sabato 21 agosto 2010
W il Tortello e la sua Repubblica ! ! ! e ovviamente l'Arte Organaria...
"La Provincia", pagina 23 di sabato 21 agosto 2010. |
di Stefano Sagrestano
Crema ‘Repubblica del tortello’, ma anche capitale dell’arte organaria. A questi temi si è interessata ieri mattina la troupe de tg regionale della Rai. Assente per impegni di lavoro l’assessore alla cultura Paolo Mariani, l’inviato ha intervistato l’assessore al Turismo Maurizio Borghetti e quello provinciale allo Sviluppo economico Matteo Soccini. La Rai è arrivata a Crema sull’onda della polemica tra Soccini e Mariani.
L’esponente leghista cremasco è stato interpellato dopo che nei giorni scorsi aveva avuto risonanza nazionale la sua intervista sul quotidiano ‘La Provincia’ in merito al concorso di idee lanciato dall’assessore alla cultura Paolo Mariani per la realizzazione del monumento all’organo cremasco, da installare sulla rotatoria di via Milano, nei pressi dell’Ipercoop. Soccini aveva detto «Mi chiedo: allora perché non un monumento al tortello e alla sua Repubblica? ». Da qui ne era nato il caso su quale delle due eccellenze cremasche sia da preferire.
«Era una battuta—ha spiegato ieri Soccini al microfono Rai —. Crema ha queste due tipicità e l’importante è che a livello nazionale si parli di entrambe ». La troupe è stata prima in piazza Duomo, poi ha ripreso l’organo della cattedrale e in terza battuta ha fatto visita al raviolificio Salvi, per filmare la produzione dei tortelli dolci. «Ho spiegato all’inviato — ha raccontato Borghetti — come l’arte organaria sia una tradizione cremasca esportata in Italia, e nel mondo. La proposta del concorso di idee per il monumento è a livello embrionale. Vediamo cosa emergerà poi valuteremo se di realizzarlo».
_________________________
"La Cronaca", pagina 16 di sabato 21 agosto 2010. |
di Daniela G. Carrabba
Galeotto fu il ‘monumento al Tortello’. Crema sotto i riflettori di Tg3 Lombardia. Ieri mattina una troupe del Tg regionale è giunta nella nostra città sull’onda del tortello e degli organi, i due simboli che dovrebbero fungere da calamita per il turismo con una promozione dell’intero territorio. Andrea Silla, giornalista del telegiornale di Rai 3, ha così compiuto una visita della città soffermandosi sui suoi simboli. Sotto l’obiettivo della videocamera l’organo del Duomo, quello della vecchia sede del Folcioni e il tortellificio Salvi di via Porzi. Ad accompagnare il giornalista televisivo, l’assessore provinciale alle Attività Produttive Matteo Soccini e l’assessore al Commercio e Turismo del Comune di Crema, Maurizio Borghetti. La curiosità della televisione regionale è stata stimolata dalla asserzione, poi rivelatosi scherzosa, di Soccini che la scorsa settimana aveva proposto un monumento al tortello cremasco, vero faro della città, in contrapposizione a quello degli organi, come vuole l’assessore Mariani e da realizzare attraverso bando.
“La mia - commenta Soccini – voleva essere solo una battuta a margine della Repubblica del Tortello. Alla domanda del giornalista su come potrei immaginare un monumento al tortello, ho risposto che per me il migliore sarebbe un vero piatto di fumanti tortelli cremaschi, pronti da gustare. Preferisco infatti sedermi attorno ad un tavolo ed assaporare questo piatto della tradizione cremasca.
Di certo un tortello di pietra sarebbe un po’ difficile da mangiare. Lasciamolo fare se mai a qualche artista. L’importante comunque è che in tv si parli di Crema. A questo di certo ha contribuito una battuta scherzosa”. Da parte sua l’assessore Borghetti sostiene la validità di puntare sullo strumento musicale che affonda le sue radici nel contesto culturale e artigianale della terra cremasca: “In tantissimi edifici del mondo - ha affermato Borghetti – fanno sentire la loro voce gli organi costruiti a Crema e nel suo territorio. Tra i tantissimi altri anche alla Scala di Milano e nel Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, a Tepeyacin, vicino a Città del Messico si suonano degli organi costruiti nella nostra terra. Mi pare dunque giusto puntare su questo strumento come veicolo di diffusione di conoscenza di Crema. L’occasione del distretto della musica è dunque preziosa. Per il monumento se ci saranno delle risposte valide da parte degli artisti con il concorso di idee, potrebbe essere un modo per divulgare la consapevolezza di questo strumento musicale”.
La televisione, in particolare Rai 3, è spesso presente nella nostra città e l’assessore alla Cultura, Paolo Mariani, non manca di esprimere il suo apprezzamento: Finalmente Crema ha il posto che le compete. E’ importante che si parli il più possibile della nostra città. L’effetto domino è assicurato.
giovedì 19 agosto 2010
domenica 15 agosto 2010
dedicato alla caritas...
brano tratto da un articolo del sito http://www.corriere.it/ sulla conferenza stampa del Ministro MARONI, svoltasi questa mattina a Palermo,
...ACCORDO CON LA LIBIA - Altro punto, l'immigrazione clandestina: «Abbiamo raggiunto risultati significativi: dal 1° agosto 2009 al 31 luglio di quest'anno sono sbarcate in Italia 3.499 persone, con un calo dell'88% rispetto alle 29mila del periodo 1° agosto 2008-31 luglio 2009. L'accordo con la Libia funziona molto bene e intendiamo applicare intese simili anche in altri Paesi come la Turchia, da cui si registra un lieve aumento degli sbarchi in Puglia, meno di mille persone nel 2010. Ciò deriva dai rapporti fra Grecia e Turchia e di questo ci occuperemo a settembre con un'azione politica per evitare che la piccola breccia aperta possa diventare significativa»....
La cultura come una risorsa...
articolo tratto da "La Provincia" di oggi...
di Antonio Grassi
Matteo Soccini, consigliere comunale, assessore provinciale, ex segretario della Lega interviene sui previsti tagli al bilancio del comune. Merita una sottolineatura il passaggio sulla cultura.
Dice:«Come Lega avanzeremo le nostre proposte sui tagli. Innanzitutto sarà nostro dovere analizzare con attenzione determinati capitoli. Non possono essere considerati semplici ‘spese’ perché si configurano anche come investimenti per l’immagine della città.
Mi riferisco alla cultura. E’ un settore che non può essere classificato, appunto, solo una spesa, ma deve essere visto come una risorsa da sfruttare al meglio. Nella bozza si parla di ridurre il contributo comunale alla Fondazione San Domenico relativamente alla gestione del Folcioni. Ora, se a questo si aggiunge la richiesta avanzata da alcuni esponenti della maggioranza, e mi riferisco al capogruppo Udc Martino Boschiroli, di intervenire con dei tagli anche sul contributo per il teatro, il quadro che ne esce è particolarmente critico e preoccupante.
Merita un approfondimento specifico. Non dimentichiamo che il teatro è un fiore all’occhiello per la città e lo testimoniano i numerosi sponsor che lo sostengono e l’ottima gestione del presidente Umberto Cabini. Penalizzare la fondazione San Domenico con dei tagli mi pare quanto meno azzardato».
Soccini, precisa che non vuole essere polemico ma, nella sostanza, non è in linea con quanto affermato dall’assessore al ramo, Paolo Mariani, più propenso a considerare la cultura non indispensabile.
La dichiarazione di Mariani pubblicata sul nostro giornale venerdì scorso non lascia dubbi in proposito. «L’attività culturale - aveva detto l’assessore alla cultura—è ormai ridotta al lumicino: quando c’è da tagliare si colpisce sempre lì. Ma non c’è alternativa: tra i tanti settori di cui si occupa il comune, la cultura non è certo il più essenziale».
La domanda viene spontanea: Soccini, il monumento di 6 metri all’arte organaria proposto e sostenuto da Mariani è essenziale? «Non conosco - precisa Soccini - i costi dell’opera. Di sicuro, non è una questione da discutere ed approvare ad agosto, anche se il bando è già passato dalla giunta. L’idea non è da scartare, ma deve essere valutata con attenzione. Mi chiedo: allora perché non un monumento al tortello e alla sua repubblica?».
Chiarita la questione cultura, Soccini esprime alla macchina comunale «un ringraziamento per il lavoro svolto nella predisposizione della bozza di manovra correttiva per gli esercizi 2011 e 2012».
Poi precisa: «La Lega non ritiene necessario un aumento delle tariffe dei parcheggi. Peraltro tutto il capitolo già oggi presenta una formulazione che non prevede un aumento dell’addizionale comunale sui redditi, mentre le altre voci di entrata non comportano una penalizzazione alle fasce più deboli della cittadinanza».
Soccini prosegue: «Il risparmio sulle spese della macchina comunale è significativo, la varietà di interventi è tale da meritare un’analisi più approfondita da parte dell’intera la maggioranza. Il fatto che la bozza originale, rivista con le prime osservazioni della giunta, sia da giorni a disposizione dei consiglieri di maggioranza permette di formulare proposte da condividere nelle riunioni che saranno convocate a partire da settembre».
Soccini non dimentica le minoranze. «Le scontate critiche dell’opposizione - spiega - non meritano commenti. Rientrano nella logica, purtroppo qui da noi sterile, della contrapposizione alla maggioranza senza aggiungere nulla costruttivo al dibattito».
Due parole anche per i giornali.
«Quanto apparso sulla stampa in questi giorni è positivo perché ha permesso ai cittadini di discutere, però prima di trarre giudizi definitivi, è necessario aspettare la stesura del documento ufficiale che dovrà passere dalla commissione bilancio. Non accetteremo osservazioni strumentali, mirate al solito tentativo di bloccare importanti investimenti di cui la città ha necessità».
Infine un omaggio all’ex assessore al bilancio Cesare Giovinetti: «L’intervento sul bilancio - conclude Soccini - messo in campo tre anni fa dall’assessore Giovinetti non è stato inutile come ritiene qualche esponente della sinistra. Grazie a quella manovra questa amministrazione ha potuto mantenere costante negli anni il livello di servizi alla persona».
Matteo Soccini, consigliere comunale, assessore provinciale, ex segretario della Lega interviene sui previsti tagli al bilancio del comune. Merita una sottolineatura il passaggio sulla cultura.
Dice:«Come Lega avanzeremo le nostre proposte sui tagli. Innanzitutto sarà nostro dovere analizzare con attenzione determinati capitoli. Non possono essere considerati semplici ‘spese’ perché si configurano anche come investimenti per l’immagine della città.
Mi riferisco alla cultura. E’ un settore che non può essere classificato, appunto, solo una spesa, ma deve essere visto come una risorsa da sfruttare al meglio. Nella bozza si parla di ridurre il contributo comunale alla Fondazione San Domenico relativamente alla gestione del Folcioni. Ora, se a questo si aggiunge la richiesta avanzata da alcuni esponenti della maggioranza, e mi riferisco al capogruppo Udc Martino Boschiroli, di intervenire con dei tagli anche sul contributo per il teatro, il quadro che ne esce è particolarmente critico e preoccupante.
Merita un approfondimento specifico. Non dimentichiamo che il teatro è un fiore all’occhiello per la città e lo testimoniano i numerosi sponsor che lo sostengono e l’ottima gestione del presidente Umberto Cabini. Penalizzare la fondazione San Domenico con dei tagli mi pare quanto meno azzardato».
Soccini, precisa che non vuole essere polemico ma, nella sostanza, non è in linea con quanto affermato dall’assessore al ramo, Paolo Mariani, più propenso a considerare la cultura non indispensabile.
La dichiarazione di Mariani pubblicata sul nostro giornale venerdì scorso non lascia dubbi in proposito. «L’attività culturale - aveva detto l’assessore alla cultura—è ormai ridotta al lumicino: quando c’è da tagliare si colpisce sempre lì. Ma non c’è alternativa: tra i tanti settori di cui si occupa il comune, la cultura non è certo il più essenziale».
La domanda viene spontanea: Soccini, il monumento di 6 metri all’arte organaria proposto e sostenuto da Mariani è essenziale? «Non conosco - precisa Soccini - i costi dell’opera. Di sicuro, non è una questione da discutere ed approvare ad agosto, anche se il bando è già passato dalla giunta. L’idea non è da scartare, ma deve essere valutata con attenzione. Mi chiedo: allora perché non un monumento al tortello e alla sua repubblica?».
Chiarita la questione cultura, Soccini esprime alla macchina comunale «un ringraziamento per il lavoro svolto nella predisposizione della bozza di manovra correttiva per gli esercizi 2011 e 2012».
Poi precisa: «La Lega non ritiene necessario un aumento delle tariffe dei parcheggi. Peraltro tutto il capitolo già oggi presenta una formulazione che non prevede un aumento dell’addizionale comunale sui redditi, mentre le altre voci di entrata non comportano una penalizzazione alle fasce più deboli della cittadinanza».
Soccini prosegue: «Il risparmio sulle spese della macchina comunale è significativo, la varietà di interventi è tale da meritare un’analisi più approfondita da parte dell’intera la maggioranza. Il fatto che la bozza originale, rivista con le prime osservazioni della giunta, sia da giorni a disposizione dei consiglieri di maggioranza permette di formulare proposte da condividere nelle riunioni che saranno convocate a partire da settembre».
Soccini non dimentica le minoranze. «Le scontate critiche dell’opposizione - spiega - non meritano commenti. Rientrano nella logica, purtroppo qui da noi sterile, della contrapposizione alla maggioranza senza aggiungere nulla costruttivo al dibattito».
Due parole anche per i giornali.
«Quanto apparso sulla stampa in questi giorni è positivo perché ha permesso ai cittadini di discutere, però prima di trarre giudizi definitivi, è necessario aspettare la stesura del documento ufficiale che dovrà passere dalla commissione bilancio. Non accetteremo osservazioni strumentali, mirate al solito tentativo di bloccare importanti investimenti di cui la città ha necessità».
Infine un omaggio all’ex assessore al bilancio Cesare Giovinetti: «L’intervento sul bilancio - conclude Soccini - messo in campo tre anni fa dall’assessore Giovinetti non è stato inutile come ritiene qualche esponente della sinistra. Grazie a quella manovra questa amministrazione ha potuto mantenere costante negli anni il livello di servizi alla persona».
venerdì 13 agosto 2010
Celtic FC - The Lions of 67
Coppa dei Campioni 1967
Finale di Lisbona (Portogallo)
Celtic 2 - Inter 1
giovedì 12 agosto 2010
Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): Nella manovra d’autunno priorità al contenimento della spesa, attenzione agli investimenti e maggiori controlli”.
CREMA, 12 agosto 2010 – Sulla “manovra d’autunno” il consiglio comunale di Crema si troverà ad affrontare già da settembre interviene il consigliere comunale della Lega Nord Matteo Soccini.
“Innanzitutto voglio esprimere alla struttura comunale un ringraziamento per il lavoro svolto nella predisposizione della bozza di manovra correttiva per gli esercizi 2011 e 2012 messa sul tavolo di giunta e consiglieri di maggioranza - afferma il Consigliere Matteo Soccini che prosegue - un documento contenente un lungo elenco di misure eterogenee che intervengono su entrate e uscite per importi molto ingenti.”
Prosegue Soccini: “Nel merito delle proposte avanzate la giunta ha effettuato una prima scrematura del documento, recependo una prima obiezione della Lega che non ritiene necessario un aumento delle tariffe dei parcheggi (nemmeno una piccola revisione di pochi centesimi come apparso oggi su alcuni quotidiani). Peraltro tutto il capitolo già oggi presenta una formulazione che non prevede un aumento dell’addizionale comunale sui redditi, mentre le altre voci di entrata non comportano un mettere le mani in tasca alle fasce più deboli della cittadinanza.
Sul lato delle uscite lo sforzo teso a risparmiare sulle spese della macchina comunale è significativo, la varietà di interventi è tale da meritare un’attenzione di analisi maggiore da parte di tutta la maggioranza. Il fatto che la bozza originale, rivista con le prime osservazioni della giunta, sia da oltre una settimana in mano ai consiglieri di maggioranza da modo a tutti di poter approntare proposte da condividere nelle riunioni che saranno convocate a partire da settembre”.
“Come Lega Nord avanzeremo le nostre, innanzitutto sarà nostro dovere analizzare bene determinati capitoli che non possono considerarsi come semplici “spese” ma si configurano come un investimento nell’immagine della città, e mi riferisco in particolare alla cultura.
Già nella bozza si parla di ridurre il contributo alla Fondazione San Domenico per il Folcioni, se a questo si aggiunge la richiesta avanzata da alcuni esponenti della maggioranza di intervenire anche sul contributo per il teatro, il quadro che ne esce è particolarmente critico e merita un approfondimento dedicato”.
Conclude il consigliere leghista: “Quanto alle scontate e ripetitive critiche che già emergono dall’opposizione non mi soffermo molto se non per farle rientrare nella solita contrapposizione che nulla aggiunge di concreto al dibattito.
Dato che tutto quanto apparso in questi giorni sulla stampa è, e sarà, oggetto di discussione e modifica, solo di fronte ad un documento ufficiale che passerà dalla commissione bilancio si potranno formulare giudizi e presentare contro proposte concrete. Se queste dovessero consistere nel solito tentativo di bloccare importanti investimenti di cui la città ha necessità la risposta che daremo è facilmente prevedibile.
In ultimo mi preme rimarcare come il famoso intervento sul bilancio messo in campo tre anni orsono dall’assessore Giovinetti non è stato inutile come ritiene qualche esponente della sinistra. Tutt’altro! Grazie a quella manovra questa amministrazione ha potuto mantenere costante negli anni il livello di servizi alla persona”.
mercoledì 11 agosto 2010
lunedì 9 agosto 2010
"I veri nemici del federalismo" di Luca Ricolfi
editoriale, MOLTO INTERESSANTE, di Luca Ricolfi pubblicato oggi sul quotidiano "La Stampa".
Non so se ci avete fatto caso, ma da un po’ di tempo nel mondo della politica ci sono due parole che attirano irresistibilmente chi vuole creare un nuovo marchio. Sono la parola «futuro» e la parola «nazione». Tra le fondazioni politico-culturali, ad esempio, da tempo si distinguono per il loro attivismo «Fare futuro», il pensatoio degli uomini legati a Gianfranco Fini, e «Italia Futura», il pensatoio di quelli legati a Montezemolo. Periodicamente, specie in vista di elezioni, si sente evocare il progetto di una «lista civica nazionale». Quanto alle formazioni politiche vere e proprie, il gruppo dei finiani ha appena scelto di denominarsi «Futuro e libertà», mentre l’Udc di Casini pare intenzionata a dar vita a un «Partito della Nazione». E anche chi, come Rutelli, ha appena fondato un movimento senza ricorrere alle due magiche parole, futuro e nazione, ha finito per scegliere dei sinonimi, che evocano la medesima preoccupazione per il futuro del Paese: il nuovo partito si chiama Api, che significa Alleanza per l’Italia.
Sarà perché l’economia e la società sono ferme - per non dire congelate - da almeno una decina d’anni, sarà perché la macchina del federalismo sta lentamente entrando in funzione, sarà perché l’anno prossimo si festeggia il centocinquantenario dell’Unità d’Italia, sta di fatto che sul destino dell’unità nazionale è iniziata una riflessione importante. La preoccupazione per la coesione del Paese sembra, in particolare, essere il vero collante ideologico che tiene insieme le quattro forze intorno alle quali si sta delineando il cosiddetto «terzo polo»: l’Udc di Casini, l’Api di Rutelli, Futuro e libertà di Fini, il Movimento per le Autonomie di Lombardo.
Ma in che cosa si sostanzia questa preoccupazione per il futuro del Paese? Qual è l’idea dell’interesse nazionale coltivata dai leader di questa area politica?A me pare che l’unico robusto collante politico che tiene insieme queste quattro forze sia l’ostilità per il progetto federalista della Lega. Un’ostilità che usa gli espedienti retorici più diversi, compreso quello di dichiararsi fautori di un federalismo «vero», contrapposto al federalismo farlocco della Lega, ma dietro la quale si riconosce facilmente un’unica vera preoccupazione di fondo: il timore che - giunti al dunque, ossia ai decreti delegati - il federalismo danneggi il Sud, e che per questa via spacchi il Paese. Il programma minimo del nascente Terzo polo è frenare il federalismo, il programma massimo è bloccarlo definitivamente.
Vorrei dire subito che questa preoccupazione «meridionalista», a mio parere, è del tutto rispettabile. Il pericolo che la lotta politica, che oggi si svolge fra il fantasma della destra e quello della sinistra, domani si riduca a un tiro alla fune fra gli interessi del Nord e quelli del Sud, è molto concreto, come giustamente rilevava Francesco Alberoni qualche giorno fa sul Corriere della Sera. Il punto, però, è che non è detto che annacquare ulteriormente il federalismo sia la strada migliore per evitare quel pericolo. In poche parole, è tutto da dimostrare che il futuro della nazione, la coesione del Paese, si tutelino meglio boicottando il federalismo piuttosto che impegnandosi per farlo funzionare nel modo più incisivo possibile. Eppure è questo che sembrano pensare i teorici del Terzo polo. L’Udc di Casini è l’unica forza politica che ha votato contro il federalismo. Fini, già prima della rottura, è arrivato addirittura a chiedersi se dobbiamo proprio farlo, questo benedetto federalismo. Rutelli non perde occasione per demonizzare la Lega, accusata di secessionismo. E attenzione, quel che colpisce in queste critiche è che non entrano mai nel merito dei dettagli, dei meccanismi, delle cifre. In breve, non cercano di contribuire a far funzionare il federalismo, ma soltanto a impedire qualcosa che considerano un male per il Paese, una sciagura per il futuro della nazione.
E allora vediamolo, questo futuro della nazione senza il federalismo. I dati di partenza del federalismo sono tre: 130 miliardi di evasione fiscale e contributiva, 80 miliardi di sprechi della Pubblica amministrazione, una pressione fiscale sull’economia regolare fra le più alte del mondo. Per il Nord significano un assegno di 50 miliardi all’anno staccato al resto del Paese, e un blocco della crescita che dura ormai da un decennio. Il Nord, anche se lo volesse, non è più in grado di sostenere i consumi e gli sprechi delle aree deboli, perché già fatica a stare a galla per conto suo. E il bello è che di questo, sia pure lentamente e dolorosamente, si stanno rendendo conto anche molti amministratori del Mezzogiorno, spesso più avanti di tanti leader nazionali nella comprensione del dramma che attraversa il nostro Paese. Certo gli uomini e le donne del Sud vogliono che lo Stato centrale faccia la sua parte, innanzitutto nel campo delle infrastrutture. Ma sempre più si rendono conto che nulla potranno chiedere se prima non dimostreranno di sapersi amministrare meglio. Ci sono tanti politici e amministratori del Mezzogiorno che la sfida del federalismo l’hanno già accettata, e che non vogliono una guerra civile strisciante fra Nord e Sud, bensì una competizione virtuosa fra territori, fra regioni, fra amministrazioni locali, ben sapendo che le principali vittime del malgoverno sono proprio i ceti deboli che tutti dicono di voler difendere.
Di fronte a queste realtà, che già ci sono e già stanno operando, a me pare molto miope, e per niente in sintonia con l’interesse nazionale, prendersela con il federalismo e con la Lega. Anziché accusare la Lega di separatismo, dovremmo semmai chiederci se un suo ritorno a tentazioni separatiste non sia precisamente quello che, affossando il federalismo, i suoi nemici rischiano di provocare. È paradossale, ma visto da questo angolo visuale l’interesse nazionale è tutelato assai meglio dal Pd e dal Pdl, che non dal Terzo polo. Pd e Pdl, infatti, hanno dato un contributo essenziale a trasformare le istanze autonomiste della Lega in qualcosa di compatibile con l’unità nazionale. Ora la furia antileghista del «terzo polo», più che salvare il Sud dalla sciagura del federalismo, rischia semplicemente di provocare la ribellione del Nord. E questo non perché il Nord stia tutto con la Lega, ma perché, al Nord, le differenze fra gli elettori della Lega e quelli del Pd sono meno grandi di quanto credano i leader del Terzo polo. Si può ritenere che il federalismo sia una cattiva idea, ma è bene sapere che farlo saltare significa perdere il Nord. Vale per i partiti del Terzo polo, ma vale anche per quelli del secondo, innanzitutto per il Partito democratico. E non è detto che, per l’unità del Paese, o per il futuro della nazione, questa sia la strada migliore.
domenica 8 agosto 2010
SCRP, un editoriale interessante.
di seguito un estratto dell'editoriale di oggi de "La Provincia" che condivido totalmente, (non capita spesso...), sul resto del pezzo che trovate sul giornale non esprimo alcun commento.
…Il Pdl è riuscito a far eleggere cinque suoi uomini (errato Direttore… Uno dei cinque è un tecnico indicato dalla Lega la cui rielezione è stata caldeggiata da moltissimi sindaci, soprattutto alla luce del lavoro svolto nel primo mandato) al vertice della società cremasca di servizi su altrettanti posti disponibili dopo il fallimento della trattativa con il Pd per l’inserimento di un consigliere di minoranza.
Sindaci e responsabili locali del partito di Bersani hanno gridato allo scandalo e si sono affidati alla retorica dell’indignazione, lamentando un presunto attacco alla democrazia. Con poca fantasia hanno agitato i frusti argomenti del repertorio anti berlusconiano, senza spiegare perché i loro avversari hanno fatto cappotto. Maggioranza e opposizione non hanno trovato l’accordo perché quest’ultima aveva presentato una lista blindata con cinque nomi, sgradita al Pdl (ma non alla Lega...), che ha impedito l’intesa sul consigliere riservato alla minoranza. Al coro delle prediche della sinistra si sono uniti esponenti ciellini vicini al presidente della Provincia che hanno bollato la vicenda come una delle pagine più vergognose della politica cremasca.
In realtà si tratta di una tempesta in un bicchiere d’acqua perché Corrado Bonoldi, rieletto presidente di Scrp, ha annunciato che uno dei primi impegni del uovo esecutivo sarà riformare lo statuto per garantire la presenza in consiglio di un rappresentante della minoranza. E così l’onta sarà lavata e la democrazia ripristinata.
Resta la figuraccia rimediata da un centrosinistra che si dimostra incapace di trattare e di accettare la sconfitta con dignità…
…Il Pdl è riuscito a far eleggere cinque suoi uomini (errato Direttore… Uno dei cinque è un tecnico indicato dalla Lega la cui rielezione è stata caldeggiata da moltissimi sindaci, soprattutto alla luce del lavoro svolto nel primo mandato) al vertice della società cremasca di servizi su altrettanti posti disponibili dopo il fallimento della trattativa con il Pd per l’inserimento di un consigliere di minoranza.
Sindaci e responsabili locali del partito di Bersani hanno gridato allo scandalo e si sono affidati alla retorica dell’indignazione, lamentando un presunto attacco alla democrazia. Con poca fantasia hanno agitato i frusti argomenti del repertorio anti berlusconiano, senza spiegare perché i loro avversari hanno fatto cappotto. Maggioranza e opposizione non hanno trovato l’accordo perché quest’ultima aveva presentato una lista blindata con cinque nomi, sgradita al Pdl (ma non alla Lega...), che ha impedito l’intesa sul consigliere riservato alla minoranza. Al coro delle prediche della sinistra si sono uniti esponenti ciellini vicini al presidente della Provincia che hanno bollato la vicenda come una delle pagine più vergognose della politica cremasca.
In realtà si tratta di una tempesta in un bicchiere d’acqua perché Corrado Bonoldi, rieletto presidente di Scrp, ha annunciato che uno dei primi impegni del uovo esecutivo sarà riformare lo statuto per garantire la presenza in consiglio di un rappresentante della minoranza. E così l’onta sarà lavata e la democrazia ripristinata.
Resta la figuraccia rimediata da un centrosinistra che si dimostra incapace di trattare e di accettare la sconfitta con dignità…
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