mercoledì 11 aprile 2012

BERGHEM, 10/04 | Serata dell'Orgoglio Leghista

«Sono giorni di passione, di dolore, di rabbia per l’umiliazione, l’onta di essere considerati un partito di corrotti. Bossi non si merita quello che è successo».

«Ho provato orrore per le accuse di collusione con la ’ndrangheta e la mafia, cose inaudite, orrende. Ma sono anche giorni in cui si risveglia l’orgoglio di essere leghisti, della Lega di un tempo, onesta. Lo dimostra la reazione dei tanti che non ci stanno, che vogliono ripartire, e stasera ripartiamo con le nostre straordinarie battaglie. La Lega, la potentissima, non è morta e non morirà mai, riparte da questa meravigliosa platea, non ci sono cerchi che tengano».

«Dobbiamo fare pulizia. È intollerabile accettare la violazione del nostro codice morale e dei valori leghisti. Chi sbaglia paga».

«Non è una caccia alle streghe. Lo dico io che avrei tanti motivi di rancore, tentarono di espellermi 15 anni fa e sono ancora qui. Però dobbiamo finirla con i complotti, le scomuniche e i cerchi. Basta. Da oggi si cambia. Parte un nuovo corso con nuove regole».

Eccole.
  1.  i soldi alle sezioni.
  2. meritocrazia.
  3. largo ai giovani.
  4. fuori chi non le rispetta.
«Oltre alle regole, oltre a fare pulizia, dobbiamo pensare alla cosa più importante: l’unità del movimento per vincere la nostra battaglia, l’indipendenza della Padania. La Padania non è mai stata minacciata come in questo momento, dalla crisi, dal governo, dall’Europa e dalla finanza internazionale. La partitocrazia e Roma vogliono annientare la Lega. Tenteranno ancora di dividerci».

«Abbiamo valutato la necessità di fare subito i congressi nazionali e il congresso veneto lo stesso giorno del lombardo. Dobbiamo dare un segnale forte di coesione straordinaria. E dopo i congressi nazionali bisogna anticipare anche il congresso federale, entro giugno, per dare una guida salda e forte al movimento. Non lo dico per me, ho già detto che se Bossi si ripresenterà io lo rivoterò».

«Abbiamo un sogno nel cuore. Diventare nel 2013 il primo partito della Padania. Possiamo farcela».

Roberto Maroni.