lunedì 22 novembre 2010

"POLITICA"

La prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis", che in greco significa la città, la comunità dei cittadini; politica, secondo il filosofo ateniese, significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano.

venerdì 19 novembre 2010

Stile Maroni: bastonate solo ai boss

articolo tratto dal sito www.ilgiornale.it

Serio e riservato interprete del più puro spirito lombardo, quella virtuosa combinazione di lavoro, concretezza e «cultura del fare» che è il fazzolettino verde all’occhiello del Nord, Roberto Maroni ha dato una silenziosa lezione di eleganza a chi voleva trascinarlo nella rissa.

Roberto Saviano dalla tv gli ha scagliato contro un sasso pesantissimo. Un’accusa che poi altre mani, con meno coraggio e maggior rabbia, gli hanno rilanciato contro, aggiungendo veleni e illazioni. Il ministro, con un composto gesto di stizza, da signore, si è pulito gli schizzi di fango: «Le cose che Saviano ha detto non corrispondono al vero. Ho chiesto di replicare, ma se mi sarà impedito ne prenderò atto. Per me è un’accusa insopportabile dire che la Lega interloquisce con la ’ndrangheta al Nord: nessuno di noi è indagato o coinvolto». Poi ha fatto notare, sommessamente, che lui e Saviano stanno dalla stessa parte, entrambi dicono le stesse cose, tutti e due combattono un unico nemico: perché avvantaggiare le mafie, sgambettandosi a vicenda? «Dividiamoci su tutto, picchiamoci metaforicamente parlando, ma non su questo», ha detto. Gli unici su cui Maroni è pronto a picchiare, e duro, sono i boss. Non i compagni di squadra.

Stasera quando s’incroceranno nei corridoi degli studi Rai di Milano dove, nelle stesse ore, il ministro sarà ospite di L’ultima parola e lo scrittore concentrato nelle prove di Vieni via con me, forse si stringeranno la mano. Perché no?

Con un aplomb difficilmente riscontrabile fra politici e intellettuali perennemente schierati in una zuffa all’ultimo sangue e all’ultima offesa, Maroni ha dato una risposta ferma ma pacata, certo delle proprie ragioni ma pronto a confrontarsi con l’altro, inflessibile nello smentire l’accusa che ha travolto il suo partito ma conciliante nella possibilità di chiarimento. Dichiarare, subito dopo il botta e risposta, a proposito dell’autore di Gomorra, «Lo conosco e lo stimo, deponiamo le armi», è un gesto di cui pochi sono capaci, in quest’Italia di lotta e di governo. Chapeau. Che dalle sue parti, a nord del profondo nord, si dice Brau fiö.

Se esiste, in questo momento, un politico che dovrebbe raccogliere un consenso bipartisan, è proprio Roberto Maroni. Non solo per la sua feroce opposizione alle mafie, ma anche per l’inflessibilità e la compostezza dei suoi atteggiamenti pubblici. Parla poco, dicendo ciò che serve. Si vede ancora meno, e solo dove c’è bisogno. Non accende gli animi, semmai li calma. Ciò che deve fare un ministro dell’Interno, appunto.

Niente slogan, niente piagnistei, niente propaganda. Freddo e pragmatico come sanno essere gli insubri, sa quando occorre scendere nell’arena e quando evitare le baruffe d’osteria. Dotato di un personalissimo understatement, il ministro mantiene un’invidiabile compostezza in mezzo alle troppo spesso barbariche orde padane. Si vede nelle piccole cose: fra i leghisti è l’unico che riesce a portare con una certa sobrietà persino il fazzolettino verde nel taschino, l’antitesi cromatica dell’eleganza.

E con eleganza e misura ha affrontato il «caso Saviano». Fortiter in re, suaviter in modo ha risposto allo scrittore, il quale - forse mal consigliato - ha detto cose giuste ma nel modo sbagliato, alludendo invece che spiegando, e soprattutto trasformando ruffianamente una trasmissione culturale in un’operazione politica, a senso unico. Ecco perché il ministro non poteva tacere.

Poi, da politico serio e da uomo corretto, chiarito quanto doveva chiarire, Maroni è tornato a lavorare. Ieri era già in terra di camorra, a Napoli, per incontrare i poliziotti che hanno arrestato il superlatitante Antonio Iovine: «Siamo qui per festeggiare... le polemiche non mi interessano, interessano a voi...», ha risposto ai giornalisti che chiedevano della querela a Saviano. Poi ha fatto due cose. Prima ha guardato indietro, al già fatto, ricordano le cifre impressionanti del bottino della sua guerra: 6.754 mafiosi arrestati, 410 latitanti catturati, 18 miliardi di euro confiscati alla criminalità organizzata... Poi ha guardato avanti, come suo solito, a quanto c’è ancora da fare: «Mancano ancora due superboss: Matteo Messina Denaro e Michele Zagaria, e il cerchio si sta stringendo». Concreto e ottimista, più che come padano, come lombardo.

mercoledì 17 novembre 2010

Quello che Saviano non dice sulla ’ndrangheta e la sinistra

articolo tratto dal sito www.ilgiornale.it

Come ogni bravo cronista, Roberto Saviano sa perfettamente che non fa notizia il cane che morde l’uomo ma il contrario sì.
Quindi non può colpire l’attenzione del lettore (o dello spettatore tv) la collusione di un partito con la mafia. Roba già vista. Se, però, il ministro dell’Interno fa parte di quel partito colluso, allora le cose cambiano. Figuriamoci poi se è portato sugli scudi da tutti perché sotto la sua gestione, al Viminale, sono stati sequestrati alla mafia beni per 18 miliardi di euro e assicurati alle patrie galere 29 dei 30 latitanti più pericolosi. E fa notizia, ovviamente, il racconto carico di pathos della riunione dei boss di ’ndrangheta in un circolo culturale intitolato alla memoria di Falcone e Borsellino. Altro che uomo che morde il cane: Lega nord, ’ndrangheta, lo sfregio ai giudici uccisi dal tritolo. L’audience è assicurata. Ma come la volta scorsa, il Savonarola di Terra di Lavoro omette verità pruriginose per il centrosinistra di cui, ormai, è icona e megafono.

Il riferimento al summit di mafia del 31 ottobre 2009 nel circolo Falcone e Borsellino è da brividi, ma è monco. Non dice, il Nostro, che quel circolo è dell’Arci, associazione da sempre vicina al Pci-Pds-Ds-Pd, e il cui presidente (quello che aveva disposto i tavoli a ferro di cavallo ai trenta convenuti per eleggere il capomafia del nord) è il consigliere del Pd di Paderno Dugnano, Arturo Baldassarre. Si dirà: ma Baldassarre non è indagato, non è stato arrestato. Giusto. Anche il consigliere regionale della Lega che avrebbe incontrato il boss Pino Neri di Taurianova non è stato indagato, non è stato arrestato, ma è stato comunque «mascariato» da Saviano.
Il quale, ovviamente, a proposito di ’ndrangheta, di infiltrazioni al Nord, di politici in contatto con personaggi calabresi, s’è ben guardato dal tirare fuori brutti scheletri.
Citando a caso.
Non ha fatto alcun riferimento all’operazione «Parco Sud» che a novembre portò in cella 14 affiliati alla famiglia Barbaro e che sfociò nell’arresto del sindaco Pd di Trezzano sul Naviglio, Tiziano Butturini, un ex Ds.

Non ha ricordato che nel maxi-blitz del 13 luglio contro le cosche in Lombardia ci finì impigliato, per la conoscenza con un imprenditore vicino agli Strangio, un ex rappresentante della giunta di centrosinistra guidata da Penati, ovverosia Antonio Oliverio. Non ha rispolverato il caso di un altro ex assessore provinciale nella stessa giunta, Bruna Brembilla, indagata (e poi prosciolta) perché avrebbe chiesto voti ai calabresi immigrati.

Ragionando come ragiona il Savonarola casalese, si dovrebbe poi appiccicare la patente di mafioso anche a un politico dell’Udc del «nord» che indagato per mafia non è: Rosario Monteleone, presidente del consiglio regionale della Liguria e coordinatore del partito di Casini, il cui nome compare in una telefonata fra calabresi arrestati. E che dire di Pasquale Tripodi, già assessore «in trasferta» di Loiero, coinvolto due anni fa nel blitz della Dda di Perugia (arrestato e poi scarcerato dal Riesame, archiviato) su infiltrazioni del clan Vadalà nell’Umbria rossa.
E che dire di quelle elezioni per il consiglio comunale di Cologno Monzese supervisionate dal clan Valle che tanto hanno imbarazzato i Riformisti ed il Pd. E che dire, inoltre, di Cinzia Damonte, candidata alle regionali liguri per l’Idv, non indagata, sorpresa a distribuire santini elettorali a una cena organizzata da calabresi come Onofrio Garcea, 70enne di Pizzo Calabro, oggi latitante, presente nelle maggiori inchieste sulle ’ndrine di Genova e dintorni. L’elenco a tema è lungo, da non leggere in tv perché finirebbe per smontare il gioco del novello professionista antimafia. Accreditare la sua tesi servendosi delle provocazioni culturali di Gianfranco Miglio (che non può protestare per questa strumentalizzazione) equivale a chiedere a una leggenda del Quattrocento di farsi documento giudiziario incontrovertibile.
L’audience è una cosa, la fazio-sità cos’è?

venerdì 12 novembre 2010

CALCIOTTO - il mio intervento in Consiglio Comunale

di seguito il testo del mio intervento durante il dibattito di ieri sera in Consiglio Comunale a Crema.

La vicenda in discussione quest’oggi è sintomatica di come una poca accortezza da un lato, e forse, una certa malizia dall’altro, possano complicare dei passaggi amministrativi semplici.

A fronte della stipula di una convenzione con il comune di Crema, contenente determinate “misure” per un’opera in cantiere, la società avente in gestione l’area si è accorta successivamente della possibilità di realizzare un impianto di maggiori dimensioni, onde poter servire altre fasce di utenza.
Seguire la strada corretta per cogliere l’opportunità era semplice e veloce. Prima di iniziare un qualsiasi lavoro bastava alzare una mano e chiedere il permesso di fare.
Con un processo decisionale chiaro questo consiglio ritengo che non avrebbe avuto problemi a rilasciare il proprio benestare.
Purtroppo tale percorso non è stato seguito.
L’opera non conforme è stata realizzata e solo dopo si è arrivati a chiedere di poter mantenere il tutto.
Richiesta all’ordine del giorno di codesta seduta.

Sulla vicenda molto è stato detto, dichiarazioni ai giornali ne sono state fatte tante, ma quello che conta per chi amministra sono i fatti e gli scritti.
Come consigliere comunale, prima ancora che come esponente di partito, ho sentito l’esigenza di manifestare il mio pensiero al Sindaco tramite una lettera datata 5 ottobre che si chiudeva con queste parole “di questa vicenda se ne parlerà ancora molto e sono convinto che, mettendo in un cassetto pregiudizi e piccole polemiche, si possa addivenire ad una soluzione rispettosa dei principi di legalità e buona amministrazione”.

In seguito a questa mia presa di posizione anche la Lega Nord ha ritenuto doveroso esprimersi sulla vicenda.
Dalla sintesi della discussione avvenuta ho scritto, ispirandomi alla lettera citata, la mozione che racchiude l’unica e la sola posizione del mio partito sulla vicenda.
Il fulcro di tutto è uno solo “chiarezza delle responsabilità”.

Sulle colpe della questione calciotto, si contrappongono oggi due linee, da una lato quella che ritiene priva di responsabilità l’SCS Servizi Locali e come unica colpevole la società avente in gestione l’area, e dall’altra chi ha già emesso sentenza di colpevolezza nei confronti della partecipata del comune.

Come Lega Nord riteniamo che la partita delle responsabilità, seppur sufficientemente chiare dalla lettura delle carte, sia ancora aperta.
La commissione di garanzia svoltasi il 22 ottobre scorso, alla presenza del Presidente e del direttore generale di SCS Servizi Locali, si è chiusa con molte domande e poche risposte.
Ma il fatto che si siano ancora trovate tutte le risposte deve essere un motivo maggiore per cercarle.

Nella nostra mozione chiediamo l’impegno del Sindaco a perseguire l’accertamento dei fatti.
Ritengo opportuno però che anche noi consiglieri, con gli strumenti previsti dallo statuto comunale e dai regolamenti, dobbiamo essere “attori” di queste verifiche.
Come ho già ricordato la commissione di garanzia ha chiuso la sua ultima seduta senza molte risposte.
Forse è giunto il momento di darle.

In coerenza con la richiesta di arrivare ad una definizione chiara e definitiva delle responsabilità riteniamo di non poter accogliere l’atto unilaterale presentato da SCS Servizi Locali per diversi motivi primo fra tutti per la presenza nello scritto di una formula di autoassoluzione da parte della società stessa nel mentre sono in atto verifiche sulle responsabilità dei diversi attori in causa.

Il fatto di poter mantenere la struttura, destinando ad uso gratuito per le esigenze che l’amministrazione comunale manifesterà alcune fasce temporali è positivo, ma non sufficiente.
Onde garantire che le future spese di smantellamento non graveranno su SCS Servizi Locali sarebbe auspicabile, ad esempio, che il gestore privato rilasci un fideiussione a garanzia delle spese.

Trattandosi di una società partecipata dai comuni è fondamentale fornire agli azionisti (parliamo di tutte le amministrazioni locali cremasche) tutti gli elementi per una seria valutazione di quanto accaduto.

Difatti è a loro, e non ad altri, che spetta il diritto di chiedere al management di rendere conto del proprio operato e trarre le decisioni conseguenti.
In special modo considerando che il CDA in oggetto è alla scadenza del proprio mandato.

mercoledì 27 ottobre 2010

Comunicato Stampa - “LEGA: Depositata una mozione sul caso “calciotto” firmata dai consiglieri comunali Felice Tosoni e Matteo Soccini”.

CREMA, 27 ottobre 2010 – In merito alla questione dell’abuso compiuto nell’area limitrofa a Via del Fante per la realizzazione di un campo da “calciotto”, questa mattina è stata depositata da parte della Lega Nord, una mozione da iscrivere all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale.

Il documento, redatto dal consigliere Matteo Soccini e sottoscritto anche dal capogruppo in Sala degli Ostaggi Felice Tosoni, racchiude la posizione della sezione cittadina di Crema della Lega Nord, guidata dal segretario Walter Longhino, su un tema di particolare interesse per la città.

Di seguito il testo della mozione:

Alla cortese attenzione di
   Antonio Agazzi – Presidente del Consiglio Comunale di Crema
   Bruno Bruttomesso – Sindaco di Crema

Oggetto: MOZIONE SULLA QUESTIONE “CALCIOTTO”

Premesso che

 Per un’amministrazione pubblica è doveroso porsi il rispetto delle regole da parte dei cittadini come un principio base della propria missione di governo.

 Diviene altresì un obbligo pretenderlo dall’Amministrazione stessa e da tutti coloro che sono stati chiamati a gestire le tante società che operano nel nostro territorio.

Assodato che

 Nell’area confinante con Via del Fante sia stata costruita un’opera non conforme a quanto stabilito da una convenzione intercorsa tra il Comune di Crema e la SCS servizi locali, approvata dal consiglio comunale della città.

Ritenuto che

 La proposta unilaterale presentata all’attenzione dell’Amministrazione Comunale, da parte della SCS Servizi Locali, appare insufficiente a garantire i principi richiamati in precedenza.

Nell’auspicio che

 Si possa addivenire ad una soluzione rispettosa dei principi di legalità e buona amministrazione.

Questo consiglio comunale

 Apprezza l’azione del Sindaco di perseguire il principio di legalità.

Invita altresì il Sindaco

 A percorrere tutte le strade per accertare quali siano le responsabilità che hanno portato alla realizzazione di un’opera non conforme a quanto previsto dalle convenzioni.

 Nell’ipotesi per cui, dall’accertamento dei fatti, sia comprovata una responsabilità da parte di amministratori di società partecipate a richiederne la rinuncia all’incarico.

 Ad impegnarsi affinché i costi derivanti da un eventuale ripristino della situazione originale non siano a carico dell’amministrazione pubblica, intendendo con questa accezione il Comune di Crema e sue società partecipate.

 Ad assicurare, nell’ipotesi che si convenga per il mantenimento della struttura, ad oggi non conforme, all’assicurazione di una sua immediata rimozione non appena fosse necessario iniziare i lavori per il prolungamento della “gronda nord” e la stipula di un’integrazione delle convenzioni esistenti, tali per cui il gestore dell’impianto non debba trarre profitto dall’abuso accertato; il tutto prevedendo, a titolo esemplificativo, la corresponsione di un’ammenda.

Consiglieri Comunali
Felice Tosoni
Matteo Soccini

mercoledì 20 ottobre 2010

replicare o non replicare ? ? ?

questa volta meglio di no.

sarebbe come sparare sulla croce rossa,

e non è il mio forte...

(per i distratti leggere "Cronaca" di oggi...)

martedì 19 ottobre 2010

Comunicato Stampa - "SOCCINI (Lega): Interrogazione sul futuro del Pergocrema"

CREMA, 19 ottobre 2010 – Nella mattinata oggi il consigliere comunale della Lega Nord Matteo Soccini ha presentato, per essere inserita nell’ordine del giorno del primo consiglio utile, un’interrogazione avente ad oggetto il futuro prossimo dell’Unione Sportiva Pergocrema.

“L’interrogazione che ho presentato stamane ha l’intenzione di porre all’attenzione dell’amministrazione comunale alcune domande che molti appassionati della principale società calcistica cittadina si sono posti in questi ultimi tempi - afferma il Consigliere Matteo Soccini che prosegue - Il mio intento non è di innescare alcuna polemica, ma ritengo che le domande che si pongono in molti meritino una risposta adeguata, specialmente per il fatto che tutte coinvolgono in varia misura il Comune di Crema.”

Conclude il consigliere leghista: “La presentazione di questa interrogazione, così come l’organizzazione da parte di alcuni sostenitori del Pergocrema di una serata, che dovrebbe svolgersi il prossimo 11 novembre, dedicata alle problematiche della società e del suo futuro sono il sintomo di come, al di là dei risultati sportivi che stanno maturando positivamente, la questione sul futuro del “Pergo” riscuota un forte interesse nella cittadinanza”.

Di seguito il testo completo dell’interrogazione:

Crema, 19 ottobre 2010

Alla cortese attenzione di
   Antonio Agazzi – Presidente del Consiglio Comunale di Crem
   Bruno Bruttomesso – Sindaco di Crema
   Maurizio Borghetti – Assessore allo Sport


Oggetto: INTERROGAZIONE


Ai sensi dell’articolo 18 del Regolamento del Consiglio Comunale di Crema, sono a richiedere l’iscrizione della presente interrogazione all’ordine del giorno della prima seduta utile del Consiglio Comunale.

Premesso che

- La società calcistica Unione Sportiva Pergocrema è, dal 1932, un importante patrimonio della cultura sportiva della città di Crema.

- Nell’ultimo decennio, grazie all’impegno di tanti, la stessa è passata dal militare nel campionato di eccellenza a quello di prima divisione (un tempo serie C1), conquistata nella stagione 2007- 2008, dando risalto a livello nazionale alla nostra città.

- Le vicende dell’estate scorsa hanno portato ad un cambio al vertice della società con l’avvento del nuovo presidente Manolo Bucci, il quale ha acquisito una quota pari al 70% del capitale sociale dal suo predecessore Stefano Bergamelli.

Rilevato che

- Negli ultimi tempi diverse figure professionali hanno interrotto la loro, in taluni casi ultradecennale, collaborazione con la società, quale ad esempio la breve esperienza come direttore generale del sig. Giorgio Bresciani.

- Il settore giovanile, stando a quanto apparso di recente sulla stampa locale (La Cronaca del 15 ottobre 2010), presenterebbe gravi problematiche di gestione degli impianti, nell’organizzazione inerente la partecipazione ai campionati, nonché alla fornitura del materiale tecnico.

- Stante i regolamenti della Federazione Italiana Giuoco Calcio il passaggio, a stagione iniziata, di un tesserato da una società sportiva ad un’altra presenta dei vincoli tali da rendere difficile tale cambio, anche in presenza di comprovate mancanze gestionali ed organizzative da parte della società proprietaria del cartellino, col concreto rischio di rendere impossibile lo svolgimento di quella attività sportiva di cui è unanimemente riconosciuto il valore educativo per i nostri giovani.

- Alla data di presentazione della presente interrogazione non si hanno notizie riguardo lo stato del perfezionamento della convenzione tra l’U.S. Pergocrema e l’amministrazione comunale. Il cui passaggio in questo Consiglio non è ancora avvenuto.

- Dalla stessa società U.S. Pergocrema è pervenuta una proposta di modifica della convenzione stessa incentrata sulla possibilità di dotare il centro sportivo “Bertolotti” di un campo in erba sintetica, di cui ha riferito in una riunione dei capogruppo l’assessore competente.

Si chiede all’Amministrazione Comunale quanto segue:

1 - A che punto si trova la pratica relativa alla sottoscrizione della convenzione tra l’U.S Pergocrema e l’Amministrazione Comunale riguardante la gestione dello stadio “Giuseppe Voltini” e del centro sportivo “Bertolotti”?

2 - Se sia stata formalizzata la proposta della società U.S. Pergocrema relativa alla modifica della convenzione seguente alla proposta di dotare il centro “Bertolotti” di un campo in sintetico?

3 - Alla luce di quanto rilevato in merito alle problematiche del settore giovanile, nonché alle dichiarazioni dell’Assessore allo Sport rilasciate al quotidiano La Cronaca del 16 ottobre 2010, quali iniziative intende assumere l’Amministrazione per aiutare la società, e soprattutto i giovani calciatori, a risolvere tali problematiche?

4 - Quali garanzie l’Amministrazione Comunale si propone di chiedere alla nuova proprietà dell’U.S. Pergocrema affinché il futuro di questo patrimonio sportivo, culturale e sociale della Città di Crema non debba vivere medesime vicende come avvenuto negli ultimi anni in tante altre città italiane, come ad esempio Pisa, Mantova, Perugia e Massa?