domenica 23 gennaio 2011

La Lega scarica il sovrappasso

intervista pubblicata ieri sul quotidiano "La Cronaca" a firma Daniela Gallo Carrabba

La questione del superamento del passaggio a livello di viale Santa Maria sarà il prossimo filo conduttore della campagna elettorale in fieri. Questa l’idea che ha maturato il consigliere comunale di Lega Nord Matteo Soccini, nonché assessore allo Sviluppo Economico della Provincia di Cremona.
“Inizio ad essere molto pessimista - commenta Soccini - e non vedo una soluzione prossima. Dibattere ‘sopra o sotto’ lascia il tempo che trova. Ho visto il progetto di Irsonti ma ho molti dubbi. Difficoltà e costi insormontabili. Abbassare i binari poi lo ritengo ancora più improbabile. Una situazione che non avrà soluzione né a breve, né a lungo termine”.
“L’unico aspetto positivo di tutta la faccenda - prosegue Soccini - è che il sottopasso di via Indipendenza alleggerirà di molto il problema”.
“Su viale Santa Maria – ribadisce Soccini - sono molto pessimista. La cosa non avrà via di uscita con l’attuale situazione economica. Comunque prendo atto di quanto l’assessore Simone Beretta ha risposto in consiglio Comunale al consigliere Risari”.
Sì, d’accordo, ma sul progetto, qualche commento?
“Qualche cosa - riprende Soccini - c’è stata fatta vedere, ma ne sono usciti più dubbi che risposte. Il problema sarà al centro della campagna elettorale della prossima tornata elettorale”.
Nel frattempo l’inizio dei lavori di via Indipendenza si fa più vicino. Conferma consigliere?
“Si tratta di attendere i tempi tecnici - spiega Soccini - il bando è stato espletato, l’assegnazione dei lavori è stata fatta. Anche prima della primavera il via”.
Un altro dei grandi problemi della città ancora aperto è di certo la questione degli Stalloni, per i quali usiamo la definizione d’affetto che amano usare ancora oggi i cremaschi nell’indicare la sede Ersaf ed il Centro di Incremento Ippico di via Verdi.
Per gli Stalloni c’è qualche soluzione in vista?
“Da parte di Regione Lombardia - afferma Soccini - sono state avanzate varie ipotesi. Tutte da valutare. Comunque la meno realizzabile è di certo la ripresa dell’ultimo accordo di programma. La mozione approvata in Consiglio Comunale si impegnava proprio in un suo ‘rifiuto’. Poi ci sono le altre due ipotesi”
Quali?
“Una ipotizza la vendita di tutto il complesso al Comune di Crema. Quest’ultimo però non ha risorse. Sarebbe inoltre complicato individuare le aree da cedere in compensazione alla Regione. L’ultima ipotesi guarda poi alla ripresa delle trattative con Regione Lombardia per guardare verso i privati. In tal caso il Comune di Crema, prima, metterebbe dei paletti tecnici e poi si avvierebbe un procedimento di riqualificazione con procedura a gara aperta.
Il Comune metterebbe i suoi limiti, il resto ai privati”.
Ipotesi da valutare insieme ai colleghi?
“La prima cosa da verificare - spiega Soccini - è capire che cosa ne pensi la maggioranza. Preferiremmo evitare quanto già visto. Il partito dice una cosa, poi cambia idea, i consiglieri l’altra, poi cambiano ancora”. “Una questione interessante - conclude Soccini -, ma molto complessa”.

mercoledì 19 gennaio 2011

RELAZIONE sulle ATTIVITA’ dell’ASSESSORATO allo SVILUPPO ECONOMICO

a cure del Dott. Matteo Soccini 
Assessore allo Sviluppo Economico
Provincia di Cremona


INTRODUZIONE

Il primo anno e mezzo di mandato amministrativo è passato, un periodo molto intenso che si è caratterizzato soprattutto per fattori esterni alla normale vita di una amministrazione provinciale.
Il più significativo dei quali è stato sicuramente la forte crisi economico finanziaria che ha investito anche il nostro territorio generando situazioni di difficoltà alle imprese e criticità sotto il profilo occupazionale; a tal proposito il primo ricordo che affiora è quello della crisi “SA.CO.” di Castelleone che per fortuna, e grazie all’impegno di molti soggetti, ha trovato una soluzione positiva.
Se questo è stato un punto di partenza che ha affrontato il problema della salvaguardia dell’occupazione, fa piacere oggi ricordare come in quei giorni ebbi modo di lanciare comunque un segnale di attenzione anche al futuro e allo sviluppo del sistema manifatturiero locale. Un segnale raccolto degnamente dal progetto del polo della meccanica di Castelleone che sul finire del 2009 ha avuto il suo start-up. Altri interventi portati avanti dall’assessorato li trovate in questa relazione, ma ho voluto citare l’esempio di Castelleone in quanto è una prova valida e concreta di come ritengo si debbano affrontare le questioni che riguardano lo “Sviluppo Economico” del nostro territorio.
Concretezza, Condivisione, Partecipazione.


L’AQST

L’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) è uno strumento di programmazione negoziata previsto dalla legge regionale n. 2 del 14 marzo 2003 – [Regolamento attuativo della stessa legge: n. 18 del 12 agosto 2003].
La programmazione negoziata è la modalità con cui la Regione si rapporta con i soggetti locali per la condivisione e l’attuazione delle politiche regionali sul territorio.
L’accordo quadro si qualifica come strumento prioritario per la programmazione, il finanziamento e l’attuazione degli interventi che contiene, per i quali possono essere previste forme di agevolazioni nell’accesso ai finanziamenti regionali.
L’AQST per la provincia di Cremona ha preso avvio con delibera di promozione dell’accordo da parte della Giunta Regionale n. 8/1639 del 29 dicembre 2005.
L’Assessorato è stato attivo nella fase di monitoraggio delle azioni inserite dai vari settori dell’amministrazione provinciale, nonché per il presidio al tavolo di coordinamento composto da:
  • Regione Lombardia
  • Provincia
  • Comuni di Cremona, Crema, Casalmaggiore
  • Camera di Commercio


IL COMMERCIO
BANDI REGIONALI DEI “DISTRETTI DEL COMMERCIO”

Nella Provincia di Cremona il settore del Commercio, Turismo e Servizi assorbe il 41% di tutte le aziende operanti.
La crisi che stiamo attraversando ci pone davanti una realtà complessa, con elementi purtroppo più negativi di quanto sarebbe logico tollerare; a maggior ragione dobbiamo avere la forza di presentare le nostre proposte in modo corretto, coeso e coerente, ma anche fortemente convinti della necessità di dare forte impulso al settore del commercio in tutti i suoi aspetti.
Una efficace politica per il commercio deve ripartire dalla creazione di una più leale concorrenzialità tra la grande e la piccola distribuzione, facendo in modo che i centri commerciali non vadano a creare una situazione di svantaggio nei confronti dei negozi di vicinato, il cui valore economico e sociale deve essere tutelato.
Troppo spesso si dimentica il valore sociale legato alla rete della piccola distribuzione e ciò vale sia per i livelli occupazionali, che per il loro valore aggiunto di socializzazione, soprattutto nelle nostre piccole comunità locali. A tal proposito in collaborazione con la Regione Lombardia è continuata l’attività di tutela e promozione dei negozi storici presenti nei Comuni del nostro territorio, nonché promossa quella politica di aiuti che ha trovato un grande successo con i “Distretti del Commercio”, i cui diversi bandi emessi hanno visto comuni, associazioni e singoli commercianti adoperarsi proficuamente per la presentazione di progetti credibili e sostenibili. La circostanza che i finanziamenti siano pervenuti è indice dell’elevata capacità del nostro sistema produttivo. Una corretta pianificazione e programmazione degli insediamenti commerciali relativi alle medie e grandi superfici di vendita dovrà maggiormente tenere conto di tutto questo. Occorre fare in modo che i commercianti abbiano a sentirsi parte più attiva, sia per quanto concerne le conferenze dei servizi che toccano i loro interessi, sia per il loro rapporto che avranno con la Provincia e gli Enti locali.

Centinaia di migliaia di euro per il commercio.
E’ stato un anno di contrasto alla crisi e di rilancio del territorio quello affrontato dall’assessorato allo Sviluppo economico della Provincia. Dodici mesi caratterizzati da interventi concreti: dalla partecipazione ai Bandi dei Distretti diffusi del commercio (insieme all’Ascom e ai Comuni) al sostegno del credito per le piccole aziende. Grazie alla prima azione i commercianti hanno ottenuto più fondi in un anno che nei quindici precedenti. Sei i distretti diffusi finanziati dalla Regione Lombardia, che fanno capo ai Comuni delle zone di Pizzighettone (308mila euro di cofinanziamento regionale ottenuto), Soresina (488mila euro), Casalbuttano (438mila), Pandino (321mila), Sospiro (133mila) e Casalmaggiore (470mila).
Scopo degli interventi: eventi, ristrutturazioni di strade, aree urbane e negozi in una logica di collaborazione pubblico- privato.
In sinergia con la Regione Lombardia verrà continuata l’attività di tutela e promozione dei negozi storici presenti nei Comuni del nostro territorio. E’ stata incentivata la politica di aiuti che ha trovato un grande successo con i Distretti del Commercio, i cui diversi bandi emessi hanno visto comuni, associazioni e singoli commercianti adoperarsi con profitto per la presentazione di progetti veri.
Una corretta pianificazione e programmazione degli insediamenti commerciali relativi alle medie e grandi superfici di vendita ha tenuto conto di tutto questo in misura maggiore rispetto al passato.
I “Distretti del Commercio” sono definiti dalla Regione come gli ambiti di livello infracomunale, comunale o sovracomunale nei quale i cittadini, le imprese e le formazioni sociali liberamente aggregati sono in grado di fare del commercio il fattore d’integrazione e valorizzazione di tutte le risorse di cui il territorio dispone, per accrescerne l’attrattività, rigenerare il tessuto urbano e sostenere la competitività delle sue polarità commerciali.
I Distretti del Commercio si distinguono tra:
  • Distretti urbani del commercio (DUC): costituiti sul territorio di un unico Comune;
  • Distretti diffusi di rilevanza intercomunale (DiD): costituiti sul territorio di più Comuni.
L’obiettivo è la promozione di progetti capaci di incidere strutturalmente e in modo duraturo sulle caratteristiche competitive dell’offerta commerciale locale, nel contesto di una più ampia riqualificazione urbana, con il coinvolgimento degli operatori commerciali, delle loro associazioni, degli Enti Locali, delle Camere di Commercio e degli altri attori del territorio, in una visione comune di un unico progetto di sviluppo Tale obiettivo è ben presente negli atti di programmazione regionale.
La Regione Lombardia promuove i Distretti del Commercio con l’intento di valorizzare in modo particolare i luoghi tradizionali e antichi del commercio, con particolare attenzione agli spazi pubblici delle cittadine storiche della Provincia.
Nel corso del 2008 e del 2009 sono state approvate le delibere regionali che introducono il concetto di Distretto del Commercio.
Per la provincia di Cremona sono stati approvati e finanziati due Distretti Urbani del Commercio (Cremona e Crema) e sei Distretti Diffusi (di cui i Comuni capofila sono: Pizzighettone, Soresina, Casalbuttano, Casalmaggiore, Pandino e Sospiro).
La Provincia di Cremona ha aderito a tutti i programmi d’intervento dei Distretti.
Nel 2010, anche grazie alla collaborazione con le Sedi Territoriali di Regione Lombardia, si è studiato e monitorato l’andamento delle attività previste, al fine di realizzare un concreto coordinamento tra le stesse e la programmazione provinciale.


FONDO A SOSTEGNO DEGLI ORGANISMI DI GARANZIA FIDI

L’accesso al credito è sicuramente una delle questioni principali per tutte le aziende ma, in modo particolare, per le piccole e piccolissime aziende che caratterizzano il nostro territorio.
Il sostegno al credito è quindi un ambito d’intervento che la Provincia considera con particolare attenzione.
Un esempio di azione per dare fiato al tessuto economico locale (che per il 41% è fatto di commercio, turismo e servizi) è il sostegno agli organi di garanzia fidi (Confidi), per i quali la Provincia ha stanziato 100mila euro. Una somma capace di generare un flusso di credito di circa 2 milioni di euro. Nonostante la sfavorevole situazione economica, nella quale l’amministrazione si trova ad operare, questo intervento è stato fortemente voluto. Con questo provvedimento l’assessorato ha mantenuto la promessa di facilitazione del credito contenuta nel programma.
Con il bando a sostegno del sistema dei Confidi l’amministrazione provinciale vuole dare un sostegno concreto al mondo delle piccole imprese commerciali, artigiane e non solo, operanti nel nostro territorio sul versante dell’accesso al credito.
Si tratta di un intervento atteso e particolarmente importante soprattutto in un periodo nel quale le difficoltà di accedere a finanziamenti da parte delle banche risultano troppo spesso difficoltosi.
La somma stanziata di 100.000 euro, destinata ai Confidi operanti in provincia, sarà in grado di generare un flusso di credito stimato in circa 2.000.000 di euro, dovuto all’effetto moltiplicatore stimato dagli operatori nel valore di 20 (1 euro si moltiplica per 20).
Nonostante la sfavorevole situazione economica, nella quale l’amministrazione si trova ad operare, questo intervento è stato fortemente voluto e siamo certi che sarà accolto con favore dagli operatori economici.
Inoltre con questo provvedimento l’assessorato allo Sviluppo Economico mantiene un impegno che si era prefisso in sede di presentazione del programma 2010 a sostegno del credito.


REINDUSTRIA

Si tratta di una società consortile a responsabilità limitata, a maggioranza pubblica, per il 55% del capitale. Il restante 45% del capitale è suddiviso tra numerosi privati: associazioni di categorie, organizzazioni sindacali e banche.
La Provincia di Cremona è socia per l’11% del capitale della società.
Reindustria è nata nel 1994 per gestire i contributi statali e regionali ottenuti in conseguenza della crisi “Olivetti”.
Oggi il suo funzionamento è sostenuto dai fondi che i soci trasferiscono annualmente sulla base di un programma triennale approvato dall’Assemblea dei soci e sulla base di stralci annuali di programma.
E’ poi previsto che i soci possano finanziare solo i progetti che ritengano di loro interesse, e, inoltre, affidare a Reindustria la realizzazione di un progetto di proprio esclusivo interesse del quale sosterrebbero la relativa spesa.
I risultati conseguiti nel cremasco hanno spinto Reindustria a interessarsi dello sviluppo economico dell’intera provincia di Cremona, attraverso la valorizzazione, il consolidamento, il potenziamento e lo sviluppo delle risorse del territorio, con i mezzi propri del marketing e dell’economia territoriale.

Reindustria cambia volto.
L’assessorato è stato impegnato affinché il mandato della società a capitale pubblico/privato (55% Provincia e Comuni) sia sempre più ancorato alle esigenze delle imprese del territorio. Obiettivo: i costi della struttura dovranno essere pagati dai progetti.
Un nuovo Consiglio di amministrazione alla guida di Reindustria. Con un mandato ben preciso: partorire idee vincenti per aiutare le aziende del territorio.
E fare in modo che Reindustria cammini con le proprie gambe. In questa nuova fase saranno i progetti a sostenere i costi del funzionamento della struttura. E non, come è stato finora, i contributi dei soci pubblici e privati. L'Amministrazione provinciale ha avviato due strumenti di sviluppo territoriale: il Laboratorio Strategico e la Consulta economica. Reindustria avrà un ruolo operativo per realizzare alcune delle indicazioni maturate in questi ambiti.
Reindustria è una società con il 55% in mano pubblica, mentre il resto è detenuto da privati come associazioni di categoria, sindacati, banche. Il nuovo corso di Reindustria prevede iniziative di marketing territoriale e soprattutto progetti in vista di Expo 2015. Reindustria ha tenuto a battesimo il Polo della Cosmesi, lo studio socio-economico sul cremasco e sul casalasco, l’assistenza ai Comuni per lo sviluppo di aree produttive, l’assistenza alle imprese sul Bando Innovazione e Aree Tematiche Prioritarie (ATP), l’internazionalizzazione delle imprese, il progetto MEC di aggregazione sulla filiera della Meccanica. Nel Cda rinnovato a maggio 2010 sono entrati Matteo Moretti, Giuseppe Capellini (eletto presidente nel corso del primo Cda), Roberto Nolli, Claudio Silla, Luca Ferla, Giulio Baroni, Giuseppe Zucchetti, Daniele Tarenzi, Berlino Tazza, Giuseppe Demaria.
Nella seconda metà dell’anno il cda è stato impegnato nella redazione del piano operativo triennale nel quale inserire tutti gli interventi che la società intende mettere in campo in futuro.
In quest’ottica, dopo la segnalazione del consigliere provinciale Francesco Chioda, è stato inserito nel piano il progetto denominato “Concorso Intraprendere” proposto dal dott. Andrea Bergami.


CREMA RICERCHE

Il Consorzio Crema Ricerche è stato costituito nel 1999 da Provincia di Cremona, Camera di Commercio di Cremona, Comune di Crema, Associazione Cremasca Studi Universitari e dall'Agenzia d'Area Reindustria S. cons.r.l., quali soci fondatori.
Esso ha sede nell'area “ex Olivetti” – oggi recuperata - e svolge la propria attività senza fini di lucro, ponendosi l'obiettivo di favorire la nascita e lo sviluppo delle imprese innovative, nonché il trasferimento tecnologico.
Si tratta di una realtà consortile che ha sviluppato molteplici attività a favore del sistema locale, a partire dal comprensorio cremasco, ma aprendosi ad un territorio più vasto e andando a promuovere iniziative a favore anche dei territori delle province di Bergamo e di Brescia.
In particolare, il Consorzio si propone l'obiettivo di prestare servizi reali soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese, nell'intento di promuovere la diffusione delle innovazioni e il trasferimento tecnologico.
Attualmente il Consorzio Crema Ricerche è composto da n. 61 soci, fra enti ed imprese interessati allo sviluppo delle problematiche legate all'innovazione e al trasferimento tecnologico.
Il Consorzio è dotato di un Consiglio di Amministrazione, di un Collegio dei revisori e di un Comitato Tecnico Scientifico.
Nel corso del 2010 l’assessorato ha valutato l’operato del consorzio anche in considerazione dell’evoluzione della propria modalità di partecipazione allo stesso, operando nell’ottica della piena e completa integrazione con Reindustria.


UN POLO PER LA MECCANICA: IL POL.ME.C

Un consorzio di imprese specializzate che uniscono le forze, presentano un progetto concreto e si pongono come interlocutori degli enti locali. E’ il Polo della meccanica castelleonese. Un progetto sostenuto dalla Provincia di Cremona con 90mila euro, iniziativa dal basso capace di fare breccia in tempi di crisi. Venti imprese con 250 addetti che, condividendo clienti e fornitori, hanno chiesto aiuto alla politica.
In particolare alla Provincia che, a partire dal presidente Salini e dall’assessore Soccini, hanno risposto prontamente, completando il percorso iniziato con gli interventi a favore dei lavoratori delle imprese in difficoltà nell’area castelleonese.
In data 13 febbraio 2010 l’amministrazione provinciale e il Polo della Meccanica del Castelleonese hanno sottoscritto un protocollo d’intesa nel quale si sanciscono la collaborazione e il sostegno della Provincia di Cremona a questo importante progetto di aggregazione industriale operante in un settore cardine dell’economia provinciale.
Il protocollo prevede l’impegno da parte di Pol.Me.C. ha presentare, con cadenza trimestrale, una relazione illustrativa delle attività svolte e un dettagliato rendiconto delle spese sostenute in considerazione del contributo versato dall’amministrazione per sostenere le spese di start-up.
Nel 2010 si è effettuato un costante monitoraggio per verificare l’effetto sull’economia locale e creare un database di professionalità ed esperienza che possa costituire un esempio per possibili progetti similari che emergeranno nel resto del territorio provinciale nei vari comparti di cui è composta l’economia del nostro territorio.


CONSULTA ECONOMICA PROVINCIALE
CONFRONTO CON LE CATEGORIE DEL TERRITORIO PER DECISIONI CONDIVISE

La Consulta Economica Provinciale è ora un organismo pensato come strumento di raccordo permanente fra le istituzioni e le associazioni rappresentative d’interessi, legati allo sviluppo socio-economico ed è prevista dallo Statuto dell’Ente (art. 24).
L’Amministrazione Provinciale attribuisce un preciso assetto alla Consulta Economica, organismo già attivo in passato, attribuendole funzioni maggiormente definite, grazie al percorso di approvazione al quale è stato sottoposto il regolamento di funzionamento della stessa: approvato dalla Giunta Provinciale in data 30 giugno 2010 (DGP n. 307), è passata all’esame del Consiglio Provinciale del 20 luglio 2010 (DCP n. 88).

Torna la Consulta economica provinciale. 
Un luogo di confronto reale con gli attori del territorio, punto di sintesi per esprimere pareri e valutazioni sull’attività della Provincia. In questa ottica è stata ripensata la Consulta, riunita per la prima volta venerdì 7 maggio.
Si tratta di un momento di lavoro e collaborazione tra l’Amministrazione provinciale, la Camera di commercio, le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria e, in generale, il territorio.
Nell’incontro di maggio si è scelto un ordine del giorno particolarmente qualificante, legato ai principali investimenti autostradali sul territorio.
Ma non solo. Sul tavolo anche le questioni calde del sistema societario locale e dello sviluppo dei servizi Cremona-Tencara. Senza tralasciare il piano degli investimenti dell’Ato, sistema idrico e ricadute sul territorio. Al tavolo dei relatori, oltre al presidente Salini e all’assessore Soccini, il presidente della Camera di Commercio Giandomenico Auricchio, e il Rappresentante della Provincia nelle società Centropadane e Brebemi Alberto Sciumé. 
E’ stata un’occasione di vera compartecipazione alle scelte legate agli investimenti. Gli amministratori pubblici possono svolgere in modo pieno il proprio mandato solo se si pongono come terminale di enti locali, imprese e lavoratori.
Numerosi gli interventi dei rappresentanti delle categorie economiche, che hanno alimentato un ampio dibattito sulle soluzioni migliori ai diversi problemi al centro della Consulta. E’ questo il luogo in cui discutere i temi proposti da Provincia e mondo economico-sociale. Definite le strategie da intraprendere, si tratta di valutare idee, mezzi e modalità per la loro realizzazione. Verso la fine dell’anno è stato costituito il Comitato Direttivo della consulta per adempiere a quanto previsto nel regolamento della Consulta stessa.


CONSULTA INTERPROVINCIALE DELL’AREA VIADANESE - CASALASCA.

Si tratta di un’associazione senza scopi di lucro, che promuove lo sviluppo economico, sociale e la valorizzazione dell'area tramite il coordinamento delle attività tra soggetti pubblici e privati, sia sul versante della programmazione socio-economica che su quello della pianificazione territoriale. Promuove inoltre attività formative e progetti di sviluppo economico.
Con delibera del Consiglio Provinciale n. 115 del 25 novembre 1997, la Provincia di Cremona approva lo Statuto e aderisce alla “Consulta Interprovinciale dell’area Viadanese – Casalasca”, conferendo una quota costitutiva di capitale, con l’impegno di corrispondere una quota associativa annuale.
Come per altre realtà similari l’Amministrazione ha partecipato attivamente, tramite il proprio rappresentante, all’attività della Consulta onde analizzarne le risultanze e trasferirle in progettualità effettive.


L’INNOVAZIONE PRODUTTIVA, ORGANIZZATIVA E COMMERCIALE DELLE AZIENDE E SOSTEGNO ALL’ATTIVITÀ DI RICERCA

Si tratta di ambiti d’intervento presenti anche negli scorsi anni e che trovano una ragion d’essere ancora maggiore nell’attuale periodo di ciclo negativo.
L’innovazione e la ricerca sono, infatti, obiettivi strategici riconosciuti tali da tutte le analisi disponibili.
Dalla loro nascita, nel 2006, i “Bandi Innovazione” in provincia di Cremona sono stati sostenuti - a livello locale - dalla Camera di Commercio e dalla Provincia, con un impegno finanziario di uguale importo, a cui la Regione Lombardia aggiungeva la sua quota, pari a quanto messo a disposizione localmente. 

Per il bando 2008/2009 – orientato sulle tematiche dell’ambiente, dell’energia e della sicurezza nei luoghi di lavoro - Provincia e Camera hanno messo a disposizione complessivamente Euro 150.000,00.= (Euro 75.000,00.= a testa) e la Regione altrettanti per un totale complessivo pari a Euro 300.000,00.=.
Le domande pervenute sul bando 2008/2009 e ritenute valide dalla apposita Commissione costituita presso Unioncamere a Milano, richiedevano Euro 672.000,00.= (come da graduatorie del 4 agosto 2009); pertanto sarebbero stati necessari ulteriori Euro 372.000,00.= per poter accogliere tutte le richieste ritenute ammissibili. 
Di questi Euro 372.000,00.= mancanti, la Regione Lombardia si è resa disponibile a finanziare ulteriori Euro 252.000,00.=,oltre agli Euro 150.000,00.= già resi disponibili.
I restanti Euro 120.000,00.= dovevano essere recuperati a livello locale: Euro 60.000,00.= dalla Camera ed Euro 60.000,00.= dalla Provincia.
Si è pertanto stabilita la seguente ripartizione finale: Regione Lombardia Euro 402.000,00.=, Camera di Commercio Euro 135.000,00.= e Provincia Euro 135.000,00.=. 
La Provincia ha impegnato e liquidato a favore della Camera di Commercio i primi 75.000,00.= euro dei 135.000,00.= attualmente necessari.
I mancanti euro 60.000,00 sono stati individuati presso la Camera di Commercio, quali residui di precedenti attività congiunte, svolte sempre nell’ambito dello sviluppo delle imprese cremonesi
Si è deciso aderire, nei modi summenzionati, alla proposta avanzata dall’ente camerale di integrazione, paritaria, dello stanziamento iniziale del bando innovazione 2008/2009.
Le comunicazioni alle aziende destinatarie del contributo sono state tutte firmate congiuntamente e pariteticamente, sia dalla Provincia che dalla Camera di Commercio.


IL FONDO DI SOLIDARIETÀ 
Aiuti economici ai lavoratori colpiti dalla crisi. Stimolo alle imprese affinché facciano occupazione. Sostegno alle cooperative sociali per salvaguardare i dipendenti disabili. Sono le azioni concrete previste dal Fondo di solidarietà creato da Provincia di Cremona, Camera di Commercio, Cgil, Cisl e Uil e incrementato grazie alle iniziative della Giunta Salini.
Per definire le modalità pratiche di due dei tre interventi a favore delle fasce più deboli della società, lunedì 8 marzo è stato organizzato in Provincia un affollato incontro con i rappresentanti delle categorie economiche e del credito, che hanno firmato l’Accordo generale sul Fondo e i protocolli per le singole azioni e l’anticipo della Cassa integrazione. Insomma: un intervento che corona gli sforzi avviati nel luglio 2009, quando la mobilitazione di Provincia, Regione Lombardia, sindacati e categorie fece ottenere la cassa integrazione ai lavoratori della Saco, aprendo un percorso di sostegno al comparto della meccanica culminato nella nascita del Polo del Castelleonese e in ripetuti interventi a favore di lavoratori e imprese.

Ora il Fondo di solidarietà guarda alle esigenze reali del tessuto socio-economico locale segnato dalla crisi e la sua efficacia è stata aumentata dal cofinanziamento di Fondazione Cariplo ottenuto dalla Provincia. D’intesa con Camera di commercio e sindacati, la Provincia ha partecipato col progetto “Solidali attraverso il lavoro” al bando delle Emblematiche minori 2009 di Fondazione comunitaria, ottenendo da quest’ultima 200mila euro, a fronte di altrettanti già stanziati. Grazie a questo intervento il Fondo è salito a 600mila euro Così si risponde alle vere istanze del territorio, non solo a esigenze congiunturali. E’ la cifra di un approccio che mette il lavoro al centro, di una politica garante del benessere del territorio amministrato.


TAVOLO CRISI TAMOIL

In seguito alla decisione dell’azienda Tamoil di riconvertire la raffineria di Cremona, il cui impatto occupazionale diretto ed indiretto (indotto) si stima possa arrivare a toccare il migliaio di lavoratori, l’assessorato è impegnato come parte attiva del tavolo di crisi prontamente messo in campo dall’amministrazione provinciale che ne cura il coordinamento ed al quale prendono parte Provincia, Regione, Comune, Sindacati, Associazione Industriali, Camera di Commercio, Parlamentari e altri soggetti di volta in volta interessati.
L’ultima riunione si è svolta il 28 dicembre scorso per fare il punto sulla evoluzione della vicenda legata al futuro della raffineria cremonese e individuare un approccio comune in vista dell’incontro già fissato a Roma il prossimo 17 gennaio presso il Ministero dello Sviluppo economico.


VISITE AI COMUNI DELLA PROVINCIA

Nell’estate 2010 l’amministrazione ha iniziato un programma di visite nei 115 comuni che formano la Provincia di Cremona al fine di confrontarsi con le amministrazioni locali sulle esigenze e le problematiche del territorio nonché conoscere in particolare le realtà economico/produttive con visite dirette nelle aziende.
Nel 2010 i comuni visitati sono stati:
  • Casalmorano (no)
  • Gussola (no)
  • Castelverde
  • Piadena
  • Spino d’Adda
  • Rivarolo del Re
  • Vailate
  • Pizzighettone
  • Castel Gabbiano
  • Castelleone
  • Drizzona (no)
  • Soresina
  • Malagnino (no)
  • Cella Dati
Quelli con il “no” tra parentesi sono le visite cui non ho partecipato per altri impegni in agenda.


INCONTRI CON LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA

La particolarità storica della conformazione territoriale della provincia che risulta formata da entità con peculiarità differenti come il cremasco ed il cremonese si ripercuote anche, e non solo, nel campo dell’associazionismo economico.
Alla tradizionale presenza di diverse associazioni nella medesima categoria (commercio, agricoltura, ecc) che rispecchiano il quadro nazionale si aggiungono nel nostro caso un fattore “territoriale” di particolare rilevanza che richiede uno sforzo maggiore sotto il punto di vista delle relazioni tra l’assessorato ed il mondo associativo.
Difatti una particolare attenzione è stata prestata all’incontro/ascolto/confronto con tutte le associazioni operanti attraversi confronti bilaterali, partecipazione a tavole rotonde e convegni, nonché in incontri informali con i vari presidenti delle associazioni.


COORDINAMENTO CON ALTRI ASSESSORATI

La missione e gli obiettivi dell’assessorato rendono necessario, se non obbligatorio, un serrato confronto con altri assessorati per la redazione e promozione di iniziative per loro natura “interdisciplinari”.
Verso la fine del 2010 sono stati aperti due tavoli di confronto con gli assessori:
  • Leoni (governo del territorio e opere pubbliche) e Pinotti (agricoltura e ambiente) per progettazione su aree tencara e porto di Cremona.
  • Schiavi (politiche sociali e associative) e Orini (istruzione, formazione e lavoro) per dgr 9/381 su conciliazione famiglia/lavoro.

ASSOCIAZIONE CREMASCA STUDI UNIVERSITARI

L’associazione ha lo scopo di promuovere e sostenere le attività didattiche e la gestione operativa del polo universitario di Crema.
Ne fanno parte, oltre all’amministrazione provinciale, il comune di Crema, la Camera di Commercio, l’Università Statale di Milano, e diverse associazioni di categoria.
Quale rappresentante della Provincia in seno all’associazione l’attività si è suddivisa in due parti:
  • Monitoraggio e controllo della corretta gestione delle risorse finanziarie messe a disposizione dai vari soci (il contributo provinciale ammonta a oltre 50.000 euro).
  • Partecipazione a tutti i tavoli riguardanti la formulazione di progettualità sulla didattica e l’offerta formativa del polo universitario, con particolare attenzione ai risvolti connessi al rapporto tra il mondo della formazione universitaria e il mondo economico.

martedì 4 gennaio 2011

Pagellina 2010

di Gilberto Bazoli pubblicata oggi sul quotidiano "La Provincia" a pagina 13

Matteo Soccini.
Ha rilanciato la consulta economica e ripensato la mission di Reindustria. Sollevando, ovviamente, polemiche. Ma perché dovrebbe esistere qualcosa di intoccabile? Pare a volte essere più attento alle vicende della sua Crema e più, per quanto riguarda corso Vittorio Emanuele, alle questioni politiche che a quelle amministrative. Con risultati positivi: si dice sia anche merito suo la compattezza della delegazione leghista in giunta.
Voto:6-

martedì 28 dicembre 2010

RELAZIONE PROGRAMMATICA al BILANCIO di PREVISIONE 2011

a cura dell'Assessore allo Sviluppo Economico, cioè io...

Il Bilancio di previsione per l’anno 2011 riunisce gli interventi previsti a sostegno delle attività produttive.
Si tratta di un programma articolato che contempla sia la realizzazione d’iniziative proprie della Provincia che l’esercizio di funzioni trasferite e/o delegate dallo Stato e dalla Regione Lombardia.
Anche per il 2011 la parte preponderante dell’attività è finanziata da fondi extra-provinciali: regionali, statali e comunitari.
Ciò determina l’organizzazione del lavoro dell’assessorato che, per necessità, deve rispondere ai vincoli posti dalle fonti di finanziamento.
Va, inoltre, ricordato come gli ambiti d’intervento siano costantemente interessati da rilevanti cambiamenti legislativi, amministrativi e organizzativi che richiedono una continua attività di adeguamento.
Accanto a questi fattori importanti per l’organizzazione e l’attività, ve n’è un altro che si è imposto negli ultimi anni, vale a dire la pesante crisi economico-produttiva che interessa anche la nostra provincia.
La crisi produttiva continua ad avere importanti ripercussioni e, si ritiene, che la situazione permarrà critica anche nel prossimo futuro. Tale difficile situazione investe in modo rilevante l’intera attività.
La Provincia ha deciso di affrontare la questione intervenendo – per quanto possibile - su entrambi i versanti interessati, vale a dire: le aziende e i lavoratori.

Si procederà, quindi, sia con misure di sostegno alle imprese - che ci si propone di realizzare in modo innovativo e più incisivo.
Sostegno alla costituzione di aggregazioni imprenditoriali nei settori in maggiore difficoltà, il sostegno – se possibile – all’accesso al credito delle aziende anche con modalità diverse da quelle passate, il sostegno alle esportazioni e all’innovazione. Si tratta d’interventi che la Provincia già realizzava e che devono essere ora definiti e organizzati con maggior rigore e con una maggior capacità di indirizzo, finalizzazione e integrazione con altri livelli istituzionali: Unione Europea, Governo nazionale e Regione Lombardia.

Il programma focalizza alcuni contenuti volti prioritariamente alla valorizzazione di strumenti di programmazione negoziata, finalizzati alla condivisione dei progetti territoriali con il livello di governo regionale anche nell’ottica di una maggiore possibilità di attrazione di risorse; aggregazioni di soggetti pubblici (Distretti urbani e distretti rurali del Commercio) e privati (Pol. Mec.); organismi di raccordo permanente fra le istituzioni e le associazioni rappresentative di interessi, legati allo sviluppo socio-economico (Consulta economica provinciale) e collaborazione con organismi operanti in campo economico e della ricerca (Reindustria, Crema Ricerche), fra i quali si intende sviluppare un rapporto funzionale orientato all’approfondimento di temi e contenuti specifici determinati in seno alla Consulta.
Il programma si pone inoltre in stretta relazione con gli strumenti di approfondimento della conoscenza della struttura produttiva (quali, ad esempio, il Sistema informativo economico e sociale).

I temi dell’innovazione produttiva, organizzativa e commerciale delle aziende cremonesi e del sostegno all’attività di ricerca, nei precedenti anni ambiti d’intervento sostenuti anche attraverso risorse appostate direttamente nel bilancio provinciale ed erogate mediante bandi annuali, possono nell’attuale contesto essere sostenuti indirettamente, attraverso il sostegno ai soggetti operanti nel campo della formazione, del sistema delle conoscenze e della ricerca, e, mediante i soggetti cui si accenna nel primo capoverso del presente paragrafo, attraverso l’aggregazione e la creazione strutturata di reti e correlazioni stabili tra progetti, soggetti attuatori, canali di finanziamento, priorità di approfondimento.

Particolare attenzione, come sempre, è riservata all’integrazione tra gli interventi individuati in AQST, quelli trattati in sede di Consulta economica, e i canali del FESR, per ottenere un uso integrato e rigoroso delle risorse.
Poiché il bilancio è orientato allo stanziamento di risorse a favore di azioni legate a specifiche funzioni previste dalla legge, la scelta riguardante il programma delle attività per il 2011 è legata a questa condizione.

Per l’anno 2011 non è possibile considerare appostamenti di bilancio ad hoc per azioni specifiche su innovazione ed export, tradizionalmente svolte in collaborazione con la Camera di Commercio. Il medesimo contesto si propone per il sostegno all’attività degli organismi di garanzia fidi operanti sul territorio, che da anni la Provincia, come la Camera di Commercio, sostiene. Si segnala che il sistema provinciale degli organismi di garanzia fidi ha conosciuto una fase di rilevante trasformazione con l’adesione a organismi di livello regionale.

L’attuale limitatezza di risorse induce la Provincia a valutare con molta attenzione il proprio intervento e le sue effettive ricadute sulle aziende cremonesi, e impone di approfondire l’efficacia dell’azione svolta dall’ente nel livello che gli è proprio, quello della programmazione, nell’ottica di una sempre maggiore comprensione delle ricadute economiche collegate non solo ai comparti produttivi tradizionalmente indagati, ma anche allo sviluppo dei temi collegati ai temi della cultura e del turismo, letti anch’essi, come chiavi di sviluppo economico.


PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA

AQST

L’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) è uno strumento di programmazione negoziata previsto dalla legge regionale n. 2 del 14 marzo 2003 – [Regolamento attuativo della stessa legge: n. 18 del 12 agosto 2003].
La programmazione negoziata è la modalità con cui la Regione si rapporta con i soggetti locali per la condivisione e l’attuazione delle politiche regionali sul territorio.
L’accordo quadro si qualifica come strumento prioritario per la programmazione, il finanziamento e l’attuazione degli interventi che contiene, per i quali possono essere previste forme di agevolazioni nell’accesso ai finanziamenti regionali.
L’AQST per la provincia di Cremona ha preso avvio con delibera di promozione dell’accordo da parte della Giunta Regionale n. 8/1639 del 29 dicembre 2005.
L’Assessorato è attivo nella fase di monitoraggio delle azioni inserite.

CONSULTA ECONOMICA PROVINCIALE

La Consulta Economica Provinciale è ora un organismo pensato come strumento di raccordo permanente fra le istituzioni e le associazioni rappresentative d’interessi, legati allo sviluppo socio-economico ed è prevista dallo Statuto dell’Ente (art. 24).
L’Amministrazione Provinciale attribuisce un preciso assetto alla Consulta Economica, organismo già attivo in passato, attribuendole funzioni maggiormente definite, grazie al percorso di approvazione al quale è stato sottoposto il regolamento di funzionamento della stessa: approvato dalla Giunta Provinciale in data 30 giugno 2010 (DGP n. 307), è passata all’esame del Consiglio Provinciale del 20 luglio 2010 (DCP n. 88).


ATTIVITÀ PRODUTTIVE

Il sostegno alle attività produttive deve essere definito in stretto raccordo con il territorio con una visione complessiva, sistematica e razionale dell’attuale situazione di crisi, del suo impatto sulla realtà produttiva cremonese, sulle effettive possibilità di ripresa e sulle risorse effettivamente disponibili.
I temi sono da qualche tempo evidenziati in diverse analisi e riguardano:

 L’innovazione produttiva, organizzativa e commerciale delle aziende cremonesi,
 Il sostegno all’attività di ricerca e alla diffusione dei suoi risultati,
 Il miglioramento della propensione all’esportazione e alla internazionalizzazione delle aziende cremonesi,
 L’accesso al credito,
 Il sostegno alle strutture di servizio del mondo imprenditoriale.

Propedeutica all’elaborazione d’interventi efficaci negli ambiti suddetti è la conoscenza condivisa dell’effettiva situazione economica-sociale e degli obiettivi da perseguire.

A tal fine, si ritiene utile procedere, in collaborazione con altri soggetti (pubblici e privati) secondo una modalità operativa “a rete” che comporta il coinvolgimento dei soggetti interessati e la concentrazione delle risorse sui progetti ritenuti prioritari.
La capacità di acquisire finanziamenti esterni aggiuntivi appare di fondamentale importanza non essendo gli attuali bilanci degli enti locali in grado di sostenere interventi di rilevante significato per la struttura produttiva.
L’acquisizione di tali finanziamenti richiede, però, organizzazioni in grado di provvedere secondo tempi e modalità prefissate, e questo è un elemento che localmente, presenta ancora una qualche carenza.
Al riguardo un fattore determinante sarà la collaborazione con la Regione Lombardia sia nella fase di decisione delle priorità che in quella di recupero delle risorse.


IL SOSTEGNO ALLA PROPENSIONE DELLE AZIENDE CREMONESI VERSO L’ESPORTAZIONE E LA INTERNAZIONALIZZAZIONE

Per il futuro, si ritiene di intraprendere la strada dei progetti condivisi da più soggetti, sapendo di dover predisporre interventi calibrati sulle risorse disponibili, sulle esigenze e possibilità del territorio e, nello stesso tempo, fare in modo che tali esigenze siano sempre più qualificate.
L’intervento in parola è mantenuto anche nell’attuale periodo di crisi proprio per sostenere quelle imprese che mostreranno comunque un atteggiamento di apertura verso l’esterno.


L’INNOVAZIONE PRODUTTIVA, ORGANIZZATIVA E COMMERCIALE DELLE AZIENDE E SOSTEGNO ALL’ATTIVITÀ DI RICERCA

Si tratta di ambiti d’intervento presenti anche negli scorsi anni e che trovano una ragion d’essere ancora maggiore nell’attuale periodo di ciclo negativo.
L’innovazione e la ricerca sono, infatti, obiettivi strategici riconosciuti tali da tutte le analisi disponibili.
Questi enti – oltre che svolgere attività didattica - rappresentano una parte importante della nostra ricerca che potrebbe ancor di più espandersi e meglio servire il mondo produttivo.


PARTECIPAZIONE AD ORGANISMI CHE OPERANO IN CAMPO ECONOMICO

Reindustria

Si tratta di una società consortile a responsabilità limitata, a maggioranza pubblica, per il 55% del capitale. Il restante 45% del capitale è suddiviso tra numerosi privati: associazioni di categorie, organizzazioni sindacali e banche.
La Provincia di Cremona è socia per l’11% del capitale della società.
Reindustria è nata nel 1994 per gestire i contributi statali e regionali ottenuti in conseguenza della crisi “Olivetti”.
Oggi il suo funzionamento è sostenuto dai fondi che i soci trasferiscono annualmente sulla base di un programma triennale approvato dall’Assemblea dei soci e sulla base di stralci annuali di programma.
E’ poi previsto che i soci possano finanziare solo i progetti che ritengano di loro interesse, e, inoltre, affidare a Reindustria la realizzazione di un progetto di proprio esclusivo interesse del quale sosterrebbero la relativa spesa.
I risultati conseguiti nel cremasco hanno spinto Reindustria a interessarsi dello sviluppo economico dell’intera provincia di Cremona, attraverso la valorizzazione, il consolidamento, il potenziamento e lo sviluppo delle risorse del territorio, con i mezzi propri del marketing e dell’economia territoriale.
In particolare, il servizio offerto da Reindustria si concretizza nelle seguenti attività:

1. Sviluppo economico: promozione di interventi coerenti con un’economia territoriale sostenibile, attraverso due aree operative: a) area progetti, dedicata all’assistenza tecnica su bandi di finanza pubblica agevolata; b) area territorio, dedicata all’opportunità di investimento nel territorio;

2. Studi e pubblicazioni: promozione e coordinamento di studi socioeconomici di inquadramento generale sui comprensori;

3. Aggregazione d’impresa: creazione e applicazione di un modello innovativo di aggregazione d’impresa, in grado di supportare le imprese appartenenti alla filiera di riferimento in diversi settori, con lo scopo di creare vantaggi competitivi, supportare l’internazionalizzazione, migliorare l’efficacia della formazione, attraverso una funzione di coordinamento.

L’attività 2011 della società si baserà sul nuovo programma triennale, in fase di predisposizione, che accoglierà le proposte dell’amministrazione per interventi in merito al supporto ai piani d’area, all’istituzione di un “tavolo sui bandi” e lo studio e promozione dello sviluppo di un’importante area come quella di Tencara (unitamente al Porto di Cremona).
L’obiettivo per l’anno 2011 è quello di indirizzare le risorse provinciali al sostegno di specifiche azioni, anche facendo propri gli spunti emersi in sede di Consulta economica.

Crema Ricerche

Il Consorzio Crema Ricerche è stato costituito nel 1999 da Provincia di Cremona, Camera di Commercio di Cremona, Comune di Crema, Associazione Cremasca Studi Universitari e dall'Agenzia d'Area Reindustria S. cons.r.l., quali soci fondatori.
Esso ha sede nell'area “ex Olivetti” – oggi recuperata - e svolge la propria attività senza fini di lucro, ponendosi l'obiettivo di favorire la nascita e lo sviluppo delle imprese innovative, nonché il trasferimento tecnologico.
Si tratta di una realtà consortile che ha sviluppato molteplici attività a favore del sistema locale, a partire dal comprensorio cremasco, ma aprendosi ad un territorio più vasto e andando a promuovere iniziative a favore anche dei territori delle province di Bergamo e di Brescia.
In particolare, il Consorzio si propone l'obiettivo di prestare servizi reali soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese, nell'intento di promuovere la diffusione delle innovazioni e il trasferimento tecnologico.
Attualmente il Consorzio Crema Ricerche è composto da n. 58 soci, fra enti ed imprese interessati allo sviluppo delle problematiche legate all'innovazione e al trasferimento tecnologico.
Il Consorzio è dotato di un Consiglio di Amministrazione, di un Collegio dei revisori e di un Comitato Tecnico Scientifico.
Nel corso del 2011 l’Amministrazione valuterà e definirà le proprie modalità di partecipazione al consorzio. In ogni caso l’intervento avrà come obiettivi la razionalizzazione della struttura con l’obiettivo di proseguire l’integrazione con Reindustria, il miglioramento complessivo dell’attività alla luce anche della mutata situazione di contesto.

Consulta Interprovinciale dell’area Viadanese - Casalasca.

Si tratta di un’associazione senza scopi di lucro, che promuove lo sviluppo economico, sociale e la valorizzazione dell'area tramite il coordinamento delle attività tra soggetti pubblici e privati, sia sul versante della programmazione socio-economica che su quello della pianificazione territoriale. Promuove inoltre attività formative e progetti di sviluppo economico.
Con delibera del Consiglio Provinciale n. 115 del 25 novembre 1997, la Provincia di Cremona approva lo Statuto e aderisce alla “Consulta Interprovinciale dell’area Viadanese – Casalasca”, conferendo una quota costitutiva di capitale, con l’impegno di corrispondere una quota associativa annuale.
Come per altre realtà similari l’Amministrazione parteciperà attivamente, tramite il proprio rappresentante, all’attività della Consulta e analizzerà le risultanze onde trasferirle in progettualità effettive.

Pol.Me.C.

In data 13 febbraio 2010 l’amministrazione provinciale e il Polo della Meccanica del Castelleonese hanno sottoscritto un protocollo d’intesa nel quale si sanciscono la collaborazione e il sostegno della Provincia di Cremona a questo importante progetto di aggregazione industriale operante in un settore cardine dell’economia provinciale.
Il protocollo prevede l’impegno da parte di Pol.Me.C. ha presentare, con cadenza trimestrale, una relazione illustrativa delle attività svolte e un dettagliato rendiconto delle spese sostenute in considerazione del contributo versato dall’amministrazione per sostenere le spese di start-up.
Nel 2011 il monitoraggio proseguirà per verificare l’effetto sull’economia locale e creare un database di professionalità ed esperienza che possa costituire un esempio per possibili progetti similari che emergeranno nel resto del territorio provinciale nei vari comparti di cui è composta l’economia del nostro territorio.


FONDO A SOSTEGNO DEGLI ORGANISMI DI GARANZIA FIDI

L’accesso al credito è sicuramente una delle questioni principali per tutte le aziende ma, in modo particolare, per le piccole e piccolissime aziende che caratterizzano il nostro territorio.
Il sostegno al credito è quindi un ambito d’intervento che la Provincia considera con particolare attenzione. Potrà, quindi, essere utile valutare, compatibilmente con le eventuali disponibilità di bilancio, se mantenere il classico sostegno agli organismi di garanzia fidi oppure se inserire tale intervento in un contesto più ampio dovuto anche alla importante operazione di aggregazione che la maggior parte degli organismi di garanzia fidi cremonesi ha intrapreso nei mesi scorsi. Le eventuali iniziative saranno valutate in accordo con le parti interessate. In primis con la Camera di Commercio.


COMMERCIO

Consulta Provinciale del Commercio

Per il comparto del commercio, oltre alla partecipazione ai distretti di cui al punto seguente, l’Assessorato, al fine di promuovere momenti di confronto e dibattito sulle problematiche inerenti al settore in oggetto promuoverà una verifica sul funzionamento, e l’adeguamento regolamentare, della Consulta Provinciale del Commercio istituita con delibera consiliare del 16 ottobre 2002, il cui ultimo decreto di nomina dei componenti risale al 25 agosto 2006.
In considerazione della particolarità della tematica e del quadro normativo di riferimento (Legge Regionale 12/05), il confronto avverrà in stretta collaborazione con l’Assessorato alla pianificazione territoriale.

Distretti del Commercio

I “Distretti del Commercio” sono definiti dalla Regione come gli ambiti di livello infracomunale, comunale o sovracomunale nei quale i cittadini, le imprese e le formazioni sociali liberamente aggregati sono in grado di fare del commercio il fattore d’integrazione e valorizzazione di tutte le risorse di cui il territorio dispone, per accrescerne l’attrattività, rigenerare il tessuto urbano e sostenere la competitività delle sue polarità commerciali.

I Distretti del Commercio si distinguono tra:

 Distretti urbani del commercio (DUC): costituiti sul territorio di un unico Comune;
 Distretti diffusi di rilevanza intercomunale (DiD): costituiti sul territorio di più Comuni.

L’obiettivo è la promozione di progetti capaci di incidere strutturalmente e in modo duraturo sulle caratteristiche competitive dell’offerta commerciale locale, nel contesto di una più ampia riqualificazione urbana, con il coinvolgimento degli operatori commerciali, delle loro associazioni, degli Enti Locali, delle Camere di Commercio e degli altri attori del territorio, in una visione comune di un unico progetto di sviluppo Tale obiettivo è ben presente negli atti di programmazione regionale.
La Regione Lombardia promuove i Distretti del Commercio con l’intento di valorizzare in modo particolare i luoghi tradizionali e antichi del commercio, con particolare attenzione agli spazi pubblici delle cittadine storiche della Provincia.
Nel corso del 2008 e del 2009 sono state approvate le delibere regionali che introducono il concetto di Distretto del Commercio.
Per la provincia di Cremona sono stati approvati e finanziati due Distretti Urbani del Commercio (Cremona e Crema) e sei Distretti Diffusi (di cui i Comuni capofila sono: Pizzighettone, Soresina, Casalbuttano, Casalmaggiore, Pandino e Sospiro).
La Provincia di Cremona ha aderito a tutti i programmi d’intervento dei Distretti.
Obiettivo del 2011, anche grazie alla collaborazione con le Sedi Territoriali di RL, è quello di studiare e monitorare l’andamento delle attività previste, al fine di realizzare un concreto coordinamento tra le stesse e la programmazione provinciale.

giovedì 2 dicembre 2010

riflessione sul Comune di Crema

Come un buon leghista ho l'abitudine di rispettare i ruoli. Anche in questa occasione non interferirò sui giudizi e le decisioni del sindaco. Questo è ancora più valido se si considera che Bruttomesso è stato eletto direttamente dai cittadini.

La Lega è anche un alleato fedele, pertanto non mi opporrò a qualsiasi decisione del sindaco che sia in linea con il programma e nel programma non mi pare ci sia un passaggio dove si stabilisce che gli assessori siano inamovibili.

D'altra parte per il fatto di essere stati eletti direttamente dai cittadini le scelte, dei sindaci e presidenti di provincia, riguardo agli assessori spettano primariamente a loro proprio.
A tal proposito è loro dovere rispedire al mittente quei nominativi inadeguati che troppo spesso i partiti sottopongono alla loro attenzione.

Questo vale soprattutto quando per le nomine in enti, associazioni e società i partiti stessi, tramite i propri rappresentanti nei consigli e nelle giunte, sottopongono a sindaci e presidenti candidature del tutto sprovviste di curriculum adeguati ai ruoli da ricoprire.

Purtroppo esiste nel mondo politico (basta leggere una mia lettera a Bruttomesso riportata in un post di luglio n.d.r.) la presunzione che i partiti siano al di sopra di sindaci e presidenti, e che possano tranquillamente chiedere, se non addirittura pretendere, di tutto in fatto di nomine.

Un malcostume che Sindaci e Presidenti possono far cessare senza troppi problemi anteponendo nelle loro scelte sulle persone i principi della competenza, della fiducia e della buona amministrazione rispetto alla pretesa dei partiti di riempire caselle con uomini magari di "sicura fede verso il movimento" (come mi è capitato spesso di sentire), ma certamente inadeguati ad amministrare la cosa pubblica.

Speriamo,
...per il bene della  nostra comunità.

domenica 28 novembre 2010

Abolire le Province? Ecco la posizione ufficiale della LEGA

Nel suo editoriale di oggi su "La Provincia" il direttore Zanolli afferma "Quest'idea (la Provincia del Po n.d.r.)è in controtendenza con il proposito leghista di cancellare le Province, opportunisticamente accantonato dopo i successi elettorali del Carroccio (probabilmente intende quelli della primavera 2009 quando la Lega elesse numerosi suoi esponenti nelle amministrazioni provinciali n.d.r.)".

Su quali documenti UFFICIALI della LEGA NORD possa basare le sue affermazioni non saprei, forse per supportare quanto scrive porterà a supporto questa o quella dichiarazione, o è meglio dire boutade, di qualche leghista in libera uscita di pensiero.

Come dicevo quello che conta sul tema sono i documenti prodotti negli anni dalla Lega Nord, nei quali non si parla affatto di abolizione delle province, tutt'altro...

A riprova di questo riporto di seguito uno scritto della Segreteria Politica Federale della Lega Nord, il cui cooordinatore è l'attuale Ministro degli Interni Roberto Maroni, dal titolo eloquente "Abolire le Province? Non è nei programmi", firmato da Roberto Marracini e datato 17 dicembre 2008, vale a dire diversi mesi prima delle affermazioni elettorali citate.

Periodicamente ritorna a galla con forza la proposta di abolire le Province, proprio come sta facendo, attraverso una vera e propria campagna mediatica, il quotidiano Libero, da due settimane a questa parte. In base a queste prese di posizione, le Province vengono viste come enti inutili e come centri di sperpero di denaro pubblico. La critica comune che si sente spesso ripetere è che le Province "non servono a nulla", non hanno competenze forti, e non rappresentano in alcun modo la popolazione stanziata sul loro territorio, nel senso che non ne curano le istanze. La Lega Nord, al contrario, non la pensa in questi termini, tanto che si è distinta, in passato, e si distingue ancora oggi, proprio per una posizione diversa da questa.

Una posizione che potrebbe apparire controcorrente, ma che in realtà è molto più razionale di quanto si pensa. Rivedere, in profondità, l'assetto istituzionale del Paese è quanto la Lega Nord intende fare, fino in fondo. Del resto è solo grazie alla Lega Nord che si sta procedendo a riformare lo Stato in senso federale e si sta concretizzando, finalmente, il federalismo fiscale. Ma questo non significa eliminare, con un semplice tratto di penna, le Province (enti riconosciuti esplicitamente a livello costituzionale, articolo 114 della Costituzione).

Se, infatti, non ci limitassimo a generiche affermazioni di principio, dettate, molto spesso, da spirito polemico fine a se stesso, e da pura e semplice propaganda, ci accorgeremmo, invece, che le Province, in molti casi, rappresentano un terminale territoriale utile e vicino ai cittadini. Basti pensare, al riguardo, alle competenze provinciali in merito alla formazione professionale (ad es. corsi di formazione regolati ed organizzati dalle Province); la competenza sulla viabilità nelle arterie stradali intercomunali; sui trasporti; le competenze sul turismo e sul mercato del lavoro (servizi per l'occupazione) a livello provinciale. Come si vede, non è corretto sostenere con leggerezza e semplicità che le Province non servono a nulla. Servono, invece.

Da un punto di vista storico, poi, l'ente provinciale possiede una propria appartenenza al sistema istituzionale del decentramento del nostro Paese, oltre che ad incarnare, direttamente, una vera e propria identità territoriale, non riscontrabile in altri livelli di governo (come ad esempio nelle Regioni). A chi non è mai capitato di ragionare in termini di appartenenza provinciale prima che regionale? Vi sono moltissimi cittadini che, prima di sentire con forza la propria origine regionale, sentono molto di più quella provinciale. E così ci accorgiamo di sentirci prima milanesi e poi lombardi. Prima vicentini e poi veneti. Prima modenesi e poi emiliani, ecc.
Non è nemmeno corretto inoltre, chiariamo una volta per tutte, affermare che in campagna elettorale sia il centro-destra che il centrosinistra hanno promesso di voler abolire le Province. Ma cerchiamo di capire meglio.

Nel programma elettorale del PdL compare una frase al riguardo, ma è bene leggere bene cosa c'è scritto esattamente, e cioè: "II nostro impegno sarà all'opposto sul lato della spesa pubblica, che ridurremo nella sua parte eccessiva, non di garanzia sociale, e perciò comprimibile. A partire dal costo della politica e dell'apparato burocratico (ad esempio delle Province inutili)". Ebbene, c'è scritto "Province inutili". E quali sarebbero mai queste Province inutili? Forse quelle nelle quali verranno istituite le future Città Metropolitane? O se no quali? Sono quelle, come dichiarato chiaramente dal Ministro dell'Interno Maroni. in una interrogazione a risposta immediata alla Camera dei Deputati, delle nove aree metropolitane individuate dalla legge, e in cui verranno istituite le Città Metropolitane.
Anche il programma elettorale del Pd non parla esplicitamente di eliminare tutte ed indistintamente le Province, ma, cito testualmente, afferma: "Eliminazione delle Province là dove (dieci milioni di abitanti) si costituiscono le Città Metropolitane".

Ancora un volta appare evidente come il comportamento di molti esponenti politici in questi giorni, che appoggiano e concordano con le proposte sull'abolizione delle Province, sia solo - a mio modesto avviso -un "cavalcare la protesta", strumentale per guadagnare consenso. Legittimo, attenzione. Come, però, è del tutto legittimo difendere le Province, che si configurano - all'interno del sistema istituzionale italiano - come l'ente locale intermedio tra Comune e Regione.
Negli ultimi anni, anche in virtù della Riforma costituzionale del 2001 (nuovo Titolo V della Costituzione), le Province hanno acquisito nuove e importanti competenze: politiche attive del lavoro, formazione, piani territoriali di coordinamento, politiche di sviluppo locale e altre competenze in tema di mobilità. La Provincia, infatti, quale Ente territoriale di area vasta, preposto al riequilibrio del territorio tra aree deboli (l'interno e le periferie), aree forti (i capoluoghi e le aree produttive) e tra i soggetti, può diventare realmente il punto di riferimento istituzionale e programmatico per quanti abitano ed operano al suo interno. Inoltre, svolgono importanti funzioni, in alcuni casi insostituibili, nel confronti dei piccoli Comuni, che non avrebbero altra possibilità di ottenere servizi, infrastrutture, manutenzione delle scuole, ecc.

E poi, non dimentichiamo che, in questo momento di "apertura federalista" del nostro Paese, la Provincia potrebbe, davvero, diventare un tassello di autonomia territoriale molto importante. La nostra Provincia corrisponde, a grandi linee, per estensione territoriale, ai Cantoni svizzeri, che sono dei veri e propri enti federati che mantengono intatta la loro autonomia, il loro autogoverno e, soprattutto, la loro sovranità. Solo per citare un esempio, nella Costituzione della Repubblica del Cantone Ticino è scritto, all'art. 1 secondo comma: "II Cantone è membro della Confederazione svizzera e la sua sovranità è limitata soltanto dalla Costituzione federale".

La nostra Costituzione sancisce, all'articolo 5, il sacrosanto principio autonomistico, recependo direttamente il modello del decentramento dei poteri; decentramento che, nella nostra visione ideale, dovrebbe rappresentare il corretto funzionamento di tutta l'architettura dello Stato.

Al posto delle Province, allora, perché non iniziamo intervenendo su tutti quegli organismi quali Ato, Bacini, Agenzie (anche regionali), Consorzi ecc., al fine di riportare alle Province i compiti di coordinamento che la legge già attribuisce loro? Questa è una valida proposta, alternativa a quella della semplice eliminazione delle Province. Una proposta che farebbe risparmiare molti soldi, ma lascerebbe in vita le Province.

Quindi, non aboliamo le Province, che sono, fino a prova contraria, ancora un luogo di affezione territoriale insostituibile per tanti cittadini. E rappresentano, nel complesso panorama dei diversi livelli di governo nel nostro Paese, uno degli elementi su cui poter costruire un efficiente sistema federalista.