “secondo il PD” non è vera autonomia.


Col seguente articolo inizia la mia collaborazione con "La Voce del Nord", buona lettura.

Sul sito www.huffingtonpost.it  è apparso in articolo dal titolo molto chiaro “L’autonomia secondo il PD”, un testo che in poche righe esprime il pensiero del partito oggi di Zingaretti e ieri di Renzi (cui si deve la riforma costituzionale, poi bocciata dal referendum, che restringeva di molto le autonomie n.d.r.) su un tema molto sentito in particolare da lombardi e veneti.

Cosa si evince dallo scritto? Semplicemente che l’autonomia secondo il PD non è la vera autonomia chiesta dai 5.000.000 di elettori che hanno votato a favore dei referendum del 22 ottobre 2017. In particolare gli estensori del testo già dalle prime righe vanno già al nocciolo della questione affermando che: “Le suggestioni leghiste di istituire nuove Regioni a statuto speciale o di trattenere sui territori i cosiddetti residui fiscali hanno avvelenato il confronto di questi mesi, rendendo impossibile qualsiasi concreto passo in avanti.”

In altre parole, la cassa non si tocca e deve gestirla sempre Roma, come è esplicitato nel passaggio che ribadisce come: “Per quanto riguarda l’attribuzione di risorse, riteniamo sia da escludere decisamente qualsiasi ipotesi fondata sul criterio della spesa media procapite – che finirebbe per accentuare i divari territoriali già esistenti – mentre riteniamo necessario individuare, oltre al criterio della “spesa storica”, meccanismi che consentano a tutte le regioni di beneficiare, secondo un principio di solidarietà, di una parte dei vantaggi (anche di carattere finanziario) del recupero di efficienza connessi all’autonomia.”

Un modo come un altro per dire al Nord “taci e paga!” e se risparmi denaro mantenendo buono i livelli dei servizi ai tuoi cittadini quei risparmi dovranno finire a chi non è capace nemmeno di svuotare i cassonetti della propria “monnezza” (ogni riferimento alle perenni crisi dei rifiuti di Roma, Napoli e Palermo è assolutamente voluto…).

Per il resto il testo prosegue con le solite formule tanto care ad una certa sinistra che di evolversi verso modelli di “progressismo” come quelli catalano e scozzese non ne vuole sentire, basta leggere le prime righe dove si afferma che: “Proponiamo un modello di autonomia giusta, che rispetti i principi di solidarietà su cui si fonda la Repubblica, “una e indivisibile”, e che miri al miglioramento e all’efficienza dei servizi nell’intero Paese.”

Delle ataviche inefficienze, degli sprechi, degli sperperi, delle clientele, dell’assistenzialismo, eccetera, eccetera, che attanagliano le regioni meridionali, nonché delle possibili soluzioni di cui necessitano veramente i cittadini onesti del sud nessuna traccia. Peccato, ennesima occasione sprecata.