giovedì 17 marzo 2011

CREMA nei secoli...

Le origini di Crema sono legate all'invasione longobarda del VI secolo d.C.; il nome deriva probabilmente dal termine longobardo "Crem" che significa "altura". Secondo la tradizione, la fondazione della città risalirebbe al 15 agosto 570 quando, di fronte alla minaccia rappresentata dall’invasione longobarda, gli abitanti della zona trovarono rifugio nella parte più elevata dell’"isola della Mosa", approntandola a difesa sotto la guida prima di Cremete, conte di Palazzo, e poi di Fulcherio. Da questi due personaggi deriverebbero perciò i toponimi Crema e Insula Fulcheria.

  568 - 774 | regno longobardo
  774 - 800 | regnum italiae
  800 - 888 | regno carolingio
  888 - 1024 | regno d'italia
1024 - 1185 | sacro romano impero
1185 - 1449 | libero comune
1449 - 1797 | repubblica di venezia
1797 - 1797 | repubblica cremasca
1797 - 1815 | repubblica cisalpina
1815 - 1859 | regno lombardo-veneto
1859 - 1861 | regno di sardegna
1861 - 1943 | regno d'italia
1943 - 1945 | repubblica sociale italiana
1945 - 2011 | repubblica italiana
2011 - ? | repubblica "federale" italiana ?


 fonte: wikipedia

Happy St. Patrick's Day 2011!!!

lunedì 14 marzo 2011

La pluralità non contraddice l'unità della nazione

con troppa frequenza, ogni volta che delle persone importanti tengono un discorso o rilasciano dichiarazioni, capita che le varie parti politiche e non, estrapolino solo alcune righe che possono in tal modo apparire come supportanti una tesi a loro cara (evitando ovviamente di citare quelle che invece risultano sconvenienti...).
è un "vizio" tipico e "bipartisan" che si può ritrovare nelle dichiarazioni di tutti i politici e nei titoli dei giornali delle diverse tendenze.
per tentare di ovviare a tutto questo riporto "INTEGRALMENTE", tratto dal sito www.vativan.va, un recente discorso di Sua Santità BENEDETTO XVI


La pluralità non contraddice l'unità della nazione

La "variegata molteplicità di città e paesi" caratteristica dell'Italia "non è in contraddizione con l'unitàdella nazione, che è richiamata dal 150° anniversario che si sta celebrando". Lo ha sottolineato il Papa nel discorso rivolto stamane, sabato 12 marzo, ai membri dell'Associazione nazionale comuni italiani (Anci), ricevuti in udienza nella Sala Clementina.

Illustri Signori Sindaci!
Rivolgo il mio cordiale saluto a voi tutti e sono grato per la vostra presenza, che rientra in una tradizione consolidata nel tempo, come testimoniano le udienze concesse dal Venerabile Giovanni Paolo II e dai precedenti Pontefici e come ha ricordato il Presidente dell'Associazione, che ringrazio per le belle parole piene di realismo, ma anche di poesia e bellezza, con cui ha introdotto il nostro incontro. Questo fatto attesta il particolare legame che esiste tra il Papa, Vescovo di Roma e Primate d'Italia, e la Nazione italiana, la quale ha proprio nella variegata molteplicità di città e paesi una delle sue caratteristiche.

La prima idea che viene alla mente incontrando i Rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, è quella dell'origine dei comuni, espressioni di una comunità che si incontra, dialoga, fa festa e progetta insieme, una comunità di credenti che celebra la Liturgia della domenica, e poi si ritrova nelle piazze delle antiche città o, nelle campagne, davanti alla chiesetta del villaggio. Anche un poeta italiano, Carducci, in un'ode sulla gente della Carnia, richiama: "del comun la rustica virtù / Accampata all'opaca ampia frescura / Veggo, ne la stagion de la pastura / Dopo la messa il giorno de la festa...".

È sempre vivo anche oggi il bisogno di dimorare in una comunità fraterna dove, ad esempio, parrocchia e comune siano ad un tempo artefici di un modus vivendi giusto e solidale, pur in mezzo a tutte le tensioni e sofferenze della vita moderna. La molteplicità dei soggetti, delle situazioni, non è in contraddizione con l'unità della Nazione, che è richiamata dal 150° anniversario che si sta celebrando. Unità e pluralità sono, a diversi livelli, compreso quello ecclesiologico, due valori che si arricchiscono mutuamente, se vengono tenuti nel giusto e reciproco equilibrio.

Due principi che consentono questa armonica compresenza tra unità e pluralità sono quelli di sussidiarietà e di solidarietà, tipici dell'insegnamento sociale della Chiesa. Tale dottrina sociale ha come oggetto verità che non appartengono solo al patrimonio del credente, ma sono razionalmente accessibili da ogni persona. Su questi principi mi sono soffermato anche nell'Enciclica Caritas in veritate, dove il principio di sussidiarietà è considerato "espressione dell'inalienabile libertà umana". Infatti, "la sussidiarietà è prima di tutto un aiuto alla persona, attraverso l'autonomia dei corpi intermedi. Tale aiuto viene offerto quando la persona e i soggetti sociali non riescono a fare da sé e implica sempre finalità emancipatrici, perché favorisce la libertà e la partecipazione in quanto assunzione di responsabilità" (n. 57). Come tale, "si tratta quindi di un principio particolarmente adatto a governare la globalizzazione e a orientarla verso un vero sviluppo umano" (ibid.). "Il principio di sussidiarietà va mantenuto strettamente connesso con il principio di solidarietà e viceversa, perché se la sussidiarietà senza la solidarietà scade nel particolarismo sociale, è altrettanto vero che la solidarietà senza la sussidiarietà scade nell'assistenzialismo che umilia il portatore di bisogno" (n. 58).

Questi principi vanno applicati anche a livello comunale, in un duplice senso: nel rapporto con le istanze pubbliche statali, regionali e provinciali, così come in quello che le autorità comunali hanno con i corpi sociali e le formazioni intermedie presenti nel territorio. Queste ultime svolgono attività di rilevante utilità sociale, essendo fautrici di umanizzazione e di socializzazione, particolarmente dedite alle fasce emarginate e bisognose. Tra esse rientrano anche numerose realtà ecclesiali, quali le parrocchie, gli oratori, le case religiose, gli istituti cattolici di educazione e di assistenza. Auspico che tale preziosa attività trovi sempre un adeguato apprezzamento e sostegno, anche in termini finanziari.

A questo proposito, desidero ribadire che la Chiesa non domanda privilegi, ma di poter svolgere liberamente la sua missione, come richiede un effettivo rispetto della libertà religiosa. Essa consente in Italia la collaborazione che esiste fra la comunità civile e quella ecclesiale. Purtroppo, in altri Paesi le minoranze cristiane sono spesso vittime di discriminazioni e di persecuzioni. Desidero esprimere il mio apprezzamento per la mozione del 3 febbraio 2011, approvata all'unanimità dal vostro Consiglio Nazionale, con l'invito a sensibilizzare i Comuni aderenti all'Associazione nei confronti di tali fenomeni e riaffermando, allo stesso tempo, "il carattere innegabile della libertà religiosa quale fondamento della libera e pacifica convivenza tra i popoli".

Inoltre, vorrei sottolineare l'importanza del tema della "cittadinanza", che avete posto al centro dei vostri lavori. Su questo tema la Chiesa in Italia sta sviluppando una ricca riflessione, soprattutto a partire dal Convegno Ecclesiale di Verona, in quanto la cittadinanza costituisce uno degli ambiti fondamentali della vita e della convivenza delle persone. Anche il prossimo Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona dedicherà una giornata a tale rilevante tematica, giornata alla quale sono stati opportunamente invitati, come ci è stato detto, i Sindaci italiani.

Oggi la cittadinanza si colloca, appunto, nel contesto della globalizzazione, che si caratterizza, tra l'altro, per i grandi flussi migratori. Di fronte a questa realtà, come ho ricordato sopra, bisogna saper coniugare solidarietà e rispetto delle leggi, affinché non venga stravolta la convivenza sociale e si tenga conto dei principi di diritto e della tradizione culturale e anche religiosa da cui trae origine la Nazione italiana. Questa esigenza è avvertita in modo particolare da voi che, come amministratori locali, siete più vicini alla vita quotidiana della gente. Da voi si richiede sempre una speciale dedizione nel servizio pubblico che rendete ai cittadini, per essere promotori di collaborazione, di solidarietà e di umanità. La storia ci ha lasciato l'esempio di Sindaci che con il loro prestigio e il loro impegno hanno segnato la vita delle comunità: giustamente lei ha ricordato la figura di Giorgio La Pira, cristiano esemplare e amministratore pubblico stimato. Possa questa tradizione continuare a portare frutto per il bene del Paese e dei suoi cittadini! Per questo assicuro la mia preghiera e vi esorto, illustri amici, a confidare nel Signore, perché - come dice il Salmo - "se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella" (127,1). Invocando la materna intercessione della Vergine Maria, venerata dal popolo italiano nei suoi tanti Santuari, luoghi di spiritualità, di arte e di cultura, e dei santi Patroni Francesco d'Assisi e Caterina da Siena, benedico voi tutti, i vostri collaboratori e l'intera Nazione italiana.

martedì 8 marzo 2011

Matteo 7,1.5

Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

venerdì 4 marzo 2011

palazzetto...

di seguito lo stralcio di un articolo pubblicato su Cronaca di oggi:

A dividere la maggioranza invece sono state le due proposte finora presentate per il palazzetto dello sport: quella di Cogorno alla Pierina e quella di Bonetti in via Milano.
Il primo ha incontrato il favore della Lega Nord, come conferma Matteo Soccini: “Entrambi i progetti hanno dei pro e contro, mancano alcuni dati, ma per quanto riguarda la Lega Nord già a luglio del 2009 avevamo identificato la Pierina come l’area maggiormente idonea a riceverlo. Il progetto è affascinante ora vanno valutati i numeri. Quello presentato da Bonetti invece ci ha fatto alzare le antenne, perché è prevista all’interno un’area commerciale da 40 mila che non vedo tollerabile a Crema. Bisognerebbe sentire le associazioni di categoria”.

il 17 marzo io faccio festa!!!

sabato 26 febbraio 2011

HUFFPOST - La rivolta dei senza potere si sta diffondendo

brano tratto e tradotto (penso maluccio) dal sito
THE HUFFINGTON POST


Nel primo decennio del nuovo millennio, due regimi brutali in importanti paesi musulmani sono stati portati a termine. In risposta agli attacchi al World Trade Center, i dittatori in Afghanistan e Iraq sono stati rovesciati. 
Queste guerre sono state seguite da bunker in località segrete dall'altra parte del mondo. Sono state eseguite da aerei senza pilota che appaiono come dal nulla a seminare distruzione tra combattenti nemici, da aerei stealth che sganciano bombe bunker-buster e da un groviglio di strumenti per la caccia a individui che utilizzano tecnologiche invisibili. Il termine di questi regimi è costato più di un trilione di dollari, e ha monopolizzato il tempo e l'energia di due presidenti americani. 
 
All'inizio di questo nuovo decennio, altri due regimi brutali nei paesi musulmani sono stati rovesciati. Mohamed Bouazizi, un venditore di frutta e verdura che hanno lavorato per le strade di Sidi Bouzid, una città nel centro della Tunisia. Stanco di maltrattamenti da parte delle forze di sicurezza, senza alcuna speranza per un futuro migliore e in collera con l'opulenza e la corruzione della famiglia regnante, con Bouazizi si accese il fuoco di fronte a un edificio governativo. 


Il mondo, a quanto pare, ne ha avuto abbastanza.
Persone in tutto il mondo stanno chiamando per decenni di corruzione, la censura, la brutalità, la dittatura e la soppressione delle libertà a cedere il passo ad un nuovo tempo. Se questi cambiamenti sono in stato di gravidanza con una nuova "pax humana" o se la nascita di questo nuovo mondo sarà interrotta o dirottata deve ancora essere determinata. Tuttavia, enormi cambiamenti sono già avvenuti, e più sono all'orizzonte. Ed è un momento senza precedenti. Ora è un momento in cui presidenti e senatori, dittatori e generali - gli uomini con nomi forti e profonde tasche - deve rispondere a lungo l'ultima alle esigenze di persone come Bouazizi, in silenzio per tanto tempo ma la cui voce ora risuona con sempre maggiore risonanza in tutto il mondo.
E lungi da essere contenuta, la rivolta dei deboli sembra diffondersi. In Cina la dittatura comunista ha messo i suoi potenti filtri internet per bloccare qualsiasi menzione di un sussurrato "Jasmine Revolution". I poliziotti cinesi sono stati pesantemente impiegati, e la sicurezza cinese ha arrestato e interrogato più di 100 attivisti per la democrazia.
La rivolta ha anche fatto la sua strada in America Latina. In Venezuela, dove un forte Hugo Chavez ha recentemente celebrato con sfarzo militare i suoi dodici anni di potere, un gruppo di nove studenti ha iniziato uno sciopero della fame al di fuori della sede dell'Organizzazione degli Stati Americani (OAS). Arrivato alla sua quarta settimana, gli scioperanti si sono moltiplicati. Esausti da anni di abusi del governo e disperati per la mancanza di prospettive per il loro futuro in una società sempre più controllata da Chavez e dai suoi compari, i manifestanti si sono impegnati a radicalizzare le loro azioni fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte. Pienamente consapevole della realtà globale, il governo del Venezuela si è detto preoccupato per un "effetto Egitto" che potrebbe estendere lo sciopero o farlo diventare più radicale. 
 
Le fiamme provenienti dall'appello disperato di Bouazizi ha innescato un movimento globale per la libertà quasi introvabile nella storia del mondo. Non si sa fino a che punto la rivolta dei deboli arriverà.
L'amministrazione Obama si trova in una invidiabile, e delicata, posizione. Essa ha l'opportunità di rimuovere definitivamente alcuni dei peggiori flagelli che rimangono sul pianeta: dittatori ridicoli e pericolosi come Muammar Gheddafi, Hugo Chavez e Mahmoud Ahmadinejad. Ma è altrettanto importante come una amministrazione Obama che gestisce in modo intelligente e creativo - e incoraggia - il processo democratico può assumere un ruolo di leadership nella formazione di una nuova serie di istituzioni mondiali che siano più rappresentative e difendere con più fermezza i desideri di libertà in un mondo pieno di speranza come oggi.
Questo è un tempo per la leadership coraggiosa, senza paura per la diplomazia e per le grandi idee ed azioni.

Abbiamo sentito parlare molto dai nostri detrattori per il crollo di influenza americana nel mondo. Ora è il momento di dimostrare che si bagliano. Come Segretario di Stato Hillary Clinton ha detto al Council on Foreign Relations dello scorso anno, è il momento di "... un nuovo momento americano". Per un paese che non troppo tempo fa, con tanto orgoglio ha proclamato: "Dammi il tuo stanco, il tuo povero, le tue masse che si accalcavano per respirare libere, i miserabili rifiuti della vostra terra..." Questa rivolta dei senza potere deve essere lo script per il nostro nuovo momento americano.

domenica 20 febbraio 2011

avviso ai naviganti di FB

Carissimi,

l'altro giorno ho provveduto a ripulire la lista di amicizie in FB, scendendo da 240 a meno di 60.

se non siete più nella lista non per tutti c'è lo stesso motivo.

alcuni li ho tolti perchè conoscenti solo di vista (o magari neanche quello), altri perchè amici non li considero proprio e altri ancora perchè li considero amici ma vedendoli in altre occasioni li ho tolti.

quelli che sono rimasti, per adesso, sono quelli più lontani (vedi la colonia belgica), i colleghi del cdg, e amici che frequento più spesso.

già che c'ero ho ripulito tutta la mia bacheca da tutti i post che non mi interessavano più (a partire dalla fine del 2008 quando mi sono iscritti al sito).

se volete riavermi come amico mandata una richiesta, se poi la rifiuto non prendetevela...