venerdì 6 aprile 2012

CREMA 2012 | idee per un programma amministrativo

di seguito il mio contributo (raccolto solo in parte) al programma elettorale per le amministrative di maggio a Crema.


LE ATTIVITA' PRODUTTIVE E L'OCCUPAZIONE LOCALE


Negli anni '90 Crema ha subito la chiusura di due grosse entità produttive quali l’Olivetti e la Ferriera con le conseguenze sul piano occupazionale ed economico che tutti conosciamo. Si sta cercando di recuperare quella occupazione e si sta cercando di individuare le possibili vie d'uscita dalla crisi in cui ci troviamo. La congiuntura nazionale non aiuta certo a migliorare a vista d'occhio la situazione.

In sede locale l'impegno di Crema è quello di trattenere le aziende presenti offrendo opportunità e modalità di permanenza diversificate, consentendo più facili condizioni di utilizzo dei suoli per usi produttivi riducendo così al minimo il rischio di delocalizzazione.

Per i nuovi insediamenti si amplierà l'area a disposizione del PIP di Via Bramante limitatamente al completamento dell’area avendo come confine il tracciato della nuova viabilità inserita nel PGT di recente adozione, un contesto industriale già dotato di servizi e che è propedeutico all'utilizzo dell'area ex‑Olivetti, contigua.

Sarà nostro obiettivo quello di aiutare la creazione di un polo industriale sovracomunale (al confine con Bagnolo Cremasco) a ovest del Comune di Crema, in direzione Milano, perché riteniamo che solo offrendo aree ad alto contenuto tecnologico si possano attirare investitori importanti e duraturi soprattutto nel campo dell'occupazione. Ed anche perché riteniamo che in campo produttivo il Cremasco debba essere considerato un tutt'uno, con le sue aree da sfruttare tecnologicamente e le sue aree da salvaguardare dal punto di vista ambientale e residenziale.

L'impegno, pertanto, sarà quello di garantire queste iniziative, di lavorare a fianco a fianco con gli operatori economici, dando quel supporto amministrativo e politico che ci compete, facendo leva per quanto si va a fare anche sul consenso da ricercare negli amministratori locali.
L'impegno è tale che dovrebbe essere programmato su più di una tornata amministrativa, anche perché deve intersecare le convergenze finanziarie, industriali e d’infrastrutture necessarie.


ARTIGIANATO E PICCOLA IMPRESA 


La competizione e i mercati inducono le parti produttive del tessuto economico a continui aggiornamenti sia strutturali sia di visione commerciale; la spina dorsale della nostra economia sono proprio quei nuclei produttivi che si identificano nell’artigiano diffuso e nella piccola impresa.

Il riconoscimento evidente di questa economia di produzione così radicata sul territorio, così come la certezza che le capacità imprenditoriali non necessitino solo di una proiezione verso l’esterno, ma anche della ricostruire un’identità locale indirizzata competitivamente allo sviluppo e all’innovazione tecnologica, ci induce a proporre la rivalutazione dell’aspetto localistico della progettazione e dell’internazionalità tra tutti gli attori interessati alla pianificazione delle opportunità dell’economia locale.

Il Comune è un osservatorio privilegiato che rileva una serie importante di dati economici e sociali ed è così capace di individuare sia le sensibilità sia le vocazioni del territorio che amministra potendo influire con i sui strumenti di pianificazione sulla radice del binomio di rapporto tra impresa e territorio.

In quest’ambiente di rivalutazione dei ruoli e delle motivazioni dell’ente locale e dei suoi amministratori va rilevata la presenza di una normativa che attraverso l’istituzione dello sportello unico per le imprese da modo di rendere un adempimento di legge, a volte economicamente pesante e in parte riduttivo nella sua impostazione, in uno strumento che riporti invece il Comune in un ruolo esclusivo di promotore di una serie d’iniziative che, superando il semplice elemento di applicazione di una legge, siano di stimolo e di compartecipazione nel programmare lo sviluppo dell’impresa e contemporaneamente delle politiche territoriali.

Le competenze dello sportello unico hanno subito una progressiva estensione e un accentramento sempre più esclusivo nell’ente locale dei ruoli procedurali sino a far dedurre che in tempi brevi si possa giungere a una nullità di atti emanati da altri organi o enti, riteniamo di utilizzare l’obbligo del procedimento unificato per riportare nell’ente comunale, singolo o consorziato, il merito delle scelte politico–amministrative sul tema dello sviluppo economico.

E’ giusto ricordare che nel processo semplificato racchiuso nel ruolo dello sportello unico, si concentrano tutti quegli iter concessori che fino ad ora andavano inseguiti in vari enti.

Consapevoli che lo sportello unico, quando organizzato e funzionante, avrà un costo non indifferente di funzionamento strutturale, sia come organizzazione interna sia come consulenze esterne, senza che vi sia una certezza della quantità di lavoro da coordinare e produrre, intendiamo proporlo come uno degli elementi che l’amministrazione comunale può inserire in un programma più ampio di valorizzazione economica e sociale del territorio.

Pensiamo di riportare a livello locale una capacità di scelte e di supporti che integrino la capacità imprenditoriale valorizzando le possibilità di:

  • Rapporto tra amministrazione e categorie
  • Progettare lo sviluppo inserendolo con cognizione negli strumenti di programmazione quale la pianificazione urbanistica
  • Incoraggiare i rapporti internazionali tra i componenti delle filiere produttive
  • Favorire lo scambio di conoscenze aziendali
  • Incentivare l’ingresso al lavoro delle nuovi generazioni e favorire lo scambio di conoscenze intergenerazionali
  • Mettere a disposizione delle categorie e delle imprese già presenti e di quelle nuove tutte le conoscenze rispetto alle misure di sostegno finanziario disponibili
  • Coordinare iniziative infrastrutturali tra pubblico e privato per la valorizzazione del territorio e delle sue vocazioni economiche.
  • Una progettualità globale che veda protagonisti tutti gli attori sociali ed economici del territorio.
Proponiamo quindi, per il comprato produttivo, di individuare il Comune come elemento primario di tutte le azioni di trasformazione delle richieste e delle vocazioni dei cittadini e del territorio ponendosi non solo come ente burocratico ma anzi rivalutando tutte le sue possibilità di conoscenza e stimolo per coinvolgere tutto il tessuto cittadino in un balzo coordinato ed attrezzato intellettualmente e strutturalmente verso l’adeguamento dell’economia locale nella sfida del terzo millennio.

E' un complesso di attività produttive molto diversificate e con bisogni infrastrutturali non omogenei che per la loro collocazione hanno bisogno di scelte urbanistiche differenti necessitando, secondo le dimensioni aziendali ed il tipo di prodotto offerto, di contesti ben definiti. Occorre, quindi, evitare di isolare l'attività artigianale dal resto delle residenze (artigianato di servizio) e delle altre attività produttive cittadine (artigianato di beni cosiddetti industriali). L'obiettivo è di mantenere una composizione mista nell'utilizzo delle strutture fisiche e dei suoli urbani, il che appare una condizione essenziale di vitalità economica e sociale della città. 

Pertanto, da una parte ci sarà l'ampliamento del PIP, come già ricordato, dall'altra parte ci sarà il reperimento di spazi anche minimi all'interno del tessuto urbano residenziale indispensabili allo sviluppo dell'artigianato che sempre più si sta facendo largo.


LE ATTIVITA' COMMERCIALI 

L'attività commerciale deve essere dimensionata sulla capacità d'acquisto del mercato locale, fondendo la tradizione cittadina con i nuovi sistemi di distribuzione. Inoltre il tessuto commerciale tradizionale deve far fronte anche alle esigenze che s’impongono con la scelta di allargare la visibilità turistica della Città, concentrata soprattutto nel Centro storico.

D'altra parte è indubbio che non bisogna ulteriormente penalizzare le zone periferiche che si stanno privando di esercizi commerciali essenziali, a cui bisogna far fronte con scelte di servizio nuove. E' necessario, quindi, definire al più presto un nuovo piano commerciale che se ispiri ai criteri sopra riportati e che escluda l'inserimento di nuove strutture di grande distribuzione ritenendo che quelle presenti siano già sin troppo esaustive. Anzi, anche i comuni limitrofi dovrebbero farsi carico di questa problematica, interessando la grande distribuzione, anche il cambio delle modalità di vita dei propri abitanti.

Bisogna valorizzare i negozi dei Centro Storico, vero centro commerciale della Città. Offrendo maggiori opportunità al consumatore, applicando sinergie tra gli operatori privati e la parte pubblica. Necessitano certamente più parcheggi, soprattutto negli orari di punta, ma bisogna anche diversificare gli orari di apertura per venire incontro all'utenza. Certamente dopo una concertazione fra le parti interessate.


LE ATTIVITA' TERZIARIE 

Di fatto, a Crema non esiste un sovradimensionamento del terziario. E' possibile e auspicabile che nei prossimi anni ci sia un aumento di questo settore, soprattutto nel campo dei servizi all'industria e all'artigianato. Ciò non comporta particolari investimenti infrastrutturali, ma solo la predisposizione di un quadro di norme urbanistiche non rigidamente vincolistiche che consentano l'insediamento di attività produttive terziarie che, per loro natura, possono coesistere con altre iniziative economiche e usi abitativi.


LE ATTIVITA' TURISTICHE E LE INFRASTRUTTURE CULTURALI 

L’attività ideale di un Ente locale interessato alla cultura dovrebbe essere quella mirata alla tutela dell’identità del proprio territorio, con la conservazione e la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale nel rispetto della sua storia.

Oggigiorno, di fronte a spinte mondialiste sempre più forti tendenti a considerare tutti i cittadini allo stesso modo, cioè semplici sudditi, è necessario rivendicare il nostro diritto di difendere e valorizzare le differenze; la propria storia, la propria cultura e le proprie tradizioni fanno di ogni Comunità locale un bene che vogliamo salvaguardare in tutte le sedi, anche e soprattutto mediante interventi di natura amministrativa.

Sarà dunque nostro compito utilizzare la cultura al fine di riscoprire le peculiarità della Padania, così numerose ma sempre colpevolmente taciute dalla volontà centralista di Roma, impegnata sempre e comunque a garantire spazi e visibilità a forme di espressioni culturali e artistiche provenienti da zone che non ci appartengono.

Il concetto importante è che la cultura non deve essere considerata un costo bensì un vero e proprio investimento per l’Amministrazione comunale, pensando alla ricaduta sul turismo e sull’immagine complessiva del Comune. Un campo verso il quale l’Ente locale avrà un occhio di riguardo sarà quello della cultura tradizionale tipica del Comune: usi, costumi, saggezza popolare, gastronomia locale, manifestazioni religiose e teatrali collettive, feste stagionali, espressioni etnomusicali, letteratura ed arte popolari (proverbi, canzoni, creazioni artistiche). Si dovrà partire dalla constatazione che l’identità culturale e storica del nostro popolo è un bene primario, onde la necessità di una sostanziosa valorizzazione attraverso una serie d’interventi, anche in accordo con altri Enti locali, che andranno dal rilancio di manifestazioni dimenticate o decadute, all’organizzazione di convegni sulle materie in questione, all’edizione di pubblicazioni illustrative.

Saranno importanti determinate azioni tendenti a riscoprire particolari edifici, luoghi o monumenti.
Contemporaneamente si concederanno ampi spazi di espressione alla cultura popolare locale, utilizzando e favorendo arti quali teatro, musica, pittura, da sempre veicoli principali delle tradizioni dei popoli.

L’opportunità di trovare uno spazio espositivo adeguato per illustrare la storia del Comune, mediante un museo etnografico, può certamente garantire ai cittadini (e ai turisti) la conoscenza e l’approfondimento dell’immagine storica del loro territorio, in tutte le fasi della sua evoluzione socio-culturale.

La rivitalizzazione dei nuclei storici cittadini costituisce un punto importante del nostro programma, e a tal fine si cercherà di favorire il decentramento d’iniziative legate alla cultura, a vantaggio dei centri minori.

L’associazionismo e il volontariato saranno premiati quanto più siano in grado di ricostruire, con le loro azioni, la personalità storica, culturale e sociale della Comunità.
Incentivi dunque saranno stanziati e concessi a favore di queste realtà che, è bene ricordarlo, a fronte di enormi sacrifici per il bene della collettività non sempre riescono a sopravvivere economicamente.

Ultimo, ma non meno importante degli altri, l’obiettivo di catalogare e censire, per poi preservare, tutte le esperienze, le tradizioni e le manifestazioni che costituiscono uno storico indicatore delle eredità e delle norme locali che nel loro insieme valgono come identità culturale e storica della Comunità.

In sintesi, la nostra Amministrazione comunale deve promuovere una politica culturale di equilibrio tra tradizione ed innovazione, tesa al recupero ed alla valorizzazione dell'identità della nostra zona e nello stesso tempo pronta a cogliere le modificazioni che sono in atto.
In questa logica si perseguirà l'obiettivo di valorizzare il patrimonio delle tradizioni civili e religiose, che vedano la partecipazione della scuola, dei giovani, delle associazioni culturali.

Solamente con un’azione politica di questo tipo sarà possibile reagire alle spinte centraliste e omologanti provenienti dalla cultura di regime e tendenti alla progressiva scomparsa del retroterra culturale padano, di cui la nostra amministrazione si farà invece valido difensore.

Il nostro intento è far diventare sempre di più Crema Città Universitaria e d’importanza culturale e turistica, pertanto le attività e gli intenti dovranno essere indirizzati in questa direzione. In quest’ottica che bisogna inserire l’attività del Museo di Crema e della struttura del teatro S. Domenico, l’organizzazione di manifestazioni culturali dovranno imperniarsi su queste strutture, facendo leva sulle disponibilità artistiche ed associazionistiche del nostro territorio, per organizzare manifestazioni culturali di ampio richiamo.

E’ inoltre importante recuperare quanto prima, alla disponibilità cittadina, l’ex Mercato Austro-Ungarico per utilizzarlo per mostre e manifestazioni. Si dovrà incrementare l’opera di recupero delle Mura Venete e dei suoi percorsi. La diffusione delle bellezze della città nel territorio nazionale e internazionale non può prescindere dalla partecipazione ai maggiori appuntamenti fieristici del settore.


CENTRO CONVEGNI 


Considerando le richieste pervenute in questi anni e il numero dei partecipanti alle varie iniziative, si propone la creazione a Crema di un Centro convegni, o Congressi, considerata la sua posizione ideale all'interno delle strutture operative lombarde. Qualche privato potrebbe intervenire nel creare le strutture e, secondo noi, è da incentivare, considerando la considerevole ricaduta sulla città in termini economici, d'immagine, di occupazione, di cultura. I soggetti privati, se interessati, potrebbero intervenire su aree apposite, una delle quali potrebbe essere individuata nella zona Olivetti, che tra l’altro è sede dell’Università e dei progetti che intorno a questa si dovranno muovere.


PARTECIPAZIONE AD ORGANISMI CHE OPERANO IN CAMPO ECONOMICO

Reindustria

Si tratta di una società consortile a responsabilità limitata, a maggioranza pubblica, per il 55% del capitale. Il restante 45% del capitale è suddiviso tra numerosi privati: associazioni di categorie, organizzazioni sindacali e banche.
Il Comune di Crema è socio per il 17% del capitale della società. Reindustria è nata nel 1994 per gestire i contributi statali e regionali ottenuti in conseguenza della crisi “Olivetti”.

Oggi il suo funzionamento è sostenuto dai fondi che i soci trasferiscono annualmente sulla base di un programma triennale approvato dall’Assemblea dei soci e sulla base di stralci annuali di programma.

E’ poi previsto che i soci possano finanziare solo i progetti che ritengano di loro interesse, e, inoltre, affidare a Reindustria la realizzazione di un progetto di proprio esclusivo interesse del quale sosterrebbero la relativa spesa.

I risultati conseguiti nel cremasco hanno spinto Reindustria a interessarsi dello sviluppo economico dell’intera provincia di Cremona, attraverso la valorizzazione, il consolidamento, il potenziamento e lo sviluppo delle risorse del territorio, con i mezzi propri del marketing e dell’economia territoriale.

In particolare, il servizio offerto da Reindustria si concretizza nelle seguenti attività: 

·         Sviluppo economico: promozione di interventi coerenti con un’economia territoriale sostenibile, attraverso due aree operative: a) area progetti, dedicata all’assistenza tecnica su bandi di finanza pubblica agevolata; b) area territorio, dedicata all’opportunità di investimento nel territorio;

·         Studi e pubblicazioni: promozione e coordinamento di studi socioeconomici di inquadramento generale sui comprensori;

·         Aggregazione d’impresa: creazione e applicazione di un modello innovativo di aggregazione d’impresa, in grado di supportare le imprese appartenenti alla filiera di riferimento in diversi settori, con lo scopo di creare vantaggi competitivi, supportare l’internazionalizzazione, migliorare l’efficacia della formazione, attraverso una funzione di coordinamento.

L’attività della società si baserà, nella prima parte del mandato amministratvo del Comune sul nuovo programma triennale che potrà accogliere nuove linee programmatiche per rendere la stessa società un vero strumento operativo a servizio del territorio, un’auspicio gà manifestato dall’amministrazione provinciale.

L’obiettivo per il mandato amministrativo 2012-2017 è quello di indirizzare le risorse comunali al sostegno di specifiche azioni e di mantenere uno stretto rapporto con le categorie economiche. 

Crema Ricerche

Il Consorzio Crema Ricerche è stato costituito nel 1999 da Provincia di Cremona, Camera di Commercio di Cremona, Comune di Crema, Associazione Cremasca Studi Universitari e dall'Agenzia d'Area Reindustria S. cons.r.l., quali soci fondatori.

Esso ha sede nell'area “ex Olivetti” – oggi recuperata - e svolge la propria attività senza fini di lucro, ponendosi l'obiettivo di favorire la nascita e lo sviluppo delle imprese innovative, nonché il trasferimento tecnologico.

Si tratta di una realtà consortile che ha sviluppato molteplici attività a favore del sistema locale, a partire dal comprensorio cremasco, ma aprendosi ad un territorio più vasto e andando a promuovere iniziative a favore anche dei territori delle province di Bergamo e di Brescia.

In particolare, il Consorzio si propone l'obiettivo di prestare servizi reali soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese, nell'intento di promuovere la diffusione delle innovazioni e il trasferimento tecnologico.

Attualmente il Consorzio Crema Ricerche è composto da n. 58 soci, fra enti ed imprese interessati allo sviluppo delle problematiche legate all'innovazione e al trasferimento tecnologico.

Il Consorzio è dotato di un Consiglio di Amministrazione, di un Collegio dei revisori e di un Comitato Tecnico Scientifico.

Nel corso del mandato l’Amministrazione valuterà e definirà le proprie modalità di partecipazione al consorzio, il tutto considerando che il consorzio sarà impegnato nel rinnovo delle cariche (Cda) e nella redazione del nuovo piano triennale 2012-2014. In ogni caso l’intervento avrà come obiettivi la razionalizzazione della struttura con l’obiettivo di proseguire l’integrazione con Reindustria, il miglioramento complessivo dell’attività alla luce anche della mutata situazione di contesto.