sabato 6 dicembre 2014

La Lezione Scozzese | Smettere di chiedere la libertà è il modo migliore per non ottenerla mai.

Poco meno di tre mesi sono trascorsi dalla giornata di settembre in cui gli eredi di William Wallace hanno avuto l’opportunità di scegliere se restare o meno sotto la corona della regina Elisabetta.
Sappiamo tutti come è andata a finire, con circa il 55% dei voti ha prevalso il no all'indipendenza della Scozia.

Un risultato sul quale si sono sprecate analisi interessanti e commenti superficiali, questi ultimi spesso influenzati dalla voglia di creare un parallelo con le istanze indipendentiste presenti nelle regioni del Nord quali Lombardia e Veneto con intento denigratorio.

Anche uno dei primi articoli postati su “la Voce del Nord” era dedicato all'argomento e potevate leggere un passaggio come questo: “un possibile esito negativo del referendum, infatti, non bloccherà il processo di devoluzione in atto già da tempo nel Regno Unito, e che si sviluppa secondo programmi e tempistiche predeterminate. Già nei prossimi mesi, per esempio, è prevista l’entrata in vigore di una serie di norme approvate dal Parlamento di Londra nel 2012 che assegneranno alle autorità di Edimburgo la facoltà d’influire sulla determinazione delle aliquote d’imposta applicabili ai propri cittadini, le quali verranno così determinate sulla base dei livelli di reddito scozzesi e non di quelli complessivi (mediamente più alti) del Regno Unito”.

I mesi sono passati e sul “Corriere della Sera”, a firma di Fabio Cavalera, abbiamo letto nei giorni scorsi di come il passaggio di poteri e competenze da Londra a Edimburgo non si sia affatto arrestato e le prospettive citate si stiano realizzando. 
Scrive Cavalera: “quanto propone la commissione interpartitica Smith, insediata dopo il referendum per dare risposta al 45% indipendentista prefigura un ribaltone costituzionale. L’accordo raggiunto sarà trasformato in legge a Westminster e prevede alcuni punti chiave in materia fiscale e politica: il gettito delle tasse sul reddito sarà gestito da Edimburgo, buona parte del welfare e dell’assistenza passeranno sotto la giurisdizione del governo scozzese”. 

Tutto questo a dimostrazione del fatto che il processo di accrescimento dell’autonomia di un territorio non si arresta di fronte alle sconfitte, come avvenuto per la campagna indipendentista portata avanti dallo Scottish National Party, ma deve proseguire per contemplare e dare soddisfazione alla domanda di libertà che parti importanti, e numerose, della società reclamano.

Una “lezione”, quella scozzese, che riteniamo debba essere ben studiata da quei partiti, movimenti e associazioni che all'indipendentismo, al federalismo e all'autonomismo di rifanno (o per meglio dire in alcuni casi si rifacevano) nella loro azione politica e sociale specialmente in Lombardia e Veneto.
Smettere di chiedere libertà è il modo migliore per non ottenerla mai.

articolo, a firma di Theo Underwood pubblicato, su www.lavocedelnord.it

martedì 2 dicembre 2014

#Crema2017 | la strada da seguire

Nei giorni scorsi si è svolta presso il Palazzo Comunale una conferenza stampa nella quale l’amministrazione Bonaldi ha illustrato un bilancio della sua attività, giunta a metà del mandato ricevuto nel maggio 2012.
Sui risultati raggiunti, veri e presunti, nonché sul “resta da fare” che si sono prefissati dedicherò un post non appena arriverà nella cassetta delle lettere il giornalino annunciato nell'incontro con la stampa.

Ho voluto iniziare questo post con questa notizia perché in città gira con sempre maggiore insistenza  delle domande molto semplici: “Ma gli altri cosa fanno? Cosa vogliono fare in vista delle comunali del 2017?”.
Ovviamente per “gli altri” i cittadini intendono i partiti di centrodestra, dalla Lega a Forza Italia, passando per Fratelli d’Italia fino alle diverse liste civiche che siedono in Sala degli Ostaggi.
Difficilmente citano l’NCD, ma questo probabilmente è dovuto al ruolo di stampella della sinistra a Roma  che Alfano porta avanti con “indubbio acume politico”.

Quando mi pongono queste domande rispondo che a Crema non dobbiamo inventarci nulla, ma piuttosto seguire gli esempi che hanno dimostrato di essere vincenti. Ve ne sono molti, diversi dei quali vedono la Lega come cardine fondamentale.

Quello che ha fatto da apripista è indubbiamente il “modello Verona” che ha permesso a Flavio Tosi di essere eletto per due mandati alla carica di sindaco della città scaligera.
Un modello le cui basi sono diverse, dalla costatazione della non autosufficienza della Lega (da soli si può vincere il piccolo paesino, non certo le città) al conseguente riconoscimento della necessità di costruire coalizioni di centrodestra, dal coinvolgimento della società attraverso la valorizzazione del “civismo” locale all’apertura di un dibattito su tematiche certamente difficili, da non lasciare però in mano ad una sinistra incapace di passare dalla fumosa teoria alla concretezza delle norme, per finire con la centralità delle primarie per la scelta dei candidati.

Una strada quella tracciata da Tosi seguita poi da molti che ha ottenuto, e si appresta ad ottenere, ottimi risultati. Dalla vittoria in Lombardia di Roberto Maroni (con il significativo risultato della lista Maroni Presidente) alle buone prospettive per le regionali in Veneto della prossima primavera, per le quali i sondaggi registrano in buon vantaggio di Luca Zaia sulla sfidante del PD, anche grazie alla lista civica collegata al presidente uscente.
Per non dimenticare poi quel nuovo soggetto politico che Matteo Salvini di appresta a lanciare per allargare il consenso al centro sud, le cui prime informazioni che girano lo vedono basarsi sul civismo ed il contatto diretto con elettori, associazioni e società.

Ecco allora stracciata la strada che le componenti del centrodestra, e la Lega in primis, dovrebbero imboccare da subito per arrivare preparati alla primavera del 2017.
Ovviamente la mia è solo una delle posizioni presenti nella Lega. 
Vi è anche quella che vorrebbe presentarsi ancora da sola cullando un isolazionismo inconcludente e stantio.

Idee diverse e rispettabili con una differenza sostanziale da tenere ben presente.
La strada che suggerisco si è dimostrata vincente in tante città e regioni (oltre ad aver già portato alla conquista di Crema in passato), l’altra ha ottenuto il peggior risultato elettorale nella storia del Carroccio in città.

giovedì 27 novembre 2014

#NOMOSCHEA | io (e la Lega) la pensiamo così...

Nelle ultime settimane in molti, tramite i social e in città, mi hanno chiesto perché ultimamente la Lega non faccia molto sentire la sua opinione sulla questione moschea...
Per ovviare riporto una breve dichiarazione, dal contenuto sempre attuale, che ho rilasciato tempo fa ad un giornalista locale.
Spero sia chiara...
“Innanzitutto mi è doveroso precisare come la posizione, che abbiamo preso e sostenuto negli ultimi due anni come Lega Nord, non nasce da un semplicistico pregiudizio mirante a porre dinieghi, sempre e comunque, laddove le comunità islamiche richiedono di poter costruire moschee, musalle e centri islamici, bensì pone il suo fondamento nella necessità che a monte di tutto vi sia un pieno riconoscimento ed una formalizzazione dei rapporti tra islam e stato, attraverso concordati e leggi, come avvenuto con tante altre religioni presenti in Italia.
Inoltre, stante i numerosi fatti di cronaca degli ultimi decenni, per non citare quelli emersi nelle ultime settimane, è parere della Lega negare, in assenza di una legge nazionale che ne regolamenti vari aspetti, la possibilità che si costruiscano moschee e quant'altro. Aspetti tutti peraltro contenuti in progetti di legge che il movimento ha depositato da tempo sia alla Camera che al Senato.
Chiedere che l’islam instauri rapporti ufficiali con l’Italia e che quest’ultima si doti di norme a tutela dei propri cittadini, ivi compresi coloro che professano il credo musulmano, è una richiesta di buon senso che dovrebbe partire proprio dalle varie comunità islamiche presenti sul territorio.

Avere leggi e norme che impediscano ad Imam improvvisati di predicare l’odio, come di recente emerso da indagini di polizia in Veneto, deve essere un interesse primario per tutti quei musulmani che rigettano logiche di scontro e prevaricazione.
Spesso capita di leggere, ed è avvenuto anche a Crema, che negare una moschea equivale a violare la costituzione negli articoli che sanciscono la libertà di culto. Rigetto totalmente tale impostazione che mira solo a far passare i contrari come siano noi leghisti, e non solo, come degli “usurpatori” dei diritti altrui. Nessuno vieta ad un cittadino che si professa musulmano di manifestare il proprio credo; quello che chiediamo sono regole e leggi certe che tutelino in primo luogo, come ho già detto, gli stessi musulmani dal proselitismo estremista che tenta, ed in molti casi vi è riuscito, di usare moschee e centri islamici come luoghi di indottrinamento all'odio.”

giovedì 20 novembre 2014

il Futuro è Indipendenza?


“Separatisti d’Italia”, questo il titolo di una ricerca dell’istituto DEMOS, diretto da Ilvo Diamanti, e pubblicata sul quotidiano “La Repubblica” del 10 novembre scorso, la quale, prendendo spunto dalle recenti consultazioni svoltesi in Scozia e Catalogna, esamina il tasso di indipendentismo nelle varie regioni italiane.

“Il vento indipendentista, dunque, soffia forte in Europa. Soprattutto dove esistono divisioni territoriali - economiche e culturali - profonde e radicate. Neppure in Italia la questione dell'indipendenza regionale è nuova”, si legge nell'articolo a commento della ricerca che prosegue, “il 30% del campione nazionale (rappresentativo della popolazione) intervistato da Demos, nelle scorse settimane si dice d'accordo con l'indipendenza della propria regione dall'Italia. Quasi uno su tre, dunque. Distribuito diversamente, anzitutto su base territoriale. Il sentimento indipendentista, com'era prevedibile, è concentrato, anzitutto, nel Nord. In particolare nel Nordest, dove è condiviso da oltre metà della popolazione. Soprattutto in Veneto, dove supera il 53%. Un dato praticamente identico a quello rilevato in un sondaggio dello scorso marzo. Il campione, nelle altre due regioni di quest'area, è, invece, troppo limitato per suggerire stime (ma in Friuli Venezia Giulia l'adesione al referendum andrebbe oltre il 60%). Ma l'indice di indipendentismo risulta superiore alla media anche in Piemonte e in Lombardia (dove scavalca il 35% della popolazione). La "questione settentrionale", dunque, non sembra essersi assorbita, nel corso degli anni. Semmai, si è "regionalizzata" maggiormente. Ma continua a generare distacco dall'identità nazionale.”

Perché, vi chiederete, citare solo a distanza di una decina di giorni questa ricerca che non fa altro che confermare dei numeri che gli ambienti indipendentisti e federalisti conoscono da tempo? Semplice, abbiamo atteso questo tempo nella speranza di leggere e sentire dichiarazioni e commenti che, sotto la spinta di tali dati, rilanciassero la sfida.



Speranza purtroppo vana dato che poco o nulla ha suscitato, salvo in Veneto, lo studio di Diamanti. Particolarmente rumoroso il silenzio della Lega Nord che poco meno di un anno orsono eleggeva il nuovo segretario federale sotto lo slogan “Futuro è Indipendenza”. Silenzio dovuto alla tattica e alla contingenza politica che poco fanno conciliare le ragioni autonomiste del Nord con la nascita di un partito personale al Sud, oppure una strategia di lungo termine nella quale il superamento della Lega Nord, e delle sue istanze sulla questione settentrionale, diviene inevitabile? 

Su “il Giornale” del 19 novembre Paolo Bracalini scrive, in merito al nuovo soggetto politico che sarà lanciato da Salvini per il centro sud: “per sfondare anche nel resto d'Italia e imporsi come leader nazionale di centrodestra, Matteo Salvini supera la Lega Nord (che resta, e con lui segretario federale, mentre però via Bellerio viene smantellata, i dipendenti messi in cassa integrazione, e il giornale la Padania chiude) per un progetto diverso, che si richiama al Front National francese”. Solo gossip? Forse, anche se i problemi di cassa integrazione per i dipendenti di Via Bellerio e la chiusura de “la Padania” sono fatti reali. 

I numeri dicono che un soggetto che sappia coagulare e indirizzare la voglia di autonomia, specie al Nord, è quanto mai necessario stante il palese persistere della questione settentrionale. Sarà ancora la Lega Nord questo soggetto? Se lo chiedono in molti, soprattutto tra coloro che lo scorso anno scelsero il segretario per il quale il “Futuro è Indipendenza”. 

Per leggere il commento completo del Prof. Diamanti sui risultati della ricerca, oltre che i dati, rimandiamo al sito www.demos.it

articolo, a firma di Theo Underwood, pubblicato su www.lavocedelnord.it

martedì 18 novembre 2014

Consigli Linkistici | la Voce del Nord


Per la serie di post denominati "Consiglio Linkistici" vi propongo oggi questo sito, attivo dal mese di settembre, che si autodefinisce non come una testata giornalistica ma piuttosto "una comunità e un sito web di discussione".

Si tratta de "la Voce del Nord", www.lavocedelnord.it, e già dal titolo potete immaginare di cosa e a chi si rivolge, ma per essere più preciso riporta sotto di esso due semplici paroline: Federalismo & Indipendenza.

Critiche, analisi, domande scomode e informazioni non certo "allineate" e "conformi" ad un certo pensiero, ma sempre stimolanti e controcorrente.
Leggendo alcuni post ho storto il naso, altri li condivido e spesso sono stati fonte di riflessioni.

Appena nato ha raccolto l'attenzione di molti, specialmente da parte di qualcuno che, sebbene non se ne renda conto, ha lavorato molto bene per i periodici Mondadori negli ultimi mesi piuttosto che sostenere un giornale prossimo alla chiusura...

Buona navigazione e lettura... 

sabato 4 ottobre 2014

SCOZIA | immagini di libertà

Immagini di una battaglia persa, NON DELLA GUERRA, sulla strada per l'INDIPENDENZA...

















venerdì 26 settembre 2014

#TURISMO | il progetto "Le ECCELLENZE del TERRITORIO verso EXPO 2015"

Stamane, a cura della Camera di Commercio di Cremona, è stato depositato in Regione Lombardia il progetto denominato "LE ECCELLENZE DEL TERRITORIO CREMONESE PER EXPO 2015", redatto dall'associazione temporanea di scopo costituita, oltre che dalla stessa Camera, da Provincia, comuni di Cremona, Crema e Casalmaggiore e associazioni di categoria.

Un progetto importante che intende promuovere e valorizzare le peculiarità e le eccellenze del territorio cremonese, cremasco e casalasco incrementando l’attrattività turistica e la competitività del territorio, potenziandone l’offerta turistica facendo leva sulle motivazioni di viaggio.

Idee e azioni concrete che non sono altro che il frutto del lavoro, spesso discreto e lontano dai riflettori, cui ho dedicato il mio mandato amministrativo che scadrà con l'elezione del nuovo presidente dell'amministrazione provinciale previsto per il prossimo 12 di ottobre. 

In particolare il contributo messo in campo dal mio assessorato (Sviluppo Economico, Turismo ed Expo) si è incentrato su quattro azioni specifiche:

Promozione turistica del territorio provinciale grazie alle dotazioni culturali identitarie del territorio, con particolare riferimento alla liuteria, all'arte organaria e alla musica.
 ARTE E CULTURA - INIZIATIVE DELLE CITTÀ MURATE E CASTELLATE
Il percorso storico “Circuito delle città murate e castellate” valorizza le strutture architettoniche difensive di tutto il territorio, mediante proposte turistiche finalizzate alla fruizione di percorsi che legano, con precisi criteri stilistici (dimore e giardini storici, tragitti urbani, eventi rievocativi in costumi d’epoca), le varie località. Gli itinerari sono conosciuti e proposti essenzialmente alle fiere di settore specializzate nel segmento sociale e scolastico, agli workshop per operatori del turismo che individua itinerari insoliti, ricchi di storia e cultura. Il Circuito  delle città murate e castellate porrà in essere azioni di  promozione delle rilevanze architettoniche delle provincia, incluse le ville visitabili.  A supporto, la stampa di specifiche  pubblicazioni riguardante i percorsi del circuito e le nuove proposte di itinerari; attività di convegnistica; l’ideazione di eventi nelle  dimore storiche.
FIL ROUGE
E’ l’esito di un dialogo tra le istituzioni musicali, le scuole di musica e le città, gli spazi pubblici, le piazze, gli esercizi commerciali e il turismo. Le scuole che fanno parte della Rete musicale cremonese realizzano un percorso che porta la musica fuori dalle aule, con la volontà di far conoscere la vivacità che caratterizza le scuole di musica ed animare, in un progetto condiviso con i Comuni, gli spazi urbani con un programma di concerti che rispecchi la vocazione delle singole scuole e aiuti gli allievi a cimentarsi con esibizioni pubbliche.
Promozione turistica del territorio provinciale grazie alle dotazioni identitarie del territorio, con particolare riferimento alle vie d’acqua e al ciclo turismo
L'IDEA DI VIAGGIO NELLA VALLE DEL PO
Sulle orme di Soldati, che con il pretesto del cibo e del vino fa conoscere l'Italia agli italiani: percorsi integrati dedicati al gusto, agli  eventi, alle esperienze di navigazione, - itinerari di navigazione di discesa e risalita lungo il fiume Po con fermate intermedie e possibilità di abbinamento a noleggio biciclette e/o visita a località rivierasche delle province di Cremona, Piacenza e Reggio Emilia - ai percorsi turistici nel paesaggio che si affaccia sul fiume. Un progetto di sistema che razionalizza le informazioni relative alle attività delle reti culturali del territorio, con particolare riferimento agli eventi, e fra essi agli eventi musicali, al fine di realizzare una programmazione unitaria e di medio periodo. Il prodotto, un calendario integrato dell’offerta culturale, la definizione di format informativi plurilingue, da realizzare in cartaceo e in web con la collaborazione del Sistema Turistico Po di Lombardia, mediante l’utilizzo della piattaforma E015.
Promozione turistica del territorio provinciale grazie alla facilitazione della mobilità.
NAVETTA EXPO
La provincia di Cremona presenta una dotazione infrastrutturale non adeguata alla gestione di flussi turistici potenzialmente attivabili con  Expo. L’esclusione del nostro territorio dalle principali direttive sia stradali che ferroviarie penalizza fortemente l’attrattività delle provincia.Per questo il  progetto prevede collegamenti diretti bi-settimanali  dei principali centri della provincia (Cremona, Crema e Casalmaggiore) il sito Expo. Il collegamento con Casalmaggiore si estenderà anche al sito Unesco di Sabbioneta. Le informazioni relative al servizio (quali ad esempio orari, prezzi, ecc.) verranno messe in condivisione tramite la piattaforma E015. Le attività di questo progetto si propongono di facilitare la realizzazione di pacchetti turistici da parte di tour operator.

sabato 13 settembre 2014

#FESTAdelTORRONE | il mio intervento alla conferenza stampa di presentazione


Nella mattinata di ieri ho partecipato, presso la Sala della Consulta del Palazzo Comunale di Cremona, alla conferenza stampa di presentazione della "Festa del Torrone", in programma dal 15 al 23 novembre prossimi.

Un evento importante che ha visto partecipare agli oltre 150 eventi organizzati nell'edizione 2013, durante i nove giorni di festa, la ragguardevole cifra di 230.000 persone. Numeri importanti per un evento che dovrebbe essere preso ad esempio da Crema per organizzare una vera e grande "Festa del Tortello", nella quale far convergere tutte le esperienze, vecchie e nuove, presenti nella nostra città. 


Di seguito il mio intervento: 
Come una piacevole tradizione che si rinnova ogni anno ho il piacere di partecipare a questo incontro con gli operatori dell’informazione per presentazione della prossima edizione della “Festa del Torrone”.
Un appuntamento importante e atteso non solo per la Città di Cremona, ma ormai per tutto il territorio, anche oltre i confini della provincia. Basti pensare alle numerose collaborazioni che gli organizzatori sono stati in grado di costruire in questi anni con città, festival, ecc.
Dopo una prima sperimentazione, svoltasi lo  scorso anno, di prolungare l’evento per oltre una settimana, anche questa edizione vedrà gli eventi dipanarsi abbracciando due fine settimana; segno di come la festa abbia raggiunto una grande maturità.
Seppur attraversando un periodo di incertezza sul proprio futuro, l’Amministrazione Provinciale di Cremona, che mi onoro di rappresentare, ha deciso comunque di non far venire meno il proprio apporto sia in termini finanziari, sia attraverso il lavoro dei propri collaboratori. Uno sforzo importante ma pienamente ripagato dal successo che la festa ha avuto e sono certo avrà in futuro.
Un futuro che vede questa edizione arrivare alla vigilia di un evento di cui tutti parlano ormai da anni, vale a dire l’Esposizione Universale di Milano del prossimo anno. Appuntamento quello dell’Expo verso il quale solo lavorando di comune accordo tra tutti gli operatori pubblici e privati, amministrazioni locali e associazionismo, si potranno ottenere risultati positivi in termini di accoglienza e offerta di eventi per  tutti quei turisti che ci auguriamo tutti vorranno passare qualche giorno nei nostri territori.
In ultimo un ringraziamento per il lavoro svolto, ed un augurio per quello in divenire, a quanti si stanno adoperando per offrire un’altra grande edizione della “Festa del Torrone”. 
Matteo Soccini
Assessore allo Sviluppo Economico, Turismo ed Expo
Provincia di Cremona

sabato 6 settembre 2014

#NOMOSCHEA | la mia adesione al "Comitato Cremasco No Moschea"

Sulla pagina Facebook "No alla Moschea a Crema" è stato pubblicato da circa un'ora un post molto interessante che lancia la proposta di costituire un "Comitato Cremasco No Moschea".

Eccone uno stralcio:

...il procedere spedito da parte della Giunta Bonaldi verso la concessione dei permessi propedeutici all'insediamento di una moschea / musalla / centro islamico ha fatto maturate in noi la convinzione che l’ambito sia pur importante ma ristretto, del web non sia più sufficiente a portare avanti la battaglia contro i propositi di chi oggi amministra la nostra amata Città.
Per questo motivo lanciamo pubblicamente con questo post la proposta di costituzione del “COMITATO CREMASCO NO MOSCHEA”, luogo ideale di discussione e azione, nel quale far convergere tutti coloro che in questi anni hanno pubblicamente manifestato la loro contrarietà al “progetto moschea”.
Un COMITATO aperto a tutti, senza preclusioni, in particolare a tutti quei cittadini che hanno sottoscritto la petizione popolare contraria alla moschea portata avanti dalla Lega Nord di Crema, quella degli imprenditori della zona PIP di Santa Maria, i partiti di opposizione dentro e fuori l’aula del Consiglio Comunale, le associazioni ed anche coloro che in cuor loro la pensano come noi, ma non hanno ancora avuto il coraggio di esprimere il proprio pensiero, magari timorosi di essere additati da soliti benpensanti di razzismo e quant'altro.
Di fronte ad un invito del genere, in piena coerenza con la disponibilità a lavorare con tutti coloro che non vogliono una moschea a Crema, manifestata nella mia lettera aperta a Simone Beretta della scorsa settimana, non posso che esprimere pubblicamente la mia piena adesione a questo costituendo comitato.

Ho già provveduto a inviare un messaggio privato ai gestori della pagina per offrire loro collaborazione e l'aiuto che riterranno necessario.
Invito tutti coloro che condividono questa battaglia a fare altrettanto.

Come scritto in chiusura del post sulla pagina da oggi #NoMoscheaCrema non sarà solo un hashtag.

sabato 30 agosto 2014

#NOMOSCHEA | lettera aperta a Simone Beretta

Caro Simone,

stamane ho letto con piacere su diversi organi di stampa (nella foto la prima pagina de La Provincia) la proposta, che lanci a nome di Forza Italia, di una petizione contro l'ipotesi di insediamento di una moschea/musalla  nella nostra città.
Una raccolta firme per la quale chiedi il sostegno anche della Lega Nord e di cui ti ringrazio.

In questi ultimi due anni (le prime avvisaglie del possibile insediamento di una moschea/musalla/centro islamico risalgono all'ottobre 2012 quanto l'argomento venne discusso in una commissione territorio n.d.r.) la Lega Nord, guidata dal Segretario Cittadino Dino Losa, è subito intervenuta per esprimere la propria ferma e decisa contrarietà ad un'ipotesi del genere.

Nei mesi successivi diverse iniziative sono state messe in campo per contrastare le intenzioni più volte ribadite, in consiglio comunale e sugli organi di informazione, da parte dell'amministrazione comunale.
Con piacere ricordo i numerosi comunicati stampa, i manifesti affissi in città, il convegno con ospite l'On. Magdi Cristiano Allam, il presidio in Piazza Benvenuti a Ombriano e non ultima la "petizione popolare" per la quale abbiamo raccolto oltre 800 firme; una petizione cui il sindaco rispose "picche" manifestando l'intenzione di proseguire nei suoi intenti...

Tutto quanto ho sopra citato: comunicati stampa, manifesti, resoconto del convegno, petizione e risposta del sindaco si possono facilmente trovare cliccando sulla parola chiave "moschea" nell'elenco delle etichette a fianco di questo post.

Come avrai letto una petizione è già stata presentata, corredata da centinaia di firme, e la risposta ottenuta fortemente negativa.
Per questo motivo in occasione di una assemblea dei nostri militanti, svoltasi lo scorso luglio, abbiamo deciso di mettere sul tavolo, anche con tutte le altre forze politiche e sociali contrarie alla moschea, una nuova proposta per far sentire la voce dei cittadini in maniera ancora più forte rispetto ad una semplice petizione.

In breve un "referendum autogestito" con il quale chiedere a tutti i cittadini cremaschi di votare SI o NO all'insediamento del centro islamico; il tutto sul modello della campagna lanciata con grande successo in quel di Cantù dall'On. Nicola Molteni.

Parliamo di "referendum autogestito" in quanto come ben sai lo statuto comunale, la normativa nazionale e quella regionale non prevedono la possibilità di indire referendum in materia.
Lacune che un progetto di legge in parlamento, già depositato dai gruppi parlamentari della Lega, e delle modifiche alle leggi urbanistiche regionali annunciate dal Segretario Federale Salvini mirano a sanare.

Nel frattempo questa potrebbe essere una strada da percorrere insieme anche a voi come si evince dalle dichiarazioni rilasciate
dall'amico Dino Losa al "Piccolo del Cremasco" e pubblicate sul numero di inizio agosto. 

Da parte mia, quale semplice cittadino cremasco che ha nel cuore il bene della città, non posso che manifestarti la mia piena disponibilità ad operare insieme a te, e ad altri, affinché non si realizzi quanto prospettato dalla maggioranza di sinistra che oggi governa Crema.

Le cronache quotidiane di queste ultime settimane, otre ad un normale buonsenso, consigliano a tutti noi la massima prudenza e fermezza di fronte a richieste come quelle manifestate dalla comunità islamica.

Nonostante questo la sinistra appare sorda a tali richiami e ancora una volta prevale in essa una spinta "ideologica" deleteria che in molte occasioni nel passato ha portato a prendere decisioni rivelatesi sbagliate col passare del tempo.
Come già scritto io ci sono, quanto alla Lega Nord la risposta è giusto che arrivi da coloro che oggi ricoprono cariche dirigenziali che mi auguro affrontino quanto prima la questione.

Con stima e cordialità,

Matteo Soccini

lunedì 11 agosto 2014

#NOMOSCHEA | dai Cristiani di Mosul un monito per tutti noi.

In questi giorni le notizie sull'avanzata degli estremisti islamici dell'ISIS nel nord dell’Iraq, e la conseguente fuga delle comunità cristiane dalle loro case e chiese per sfuggire alla morte, compaiono sempre più spesso nelle aperture dei notiziari televisivi come sulle prime pagine dei giornali.

Ieri anche il Corriere ha dedicato il titolo principale alla tragedia che si sta consumando nelle antiche terre che furono di Babilonia, in particolare, oltre ai consueti articoli cronaca e opinioni, è apparso il primo di una serie di servizi a firma dell’inviato Lorenzo Cremonesi, dedicato alla fuga della comunità cristiana di Mosul.

Di tutto l’articolo alcune frasi pronunciate dall’arcivescovo caldeo di Mosul, Amel Nona, mi hanno particolarmente colpito che ho deciso di riportarle:
«Le nostre sofferenze di oggi sono il preludio di quelle che subirete anche voi europei e cristiani occidentali nel prossimo futuro», dice il 47enne Amel Nona, l’arcivescovo caldeo di Mosul fuggito ad Erbil.
«Ho perso la mia diocesi. Il luogo fisico del mio apostolato è stato occupato dai radicali islamici che ci vogliono convertiti o morti. Ma la mia comunità è ancora viva». E’ ben contento di incontrare la stampa occidentale.
«Per favore, cercate di capirci - esclama -. I vostri principi liberali e democratici qui non valgono nulla. Occorre che ripensiate alla nostra realtà in Medio Oriente perché state accogliendo nei vostri Paesi un numero sempre crescente di musulmani. Anche voi siete a rischio. Dovete prendere decisioni forti e coraggiose, a costo di contraddire i vostri principi. Voi pensate che gli uomini sono tutti uguali - continua l’arcivescovo Amel Nona - Ma non è vero. L’Islam non dice che gli uomini sono tutti uguali. I vostri valori non sono i loro valori. Se non lo capite in tempo, diventerete vittime del nemico che avete accolto in casa vostra».
Parole semplici e sincere, ma nel contempo dure e sofferenti. Un monito vivo da non lasciare cadere nel vuoto come troppo spesso è accaduto in questi anni. 
Un’ulteriore ragione, da aggiungere alle tante già messe sul tavolo, per dire un forte NO all’ipotesi che anche a Crema si possa insediare una moschea (o musalla come la chiama qualcuno).

I brani riportati sono dal reportage I cristiani stremati di Erbil di Lorenzo Cremonesi, pubblicato sul Corriere della Sera di domenica 10 agosto 2014.

http://www.corriere.it/esteri/14_agosto_10/nel-campo-cristiani-stremati-990dca94-2058-11e4-b059-d16041d23e13.shtml

sabato 9 agosto 2014

CREMA | tra due "consigli" uno è di troppo, e pure inutile...

Lo scorso 28 aprile, in apertura della seduta in cui ha annunciato il rimpasto nella sua giunta il Sindaco Stefania Bonaldi aveva tra l'altro affermato, per giustificare l'ingresso di un nuovo assessore (oltre al cambio tra Bergamaschi e Piloni) quanto segue:
Il sesto assessore, senza aggravi per la spesa comunale, si è reso necessario perché i compiti del sindaco sul territorio si sono moltiplicati nel volgere di pochi mesi. Un sindaco peraltro eletto nel consiglio nazionale del PD, dove insieme ad altri 19 sindaci di varie città italiane, dovrà occuparsi di studiare i gravi problemi degli enti locali proponendo soluzioni. Fatto che onora me e, spero, i cremaschi che attraverso la mia persona vogliono partecipare al rinnovamento della politica nazionale e locale, ma che comporta un costo in termini temporali. 
Ieri, sul proprio profilo Facebook, ha scritto questo post in merito agli ennesimi tagli nei trasferimenti agli enti locali:
Stamattina è stato pubblicato l’elenco dei tagli stabiliti dal DL 66.2014 (cd Decreto Renzi, quello degli 80 euro in busta paga in più per alcuni lavoratori dipendenti). La misura deve ancora mostrare i propri effetti, intanto noi prendiamo atto che il Comune di Crema subisce l'ennesimo taglio, non previsto, di € 289.643,70.Non mi pare un modo serio, né particolarmente fantasioso e innovativo, per recuperare risorse. 
A conti fatti, e non mi riferisco alle ulteriori tasse che graveranno sui cittadini quanto l'amministrazione dovrà far quadrare il bilancio del comune, direi che il sedere nel consiglio nazionale del PD non ha portato alcun beneficio (e tanto meno un "onore") ai Cremaschi, anzi...

Un invito da semplice cittadino, meno Roma (dove la presenza appare inutile) e più Crema (la città ed i suoi problemi ne hanno bisogno, magari per aiutare qualche neo assessore di ricordasi di scrivere un bando per l'utilizzo dell'AustroUngarico...)

sabato 26 luglio 2014

FOOTBALL | nel calcio c'è odore di (ta)vecchio

Dopo la dichiarazione di Carlo Tavecchio, rilasciata durante il suo discorso col quale ha formalizzato la sua candidatura alla presidenza della Federcalcio, sui giocatori stranieri che giocano nei campionati italiani («L’Inghilterra- ha detto- rispetto a noi è un’altra cosa: individua dei soggetti che possono entrare in base alla loro professionalità. Da noi invece arriva «Opti Pobà», che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio».), e le polemiche che stanno montando in rete ed anche in parlamento, ripropongo di seguito un post che avevo pubblicato su Facebook lo scorso 15 luglio:
da www.sussurrandom.it apprendiamo che un certo "calciofilo di razza" sostiene nella corsa alla presidenza della Federcalcio il numero uno dei dilettanti Carlo Tavecchio.
Ma chi è questo Tavecchio ? ? ?
Grazie ad Aldo Grasso, che gli ha dedicato un articolo sul numero di Sette uscito venerdì 11 luglio, apprendiamo che:

"L'ottobre scorso, un'interrogazione parlamentare ha svelato il curriculum giudiziario
di Tavecchio: «Condanna a 4 mesi di reclusione nel '90 per falsità in titolo di credito continuato in concorso, 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel '94 per evasione fiscale e dell'Iva, 3 mesi di esclusione nel '96 per omissione versamento di ritenute previdenziali e assicurative, 3 mesi di reclusione nel '98 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d'ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, più multe complessive per oltre 7000 euro»."
 a buon intenditore...

sabato 19 luglio 2014

La "NOSTRA" Lega

Caro Matteo,

stamane, nelle varie pagine social del movimento, ho trovato questa immagine tratta dalla prima pagina de "la Padania" in edicola oggi il cui titolo mi ha fatto storcere il naso... 
per quale motivo ??? semplice, perché la Lega non è tua, come non lo era di Maroni fino al congresso dello scorso dicembre e neppure di Bossi prima ancora.

In tutta sincerità avrei preferito leggere questo virgolettato "la NOSTRA Lega", perché così deve essere il Movimento, NOSTRO! di NOI MILITANTI!
Con questo non voglio certo muovere critiche pretestuose ad una frase che non penso rifletta il tuo pensiero, ma anche semplici parole hanno a volte un peso importante.

Troppo spesso in passato, e purtroppo anche oggi da parte di qualcuno, ho sentito parlare della Lega come di un movimento mio, tuo, suo, di quelli, ecc. 
Poche volte il termine NOSTRA, riferito alla Lega, è risuonato nei discorsi e nelle dichiarazioni, come nei fatti concreti.

Attenzione però, questo non significa che tutti i MILITANTI possano affermare che la Lega è anche loro...

Possono dire LA NOSTRA LEGA...

quelli che nel gennaio del 2012 erano in un teatro di Varese a manifestare apertamente il proprio sostegno a Roberto Maroni contro il bavaglio che qualche bustocco voleva imporgli, non certo quelli che il bavaglio lo giustificavano anche dalle nostre parti, perfino sulla stampa locale.

quelli che, esclusi dalla lista per le amministrative del proprio comune (nonostante consiglieri uscenti), hanno lavorato in silenzio per permettere che la lista fosse presentata, non quelli che escludono perché non la si pensa come loro.

quelli che parlano e rispettano i giornalisti conoscendo bene il loro ruolo, non quelli che si fanno dettare la linea politica dagli stessi con il solo risultato di spaccare il movimento e portare al successo elettorale la sinistra.

quelli che, prendendo in corsa il compito di presentare la lista "Maroni Presidente" si sbattono a raccogliere in tutta fretta le firme necessarie, non certi segretari di sezione che di firme ne raccolgono ZERO (nemmeno la loro di firma hanno messo in calce alla lista).

quelli che organizzano un evento di beneficenza e far vivere la memoria di un grande Militante scomparso, non quelli che spacciano per feste della Lega cene in ristoranti i cui proprietari è risaputo essere legati a Forza Italia.

quelli che vedendo sedi sporche e in disordine se ne vergognano e prendono stracci e scopa per pulire e ordinare, non quelli che se ne fregano...

quelli che (cremaschi) non hanno problemi a sedersi allo stesso tavolo con cremonesi e casalaschi per parlare dei problemi della provincia, non quelli che alzano steccati per difendere il proprio orticello di potere (peraltro insignificante).

quelli che passano le serate a ragionare di eventi e campagne politiche per l'autunno, non quelli che al massimo fanno l'elenco delle feste cui andare.

quelli che le campagne elettorali le fanno sempre e comunque, non quelli che organizzano gazebo fantasma.

quelli che rispettano l'autonomia ed il lavoro delle sezioni, non quelli che si intromettono in cose che non li riguardano chiedendo di votare per comunisti.

quelli che... ecc, ecc, ecc... l'elenco sarebbe lunghissimo, ma penso che quanto scritto possa bastare.

qualcuno potrebbe contestare che la Lega "è anche" degli "altri" militanti il cui pessimo esempio ho citato e forse è vero.

peccato che con questi ultimi una Lega forte e proiettata al futuro faccio fatica a vederla...

domenica 13 luglio 2014

IDEE & RIFLESSIONI | #sinistra e #immigrazione

"La sinistra, e Renzi non fa eccezione, non ha mai voluto distinguere in modo netto - e mandando al mondo messaggi inequivocabili su questo punto - fra l’aiuto ai profughi che scappano dalle guerre e l’accoglienza agli immigrati che scappano dalla povertà. Non c’è mai stata, in fondo, troppa differenza fra il messaggio della laicissima sinistra e quello di molti esponenti della Chiesa cattolica. Si pensi a come si è affrettata la sinistra renziana a cancellare il reato di clandestinità.

È anche per questo che non è oggi possibile una politica europea dell’immigrazione. Le altre forze politiche europee, sinistre incluse, devono sempre, in questa materia, tenere d’occhio l’interesse nazionale (si ricordi con quanta durezza i socialisti spagnoli, quando erano al potere, respingevano i clandestini). La sinistra italiana, invece, è a-nazionale, portatrice di confuse aspirazioni cosmopolite, a loro volta eredità o cascami di antichi e più strutturati internazionalismi ideologici. È una sinistra che oggi potremmo definire francescana, costitutivamente incapace di tracciare una linea di confine fra «noi» e «loro» (e di ragionare quindi in termini di interesse nazionale), incapace di stabilire quanti e quali: quanti immigrati accettare, con quali caratteristiche professionali. L’idea implicita è che sono tutti figli di Dio e che fra i figli di Dio non si discrimina.

Senza contare, dell’immigrazione, un risvolto o un sottoprodotto assai inquietante e rispetto al quale la politica non potrà continuare a lungo a nascondere la testa sotto la sabbia: i califfati attuali e prossimi venturi avvicinano, anno dopo anno, il momento in cui la jihad , la guerra santa islamica, incendierà anche i territori europei, Italia inclusa."


passaggio tratto dall'editoriale "due argomenti ancora tabù" di Angelo Panebianco e pubblicato sul Corriere della Sera di oggi.

Di seguito il link cui trovare l'articolo: http://www.corriere.it/editoriali/14_luglio_13/due-argomenti-ancora-tabu-b71c241e-0a59-11e4-b9f9-15449e4acf0d.shtml

venerdì 4 luglio 2014

IDEE & RIFLESSIONI | l'Europa che noi vogliamo

In un epoca ormai orfana di persone in grado di elaborare un pensiero politico degno di questo nome è quantomai importante ricercare nel passato dei riferimenti certi e profondi che sappiano sempre indicare la strada giusta da percorrere.
Una di queste persone è sicuramente Bruno Salvadori, sincero amante dell'autonomismo prematuramente scomparso, di cui propongo di seguito uno scritto sull'Europa che definire "attuale" è alquanto riduttivo.

L’EUROPA CHE NOI VOGLIAMO

L'Europa unita, un sogno che ha infiammato intere generazioni di poeti, di filosofi, di storici, di uomini politici; un mito che avanza lentamente verso la sua realizzazione, sia in forma diretta e positiva, sia attraverso percorsi difficili e contraddittori.

Anche noi siamo europeisti, come tutti d'altronde. Ma appena ci si mette a discutere sulla forma, sulla funzione e sugli obiettivi di Questa Europa, emergono difficoltà e differenze. Ognuno ha le sue idee, anche noi abbiamo le nostre, condivise da molti altri popoli sparsi per l'Europa di oggi.

Noi non vogliamo un’Europa sottomessa economicamente, politicamente e militarmente ad una potenza mondiale, sia essa uno stato come lo abbiamo sempre conosciuto oppure l’establishment finanziario composto da banche e istituti finanziari mondiali, quindi, per questo esposta alle fantasie di qualche "'capo" che ne ignora addirittura la storia e la personalità.
Noi non vogliamo un’Europa degli Stati e delle banche come sono oggi costituiti, perché questo significherebbe perpetuare le divisioni attuali e distruggere il patrimonio culturale e storico di ogni comunità di base che forma la NOSTRA EUROPA.
  
La NOSTRA EUROPA

Allora, non può essere altro che un’Europa dei Popoli che tenga conto non di aride linee di demarcazione, non degli assurdi confini che separano popoli con la stessa cultura, la stessa lingua, la stessa storia, ma che consideri le diverse caratteristiche etniche dei suoi abitanti come base fondamentale della sua stessa esistenza. Ciò vuol dire che non vogliamo un massiccio inquadramento in schemi uguali per tutti, ma al contrario, una "UNITA’ NELLA DIVERSITÀ’" che permetta a tutti di lavorare e vivere nell'ambiente che egli ha contribuito a creare e che è stato il modello di vita e di sviluppo per una lunga serie di generazioni. Le drammatiche esperienze del triste periodo fascista, nazista e comunista, devono insegnarci che è impossibile sopprimere un popolo con la violenza e l'inganno o con le potentissime armi della burocrazia e della politica.

La lotta che moltissimi popoli devono affrontare ancora oggi per difendere la loro esistenza, deve sostenerci moralmente. Non siamo soli a resistere al continuo, sistematico tentativo di distruggere, poco a poco, il nostro patrimonio storico, al quale dobbiamo questa autonomia mutilata della  quale fruiamo, in qualche modo.
Queste considerazioni devono convincerci della necessità di esprimere e di proporre anche noi un concetto di Europa alla quale possiamo attribuire una qualunque denominazione (Europa dei Popoli, delle etnie, delle comunità, ecc ...) ma che deve essere una cosa concreta, sentita. Che possa trasmettersi dai popoli ai dirigenti e che non corrisponda soltanto a una convergenza d’interessi economici e politici gestiti da un vertice.

Per fare tutto ciò bisogna lasciar liberi o liberare i veri popoli. Cioè quei popoli che non possono essere divisi né dalle montagne né da altre linee di frontiera. Quelli che hanno la stessa origine. La stessa storia, la stessa lingua, le stesse tradizioni, quelli che oggi sono divisi a causa delle assurde guerre del passato e dei compromessi politici che ne furono la conseguenza.

Questa è la nostra idea di EUROPA... e questa sarà l'EUROPA di DOMANI se sapremo lottare esprimendo chiaramente la nostra idea unendoci, fin da ora, in un’azione comune a tutti quelli (e sono tantissimi!) che la pensano realmente come noi.

giovedì 26 giugno 2014

Comunicato Stampa | LEGA NORD - BILANCIO: la stangata della Giunta Bonaldi è arrivata.

Una manovra di sole tasse che rinvia i problemi

CREMA, 26 giugno 2014 – Nella seduta dello scorso 11 giugno l’amministrazione del Sindaco Bonaldi ha presentato davanti al consiglio il bilancio di previsione per l’anno in corso.
Un documento che contiene quella che già in gennaio avevamo definito una “stangata” fatta di tasse sulla casa e sui servizi, generata dai provvedimenti messi in atti dagli ultimi tre governo targati Partito Democratico.

Davanti ad un buco di oltre 3,5 milioni di euro le soluzioni prospettate dalla Giunta, vale a dire 3 milioni di tasse (tra nuova TASI e recupero di tasse arretrate da cui temiamo nulla potrà entrare nelle casse comunali) e 500 mila di tagli alle spese correnti, non ci convincono per il loro carattere tutt’altro che strutturale e per nulla coraggioso.

Sulla TASI appare evidente come l’amministrazione si metta al servizio dello stato centrale nel ruolo di “gabelliere” a danno dei cittadini, stangando ancora una volta il bene primario per tutte le famiglie, vale a dire la casa.
Per il capitolo tagli alle spese la manovra appare poco incisiva e ben altro si poteva fare andando a rivedere le convenzioni, ad esempio quella che “regala” 120.000 euro ad una società sportiva non della città, e le quote di partecipazione ad enti e società collegate.

Altro capitolo dolente il mancato apporto di un asset fondamentale che ha sempre garantito un buon introito nelle casse comunali. Ci riferiamo alle farmacie comunali il cui utile dell’ultimo esercizio (poche migliaia di euro) appare come il segno lampante di un’azienda mal gestita e priva di una visione strategica sul suo futuro, perché prendere in gestione farmacie in tutta la provincia? quale utilizzo si intende fare dello stabile di Via Samarani?
Il sindaco ne prenda atto e rimuova quanto prima presidente e consiglio di amministrazione. E’ finito il tempo di usare tali aziende come riserva per piazzare compagni di partito, si apra una seria discussione sul futuro dell’azienda valutando seriamente l’ipotesi di un bando affidare la gestione delle farmacie a privati, dietro il versamento al comune di un canone annuo e una percentuale sul fatturato generato.

Quanto al mancato intervento sulle tariffe per i servizi a domanda individuale, sbandierato dalla maggioranza come una tutela dei cittadini in un periodo di crisi, non è altro che rinviare un problema che dovrà essere affrontato più avanti negli anni con il rischio di incrementi indiscriminati.
A nostro avviso una politica seria sul tema dovrebbe essere quella di esaminare nel dettaglio i vari servizi e le loro tariffe applicando lievi incrementi per le fasce alte di reddito ed i non residenti in città, tutelando con sgravi le famiglie a basso reddito e con molti figli a carico.

In ultimo appare desolante il quadro degli investimenti in opere pubbliche per il prossimo triennio dove, salvo doverosi interventi di manutenzione sulle scuole per mantenerne l’agibilità e sicurezza, nulla di significativo è previsto. Il prolungamento della gronda nord? l’eliminazione del passaggio a livello di Santa Maria? Nulla, solo qualche accenno nella relazione al bilancio dalla quale emerge come la maggioranza non sappia fare altro che sperare nell’intervento di altri soggetti quali la Regione Lombardia, lo Stato e finanche l’Unione Europea.

Che i bilanci degli enti locali siano in sofferenza, a causa soprattutto dei tagli e restrizioni portate avanti dai governi Monti, Letta e Renzi (sempre col pieno sostegno del partito di maggioranza relativa che governa Crema) è un fatto risaputo cui solo una proposta concreta di riforma delle finanze statali e cambiamento del patto di stabilità potranno porre rimedio.

Con la nomina del Sindaco all’interno degli organi dirigenti del PD fatta da Renzi ci auguravamo potesse portare finalmente anche all’interno di quel partito la notizia che gli enti locali, in particolare al Nord, sono stanchi di essere vessati e spremuti.

Evidentemente al governo hanno altri pensieri.

LEGA NORD | Sezione di Crema