lunedì 23 dicembre 2013

PROVINCIA di CREMONA | la relazione programmatica al bilancio di previsione 2014

Il Bilancio di previsione per l’anno 2014 riunisce gli interventi previsti a sostegno delle attività produttive, del turismo e dell’innovazione.
Si tratta di un programma articolato che contempla sia la realizzazione d’iniziative proprie della Provincia che l’esercizio di funzioni trasferite e/o delegate dallo Stato e dalla Regione Lombardia.
Anche per il 2014 la parte preponderante dell’attività è finanziata da fondi extra-provinciali: regionali, statali e comunitari.
Ciò determina l’organizzazione del lavoro dell’assessorato che, per necessità, deve rispondere ai vincoli posti dalle fonti di finanziamento.
Va, inoltre, ricordato come gli ambiti d’intervento siano costantemente interessati da rilevanti cambiamenti legislativi, amministrativi e organizzativi che richiedono una continua attività di adeguamento.

Accanto a questi fattori importanti per l’organizzazione e l’attività, ve n’è un altro che si è imposto negli ultimi anni, vale a dire la pesante crisi economico-produttiva che interessa anche la nostra provincia.
La crisi produttiva continua ad avere importanti ripercussioni e, si ritiene, che la situazione permarrà critica anche nel prossimo futuro. Tale difficile situazione investe in modo rilevante l’intera attività.
La Provincia ha deciso di affrontare la questione intervenendo – per quanto possibile - su entrambi i versanti interessati, vale a dire: le aziende e i lavoratori.
Si procederà, quindi,  sia con misure di sostegno alle imprese - che ci si propone di realizzare in modo innovativo e più incisivo.

Sostegno alla costituzione di aggregazioni imprenditoriali nei settori in maggiore difficoltà, il sostegno – se possibile – all’accesso al credito delle aziende anche con modalità diverse da quelle passate, il sostegno alle esportazioni e all’innovazione. Si tratta d’interventi che la Provincia già realizzava e che devono essere ora definiti e organizzati con maggior rigore e con una maggior capacità di indirizzo, finalizzazione e integrazione con altri livelli istituzionali: Unione Europea, Governo nazionale e Regione Lombardia.

Il programma focalizza alcuni contenuti volti prioritariamente alla valorizzazione di strumenti di programmazione negoziata, finalizzati alla condivisione dei progetti territoriali con il livello di governo regionale anche nell’ottica di una maggiore possibilità di attrazione di risorse; aggregazioni di soggetti pubblici (Distretti urbani e distretti rurali del Commercio) e privati (Pol. Mec.); organismi di raccordo permanente fra le istituzioni e le associazioni rappresentative di interessi, legati allo sviluppo socio-economico (Consulta economica provinciale) e collaborazione con organismi operanti in campo economico e della ricerca (Reindustria, Crema Ricerche), fra i quali si intende sviluppare un rapporto funzionale orientato all’approfondimento di temi e contenuti specifici determinati in seno alla Consulta.
Il programma si pone inoltre in stretta relazione con gli strumenti di approfondimento della  conoscenza della struttura produttiva (quali, ad esempio, il Sistema informativo economico e sociale).

I temi dell’innovazione produttiva, organizzativa e commerciale delle aziende cremonesi e del sostegno all’attività di ricerca, nei precedenti anni ambiti d’intervento sostenuti anche attraverso risorse appostate direttamente nel bilancio provinciale ed erogate mediante bandi annuali, possono nell’attuale contesto essere sostenuti indirettamente, attraverso il sostegno ai soggetti operanti nel campo della formazione, del sistema delle conoscenze e della ricerca, e, mediante i soggetti cui si accenna nel primo capoverso del presente paragrafo, attraverso l’aggregazione e la creazione strutturata di reti e correlazioni stabili tra progetti, soggetti attuatori, canali di finanziamento, priorità di approfondimento.

L’attuale limitatezza di risorse induce la Provincia a valutare con molta attenzione il proprio intervento e le sue effettive ricadute sulle aziende cremonesi, e impone di approfondire l’efficacia dell’azione svolta dall’ente nel livello che gli è proprio, quello della programmazione, nell’ottica di una sempre maggiore comprensione delle ricadute economiche collegate non solo ai comparti produttivi tradizionalmente indagati, ma anche allo sviluppo dei temi collegati ai temi della cultura e del turismo, letti anch’essi, come chiavi di sviluppo economico.


CONSULTA ECONOMICA PROVINCIALE

La Consulta Economica Provinciale è ora un organismo pensato come strumento di raccordo permanente fra le istituzioni e le associazioni rappresentative d’interessi, legati allo sviluppo socio-economico ed è prevista dallo Statuto dell’Ente (art. 24).
L’Amministrazione Provinciale attribuisce un preciso assetto alla Consulta Economica, organismo già attivo in passato, attribuendole funzioni maggiormente definite, grazie al percorso di approvazione al quale è stato sottoposto il regolamento di funzionamento della stessa: approvato dalla Giunta Provinciale in data 30 giugno 2010 (DGP n. 307), è passata all’esame del Consiglio Provinciale del 20 luglio 2010 (DCP n. 88).


Attività produttive

Il sostegno alle attività produttive deve essere definito in stretto raccordo con il territorio con una visione complessiva, sistematica e razionale dell’attuale situazione di crisi, del suo impatto sulla realtà produttiva cremonese, sulle effettive possibilità di ripresa e sulle risorse effettivamente disponibili. I temi sono da qualche tempo evidenziati in diverse analisi e riguardano:
  • L’innovazione produttiva, organizzativa e commerciale delle aziende cremonesi,
  • Il sostegno all’attività di ricerca e alla diffusione dei suoi risultati,
  • Il miglioramento della propensione all’esportazione e alla internazionalizzazione delle aziende cremonesi, 
  • L’accesso al credito,
  • Il sostegno alle strutture di servizio del mondo imprenditoriale.
Propedeutica all’elaborazione d’interventi efficaci negli ambiti suddetti è la conoscenza condivisa dell’effettiva situazione economica-sociale e degli obiettivi da perseguire.
A tal fine, si ritiene utile procedere, in collaborazione con altri soggetti (pubblici e privati) secondo una modalità operativa “a rete” che comporta il coinvolgimento dei soggetti interessati e la concentrazione delle risorse sui progetti ritenuti prioritari.
La capacità di acquisire finanziamenti esterni aggiuntivi appare di fondamentale importanza non essendo gli attuali bilanci degli enti locali in grado di sostenere interventi di rilevante significato per la struttura produttiva.
L’acquisizione di tali finanziamenti richiede, però, organizzazioni in grado di provvedere secondo tempi e modalità prefissate, e questo è un elemento che localmente, presenta ancora una qualche carenza.
Al riguardo un fattore determinante sarà la collaborazione con la Regione Lombardia sia nella fase di decisione delle priorità che in quella di recupero delle risorse.


L’innovazione produttiva, organizzativa e commerciale delle aziende e sostegno all’attività di ricerca

Si tratta di ambiti d’intervento presenti anche negli scorsi anni e che trovano una ragion d’essere ancora maggiore nell’attuale periodo di ciclo negativo.
L’innovazione e la ricerca sono, infatti, obiettivi strategici riconosciuti tali da tutte le analisi disponibili.
Questi enti – oltre che svolgere attività didattica - rappresentano una parte importante della nostra ricerca che potrebbe ancor di più espandersi e meglio servire il mondo produttivo.


PARTECIPAZIONE AD ORGANISMI CHE OPERANO IN CAMPO ECONOMICO

Reindustria
Si tratta di una società consortile a responsabilità limitata, a maggioranza pubblica, per il 55% del capitale. Il restante 45% del capitale è suddiviso tra numerosi privati: associazioni di categorie, organizzazioni sindacali e banche.
La Provincia di Cremona è socia per l’11% del capitale della società.
Reindustria è nata nel 1994 per gestire i contributi statali e regionali ottenuti in conseguenza della crisi “Olivetti”.
Oggi il suo funzionamento è sostenuto dai fondi che i soci trasferiscono annualmente sulla base di un programma triennale approvato dall’Assemblea dei soci e sulla base di stralci annuali di programma.
E’ poi previsto che i soci possano finanziare solo i progetti che ritengano di loro interesse, e, inoltre, affidare a Reindustria la realizzazione di un progetto di proprio esclusivo interesse del quale sosterrebbero la relativa spesa.
I risultati conseguiti nel cremasco hanno spinto Reindustria a interessarsi dello sviluppo economico dell’intera provincia di Cremona, attraverso la valorizzazione, il consolidamento, il potenziamento e lo sviluppo delle risorse del territorio, con i mezzi propri del marketing e dell’economia territoriale.

In particolare, il servizio offerto da Reindustria si concretizza nelle seguenti attività:

  1. Sviluppo economico: promozione di interventi coerenti con un’economia territoriale sostenibile, attraverso due aree operative: a) area progetti, dedicata all’assistenza tecnica su bandi di finanza pubblica agevolata; b) area territorio, dedicata all’opportunità di investimento nel territorio;
  2. Studi e pubblicazioni: promozione e coordinamento di studi socioeconomici di inquadramento generale sui comprensori;
  3. Aggregazione d’impresa: creazione e applicazione di un modello innovativo di aggregazione d’impresa, in grado di supportare le imprese appartenenti alla filiera di riferimento in diversi settori, con lo scopo di creare vantaggi competitivi, supportare l’internazionalizzazione, migliorare l’efficacia della formazione, attraverso una funzione di coordinamento.
L’attività 2014 della società si baserà sul programma triennale che accoglie le proposte dell’amministrazione per interventi in merito al supporto ai piani d’area, all’istituzione di un “tavolo sui bandi” e lo studio e promozione dello sviluppo di un’importante area come quella di Tencara (unitamente al Porto di Cremona).
L’obiettivo per l’anno 2014 è quello di indirizzare le risorse provinciali al sostegno di specifiche azioni, anche facendo propri gli spunti emersi in sede di Consulta economica.

Crema Ricerche
Il Consorzio Crema Ricerche è stato costituito nel 1999 da Provincia di Cremona, Camera di Commercio di Cremona, Comune di Crema, Associazione Cremasca Studi Universitari e dall'Agenzia d'Area Reindustria S. cons.r.l., quali soci fondatori.
Esso ha sede nell'area “ex Olivetti” – oggi recuperata - e svolge la propria attività senza fini di lucro, ponendosi l'obiettivo di favorire la nascita e lo sviluppo delle imprese innovative, nonché il trasferimento tecnologico.
Si tratta di una realtà consortile che ha sviluppato molteplici attività a favore del sistema locale, a partire dal comprensorio cremasco, ma aprendosi ad un territorio più vasto e andando a promuovere iniziative a favore anche dei territori delle province di Bergamo e di Brescia.
In particolare, il Consorzio si propone l'obiettivo di prestare servizi reali soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese, nell'intento di promuovere la diffusione delle innovazioni e il trasferimento tecnologico.
Attualmente il Consorzio Crema Ricerche è composto da n. 58 soci, fra enti ed imprese interessati allo sviluppo delle problematiche legate all'innovazione e al trasferimento tecnologico.
Il Consorzio è dotato di un Consiglio di Amministrazione, di un Collegio dei revisori e di un Comitato Tecnico Scientifico.
Nel corso del 2014 l’Amministrazione avrà come obiettivi la razionalizzazione della struttura con l’obiettivo di proseguire l’integrazione con Reindustria, il miglioramento complessivo dell’attività alla luce anche della mutata situazione di contesto.

Consulta Interprovinciale dell’area Viadanese - Casalasca.
Si tratta di un’associazione senza scopi di lucro, che promuove lo sviluppo economico, sociale e la valorizzazione dell'area tramite il coordinamento delle attività tra soggetti pubblici e privati, sia sul versante della programmazione socio-economica che su quello della pianificazione territoriale. Promuove inoltre attività formative e progetti di sviluppo economico.
Con delibera del Consiglio Provinciale n. 115 del 25 novembre 1997, la Provincia di Cremona approva lo Statuto e aderisce alla “Consulta Interprovinciale dell’area Viadanese – Casalasca”, conferendo una quota costitutiva di capitale, con l’impegno di corrispondere una quota associativa annuale.
Come per altre realtà similari l’Amministrazione  parteciperà attivamente, tramite il proprio rappresentante, all’attività della Consulta e analizzerà le risultanze onde trasferirle in progettualità effettive.

Pol.Me.C.
In data 13 febbraio 2010 l’amministrazione provinciale e il Polo della Meccanica del Castelleonese hanno sottoscritto un protocollo d’intesa nel quale si sanciscono la collaborazione e il sostegno della Provincia di Cremona a questo importante progetto di aggregazione industriale operante in un settore cardine dell’economia provinciale.
Il protocollo prevede l’impegno da parte di Pol.Me.C. ha presentare, con cadenza trimestrale, una relazione illustrativa delle attività svolte e un dettagliato rendiconto delle spese sostenute in considerazione del contributo versato dall’amministrazione per sostenere le spese di start-up.
Nel 2012 il monitoraggio proseguirà per verificare l’effetto sull’economia locale e creare un database di professionalità ed esperienza che possa costituire un esempio per possibili progetti similari che emergeranno nel resto del territorio provinciale nei vari comparti di cui è composta l’economia del nostro territorio.


Commercio

Distretti del Commercio
I “Distretti del Commercio” sono definiti dalla Regione come gli ambiti di livello infracomunale, comunale o sovracomunale nei quale i cittadini, le imprese e le formazioni sociali liberamente aggregati sono in grado di fare del commercio il fattore d’integrazione e valorizzazione di tutte le risorse di cui il territorio dispone, per accrescerne l’attrattività, rigenerare il tessuto urbano e sostenere la competitività delle sue polarità commerciali.
I Distretti del Commercio si distinguono tra:
  • Distretti urbani del commercio (DUC): costituiti sul territorio di un unico Comune;
  • Distretti diffusi di rilevanza intercomunale (DiD): costituiti sul territorio di più Comuni.
L’obiettivo è la promozione di progetti capaci di incidere strutturalmente e in modo duraturo sulle caratteristiche competitive dell’offerta commerciale locale, nel contesto di una più ampia riqualificazione urbana, con il coinvolgimento degli operatori commerciali, delle loro associazioni, degli Enti Locali, delle Camere di Commercio e degli altri attori del territorio, in una visione comune di un unico progetto di sviluppo  Tale obiettivo è ben presente negli atti di programmazione regionale.
La Regione Lombardia promuove i Distretti del Commercio con l’intento di valorizzare in modo particolare i luoghi tradizionali e antichi del commercio, con particolare attenzione agli spazi pubblici delle cittadine storiche della Provincia.
Nel corso del 2008 e del 2009 sono state approvate le delibere regionali che introducono il concetto di Distretto del Commercio.
Per la provincia di Cremona sono stati approvati e finanziati due Distretti Urbani del Commercio (Cremona e Crema) e nove Distretti Diffusi (di cui i Comuni capofila sono: Pizzighettone, Soresina, Casalbuttano, Casalmaggiore, Pandino e Sospiro, Offanengo, Piadena e Cingia de Botti).
La Provincia di Cremona ha aderito a tutti i programmi d’intervento dei Distretti.
Obiettivo del 2014, anche grazie alla collaborazione con le Sedi Territoriali di RL, è quello di studiare e monitorare l’andamento delle attività previste, al fine di realizzare un concreto coordinamento tra le stesse e la programmazione provinciale.
Visto il Programma Regionale di Sviluppo della IX legislatura, che individua tra gli obiettivi di sviluppo delle reti commerciali e distributive quello di orientare il processo di modernizzazione e razionalizzazione del settore del commercio secondo un modello di sviluppo sostenibile ed equilibrato, favorendone anche la complementarietà e l’integrazione tra i settori produttivi e commerciali, la Provincia intende svolgere quel ruolo di coordinatore e facilitatore per favorire le partnership finalizzate a produrre reale integrazione tra investimenti di diretta competenza pubblica e investimenti privati per qualificare la struttura economica locale in una logica di lungo periodo. In questa ottica ed in vista dell’imminente uscita del V bando di Regione Lombardia a favore dei distretti del commercio lombardi, la Provincia si pone come l’ente che può esercitare quel ruolo di coordinatore dei distretti del territorio, garantendo quella governance auspicata dalla Regione. Il V bando, infatti, individua tre linee di intervento ed una di questa si focalizza sulla “Qualificazione, e sviluppo del distretto: iniziative di governance evoluta”. Questa linea prevede fusioni/aggregazioni fra i distretti riconosciuti attraverso strumenti condivisi e la creazione di modelli di governance di più distretti. E’ importante quindi, che la Provincia si proponga come soggetto in grado di svolgere il ruolo di coordinatore, favorendo quel processo di rete dei distretti che porterebbe ad importanti sinergie. Per svolgere un’azione ancora più efficace, il Settore nel 2013 ha realizzato una piattaforma di e-commerce (www.icompro.it) unitamente alla creazione di una intensa azione di web marketing. Questo strumento è stato messo a disposizione dei distretti del territorio e di tutti quei piccoli operatori commerciali che hanno intenzione di promuovere i propri prodotti attraverso le nuove tecnologie di ICT e di media-web. L’attività del Settore nel 2014 sarà concentrata nel favorire la conoscenza e l’utilizzo della piattaforma e-commerce e, parallelamente, di rendere visibile il “mall” del commercianti dei distretti attraverso un’intensa promozione delle offerte commerciali del territorio, veicolando contemporaneamente le eccellenze e le peculiarità artistiche e culturali del territorio. L’utilizzo della “rete” è fondamentale per raggiungere in tempo reale i consumatori e tramite la gestione dei più noti social network sarà possibile raggiungere il target adeguato ed essere attrattivi anche dal punto di vista del commercio di prossimità, tipico e di eccellenza.


Innovazione

Premesso che il tema dell'innovazione è trasversale alle strutture e alle attività dell'ente e che tutti i settori devono operare costantemente in direzione orientata al recupero delle risorse e al perseguimento di più elevati valori di efficacia ed efficienza nell'impiego delle risorse tenendo nel contempo in debito conto di esigenze di semplificazione dell'attività amministrativa in generale e in particolare di quella direttamente rivolta all'utenza, l'informatica pubblica e le strutture ad essa preposte costituiscono un focus nelle attenzioni e nelle pretese di risultato sia ad opera delle norme che nella redazione dei programmi.

Per l'esercizio 2014 sono pertanto confermati gli obiettivi di avanzamento nella digitalizzazione dei servizi e lo sforzo richiesto è particolarmente qualificato in quanto non è sostenuto da risorse finanziarie ad hoc ed è quindi a completo carico della struttura che deve realizzarlo in parallelo con la gestione ordinaria delle attività storicamente in essere e con i loro collaterali tassi di ottimizzazione e revisione che comportano anch'essi un'innovazione sebbene in tono minore.

La messa on line dei servizi per l'utenza è un punto che dal Codice e dall'Agenda Digitale è stato ripreso per qualificare la programmazione annuale e tende a semplificare i rapporti con il target più avanzato dell'utenza generalizzata dei cittadini in possesso degli skills adeguati; contemporaneamente si opera in direzione di un'ottimizzazione della rete telematica al fine di garantire la continuità operativa in uno stadio e a livelli ancora precedenti al piano del Codice in un'azione preventiva e di miglioramento delle condizioni di linearità e qualità dei servizi di rete.

Notevole è l'impegno profuso nel sostegno qualificato al tema della trasparenza dove attraverso il sito sono veicolati i contenuti previsti dalla normativa secondo schemi e standard in continua evoluzione a causa della pressione normativa che recentemente è andata aumentando a tassi esponenziali indirizzando peraltro l'informatizzazione su livelli di automazione e interoperabilità tra applicativi verticali in rapida progressione ed incremento di complessità.


TURISMO

La legislazione nazionale di riforma del turismo (Legge 135/2001) e la normativa emanata in materia dalla Regione Lombardia nella legge regionale del 16 luglio 2007 n.15 hanno attribuito alla Provincia un ruolo di programmazione, controllo e coordinamento che può favorire concretamente, e in un’ottica di qualità, lo sviluppo economico del turismo e il suo passaggio da progetto per il territorio a risorsa del territorio.
In tale contesto, interventi per un turismo sostenibile non possono che partire da un accurato monitoraggio delle grandi potenzialità culturali ed ambientali, dai centri urbani al patrimonio rurale, dalla ricchezza artistica ed architettonica degli edifici monumentali ai corsi d’acqua e ai paesaggi agricoli, dalle tradizioni ai prodotti tipici e alla gastronomia ed individuare percorsi e potenzialità di sviluppo alternativi alle forme di turismo tradizionale. Infatti, il vero punto di forza per l’inserimento della provincia di Cremona nei più importanti circuiti turistici è proprio l’offerta, in una logica di sistema, di itinerari nei quali gli ambiti ambientali e culturali siano variamente, ma strettamente connessi e rispettati.
Il movimento turistico nella nostra provincia è in espansione e comincia a costituire parte integrante di progetti economici diversificati, nonché di iniziative private e pubbliche. Una politica del turismo per essere credibile deve potersi sviluppare in modo sinergico con le politiche riferite alla gestione del territorio (tempi e orari della città, apertura dei negozi e dei servizi, parcheggi, arredo urbano, cultura dell'accoglienza), all’economia, all’ambiente, alla sicurezza, all’efficienza della Pubblica Amministrazione (procedure semplificate…), all’informazione – comunicazione e soprattutto in sinergia fra enti locali e privati.

In particolare si fa riferimento al progetto di marketing territoriale Distretto della Musica, all’interno del  distretto culturale,  teso a valorizzare e diffondere il tema della musica nelle diverse espressioni dell’offerta turistica: dagli operatori di settore (ristoratori, alberghi, agenzie viaggio, pubblici esercizi) agli enti privati e pubblici attraverso azioni promozionali e formative nelle tre aree provinciali in modo da incontrare e formare gli operatori direttamente sui territori e mirare le azioni strategiche contenute nei disciplinari: Cremona e il cremonese, Crema e il cremasco e Casalmaggiore e il casalasco. Per il 2014 si tratta di consolidare le adesioni e di espandere, valorizzare e affinare la rete del Distretto della musica, in particolare attraverso azioni di integrazione e coesione,già avviate negli anni precedenti, con il Distretto Culturale e la Rete della Musica.

Un turismo in crescita punta tutto sulla rete interna ed esterna:
1. Una rete informativa tra enti e associazioni presenti sul territorio. Il ruolo di promozione e coordinamento territoriale tende a mettere insieme, strutturare e sincronizzare tutte le informazioni per divulgarle il più possibile attraverso tutti gli strumenti della comunicazione, in particolare i media: tv, giornali, radio ma anche web e social network.
Il foglio di collegamento News Turismo, vedrà nel 2014 una nuova veste con una pagina dedicata ai weekend tematici per offrire ulteriori spunti attrativi per il turista ospite del nostro territorio.
Saranno anche attivate forme di comunicazione sui social network, in particolare in occasione di eventi.
2. Un network dell’informazione. Mettersi in  comunicazione con tutto il territorio, ma anche con il mondo attraverso internet, i link, i portali locali regionali e nazionali con le realtà più significative della provincia e della regione….avere in tempo reale le informazioni aiuta a migliorare i servizi, a progettare nuovi interventi, a sostenere ciò che già si produce.

Per il 2014 si implementerà la rete provinciale degli IAT con un sistema integrato e collegato ai portali del turismo del Sistema Turistico Po di Lombardia e della Provincia.
Occorre soprattutto mettere a sistema il marketing del settore turistico: risorse e strutture, enti e associazioni in modo da costruire un’offerta turistica sempre più completa e studiare una comunicazione integrata che possa rafforzare gli eventi anche meno rilevanti e la Governance del turismo potrà fare molto in questo senso.
Il turismo provinciale è impegnato a :
-Elevare la qualità dei nostri operatori del settore con iniziative di rete e in particolare tramite le attività derivanti dalle deleghe in materia di operatori turistici che Regione Lombardia fa gestire direttamente dalle Province e precisamente: esami abilitativi alle professioni turistiche di Guida, Accompagnatore Turistico e Direttore Tecnico di Agenzia di Viaggio; classificazione alberghiera e di strutture ricettive all’aria aperta; verifiche in materia di Agenzie di Viaggio e Turismo; raccolta e implementazione nel portale regionale new turismo dei flussi turistici presso le strutture ricettive per conto di ISTAT; predisposizione cartellini dei prezzi delle strutture ricettive.
Si prevedono, attraverso le azioni del Tavolo della Governance del turismo che raccoglie le rappresentanze dei principali attori e associazioni, momenti di formazione e di confronto (laboratori) sui temi dell'accoglienza turistica e dell'analisi della domanda dei mercati europei e internazionali.

§  Informatizzare la trasmissione dei dati relativi ai flussi turistici e delle informazioni su tariffe e caratteristiche delle strutture ricettive. La rilevazione "Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi" è un'indagine che viene svolta dalla Provincia per conto di ISTAT e su delega di Eupolis Lombardia (Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione). Nell'ottica delle azioni volte alla semplificazione degli adempimenti da parte dei privati la Provincia di Cremona ha ottenuto, a fronte della redazione di specifico progetto, un finanziamento per la rilevazione integrata dei flussi turistici sulla base di un applicativo informatico, finalizzato a creare notevoli vantaggi e precisamente:  ottemperare in modo sinergico a due adempimenti amministrativi (rilevazione statistica e schedina degli alloggiati di pubblica sicurezza); aprire anche un canale diretto di comunicazione fra operatori turistici e Provincia, che assicurerà una maggiore efficienza nell'azione di entrambi e meno burocrazia per tutti;  garantire l'aggiornamento in presenza di diversi supporti e quindi di diversi tempi di trasmissione;  aumentare il contenuto informativo sulle caratteristiche delle strutture, sulle tariffe e sulla domanda turistica. L'esecuzione è già in fase di avanzata realizzazione, la sua efficacia è monitorata dalla regione per verificare la possibilità di un'esportazione anche presso le altre province della Lombardia.

§  Elaborare progetti e a promuovere sinergie efficaci ed efficienti per raggiungere sempre più un turismo di qualità a partire dalle professionalità interne, dall’aggiornamento dei servizi, dall’efficacia dell’editoria (cartacea e sul web) e della campagne informative e pubblicitarie tempestive ed efficaci.

§  Rafforzare il suo ruolo di coordinamento e promozione turistica del territorio come da legge regionale n.15/2007 con tutti i soggetti operanti sul territorio (IAT, Pro Loco. Associazioni culturali e Associazioni di categoria) anche tramite la governance del turismo e la governance del distretto della Musica. Due iniziative possono essere prese come esempi particolarmente significativi: la Festa del Torrone alla quale la Provincia dà la sua sentita adesione e collaborazione sia diretta nel supporto all'organizzazione sia attraverso il particolare impegno dell'ufficio informazione turistica e le attività per la preparazione e partecipazione alla Borsa Internazionale del Turismo. La BIT rappresenta la più alta espressione della capacità di governare un territorio poiché mette in condivisione: risorse, esperienze e progettualità in grado di attivare politiche attive del turismo. Se il 2013 è stato il primo avvio di una proposta relativa all’offerta territoriale  integrata e condivisa da sviluppare e riproporre in tutte le occasioni di internazionalizzazione della domanda e dell’offerta (es.workshop del turismo musicale) il 2014 avrà come obiettivo il passaggio da promozione del territorio a individuazione di prodotti.
Il percorso sarà poi utile per EXPO 2015 dove si potranno presentare prodotti turistici concreti a partire dall’eccellenza della musica e della liuteria,grazie anche al riconoscimento del Saper fare liutaio dell’UNESCO.  

§  Promuovere e coordinare progetti interassessorili a secondo delle tematiche sviluppate - ambiente, territorio, cultura - poiché la comunicazione dell’immagine del territorio ha una forte valenza turistica.

§  Coordinare la promozione dei prodotti tipici e della gastronomia in funzione sinergica in particolare con l’Assessorato all’Agricoltura, la Camera di Commercio, l’Associazione Strada del Gusto Cremonese, i tre comuni principali (Cremona, Crema, Casalmaggiore) per individuare percorsi del gusto sempre più innovativi non dimenticando che la buona cucina è la prima carta dell’accoglienza e dell’ospitalità. Occorre precisare che attualmente il turismo ha in carico la segreteria organizzativa dell’Associazione della Strada del Gusto che annovera 90 soci tra enti e associazioni e privati con attività di progettazione, realizzazione, coordinamento editoriale, realizzazione di iniziative locali e partecipazioni a fiere di settore nonché il sostegno e l’assistenza agli associati.
Tramite l’Associazione il turismo è stato in grado di promuovere un’offerta integrata territoriale che ha saputo coniugare gastronomia, cultura e ospitalità (es Teatri di Fiume con il Distretto Culturale, Akropolis con il Gal Oglio Po) ed è su questo che si vuol continuare a lavorare per il nuovo triennio.

§  Per il 2014 in particolare l’individuazione di percorsi sostenibili valorizzando i prodotti della filiera corta, anche in collaborazione con il commercio e i distretti; il turismo in bicicletta con il bike sharing, le aree di sosta e i nostri associati in collaborazione con FIAB e FAI; percorsi culturali  in collaborazione con il Festival Monteverdi e la Fondazione Ponchielli per l’esaltazione dell’alta tradizione gastronomica (da MASTRO Martino al Platina) rivisitata dai nostri cuochi e proposta ad un pubblico internazionale quale quello del Festival o gli Incontri a Palazzo in collaborazione con la Federazione dei vini e dei sapori di Lombardia. Il 2014 vedrà le Strade del Gusto di Lombardia impegnate nel Salone del Gusto di Torino, validissima occasione di presentazione e promozione del Made in Cremona, e del suo territorio provinciale (Made in Crema).  

§  Incentivare iniziative di marketing compresa la predisposizione di offerte di accoglienza per aumentare le presenza nei centri urbani e rurali del territorio (city card, pacchetti turistici anche legati ad eventi di rilievo come Festa del Torrone…) rafforzando la collaborazione con i privati (associazioni di categoria, negozi storici..) e le agenzie di viaggio.

§  Sostenere i progetti integrati con le azioni dei PIA atte a valorizzare i piccoli comuni come quelle legate al PIA ISOLE E FORESTE per la zona dell’ADDA e/o del Lago Invisibile e le azioni del Sistema Po di Lombardia con il nuovo piano turistico del prossimo triennio che vede i territori delle 4 province(Pavia, Lodi, Cremona e Mantova) impegnati in temi importantissimi e innovativi in linea con EXPO 2015 dal turismo slow o turismo attivo con la lunga rete di percorsi ciclabili e la navigazione fluviale, al turismo religioso da sostenere dopo l’incontro europeo  del 2012 a Pavia con percorsi interregionali, al turismo enogastronomico con le eccellenze agroalimentari che fanno del Po di Lombardia una delle dispense più ricche della Regione. Non va poi dimenticato il turismo dei piccoli comuni con i borghi più belli d’Italia e le tradizioni culturali della civiltà contadina il tutto presentato con il linguaggio nuovo dei mezzi di comunicazione dalla app alla georefernazione dei percorsi scaricabili dai siti.

§  Monitorare le attività turistiche nonché le iniziative realizzate in stretta collaborazione con la CCIAA di Cremona sia relativamente ad eventi sia ad attività culturali (rilevazioni qualitative e customer in occasioni di eventi o manifestazioni fieristiche).

Expo 2015

La Provincia di Cremona, con la sottoscrizione del protocollo di intesa tra il Commissario Straordinario del Governo per Expo, Expo 2015 spa, il Comune e la Provincia di Milano del giugno 2010, è stata ritenuta il soggetto territoriale idoneo a favorire la partnership tra Expo 2015 SpA, le istituzioni pubbliche e i soggetti privati sul territorio cremonese per generare una serie di collaborazioni che si realizzeranno, su tematiche di interesse reciproco e legate al tema Expo 2015.
Al fine di esercitare al meglio il ruolo richiesto, la Giunta provinciale ha ritenuto opportuno attivare dei momenti di incontro e concertazione sul territorio, che hanno permesso, nella prima fase, la partecipazione attiva delle istituzioni pubbliche e delle associazioni rappresentative degli interessi economici, culturali, e sociali del territorio.

E’ stato costituito il Tavolo Territoriale di Coordinamento (TTC), che ha agito in forma ristretta e in forma allargata a livello provinciale, attraverso il quale si sono raccolte alcune progettualità espresse dal territorio in linea con i temi Expo. Le proposte che hanno dimostrato un elevato grado di fattibilità sia economica che progettuale sono state inviate in un primo tempo alla Società di gestione Expo 2015 nel mese di febbraio 2011 e, dopo un riesame e verifica sull’avanzamento dello stato progettuale, sono state inviate all’Ufficio del Commissario Generale di Expo presso la Regione Lombardia nello scorso mese di settembre 2012.

Un altro passaggio importante per la discussione e condivisione delle progettualità da proporre in sede Expo, è stata la nomina effettuata nell’ambito dei lavori del “Tavolo Lombardia per Expo” che nella seduta del 23/04/2012 ha costituito dei sotto tavoli tematici per gestire al meglio questioni e tematiche strategiche, assolutamente necessarie per garantire la piena ed adeguata realizzazione del grande evento Expo, oltre che per massimizzare le ricadute positive di questo evento su tutto il territorio. I “sottotavoli tematici” riguardano:
·         Sottotavolo “servizi essenziali”
- Servizi sanitari e disabilità
- Sicurezza
- Servii pubblici locali e ambiente
·         Sottotavolo “Attrattività del territorio”
·         Sottotavolo “Sistemi Informativi”
All’interno di questo percorso, nell’ambito del Sottotavolo “Attrattività del territorio”, sono stati individuati alcuni “filoni tematici” prioritari e di valenza strategica: attrattività turistica e ricettività; offerta culturale; sport e giovani; filiera agroalimentare; mercato del lavoro. Il sottotavolo “Attrattività del territorio” è l’unico tavolo che si è riunito delegando a Unioncamere Lombardia la regia e il coordinamento dei lavori attraverso le proprie Camere di Commercio insediate sul territorio.

Nel 2014 sarà quindi fondamentale il lavoro di concertazione e condivisione del tema che dovrà identificare e differenziare la proposta turistica del nostro territorio, intorno alla quale si dovranno innestare tutte le altre peculiarità ed eccellenze.

Il tavolo della Governance del Turismo, coordinato dalla Provincia di Cremona e rappresentato dalle principali istituzioni pubbliche e dalle Associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato del territorio, è stato individuato come lo strumento adeguato attraverso il quale condividere una proposta di strategia di marketing turistico da sottoporre al Tavolo di coordinamento regionale per EXPO. Il tema della musica e della  liuteria è da tutti ritenuto il filone sul quale lavorare per identificare il territorio, rafforzato dal riconoscimento Unesco recentemente ricevuto. La musica declinata in tutte le sue accezioni: dall’artigianato artistico liutario compreso quello organario, a tutta l’attività musicale che il territorio esprime. Lo sforzo sarà quello di innestare su questo filone le attrattività diffuse sul territorio e che lo caratterizzano fortemente come l’agroalimentare, la navigazione, la rete delle ciclovie.

L’obiettivo  è duplice, da una parte organizzare un programma ampio, complessivo ed integrato con le iniziative che hanno già preso forma e dall’altra raccogliere e mettere a sistema la ricchezza delle proposte progettuali del territori per massimizzare le opportunità connesse ad Expo 2015.

Non ultimo la sottoscrizione del protocollo per l’EXPO con Camera di Commercio e moltissimi altri enti locali, associazioni, università, ecc. costituisce un valido strumento per creare quella fondamentale sinergia per addivenire all’appuntamento del 2015 con una proposta unitaria e forte.

mercoledì 18 dicembre 2013

Comunicato Stampa | LEGA NORD CREMA - PARTECIPATE: Un grazie al Sindaco per aver copiato, nella delibera che razionalizza le società, quanto scritto dalla Lega nel 2011.

CREMA, 18 dicembre 2013 – Sul tema della semplificazione e razionalizzazione delle società partecipate, oggetto di una delibera all’O.d.G. del consiglio comunale di domani sera presentata dal Sindaco Stefania Bonaldi, la Lega Nord, dopo averla esaminata nel corso di una riunione della segreteria svoltasi nella serata di ieri, ne accoglie con favore il contenuto e ringrazia il Sindaco e la sua Giunta per aver fatti propri i contenuti programmatici che il movimento sostiene da diversi anni.

Prendiamo atto che gli appunti presi nel tempo si sono dimostrati utili. Avremmo gradito che si desse a Cesare quel che gli spetta, ma forse è chiedere troppo.

Pertanto la rappresentanza in consiglio esprimerà sulla delibera stessa un voto favorevole.

Sulla problematica inerente la riduzione e semplificazione del panorama delle società partecipate, la delibera è coerente con la linea della Lega Nord contenuta, come sottolineato in comunicati precedenti, nel documento programmatico presentato nel corso degli stati generali del 24 settembre 2011.

LEGA NORD | Sezione di Crema

sabato 30 novembre 2013

Comunicato Stampa | LEGA NORD CREMA - PARTECIPATE: finalmente a Crema si semplifica, come indicato dalla Lega Nord negli stati generali del 2011.

CREMA, 30 novembre 2013 – Sul tema della semplificazione e razionalizzazione delle società partecipate, oggetto di una prossima seduta della commissione di garanzia a Crema, avanzato dal Sindaco Bonaldi sulla stampa in questi giorni, la Segreteria Cittadina della Lega Nord accoglie con favore le buone intenzioni manifestate, seppur più per un obbligo di legge che per altro.

Sulla problematica inerente la riduzione e semplificazione del panorama delle società partecipate la linea della Lega Nord è stata ben delineata nel documento programmatico sul tema, presentato nel corso degli stati generali del 24 settembre del 2011, di cui si riporta di seguito uno dei paragrafi principali:

“In riferimento all’efficientazione della struttura di gruppo, si ritiene necessaria una riduzione delle società mediante l’integrazione tra SCRP S.p.A. e Cremasca Servizi S.r.l., previa valutazione degli impatti fiscali, e la chiusura delle società la cui ragion d’essere è venuta meno o la cui attività può essere aggregata ad altre maggiormente strategiche.

L’integrazione in un’unica società consentirebbe di accorciare il sistema di governance  responsabilizzando gli amministratori della Società Capogruppo e l’implementazione di una governance “modello holding”.

La soluzione prospettata, peraltro, garantirebbe una riduzione degli oneri di gestione e di amministrazione delle municipalizzate in questione.

Al fine di garantire la rappresentatività dell’intero territorio cremasco, evitando che il Comune di Crema, ottenendo una partecipazione di maggioranza assoluta nella holding, possa esercitare a pieno le prerogative connesse, si possono adottare opportuni sistemi che “depotenzino” la partecipazione di maggioranza.”

E’ con particolare soddisfazione verificare che su temi importati come la sicurezza, con l’intenzione di sostenere una vigilanza civica (leggasi ronde) e la semplificazione delle partecipate, l’amministrazione comunale la pensi, seppur in ritardo, come la Lega.

Auspichiamo che anche sulla vicenda moschea/musalla l’amministrazione di ravveda.

LEGA NORD | Sezione di Crema

domenica 3 novembre 2013

COMMERCIO | intervista sull'esito del 5° bando sui "distretti"

la mappa dei "Distretti del Commercio" in Provincia di Cremona
Intervista rilasciata ad un organo d'informazione locale.


Quasi 300.000 euro in arrivo ai Distretti del Commercio attivi sul territorio provinciale dopo la pubblicazione, da parte di Regione Lombardia, della graduatoria relativa al 5° bando fresca di stampa.
Beneficiari i distretti “urbani” di Cremona e Crema e quelli “diffusi”, vale a dire comprendenti più comuni, dei quali sono capofila Pandino e Casalmaggiore.
Un segnale importante in un momento di persistente crisi nel settore del commercio. Ne parliamo con l’Assessore Provinciale allo Sviluppo Economico Matteo Soccini.

Assessore Soccini l’esito dell’ultimo bando sui distretti ha premiato ancora una volta il territorio provinciale, non è la prima volta che questo accade?
Verissimo, il bando di cui abbiamo avuto l’esito pochi giorni orsono è infatti il 5° a valere sui distretti del commercio, ed in tutti i precedenti il territorio provinciale si è dimostrato attivo e propositivo riuscendo a ottenere nel tempo cifre considerevoli, parliamo ormai di 2.000.000 di euro.

Ha parlato di territorio, questo significa che gli attori non sono stati solo i comuni, ma più realtà?
Esatto, i distretti nascono dall'intuizione di Regione Lombardia di mettere attorno ad un tavolo comuni, associazioni di categoria non solo del commercio, ma anche dell’artigianato, la provincia e la camera di commercio. Difatti l’amministrazione provinciale è partner di tutti i 13 distretti operanti nel territorio.

Una presenza, quella del suo assessorato, anche propositiva stando alla natura dei progetti presentati nell'ultimo bando, focalizzati sull'avvicinamento ad EXPO 2015?
Certamente l’essere seduti nelle “cabine di regia” dei vari distretti ci ha permesso di dare un apporto ai progetti presentati che avessero un’ottica “provinciale” facendo comunicare il territorio e offrendo le sue bellezze e ricchezze nello spirito del “fare sistema”, spesso solo invocato ma che grazie all'apporto di tutti siamo riusciti a realizzare , ed le risorse arrivate ne sono una valida testimonianza.

A proposito di EXPO 2015, di cui lei ha la delega dal presidente Salini, il buon esito del bando può essere visto come segnale di fiducia verso l’esposizione?
Ritengo di si. I risultati ottenuti dai progetti presentati devono incoraggiare il territorio la lavorare unito verso questo grande appuntamento. Ed in quest’ottica la Provincia di Cremona è stato il primo ente pubblico a sottoscrivere, su mai proposta, il protocollo d’intesa elaborato con la Camera di Commercio. Un documento che mette nero su bianco l’impegno del territorio di lavorare unito e verso il quale l’apporto della Provincia non mancherà. A tal fine le riunioni in Regione Lombardia per tutto quanto riguarda il turismo proseguono ed il lavoro silenzioso ma efficace che stiamo mettendo in campo è costante.

Quindi a breve potremo porle altre domande sul tema?

A vostra disposizione…

lunedì 21 ottobre 2013

CREMA | ampliamento e pompa di benzina all'Ipercoop. intervista all'assessore provinciale Matteo Soccini.

Intervista rilasciata al sito www.inviatoquotidiano.it
CREMA - Una richiesta che continua a sollevare critiche e proteste. Coop Lombardia vuole realizzare un ampliamento di circa 3mila metri quadri dello spazio commerciale al Gran Rondò. Ma soprattutto vuole costruire un distributore di benzina. Una pompa bianca nei pressi dell'Ipercoop.
La Giunta Bonaldi ha esaminato la richiesta e l'ha inviata dopo un parere favorevole alla Commissione di piano. Qui però è scoppiata la bagarre con il consigliere di maggioranza Matteo Gramignoli che ha minacciato le dimissioni. Subito dopo sono stati i colleghi di centrodestra a sottolineare l'anomalia della situazione, evidenziando la spaccatura che ha attraversato la coalizione di centrosinistra. Al tempo stesso le associazioni di categoria hanno cominciato a far sentire la loro voce. Asvicom e Confcommercio hanno detto chiaramente che non erano d'accordo. Ma sentiamo che cosa ne pensa Matteo Soccini, assessore provinciale al Commercio in forza alla Lega Nord.
"Faccio una premessa. Il settore della distribuzione del carburante in Italia è già stato oggetto di riforme. Ma i provvedimenti il più delle volte sono andati a incidere sulle tasche dei gestori. E' bene distinguere. Un conto è la compagnia petrolifera e un conto è il singolo gestore. Che ci ricava ben poco...".
Quale è la situazione in città e nel territorio circostante?
"Abbiamo visto più chiusure che aperture dei distributori. La crisi del settore è nota. Questo è il quadro generale…".
I benzinai hanno già chiesto al sindaco Bonaldi di non autorizzare la nuova pompa di benzina. Che cosa ne pensa?
"Vedere che l'amministrazione è disposta a concedere alla grande distribuzione la possibilità di aprire una nuova pompa in un'area dove ne sono già presenti, e nel giro di poche centinaia di metri, preoccupa. Non c'è programmazione, ma soprattutto non c'è stato il coinvolgimento delle associazioni di categoria. Vuol dire favorire una realtà grande e potente a discapito dei piccoli operatori".
Che ricadute possono esserci?
"Parliamo a tutti gli effetti di piccole aziende. Non c'è solo il gestore con la sua famiglia ma anche gli altri collaboratori. Si perderebbero posti di lavoro, come hanno fatto notare le stesse associazioni di categoria, avendo la certezza di non crearne altrettanti".
La sorprende questo comportamento da parte dell'amministrazione di Crema?
"Il Partito Democratico ha manifestato più di una volta la sua contrarietà ai centri commerciali e all'espansione della grande distribuzione. Ma solo a parole. Nei fatti stiamo assistendo all'autorizzazione in sordina di un ampliamento di 3mila metri e a una nuova iniziativa in un settore fortemente colpito dalla crisi...".
Qual è il suo parere?
"E' noto che Regione Lombardia ha sospeso fino alla fine dell'anno la costruzione di nuovi centri commerciali o le espansioni di quelli esistenti. In questi mesi è in corso la revisione del testo unico del commercio. Giustamente la Giunta Maroni ha ritenuto non corretto agevolare la nascita di ipermercati mentre stanno per essere riscritte le regole della grande e piccola distribuzione, comprese le Coop e i negozi di vicinato. Credo che questo sia il modo idoneo per affrontare il problema".
Qual è il suo giudizio e che cosa si sente di dire al sindaco Bonaldi?
"La Giunta Bonaldi non fa che parlare di dialogo e partecipazione. Bene, che organizzi un tavolo dove possono parlare tutti. A partire dalle associazioni che tutelano gli interessi degli operatori in modo legittimo. Mi sembra che la Giunta non abbia fatto questo passaggio e continui a rifiutare un confronto vero con l'esterno, ragionando solo al proprio interno".
Ci sono sedi istituzionali dove ciò accade?
"Pensiamo ai distretti del commercio dove sono all'ordine del giorno le problematiche emerse dall'insediamento dei grandi centri commerciali. Gli ipermercati, nelle città di piccola o media grandezza come Crema o Cremona, dove sono stati costruiti alle porte dell'aggergato urbano, hanno provocato problemi. In entrambi i casi la presenza della Coop ha impattato duramente sul tessuto commerciale del centro cittadino. Una situazione evidente a tutti".
Lei è un amministratore. Come si sentirebbe se al posto della Bonaldi ci fosse lei?
"Proverei un grande imbarazzo. Non deve essere un esercente a scoprire dai giornali che cosa sta accadendo, ma deve essere l'amministrazione a informare. E' sbagliato il metodo seguito dal sindaco Bonaldi e dalla sua Giunta".
Che cosa è successo secondo lei e che cosa consiglia per uscire dall'empasse?
"A voler essere benevoli, si è trattato di una dimenticanza. A voler essere maligni, non può che venire in mente che fra Ipercoop, Partito Democratico e Giunta di centrosinistra ci possa essere un rapporto particolare. Ma le malignità le lascio alle persone che non hanno nulla da fare. Comunque, nulla è perduto. La Bonaldi può sempre alzare il telefono e chiamare le associazioni e i benzinai che oggi lamentano di non essere stati interpellati su un aspetto cruciale. Se operatori, dipendenti, famiglie sono in allarme, e lo sono perché nessuno ha avuto l'accortezza di informarli, è giusto intervenire, far vedere le carte, aprire le porte dell'aministrazione, agevolare il dialogo e il confronto". 

mercoledì 2 ottobre 2013

Comunicato Stampa | LEGA NORD CREMA - LOMBARDIA: La Lega Nord di Crema aderisce al Comitato per la Risoluzione 44 (CoLoR44) per il riconoscimento del principio di autodeterminazione della Lombardia.

CREMA, 2 ottobre 2013 – Nelle scorse settimane la Direzione Cittadina della Lega Nord ha deliberato l’adesione del Movimento al “Comitato per la Risoluzione 44”, avente come obiettivo il riconoscimento ai cittadini della Lombardia del diritto all’autodeterminazione.

Nel testo della risoluzione, dopo una lunga premessa che ricorda le numerose fonti del diritto internazionale che tutelano il principio di autodeterminazione dei popoli, s’impegna il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia ed il Presidente della Giunta regionale della Lombardia ad attivarsi, con ogni risorsa a disposizione del Consiglio regionale e della Giunta regionale, per avviare urgentemente con tutte le istituzioni dell’Unione europea e delle Nazioni Unite le relazioni istituzionali che garantiscano l’indizione della consultazione referendaria innanzi richiamata al fine di accertare la volontà del popolo lombardo in ordine alla propria autodeterminazione sino anche alla dichiarazione di indipendenza.

Un principio, quello all’autodeterminazione che in molte parti d’Europa, dalla Catalogna alla Scozia passando per il Veneto, è ogni giorno maggiormente riconosciuto.

Per marcare maggiormente il proprio sostegno alla Risoluzione è stata presentata all’attenzione del Consiglio Comunale di Crema una mozione che prevede, richiamandosi ai contenuti del documento del Comitato, di approvare la risoluzione promossa da CoLoR44, risoluzione per l’autodeterminazione del Popolo Lombardo da presentare al Consiglio Regionale della Lombardia, per avviare un percorso istituzionale atto a indire un referendum per l’indipendenza della Lombardia, sul modello dell’analoga risoluzione approvata dal Consiglio Regionale del Veneto.


Contestualmente si impegna il Consiglio Comunale del Comune Crema a farsi promotore della risoluzione presso tutti gli enti competenti e presso i cittadini stessi di Crema, auspicando, infine, che un tale impegno venga assunto da altri Consigli comunali per una battaglia di libertà che riguarda tutto il popolo Lombardo senza distinzioni di fede politica. 

LEGA NORD | Sezione di Crema

sabato 28 settembre 2013

Comunicato Stampa | LEGA NORD CREMA - RIFIUTI: La posizione della Sezione Cittadina della Lega. Un contributo al dibattito.

CREMA, 28 settembre 2013 – Nell'approssimarsi dell’inizio, in seno all'Amministrazione Provinciale di Cremona, dell’iter per la definizione del nuovo “piano provinciale dei rifiuti” ed alla luce del dibattito pubblico emerso durante gli ultimi mesi e sfociato in un incontro pubblico sul tema ospitato presso la Sala degli Ostaggi del Palazzo Comunale di Crema, la Sezione Cittadina della Lega Nord ritiene di esprimere, anche quale contributo di idee, la propria posizione politico/amministrativa sulla delicata tematica della gestione dei rifiuti.

La gestione dei rifiuti costituisce un’attività di evidente interesse pubblico e deve perciò essere regolata in modo da assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e delle risorse naturali. La riduzione della quantità di rifiuti prodotti attraverso azioni di prevenzione e la promozione della raccolta differenziata e del riciclo rappresentano per il Movimento obiettivi prioritari in questo settore.

In relazione al principio “chi più ricicla meno paga”, la priorità deve essere quella di ridurre, per quanto possibile, il quantitativo di rifiuti in discarica attraverso la preliminare attuazione della suddivisione degli stessi all’atto della raccolta.
I Comuni giocano una partita importante nella disciplina del settore, potendo intervenire con appositi regolamenti i quali devono assicurare misure adeguate per la tutela igienico-sanitaria in tutte le fasi della gestione.

Non tutti i territori hanno affrontato l’aspetto gestionale dei rifiuti in maniera efficace ed adeguata, risultando notevolmente in ritardo rispetto alle mete prefissate. Da qui la battaglia portata avanti dalla Lega Nord per l’introduzione di specifiche disposizioni che prevedono sia sanzioni per quegli Enti locali che si dimostrino inadempienti,
per contro, devono essere sostenute misure premiali per quei Comuni che si comportano in modo virtuoso e corretto.

Gli Enti locali devono essere responsabilmente coinvolti nelle attività e nei processi di gestione dei rifiuti e contro l’abbandono indiscriminato degli stessi.
La raccolta differenziata e l’utilizzo di impianti in grado di “valorizzare” il rifiuto attraverso il recupero energetico, adottando le migliori tecnologie a garanzia dell’ambiente, rappresentano la strada da perseguire nel rispetto delle nostre comunità locali che devono poter essere indennizzate in caso di presenza di impianti particolarmente impattanti sul proprio territorio.

Ogni Regione deve essere in grado di rispondere a due importanti principi presenti anche nella legislazione comunitaria: il principio di prossimità”, concernente il trattamento dei rifiuti il più vicino possibile al luogo di origine e quello di “autosufficienza”, secondo il quale si deve raggiungere la massima autonomia riguardo allo smaltimento dei rifiuti prodotti sul proprio territorio, piuttosto che contare sull’esportazione degli stessi.
Dal punto di vista gestionale devono essere tutelate le eccellenze del NORD, rappresentate da società pubbliche virtuose, consentendo la possibilità degli affidamenti in house.

I nostri Sindaci e amministratori locali del NORD hanno il dovere di tutelare la propria comunità e vigilare affinché vi sia correttezza nelle procedure di gestione dei rifiuti, non si compiano attività illegali e, in virtù di tutto ciò, venga combattuto ogni eventuale indiscriminato e ingiustificato ingresso sul territorio di competenza di rifiuti di provenienza extraregionale.


In tema di tracciabilità dei rifiuti, l’introduzione di un nuovo meccanismo di controllo quale è il Sistri, non deve però determinare problemi in capo ai soggetti obbligati ad aderire al sistema; si deve evitare di penalizzare le categorie più deboli come gli artigiani, gli agricoltori e le piccole e medie imprese del NORD, sottoponendole ad adempimenti burocratici e costi insostenibili. 

LEGA NORD | Sezione di Crema

mercoledì 18 settembre 2013

Comunicato Stampa | LEGA NORD - MOSCHEA: Interrogazione sulle mancate risposte alla petizione.


CREMA, 18 settembre 2013Facendo seguito a quanto dichiarato nel corso della conferenza stampa organizzata lunedì 9 settembre per sottolineare le mancanze e obiezioni alla lettera con la quale in Sindaco Bonaldi aveva risposto alla petizione popolare contro l’insediamento di un centro culturale arabo in città, per mano del consigliere Torazzi, è stata depositata in consiglio comunale una interrogazione che chiede al Sindaco di specificare ulteriormente la sua risposta soprattutto in riferimento alla seconda richiesta formulata nella petizione, riguardante la possibilità di attuare quanto disposto dall'articolo 36 comma “f” dello Statuto Comunale, vale a dire la “realizzazione di ricerche e sondaggi presso i cittadini” sul tema oggetto della presente petizione.

Una possibilità, quella prevista dalla “magna charta” cremasca e richiamata nella petizione, che pur non essendo mai stata utilizzata fino ad oggi potrebbe sopperire, seppur parzialmente, all’impossibilità stante le norme nazionali di indire referendum tra la popolazione.

Difatti il principio da seguire in Italia, come già avviene in alcuni Paesi europei, dovrebbe essere quello di consultare la popolazione locale prima di dare il via libera a progetti di costruzione di moschee, musalle, minareti o strutture adibite ad ospitare i seguaci di Maometto.

Ad alzare gli scudi contro la realizzazione di luoghi di culto islamici, non solo a Crema, è come sempre solo la Lega Nord. Dopo la maxi-moschea di Ravenna - seconda in Italia per dimensioni - il Carroccio intende ora scongiurare la realizzazione di analoghi insediamenti, in particolare a Parma, dove il sindaco grillino Federico Pizzarotti ha già dato disponibilità a cedere gratuitamente un terreno all’associazione islamica locale.

Per introdurre la consultazione obbligatoria il deputato leghista Nicola Molteni - capogruppo in commissione Giustizia e già molto attivo nella battaglia contro la chiusura dei tribunali - rilancia la proposta di legge Cota-Gibelli, che prevede anche un registro per gli imam, bilanci trasparenti, niente fondi dall’estero, niente scuole islamiche, distanze minime di un chilometro da chiese e sinagoghe, culto solo in italiano. Un principio quest’ultimo richiamato pochi giorni orsono da Don Emilio Lingiardi sulla stampa locale.

LEGA NORD | Sezione di Crema

giovedì 12 settembre 2013

BENEDETTO XVI | discorso di Ratisbona

Sono passati sette anni da quando Papa Benedetto XVI pronunciava questo discorso a Ratisbona, rileggerlo con sempre maggiore attenzione è un esercizio che consiglio vivamente.

Buona lettura,
Matteo

INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DELLA SCIENZA
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Aula Magna dell’Università di Ratisbona
Martedì, 12 settembre 2006
Fede, ragione e università.
Ricordi e riflessioni.
  
Eminenze, Magnificenze, Eccellenze,
Illustri Signori, gentili Signore!


È per me un momento emozionante trovarmi ancora una volta nell'università e una volta ancora poter tenere una lezione. I miei pensieri, contemporaneamente, ritornano a quegli anni in cui, dopo un bel periodo presso l'Istituto superiore di Freising, iniziai la mia attività di insegnante accademico all'università di Bonn. Era – nel 1959 – ancora il tempo della vecchia università dei professori ordinari. Per le singole cattedre non esistevano né assistenti né dattilografi, ma in compenso c'era un contatto molto diretto con gli studenti e soprattutto anche tra i professori. Ci si incontrava prima e dopo la lezione nelle stanze dei docenti. I contatti con gli storici, i filosofi, i filologi e naturalmente anche tra le due facoltà teologiche erano molto stretti. Una volta in ogni semestre c'era un cosiddetto dies academicus, in cui professori di tutte le facoltà si presentavano davanti agli studenti dell'intera università, rendendo così possibile un’esperienza di universitas – una cosa a cui anche Lei, Magnifico Rettore, ha accennato poco fa – l’esperienza, cioè del fatto che noi, nonostante tutte le specializzazioni, che a volte ci rendono incapaci di comunicare tra di noi, formiamo un tutto e lavoriamo nel tutto dell'unica ragione con le sue varie dimensioni, stando così insieme anche nella comune responsabilità per il retto uso della ragione – questo fatto diventava esperienza viva. L'università, senza dubbio, era fiera anche delle sue due facoltà teologiche. Era chiaro che anch'esse, interrogandosi sulla ragionevolezza della fede, svolgono un lavoro che necessariamente fa parte del "tutto" dell'universitas scientiarum, anche se non tutti potevano condividere la fede, per la cui correlazione con la ragione comune si impegnano i teologi. Questa coesione interiore nel cosmo della ragione non venne disturbata neanche quando una volta trapelò la notizia che uno dei colleghi aveva detto che nella nostra università c'era una stranezza: due facoltà che si occupavano di una cosa che non esisteva – di Dio. Che anche di fronte ad uno scetticismo così radicale resti necessario e ragionevole interrogarsi su Dio per mezzo della ragione e ciò debba essere fatto nel contesto della tradizione della fede cristiana: questo, nell'insieme dell'università, era una convinzione indiscussa.

Tutto ciò mi tornò in mente, quando recentemente lessi la parte edita dal professore Theodore Khoury (Münster) del dialogo che il dotto imperatore bizantino Manuele II Paleologo, forse durante i quartieri d'inverno del 1391 presso Ankara, ebbe con un persiano colto su cristianesimo e islam e sulla verità di ambedue.[1] Fu poi presumibilmente l'imperatore stesso ad annotare, durante l'assedio di Costantinopoli tra il 1394 e il 1402, questo dialogo; si spiega così perché i suoi ragionamenti siano riportati in modo molto più dettagliato che non quelli del suo interlocutore persiano.[2] Il dialogo si estende su tutto l'ambito delle strutture della fede contenute nella Bibbia e nel Corano e si sofferma soprattutto sull'immagine di Dio e dell'uomo, ma necessariamente anche sempre di nuovo sulla relazione tra le – come si diceva – tre "Leggi" o tre "ordini di vita": Antico Testamento – Nuovo Testamento – Corano.  Di ciò non intendo parlare ora in questa lezione; vorrei toccare solo un argomento – piuttosto marginale nella struttura dell’intero dialogo – che, nel contesto del tema "fede e ragione", mi ha affascinato e che mi servirà come punto di partenza per le mie riflessioni su questo tema.

Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore tocca il tema della jihād, della guerra santa. Sicuramente l'imperatore sapeva che nella sura 2, 256 si legge: "Nessuna costrizione nelle cose di fede". È probabilmente una delle sure del periodo iniziale, dice una parte degli esperti, in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato. Ma, naturalmente, l'imperatore conosceva anche le disposizioni, sviluppate successivamente e fissate nel Corano, circa la guerra santa. Senza soffermarsi sui particolari, come la differenza di trattamento tra coloro che possiedono il "Libro" e gli "increduli", egli, in modo sorprendentemente brusco, brusco al punto da essere per noi inaccettabile, si rivolge al suo interlocutore semplicemente con la domanda centrale sul rapporto tra religione e violenza in genere, dicendo: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava".[3] L'imperatore, dopo essersi pronunciato in modo così pesante, spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. "Dio non si compiace del sangue - egli dice -, non agire secondo ragione, „σὺν λόγω”, è contrario alla natura di Dio. La fede è frutto dell'anima, non del corpo. Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia… Per convincere un'anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte…"[4]

L'affermazione decisiva in questa argomentazione contro la conversione mediante la violenza è: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio.[5] L'editore, Theodore Khoury, commenta: per l'imperatore, come bizantino cresciuto nella filosofia greca, quest'affermazione è evidente. Per la dottrina musulmana, invece, Dio è assolutamente trascendente. La sua volontà non è legata a nessuna delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezza.[6] In questo contesto Khoury cita un'opera del noto islamista francese R. Arnaldez, il quale rileva che Ibn Hazm si spinge fino a dichiarare che Dio non sarebbe legato neanche dalla sua stessa parola e che niente lo obbligherebbe a rivelare a noi la verità. Se fosse sua volontà, l'uomo dovrebbe praticare anche l'idolatria.[7]
A questo puntosi apre, nella comprensione di Dio e quindi nella realizzazione concreta della religione, un dilemma che oggi ci sfida in modo molto diretto. La convinzione che agire contro la ragione sia in contraddizione con la natura di Dio, è soltanto un pensiero greco o vale sempre e per se stesso? Io penso che in questo punto si manifesti la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia. Modificando il primo versetto del Libro della Genesi, il primo versetto dell’intera Sacra Scrittura, Giovanni ha iniziato il prologo del suo Vangelo con le parole: "In principio era il λόγος". È questa proprio la stessa parola che usa l'imperatore: Dio agisce „σὺν λόγω”, con logos. Logos significa insieme ragione e parola – una ragione che è creatrice e capace di comunicarsi ma, appunto, come ragione. Giovanni con ciò ci ha donato la parola conclusiva sul concetto biblico di Dio, la parola in cui tutte le vie spesso faticose e tortuose della fede biblica raggiungono la loro meta, trovano la loro sintesi. In principio era il logos, e il logos è Dio, ci dice l'evangelista. L'incontro tra il messaggio biblico e il pensiero greco non era un semplice caso. La visione di san Paolo, davanti al quale si erano chiuse le vie dell'Asia e che, in sogno, vide un Macedone e sentì la sua supplica: "Passa in Macedonia e aiutaci!" (cfr At 16,6-10) – questa visione può essere interpretata come una "condensazione" della necessità intrinseca di un avvicinamento tra la fede biblica e l'interrogarsi greco.
In realtà, questo avvicinamento ormai era avviato da molto tempo. Già il nome misterioso di Dio dal roveto ardente, che distacca questo Dio dall'insieme delle divinità con molteplici nomi affermando soltanto il suo "Io sono", il suo essere, è, nei confronti del mito, una contestazione con la quale sta in intima analogia il tentativo di Socrate di vincere e superare il mito stesso.[8] Il processo iniziato presso il roveto raggiunge, all'interno dell'Antico Testamento, una nuova maturità durante l'esilio, dove il Dio d'Israele, ora privo della Terra e del culto, si annuncia come il Dio del cielo e della terra, presentandosi con una semplice formula che prolunga la parola del roveto: "Io sono". Con questa nuova conoscenza di Dio va di pari passo una specie di illuminismo, che si esprime in modo drastico nella derisione delle divinità che sarebbero soltanto opera delle mani dell'uomo (cfr Sal 115). Così, nonostante tutta la durezza del disaccordo con i sovrani ellenistici, che volevano ottenere con la forza l'adeguamento allo stile di vita greco e al loro culto idolatrico, la fede biblica, durante l'epoca ellenistica, andava interiormente incontro alla parte migliore del pensiero greco, fino ad un contatto vicendevole che si è poi realizzato specialmente nella tarda letteratura sapienziale. Oggi noi sappiamo che la traduzione greca dell'Antico Testamento, realizzata in Alessandria – la "Settanta" –, è più di una semplice (da valutare forse in modo addirittura poco positivo) traduzione del testo ebraico: è infatti una testimonianza testuale a se stante e uno specifico importante passo della storia della Rivelazione, nel quale si è realizzato questo incontro in un modo che per la nascita del cristianesimo e la sua divulgazione ha avuto un significato decisivo.[9] Nel profondo, vi si tratta dell'incontro tra fede e ragione, tra autentico illuminismo e religione. Partendo veramente dall'intima natura della fede cristiana e, al contempo, dalla natura del pensiero greco fuso ormai con la fede, Manuele II poteva dire: Non agire "con il logos" è contrario alla natura di Dio.

Per onestà bisogna annotare a questo punto che, nel tardo Medioevo, si sono sviluppate nella teologia tendenze che rompono questa sintesi tra spirito greco e spirito cristiano. In contrasto con il cosiddetto intellettualismo agostiniano e tomista iniziò con Duns Scoto una impostazione volontaristica, la quale alla fine, nei suoi successivi sviluppi, portò all'affermazione che noi di Dio conosceremmo soltanto la voluntas ordinata. Al di là di essa esisterebbe la libertà di Dio, in virtù della quale Egli avrebbe potuto creare e fare anche il contrario di tutto ciò che effettivamente ha fatto. Qui si profilano delle posizioni che, senz'altro, possono avvicinarsi a quelle di Ibn Hazm e potrebbero portare fino all'immagine di un Dio-Arbitrio, che non è legato neanche alla verità e al bene. La trascendenza e la diversità di Dio vengono accentuate in modo così esagerato, che anche la nostra ragione, il nostro senso del vero e del bene non sono più un vero specchio di Dio, le cui possibilità abissali rimangono per noi eternamente irraggiungibili e nascoste dietro le sue decisioni effettive. In contrasto con ciò, la fede della Chiesa si è sempre attenuta alla convinzione che tra Dio e noi, tra il suo eterno Spirito creatore e la nostra ragione creata esista una vera analogia, in cui – come dice il Concilio Lateranense IV nel 1215 –certo le dissomiglianze sono infinitamente più grandi delle somiglianze, non tuttavia fino al punto da abolire l'analogia e il suo linguaggio. Dio non diventa più divino per il fatto che lo spingiamo lontano da noi in un volontarismo puro ed impenetrabile, ma il Dio veramente divino è quel Dio che si è mostrato come logos e come logos ha agito e agisce pieno di amore in nostro favore. Certo, l'amore, come dice Paolo, "sorpassa" la conoscenza ed è per questo capace di percepire più del semplice pensiero (cfr Ef 3,19), tuttavia esso rimane l'amore del Dio-Logos, per cui il culto cristiano è, come dice ancora Paolo „λογικη λατρεία“ – un culto che concorda con il Verbo eterno e con la nostra ragione (cfr Rm 12,1).[10]

Il qui accennato vicendevole avvicinamento interiore, che si è avuto tra la fede biblica e l'interrogarsi sul piano filosofico del pensiero greco, è un dato di importanza decisiva non solo dal punto di vista della storia delle religioni, ma anche da quello della storia universale – un dato che ci obbliga anche oggi. Considerato questo incontro, non è sorprendente che il cristianesimo, nonostante la sua origine e qualche suo sviluppo importante nell'Oriente, abbia infine trovato la sua impronta storicamente decisiva in Europa. Possiamo esprimerlo anche inversamente: questo incontro, al quale si aggiunge successivamente ancora il patrimonio di Roma, ha creato l'Europa e rimane il fondamento di ciò che, con ragione, si può chiamare Europa.
Alla tesi che il patrimonio greco, criticamente  purificato, sia una parte integrante della fede cristiana, si oppone la richiesta della deellenizzazione del cristianesimo – una richiesta che dall'inizio dell'età moderna domina in modo crescente la ricerca teologica. Visto più da vicino, si possono osservare tre onde nel programma della deellenizzazione: pur collegate tra di loro, esse tuttavia nelle loro motivazioni e nei loro obiettivi sono chiaramente distinte l'una dall'altra.[11]

La deellenizzazione emerge dapprima in connessione con i postulati della Riforma del XVI secolo. Considerando la tradizione delle scuole teologiche, i riformatori si vedevano di fronte ad una sistematizzazione della fede condizionata totalmente dalla filosofia, di fronte cioè ad una determinazione della fede dall'esterno in forza di un modo di pensare che non derivava da essa. Così la fede non appariva più come vivente parola storica, ma come elemento inserito nella struttura di un sistema filosofico. Il sola Scriptura invece cerca la pura forma primordiale della fede, come essa è presente originariamente nella Parola biblica. La metafisica appare come un presupposto derivante da altra fonte, da cui occorre liberare la fede per farla tornare ad essere totalmente se stessa. Con la sua affermazione di aver dovuto accantonare il pensare per far spazio alla fede, Kant ha agito in base a questo programma con una radicalità imprevedibile per i riformatori. Con ciò egli ha ancorato la fede esclusivamente alla ragione pratica, negandole l'accesso al tutto della realtà.

La teologia liberale del XIX e del XX secolo apportò una seconda onda nel programma della deellenizzazione: di essa rappresentante eminente è Adolf von Harnack. Durante il tempo dei miei studi, come nei primi anni della mia attività accademica, questo programma era fortemente operante anche nella teologia cattolica. Come punto di partenza era utilizzata la distinzione di Pascal tra il Dio dei filosofi ed il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Nella mia prolusione a Bonn, nel 1959, ho cercato di affrontare questo argomento[12] e non intendo riprendere qui tutto il discorso. Vorrei però tentare di mettere in luce almeno brevemente la novità che caratterizzava questa seconda onda di deellenizzazione rispetto alla prima. Come pensiero centrale appare, in Harnack, il ritorno al semplice uomo Gesù e al suo messaggio semplice, che verrebbe prima di tutte le teologizzazioni e, appunto, anche prima delle ellenizzazioni: sarebbe questo messaggio semplice che costituirebbe il vero culmine dello sviluppo religioso dell'umanità. Gesù avrebbe dato un addio al culto in favore della morale. In definitiva, Egli viene rappresentato come padre di un messaggio morale umanitario. Lo scopo di Harnack è in fondo di riportare il cristianesimo in armonia con la ragione moderna, liberandolo, appunto, da elementi apparentemente filosofici e teologici, come per esempio la fede nella divinità di Cristo e nella trinità di Dio. In questo senso, l'esegesi storico-critica del Nuovo Testamento, nella sua visione, sistema nuovamente la teologia nel cosmo dell'università: teologia, per Harnack, è qualcosa di essenzialmente storico e quindi di strettamente scientifico. Ciò che essa indaga su Gesù mediante la critica è, per così dire, espressione della ragione pratica e di conseguenza anche sostenibile nell'insieme dell'università. Nel sottofondo c'è l'autolimitazione moderna della ragione, espressa in modo classico nelle "critiche" di Kant, nel frattempo però ulteriormente radicalizzata dal pensiero delle scienze naturali. Questo concetto moderno della ragione si basa, per dirla in breve, su una sintesi tra platonismo (cartesianismo) ed empirismo, che il successo tecnico ha confermato. Da una parte si presuppone la struttura matematica della materia, la sua per così dire razionalità intrinseca, che rende possibile comprenderla ed usarla nella sua efficacia operativa: questo presupposto di fondo è, per così dire, l'elemento platonico nel concetto moderno della natura. Dall'altra parte, si tratta della utilizzabilità funzionale della natura per i nostri scopi, dove solo la possibilità di controllare verità o falsità mediante l'esperimento fornisce la certezza decisiva. Il peso tra i due poli può, a seconda delle circostanze, stare più dall'una o più dall'altra parte. Un pensatore così strettamente positivista come J. Monod si è dichiarato convinto platonico.

Questo comporta due orientamenti fondamentali decisivi per la nostra questione. Soltanto il tipo di certezza derivante dalla sinergia di matematica ed empiria ci permette di parlare di scientificità. Ciò che pretende di essere scienza deve confrontarsi con questo criterio. E così anche le scienze che riguardano le cose umane, come la storia, la psicologia, la sociologia e la filosofia, cercavano di avvicinarsi a questo canone della scientificità. Importante per le nostre riflessioni, comunque, è ancora il fatto che il metodo come tale esclude il problema Dio, facendolo apparire come problema ascientifico o pre-scientifico. Con questo, però, ci troviamo davanti ad una riduzione del raggio di scienza e ragione che è doveroso mettere in questione.

Tornerò ancora su questo argomento. Per il momento basta tener presente che, in un tentativo alla luce di questa prospettiva di conservare alla teologia il carattere di disciplina "scientifica", del cristianesimo resterebbe solo un misero frammento. Ma dobbiamo dire di più: se la scienza nel suo insieme è soltanto questo, allora è l'uomo stesso che con ciò subisce una riduzione. Poiché allora gli interrogativi propriamente umani, cioè quelli del "da dove" e del "verso dove", gli interrogativi della religione e dell'ethos, non possono trovare posto nello spazio della comune ragione descritta dalla "scienza" intesa in questo modo e devono essere spostati nell'ambito del soggettivo. Il soggetto decide, in base alle sue esperienze, che cosa gli appare religiosamente sostenibile, e la "coscienza" soggettiva diventa in definitiva l'unica istanza etica. In questo modo, però, l'ethos e la religione perdono la loro forza di creare una comunità e scadono nell'ambito della discrezionalità personale. È questa una condizione pericolosa per l'umanità: lo costatiamo nelle patologie minacciose della religione e della ragione – patologie che necessariamente devono scoppiare, quando la ragione viene ridotta a tal punto che le questioni della religione e dell'ethos non la riguardano più. Ciò che rimane dei tentativi di costruire un'etica partendo dalle regole dell'evoluzione o dalla psicologia e dalla sociologia, è semplicemente insufficiente.

 Prima di giungere alle conclusioni alle quali mira tutto questo ragionamento, devo accennare ancora brevemente alla terza onda della deellenizzazione che si diffonde attualmente. In considerazione dell’incontro con la molteplicità delle culture si ama dire oggi che la sintesi con l’ellenismo, compiutasi nella Chiesa antica, sarebbe stata una prima inculturazione, che non dovrebbe vincolare le altre culture. Queste dovrebbero avere il diritto di tornare indietro fino al punto che precedeva quella inculturazione per scoprire il semplice messaggio del Nuovo Testamento ed inculturarlo poi di nuovo nei loro rispettivi ambienti. Questa tesi non è semplicemente sbagliata; è tuttavia grossolana ed imprecisa. Il Nuovo Testamento, infatti, e stato scritto in lingua greca e porta in se stesso il contatto con lo spirito greco – un contatto che era maturato nello sviluppo precedente dell’Antico Testamento. Certamente ci sono elementi nel processo formativo della Chiesa antica che non devono essere integrati in tutte le culture. Ma le decisioni di fondo che, appunto, riguardano il rapporto della fede con la ricerca della ragione umana, queste decisioni di fondo fanno parte della fede stessa e ne sono gli sviluppi, conformi alla sua natura.

Con ciò giungo alla conclusione. Questo tentativo, fatto solo a grandi linee, di critica della ragione moderna dal suo interno, non include assolutamente l’opinione che ora si debba ritornare indietro, a prima dell’illuminismo, rigettando le convinzioni dell’età moderna. Quello che nello sviluppo moderno dello spirito è valido viene riconosciuto senza riserve: tutti siamo grati per le grandiose possibilità che esso ha aperto all’uomo e per i progressi nel campo umano che ci sono stati donati. L’ethos della scientificità, del resto, è – Lei l’ha accennato, Magnifico Rettore – volontà di obbedienza alla verità e quindi espressione di un atteggiamento che fa parte delle decisioni essenziali dello spirito cristiano. Non ritiro, non critica negativa è dunque l’intenzione; si tratta invece di un allargamento del nostro concetto di ragione e dell’uso di essa. Perché con tutta la gioia di fronte alle possibilità dell'uomo, vediamo anche le minacce che emergono da queste possibilità e dobbiamo chiederci come possiamo dominarle. Ci riusciamo solo se ragione e fede si ritrovano unite in un modo nuovo; se superiamo la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell'esperimento, e dischiudiamo ad essa nuovamente tutta la sua ampiezza. In questo senso la teologia, non soltanto come disciplina storica e umano-scientifica, ma come teologia vera e propria, cioè come interrogativo sulla ragione della fede, deve avere il suo posto nell'università e nel vasto dialogo delle scienze.

Solo così diventiamo anche capaci di un vero dialogo delle culture e delle religioni – un dialogo di cui abbiamo un così urgente bisogno. Nel mondo occidentale domina largamente l'opinione, che soltanto la ragione positivista e le forme di filosofia da essa derivanti siano universali. Ma le culture profondamente religiose del mondo vedono proprio in questa esclusione del divino dall'universalità della ragione un attacco alle loro convinzioni più intime. Una ragione, che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell'ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture. E tuttavia, la moderna ragione propria delle scienze naturali, con l'intrinseco suo elemento platonico, porta in sé, come ho cercato di dimostrare, un interrogativo che la trascende insieme con le sue possibilità metodiche. Essa stessa deve semplicemente accettare la struttura razionale della materia e la corrispondenza tra il nostro spirito e le strutture razionali operanti nella natura come un dato di fatto, sul quale si basa il suo percorso metodico. Ma la domanda sul perché di questo dato di fatto esiste e deve essere affidata dalle scienze naturali ad altri livelli e modi del pensare – alla filosofia e alla teologia. Per la filosofia e, in modo diverso, per la teologia, l'ascoltare le grandi esperienze e convinzioni delle tradizioni religiose dell'umanità, specialmente quella della fede cristiana, costituisce una fonte di conoscenza; rifiutarsi ad essa significherebbe una riduzione inaccettabile del nostro ascoltare e rispondere. Qui mi viene in mente una parola di Socrate a Fedone. Nei colloqui precedenti si erano toccate molte opinioni filosofiche sbagliate, e allora Socrate dice: "Sarebbe ben comprensibile se uno, a motivo dell'irritazione per tante cose sbagliate, per il resto della sua vita prendesse in odio ogni discorso sull'essere e lo denigrasse. Ma in questo modo perderebbe la verità dell'essere e subirebbe un grande danno".[13] L'occidente, da molto tempo, è minacciato da questa avversione contro gli interrogativi fondamentali della sua ragione, e così potrebbe subire solo un grande danno. Il coraggio di aprirsi all'ampiezza della ragione, non il rifiuto della sua grandezza – è questo il programma con cui una teologia impegnata nella riflessione sulla fede biblica, entra nella disputa del tempo presente. "Non agire secondo ragione, non agire con il logos, è contrario alla natura di Dio", ha detto Manuele II, partendo dalla sua immagine cristiana di Dio, all'interlocutore persiano. È a questo grande logos, a questa vastità della ragione, che invitiamo nel dialogo delle culture i nostri interlocutori. Ritrovarla noi stessi sempre di nuovo, è il grande compito dell'università.
  


[1] Dei complessivamente 26 colloqui (διάλεξις– Khoury traduce: controversia) del dialogo („Entretien“), Th. Khoury ha pubblicato la 7ma „controversia“ con delle note e un'ampia introduzione sull'origine del testo, sulla tradizione manoscritta e sulla struttura del dialogo, insieme con brevi riassunti delle „controversie“ non edite; al testo greco è unita una traduzione francese: Manuel II Paléologue, Entretiens avec un Musulman. 7e Controverse. Sources chrétiennes n. 115, Parigi 1966. Nel frattempo, Karl Förstel ha pubblicato nel Corpus Islamico-Christianum (Series Graeca. Redazione A. Th. Khoury – R. Glei) un'edizione commentata greco-tedesca del testo: Manuel II. Palaiologus, Dialoge mit einem Muslim, 3 volumi, Würzburg – Altenberge 1993 – 1996. Già nel 1966, E. Trapp aveva pubblicato il testo greco con una introduzione come vol. II dei „Wiener byzantinische Studien“. Citerò in seguito secondo Khoury.
[2] Sull'origine e sulla redazione del dialogo cfr Khoury pp. 22-29; ampi commenti a questo riguardo anche nelle edizioni di Förstel e Trapp. 
[3] Controversia VII 2c: Khoury, pp. 142-143; Förstel, vol. I, VII. Dialog 1.5, pp. 240-241. Questa citazione, nel mondo musulmano, è stata presa purtroppo come espressione  della mia posizione personale, suscitando così una comprensibile indignazione. Spero che il lettore del mio testo possa capire immediatamente che questa frase non esprime la mia valutazione personale di fronte al Corano, verso il quale ho il rispetto che è dovuto al libro sacro di una grande religione. Citando il testo dell'imperatore Manuele II intendevo unicamente evidenziare il rapporto essenziale tra fede e ragione. In questo punto sono d'accordo con Manuele II, senza però far mia la sua polemica. 
[4] Controversia VII 3b – c: Khoury, pp. 144-145; Förstel Bd. I, VII. Dialog 1.6  pp. 240-243.
[5] Solamente per questa affermazione ho citato il dialogo tra Manuele e il suo interlocutore persiano. È in quest'affermazione che emerge il tema delle mie successive riflessioni.  
[6]Cfr Khoury, op. cit.,  p. 144, nota 1.
[7]R. Arnaldez, Grammaire et théologie chez Ibn Hazm de Cordoue. Parigi 1956 p. 13; cfr Khoury p. 144. Il fatto che nella teologia del tardo Medioevo esistano posizioni paragonabili apparirà nell'ulteriore sviluppo del mio discorso.
[8] Per l'interpretazione ampiamente discussa dell'episodio del roveto ardente vorrei rimandare al mio libro "Einführung in das Christentum" (Monaco 1968), pp. 84-102. Penso che le mie affermazioni in quel libro, nonostante l'ulteriore sviluppo della discussione, restino tuttora valide.
[9]Cfr. A. Schenker, L’Écriture sainte subsiste en plusieurs formes canoniques simultanées, in: L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa. Atti del Simposio promosso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. Città del Vaticano 2001, p. 178-186.
[10] Su questo argomento mi sono espresso più dettagliatamente nel mio libro "Der Geist der Liturgie. Eine Einführung", Friburgo 2000, pp. 38-42.
[11] Della vasta letteratura sul tema della deellenizzazione vorrei menzionare innanzitutto: A Grillmeier, Hellenisierung – Judaisierung des Christentums als Deuteprinzipien der Geschichte des kirchlichen Dogmas, in: Id., Mit ihm und in ihm. Christologische Forschungen und Perspektiven. Freiburg 1975 pp. 423-488.
[12] Nuovamente pubblicata e commentata da Heino Sonnemanns: Joseph Ratzinger – Benedikt XVI., Der Gott des Glaubens und der Gott der Philosophen. Ein Beitrag zum Problem der theologia naturalis. Johannes-Verlag Leutesdorf, 2. ergänzte Auflage 2005.
[13] 90 c-d. Per questo testo cfr anche R. Guardini, Der Tod des Sokrates. Mainz-Paderborn 19875, pp. 218-221.

martedì 10 settembre 2013

MOSCHEA & MUSALLA | la replica alla lettera che risponde alla petizione...

Di seguito il comunicato contenente le osservazioni che ho fatto ieri mattina in conferenza stampa rispetto alla lettera di risposta del Sindaco Bonaldi alle richieste contenute nella petizione contro l'insediamento di un centro islamico in città, depositata a fine maggio.


COMUNICATO STAMPA



“MOSCHEA: Dal Sindaco una risposta burocratica e parziale alle richieste contenute nella petizione”.

CREMA, 9 settembre 2013 – Stamane si è svolta, presso la sede della Lega Nord a Crema, una conferenza stampa nel corso della quale gli esponenti locali del carroccio hanno replicato alla lettera (riportata in fondo al post) con la quale il Sindaco Stefania Bonaldi ha risposto alle richieste formulate nella petizione popolare contro l’ipotesi di insediamento di un centro culturale arabo in città.

In apertura il presentatore della petizione, Matteo Soccini, ha espresso un ringraziamento per la risposta, seppur parziale, arrivata in ritardo di un mese, dopo un sollecito a mezzo stampa avvenuto a fine luglio.
Successivamente ha illustrato in maniera puntuale una serie di considerazioni e obiezioni alla risposta del sindaco che si riportano:

  • Il Sindaco non ha risposto sulla richiesta di attuare l'art 36 dello statuto che prevede ricerche e sondaggi tra a popolazione su determinati temi. La sinistra che sempre parla di coinvolgimento dei cittadini e democrazia diretta non vuole attuare quanto previsto dalla “magna charta” della comunità cremasca? Perché?

  • La risposta inviata è fin troppo “burocratica” e nel contempo elude la questione reale dell'impatto sociale in città di una struttura del genere.

  • Parla di moschea, negando che si tratterà di una struttura del genere ma la petizione parla di "qualsiasi forma di luogo di culto" afferente l’Islam.

  • Minimizza parlando di “musalla” al posto di moschea ma le ricordiamo che nel suo intervento al convegno organizzato dalla Lega a fine maggio Magdi Allam aveva ben spiegato come siano la stessa cosa (cambia solo la “capienza”). Questo battere il chiodo sul negare la natura di moschea significa che se le chiedessero di costruirne una vera e propria allora direbbe no?

  • Finalmente, per la prima volta, ammette come esista un problema di conoscenza e possibile pericolosità di coloro che gestiscono questi luoghi, citando esplicitamente come soggetto radicale, nella sua accezione negativa, l’UCOII (Unione delle Comunità Islamiche in Italia)

  • Prendiamo atto della volontà di rilanciare la proposta di una convenzione (idea nata dal Pdl) che riteniamo non sia via percorribile in assenza di un concordato tra lo stato italiano e l’islam (vuole sostituirsi a Roma?)

  • Se anche dovesse arrivare a sottoscrivere tale convenzione come pensa di farla rispettare se non ritiene di avere i poteri di contrastare gli accattoni che picchiano i nostri vecchi in pieno centro?

  • In ultimo nella risposta di esprime la volontà di promuovere una immagine positiva dell'islam. Un punto sul quale ricordiamo che il comune è una istituzione laica e tra i suoi compiti amministrativi non figura quello di "promoter religioso".

In chiusura ha preso la parola il Segretario Cittadino Dino Losa che ha parlato delle prossime mosse della Lega sul tema.

“Innanzitutto presenteremo a breve un’interrogazione, come previsto dall’articolo 35 dello statuto, perché delle richieste presenti nella petizione se ne parli direttamente in consiglio comunale, soprattutto per avere una risposta alla richiesta di ascoltare dimettente i cittadini.
Inoltre manterremo alta l’attenzione sulla questione affinché i cremaschi siano sempre informati sulle azioni compiute dall’amministrazione comunale.”

ecco la risposta inviata dal Sindaco (cliccando sull'immagine dovrebbe divenire leggibile...)