sabato 16 aprile 2011

Società municipalizzate del Cremasco

Di seguito riporto integralmente il documento elaborato dalla Lega Nord sulle municipalizzate del nostro territorio.
Si tratta di una buona base di lavoro per il futuro alla quale ho contribuito condividendo il testo originale ed integrandolo con alcuni passaggi che ritengo importanti.
Per coloro che hanno tempo di navigare consiglio di rileggere un mio post del 20 febbraio 2009.
medesimi argomenti, identiche proposte

Società municipalizzate del Cremasco
In riferimento alle società municipalizzate del Cremasco, la Lega Nord considera opportuna una rilettura complessiva da avviarsi a partire dagli scopi e dalla mission che i Sindaci, quindi il territorio, intendono attribuire alle società stesse. Da tale rilettura potrà nascere una visione unitaria delle opportunità fornite da tali società che - nel suo concretizzarsi - consegni agli Amministratori un piano strategico per il futuro.
Il punto di partenza dell’analisi è legato alla presa di coscienza della qualità e dell’effettivo ruolo dei Soci delle società municipalizzate: i Sindaci che sono stati chiamati dalla comunità al governo del territorio; e ad un’auspicabile definizione delle aspettative che gli stessi Soci ripongono in tali società.
La Lega Nord è convinta che le aspettative da riporre nelle "municipalizzate" del Cremasco debbano coincidere con le esigenze del territorio e degli abitanti dello stesso; questi si attendono dalle società la fornitura di servizi con standard qualitativi elevati e una particolare attenzione alle loro esigenze, a prezzi competitivi rispetto all’iniziativa privata.
Data la concorrenza del mercato, la fornitura dei servizi come qualitativamente descritti che, per logica, dovrebbe correlarsi ad un maggior dispendio di risorse può essere realizzata dalle municipalizzare rinunciando sia alla logica del profitto e della remunerazione del capitale sia mediante l’efficientazione della struttura organizzativa delle società.
In attesa dell'attuazione delle riforme all’esame del Parlamento, la scarsità di risorse a disposizione delle singole amministrazioni comunali e la convinzione che gli investimenti per infrastrutture non possano gravare sui bilanci comunali, suggeriscono la discussione in merito alla necessità che le municipalizzate si facciano loro stesse interpreti della realizzazione di tali opere. Con ciò attuando concretamente il principio della mutualità tra i comuni in un percorso intrapreso dal "Cremasco" sin dalla costituzione delle prime forme consortili.
In conseguenza di tali premesse, la Lega Nord ritiene che il sistema delle società municipalizzate del Cremasco, indipendentemente dalla vicinanza politica dei singoli Soci, debba definire le proprie logiche di gestione chiarendo in particolare se la priorità debba essere la remunerazione del capitale investito (che si traduce in dividendi per i Comuni) oppure il perseguimento di un “risultato sociale”, pur nell’economicità della gestione, che renda conto al territorio della qualità dei servizi offerti e della capacità di soddisfare le esigenze provenienti da tutti gli stakeholders, i cittadini in primis, distribuendo direttamente alla comunità gli eventuali avanzi di bilancio.
La Lega Nord, nell’auspicare una convergenza su quest’ultima logica di gestione, ritiene doveroso che le altre forze politiche presenti sul territorio ed i Sindaci/Soci, nel rispetto dei compiti e dei ruoli di ciascuno, si esprimano inequivocabilmente su questa scelta di campo, allo scopo di fornire una linea di indirizzo chiara e che orienti gli Amministratori nel loro agire.
Limitando il presente documento, per obiettivi motivi di complessità ed articolazione, esclusivamente all’ambito della SCRP – Società Cremasca Reti e Patrimonio Spa e alla Cremasca Servizi Srl, la Lega Nord considera importante che si definisca una linea strategica chiara che sia di indirizzo per gli amministratori che, quali soggetti delegati, si troveranno a gestire e ad applicare in merito a fondamentali argomenti già oggetto di studio o che lo diverranno a breve.

Valutazione in merito all’organizzazione delle società (organigruppo e governance)
In riferimento all’efficientazione della struttura di gruppo, si ritiene necessaria una riduzione delle società mediante l’integrazione tra SCRP S.p.A. e Cremasca Servizi S.r.l., previa valutazione degli impatti fiscali, e la chiusura delle società la cui ragion d’essere è venuta meno o la cui attività può essere aggregata ad altre maggiormente strategiche.
L’integrazione in un’unica società consentirebbe l’implementazione di una governance “modello holding” che preveda la responsabilizzazione degli amministratori della capogruppo mediante la nomina di alcuni di essi, nel rispetto delle disposizioni di legge, nei CdA delle società del gruppo. La soluzione prospettata, peraltro, garantirebbe una riduzione degli oneri di gestione e di amministrazione delle municipalizzate in questione.
Al fine di garantire la rappresentatività dell’intero territorio cremasco, evitando che il Comune di Crema, ottenendo una partecipazione di maggioranza assoluta nella holding, possa esercitare a pieno le prerogative connesse, si possono adottare opportuni sistemi che “depotenzino” la partecipazione di maggioranza.
A tale riguardo la cd riforma Vietti ha introdotto nel nostro diritto societario diverse forme che consentono l'adozione di tali misure.

Valutazione in merito al conferimento delle reti
In vista della prossima costituzione degli Ambiti Territoriali Minimi (ATeM) per la gestione dei servizi di distribuzione del gas, potrebbe essere opportuna la valutazione dei conferimenti delle reti di distribuzione da parte dei Comuni soci direttamente in capo alla Holding. La pianificazione di tali conferimenti potrebbe garantire da un lato, il mantenimento delle entrate attraverso il ristorno dei canoni concessori ai Comuni; dall’altro permetterebbe alla Holding di ottenere la patrimonializzazione che consenta il reperimento di ulteriori risorse finanziare da investire a beneficio del territorio nella logica del perseguimento del “risultato sociale”.

Servizio di igiene ambientale
La strutturazione della gara già in fase di progettazione e la definizione della governance della NewCo deve essere tale da consentire ad un territorio già abituato alla cultura del riciclo di cogliere l’opportunità di ulteriormente migliorare il servizio di igiene ambientale, ottimizzando i costi a carico dei cittadini.

Piano industriale della partecipata LGH S.r.l.
I soci di LGH, nella definizione del piano industriale del gruppo attualmente in corso, dovrebbero ispirarsi al principio del perseguimento di un “risultato sociale”, già descritto in precedenza. In particolare, da tale principio discende la necessità di prevedere, nel piano triennale, investimenti e interventi finalizzati a migliorare i servizi e le infrastrutture dei territori di cui i soci sono espressione.
Nel caso in cui nelle linee strategiche dettate dai soci dovesse prevalere l’idea che la società deve poter operare liberamente alla ricerca del profitto, teso alla massimizzazione del dividendo, anche l’ottica di lettura di questa partecipazione da parte del nostro territorio necessiterebbe di un aggiornamento.
Considerando che l’evoluzione del quadro normativo, non la volontà dei soci, obbliga a mettere a gara il Servizio di igiene ambientale e il Sistema idrico, attività storiche esercitate da LGH sul nostro territorio, l’assenza in una logica prospettica di investimenti sul territorio renderebbe LGH completamente avulsa dal contesto e conseguentemente la partecipazione nella stessa dovrebbe essere vista esclusivamente come finanziaria.

In conclusione, vista l'attualità dell'argomento "Sistema idrico integrato" si rende necessario un piccolo approfondimento.
Le recenti normative (legge Ronchi, decreto Calderoli e la recente legge regionale) nel quadro delle quali sono stati soppressi gli A.ATO, sostituiti dagli “Uffici d’Ambito”, di cui la Provincia di Cremona è stata una delle prime amministrazioni lombarde a provvederne la costituzione (approvazione del 21 marzo scorso), impongono una forte accelerazione nella scelta del modello patrimoniale/gestionale da attuare nei prossimi mesi in un settore di particolare interesse per la cittadinanza come quello del sistema idrico integrato.
In considerazione dell'attuale previsione di privatizzazione dei servizi di gestione, rifacendosi alle premesse del documento, è auspicabile la preferenza verso un modello misto, che consenta la progettazione di uno schema di gara tale da garantire al territorio un forte presidio della governance.

venerdì 8 aprile 2011

Comunicato Stampa - "SOCCINI (Lega): Condivisione e sostegno al documento delle associazioni di categoria sulle BCC"

CREMA, 8 aprile 2011 – In merito al documento unitario, redatto dalle associazioni di categoria cremasche e provinciale, relativo all’evolversi della vicenda della BCC di Offanengo per la quale si prospetta una fusione con Treviglio, prende posizione Matteo Soccini nella sua veste di Assessore allo Sviluppo Economico della Provincia di Cremona.

“Con vivo interesse ed attenzione ho letto il documento sottoscritto dalle associazioni di categoria sulla prospettive future della BCC di Offanengo – afferma l’Assessore Soccini che prosegue – Il giudizio che ne segue è di totale e convinta condivisione e sostegno alla precisa richiesta che sia mantenuto e sviluppato il principio della territorialità dell’istituto; questo soprattutto in una fase congiunturale come quella che stiamo vivendo da alcuni anni, per il superamento della quale l’impegno e la presenza delle banche locali diviene fondamentale.”

Conclude l’esponente leghista: “Nel corso del mandato come assessore provinciale ho potuto constatare direttamente l’apporto che gli istituti del nostro territorio forniscono in molti ambiti, non ultime le loro presenze in Reindustria, CremaRicerche e ACSU Crema.
Nel pieno rispetto dell’autonomia e indipendenza degli organi decisionali che dovranno esprimersi sulla vicenda, esprimo l’auspicio che nel formulare importanti decisioni i principi contenuto nel documento delle associazioni economiche trovino accoglimento”.

Mozione sulla questione "CASERME"

Tra un susseguirsi di voci, dichiarazioni, sparate mettiamo un punto fermo.
La mozione approvata dal Consiglio Comunale di Crema che impegna il Sindaco ed anche tutti coloro (tra cui il sottoscritto) che l'hanno votata.

CONSIGLIO COMUNALE di CREMA
Estratto del processo verbale della seduta del 24 marzo 2011

Preso atto

Della manovra finanziaria 2010 approvata recentemente dal Parlamento Italiano;

Considerato che

Tali disposizioni contengono tagli pesanti ai finanziamenti destinati agli Enti Locali e rigide norme stringenti per i Bilanci dei Comuni italiani;

Il Comune di Crema è chiamato ad assumere decisioni di ridimensionamento della propria capacità di spesa e, come pare, anche di incremento delle proprie entrate tramite aumento di tasse e tariffe di competenza comunale;

Rilevato che

In queste condizioni, con le decisioni assunte dallo Stato centrale e di conseguenza con il Bilancio Comunale, è necessario aprire un confronto serio a partire dalla scelta maturata negli anni scorsi di una compartecipazione da parte del Comune di Crema alla realizzazione di nuove strutture deputate ad ospitare la sede del Commissariato di Polizia e dei Vigili del Fuoco;

Non rientra nei doveri di istituto di un Comune impegnarsi economicamente per tali realizzazioni, che devono essere garantite dal Ministero dell’Interno;

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CREMA

Considerate le nuove condizioni dettate dalla Manovra Finanziaria approvata a fine luglio dal Parlamento Italiano e le relative considerazioni espresse in materia, confermando la volontà di garantire la presenza e il potenziamento del distaccamento dei Vigili del Fuoco nella nostra città, nonché di una nuova caserma per la Polizia di Stato;

INVITA IL SINDACO DI CREMA

1. ad aprire nelle commissioni bilancio e patrimonio un confronto in merito a progetti e costi per trovare soluzioni sostenibili e condivise;

2. a portare avanti un serrato confronto con il Ministero dell’Interno per addivenire ad un preciso e formale impegno da parte dello stesso che possa garantire la realizzazione delle strutture in oggetto;

3. ad allargare il dibattito ai Comuni del territorio per trovare una soluzione condivisa dal territorio;

4. a dare corso ad un’azione congiunta a livello istituzionale di tutte le forze presenti in Consiglio Comunale affinché si costituisca una delegazione di tutti i parlamentari del territorio al fine di ottenere dal Ministero dell’Interno la riconferma dell’inserimento del finanziamento della Caserma dei VV.FF. e per la Caserma di Polizia.

La mozione sopra riportata a seguito di votazione palese per alzata di mano ha dato il seguente risultato:
Sono fuori dall’aula i Consiglieri Lopopolo, Guerci, Branchi, Avaldi)

voti favorevoli 19 (tra cui il sottoscritto)
astenuto 1 (Consigliere Pesadori)

MOZIONE APPROVATA

sabato 2 aprile 2011

Comunicato Stampa - “SOCCINI (Lega): I comuni in prima file per la tutela dei parchi”.


veduta del "Parco del Moso"
CREMA, 2 aprile 2011 – In settimana è stato presentato in consiglio comunale a Crema un odg dal titolo “PER LA DIFESA DEL RUOLO DEI COMUNI NELLE AREE PROTETTE LOMBARDE”, sottoscritto anche dal consigliere della Lega Nord Matteo Soccini che ne spiega le motivazioni.

 “Con molto piacere e interesse ho deciso di sottoscrivere l’odg proposto da Matteo Piloni ed altri sulla centralità del ruolo delle amministrazioni locali nella tutela dei parchi – afferma Matteo Soccini che prosegue – In particolare ho apprezzato come il documento riprenda, nelle parti sostanziali, un odg presentato dalla Lega Nord al consiglio provinciale di Lodi ed approvato all’unanimità nella seduta del 2 marzo scorso.”

Conclude il consigliere leghista: “In un momento nel quale sul tavolo amministrativo della città si presentano proposte di forte impatto sul territorio, come ad esempio nuove tangenziali a nord del centro urbano ed insediamenti commerciali all’interno dei confini del Parco del Moso, la mia firma in calce all’odg vuole anche essere un segnale di come tali progetti non riscuotano un mio particolare favore”.

di seguito il testo dell'ordine del giorno:


PER LA DIFESA DEL RUOLO DEI COMUNI NELLE AREE PROTETTE LOMBARDE


Regione Lombardia sta discutendo un Progetto di Legge di modifica della legge regionale 30 novembre 1983, n. 86 e cioè il Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l’istituzione e la gestione delle riserve, dei parchi e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale.
Si tratta di una proposta che va a incidere sulle forme di gestione delle aree protette della nostra regione di cui a nessuno sfugge il ruolo fondamentale di presidio svolto in questi decenni per la conservazione della biodiversità e per uno sviluppo sostenibile dei territorio.


Un ruolo, quello delle aree protette, che oggi avrebbe bisogno di una rivisitazione non prettamente gestionale ma, sopra ogni cosa, di progetto con il passaggio dalla fase “conservativa” alla fase “propositiva” e sostenibile.


Regione Lombardia attraverso la Delibera Regionale 1243 del 1° febbraio 2011 che approva la proposta di modifica della LR 86/1983 intende intervenire sulla forma gestionale dei Parchi lombardi, sulla loro conformazione territoriale, sul ruolo diverso dell’Ente Locale e nella materia pianificatoria.


Soprattutto, la lettura articolata della proposta di legge evidenzia in vari punti del testo che il ruolo della Regione nella gestione delle aree protette è decisamente rafforzato, in controtendenza con i principi del federalismo e della sussidiarietà che in questa materia hanno da sempre caratterizzato le politiche della Regione Lombardia già dal 1983.


Infine, le proposte avanzate sono state valutate da ANCI e UPL inadeguate al tema trattato ed alla situazione attuale ed è in discussione pertanto l’adeguatezza della proposta alle sfide che attendono le aree protette.


Tutto questo premesso


Considerato che le competenze e le esperienze maturate nelle Aree Protette potrebbero guidare approcci innovativi con il coinvolgimento permanente delle comunità locali;


Constatato che l’attuale “modello lombardo” dei parchi istituito con la L.R. n. 86 del 1983, ha saputo fino ad oggi fare storia a livello nazionale, grazie anche al ruolo fondamentale da sempre riconosciuto ai Comuni, veri protagonisti della governance territoriale locale;


Appurato che tale modello ha anticipato le ragioni federaliste, sviluppando il principio di sussidiarietà su cui si basano la Costituzione Italiana, lo Statuto Lombardo e le politiche regionali;


Preso atto inoltre che la maggior parte delle risorse economiche dei parchi lombardi deriva dalla contribuzione degli Enti Locali che ne fanno parte e che in essi si riconoscono;


Visto quanto acclarato nella deliberazione n. 54 del 28 settembre 2010 “Ordine del giorno concernente il Programma Regionale di Sviluppo della IX Legislatura: Centralità dei Comuni nella governance dei Parchi Lombardi” con cui il Consiglio Regionale della Lombardia all’unanimità impegnava la Giunta Regionale a:


- riconoscere, nel compimento dell’azione di semplificazione e riordino normativo a livello regionale in richiamo al PRS, la centralità dei Comuni nella governance dei parchi lombardi, coerentemente con la legislazione statale di principio, promuovendone il protagonismo ed assicurando loro un ruolo determinante e non minoritario;


- garantire, a tutela del territorio, la salvaguardia della consistenza attuale delle aree protette lombarde ed il mantenimento del compito di pianificazione territoriale e paesaggistica delle aree in esso contenute;


IL CONSIGLIO COMUNALE


CHIEDE


Nella predisposizione di una revisione della Legge Regionale n.86 dela 30 novembre 1983, come oggi in discussione:


che vi sia la rinuncia all’idea di centralismo regionale nella gestione delle aree protette riconoscendo invece un rafforzamento del ruolo di Comuni e Province, in una vera strategia di sussidiarietà;


che venga pertanto mantenuto il ruolo forte e decisivo dei Comuni nella gestione delle aree protette e nelle decisioni che riguardano i propri territori;


che non siano modificate se non in forma estensiva le aree di pertinenza delle aree protette attuali;


che venga ribadita l’attuale gerarchia degli strumenti pianificatori, confermando che gli atti di pianificazioni esistenti all’oggi sono già varianti ai piani territoriali di prima formazione.


IMPEGNA


Il Presidente del Consiglio Comunale ad inviare copia dell’ordine del giorno al Presidente del Consiglio Regionale, al Presidente di Regione Lombardia, ai capigruppo consiliari delle forze politiche presenti in Consiglio Regionale.

lunedì 21 marzo 2011

Gronda Nord: «non si torna indietro»

di seguito un articolo, pubblicato sul quotidiano "La Provincia" di oggi, a firma di Sebastiano Giordani.

Viabilità. L’assessore provinciale allo Sviluppo economico non ha gradito le dichiarazioni del collega cremasco
Soccini ‘avverte’ Beretta: il tracciato basso è inserito nel Pgt

«Patti chiari, amicizia lunga: discutiamo pure del tracciato ‘alto’ della Gronda nord, ma tutti attorno allo stesso tavolo e senza far rientrare dalla finestra ciò che pochi mesi fa è uscito dalla porta». Ha i toni dell’avvertimento la dichiarazione che il leghista Matteo Soccini, assessore provinciale allo Sviluppo Economico, recapita all’assessore comunale ai Lavori Pubblici Simone Beretta. Quest’ultimo, da giorni, spinge per il prolungamento ‘alto’ della Gronda nord, quello che collegherebbe la strada addirittura alla BreBeMi. «Nel Pgt - avverte Soccini - abbiamo votato il tracciato ‘basso’: indietro non si torna».

Il progetto che fa discutere è quello di un tracciato che, dalla rotonda lungo via Treviglio dove oggi termina la Gronda, proseguirebbe per qualche centinaio di metri sulla provinciale in direzione di Cremosano e poi, appena dopo il distributore di metano, ‘taglierebbe’ nei terreni a destra, supererebbe canale Vacchelli e ferrovia, quindi punterebbe a nord parallelamente ai binari fino ad incrociare l’autostrada BreBeMi nella bassa Bergamasca. Nel corso di una conferenza stampa convocata per altri motivi venerdì in municipio, Beretta ha rivelato di aver già discusso del progetto con diversi sindaci dell’alto Cremasco - peraltro tutti favorevoli al tracciato ipotizzato - e che, a breve, chiederà un confronto in merito anche con la Provincia.

«Non è il massimo - fa notare Soccini con un filo di polemica - che si pensi di interpellare la Provincia solo in un secondo tempo. Beretta ha tutto il diritto di aprire un confronto su quell’ipotesi di prolungamento, ma al tavolo dobbiamo sedere tutti fin da subito. E su quel tavolo va posata una cartina bianca, non già provvista di disegni e soluzioni tracciate da qualcuno». Soccini, insomma, si è sentito scavalcato.

Ma non solo: «Mi auguro che questo non sia il tentativo di forzare la mano per riprendere in mano l’ipotesi di prolungamento ‘alto’ della Gronda a discapito di quello ‘basso’. Quest’ultimo è stato votato dal consiglio comunale di Crema pochi mesi fa ed è inserito nel Pgt in via di approvazione, quindi va realizzato indipendentemente dall’ipotesi di una strada che attraversi tutto l’alto Cremasco fino alla BreBeMi». Insomma: ok a valutare nuovi tracciati, ma quello ‘basso’ - dalla rotonda su via Treviglio fino al raggiungimento di via Caravaggio, attraversando i terreni tra la piscina comunale e la frazione di Santo Stefano - non si tocca.

«Faccio inoltre notare - conclude Soccini - che la soluzione ‘alta’ avrebbe un impatto ambientale non indifferente su Crema ma la nostra città non ne godrebbe dei benefici: quel tracciato, infatti, risulterebbe utile solo per i comuni del circondario come Cremosano e Campagnola Cremasca».

in giallo il tracciato previsto dal PGT di Crema, approvato a fine dicembre 2010; in rosso il "possibile" tracciato alternativo presentato all'epoca da esponenti del Pdl.

sabato 19 marzo 2011

Intervista a "Cronaca": «Outlet? Siamo fuori strada»

di seguito l'intervista, pubblicata oggi su Cronaca, a firma di Michela Bettinelli Rossi.
Buona lettura... 

L’assessore provinciale al commercio è soddisfatto e dice :«Dobbiamo valorizzare le nostre specialità»

La soddisfazione di Matteo Soccini, assessore alle attività produttive è palpabile: è stato pubblicato a fine febbraio il quarto bando per i distretti diffusi del commercio e per questa tornata a disposizione dei progetti per il nostro territorio ci sono poco meno di 900mila euro. “La speranza - commenta Soccini - è di bissare il successo dello scorso bando, che ha dato enormi frutti sul territorio provinciale.”
Grazie al terzo bando, infatti sono stati approvati e finanziati due Distretti Urbani del Commercio (Cremona e Crema) e sei Distretti Diffusi (di cui i Comuni capofila sono: Pizzighettone, Soresina, Casalbuttano, Casalmaggiore, Pandino e Sospiro).
“Si tratta di una iniziativa che mira a programmare e migliorare l’offerta commerciale e a promuovere iniziative di promozione del commercio. Tengo a sottolineare che questa disponibilità finanziaria sarà a disposizione per finanziare sia i progetti già esistenti che nuove realtà.”
Se la sente, di fare un bilancio del suo primo anno e mezzo di assessorato?
“Nel complesso è un bilancio positivo, perché anche la Provincia, come tutti gli enti locali ha a disposizione poche risorse sia a causa dei tagli imposti dalla finanziaria, sia per situazioni passive ereditate dalla precedente amministrazione e con quel poco che ci è rimasto abbiamo potuto comunque fare azioni concrete.”
L’amministrazione Salini, di cui lei fa parte, sembra guadagnare via via più consenso. Cosa ne pensa?
“Rispetto alla situazione che le ho appena delineato siamo riusciti a non effettuare tagli alla spesa sociale, abbiamo risolto in modo rapido la questione Paullese per ciò che ci compete, ci siamo mossi per approvare un piano cave che non prevedesse nuove cave di prestito, abbiamo sostenuto l’accesso al credito delle aziende attraverso i confidi. La situazione degli enti locali come la Provincia, non è facile, ripeto, ma stiamo cercando  di ottimizzare sempre di più le risorse per raggiungere gli obiettivi.”
E’ tornato di attualità il tema del marketing territoriale: a Crema si discute la proposta di un palazzetto dello sport con annesso outlet. Per molti l’outlet potrebbe fungere da volano per il commercio locale attirando possibili acquirenti, per altri rischia di uccidere le ultime botteghe del centro. Cosa ne pensa?
“Penso che non sia questo il sentiero da percorrere. L’attrattività di un territorio, passa da operazioni di marketing territoriale, che sappiano mettere in luce e promuovere le potenzialità del territorio stesso. Vanno valorizzate la nostra agricoltura di qualità, i distretti culturali e le nostre tradizioni la specificità delle aziende territoriali. Per esempio, i poli attrattivi sono sicuramente qualcosa su cui puntare: il Polo della Cosmesi, il Polo della Meccanica. Come amministrazione provinciale stiamo visitando vari paesi, varie cittadine della nostra provincia. Ogni volta scopriamo dei piccoli poli di eccellenza che mi lasciano meravigliato: aziende di packaging, ad esempio, che producono boccette del profumo per Calvin Klein, aziende agricole o agroalimentari all’avanguardia. Ecco, su queste eccellenze dobbiamo puntare.”
Quali strategie mettere in campo quindi?
“In questi giorni stiamo ridefinendo l’approccio su Reindustria. L'amministrazione provinciale ha avviato due strumenti di sviluppo territoriale: il Laboratorio Strategico e la Consulta economica. Reindustria avrà un ruolo operativo per realizzare alcune delle indicazioni maturate in questi ambiti e rispondere alle esigenze del territorio. Poi bisogna insistere su progetti come il Polo della meccanica. Un progetto sostenuto dalla Provincia di Cremona con 90mila euro, che vede coinvolte venti imprese con 250 addetti. Sono imprese che in tempo di crisi hanno unito le proprie forze per fare sistema a beneficio di tutta la filiera e di conseguenza del territorio.”

giovedì 17 marzo 2011

CREMA nei secoli...

Le origini di Crema sono legate all'invasione longobarda del VI secolo d.C.; il nome deriva probabilmente dal termine longobardo "Crem" che significa "altura". Secondo la tradizione, la fondazione della città risalirebbe al 15 agosto 570 quando, di fronte alla minaccia rappresentata dall’invasione longobarda, gli abitanti della zona trovarono rifugio nella parte più elevata dell’"isola della Mosa", approntandola a difesa sotto la guida prima di Cremete, conte di Palazzo, e poi di Fulcherio. Da questi due personaggi deriverebbero perciò i toponimi Crema e Insula Fulcheria.

  568 - 774 | regno longobardo
  774 - 800 | regnum italiae
  800 - 888 | regno carolingio
  888 - 1024 | regno d'italia
1024 - 1185 | sacro romano impero
1185 - 1449 | libero comune
1449 - 1797 | repubblica di venezia
1797 - 1797 | repubblica cremasca
1797 - 1815 | repubblica cisalpina
1815 - 1859 | regno lombardo-veneto
1859 - 1861 | regno di sardegna
1861 - 1943 | regno d'italia
1943 - 1945 | repubblica sociale italiana
1945 - 2011 | repubblica italiana
2011 - ? | repubblica "federale" italiana ?


 fonte: wikipedia