sabato 11 novembre 2017

PAGA CREMASCO, PARCHEGGIA E PAGA ! ! !

La Provincia, 11/11/2017
Come più volte annunciato ecco "finalmente" arrivare il passaggio a PAGAMENTO di 400 parcheggi oggi GRATUITI nelle vie appena fuori la cerchia delle mura.
Il tutto per la gioia di cittadini, lavoratori e commercianti per i quali i "vantaggi" di una tale operazione restano un bel mistero...

In ogni caso vediamo il lato positivo, a Crema l'amministrazione targata PD (almeno per il momento) non sono arrivati ai livelli dei suoi colleghi di Bergamo e Varese dove il buon Gori (quello che si candida a governare la Lombardia) da un lato ha messo a pagamento i parcheggi anche la domenica e festivi, il tutto per la gioia dell'Orio Center, e tal Galimberti (pare solo omonimo del sindaco di Cremona) dall'altro ha pitturato di strisce blu praticamente tutta la città.

Tranquilli, a breve arriveranno le solite giustificazioni a base di paroloni quali mobilità gentile, sostenibile, ecocompatibile, crema 2020, 2040 e 2060, città smart, 2.0, 4.0, 6.0, ecc...
Nel frattempo cari cremaschi, e non, PAGATE!

martedì 7 novembre 2017

AUTONOMIA | Maroni: risoluzione completa, auspico la sua approvazione unanime


(Lnews - Milano)
"Mi pare una risoluzione apprezzabile dal punto di vista dei contenuti, completa. Certo ci sono alcune differenze, alcune richieste di modifica presenti negli emendamenti, che io ritengo da valutare, lo farà il presidente della Commissione, ma per me è importante che si arrivi all'approvazione della risoluzione con il voto più ampio possibile, all'unanimità o comunque con una larghissima maggioranza, perché questo consentirà a me e agli altri presidenti di Regione seduti al tavolo di fare una trattativa vera, con l'obiettivo di portare in Regione il maggior numero di competenze possibili e, naturalmente, il maggior numero di risorse ad esse collegate". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, questo pomeriggio, prendendo la parola, in Aula consiliare, al termine degli interventi dei gruppi, prima della votazione relativa alla risoluzione per l'autonomia.

PLAUSO AL CONSIGLIO - Maroni ha anche espresso il proprio apprezzamento al Consiglio regionale "per come ha gestito tutta la vicenda", in particolare rispetto ai tempi, strettissimi, in cui ha prodotto la risoluzione, come lo stesso presidente si era raccomandato avvenisse.

PRIMA DISCUSSIONE SIMILE COL GOVERNO - "Ricordo, e invito il Consiglio a tenerne conto, che, nella risoluzione, si dice che 'l'illustrazione delle materie non è da considerarsi esaustiva e che nel corso delle trattative potrebbero emergere aspetti non considerati nella risoluzione' - ha sottolineato Maroni -: questo è importante, perché è la prima volta la prima volta che si discute con il Governo in modo così approfondito e la risoluzione dell'Emilia Romagna ha dei contenuti in parte diversi, il che non guasta, perché ci consente di unire le forze, in attesa del Veneto naturalmente, e avere una forza maggiore nella trattativa con il Governo".

PRESENTI TUTTE LE MATERIE - "La risoluzione mi pare assolutamente condivisibile - ha proseguito il presidente -, perché elenca tutte le materie previste negli articoli 116 e 117 della Costituzione, come previsto dal quesito del Referendum, perché specifica che 'siano salvaguardati livelli adeguati di risorse finanziarie correlate alle competenze acquisite, per non vanificare l'obiettivo di mantenere nel tempo l'autonomia conseguita e ottenere la garanzia dell'acquisizione di tutte le risorse necessarie al finanziamento integrale delle funzioni attribuite alla Regione'".

PUNTO DI SVOLTA - "Ci sono tutti gli elementi, quindi, per dire che è una trattativa seria è importante, che può davvero rappresentare un punto di svolta nel rapporto tra il Governo centrale e il sistema delle autonomie" ha considerato Maroni.

SEI TAVOLI, UNO A MILANO - "Nella risoluzione si raggruppano le materie in 6 macroaree e l'ho già anticipato al Governo, verificando che che non ci sono obiezioni - ha spiegato ancora -. Credo quindi che giovedì, quando insedieremo il tavolo, la richiesta che io e il presidente Bonaccini faremo sarà di organizzare sei tavoli e chiederò che almeno uno di questi tavoli sia a Milano, visto che consideriamo la trattativa Governo-Regioni su un piano di parità e non la Regione che va a Roma a chiedere. Se così sarà, mi pare che vi siano tutte le condizioni per fare un lavoro egregio, nell'interesse dei cittadini lombardi".

CHIUSURA ENTRO FINE GENNAIO - "Ho l'ambizione di chiudere la trattativa con il Governo entro la fine di gennaio, così da evitare sovrapposizioni con la prossima campagna elettorale - ha ribadito il presidente -. Ribadisco l'intenzione di tenere distinte le due cose: se il Governo sarà disponibile, dandoci soddisfazione sulle nostre richieste, a chiudere la trattativa entro la fine di gennaio, sarò ben lieto di sottoscrivere l'accordo, previo passaggio in Consiglio regionale, perché il Consiglio sarà coinvolto in tutto, compresa la risoluzione finale, che firmerò solo se il Consiglio mi dirà che va bene".

MASSIMO COINVOLGIMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE - "In questi giorni mi sono sentito con il Governo, in particolare con il sottosegretario Bressa, che sarà il nostro interlocutore dal punto di vista tecnico - ha concluso il presidente -. Con lui definiremo giovedì come organizzare i tavoli e la loro composizione, anche per avere in tutti la rappresentanza del Consiglio regionale. Anche per questo mi riprometto venerdì, dopo l'insediamento del tavolo, un passaggio con i capigruppo per definire subito la composizione. Sono naturalmente disponibile a informare il Consiglio regionale degli sviluppi della trattativa e sono convinto davvero che stiamo facendo un grande lavoro, nell'interesse dei nostri cittadini".

venerdì 27 ottobre 2017

Visca Catalunya Lliure! Hola República Catalana!


IL PARLAMENTO CATALANO DICHIARA L'INDIPENDENZA E PROCLAMA LA REPUBBLICA

ANSA - Il Parlamento catalano ha approvato a scrutinio segreto la risoluzione che dichiara l'indipendenza dalla Spagna e la costituzione della Repubblica catalana. L'opposizione unionista non ha partecipato al voto. Il parlamento catalano ha anche aperto il "processo costituente" della Repubblica e deciso l'entrata in vigore della "legge di transizione giuridica e di fondazione della Repubblica". La bandiera spagnola è stata tolta dalla facciata del palazzo del parlamento catalano.

Poco prima, Rajoy, davanti al Senato aveva detto che il governo di Madrid destituirà il presidente catalano Carles Puigdemont, il vicepresidente Oriol Junqueras e tutti i membri del Govern con i poteri straordinari che gli saranno concessi dalla camera alta. La procura generale dello stato spagnolo è pronta a chiedere l'incriminazione per "ribellione" del presidente catalano.

La incriminazione per "ribellione" - che comporta pene fino a 30 anni - preparata negli ultimi giorni in un vertice della procura potrebbe essere estesa al vicepresidente Oriol Junqueras.

A Barcellona, i partiti indipendentisti hanno presentato nel Parlamento catalano una risoluzione che sarà votata dopo mezzogiorno nella quale si afferma: "costituiamo la Repubblica catalana come stato indipendente e sovrano di diritto democratico e sociale". Migliaia di persone sono davanti al Parlamento di Barcellona, in un mare di bandiere indipendentiste.

mercoledì 25 ottobre 2017

AUTONOMIA | Maroni: siamo al fischio d’inizio di una partita decisiva


(Lnews – Milano) “E’ stata una giornata importante e impegnativa e sono molto soddisfatto di come si sono svolte le operazioni. Circa la partecipazione, avevo fatto riferimento alla partecipazione al referendum per la riforma del Titolo V della Costituzione, che oggi noi andiamo ad attuare, e lo abbiamo superato, nonostante qualche difficoltà e le polemiche”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, oggi pomeriggio, relazionando circa l’esito del referendum per l’autonomia della Lombardia, che si è svolto domenica.

GRAZIE “Grazie a tutti quelli che si sono impegnati per il Referendum – ha ricordato Maroni -, a tutti coloro che si sono impegnati qui in Regione e fuori, ai tutti i presidenti di seggio e a tutti coloro che hanno partecipato alle operazioni e contributo. E innanzitutto, agli oltre tre milioni di votanti, che rappresentano il peso che volevo e che, ne sono certo, mi consentirà di avere, nella trattativa col Governo, elementi che, senza il referendum, non avrei avuto”.

TUTTO PARTA DAL CONSIGLIO REGIONALE“Ringrazio anche il Consiglio regionale che due anni fa ha votato una proposta di referendum – ha sottolineato il presidente – e al Consiglio regionale chiedo quindi di elaborare il documento che darà gli indirizzi e i contenuti delle richieste, con tutte e 23 le materie, di dare mandato anche di chiedere più risorse, non solo quelle legate alle competenze, chiedo di farlo in tempi rapidi e chiedo anche di individuare una rappresentanza consiliare che mi affianchi nella trattativa. Dato che tutto è partito da qui, è giusto e importante che oggi si riparta da questa aula. Chiedo di concludere tutto questo percorso entro un paio di settimane. Prima facciamo, meglio è per tutti, per la Regione per prima. Abbiamo schierato le squadre, ora siamo al fischio di inizio della nuova partita”.

MACROAREE“Ne ho cominciato a parlare con il Gentiloni – ha fatto sapere Maroni -, data la complessità di questa trattativa, e lui valutava l’opportunità di creare 4 o 5 macro aree, per raggruppare le materie attorno a tavolo tecnico-politici-istituzionali. Sono d’accordo e per fare questo abbiamo bisogno di competenze, di persone capaci, che condividano la visione di ottenere il più possibile, a vantaggio della Regione e dei nostri cittadini, prendendoli da tutti i settori della società lombarda”.

DELEGAZIONE POLITICA DEL CONSIGLIO REGIONALE“Penso sia utilissima anche una delegazione politica del Consiglio, di tutte le forze politiche qui presenti, da affiancare poi alle altre rappresentanze – ha aggiunto il presidente -. Ho già chiesto ad Anci e Upl di indicare una delegazione di amministratori. Venerdì incorreremo i nostri stakeholder, a cui illustrerò questa iniziativa e chiederò anche a loro di indicare chi può essere mandato con noi a Roma per la trattativa”.

PRIMI COMPONENTI DELLA SQUADRA
“Ho poi chiesto la disponibilità di alcune persone, in particolare, che, secondo me, possono aggiungersi a questa delegazione, che deve essere ovviamente di grande qualità, perché la trattativa sarà molto complicata – ha reso noto il presidente -: si tratta di personalità che rappresentano anche simbolicamente Regione Lombardia, tra cui Piero Bassetti, il primo presidente della Regione Lombardia, quando è nata la prima, rudimentale, forma di autonomia e mi ha detto di sì, l’ho chiesto anche al presidente di UnionCamere, per il mondo imprenditoriale e le rappresentanze sindacali, Domenico Auricchio. Ho chiesto la disponibilità anche al rettore dell’Università Bicocca, Cristina Messa, e anche lei mi ha dato la sua disponibilità. A loro voglio aggiungere anche i rappresentanti del mondo del sociale e dell’associazionismo”.

OGGI IN CONSIGLIO PARTE LA NUOVA STRADA
“Noi partiamo oggi in Consiglio regionale con la nuova strada, che è quella di fare una risoluzione per dare attuazione agli articoli 116 e 117, perché questo dice il nostro quesito referendario e siamo vincolati a quello, ovviamente – ha spiegato il presidente -. Anche a me piacerebbe avere la Lombardia a Statuto Speciale, ma il nostro quesito dice un’altra cosa e io mi attengo a quello”.

TERZA VIA “Noi parliamo di ‘Specialità’ della Regione, non di ‘Statuto Speciale’, ma di ‘Lombardia Speciale’, – ha precisato il presidente – è la cosa su cui voglio insistere, perché è una terza via tra la Regione a Statuto Ordinario e la Regione a Statuto Speciale: una ‘via lombarda’. Se la Lombardia venisse riconosciuta come ‘Regione Speciale’, potrebbe avere comunque grandi benefici, anche senza diventare una Regione a Statuto Speciale, perché questo richiederebbe una modifica costituzionale”.

PESO DEMOCRATICO DI TRE MILIONI DI LOMBARDI “Ci diamo tempo due, tre settimane al massimo – ha concluso il governatore – e sono già d’accordo con Gentiloni e Bressa: appena siamo pronti, loro sono pronti. Sono felice che oltre tre milioni di Lombardi mi sostengano, farò valere questo grande peso democratico”.

martedì 24 ottobre 2017

REFERENDUM per l'AUTONOMIA | la voce del Nord che va ascoltata


di Antonio Polito

Il referendum nel Lombardo-Veneto riapre la questione settentrionale e del federalismo fiscale. Un tema esorcizzato dalla sinistra (nella sua riforma costituzionale, poi bocciata, Renzi tornava al centralismo), e abbandonato dalla destra (Salvini ha tentato la via nazionalista, con un improbabile sfondamento al Sud, e la Meloni ha apertamente contestato i referendum).

Difficile negare dunque che chi oggi esce rafforzato da una partecipazione sorprendente in Veneto e comunque significativa in Lombardia, non prevista dalle antenne del sistema politico e mediatico, sia il leghismo di governo, di Maroni ma soprattutto di Zaia, il quale si conferma come uno dei pochi leader locali riusciti con un sano pragmatismo a identificarsi così tanto col proprio popolo da diventare più forti della loro stessa parte politica.

Male ne esce invece il partito di governo, il PD, molto incerto sul da farsi, schieratosi a favore con i suoi sindaci del Nord, astenutosi invece polemicamente con il suo vicesegretario Martina, agnostico con il suo leader Renzi, evidentemente troppo distratto dalle banche per avvertire quanto stava accadendo in due grandi regioni settentrionali.

L'editoriale completo sul sito del Corriere della Sera

lunedì 23 ottobre 2017

REFERENDUM per l'AUTONOMIA | Roberto Maroni: da domani comincia la partita


(Lnews – Milano) “Oltre 3 milioni di Lombardi sono andati al voto, per la precisione 3.022.017, un risultato oltre le mie aspettative, di cui sono molto soddisfatto. In Lombardia non c’era il quorum, ma se tre milioni di Lombardi sono andati al voto, vuol dire che il tema dell’autonomia è straordinariamente importante e io mi sento l’incarico di questa responsabilità”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, in conferenza stampa, commentando l’esito del referendum per l’autonomia.

MANCANO SOLO POCHE VOTING MACHINE“Siamo al 99,5 per cento delle voting machine – ha spiegato -, ne mancano 122 su 24.336, che corrispondono a circa 10 Comuni su 1.523: il voto elettronico, testato per la prima volta, ha funzionato ed è il futuro delle elezioni, perché durante tutte le operazioni di voto non ci sono stati problemi. L’unico problema è sorto dopo la fine delle operazioni di voto per un numero ridotto di voting machine”.

DUE CRITICITÀ MINIME CHE RISOLVIAMO PER LA PROSSIMA VOLTA – “Ciò che ci impedisce di dare il dato totale sono due criticità sorte alla fine di tutta la procedura – ha precisato Maroni –: le abbiamo individuate e attiveremo per la prossima volta tutte le procedure necessarie per evitare che si ripetano. Le due criticità sono, da un lato, il fattore umano: in alcuni seggi, il presidente ha digitato su più voting machine lo stesso pin, questo ha reso impossibile leggere i dati di più di una voting machine con lo stesso pin. La seconda criticità è legata a un fatto tecnico: alcune voting machine hanno cominciato le operazioni in modalità test anziché in modalità voto. Il voto è stato comunque regolare e registrato, ma ha reso necessario un caricamento manuale. Sono criticità minori, a fronte di una procedura complessa. Voglio ringraziare comunque tutti i presidenti di seggio, anche quelli che hanno sbagliato in tutta onestà, perché, senza la loro collaborazione, non avremmo potuto realizzare questo grande test”. “È stata una lunga notte di passione – ha commentato -, ma il sistema ha funzionato e lo proporremo per le prossime elezioni, cominciando già da quelle della prossima primavera”.

DA DOMANI VIA LIBERA ALLA PROCEDURA CHE VOGLIO SIA RAPIDA“Da domani in Consiglio regionale apriremo la procedura per avviare in tempi rapidi la trattativa col Governo – ha detto Maroni -, faremo una risoluzione di Consiglio regionale, per la quale dò tempo due settimane, poi faremo una squadra, con il Cal e gli stakeholder, che voglio rappresenti la Regione Lombardia, da cui voglio restino fuori la politica e le strumentalizzazioni”.

DA GOVERNO DISPONIBILITÀ A CONFRONTO SU TUTTE MATERIE – “Ho parlato col presidente Gentiloni questa mattina, per illustrargli i risultati del nostro test e le intenzioni che ho – ha fatto sapere il governatore -. È stato un colloquio cordiale, Gentiloni ha confermato interesse e il via libera del Governo al confronto su tutte le materie previste dalla Costituzione. Sarà un lavoro lungo di approfondimento, abbiamo dialogato sul Coordinamento del sistema tributario, materia straordinariamente importante, perché riguarda i tributi. Partiamo ora con il sottosegretario Bressa, ma poi, se sarà necessario, ci sarà il coinvolgimento del Mef”.

SFIDA DA CONDIVIDERE CON EMILIA E REGIONI DEL SUD“Ho parlato con Bonaccini, che è disponibile a un’iniziativa comune, che vorrei si trasformasse in vantaggi veri per i cittadini Lombardi e per le imprese – ha aggiunto Maroni -. Penso che la sfida sia da condividere da tutte le Regioni. Cominciamo con l’Emilia- Romagna, ma sono disponibile anche a coinvolgere le Regioni del Sud, proprio per confermare che non è stato un voto ‘contro’, ma serve a scrivere il nuovo rapporto tra Regioni e il Centro e su questo il presidente Gentiloni mi è parso molto interessato ad aprire e scrivere con noi una pagina nuova nel regionalismo italiano”.

PARTITA DIFFICILE, CHE VOGLIO VINCERE“Questo è quello che volevo sentire – ha concluso – questa è la partita che comincia domani, sarà difficile, ma ci ripromettiamo di giocarla lealmente, senza gomitate, ma è una partita che ovviamente voglio vincere”.

venerdì 20 ottobre 2017

AUTONOMIA | il "tafazzismo" del PD in Lombardia e Veneto


"NON ANDATE A VOTARE!"
"IL REFERENDUM NON SERVE!"


Questi i "mantra" ripetuti in ogni dove dagli esponenti del PD contro i referendum per l'autonomia di Lombardia e Veneto in programma domenica 22 ottobre.
Il tutto mentre il LORO governo a roma, nella legge di stabilità appena varata, usa ancora una volta la mannaia tagliando milioni di euro nei trasferimenti alle regioni.

-450 per la Lombardia, -250 per il Veneto e -230 all'Emilia-Romagna del presidente Bonaccini che l'altro giorno di vantava di aver dato il via al percorso dell'autonomia con la firma di un pezzetto di carta davanti a Gentiloni.


Basterebbe questa notizia per sperare in una reazione di orgoglio dei raprpesentanti piddini sul territorio per cambiare idea e recarsi in massa a votare, ovviamente Sì, ai referendum per l'autonomia.

Purtroppo tutto ciò non avverrà per una atavica propensione al "tafazzismo" che impregna l'apparato del fu Partito Comunista. 
Parlo di apparato perchè non si può non notare come altri esponenti della stessa area politica ma non organici al partito, vale a dire i sindaci lombardi a partire da quello di Bergamo Gori, hanno ben compreso come solo con una netta vittoria del sì, ed una contemporanea buona affluenza, potranno dare la giusta spinta per ottenere una risposta positiva da quel di roma.

Quanto agli altri, i tafazzi, resteranno arroccati alla loro miope visione che li porta a sperare in un fallimento della consultazione nella speranza, vana, di un riscatto elettorale la prossima primavera alle regionali.
Così facendo un enorme favore a tutte le forze centraliste romane che di autonomia alle regioni del nord non vogliono sentire parlare...

mercoledì 18 ottobre 2017

AUTONOMIA | la "supercazzola" del PD continua...


EMILIA-ROMAGNA? SPASSOSA DIMOSTRAZIONE DEL NULLA

"La montagna ha partorito il topolino: dopo settimane di roboanti annunci, nel palese ed evidente tentativo di sminuire la portata del voto lombardo, oggi, guarda caso, a poche ore dall'apertura dei seggi sul referendum lombardo, arriva, come ampiamente previsto dal copione, una comunicazione, che, di fatto, tende a illudere tutti i cittadini emiliani e non solo"
. Lo dice l'assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Fava, coordinatore dell'azione di Regione Lombardia per il referendum per l'autonomia che si svolgerà domenica 22, a proposito delle dichiarazioni del presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.


"Il presidente Bonaccini si è precipitato a raccontare di avere ottenuto l'autonomia - prosegue Fava -. Poche volte mi era capitato di sentire qualcosa di più ridicolo, soprattutto alla luce del fatto che sono entrato in possesso della cosiddetta 'dichiarazione di intenti', con la quale il Governo 'anzitutto mediante i necessari approfondimenti con tutti i Ministeri interessati, tenendo conto delle possibilità e dei limiti stabiliti dalla a costituzione [...] . Come è noto, l'art 116-terzo coma della Costituzione prevede al riguardo un procedimento complesso: il primo passo è già stato compiuto, perché si è manifestata una volontà univoca, da parte della Regione nella sua assemblea elettiva, diretta a tale scopo".

"Le materie interessate saranno oggetto di ogni necessaria valutazione, da compiere anche in forma bilaterale, in modo da perseguire un esito positivo sia per la Regione, sia per l'ordinamento repubblicano, sia, soprattutto, nell'interesse del Paese", sottolinea ancora l'assessore. Che commenta ancora: "Sembra incredibile, ma è tutto qua. Roba da fare impallidire l'Antani di 'Amici miei' e le sue funamboliche supercazzole.

Mi chiedo: ma quali risorse ha ottenuto concretamente Bonaccini per l'esercizio delle non imprecisate funzioni svolte 'nell'interesse del Paese'?". "Se qualcuno pensava di demotivare gli elettori lombardi, raccontando che esisteva una via di trattativa che non abbisognasse del consenso popolare dopo questa spassosa dimostrazione del nulla, abbiamo qualche argomento in più per andare in massa a votare domenica", conclude l'esponente della giunta regionale della Lombardia.

martedì 17 ottobre 2017

CATALUNYA | in carcere leader indipendentisti Sànchez e Cuixart


LA REAZIONE SPAGNOLA AL DESIDERIO DI LIBERTA' DELLA CATALOGNA ASSUME OGNI GIORNO UNA MAGGIORE DERIVA "FRANCHISTA"

da ilPost.it

Ieri sera la giudice Carmen Lamela del tribunale di Madrid, ha deciso la carcerazione preventiva per Jordi Sánchez e Jordi Cuixart, leader rispettivamente dell’Assemblea Nazionale Catalana (ANC) e di Ómnium, le due più importanti organizzazioni indipendentiste della società civile catalana. I “due Jordi”, come vengono spesso chiamati, sono accusati di sedizione.

Le accuse si riferiscono ai fatti del 20 e del 21 settembre scorsi, quando la polizia spagnola, su mandato di un giudice, entrò in alcuni edifici governativi catalani a Barcellona per sequestrare tutto il materiale legato al referendum sull’indipendenza della Catalogna dell’1 ottobre, organizzato dal governo catalano ma definito illegale dalla magistratura e dal governo spagnoli: la polizia arrestò poi 14 funzionari catalani.

In quell’occasione migliaia di persone si radunarono attorno agli edifici impedendo alla Guardia civile spagnola di uscire per diverse ore: i due Jordi sono accusati di avere organizzato e coordinato quella mobilitazione.

La carcerazione preventiva di Jordi Sánchez e Jordi Cuixart, due personaggi molto conosciuti in Catalogna e molto popolari tra gli indipendentisti, ha provocato contestazioni forti: nel campo degli indipendentisti i due Jordi sono stati definiti “prigionieri politici”, incarcerati a causa delle loro idee. Il presidente catalano Carles Puigdemont ha scritto alcuni tweet molto critici. In uno, in inglese, ha scritto: «La Spagna ha incarcerato i leader della società civile per avere organizzato dimostrazioni pacifiche. Purtroppo abbiamo prigionieri politici, di nuovo»

mercoledì 11 ottobre 2017

REFERENDUM per l'AUTONOMIA | perché votare Sì?


Cosa cambierà per i cittadini con una Lombardia autonoma?
Avremo meno tasse e più servizi. La Lombardia potrà contare su un numero maggiore di competenze che dallo stato centrale verranno devolute alla Regione e ai comuni. Unioncamere Veneto ha calcolato che devolvendo tutte le competenze in base all’articolo 116 della Costituzione (regionalismo differenziato) la Lombardia riceverebbe 6,7 miliardi di euro in più, con una crescita del PIL del 3,1% pari a circa 10,3 miliardi di euro in più. In questo modo la Regione potrebbe gestire direttamente e migliorare i servizi relativi a: istruzione scolastica e universitaria, tutela dei beni culturali, ricerca scientifica e innovazione, infrastrutture, protezione civile e molto altro ancora. Ma non è finita qui perché il presidente Maroni ha annunciato che l’obiettivo è trattenere sul territorio 27 miliardi di euro in più, ovvero la metà del residuo fiscale lombardo (differenza tra tutte le tasse pagate dai cittadini lombardi allo stato centrale e quanto ritorna sul territorio in termini di trasferimenti e servizi) che oggi è pari a - 54 miliardi di euro. Questi soldi serviranno per abbassare fortemente le tasse ai cittadini e alle imprese della Lombardia.

La Lombardia autonoma renderà più povera l’Italia?
No, perché questo referendum servirà come spinta per una vera e propria riforma in senso federale che porterà autonomia e benefici anche alle regioni del Sud Italia. Inoltre la Lombardia, che è sempre stata la locomotiva del Paese Italia, oggi soffre una forte crisi proprio a causa delle troppe tasse e delle forti limitazioni imposte dallo stato centrale. L’autonomia farebbe spiccare il volo alla Lombardia rendendola ancora di più locomotiva d’Italia e portando benefici a tutto il Paese. La Lombardia, che già ora ha un andamento migliore rispetto all’Italia (Moody’s anche nel 2017 ha confermato il rating Baa1 per la Regione, superiore a quello dello Stato, situazione eccezionale a livello mondiale) libera dai vincoli statali e dalla pesantissima tassazione, avrebbe una crescita economica esponenziale, che a cascata porterebbe benefici per l’intero sistema paese.

Con l’autonomia pagheremo meno tasse?
Certamente. I cittadini residenti in Lombardia pagheranno meno tasse perché, trattenendo più risorse sul territorio, la Regione potrà abolire il bollo auto, tenere al minimo l’addizionale regionale Irpef, cancellare l’Irap alle imprese e togliere il ticket sanitario. Il referendum serve per ottenere ciò che il governatore Maroni aveva promesso in campagna elettorale nel 2013.
Solo con l’autonomia sarà possibile trattenere più risorse e abbassare finalmente le tasse ai cittadini lombardi.