sabato 16 settembre 2017

Comitato Cremasco Lombardia Autonoma


Lo scorso 28 agosto è stato costituito il Comitato Cremasco per il Sì al Referendum per l'Autonomia della Lombardia. 
Iniziativa spontanea di cittadini che sosterranno il "Sì" al Referendum del 22 Ottobre.
Il comitato conta ad oggi circa 50 adesioni dal territorio, e ha incassato il sostegno dell'assessore regionale Gianni Fava e del capogruppo in consiglio regionale della lista Maroni Presidente Stefano Bruno Galli.

“Il Comitato Cremasco - spiegano i promotori - è un comitato spontaneo di cittadini, civico e trasversale. Da fine Aprile siamo attivi con una pagina facebook e riunioni informative. Poco prima delle ferie l'assessore regionale Gianni Fava, a margine di un evento sul tema dell'autonomia, ci ha esortati ad ufficializzare la nostra attività. 

Pochi giorni fa, dopo mesi di attività, abbiamo avuto anche l'appoggio del capogruppo della lista Maroni Stefano Bruno Galli che ha riconosciuto e apprezzato la nostra trasversalità e l'impegno che abbiamo profuso sino ad oggi nell'informare i cittadini sul tema del residuo fiscale e dell'Autonomia di Regione Lombardia.”

Hanno aderito al comitato, presiduto da Michela Bettinelli, professionista titolare di uno studio di consulenza con sede in città, diversi docenti, professionisti, commercianti e amministratori del territorio: tra loro il capogruppo di minoranza a Pandino, Francesco Vanazzi, e il portavoce di Fratelli d'Italia a Pandino Riccardo Bosa, molto attivi nel promuovere il Referendum nella zona dell'alto cremasco.

“Aderire al comitato è semplice e gratuito - spiega Matteo Soccini tra i promotori dell'iniziativa - basta inviare la dichiarazione di volontà via email (info@cremascoperlautonomia.org) e prendere visione dello statuto che contiene obiettivi e modalità di funzionamento del comitato.”

Oltre all'intensa attività social e attività di informazione sulle modalità di voto che si terranno nel cremasco, il “Comitato per il Sì" al Referendum per l'autonomia della Lombardia ha in programma un evento previsto per l'ultima settimana di settembre a Crema che vedrà la partecipazione dell'assessore regionale Gianni Fava. Evento cui ha confermato la sua presenza anche il Governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni.

lunedì 11 settembre 2017

11/09 | DIADA NACIONAL de CATALUNYA


La Diada Nacional de Catalunya (o semplicemente Diada) è il giorno di festa nazionale della comunità autonoma della Catalogna, che viene celebrato l'11 settembre di ogni anno.

In quel giorno infatti si commemora la caduta di Barcellona nelle mani delle truppe borboniche di Filippo V di Spagna comandate dal duca di Berwick durante la Guerra di Successione Spagnola l'11 settembre 1714, dopo 14 mesi d'assedio.

Inoltre, si commemora la conseguente abolizione delle istituzioni catalane, come ad esempio la Generalitat de Catalunya in seguito alla promulgazione dei Decreti di Nueva Plantanel 1716.

sabato 2 settembre 2017

#CremaMigliora? Speriamo, nel frattempo #CremaPaga!


Il primo è stato l'hashtag ufficiale della campagna elettorale che ha portato alla riconferma dell'amministrazione Bonaldi alla guida della città, slogan alquanto opinabile, il secondo la realtà che si troveranno a vivere i cittadini nei prossimi mesi.

"Se hanno votato PD allora vogliono questo!" È uno dei commenti che mi aspetto di leggere a questa foto.
Nulla di più superficiale e riduttivo.
Una campagna elettorale non si riduce a uno o due slogan, ma ad un complesso di fattori e situazioni tra loro interconnessi.

Qualcuno pensa veramente che tutti coloro che hanno votato a sinistra siano contenti di dover pagare per sostare dove oggi è gratis? Certo che no...
Se la Bonaldi ha vinto è stato anche perché agli occhi degli elettori non si è palesata una reale alternativa capace di coagulare il consenso necessario ad un cambio di maggioranza, come avvenuto in tutta la Lombardia e non solo.

Responsabilità? Tante...
Ed il voler artificiosamente attribuirle solamente ad una o due persone (i nomi penso li conosciate...) è il modo migliore per perdere ancora tra 5 anni.

domenica 27 agosto 2017

REFERENDUM per l'AUTONOMIA | perché un referendum?


Come funziona il referendum?
Si tratta di una consultazione, approvata dal Consiglio regionale, per chiedere ai cittadini della Lombardia se desiderano per la nostra Regione maggiore autonomia e più risorse da trattenere sul territorio. Lo scopo di questo referendum è di rendere la Lombardia simile alle regioni a Statuto speciale, per trattenere sul territorio le risorse prodotte dai cittadini lombardi al fine di abbassare le tasse e garantire servizi ancora migliori. Sempre il 22 ottobre 2017 si svolgerà in Veneto un referendum consultivo analogo a quello lombardo.

Chi può votare, quando e come si vota?
Possono partecipare al referendum consultivo tutti i cittadini italiani maggiorenni residenti in Lombardia e gli iscritti alle liste elettorali della Lombardia. Le urne saranno aperte domenica 22 ottobre 2017 dalle 7 alle 23. Il voto si esprimerà scegliendo tra le opzioni SI o NO.

Bisogna raggiungere un quorum?
No. In questo tipo di referendum non è previsto un quorum, cioè un numero minimo di votanti affinché il referendum sia valido.

Perché è stato scelto il referendum?
Perché è lo strumento principe della democrazia e perché, se supportata dal voto di milioni di lombardi, la richiesta di maggiore autonomia acquisterà un peso maggiore, per cui lo Stato centrale non potrà ignorare la volontà di milioni di cittadini nelle trattative con la Regione Lombardia per definire i termini dell’autonomia e la quantità di risorse in più da trattenere sul nostro territorio.

Perché non abbinarlo ad altre consultazioni per risparmiare?
La democrazia ha un costo e per fare il referendum ci vorranno 46 milioni di euro, di cui circa 16 milioni di investimento per l’acquisto dei computer necessari per lo svolgimento del referendum con voto elettronico che verranno poi destinati alle scuole per supportare l’attività di insegnamento e didattica. Per cui il referendum avrà un costo netto ed una tantum di circa 30 milioni di euro: pari a circa 3,00 € a cittadino!

Il presidente Maroni per contenere i costi ha più volte chiesto ai governi centrali l’abbinamento del referendum con altre consultazioni elettorali (amministrative, politiche..), cosa che avrebbe comportato un risparmio di 21 milioni di euro. Da Roma però sono sempre arrivate risposte negative a dimostrazione del fatto che ai governi centrali non interessa nulla risparmiare sui costi.

Perché non aprire una trattativa diretta con lo Stato?
Nel 2007 la Regione Lombardia – e anche il Veneto e la Toscana e prima ancora nel 2004 il Piemonte – aveva già provato ad avviare una trattativa con il governo centrale senza però ottenere alcun risultato concreto perché il tutto si svolse a porte chiuse, senza il coinvolgimento dell’opinione pubblica. Ben 4 trattative quindi finite male. In più negli ultimi anni i governi centrali hanno portato avanti una politica di tagli precludendo di fatto qualsiasi possibile dialogo.

Senza dimenticare che il governo Renzi aveva promosso una riforma della Costituzione che andava a togliere risorse e competenze alla Regione Lombardia, riforma che poi è stata bocciata dai cittadini. In questo contesto di tagli e di riforme centraliste che minavano la già misera autonomia della Regione Lombardia, era impossibile intavolare una trattativa istituzionale che portasse risultati concreti per la Lombardia né fidarsi dei governi centrali che si sono susseguiti. Per questo motivo i consiglieri regionali hanno dato pieno mandato al presidente Maroni per l’indizione del referendum sull’Autonomia: solo coinvolgendo milioni di cittadini in questa battaglia sarà possibile ottenere risultati concreti in termini di autonomia e federalismo.

Ma è un referendum consultivo e allora a cosa serve andare a votare?
Oggi, a Costituzione vigente, è solamente possibile indire un referendum consultivo su questa materia. In ogni caso anche il referendum sulla Brexit era consultivo, eppure sta cambiando le sorti del Regno Unito e di un intero Continente. Allo stesso modo il referendum del 22 ottobre può cambiare totalmente lo stato italiano. Con il peso di 10 milioni di cittadini lombardi e 5 milioni di veneti, oltre che ottenere l’autonomia per le due regioni, si innescherà finalmente quel processo federalista necessario per sistemare lo stato italiano dalle fondamenta.

E’ il referendum della Lega Nord?
Assolutamente No, è il referendum di TUTTI i cittadini che abitano e lavorano in Lombardia, infatti la richiesta di indizione del referendum è stata votata sia della maggioranza che da una parte dell’opposizione in Consiglio regionale.

domenica 6 agosto 2017

CATALUNYA | il 15 settembre parte la campagna per il Sì all'indipendenza


In vista del #referendum sull’indipendenza previsto per il 1° Ottobre, le principali sigle secessioniste inizieranno la campagna per il “Sì” il 15 Settembre.

Lo ha annunciato il Presidente dell'Assemblea Nazionale Catalana (Anc), il principale movimento della società civile indipendentista, Jordi Sanchez.

Prenderanno parte alla mobilitazione i partiti secessionisti del PdeCat del Presidente Carles Puigdemont, Erc del Vicepresidente Oriol Junqueras e la sinistra radicale della Cup, presenti nel Parlamento regionale, di cui detengono la maggioranza assoluta.

Non è previsto per i partiti unionisti, avversi all’indizione della consultazione, l’avvio di una campagna referendaria.

mercoledì 5 luglio 2017

ADDIO DODDORE, SARDEGNA LIBERA!

 
"Doddore Meloni è morto questa mattina alle 9.10 all'ospedale SS. Trinità di Cagliari.
Dopo l'arresto, il 28 aprile scorso, il suo stato di salute era progressivamente degenerato a causadi uno sciopero della fame e della sete intrapreso in carcere.
Giovedì scorso, dopo la visita del medico di fiducia in carcere, era stato ricoverato d'urgenza al Santissima Trinità.

Il leader indipendentista aveva 74 anni."

questa è l'itaglia, paese di 💩💩💩

giovedì 29 giugno 2017

PROFUGHI & MIGRANTI, o per meglio dire CLANDESTINI


Dal sito del Corriere della Sera:
Sensibile sulla questione anche il presidente francese Emmanuel Macron che ha chiesto coerenza all’Europa sulle «grandi sfide che si pongono ai nostri tempi» ma che ha fatto un distinguo sui migranti: «Noi sosteniamo l’Italia e la Francia deve fare la sua parte sull’asilo di persone che vogliono rifugio. Poi c’è il problema di rifugiati economici, e questo non è un tema nuovo: l’80% dei migranti che arrivano in Italia sono migranti economici. Non dobbiamo confondere».
CONDIVIDO E SOTTOSCRIVO OGNI SINGOLA PAROLA DEL PRESIDENTE FRANCESE, NUOVA ICONA DELLA SINISTRA DE NOALTRI...

PERTANTO EVITIAMO OGNI CONFUSIONE, DI PROFUGHI VERI E PROPRI NE ARRIVANO BEN POCHI, GLI ALTRI CHIAMATELI PURE "MIGRANTI", MA IN REALTÀ SONO "CLANDESTINI".

domenica 18 giugno 2017

CORSICA | Grande vittoria dei Nazionalisti alle elezioni per l'Assemblea Nazionale di Parigi.


Grande risultato dei Nazionalisti di Corsica (da non confondere con ben altri "naziunalisti itaglioti e/o francesi" n.d.r.) che nel secondo turno delle elezioni per l'assemblea nazionale di Parigi hanno conquistato 3 dei 4 seggi in palio su tutta l'isola, il quarto è andato alla destra gollista. 😉😉😉

Quanto alla povera Marine il FrontNational raccatta a malapena 8 seggi in tutta la Francia, terza batosta dopo le regionali di autunno e le presidenziali di poche settimane fa.

E pensare che a leggere i commenti al primo turno delle presidenziali c'era pure qualcuno che aveva sfidato il ridicolo nello scrivere che "nazionalisti e regionalisti di Corsica votano LePen!" 😂😂😂

venerdì 9 giugno 2017

INDIPENDENZA | La Catalogna sfida Madrid: «Referendum per l'Indipendenza l’1 ottobre».


L'annuncio del presidente Carles Puigdemont: «Ai catalani verrà chiesto se vogliono che la Catalogna sia uno stato indipendente e repubblicano».

Il presidente catalano Carles Puigdemont ha lanciato questa mattina l’ultima sfida allo stato spagnolo annunciando che il referendum sull’indipendenza della Catalogna sarà convocato il primo ottobre prossimo malgrado il veto del governo di Madrid. Ai catalani sarà chiesto, ha detto, se vogliono che la Catalogna sia «uno Stato indipendente sotto forma di Repubblica».

Rajoy: «Illegale»


L'annuncio di Puigdemont aggrava la crisi in corso con Madrid, dagli sviluppi imprevedibili. Il premier conservatore spagnolo Mariano Rajoy ha dichiarato «illegale» e «anticostituzionale» il referendum catalano, affermando che ne impedirà lo svolgimento. Puigdemont ha annunciato in forma solenne la data della convocazione del referendum nella sede della Generalità catalana, circondato da tutto il governo e dai deputati indipendentisti che hanno la maggioranza assoluta nel parlamento di Barcellona. Per ora non è stato firmato alcun atto ufficiale per evitare che Madrid faccia immediatamente ricorso alla Corte costituzionale spagnola per bloccare la convocazione e chiedere misure contro i dirigenti catalani. Puigdemont ha accusato il governo di Madrid di non avere dato alcuna risposta positiva alle offerte di negoziato da parte della Catalogna. Il «President» ha fatto risalire l'aggravamento del conflitto con la Spagna alla sentenza della corte costituzionale di Madrid di 7 anni fa che aveva bocciato lo «statuto catalano» votato dai parlamenti di Madrid e Barcellona e approvato con un referendum dalla popolazione catalana. Da allora «tutte le nostre proposte sono state respinte», ha detto, e da Madrid è giunta «una lunga serie di no».