PLAUSO AL CONSIGLIO - Maroni ha anche espresso il proprio apprezzamento al Consiglio regionale "per come ha gestito tutta la vicenda", in particolare rispetto ai tempi, strettissimi, in cui ha prodotto la risoluzione, come lo stesso presidente si era raccomandato avvenisse.
PRIMA DISCUSSIONE SIMILE COL GOVERNO - "Ricordo, e invito il Consiglio a tenerne conto, che, nella risoluzione, si dice che 'l'illustrazione delle materie non è da considerarsi esaustiva e che nel corso delle trattative potrebbero emergere aspetti non considerati nella risoluzione' - ha sottolineato Maroni -: questo è importante, perché è la prima volta la prima volta che si discute con il Governo in modo così approfondito e la risoluzione dell'Emilia Romagna ha dei contenuti in parte diversi, il che non guasta, perché ci consente di unire le forze, in attesa del Veneto naturalmente, e avere una forza maggiore nella trattativa con il Governo".
PRESENTI TUTTE LE MATERIE - "La risoluzione mi pare assolutamente condivisibile - ha proseguito il presidente -, perché elenca tutte le materie previste negli articoli 116 e 117 della Costituzione, come previsto dal quesito del Referendum, perché specifica che 'siano salvaguardati livelli adeguati di risorse finanziarie correlate alle competenze acquisite, per non vanificare l'obiettivo di mantenere nel tempo l'autonomia conseguita e ottenere la garanzia dell'acquisizione di tutte le risorse necessarie al finanziamento integrale delle funzioni attribuite alla Regione'".
PUNTO DI SVOLTA - "Ci sono tutti gli elementi, quindi, per dire che è una trattativa seria è importante, che può davvero rappresentare un punto di svolta nel rapporto tra il Governo centrale e il sistema delle autonomie" ha considerato Maroni.
SEI TAVOLI, UNO A MILANO - "Nella risoluzione si raggruppano le materie in 6 macroaree e l'ho già anticipato al Governo, verificando che che non ci sono obiezioni - ha spiegato ancora -. Credo quindi che giovedì, quando insedieremo il tavolo, la richiesta che io e il presidente Bonaccini faremo sarà di organizzare sei tavoli e chiederò che almeno uno di questi tavoli sia a Milano, visto che consideriamo la trattativa Governo-Regioni su un piano di parità e non la Regione che va a Roma a chiedere. Se così sarà, mi pare che vi siano tutte le condizioni per fare un lavoro egregio, nell'interesse dei cittadini lombardi".
CHIUSURA ENTRO FINE GENNAIO - "Ho l'ambizione di chiudere la trattativa con il Governo entro la fine di gennaio, così da evitare sovrapposizioni con la prossima campagna elettorale - ha ribadito il presidente -. Ribadisco l'intenzione di tenere distinte le due cose: se il Governo sarà disponibile, dandoci soddisfazione sulle nostre richieste, a chiudere la trattativa entro la fine di gennaio, sarò ben lieto di sottoscrivere l'accordo, previo passaggio in Consiglio regionale, perché il Consiglio sarà coinvolto in tutto, compresa la risoluzione finale, che firmerò solo se il Consiglio mi dirà che va bene".
MASSIMO COINVOLGIMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE - "In questi giorni mi sono sentito con il Governo, in particolare con il sottosegretario Bressa, che sarà il nostro interlocutore dal punto di vista tecnico - ha concluso il presidente -. Con lui definiremo giovedì come organizzare i tavoli e la loro composizione, anche per avere in tutti la rappresentanza del Consiglio regionale. Anche per questo mi riprometto venerdì, dopo l'insediamento del tavolo, un passaggio con i capigruppo per definire subito la composizione. Sono naturalmente disponibile a informare il Consiglio regionale degli sviluppi della trattativa e sono convinto davvero che stiamo facendo un grande lavoro, nell'interesse dei nostri cittadini".