domenica 27 agosto 2017
REFERENDUM per l'AUTONOMIA | perché un referendum?
Come funziona il referendum?
Si tratta di una consultazione, approvata dal Consiglio regionale, per chiedere ai cittadini della Lombardia se desiderano per la nostra Regione maggiore autonomia e più risorse da trattenere sul territorio. Lo scopo di questo referendum è di rendere la Lombardia simile alle regioni a Statuto speciale, per trattenere sul territorio le risorse prodotte dai cittadini lombardi al fine di abbassare le tasse e garantire servizi ancora migliori. Sempre il 22 ottobre 2017 si svolgerà in Veneto un referendum consultivo analogo a quello lombardo.
Chi può votare, quando e come si vota?
Possono partecipare al referendum consultivo tutti i cittadini italiani maggiorenni residenti in Lombardia e gli iscritti alle liste elettorali della Lombardia. Le urne saranno aperte domenica 22 ottobre 2017 dalle 7 alle 23. Il voto si esprimerà scegliendo tra le opzioni SI o NO.
Bisogna raggiungere un quorum?
No. In questo tipo di referendum non è previsto un quorum, cioè un numero minimo di votanti affinché il referendum sia valido.
Perché è stato scelto il referendum?
Perché è lo strumento principe della democrazia e perché, se supportata dal voto di milioni di lombardi, la richiesta di maggiore autonomia acquisterà un peso maggiore, per cui lo Stato centrale non potrà ignorare la volontà di milioni di cittadini nelle trattative con la Regione Lombardia per definire i termini dell’autonomia e la quantità di risorse in più da trattenere sul nostro territorio.
Perché non abbinarlo ad altre consultazioni per risparmiare?
La democrazia ha un costo e per fare il referendum ci vorranno 46 milioni di euro, di cui circa 16 milioni di investimento per l’acquisto dei computer necessari per lo svolgimento del referendum con voto elettronico che verranno poi destinati alle scuole per supportare l’attività di insegnamento e didattica. Per cui il referendum avrà un costo netto ed una tantum di circa 30 milioni di euro: pari a circa 3,00 € a cittadino!
Il presidente Maroni per contenere i costi ha più volte chiesto ai governi centrali l’abbinamento del referendum con altre consultazioni elettorali (amministrative, politiche..), cosa che avrebbe comportato un risparmio di 21 milioni di euro. Da Roma però sono sempre arrivate risposte negative a dimostrazione del fatto che ai governi centrali non interessa nulla risparmiare sui costi.
Perché non aprire una trattativa diretta con lo Stato?
Nel 2007 la Regione Lombardia – e anche il Veneto e la Toscana e prima ancora nel 2004 il Piemonte – aveva già provato ad avviare una trattativa con il governo centrale senza però ottenere alcun risultato concreto perché il tutto si svolse a porte chiuse, senza il coinvolgimento dell’opinione pubblica. Ben 4 trattative quindi finite male. In più negli ultimi anni i governi centrali hanno portato avanti una politica di tagli precludendo di fatto qualsiasi possibile dialogo.
Senza dimenticare che il governo Renzi aveva promosso una riforma della Costituzione che andava a togliere risorse e competenze alla Regione Lombardia, riforma che poi è stata bocciata dai cittadini. In questo contesto di tagli e di riforme centraliste che minavano la già misera autonomia della Regione Lombardia, era impossibile intavolare una trattativa istituzionale che portasse risultati concreti per la Lombardia né fidarsi dei governi centrali che si sono susseguiti. Per questo motivo i consiglieri regionali hanno dato pieno mandato al presidente Maroni per l’indizione del referendum sull’Autonomia: solo coinvolgendo milioni di cittadini in questa battaglia sarà possibile ottenere risultati concreti in termini di autonomia e federalismo.
Ma è un referendum consultivo e allora a cosa serve andare a votare?
Oggi, a Costituzione vigente, è solamente possibile indire un referendum consultivo su questa materia. In ogni caso anche il referendum sulla Brexit era consultivo, eppure sta cambiando le sorti del Regno Unito e di un intero Continente. Allo stesso modo il referendum del 22 ottobre può cambiare totalmente lo stato italiano. Con il peso di 10 milioni di cittadini lombardi e 5 milioni di veneti, oltre che ottenere l’autonomia per le due regioni, si innescherà finalmente quel processo federalista necessario per sistemare lo stato italiano dalle fondamenta.
E’ il referendum della Lega Nord?
Assolutamente No, è il referendum di TUTTI i cittadini che abitano e lavorano in Lombardia, infatti la richiesta di indizione del referendum è stata votata sia della maggioranza che da una parte dell’opposizione in Consiglio regionale.