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lunedì 12 marzo 2012

@kremasch | il tweet del 12/03/2012

I voti alla arrivano dalle intuizioni di , dalle capacità dei e dei , e dal lavoro dei !
Non dagli editoriali della domenica!

giovedì 16 febbraio 2012

Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): l'accentramento a Roma delle tesorerie comunali una lesione dei principi del federalismo”.

CREMA, 16 febbraio 2012 – In seguito all’emanazione del decreto sulle “liberalizzazioni, voluto dal governo Monti, si è concretizzato nell’articolo 35, l'accentramento, presso lo stato centrale, delle Tesorerie Comunali che, entro aprile, faranno confluire a Roma una comma pari a circa 8,6 miliardi di euro l'anno e varrà fino al 2014.
Una norma fortemente contrastata dalla Lega Nord in parlamento, contro la quale è stata presentata, da parte del consigliere Matteo Soccini, una mozione da discutere nel consiglio comunale di Crema.
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Questa norma è una palese lesione dei principi del federalismo, ma è anche una lesione dei principi fondamentali della nostra Costituzione. È il principio di sussidiarietà ad essere calpestato, un principio che afferma come tutto ciò che può essere fatto a livello più basso dell'organizzazione dello Stato, cioè i Comuni, deve essere lasciato lì”.
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“Sono soldi dei Comuni e dei cittadini che le nostre amministrazioni hanno perché hanno risparmiato e non perché qualcuno glieli ha regalati. Sono soldi che i Comuni spendono per pagare i loro fornitori.
Piccole e medie aziende che danno servizi e forniture ai Comuni e che sono in credito per 60 miliardi di euro, e che oggi rischiano di chiudere. Quindi questa manovra rende ancora più difficile la vita dei Comuni e dei cittadini perché diminuiscono i servizi. C'era bisogno di tutto, tranne di questo».
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ecco il testo della mozione.
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Alla cortese attenzione di
Antonio AGAZZI - Presidente del Consiglio Comunale di Crema
Bruno Bruttomesso - Sindaco di Crema

Oggetto: RICHIESTA DI CANCELLAZIONE DELL’OBBLIGO DI TRASFERIMENTO DELLE DISPONIBILITÀ LIQUIDE DEL COMUNE DI CREMA ALLA TESORERIA STATALE.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CREMA

Premesso che

il regime di Tesoreria Comunale riconosce a tutti gli Enti Locali una adeguata autonomia nel gestire le proprie risorse finanziarie, autonomia dalla quale, se gestita in modo oculato, responsabile e professionale, può derivare anche un incremento delle entrate;

il Decreto Legge 24 gennaio 2012, n.1 “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.19 del 24/01/2012, all’articolo 35, comma 8 e seguenti stabilisce il ripristino della Tesoreria Unica Statale;

la norma prevede che le tesorerie degli Enti Locali abbiano l’obbligo di versare le disponibilità liquide esigibili (depositate presso le tesorerie comunali alla data di entrata in vigore del decreto) presso la tesoreria statale. Il versamento dovrà avvenire per il 50% entro il 29 febbraio 2012 e per la restante quota entro il 16 aprile 2012;
Ritenuto che

con il ritorno al vecchio sistema di tesoreria unica, gli Enti Locali non avranno più disponibilità diretta delle proprie risorse depositate presso il sistema bancario; il tesoriere di ciascun Ente potrà e dovrà soltanto curare pagamenti e riscossioni, senza però potere gestire la liquidità dell’Ente, secondo le disposizioni e le decisioni di quest’ultimo; ciò è una grave limitazione dell’autonomia degli Enti Locali così privati di un importante strumento di gestione finanziaria che è risultata ampiamente vantaggiosa per le casse pubbliche negli ultimi anni;
in particolare, per i Comuni ciò comporterà elasticità di cassa drasticamente ridotte, e soprattutto vantaggi finanziari più bassi e non contrattabili: il servizio e i relativi interessi, infatti, non potranno più essere messi a gara tra gli istituti di credito; i Comuni dovranno prendere quanto stabilirà la Banca d'Italia;

inoltre, per i municipi che avessero investito le loro risorse, la legge stabilisce che «Gli eventuali investimenti finanziari sono smobilizzati»;

Considerato che
la norma in questione è quantomeno dubbia sotto il profilo della costituzionalità in quanto lesiva del principio di autonomia finanziaria riconosciuto agli Enti Locali dalla Costituzione e del principio di sussidiarietà;

l’Ifel, il centro studi dell'Anci, valuta in circa 8,6 miliardi di euro all'anno, fino a tutto il 2014, il drenaggio di risorse dagli enti locali a Roma;

anche il mondo delle Imprese esprime le proprie perplessità sulla Tesoreria Unica Statale dicendosi preoccupato per gli effetti peggiorativi che si otterranno unificando ed allontanando geograficamente la tesoreria, in termini di velocità nei pagamenti (fonte ANCE Veneto).
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ESPRIME LA PROPRIA FERMA CONTRARIETA’ AL TRASFERIMENTO DELLE DISPONIBILITA’ LIQUIDE DEL COMUNE DI CREMA ALLA TESORERIA UNICA STATALE e contestualmente IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

a trasmettere il presente documento ai Parlamentari del territorio e al Governo per richiedere l’eliminazione dell’obbligo di versamento alla Tesoreria Unica Statale delle disponibilità attualmente in capo agli Enti Locali, così come previsto all’articolo 35, comma 8 e seguenti del DL 24 gennaio 2012, n. 1.

mercoledì 11 gennaio 2012

LEGA NORD | Giorgetti: "Lega, una linea comune su H2O"

di seguito un articolo tratto dal sito www.cremonaonline.it ed a seguire un estratto del documento sulle società partecipate presentato a Crema il 24 settembre scorso.

di Felice Staboli

CREMONA - Lunedì ha incontrato a Milano i rappresentanti del Carroccio di Cremona e di Crema, guidati da Simone Bossi e Angelo Barbati. Per Giancarlo Giorgetti, deputato e segretario nazionale della Lega Nord, un’occasione per mettere a fuoco alcuni aspetti delicati, con risvolti e ripercussioni anche sulla politica locale.

Giorgetti, che cosa è emerso dall’incontro?
«L’obiettivo era delineare una posizione unica, credibile e seria. E così è stato».


A Cremona il futuro del servizio idrico sta provocando grandi tensioni, anche interni alla Lega, con una netta divisione tra Cremona e Crema.
«La Lega in passato si è sempre opposta alla cessione di determinati servizi, a cominciare dall’acqua. La nostra posizione a livello generale è sempre stata molto chiara».

In passato. E adesso?
«E’ la stessa cosa, ma dobbiamo guardare anche a quel che sta succedendo».

Cosa vuol dire?
«Il governo ha annunciato interventi a breve termine in tema di liberalizzazioni che riguarderanno anche l’acqua e le reti. Entro il 20 gennaio conosceremo il quadro normativo».

Quindi?
«Secondo me sarebbe opportuno aspettare. Questo è il consiglio che darei al presidente dell’amministrazione provinciale Salini: aspettare e capire che cosa succede».

Perché una linea diversa tra Cremona e Crema?
«Allora: la nostra posizione è chiara. Noi ci prendiamo il merito di aver sempre reclamato l’opportunità del controllo pubblico per i cosiddetti servizi pubblici».

Ma esiste un punto di incontro?
«Certo. Vogliamo che la società che gestisce il servizio idrico sia pubblica. Se deve essere scelto un privato tramite gara, meglio che sia un soggetto del nostro territorio che possa entrare nella governance. L’acqua di Cremona non può essere gestita a Parigi o a Berlino. Ripeto, per me il presidente Salini farebbe meglio ad aspettare qualche giorno».

il documento...

Sistema idrico integrato
In considerazione dell’esito referendario e del quadro formativo conseguentemente definito, la Lega Nord ritiene che la posizione espressa dai cittadini in riferimento al mantenimento “pubblico” del servizio sia il punto di partenza di qualsiasi valutazione di merito.

Ciò induce a ritenere che il modello ''in house'' sia idealmente quello maggiormente rispondente a tali principi; tuttavia nell'attuale contesto di mancata applicazione effettiva di un autentico modello federale di gestione della ricchezza prodotta dai territori, nonché permanendo vincoli di bilancio derivanti dal patto di stabilità interno aventi come conseguenza una limitata, se non inesistente, possibilità di investimento da parte di comuni e province, esso non risulta economicamente e finanziariamente sostenibile per gli enti locali. Soprattutto alla luce degli investimenti necessari al sistema idrico della Provincia di Cremona previsti in circa 400 milioni di euro per i prossimi 20 anni.

Ne consegue che l'unica soluzione concretamente realizzabile nel contesto attuale, pur rispettando il principio della gestione pubblica dell’acqua, risulti essere il modello di una società mista, il cui il pubblico mantenga una quota di maggioranza ed il socio privato sia partner industriale qualificato.

In quest'ottica va rilevata la criticità della stesura del bando di gara al fine di individuare il partner privato con l'obiettivo rispondere alle esigenze dei cittadini per conseguire un miglioramento del servizio a tariffe eque e sostenibili, utilizzando prioritariamente risorse (imprese e personale) presenti sul territorio.

domenica 25 dicembre 2011

Feliz Navidad para todos ! ! !


Sinceri e cordiali Auguri di un Sereno Natale a tutti coloro che mi hanno inviato sms, telefonate, cartoline. Agli "amici" e soprattutto ai "nemici" (sempre che a Natale possano esistere...).

Un  pensiero particolare e sentito a coloro che passeranno questa giornata al servizio della comunità; infermieri e dottori negli ospedali, volontari che si cureranno dei poveri, forze dell'ordine impegnate a garantire la nostra sicurezza, e scusate se dimentico qualcuno.

Ma il ringraziamento più sentito desidero inviarlo ai Vigili del Fuoco del distaccamento di Crema che, purtroppo anche per quest'anno, passeranno il Santo Natale in una sede inadeguata e carente rispetto al prezioso e altamente professionale servizio di aiuto che portano, ogni giorno, ai cittadini di tutto il Cremasco.

FELIZ NAVIDAD!

giovedì 15 dicembre 2011

Comunicato Stampa - Soccini (Lega): "Bonus bebè a Crema grazie ad un emendamento al bilancio alla Lega".

CREMA, 15 dicembre 2011 – In seguito alle decisione della giunta comunale, guidata dal Sindaco Bruttomesso, di istituire un “bonus bebè” a sostegno delle famiglie cremasche, per il quale è stato stanziato l’ammontare di 15.000 euro, interviene il consigliere comunale Matteo Soccini, estensore di un emendamento al bilancio 2011 che istituiva una nuova voce di bilancio denominata “contributi a sostegno della natalità” destinandovi la somma di 30.000 euro.
Emendamento approvato nella seduta del 9 giugno scorso con 28 voti a favore sui 31 presenti.

“Con molto piacere ho appreso della delibera approvata nell’ultima giunta comunale che istituisce un bonus di 250 euro a favore dei nuovi nati - afferma il consigliere leghista Soccini, che prosegue – un’idea avanzata, e resa possibile, per mezzo di un emendamento al bilancio di previsione 2011 presentato dal gruppo consiliare della Lega, approvato praticamente all’unanimità dal consiglio.
Tra l’altro l’importo oggetto dell’emendamento era di 30.000 euro, quindi il doppio di quanto impegnato oggi dalla giunta”.

Conclude l’esponente leghista: “In attesa di leggere i contenuti del regolamento per l’erogazione, sul quale non mancherò di presentare eventuali suggerimenti migliorativi, mi auguro di poter ritrovare nel bilancio di previsione 2012 uno stanziamento che riproponga il bonus anche il prossimo anno, attingendo se possibile dai fondi non impegnati per l’anno corrente”.

venerdì 9 dicembre 2011

H2O, tra passato e futuro...



sul perché non è andato avanti vi rimando alle ultime righe di un mio post del 20 febbraio 2009, la risposta al quesito "perché non riproporlo?" si trova nella legge regionale n° 21 del 27/12/2010 come modificata dalla sentenza n° 320/2011 della Corte Costituzionale

giovedì 1 dicembre 2011

LETTURA CONSIGLIATA: La Dittatura Europea

di IDA MAGLI

Adesso che la dittatura si è instaurata ufficialmente e con il consenso di coloro che dovevano difendere la democrazia, possiamo trarre le conseguenze di quanto è accaduto con la sicurezza di essere nel giusto. Tutto questo era infatti già stato previsto più di un anno fa e reso pubblico con il libro intitolato appunto: “La dittatura europea”. L’unica differenza consiste nel nome di Monti invece di quello di Draghi, che avevo indicato come primo instauratore della dittatura dei banchieri soltanto perché non era ancora avvenuta la sua nomina a capo della Banca centrale europea, ma si trattava di nomi interscambiabili.

Il Capo dello Stato finalmente respira l’aria a lui più congeniale. L’internazionalismo mondialista, che è stato sempre indispensabile ai banchieri, sono stati però i comunisti a teorizzarlo e a perseguirlo per primi dal punto di vista politico. Per Lenin non esistevano né nazioni né città capitali: qualsiasi città poteva essere la capitale del mondo e nulla gli era più odioso del nazionalismo e delle patrie. Napolitano, dunque, procede senza remore, non essendo più l’Italia una repubblica parlamentare, a usare della sua autorità e del suo potere per additare la strada giusta dell’uguaglianza comunista. In primis, ovviamente, in odio all’Italia e all’italianità, la cittadinanza agli stranieri. La maggioranza degli Italiani non lo vuole? Suvvia, imparate ad essere giusti e buoni, perché è questo il compito della politica comunista: educare i cittadini. E poi, che importanza volete mai che abbia una cittadinanza? Per i dittatori d’Europa nulla o quasi, visto che hanno imposto con sfrontata disinvoltura agli oltre 500 milioni di sudditi la cittadinanza europea ben sapendo che non è valida dato che l’Ue non è uno Stato. Coraggio, dunque, il più in fretta possibile verso il multiculturalismo e il mondialismo.

Pagano i cittadini, mica i dittatori. L’importante è raggiungere lo scopo: cancellare gli Stati nazionali, privandoli di ogni potere. L’Europa à già a buon punto. Nessuno pensi che ci sia qualcuno fra i banchieri e i politici che si preoccupi delle questioni finanziarie, dei debiti pubblici, di quanto perde la Borsa o di quanto sale il famoso “spread”. Era questo che volevano: affondarci tramite il debito e ci stanno riuscendo a meraviglia. L’operazione si è dimostrata forse un po’ troppo lenta per i loro gusti: per questo hanno deciso di mettere l’acceleratore dissestando i governi. La prima a caderci è stata l’Italia. L’operazione Monti serviva a questo. Nessuno Stato, infatti, è tanto debole quanto quello che, privo del governo legittimo, improvvisa cariche politiche, riduce a marionette i rappresentanti votati dal popolo e inventa soluzioni alla giornata. E’ debole in sé, ma è ancor più debole agli occhi del mondo, inclusi ovviamente quelli dei mercati di cui si cercava la fiducia. E’ sufficiente il buon senso per capirlo: è troppo evidente. I banchieri e i politici europeisti ci hanno ingannato, atrocemente ingannato, cari Italiani, dicendo che ci saremmo salvati con “un uomo forte”, e gettandoci così allo sbaraglio di un’azione politica d’emergenza e priva di regole. Indebolire gli Stati svuotando la democrazia di ogni significato e di ogni potere è infatti il loro scopo: assediarli giorno per giorno, ora per ora, con il crescendo del panico per il debito è soltanto il loro strumento.

domenica 13 novembre 2011

MARIO MONTI, chi è?

È stato il primo presidente del "Bruegel", un think-tank, nato a Bruxelles nel 2005, composto e finanziato da 16 Stati membri dell'UE e 28 multinazionali.
È inoltre presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg.
Dal 2005 è international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute, presieduto dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen. È advisor della Coca Cola Company.

fonte: WIKIPEDIA

martedì 8 novembre 2011

Comunicato Stampa - LEGA: Avanti con il progetto della cittadella dell’anziano.

CREMA, 8 novembre 2011 – Nel pomeriggio di ieri una delegazione della Lega Nord formata dal segretario cittadino Walter Longhino, dal capogruppo Felice Tosoni e dal consigliere Matteo Soccini ha incontrato, prima della riunione di maggioranza convocata per discutere del progetto della cittadella dell’anziano, il sindaco Bruttomesso per comunicargli la posizione del movimento in merito al progetto della Fondazione Benefattori Cremaschi.

Gli esponenti del Carroccio hanno ribadito al sindaco quanto già dichiarato nell’ultima seduta del consiglio comunale, vale a dire il pieno e convinto sostegno alla realizzazione del progetto presentato dal presidente Donzelli.

Inoltre, per rimarcare il proprio parere fortemente favorevole ad un’opera di primaria importanza per un ottimale risposta alle esigenze della cittadinanza, i rappresentanti leghisti, nella piena convinzione della non necessità di procrastinare all’infinito i tempi, proporranno al consiglio comunale l’inversione dell’odg della seduta del prossimo 22 novembre onde poter trattare e approvare la delibera sulla cittadella il giorno stesso.

LEGA NORD - LEGA LOMBARDA
Sezione "Bruno Salvadori" di Crema

venerdì 28 ottobre 2011

Comunicato Stampa - SOCCINI (Lega): Una mozione per Piacenza – Pergocrema senza restrizioni all’accesso nello stadio per i tifosi cremaschi

CREMA, 28 ottobre 2011 – In seguito alle limitazioni all’accesso per i tifosi della squadra ospite, in occasione della partita Pergocrema – Piacenza giocata lo scorso 23 ottobre, Il consigliere comunale Matteo Soccini ha protocollato nella giornata di lunedì una mozione per invitare il Sindaco Bruttomesso, e tutto il consiglio comunale di Crema, ad adoperarsi affinché, in occasione della gara di ritorno in programma il prossimo 11 marzo 2012, non siano riproposte nei confronti della tifoseria cremasca (notoriamente gemellata con quella piacentina) le medesime restrizioni.
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Dopo aver appreso della limitazione posta all’accesso allo stadio per i sostenitori piacentini non in possesso della tessera del tifoso, nonostante non sussistano reali e concreti problemi di disordini e/o tensioni tra le due tifoserie, testimoniato peraltro dal forte legame di amicizia instauratosi nel tempo ed ampiamente manifestato nel corso di tutta la giornata di domenica, ho ritenuto opportuno investire della questione il consiglio comunale della città affinché non abbia a ripetersi nella gara di ritorno la medesima situazione a parti invertite - afferma il consigliere leghista Soccini”.
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Prosegue il consigliere comunale:Nel caso in cui fossero ripresentate le medesime restrizioni potrebbe accadere una situazione che non esito a definire ridicola.
Venerdì scorso il presidente del consiglio comunale ha inviato una mail nella quale informava gli amministratori cremaschi della proposta, avanzata dal Sindaco di Piacenza, di organizzare una partita di calcio tra i rappresentanti istituzionali delle due città.
Premesso che accolgo con simpatia e adesione l’idea, non posso non far notare come potrebbe presentare la seguente situazione; al mattino partita amichevole tra i consiglieri comunali di Crema e Piacenza con i due sindaci a fare da allenatori, al pomeriggio tutti allo stadio per assistere alla partita Piacenza – Pergocrema? Il sindaco di Piacenza si, quello di Crema, così come il sottoscritto, no per il solo motivo di non avere in tasca la tessera del tifoso”.
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Conclude l’esponente leghista: “La lotta alla violenza negli stadi è un obbiettivo che tutti gli sportivi e gli amministratori devono raggiungere, colpendo i fatti violenti quando si verificano e prevenendo le reali situazioni pericolose.
Applicare superficialmente le norme ponendo divieti laddove non ne sussistono le condizioni, come avvenuto domenica, ha il solo effetto di creare una ingiustificata tensione tra chi allo stadio vuole andare solo a vedere una partita e coloro che sono chiamati a tutelare la sicurezza”.

giovedì 29 settembre 2011

DOCUMENTO LEGA NORD | società municipalizzate del Cremasco

Di seguito il documento ufficiale della Lega Nord, aggiornato rispetto alla versione di aprile alla luce delle recenti modifiche normative, illustrato da Cristian Chizzoli nel corso del convegno di sabato 24 settembre tenutosi presso la Sala Alessandrini di Crema.
Alla stesura del testo hanno controbuito, oltre allo stesso Chizzoli, Andrea Bignami e Matteo Soccini.

In riferimento alle società municipalizzate del Cremasco, la Lega Nord considera opportuna una rilettura complessiva da avviarsi a partire dagli scopi e dalla mission che i Sindaci, quindi il territorio, intendono attribuire alle società stesse. Da tale rilettura potrà nascere una visione unitaria delle opportunità fornite da tali società che - nel suo concretizzarsi - consegni agli Amministratori un piano strategico per il futuro.
Il punto di partenza dell’analisi è legato alla presa di coscienza della qualità e dell’effettivo ruolo dei Soci delle società municipalizzate: i Sindaci che sono stati chiamati dalla comunità al governo del territorio; e ad un’auspicabile definizione delle aspettative che gli stessi Soci ripongono in tali società.
La Lega Nord è convinta che le aspettative da riporre nelle "municipalizzate" del Cremasco debbano coincidere con le esigenze del territorio e degli abitanti dello stesso; questi si attendono dalle società la fornitura di servizi con standard qualitativi elevati e una particolare attenzione alle loro esigenze, a prezzi competitivi rispetto all’iniziativa privata.
Data la concorrenza del mercato, la fornitura dei servizi come qualitativamente descritti che, per logica, dovrebbe correlarsi ad un maggior dispendio di risorse può essere realizzata dalle municipalizzare rinunciando sia alla logica del profitto e della remunerazione del capitale sia mediante l’efficientazione della struttura organizzativa delle società.

In attesa dell'attuazione delle riforme all’esame del Parlamento, la scarsità di risorse a disposizione delle singole amministrazioni comunali e la convinzione che gli investimenti per infrastrutture non possano gravare sui bilanci comunali, suggeriscono la discussione in merito alla necessità che le municipalizzate si facciano loro stesse interpreti della realizzazione di tali opere. Con ciò attuando concretamente il principio della mutualità tra i comuni in un percorso intrapreso dal "Cremasco" sin dalla costituzione delle prime forme consortili.

In conseguenza di tali premesse, la Lega Nord ritiene che il sistema delle società municipalizzate del Cremasco, indipendentemente dalla vicinanza politica dei singoli Soci, debba definire le proprie logiche di gestione chiarendo in particolare se la priorità debba essere la remunerazione del capitale investito (che si traduce in dividendi per i Comuni) oppure il perseguimento di un “risultato sociale”, pur nell’economicità della gestione, che renda conto al territorio della qualità dei servizi offerti e della capacità di soddisfare le esigenze provenienti da tutti gli stakeholders, i cittadini in primis, distribuendo direttamente alla comunità gli eventuali avanzi di bilancio.

La Lega Nord, nell’auspicare una convergenza su quest’ultima logica di gestione, ritiene doveroso che le altre forze politiche presenti sul territorio ed i Sindaci/Soci, nel rispetto dei compiti e dei ruoli di ciascuno, si esprimano inequivocabilmente su questa scelta di campo, allo scopo di fornire una linea di indirizzo chiara e che orienti gli Amministratori nel loro agire.
Limitando il presente documento, per obiettivi motivi di complessità ed articolazione, esclusivamente all’ambito della SCRP – Società Cremasca Reti e Patrimonio Spa e alla Cremasca Servizi Srl, la Lega Nord considera importante che si definisca una linea strategica chiara che sia di indirizzo per gli amministratori che, quali soggetti delegati, si troveranno a gestire e ad applicare in merito a fondamentali argomenti già oggetto di studio o che lo diverranno a breve.

Valutazione in merito all’organizzazione delle società (organigruppo e governance)
In riferimento all’efficientazione della struttura di gruppo, si ritiene necessaria una riduzione delle società mediante l’integrazione tra SCRP S.p.A. e Cremasca Servizi S.r.l., previa valutazione degli impatti fiscali, e la chiusura delle società la cui ragion d’essere è venuta meno o la cui attività può essere aggregata ad altre maggiormente strategiche.
L’integrazione in un’unica società consentirebbe di accorciare il sistema di governance  responsabilizzando gli amministratori della Società Capogruppo e l’implementazione di una governance “modello holding”.
La soluzione prospettata, peraltro, garantirebbe una riduzione degli oneri di gestione e di amministrazione delle municipalizzate in questione.
Al fine di garantire la rappresentatività dell’intero territorio cremasco, evitando che il Comune di Crema, ottenendo una partecipazione di maggioranza assoluta nella holding, possa esercitare a pieno le prerogative connesse, si possono adottare opportuni sistemi che “depotenzino” la partecipazione di maggioranza.
A tale riguardo la cd riforma Vietti ha introdotto nel nostro diritto societario diverse forme che consentono l'adozione di tali misure.

Servizio di igiene ambientale
La strutturazione della gara per il sistema misto deciso dai Sindaci ed in fase di progettazione e la definizione della governance della NewCo devono essere tale da garantire ad un territorio già abituato alla cultura del riciclo di cogliere l’opportunità di ulteriormente migliorare il servizio di igiene ambientale, ottimizzando i costi a carico dei cittadini.
La Lega Nord ritiene che la gara per la ricerca del socio di industriale di minoranza debba prevedere un elevato standard qualitativo, tale da migliorare l’attuale servizio, già buono, e tendere ad una riduzione dei costi, uscendo dalla logica del vantaggio specifico della stazione appaltante e/o della valorizzazione di assets operativi che competono al socio industriale.

Piano strategico della partecipata LGH S.r.l.
I soci di LGH, nella definizione del piano strategico del gruppo attualmente in corso, dovrebbero ispirarsi anche al principio del perseguimento di un “risultato sociale”, già descritto in precedenza. In particolare, da tale principio discende la necessità di prevedere, nel piano, investimenti e interventi finalizzati a migliorare i servizi e le infrastrutture dei territori di cui i soci sono espressione.
Nel caso in cui nelle linee strategiche dettate dai soci dovesse prevalere l’idea che la società deve poter operare liberamente alla ricerca del profitto, teso alla massimizzazione del dividendo, anche l’ottica di lettura di questa partecipazione da parte del nostro territorio necessiterebbe di un aggiornamento.
Considerando che l’evoluzione del quadro normativo, non la volontà dei soci, obbliga a mettere a gara il Servizio di igiene ambientale e il Sistema idrico, attività storiche esercitate da LGH sul Cremasco, l’assenza in una logica prospettica di ulteriori investimenti sul territorio renderebbe LGH completamente avulsa dal contesto e conseguentemente la partecipazione nella stessa dovrebbe essere vista esclusivamente come finanziaria.

Sistema idrico integrato
In considerazione dell’esito referendario e del quadro formativo conseguentemente definito, la Lega Nord ritiene che la posizione espressa dai cittadini in riferimento al mantenimento “pubblico” del servizio sia il punto di partenza di qualsiasi valutazione di merito.
Ciò induce a ritenere che il modello ''in house'' sia idealmente quello maggiormente rispondente a tali principi; tuttavia nell'attuale contesto di mancata applicazione effettiva di un autentico modello federale di gestione della ricchezza prodotta dai territori, nonché permanendo vincoli di bilancio derivanti dal patto di stabilità interno aventi come conseguenza una limitata, se non inesistente, possibilità di investimento da parte di comuni e province, esso non risulta economicamente e finanziariamente sostenibile per gli enti locali. Soprattutto alla luce degli investimenti necessari al sistema idrico della Provincia di Cremona previsti in circa 400 milioni di euro per i prossimi 20 anni.
Ne consegue che l'unica soluzione concretamente realizzabile nel contesto attuale, pur rispettando il principio della gestione pubblica dell’acqua, risulti essere il modello di una società mista, il cui il pubblico mantenga una quota di maggioranza ed il socio privato sia partner industriale qualificato.
In quest'ottica va rilevata la criticità della stesura del bando di gara al fine di individuare il partner privato con l'obiettivo rispondere alle esigenze dei cittadini per conseguire un miglioramento del servizio a tariffe eque e sostenibili, utilizzando prioritariamente risorse (imprese e personale) presenti sul territorio.

Valutazione in merito al conferimento delle reti
In vista della prossima costituzione degli Ambiti Territoriali Minimi (ATeM) per la gestione dei servizi di distribuzione del gas, potrebbe essere opportuna la valutazione dei conferimenti delle reti di distribuzione da parte dei Comuni soci direttamente in capo alla Holding. La pianificazione di tali conferimenti potrebbe garantire da un lato, il mantenimento delle entrate attraverso il ristorno dei canoni concessori ai Comuni; dall’altro permetterebbe alla Holding di ottenere la patrimonializzazione che consenta il reperimento di ulteriori risorse finanziare da investire a beneficio del territorio nella logica del perseguimento del “risultato sociale”.

mercoledì 31 agosto 2011

Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): Dopo averla cancellata dal piano cave provinciale, ribadisco la contrarietà ad una cava a Cà delle Mosche”.

CREMA, 31 agosto 2011 – In merito alla richiesta di autorizzare una cava in località Cà delle Mosche, di cui si dà notizia sulla stampa odierna, interviene Matteo Soccini nella doppia veste di consigliere comunale a Crema e assessore provinciale nella giunta Salini.-
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“Innanzitutto mi preme ribadire il giudizio negativo all’ipotesi di apertura di una cava in località Cà delle Mosche, alle porte di Crema – afferma il consigliere leghista Soccini che prosegue – Una contrarietà che ha portato l’attuale giunta provinciale, di cui ho il piacere di fare parte, a licenziare una revisione del piano cave che ha cancellato il sito citato dall’elenco delle cave presenti nel documento originale approvato dalla giunta Torchio.
E’ piacevole constatare come anche coloro che sedevano nella giunta precedente, e facevano parte integrante della vecchia maggioranza in provincia, si dichiarino contrari al progetto”.
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Conclude l’esponente leghista: “Ritengo doveroso rimarcare come il documento deliberato dalla giunta Lega/Pdl abbia ridotto di circa 5 milioni i metri cubi di materiale da cavare eliminando dal piano stesso numerosi siti che apparivano irrazionali, se non inutili. Un’azione di riforma del piano che tutela maggiormente il territorio cremasco e cremonese.
L’assenza delle cosiddette cave di prestito (quelle utilizzate per le opere pubbliche) è nata da una corretta analisi delle esigenze provinciali che non ne richiedevano la presenza nel documento finale.
A conferma della bontà della scelta, attualmente il cantiere della Paullese sta lavorando senza fare ricorso a cave di prestito, questo grazie a nuove metodologie di riutilizzo dei materiali inerti”.

lunedì 29 agosto 2011

MILANO | Manifestazione ANCI contro i tagli ai trasferimenti per i comuni

@ HOME,
appena rientrato dalla manifestazione dei comuni a Milano contro i tagli nei trasferimenti agli enti locali (soldi dei Cremaschi che non tornerebbero ai Cremaschi...), non resta che aspettare...


sabato 16 luglio 2011

DISCARICA di AMIANTO: Intervista del Presidente Salini a "La Provincia"

"La Provincia" di oggi.
Condivido quanto espresso dal Presidente Salini nell'intervista, oltre a quello che è emerso nella riunione di maggioranza di stamane a Crema.

giovedì 7 luglio 2011

Distretti del commercio: il valore sociale dei piccoli negozi

editoriale, a firma del sottoscritto, tratto dall'edizione di questa settimana de "l'informatore della provincia di cremona" e scaricabile in formato PDF al seguente link: http://www.provincia.cremona.it/informatore/


Il settore del commercio, così come altri, attraversa ancora oggi un periodo di difficoltà dovuto a diversi fattori. Troppo spesso si dimentica il valore sociale legato alla rete della piccola distribuzione e ciò vale sia per i livelli occupazionali, che per il loro valore aggiunto di socializzazione, soprattutto nelle nostre piccole comunità locali.
Per cercare di sostenere questo vitale comparto della nostra economia la Provincia di Cremona, interpretando al meglio il suo ruolo di intermediario e partner delle amministrazioni locali, ha dato il proprio supporto ai Comuni sottoscrivendo tutti gli accordi costitutivi dei “distretti del commercio”, uno strumento ideato da Regione Lombardia che ha permesso di distribuire ingenti risorse direttamente a commercianti e Comuni per interventi di vario genere. Lo scorso 30 giugno è scaduto il termine per partecipare al quarto bando “distretti del commercio”, emanato dalla Regione, avente una dotazione di 880mila euro, destinati sia ai distretti di nuova costituzione che a quelli esistenti.

Grazie all’impegno dei sindaci, agli otto distretti già operanti se ne sono aggiunti altri quattro aventi come capofila i comuni di Capergnanica, Offanengo, Cingia de’ Botti e Piadena, per un totale di ben 26 municipalità distribuite su tutto il territorio della provincia.
Oltre a questi nuovi “attori” il bando ha dato la possibilità anche a soggetti già costituiti di avanzare richieste di finanziamento; a tal proposito ha avuto un ruolo importante nella predisposizione delle progettualità e nel supporto agli enti l’agenzia di sviluppo della nostra provincia, vale a dire Reindustria, la quale ha affiancato i comuni di Crema, Cremona e Casalmaggiore in tutte le fasi richieste dal bando. Questo ruolo prettamente “operativo” dimostra la bontà dell’intendimento col quale l’Amministrazione provinciale ha mantenuto la propria presenza nella compagine azionaria dell’agenzia ed espresso molto chiaramente nel corso della seduta della Consulta economica del maggio 2010, allorché espressi chiaramente come tale soggetto dovesse divenire un valido supporto nel rendere concrete le scelte strategiche effettuate dai soci.

Naturalmente l’impegno non è concluso con la scadenza del termine di fine giugno: i distretti devono ora iniziare una riflessione sulla loro natura che li dovrà portare a “vivere ed operare” anche al di fuori dei confini stabiliti dai bandi. La Provincia di Cremona, unico soggetto sottoscrittore di tutti gli accordi di distretto, farà la propria parte.

giovedì 30 giugno 2011

PAULLESE: Un passo avanti grazie alla Lega Nord

dal sito www.cremaonline.it

Paullese tra le opere di interesse nazionale.
Il raddoppio potrà essere rifinanziato con i mutui non attivati per altre opere pubbliche.

Roma - La notizia tanto attesa è finalmente arrivata, la Paullese è stata inserita tra le opere pubbliche di interesse nazionale. L'onorevole Silvana Comaroli ha sottolineato che si tratta di un ottimo risultato "conseguito anche grazie all’appoggio del Partito Democratico e dell'onorevole Pizzetti".

Mutui inevasi
"Le risorse per riqualificare la Paullese - prosegue l'onorevole Comaroli - saranno reperite dai mutui che non sono stati attivati per altre opere pubbliche d'interesse nazionale e che quindi potranno essere utilizzate per finanziare altre opere considerate improcrastinabili, fra cui con precedenza assoluta, proprio la nostra”.


Opera strategica
Grazie alla Lega Nord - prosegue l'onorevole Comaroli - la Commissione Ambiente ha affermato l'importanza dell'opera fondamentale per la viabilità del sud-est della Lombardia, un'opera strategica come lo stesso viceministro leghista Roberto Castelli l'ha definita nel corso della discussione”.


Sinergia
"Ora - aggiunge il presidente della Provincia di Cremona Massimiliano Salini - si apre la possibilità concreta di riavere i finanziamenti tramite i mutui non attivati per altre opere pubbliche. Si tratta di un passaggio fondamentale all’interno di un percorso su cui tutte le istituzioni e le forze politiche del territorio hanno lavorato in sinergia. Un ottimo risultato, che ci porterà a un impegno ancor più costante nel prossimo periodo per monitorare il completamento dell’iter avviato".

venerdì 24 giugno 2011

Il PGT? un buon PGT...

di seguito una dichiarazione rilasciata per un articolo riguardante il PGT di Crema, approvato nella seduta del 16 giugno scorso.

"Con l'approvazione del piano di governo del territorio, la maggioranza che governa il comune di Crema ha finalmente dotato la città di uno strumento importante su cui basare il futuro sviluppo urbanistico, e non solo. Un documento che ha ricevuto il convinto voto favorevole da parte della Lega Nord per via della condivisione delle linee guida in esso contenute, nonché per i paletti confacenti ad uno sviluppo armonico con l'ambiente circostante; un documento cui il mio movimento ha dato il proprio contributo in termini di idee e principi che sono state fatte proprie dalla maggioranza del consiglio comunale come ad esempio la preferenza per il tracciato basso per il prolungamento della gronda nord rispetto ad ipotesi di tangenziali dall'impatto sicuramente maggiore e dai benefici per la viabilità tutti da dimostrare, oppure l'inserimento di norme per stoppare il facile insediamento di moschee.
Una scelta, quella del tracciato basso, ribadita dal consiglio (con il voto unanime del gruppo Pdl) con la sonora bocciatura di una osservazione mirante a introdurre un percorso diverso.

Tra le tante osservazioni respinte voglio menzionare con particolare piacere quelle miranti ad aumentare le colate di cemento da riversare nelle assai note aree dismesse presenti in città; leggere di imprenditori che si lamentano perché il pgt della destra riduce i metri cubi di cemento rispetto al prg approvato dalla sinistra nel 2004 è sintomatico di come i preconcetti che si portano sulle spalle le diverse parti politiche spesso non trovano fondamento nella realtà.

La sinistra afferma che il pgt approvato coprirà di cemento la città (non mi pare che negli anni dell'amministrazione Ceravolo i muratori passassero le giornate ad annoiarsi al bar), i costruttori accusano lo stesso documento di aver diminuito per loro la possibilità di cementificare."

sabato 2 aprile 2011

Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): I comuni in prima file per la tutela dei parchi”.


veduta del "Parco del Moso"
CREMA, 2 aprile 2011 – In settimana è stato presentato in consiglio comunale a Crema un odg dal titolo “PER LA DIFESA DEL RUOLO DEI COMUNI NELLE AREE PROTETTE LOMBARDE”, sottoscritto anche dal consigliere della Lega Nord Matteo Soccini che ne spiega le motivazioni.

 “Con molto piacere e interesse ho deciso di sottoscrivere l’odg proposto da Matteo Piloni ed altri sulla centralità del ruolo delle amministrazioni locali nella tutela dei parchi – afferma Matteo Soccini che prosegue – In particolare ho apprezzato come il documento riprenda, nelle parti sostanziali, un odg presentato dalla Lega Nord al consiglio provinciale di Lodi ed approvato all’unanimità nella seduta del 2 marzo scorso.”

Conclude il consigliere leghista: “In un momento nel quale sul tavolo amministrativo della città si presentano proposte di forte impatto sul territorio, come ad esempio nuove tangenziali a nord del centro urbano ed insediamenti commerciali all’interno dei confini del Parco del Moso, la mia firma in calce all’odg vuole anche essere un segnale di come tali progetti non riscuotano un mio particolare favore”.

di seguito il testo dell'ordine del giorno:


PER LA DIFESA DEL RUOLO DEI COMUNI NELLE AREE PROTETTE LOMBARDE


Regione Lombardia sta discutendo un Progetto di Legge di modifica della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 e cioè il Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale.
Si tratta di una proposta che va a incidere sulle forme di gestione delle aree protette della nostra regione di cui a nessuno sfugge il ruolo fondamentale di presidio svolto in questi decenni per la conservazione della biodiversità e per uno sviluppo sostenibile dei territorio.


Un ruolo, quello delle aree protette, che oggi avrebbe bisogno di una rivisitazione non prettamente gestionale ma, sopra ogni cosa, di progetto con il passaggio dalla fase “conservativa” alla fase “propositiva” e sostenibile.


Regione Lombardia attraverso la Delibera Regionale 1243 del 1° febbraio 2011 che approva la proposta di modifica della LR 86/1983 intende intervenire sulla forma gestionale dei Parchi lombardi, sulla loro conformazione territoriale, sul ruolo diverso dell’Ente Locale e nella materia pianificatoria.


Soprattutto, la lettura articolata della proposta di legge evidenzia in vari punti del testo che il ruolo della Regione nella gestione delle aree protette è decisamente rafforzato, in controtendenza con i principi del federalismo e della sussidiarietà che in questa materia hanno da sempre caratterizzato le politiche della Regione Lombardia già dal 1983.


Infine, le proposte avanzate sono state valutate da ANCI e UPL inadeguate al tema trattato ed alla situazione attuale ed è in discussione pertanto l’adeguatezza della proposta alle sfide che attendono le aree protette.


Tutto questo premesso


Considerato che le competenze e le esperienze maturate nelle Aree Protette potrebbero guidare approcci innovativi con il coinvolgimento permanente delle comunità locali;


Constatato che l’attuale “modello lombardo” dei parchi istituito con la L.R. n. 86 del 1983, ha saputo fino ad oggi fare storia a livello nazionale, grazie anche al ruolo fondamentale da sempre riconosciuto ai Comuni, veri protagonisti della governance territoriale locale;


Appurato che tale modello ha anticipato le ragioni federaliste, sviluppando il principio di sussidiarietà su cui si basano la Costituzione Italiana, lo Statuto Lombardo e le politiche regionali;


Preso atto inoltre che la maggior parte delle risorse economiche dei parchi lombardi deriva dalla contribuzione degli Enti Locali che ne fanno parte e che in essi si riconoscono;


Visto quanto acclarato nella deliberazione n. 54 del 28 settembre 2010 “Ordine del giorno concernente il Programma Regionale di Sviluppo della IX Legislatura: Centralità dei Comuni nella governance dei Parchi Lombardi” con cui il Consiglio Regionale della Lombardia all’unanimità impegnava la Giunta Regionale a:


- riconoscere, nel compimento dell’azione di semplificazione e riordino normativo a livello regionale in richiamo al PRS, la centralità dei Comuni nella governance dei parchi lombardi, coerentemente con la legislazione statale di principio, promuovendone il protagonismo ed assicurando loro un ruolo determinante e non minoritario;


- garantire, a tutela del territorio, la salvaguardia della consistenza attuale delle aree protette lombarde ed il mantenimento del compito di pianificazione territoriale e paesaggistica delle aree in esso contenute;


IL CONSIGLIO COMUNALE


CHIEDE


Nella predisposizione di una revisione della Legge Regionale n.86 dela 30 novembre 1983, come oggi in discussione:


che vi sia la rinuncia all’idea di centralismo regionale nella gestione delle aree protette riconoscendo invece un rafforzamento del ruolo di Comuni e Province, in una vera strategia di sussidiarietà;


che venga pertanto mantenuto il ruolo forte e decisivo dei Comuni nella gestione delle aree protette e nelle decisioni che riguardano i propri territori;


che non siano modificate se non in forma estensiva le aree di pertinenza delle aree protette attuali;


che venga ribadita l’attuale gerarchia degli strumenti pianificatori, confermando che gli atti di pianificazioni esistenti all’oggi sono già varianti ai piani territoriali di prima formazione.


IMPEGNA


Il Presidente del Consiglio Comunale ad inviare copia dell’ordine del giorno al Presidente del Consiglio Regionale, al Presidente di Regione Lombardia, ai capigruppo consiliari delle forze politiche presenti in Consiglio Regionale.

lunedì 21 marzo 2011

Gronda Nord: «non si torna indietro»

di seguito un articolo, pubblicato sul quotidiano "La Provincia" di oggi, a firma di Sebastiano Giordani.

Viabilità. L’assessore provinciale allo Sviluppo economico non ha gradito le dichiarazioni del collega cremasco
Soccini ‘avverte’ Beretta: il tracciato basso è inserito nel Pgt

«Patti chiari, amicizia lunga: discutiamo pure del tracciato ‘alto’ della Gronda nord, ma tutti attorno allo stesso tavolo e senza far rientrare dalla finestra ciò che pochi mesi fa è uscito dalla porta». Ha i toni dell’avvertimento la dichiarazione che il leghista Matteo Soccini, assessore provinciale allo Sviluppo Economico, recapita all’assessore comunale ai Lavori Pubblici Simone Beretta. Quest’ultimo, da giorni, spinge per il prolungamento ‘alto’ della Gronda nord, quello che collegherebbe la strada addirittura alla BreBeMi. «Nel Pgt - avverte Soccini - abbiamo votato il tracciato ‘basso’: indietro non si torna».

Il progetto che fa discutere è quello di un tracciato che, dalla rotonda lungo via Treviglio dove oggi termina la Gronda, proseguirebbe per qualche centinaio di metri sulla provinciale in direzione di Cremosano e poi, appena dopo il distributore di metano, ‘taglierebbe’ nei terreni a destra, supererebbe canale Vacchelli e ferrovia, quindi punterebbe a nord parallelamente ai binari fino ad incrociare l’autostrada BreBeMi nella bassa Bergamasca. Nel corso di una conferenza stampa convocata per altri motivi venerdì in municipio, Beretta ha rivelato di aver già discusso del progetto con diversi sindaci dell’alto Cremasco - peraltro tutti favorevoli al tracciato ipotizzato - e che, a breve, chiederà un confronto in merito anche con la Provincia.

«Non è il massimo - fa notare Soccini con un filo di polemica - che si pensi di interpellare la Provincia solo in un secondo tempo. Beretta ha tutto il diritto di aprire un confronto su quell’ipotesi di prolungamento, ma al tavolo dobbiamo sedere tutti fin da subito. E su quel tavolo va posata una cartina bianca, non già provvista di disegni e soluzioni tracciate da qualcuno». Soccini, insomma, si è sentito scavalcato.

Ma non solo: «Mi auguro che questo non sia il tentativo di forzare la mano per riprendere in mano l’ipotesi di prolungamento ‘alto’ della Gronda a discapito di quello ‘basso’. Quest’ultimo è stato votato dal consiglio comunale di Crema pochi mesi fa ed è inserito nel Pgt in via di approvazione, quindi va realizzato indipendentemente dall’ipotesi di una strada che attraversi tutto l’alto Cremasco fino alla BreBeMi». Insomma: ok a valutare nuovi tracciati, ma quello ‘basso’ - dalla rotonda su via Treviglio fino al raggiungimento di via Caravaggio, attraversando i terreni tra la piscina comunale e la frazione di Santo Stefano - non si tocca.

«Faccio inoltre notare - conclude Soccini - che la soluzione ‘alta’ avrebbe un impatto ambientale non indifferente su Crema ma la nostra città non ne godrebbe dei benefici: quel tracciato, infatti, risulterebbe utile solo per i comuni del circondario come Cremosano e Campagnola Cremasca».

in giallo il tracciato previsto dal PGT di Crema, approvato a fine dicembre 2010; in rosso il "possibile" tracciato alternativo presentato all'epoca da esponenti del Pdl.