sabato 31 agosto 2013

INTERVISTA | InPrimapagina su EXPO, economia e turismo.

In Giunta provinciale Lei ha responsabilità in materia di sviluppo economico, innovazione, Expo 2015 e turismo. Cominciamo dall'Expo. Prima delle ferie estive, due importanti fatti sono avvenuti sul territorio: il primo, la presentazione a Cremona delle opportunità offerte dalla manifestazione. Una presentazione appunto, senza dialogo tra gli attori coinvolti. Perché non ha ritenuto opportuno intervenire in CCIAA per portare il Suo punto di vista?

L’incontro, organizzato da Provincia e CCIAA, è stato pensato per dare voce ai due sottosegretari intervenuti (Martina per il governo e Sala per la regione) ed ascoltare da loro le prossime mosse e intenzioni degli organi di cui fanno parte. In quest’ottica gli interventi introduttivi dei Presidenti di Provincia e CCIAA, Salini e Auricchio sono stati più che sufficienti, un mio ulteriore interventi non avrebbe aggiunti nulla rispetto a quanto esposto dallo stesso Presidente e dal Direttore Generale dell’ente Marina Ristori che ben hanno rappresentato il lavoro svolto soprattutto da chi mi ha preceduto come delegato all'expo, vale a dire l’attuale consigliere regionale Federico Lena.


Tra discorsi, presentazioni, dichiarazioni, sembra che si stia perdendo di vista l’importanza reale dell’Expo per offrire una boccata d’ossigeno all'economia lombarda (e non solo). In che modo la Provincia di Cremona potrebbe diventare protagonista della manifestazione secondo Lei?

Non credo affatto che si stiano perdendo di vista le opportunità che potrebbero nascere da EXPO, il problema è che molti non avendo approfondito realmente il tema e le implicazioni pensavano all'evento come all'ennesima occasione di finanziamento di progetti buoni per tutte le stagioni.
Come territorio provinciale quello che si deve fare e mettere a sistema quanto già esiste sul territorio soprattutto dal punto di vista turistico e ricreativo (enogastronomia, musica, arte e cultura), seguendo le linee guida di recente presentate da Regione Lombardia.
Il tutto relazionandoci con il nuovo ente di promozione turistica che Regione, società EXPO e camera di commercio di Milano stanno costituendo in queste settimane.


L’altro importante evento è la sottoscrizione di un accordo sul lavoro, tra sindacati ed ente organizzatore dell’Expo. In che modo anche la provincia di Cremona beneficerà di questa opportunità?

Ritengo pochi in quanto dalle notizie in mio possesso l’accordo riguarda quanto avverrà nel sito di Milano che ospiterà l’evento. Una eventuale ricaduta sul nostro territorio potrebbe avvenire nel caso in cui aziende presenti in provincia fossero coinvolte nei lavori e/o nella gestione dell’evento.


Expo 2015 si collega indissolubilmente allo sviluppo economico, Sua materia di competenza. L’Amministrazione provinciale sta valutando iniziative concrete, progetti reali per sfruttare questo evento non solo a breve termine, ma anche una volta conclusa la manifestazione?

I continui e ormai insostenibili tagli ai trasferimenti rendono pressoché impossibile per un ente come la provincia, destinato alla sparizione, mettere in campo risorse tali da poter intraprendere progetti di particolare impatto. Quello che l’ente, a prescindere dall'appuntamento EXPO è quello di convogliare le risorse comunque presenti e i possibili finanziamenti esterni sulla realizzazione di opere di complemento per rendere fruibile il territorio da parte di potenziali inventori, quali ad esempio gli interventi per il completamento della Paullese, la grande viabilità sul casalasca e non ultimo il costante impegno sul lato della riduzione del digital device.


In che modo state progettando di inserire la 
Provincia di Cremona tra le mete turistiche di Expo 2015? Abbiamo già sentito più volte parlare della valorizzazione del violino, considerato Patrimonio dell’umanità, a Cremona e dell’organo a Crema, ma in concreto cosa sarà proposto ai milioni di visitatori che arriveranno in Lombardia?

Lavorando attraverso gli strumenti oggi a nostra disposizione quale il Sistema Turistico Po di Lombardia quale collettore di una offerta turistica integrata tra i territori della bassa Lombardia, valorizzando realtà come la Strada del Gusto e non ultimo il fondamentale ruolo del Distretto Culturale. Come Provincia già in occasione del recentissimo bando dei Distretti del Commercio scaduto i primi di luglio abbiamo supportato le singole amministrazioni comunale, Crema e Cremona in primis, fornendo materiale e itinerari turistici che vedessero il territorio operare in sinergia e non ciascuno per conto proprio.
Detto questo molto dovranno fare le singole amministrazioni comunali in quanto sono i primi attori che operano sul territorio.
Il ruolo dell’ente provinciale è di coordinare e indirizzare le loro politiche verso le linee guida di Regione Lombardia che ho citato in precedenza.


Passiamo alla situazione attuale: le indagini congiunturali a livello nazionale e regionale continuano a non presentare segnali positivi. Come vanno le aziende cremonesi? Quali sono i settori che riescono a resistere?

Come tutto il territorio nazionale anche la nostra provincia continua a risentire della persistente congiuntura economica negativa. A livello locale i settori che mantengono comunque buone performance sono quelli nei quali vi è una tradizionale forza, vale a dire l’agroalimentare, sia nella produzione di materia prima quale il latte, sia nella trasformazione, alcune nicchie della meccanica, specie laddove processi di aggregazione e rete hanno avuto una maggiore implementazione (il polo della meccanica di Castelleone è un valido esempio) e un settore ormai strategico come quello della cosmetica, particolarmente attivo nel cremasco.


L’innovazione è una delle chiavi di volta per riuscire ad uscire dalla crisi: lo dimostrano i casi di molte aziende che anche nell'attuale congiuntura, non solo non chiudono, ma addirittura assumono. Qual è il ruolo svolto dal Suo assessorato?

Il ruolo si inquadra nel lavoro svolto per l’eliminazione del digital device del nostro territorio rispetto ad altre aree del paese. Il lavoro sulla progettualità inerente la banda ultra larga è stato e sarà importante per sopperire a questa notevole mancanza che ancora pervade il nostro sistema produttivo.

Era stato costituito presso la Prefettura il tavolo del credito, una sorta di osservatorio per verificare se effettivamente le banche sostengono il territorio. Chi lo controlla? Perché tutti gli imprenditori si lamentano ancora che non hanno l’appoggio delle banche? Ma allora il tavolo funziona o no?

Ritengo che queste domande dovrebbero essere rivolte a chi il tavolo ha organizzato e gestito.