GRAZIE – “Grazie a tutti quelli che si sono impegnati per il Referendum – ha ricordato Maroni -, a tutti coloro che si sono impegnati qui in Regione e fuori, ai tutti i presidenti di seggio e a tutti coloro che hanno partecipato alle operazioni e contributo. E innanzitutto, agli oltre tre milioni di votanti, che rappresentano il peso che volevo e che, ne sono certo, mi consentirà di avere, nella trattativa col Governo, elementi che, senza il referendum, non avrei avuto”.
TUTTO PARTA DAL CONSIGLIO REGIONALE – “Ringrazio anche il Consiglio regionale che due anni fa ha votato una proposta di referendum – ha sottolineato il presidente – e al Consiglio regionale chiedo quindi di elaborare il documento che darà gli indirizzi e i contenuti delle richieste, con tutte e 23 le materie, di dare mandato anche di chiedere più risorse, non solo quelle legate alle competenze, chiedo di farlo in tempi rapidi e chiedo anche di individuare una rappresentanza consiliare che mi affianchi nella trattativa. Dato che tutto è partito da qui, è giusto e importante che oggi si riparta da questa aula. Chiedo di concludere tutto questo percorso entro un paio di settimane. Prima facciamo, meglio è per tutti, per la Regione per prima. Abbiamo schierato le squadre, ora siamo al fischio di inizio della nuova partita”.
MACROAREE – “Ne ho cominciato a parlare con il Gentiloni – ha fatto sapere Maroni -, data la complessità di questa trattativa, e lui valutava l’opportunità di creare 4 o 5 macro aree, per raggruppare le materie attorno a tavolo tecnico-politici-istituzionali. Sono d’accordo e per fare questo abbiamo bisogno di competenze, di persone capaci, che condividano la visione di ottenere il più possibile, a vantaggio della Regione e dei nostri cittadini, prendendoli da tutti i settori della società lombarda”.
DELEGAZIONE POLITICA DEL CONSIGLIO REGIONALE – “Penso sia utilissima anche una delegazione politica del Consiglio, di tutte le forze politiche qui presenti, da affiancare poi alle altre rappresentanze – ha aggiunto il presidente -. Ho già chiesto ad Anci e Upl di indicare una delegazione di amministratori. Venerdì incorreremo i nostri stakeholder, a cui illustrerò questa iniziativa e chiederò anche a loro di indicare chi può essere mandato con noi a Roma per la trattativa”.
PRIMI COMPONENTI DELLA SQUADRA – “Ho poi chiesto la disponibilità di alcune persone, in particolare, che, secondo me, possono aggiungersi a questa delegazione, che deve essere ovviamente di grande qualità, perché la trattativa sarà molto complicata – ha reso noto il presidente -: si tratta di personalità che rappresentano anche simbolicamente Regione Lombardia, tra cui Piero Bassetti, il primo presidente della Regione Lombardia, quando è nata la prima, rudimentale, forma di autonomia e mi ha detto di sì, l’ho chiesto anche al presidente di UnionCamere, per il mondo imprenditoriale e le rappresentanze sindacali, Domenico Auricchio. Ho chiesto la disponibilità anche al rettore dell’Università Bicocca, Cristina Messa, e anche lei mi ha dato la sua disponibilità. A loro voglio aggiungere anche i rappresentanti del mondo del sociale e dell’associazionismo”.
OGGI IN CONSIGLIO PARTE LA NUOVA STRADA – “Noi partiamo oggi in Consiglio regionale con la nuova strada, che è quella di fare una risoluzione per dare attuazione agli articoli 116 e 117, perché questo dice il nostro quesito referendario e siamo vincolati a quello, ovviamente – ha spiegato il presidente -. Anche a me piacerebbe avere la Lombardia a Statuto Speciale, ma il nostro quesito dice un’altra cosa e io mi attengo a quello”.
TERZA VIA – “Noi parliamo di ‘Specialità’ della Regione, non di ‘Statuto Speciale’, ma di ‘Lombardia Speciale’, – ha precisato il presidente – è la cosa su cui voglio insistere, perché è una terza via tra la Regione a Statuto Ordinario e la Regione a Statuto Speciale: una ‘via lombarda’. Se la Lombardia venisse riconosciuta come ‘Regione Speciale’, potrebbe avere comunque grandi benefici, anche senza diventare una Regione a Statuto Speciale, perché questo richiederebbe una modifica costituzionale”.
PESO DEMOCRATICO DI TRE MILIONI DI LOMBARDI – “Ci diamo tempo due, tre settimane al massimo – ha concluso il governatore – e sono già d’accordo con Gentiloni e Bressa: appena siamo pronti, loro sono pronti. Sono felice che oltre tre milioni di Lombardi mi sostengano, farò valere questo grande peso democratico”.