sabato 28 febbraio 2009

è nato il Circondario Cremasco

Questa mattina nella Sala degli Ostaggi del Palazzo Comunale di Crema si svolta l'assemblea dei sindaci del nascente Circondario Cremasco.

I sindaci sono stati chiamati ad eleggere presidente ed ufficio di presidenza dell'organo (i nomi li lascio alla lettura dei giornali di domani). Voglio con piacere sottolineare il passaggio del discorso del sindaco di Crema Bruttomesso nel quale ha dato merito al vicepresidente provinciale Alloni ed all'assessore di Crema Giovinetti per l'impegno profuso nella realizzazione di questo progetto.
Un merito (pienamente condiviso dal sottoscritto) che dimostra tra l'altro come persone di diversa estrazione politica possano riunirsi oltre gli schieramenti per la realizzazione del bene comune.

Terminata la cronaca della giornata una piccola riflessione sul circondario.

Da sempre la Lega ha sostenuto l'importanza della sua creazione come embrione di quella tanto agognata autonomia da cremona (nel nostro piccolo ha portato alla creazione 12 anni fà di una Segreteria Provinciale a Crema, totalmente autonoma...).
Un'autonomia che dobbiamo aumentare allargando i poteri effettivi dando la possibilità in futuro di incidere sulla destinazione di una parte delle risorse economiche a disposizione della provincia.
Questo soprattutto nell'ottica del prossimo federalismo fiscale col quale aumenteranno le risorse a disposizione delle autonomie locali.
Quando ai numerosi "scettici" che circolano nelle nostre terre il modo migliore per dimostrargli la bontà del progetto non è altro che far funzionare il circondario stesso.

mercoledì 25 febbraio 2009

QUOTE LATTE: VIA LIBERA IN COMMISSIONE AGRICOLTURA AL DECRETO

di seguito una "nota" pubblicata oggi alle 19:52 su FACEBOOK dal ministro Luca ZAIA

SONO STATI APPROVATI IMPORTANTI EMENDAMENTI

Tra gli emendamenti, sono stati approvati all'unanimita' sia quello che prevede una dotazione di 230 mln di euro per il Fondo di Solidarieta' Nazionale, sia quello che proroga al 31 dicembre 2009 le agevolazioni previdenziali e assistenziali per le zone svantaggiate e montane."Siamo riusciti nel tentativo di migliorare un testo gia' buono'' Cosi' ha commentato il presidente della Commissione agricoltura Paolo Scarpa Bonazza.

venerdì 20 febbraio 2009

QUOTE LATTE: NON E' UN DECRETO PER FURBI

di seguito una "nota" pubblicata oggi alle 16:30 su FACEBOOK dal ministro Luca ZAIA

"Invito, ancora una volta, tutti gli allevatori a farsi spiegare bene cosa sta accadendo in Senato in merito al decreto sulle quote latte, come funzionerà il Fondo per la ristrutturazione dei debiti e, infine, a leggere attentamente il provvedimento. Vorrei che si capisse una volta per tutte che il vero nemico è il mercato. E per combatterlo non ci si può presentare in ordine sparso; bisogna fare fronte comune. Non si può chiedere di non aumentare la produzione per evitare il crollo dei prezzi, e contemporaneamente reclamare nuove quote, che equivalgono a nuova mungitura: c’è una evidente contraddizione.Ho il massimo rispetto per chi protesta e ribadisco la mia disponibilità ad ascoltare le istanze di tutti. Ma non posso accettare una contestazione che nasce da una diceria messa in giro da qualcuno: che, cioè, questo decreto vada a vantaggio solo di pochi privilegiati. Lo ripeto: non è un decreto per furbi. Dire che riguarda solo 1000 aziende è una bugia, come pure affermare che si tratta di una sanatoria: per la prima volta nella storia dell’agricoltura, il pagamento delle multe avverrà con un interesse tra il 6 e il 6,5 per cento. Una bella differenza rispetto al 2003, quando fu prevista una rateizzazione ad interessi zero.Riguardo al Fondo di ristrutturazione dei debiti, tra le priorità che mi sono prefisso per questo decreto c’era quella di aiutare i produttori che sono in difficoltà e che hanno sempre operato nella legalità. Il fondo l’ho voluto inserire io nel provvedimento, quindi mi stupisce che oggi divenga il vessillo dei contestatari ad oltranza.Il decreto è un po’ come la Pietà di Michelangelo: il capolavoro nasce dalla limatura della pietra in eccesso. Sempre restando nella metafora, abbiamo dato corpo a una statua i cui contorni sono ben delineati, ma non escludiamo che si possa perfezionare. Certo è che non metteremo i piedi al posto della testa."

la dedico a tutti i "politicanti leccalatte" che popolano la fauna politica regional/provinciale...

il futuro di SCRP e non solo

In un post passato scrissi che avrei affrontato il tema delle società pubbliche e delle loro prospettive future.
Per vari motivi giungo solo ora a buttare giù queste righe dopo aver riflettuto e osservato gli avvenimenti delle passate settimane. Premetto che sono semplici pensieri senza particolari pretese se non quello di iniziare a parlare seriamente del futuro delle società ex-municipalizzate operanti nel cremasco.

Al centro dell’interesse di tutti ritengo debba porsi ovviamente la SCRP, in quanto società principale e fulcro attorno alla quale ruotano tutte le altre società ad essa collegate come la SCS Servizi Socali, la SCS Gestioni (quella andata in Linea Group), la SCCA (quella del teleriscaldamento), nonché la futura società unica provinciale dell’acqua (Cremona Acque? Ex Padania Acque).
Innanzitutto sarebbe opportuno definire in maniera semplice e chiara quale debba essere la “missione” della società. A mio avviso questa missione può essere contenuta in pochissime righe e non in chilometriche dichiarazioni di intenti contenenti di tutto.

Cosa scriverei?
Ecco qua: “La Società Cremasca Reti e Patrimonio si deve porre come il centro di raccolta ed implementazione di quella serie di attività miranti ad offrire, ai comuni associati, tutta una serie di servizi fondamentali per migliorare la gestione quotidiana dell’attività degli stessi, avendo come obbiettivo finale quello del servizio ai cittadini. Tale operatività dovrà essere attuata sul principio della comunanza di interessi del territorio e della mutualità tra gli enti partecipanti. Gli investimenti in attività diverse dal mero servizio ai comuni dovranno essere implementate, se economicamente redditizie, come fonte di finanziamento per poter continuare ad offrire ai comuni quelle precedentemente menzionate.”
Poche righe, magari insufficienti e criticabili, ma certamente qualcosa su cui si potrebbe iniziare a discutere…
In fondo di interventi “propositivi” sulla SCRP ne ho letti pochissimi.

Quanto alle altre ritengo che il quadro complessivo dovrebbe essere oggetto, ove possibile, di una semplificazione.
Tanto per fare un esempio parliamo della SCS Servizi Locali.
Oggi questa è partecipata dalla Cremasca Servizi (vale a dire Comune di Crema) per il 35% e per il restante 65% dalla SCRP che a sua volta ha tra gli azionisti lo stesso comune di Crema per circa il 25%… non sarebbe più semplice fare in modo che la SCS sia “tutta” di SCRP!
Perché non pensare alla cessione del 35% di SCS dalla Cremasca Servizi alla SCRP in cambio di un aumento della quota del comune di Crema in quest’ultima?
Lo stesso si potrebbe fare per le quote di Linea Group dove il cremasco conta per circa il 14% ripartito tra un 5% in Cremasca Servizi e il restante in SCRP.
Così facendo l’SCS servizi locali potrebbe divenire il vero “braccio operativo” della SCRP.

Questa strada di semplificazione potrebbe essere seguita anche per la partecipazione del pubblico nella SCCA (il teleriscaldamento).
Nel caso fosse intrapresa la strada che ho indicato, per questa società ci troverenno di fronte ad un bivio. Tutto il 52% in mano alla SCRP oppure una cessione di quote alla Cremasca Servizi.

Credendo nella bontà del progetto, ed in considerazione del fatto che già oggi il comune di Crema è proprietario (direttamente e/o indirettamente) di poco meno del 27% della SCCA, dovrebbe essere presa in esame l’ipotesi che Crema “acquisti” il restante 25% dagli altri comuni, divenendo l’unico azionista pubblico del progetto teleriscaldamento, facendo così cadere tutte le rimostranze emerse nei mesi passati dai ducatini e principati vari…
Ovviamente se questa strada dovesse trovare compimento nessuno venga a reclamare domani quando Crema incasserà gli utili del teleriscaldamento, nonché una forte plusvalenza in caso di cessione della sua partecipazione ad un altro soggetto.

In ultimo due righe sulla società unica dell’acqua (la futura Cremona Acque???) doveva nascere entro la fine del 2008, poi entro fine di febbraio 2009, adesso si parla di giugno…
Al di là della data di nascita, importante ma secondaria, la domanda che mi pongo è: tutti i soggetti interessati sono informati di quanto sta accadendo? In che fase si trova il processo di nascita della società? Purtroppo della questione si è scritto solo per il solito scontro sulle poltrone tutto interno al PD e dintorni. Garatti si! Garatti no! Torchio contro Alloni! Alloni contro Torchio! PD cremasco contro PD cremonese! PD cremonese contro PD cremasco!
In tutto questo i cittadini che fine anno fatto? A voi la risposta…

giovedì 19 febbraio 2009

prefetti & province



Leggo su la Cronaca di oggi che l'amico Martino Boschiroli si pone alcune domande su cosa ne pensi la Lega Nord dell'eventuale abolizione di prefetture e province. Sulle prime la posizione del mio movimento è chiara e semplice da moltissimi anni ed è per la totale abolizione di questo strumento di controllo statale di origine napoleonica, le cui funzioni potrebbero essere tranquillamente essere trasferite a sindaci, presidenti di provincia, governatori e questori.
Con una battuta chiedersi se la Lega è per l'abolizione delle prefetture è come porsi il dubbio se un esponente dell'Udc crede in Dio.

Quanto alla questione delle province invece la Lega è nettamente contraria alla loro abolizione in quanto ritiene che esse abbiano oggi, e potranno avere in futuro, un ruolo importante di coordinamento e unione delle realtà amminilstrative più piccole come i comuni.

Il problema di questi enti, così come delle regioni e dei comuni, è la palese disparità nella gestione delle risorse economiche tra gli enti del nord e quelli del sud. E' fatto risaputo come esistono province con un numero di abitanti pari alla nostra abbiano finanche il triplo dei dipendenti e nonostante questo forniscono servizi scadenti. Il vero spreco di denaro pubblico è in queste disparità frutto di decenni di clientele che il progetto di federalismo fiscale all'esame del parlamento mira a cancellare.

Inoltre coloro che propugnano l'abolizione delle province dovrebbero dire chiaramente cosa intendono fare dei dipendenti di queste. Li vogliono licenziare? oppure saranno semplicemente trasferiti a comuni e regioni, trasferendo anche i costi? E le buche nelle strade oggi provinciali? Non saranno più tappate oppure i costi per farlo si trasferiranno da un centro di spesa ad un altro? Ai cittadini darsi da soli la risposta che appare scontata...

domenica 15 febbraio 2009

1159, NOI NON DIMENTICHIAMO!

Ecco perché chiunque si dica vero cremasco
non può amare che la sua città!

NOVEMBRE 1158: Dopo un periodo di disordini che lo tennero impegnato a lungo in Italia, Federico detto “il barbarossa” convocò a Roncaglia una dieta alla quale parteciparono principi, vescovi, consoli e insigni giuristi provenienti da Bologna. L’imperatore puntava al riconoscimento, anche sul piano giuridico, dei diritti accampati dall’impero sui territori del nord Italia, e ci riuscì. Divenne così il sovrano di contee, marchesati e ducati nonché supremo magistrato e quindi amministratore della giustizia. Lui solo poteva innalzare mura, battere moneta e imporre tasse.

Seppur votate all’unanimità le decisioni prese a Roncaglia furono di difficile applicazione e anzi suscitarono violente opposizioni. Piacenza, che vi si oppose, ebbe accorciate le mura e riempiti i fossati. Crema aveva invece cacciato i legati imperiali…

7 LUGLIO 1159: undicimila marchi. Questo fu il prezzo che i cremonesi, i più fedeli servitori dell’impero tra tutte le città italiane, offrirono a Federico affinché assalisse e distruggesse Crema.Le milizie cremonesi furono presto raggiunte sotto le mura cremasche dalle truppe imperiali cui si aggiunsero poi l’esercito di Enrico “il leone”. Crema poteva contare sull’aiuto di 400 fanti Milanesi comandati dal console Manfredi Dugnano. Iniziava un assedio che si sarebbe protratto per ben otto mesi e che avrebbe mostrato tutto il valore della città.

L’assedio di Crema è sicuramente da annoverare tra quelli più famosi che ricordi la storia sia per l’eroismo dei difensori che per la crudeltà dimostrata dall’imperatore.

Giorno dopo giorno la città era bersagliata da una pioggia di massi scagliati da macchine appositamente costruite e doveva resistere a vari tentativi d’assalto delle truppe imperiali. I cremaschi non cedevano e anzi sotto la guida dell’architetto Marchisio controbattevano colpo su colpo usando altri macchinari da lui diretti. Di tanto in tanto poi alcune audaci sortite facevano registrare perdite tra le fila degli invasori. Mese dopo mese l’irritazione del Barbarossa si faceva evidente, fino a sfociare in un atto di spregevole bassezza che non potrà mai togliere la parola disonore dalla sua figura. Fece costruire dai suoi alleati cremonesi, una gigantesca torre di legno cui legò sul davanti numerosi ostaggi Cremaschi e Milanesi. Egli era convinto che i difensori non avrebbero mai osato colpire i propri concittadini facendo così arrivare l’enorme macchina a contatto con le mura dando il via alla presa della città.
Si sbagliava…

Non appena fu chiara ai cremaschi la situazione, un senso di angoscia li prese e cadde il silenzio. Ad un tratto una voce si levò: era quella di un cremasco che aveva riconosciuto fra gli ostaggi i suoi figli:

“Fortunati coloro che muoiono per la patria e per la libertà. Non temete la morte, che può renderci liberi. Se voi foste giunti alla nostra età non l’avreste voi disprezzata come facciamo noi”.

Uccidere padri, figli e fratelli divenne il tragico passaparola sulle mura. Partirono nugoli di frecce e pietre tra le maledizioni lanciate nei confronti dell’imperatore il cui piano fallì. La torre infatti fu sul punto di sfasciarsi e venne ritirata. La vendetta cremasca non si fece attendere: i prigionieri tedeschi, cremonesi e pavesi furono trascinati sulle mura e impiccati. La risposta del Barbarossa fu la forca per altri nove cremaschi.Nel frattempo i milanesi cercavano di alleggerire l’assedio di Crema impegnando gli imperiali sul lago di Como e stringendo alleanza con i piacentini, anch’essi messi al bando.

IL TRADIMENTO: a far pendere la bilancia della vittoria dalla parte dell’imperatore e dei suoi servi fu il cruciale tradimento di Marchisio che, allettato dall’oro offerto da Federico, privò i cremaschi di una personalità importante e anzi permise agli imperiali di scardinare i sistemi difensivi che egli ben conosceva.Vennero costruite alcune torri molto alte sulla cui cima stavano appostati i balestrieri con il compito di coprire soldati scelti ed ausiliari intenti nel distendere lunghi pali attraverso i quali sarebbero potuti arrivati alle mura. La difesa degli assediati fu veramente drammatica. Dopo una giornata di scontri violentissimi i cremaschi si ritirarono nella cinta interna della città per difendersi ulteriormente.La situazione era gravissima e la resa sembrava l’unica strada da intraprendere. Venne richiesto l’intervento del Patriarca Pellegrino di Aquileia affinché col suo potere ottenesse una resa accettabile.

25 GENNAIO 1160: ventimila cremaschi abbandonarono la città successivamente invasa dall’esercito imperiale il quale la saccheggiò e la incendiò.

I cremonesi si accanirono sulle briciole gioendo per la rovina della nemica Crema dimostrando quale fosse l’odio che teneva divise le due comunità.

Otto mesi erano passati dall’inizio dell’assedio. Otto mesi in cui una comunità dimostrò tutto il suo valore, la sua tenacia, il suo essere esclusivamente e inequivocabilmente “unica”, non assimilabile a qualsivoglia vicino (per primo i cremonesi). Così come venne abbattuta, col tempo Crema rinacque e la sua gente non smise mai di riconoscersi in lei. Così era allora, così è adesso e così sarà per sempre!

Urgugliùs da ès Kremàsch!

vessilli nella storia di Crema


Regno Lombardo Veneto



Lombardia Orientale I



Lombardia Orientale II




Repubblica di Venezia

sabato 14 febbraio 2009

Europee, Mastella corre con il Pdl


ROMA - Il segretario dell'Udeur, Clemente Mastella, sarà candidato alle europee nella lista del Pdl. Lo rende noto un comunicato che formalizza le indiscrezioni dei giorni scorsi e nel quale si puntualizza che il sodalizio tra Pdl e Udeur verrà esteso anche alle elezioni amministrative in Campania, dove i due partiti presenteranno candidati comuni.

L'ex Guardasigilli replica seccato a chi insinua che il premier, Silvio Berlusconi, abbia in qualche modo saldato il debito con chi, di fatto, ha provocato la caduta di Prodi: «Chi dice questo è un farabutto».

io non lo dico...

ma lo penso!

parola di farabutto kremasco

Comunicato Stampa - CAPPELLA CANTONE: Presentata anche a Crema la mozione che chiede nuove norme sulle discariche.


CREMA, 13 Febbraio 2009 – Nella giornata di martedì la Lega Nord ha presentato in consiglio comunale a Crema, per iniziativa dei suoi consiglieri Felice Tosoni e Matteo Soccini, una mozione identica a quella depositata in provincia che ha raccolto il favore di larga parte del consiglio provinciale di Cremona svoltosi a Soresina lo scorso sabato (convocato per discutere dell’annosa questione del progetto di una discarica di amianto in località Cappella Cantone n.d.r.).

Il documento, nella sua parte finale e politicamente più importante impegna, la Giunta comunale a sollecitare il Consiglio regionale della Lombardia affinché adotti un progetto di legge di modifica dell’attuale ordinamento in materia di rifiuti che:
a)introduca una sostanziale pianificazione pubblica anche per i rifiuti speciali che contemporaneamente garantisca gli interessi degli imprenditori privati e le necessità di tutela del territorio da parte degli enti locali;
b)definisca con certezza la suddivisione delle competenze fra Regione e province in materia di pianificazione dei rifiuti speciali, lasciando a quest’ultime il compito di decidere la localizzazione e la capacità ricettiva degli impianti;
c)creare dei meccanismi ad hoc per favorire la sussidiarietà orizzontale fra province.

“La decisione di presentare anche a Crema la mozione sulle discariche che i nostri consiglieri hanno portato all’attenzione della provincia nasce dalla considerazione che una tale battaglia debba ricevere il sostegno del maggior numero di istituzioni locali possibile – afferma il Segretario Provinciale Matteo Soccini, che aggiunge – purtroppo l’attuale legislazione è troppo indefinita nel delineare le competenze di regione ed enti locali. Una confusione che genera solo una batti e ribatti tra amministrazioni improduttivo ed inconcludente. Inoltre per come è strutturata la normativa attuale vi sono troppi spazi nei quali interessi particolari contrari al bene comune possono inserirsi. L’augurio è che la proposta possa raccogliere in consiglio comunale un consenso pari a quello ricevuto martedì scorso dalla mozione sugli 850 anni dall’assedio del Barbarossa”.

mercoledì 11 febbraio 2009

Krèma, 7 luglio 1159

Nella seduta di ieri il Consiglio Comunale di Crema ha approvato all'unanimità la mozione (di seguito riportata) ideata dall'amico Gigi Bellani sulla ricorrenza degli 850 anni dall'inizio dell'assedio alla nostra città, attuato dal Barbarossa.
Peccato solo che non sia passato l'emendamento proposto dal consigliere Ardigò concernente la richiesta dei "danni di guerra" da presentare a cremona...
Alla cortese attenzione de
Presidente del Consiglio Comunale di Krema Antonio AGAZZI
Sindaco di Krema dott. Bruno Bruttomesso


Premesso che:

Il 7 luglio del 1159 i cremonesi al fianco dell’Imperatore Federico detto “Il Barbarossa”, diedero inizio al famoso assedio della Città di Krema. L’assedio, durato fino al gennaio dell’anno successivo, fu uno dei più cruenti ed eroici che la storia possa ricordare sia per gli innumerevoli atti di eroismo dei Cremaschi (il più famoso dei quali è quello celebrato nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale, denominata “Sala degli Ostaggi”) sia per l’incredibile ferocia dimostrata dal Barbarossa e dai suoi alleati.
Krema, probabilmente, avrebbe resistito molto di più e la storia avrebbe avuto un corso diverso se Marchisio, l’architetto che aveva costruito le mirabili difese della città, non si fosse venduto all’Imperatore.
Il 25 di gennaio del 1160 ventimila Cremaschi furono costretti a lasciare la propria città con solo quel poco che le loro braccia potevano portare e cercare un rifugio nel contado fuori le mura.
Il Barbarossa, dopo aver saccheggiato Krema, diede fuoco a tutta la città che si trasformò in un grande rogo che la distrusse quasi completamente. A raderne al suolo i palazzi e le mura ci pensarono i cremonesi che si accanirono fino a quando non videro crollare anche i pochi edifici risparmiati dalle fiamme e costrinsero Federico a vietare ai Cremaschi di ricostruire la città fino alla pace di costanza del 1183.

Considerato che:

I fatti storici menzionati sono parte integrante e della storia cittadina e non solo.

Ritenuto che:

La memoria di quanto avvenuto nel passato debba essere coltivata e mantenuta viva nelle menti e nei cuori delle prossime generazioni.

Questo Consiglio Comunale

Impegna il Sindaco e tutta la Giunta ad attivarsi affinché la ricorrenza degli 850 anni dall’inizio dell’assedio (il 7 luglio 2009) sia debitamente ricordata nelle forme e ne i modi che si riterrà più opportuni.
Si impegnano altresì gli Assessori aventi competenza su Istruzione e Cultura, ad attivarsi per dare il giusto risalto agli atti di eroismo che hanno reso immortali nella memoria i nostri concittadini protagonisti di quegli avvenimenti.