lunedì 21 marzo 2011

Gronda Nord: «non si torna indietro»

di seguito un articolo, pubblicato sul quotidiano "La Provincia" di oggi, a firma di Sebastiano Giordani.

Viabilità. L’assessore provinciale allo Sviluppo economico non ha gradito le dichiarazioni del collega cremasco
Soccini ‘avverte’ Beretta: il tracciato basso è inserito nel Pgt

«Patti chiari, amicizia lunga: discutiamo pure del tracciato ‘alto’ della Gronda nord, ma tutti attorno allo stesso tavolo e senza far rientrare dalla finestra ciò che pochi mesi fa è uscito dalla porta». Ha i toni dell’avvertimento la dichiarazione che il leghista Matteo Soccini, assessore provinciale allo Sviluppo Economico, recapita all’assessore comunale ai Lavori Pubblici Simone Beretta. Quest’ultimo, da giorni, spinge per il prolungamento ‘alto’ della Gronda nord, quello che collegherebbe la strada addirittura alla BreBeMi. «Nel Pgt - avverte Soccini - abbiamo votato il tracciato ‘basso’: indietro non si torna».

Il progetto che fa discutere è quello di un tracciato che, dalla rotonda lungo via Treviglio dove oggi termina la Gronda, proseguirebbe per qualche centinaio di metri sulla provinciale in direzione di Cremosano e poi, appena dopo il distributore di metano, ‘taglierebbe’ nei terreni a destra, supererebbe canale Vacchelli e ferrovia, quindi punterebbe a nord parallelamente ai binari fino ad incrociare l’autostrada BreBeMi nella bassa Bergamasca. Nel corso di una conferenza stampa convocata per altri motivi venerdì in municipio, Beretta ha rivelato di aver già discusso del progetto con diversi sindaci dell’alto Cremasco - peraltro tutti favorevoli al tracciato ipotizzato - e che, a breve, chiederà un confronto in merito anche con la Provincia.

«Non è il massimo - fa notare Soccini con un filo di polemica - che si pensi di interpellare la Provincia solo in un secondo tempo. Beretta ha tutto il diritto di aprire un confronto su quell’ipotesi di prolungamento, ma al tavolo dobbiamo sedere tutti fin da subito. E su quel tavolo va posata una cartina bianca, non già provvista di disegni e soluzioni tracciate da qualcuno». Soccini, insomma, si è sentito scavalcato.

Ma non solo: «Mi auguro che questo non sia il tentativo di forzare la mano per riprendere in mano l’ipotesi di prolungamento ‘alto’ della Gronda a discapito di quello ‘basso’. Quest’ultimo è stato votato dal consiglio comunale di Crema pochi mesi fa ed è inserito nel Pgt in via di approvazione, quindi va realizzato indipendentemente dall’ipotesi di una strada che attraversi tutto l’alto Cremasco fino alla BreBeMi». Insomma: ok a valutare nuovi tracciati, ma quello ‘basso’ - dalla rotonda su via Treviglio fino al raggiungimento di via Caravaggio, attraversando i terreni tra la piscina comunale e la frazione di Santo Stefano - non si tocca.

«Faccio inoltre notare - conclude Soccini - che la soluzione ‘alta’ avrebbe un impatto ambientale non indifferente su Crema ma la nostra città non ne godrebbe dei benefici: quel tracciato, infatti, risulterebbe utile solo per i comuni del circondario come Cremosano e Campagnola Cremasca».

in giallo il tracciato previsto dal PGT di Crema, approvato a fine dicembre 2010; in rosso il "possibile" tracciato alternativo presentato all'epoca da esponenti del Pdl.

sabato 19 marzo 2011

Intervista a "Cronaca": «Outlet? Siamo fuori strada»

di seguito l'intervista, pubblicata oggi su Cronaca, a firma di Michela Bettinelli Rossi.
Buona lettura... 

L’assessore provinciale al commercio è soddisfatto e dice :«Dobbiamo valorizzare le nostre specialità»

La soddisfazione di Matteo Soccini, assessore alle attività produttive è palpabile: è stato pubblicato a fine febbraio il quarto bando per i distretti diffusi del commercio e per questa tornata a disposizione dei progetti per il nostro territorio ci sono poco meno di 900mila euro. “La speranza - commenta Soccini - è di bissare il successo dello scorso bando, che ha dato enormi frutti sul territorio provinciale.”
Grazie al terzo bando, infatti sono stati approvati e finanziati due Distretti Urbani del Commercio (Cremona e Crema) e sei Distretti Diffusi (di cui i Comuni capofila sono: Pizzighettone, Soresina, Casalbuttano, Casalmaggiore, Pandino e Sospiro).
“Si tratta di una iniziativa che mira a programmare e migliorare l’offerta commerciale e a promuovere iniziative di promozione del commercio. Tengo a sottolineare che questa disponibilità finanziaria sarà a disposizione per finanziare sia i progetti già esistenti che nuove realtà.”
Se la sente, di fare un bilancio del suo primo anno e mezzo di assessorato?
“Nel complesso è un bilancio positivo, perché anche la Provincia, come tutti gli enti locali ha a disposizione poche risorse sia a causa dei tagli imposti dalla finanziaria, sia per situazioni passive ereditate dalla precedente amministrazione e con quel poco che ci è rimasto abbiamo potuto comunque fare azioni concrete.”
L’amministrazione Salini, di cui lei fa parte, sembra guadagnare via via più consenso. Cosa ne pensa?
“Rispetto alla situazione che le ho appena delineato siamo riusciti a non effettuare tagli alla spesa sociale, abbiamo risolto in modo rapido la questione Paullese per ciò che ci compete, ci siamo mossi per approvare un piano cave che non prevedesse nuove cave di prestito, abbiamo sostenuto l’accesso al credito delle aziende attraverso i confidi. La situazione degli enti locali come la Provincia, non è facile, ripeto, ma stiamo cercando  di ottimizzare sempre di più le risorse per raggiungere gli obiettivi.”
E’ tornato di attualità il tema del marketing territoriale: a Crema si discute la proposta di un palazzetto dello sport con annesso outlet. Per molti l’outlet potrebbe fungere da volano per il commercio locale attirando possibili acquirenti, per altri rischia di uccidere le ultime botteghe del centro. Cosa ne pensa?
“Penso che non sia questo il sentiero da percorrere. L’attrattività di un territorio, passa da operazioni di marketing territoriale, che sappiano mettere in luce e promuovere le potenzialità del territorio stesso. Vanno valorizzate la nostra agricoltura di qualità, i distretti culturali e le nostre tradizioni la specificità delle aziende territoriali. Per esempio, i poli attrattivi sono sicuramente qualcosa su cui puntare: il Polo della Cosmesi, il Polo della Meccanica. Come amministrazione provinciale stiamo visitando vari paesi, varie cittadine della nostra provincia. Ogni volta scopriamo dei piccoli poli di eccellenza che mi lasciano meravigliato: aziende di packaging, ad esempio, che producono boccette del profumo per Calvin Klein, aziende agricole o agroalimentari all’avanguardia. Ecco, su queste eccellenze dobbiamo puntare.”
Quali strategie mettere in campo quindi?
“In questi giorni stiamo ridefinendo l’approccio su Reindustria. L'amministrazione provinciale ha avviato due strumenti di sviluppo territoriale: il Laboratorio Strategico e la Consulta economica. Reindustria avrà un ruolo operativo per realizzare alcune delle indicazioni maturate in questi ambiti e rispondere alle esigenze del territorio. Poi bisogna insistere su progetti come il Polo della meccanica. Un progetto sostenuto dalla Provincia di Cremona con 90mila euro, che vede coinvolte venti imprese con 250 addetti. Sono imprese che in tempo di crisi hanno unito le proprie forze per fare sistema a beneficio di tutta la filiera e di conseguenza del territorio.”

giovedì 17 marzo 2011

CREMA nei secoli...

Le origini di Crema sono legate all'invasione longobarda del VI secolo d.C.; il nome deriva probabilmente dal termine longobardo "Crem" che significa "altura". Secondo la tradizione, la fondazione della città risalirebbe al 15 agosto 570 quando, di fronte alla minaccia rappresentata dall’invasione longobarda, gli abitanti della zona trovarono rifugio nella parte più elevata dell’"isola della Mosa", approntandola a difesa sotto la guida prima di Cremete, conte di Palazzo, e poi di Fulcherio. Da questi due personaggi deriverebbero perciò i toponimi Crema e Insula Fulcheria.

  568 - 774 | regno longobardo
  774 - 800 | regnum italiae
  800 - 888 | regno carolingio
  888 - 1024 | regno d'italia
1024 - 1185 | sacro romano impero
1185 - 1449 | libero comune
1449 - 1797 | repubblica di venezia
1797 - 1797 | repubblica cremasca
1797 - 1815 | repubblica cisalpina
1815 - 1859 | regno lombardo-veneto
1859 - 1861 | regno di sardegna
1861 - 1943 | regno d'italia
1943 - 1945 | repubblica sociale italiana
1945 - 2011 | repubblica italiana
2011 - ? | repubblica "federale" italiana ?


 fonte: wikipedia

Happy St. Patrick's Day 2011!!!

lunedì 14 marzo 2011

La pluralità non contraddice l'unità della nazione

con troppa frequenza, ogni volta che delle persone importanti tengono un discorso o rilasciano dichiarazioni, capita che le varie parti politiche e non, estrapolino solo alcune righe che possono in tal modo apparire come supportanti una tesi a loro cara (evitando ovviamente di citare quelle che invece risultano sconvenienti...).
è un "vizio" tipico e "bipartisan" che si può ritrovare nelle dichiarazioni di tutti i politici e nei titoli dei giornali delle diverse tendenze.
per tentare di ovviare a tutto questo riporto "INTEGRALMENTE", tratto dal sito www.vativan.va, un recente discorso di Sua Santità BENEDETTO XVI


La pluralità non contraddice l'unità della nazione

La "variegata molteplicità di città e paesi" caratteristica dell'Italia "non è in contraddizione con l'unitàdella nazione, che è richiamata dal 150° anniversario che si sta celebrando". Lo ha sottolineato il Papa nel discorso rivolto stamane, sabato 12 marzo, ai membri dell'Associazione nazionale comuni italiani (Anci), ricevuti in udienza nella Sala Clementina.

Illustri Signori Sindaci!
Rivolgo il mio cordiale saluto a voi tutti e sono grato per la vostra presenza, che rientra in una tradizione consolidata nel tempo, come testimoniano le udienze concesse dal Venerabile Giovanni Paolo II e dai precedenti Pontefici e come ha ricordato il Presidente dell'Associazione, che ringrazio per le belle parole piene di realismo, ma anche di poesia e bellezza, con cui ha introdotto il nostro incontro. Questo fatto attesta il particolare legame che esiste tra il Papa, Vescovo di Roma e Primate d'Italia, e la Nazione italiana, la quale ha proprio nella variegata molteplicità di città e paesi una delle sue caratteristiche.

La prima idea che viene alla mente incontrando i Rappresentanti dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani, è quella dell'origine dei comuni, espressioni di una comunità che si incontra, dialoga, fa festa e progetta insieme, una comunità di credenti che celebra la Liturgia della domenica, e poi si ritrova nelle piazze delle antiche città o, nelle campagne, davanti alla chiesetta del villaggio. Anche un poeta italiano, Carducci, in un'ode sulla gente della Carnia, richiama: "del comun la rustica virtù / Accampata all'opaca ampia frescura / Veggo, ne la stagion de la pastura / Dopo la messa il giorno de la festa...".

È sempre vivo anche oggi il bisogno di dimorare in una comunità fraterna dove, ad esempio, parrocchia e comune siano ad un tempo artefici di un modus vivendi giusto e solidale, pur in mezzo a tutte le tensioni e sofferenze della vita moderna. La molteplicità dei soggetti, delle situazioni, non è in contraddizione con l'unità della Nazione, che è richiamata dal 150° anniversario che si sta celebrando. Unità e pluralità sono, a diversi livelli, compreso quello ecclesiologico, due valori che si arricchiscono mutuamente, se vengono tenuti nel giusto e reciproco equilibrio.

Due principi che consentono questa armonica compresenza tra unità e pluralità sono quelli di sussidiarietà e di solidarietà, tipici dell'insegnamento sociale della Chiesa. Tale dottrina sociale ha come oggetto verità che non appartengono solo al patrimonio del credente, ma sono razionalmente accessibili da ogni persona. Su questi principi mi sono soffermato anche nell'Enciclica Caritas in veritate, dove il principio di sussidiarietà è considerato "espressione dell'inalienabile libertà umana". Infatti, "la sussidiarietà è prima di tutto un aiuto alla persona, attraverso l'autonomia dei corpi intermedi. Tale aiuto viene offerto quando la persona e i soggetti sociali non riescono a fare da sé e implica sempre finalità emancipatrici, perché favorisce la libertà e la partecipazione in quanto assunzione di responsabilità" (n. 57). Come tale, "si tratta quindi di un principio particolarmente adatto a governare la globalizzazione e a orientarla verso un vero sviluppo umano" (ibid.). "Il principio di sussidiarietà va mantenuto strettamente connesso con il principio di solidarietà e viceversa, perché se la sussidiarietà senza la solidarietà scade nel particolarismo sociale, è altrettanto vero che la solidarietà senza la sussidiarietà scade nell'assistenzialismo che umilia il portatore di bisogno" (n. 58).

Questi principi vanno applicati anche a livello comunale, in un duplice senso: nel rapporto con le istanze pubbliche statali, regionali e provinciali, così come in quello che le autorità comunali hanno con i corpi sociali e le formazioni intermedie presenti nel territorio. Queste ultime svolgono attività di rilevante utilità sociale, essendo fautrici di umanizzazione e di socializzazione, particolarmente dedite alle fasce emarginate e bisognose. Tra esse rientrano anche numerose realtà ecclesiali, quali le parrocchie, gli oratori, le case religiose, gli istituti cattolici di educazione e di assistenza. Auspico che tale preziosa attività trovi sempre un adeguato apprezzamento e sostegno, anche in termini finanziari.

A questo proposito, desidero ribadire che la Chiesa non domanda privilegi, ma di poter svolgere liberamente la sua missione, come richiede un effettivo rispetto della libertà religiosa. Essa consente in Italia la collaborazione che esiste fra la comunità civile e quella ecclesiale. Purtroppo, in altri Paesi le minoranze cristiane sono spesso vittime di discriminazioni e di persecuzioni. Desidero esprimere il mio apprezzamento per la mozione del 3 febbraio 2011, approvata all'unanimità dal vostro Consiglio Nazionale, con l'invito a sensibilizzare i Comuni aderenti all'Associazione nei confronti di tali fenomeni e riaffermando, allo stesso tempo, "il carattere innegabile della libertà religiosa quale fondamento della libera e pacifica convivenza tra i popoli".

Inoltre, vorrei sottolineare l'importanza del tema della "cittadinanza", che avete posto al centro dei vostri lavori. Su questo tema la Chiesa in Italia sta sviluppando una ricca riflessione, soprattutto a partire dal Convegno Ecclesiale di Verona, in quanto la cittadinanza costituisce uno degli ambiti fondamentali della vita e della convivenza delle persone. Anche il prossimo Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona dedicherà una giornata a tale rilevante tematica, giornata alla quale sono stati opportunamente invitati, come ci è stato detto, i Sindaci italiani.

Oggi la cittadinanza si colloca, appunto, nel contesto della globalizzazione, che si caratterizza, tra l'altro, per i grandi flussi migratori. Di fronte a questa realtà, come ho ricordato sopra, bisogna saper coniugare solidarietà e rispetto delle leggi, affinché non venga stravolta la convivenza sociale e si tenga conto dei principi di diritto e della tradizione culturale e anche religiosa da cui trae origine la Nazione italiana. Questa esigenza è avvertita in modo particolare da voi che, come amministratori locali, siete più vicini alla vita quotidiana della gente. Da voi si richiede sempre una speciale dedizione nel servizio pubblico che rendete ai cittadini, per essere promotori di collaborazione, di solidarietà e di umanità. La storia ci ha lasciato l'esempio di Sindaci che con il loro prestigio e il loro impegno hanno segnato la vita delle comunità: giustamente lei ha ricordato la figura di Giorgio La Pira, cristiano esemplare e amministratore pubblico stimato. Possa questa tradizione continuare a portare frutto per il bene del Paese e dei suoi cittadini! Per questo assicuro la mia preghiera e vi esorto, illustri amici, a confidare nel Signore, perché - come dice il Salmo - "se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella" (127,1). Invocando la materna intercessione della Vergine Maria, venerata dal popolo italiano nei suoi tanti Santuari, luoghi di spiritualità, di arte e di cultura, e dei santi Patroni Francesco d'Assisi e Caterina da Siena, benedico voi tutti, i vostri collaboratori e l'intera Nazione italiana.

martedì 8 marzo 2011

Matteo 7,1.5

Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

venerdì 4 marzo 2011

palazzetto...

di seguito lo stralcio di un articolo pubblicato su Cronaca di oggi:

A dividere la maggioranza invece sono state le due proposte finora presentate per il palazzetto dello sport: quella di Cogorno alla Pierina e quella di Bonetti in via Milano.
Il primo ha incontrato il favore della Lega Nord, come conferma Matteo Soccini: “Entrambi i progetti hanno dei pro e contro, mancano alcuni dati, ma per quanto riguarda la Lega Nord già a luglio del 2009 avevamo identificato la Pierina come l’area maggiormente idonea a riceverlo. Il progetto è affascinante ora vanno valutati i numeri. Quello presentato da Bonetti invece ci ha fatto alzare le antenne, perché è prevista all’interno un’area commerciale da 40 mila che non vedo tollerabile a Crema. Bisognerebbe sentire le associazioni di categoria”.

il 17 marzo io faccio festa!!!

sabato 26 febbraio 2011

HUFFPOST - La rivolta dei senza potere si sta diffondendo

brano tratto e tradotto (penso maluccio) dal sito
THE HUFFINGTON POST


Nel primo decennio del nuovo millennio, due regimi brutali in importanti paesi musulmani sono stati portati a termine. In risposta agli attacchi al World Trade Center, i dittatori in Afghanistan e Iraq sono stati rovesciati. 
Queste guerre sono state seguite da bunker in località segrete dall'altra parte del mondo. Sono state eseguite da aerei senza pilota che appaiono come dal nulla a seminare distruzione tra combattenti nemici, da aerei stealth che sganciano bombe bunker-buster e da un groviglio di strumenti per la caccia a individui che utilizzano tecnologiche invisibili. Il termine di questi regimi è costato più di un trilione di dollari, e ha monopolizzato il tempo e l'energia di due presidenti americani. 
 
All'inizio di questo nuovo decennio, altri due regimi brutali nei paesi musulmani sono stati rovesciati. Mohamed Bouazizi, un venditore di frutta e verdura che hanno lavorato per le strade di Sidi Bouzid, una città nel centro della Tunisia. Stanco di maltrattamenti da parte delle forze di sicurezza, senza alcuna speranza per un futuro migliore e in collera con l'opulenza e la corruzione della famiglia regnante, con Bouazizi si accese il fuoco di fronte a un edificio governativo. 


Il mondo, a quanto pare, ne ha avuto abbastanza.
Persone in tutto il mondo stanno chiamando per decenni di corruzione, la censura, la brutalità, la dittatura e la soppressione delle libertà a cedere il passo ad un nuovo tempo. Se questi cambiamenti sono in stato di gravidanza con una nuova "pax humana" o se la nascita di questo nuovo mondo sarà interrotta o dirottata deve ancora essere determinata. Tuttavia, enormi cambiamenti sono già avvenuti, e più sono all'orizzonte. Ed è un momento senza precedenti. Ora è un momento in cui presidenti e senatori, dittatori e generali - gli uomini con nomi forti e profonde tasche - deve rispondere a lungo l'ultima alle esigenze di persone come Bouazizi, in silenzio per tanto tempo ma la cui voce ora risuona con sempre maggiore risonanza in tutto il mondo.
E lungi da essere contenuta, la rivolta dei deboli sembra diffondersi. In Cina la dittatura comunista ha messo i suoi potenti filtri internet per bloccare qualsiasi menzione di un sussurrato "Jasmine Revolution". I poliziotti cinesi sono stati pesantemente impiegati, e la sicurezza cinese ha arrestato e interrogato più di 100 attivisti per la democrazia.
La rivolta ha anche fatto la sua strada in America Latina. In Venezuela, dove un forte Hugo Chavez ha recentemente celebrato con sfarzo militare i suoi dodici anni di potere, un gruppo di nove studenti ha iniziato uno sciopero della fame al di fuori della sede dell'Organizzazione degli Stati Americani (OAS). Arrivato alla sua quarta settimana, gli scioperanti si sono moltiplicati. Esausti da anni di abusi del governo e disperati per la mancanza di prospettive per il loro futuro in una società sempre più controllata da Chavez e dai suoi compari, i manifestanti si sono impegnati a radicalizzare le loro azioni fino a quando le loro richieste non saranno soddisfatte. Pienamente consapevole della realtà globale, il governo del Venezuela si è detto preoccupato per un "effetto Egitto" che potrebbe estendere lo sciopero o farlo diventare più radicale. 
 
Le fiamme provenienti dall'appello disperato di Bouazizi ha innescato un movimento globale per la libertà quasi introvabile nella storia del mondo. Non si sa fino a che punto la rivolta dei deboli arriverà.
L'amministrazione Obama si trova in una invidiabile, e delicata, posizione. Essa ha l'opportunità di rimuovere definitivamente alcuni dei peggiori flagelli che rimangono sul pianeta: dittatori ridicoli e pericolosi come Muammar Gheddafi, Hugo Chavez e Mahmoud Ahmadinejad. Ma è altrettanto importante come una amministrazione Obama che gestisce in modo intelligente e creativo - e incoraggia - il processo democratico può assumere un ruolo di leadership nella formazione di una nuova serie di istituzioni mondiali che siano più rappresentative e difendere con più fermezza i desideri di libertà in un mondo pieno di speranza come oggi.
Questo è un tempo per la leadership coraggiosa, senza paura per la diplomazia e per le grandi idee ed azioni.

Abbiamo sentito parlare molto dai nostri detrattori per il crollo di influenza americana nel mondo. Ora è il momento di dimostrare che si bagliano. Come Segretario di Stato Hillary Clinton ha detto al Council on Foreign Relations dello scorso anno, è il momento di "... un nuovo momento americano". Per un paese che non troppo tempo fa, con tanto orgoglio ha proclamato: "Dammi il tuo stanco, il tuo povero, le tue masse che si accalcavano per respirare libere, i miserabili rifiuti della vostra terra..." Questa rivolta dei senza potere deve essere lo script per il nostro nuovo momento americano.