Oltre a tutto questo, di gran lunga sufficiente per mandarli a cagare anziché farci alleanze politiche (alquanto impossibili per partiti e movimenti che affondano le proprie radici nei principi di autonomia, autodeterminazione, indipendenza e federalismo, non certo per formazioni neocentraliste e sovratonte), usano anche uno slogan che oggi definiremmo “renziano”...
lunedì 23 settembre 2019
❌🔴❌ Cos’è VOX España? 🔴❌🔴
Oltre a tutto questo, di gran lunga sufficiente per mandarli a cagare anziché farci alleanze politiche (alquanto impossibili per partiti e movimenti che affondano le proprie radici nei principi di autonomia, autodeterminazione, indipendenza e federalismo, non certo per formazioni neocentraliste e sovratonte), usano anche uno slogan che oggi definiremmo “renziano”...
lunedì 22 luglio 2019
POLITICA | “CHIAGNERE” (miseria) e “FOTTERE” (risorse), come sempre al NORD…
Articolo per "La Voce del Nord"
In queste giornate di fermento sul tema dell’autonomia, chiesta a gran voce da Lombardia e Veneto, il terreno di scontro principale rimane sempre lo stesso, le risorse a disposizione delle regioni che compongono lo stivale, molte delle quali incapaci di spenderle in maniera adeguata.
Nel merito uno degli scogli principali che emerge nel dibattito tra il governo e le regioni padane riguarda i risparmi generati da una maggiore efficienza amministrava nella gestione delle competenze trasferite che il governo vorrebbe tenersi in cassa a Roma, se non redistribuire alle regioni meridionali, i cui esponenti di ogni grado e impenitenza non passano giorno senza piangere miseria, puntando perennemente il dito contro i cattivoni del nord che hanno l’ardore di chiedere di poter gestire una quota maggiore delle tasse che pagano grazie al proprio lavoro.
Tasse che nell’ex Regno delle Due Sicilie si guardano bene dal pagare, come emerge da uno studio dell’Università della Tuscia (non il primo peraltro n.d.r.) riportato brevemente sul sito del Corriere della Sera di sabato 20 luglio, la cui lettura consiglio a tutti per comprendere per l’ennesima volta, se mai ve ne fosse bisogno, come il detto napoletano “chiagni e fotti” sia l’unico vero e proprio “programma politico” che anima tutti coloro che, da certe latitudini, si scagliano contro la voglia di autonomia di lombardi e veneti.
Ecco l’articolo, buona e incazzata lettura…
L’economia sommersa non dichiarata dalle persone fisiche ammonta in Italia a circa 119 miliardi di euro. E nelle regioni del Sud il fenomeno è più accentuato, specie in Campania, Calabria e Sicilia. È quanto emerge da uno studio del Dipartimento Economia impresa e società dell’università della Tuscia che ha esaminato i dati delle ultime dichiarazioni dei redditi, relative al 2017, confrontandoli con i consumi delle famiglie nello stesso anno. Esiste, rileva l’indagine, un divario del 17,5% tra il reddito disponibile degli italiani ed i loro consumi. In pratica il valore del sommerso Irpef è 5 volte superiore ai 23 miliardi che servono per evitare gli aumenti Iva.
In sostanza, spiega lo studio, pur ipotizzando che non sia stato risparmiato nulla da nessuno in Italia nel 2017, si sono spesi 118,8 miliardi in più di quanto è stato dichiarato (e che al massimo poteva essere speso). La ricerca non considera l’intera casistica delle società di capitali (che non distribuiscono utili ai soci persone fisiche) né l’Iva, quindi il divario individuato attiene solo il mondo delle persone fisiche. Guardando alle singole Regioni, al primo posto la percentuale di divario più alta si registra in Campania (29,02%), segue la Calabria (26,77%) e la Sicilia (26,51%); la percentuale più bassa è invece rilevata nelle Marche (1,17%). Considerando il biennio 2016/2017, il sommerso vale circa 217 miliardi, ed è sempre la Campania al primo posto con la percentuale più alta (24,97%), seguita da Lazio (22,59%) e Molise (22,56%); la percentuale più bassa è invece nelle Marche in cui è negativa (-0,22%): la spesa media complessiva è cioè inferiore al reddito disponibile.
venerdì 19 luglio 2019
POLITICA | L’autonomia “secondo il PD” non è vera autonomia.
Col seguente articolo inizia la mia collaborazione con "La Voce del Nord", buona lettura.
Sul sito www.huffingtonpost.it è apparso in articolo dal titolo molto chiaro
“L’autonomia secondo il PD”, un testo che in poche righe esprime il pensiero
del partito oggi di Zingaretti e ieri di Renzi (cui si deve la riforma costituzionale,
poi bocciata dal referendum, che restringeva di molto le autonomie n.d.r.) su
un tema molto sentito in particolare da lombardi e veneti.
Cosa si evince dallo scritto? Semplicemente che l’autonomia
secondo il PD non è la vera autonomia chiesta dai 5.000.000 di elettori che
hanno votato a favore dei referendum del 22 ottobre 2017. In particolare gli
estensori del testo già dalle prime righe vanno già al nocciolo della questione
affermando che: “Le suggestioni leghiste
di istituire nuove Regioni a statuto speciale o di trattenere sui territori i
cosiddetti residui fiscali hanno avvelenato il confronto di questi mesi,
rendendo impossibile qualsiasi concreto passo in avanti.”
In altre parole, la cassa non si tocca e deve gestirla
sempre Roma, come è esplicitato nel passaggio che ribadisce come: “Per quanto riguarda l’attribuzione di
risorse, riteniamo sia da escludere decisamente qualsiasi ipotesi fondata sul
criterio della spesa media procapite – che finirebbe per accentuare i
divari territoriali già esistenti – mentre riteniamo necessario individuare,
oltre al criterio della “spesa storica”, meccanismi che consentano a tutte le
regioni di beneficiare, secondo un principio di solidarietà, di una parte dei
vantaggi (anche di carattere finanziario) del recupero di efficienza connessi
all’autonomia.”
Un modo come un altro per dire al Nord “taci e paga!” e se
risparmi denaro mantenendo buono i livelli dei servizi ai tuoi cittadini quei
risparmi dovranno finire a chi non è capace nemmeno di svuotare i cassonetti
della propria “monnezza” (ogni riferimento alle perenni crisi dei rifiuti di
Roma, Napoli e Palermo è assolutamente voluto…).
Per il resto il testo prosegue con le solite formule tanto
care ad una certa sinistra che di evolversi verso modelli di “progressismo”
come quelli catalano e scozzese non ne vuole sentire, basta leggere le prime
righe dove si afferma che: “Proponiamo un
modello di autonomia giusta, che rispetti i principi di solidarietà su cui si
fonda la Repubblica, “una e indivisibile”, e che miri al miglioramento e
all’efficienza dei servizi nell’intero Paese.”
Delle ataviche inefficienze, degli sprechi, degli sperperi, delle
clientele, dell’assistenzialismo, eccetera, eccetera, che attanagliano le
regioni meridionali, nonché delle possibili soluzioni di cui necessitano
veramente i cittadini onesti del sud nessuna traccia. Peccato, ennesima
occasione sprecata.
giovedì 6 giugno 2019
CULTURA CREMA | verso l'ennesimo "mestér cremàsch" ?
In questi giorni gli utenti di Facebook e Instagram, come il sottoscritto, hanno notato una serie di post dedicati al rilancio del sito www.culturacrema.it, che cito testuale essere il "PORTALE DELLE INIZIATIVE CULTURALI E TURISTICHE organizzate, promosse e/o patrocinate dal Comune di Crema".
Rilancio basato sull'apertura di una pagina su Facebook ed un profilo su Instagram tramite i quali veicolare il messaggio che "Crema rilancia la propria immagine per raccontarsi nei valori e nell'attrattiva!"
Progetto "social" ambizioso che mi auguro possa portare risultati concreti per la città. Risultati che passano però dalla capacità di arricchire e completare con contenuti e iniziative il messaggio originale.
Questo perché se la singola fotografia su Instagram può essere utile per attrarre attenzione, questo interesse deve essere coltivato e finalizzato nel momento in cui l'utente accede al suddetto "portale" mettendo a sua disposizione servizi e informazioni sempre aggiornati.
Ed è in questo passaggio che nascono i problemi, alcuni dei quali avevo già evidenziato in un post del 21 gennaio 2017. Se da un lato il sito presenta un calendario ricco degli eventi in programma, i problemi nascono scorrendo la pagina ed arrivando alla sezione con i link ad altri siti che vengono presentati come "SITI PARTNER SCOPRI LE LORO INIZIATIVE CON UN CLIK".
Allora...
Teatro San Domenico - irraggiungibile nel momento in cui scrivo (magari ha solo cambiato indirizzo e gli amministratori devono solo aggiornare il link).
Extraordinary Crema - creato come www.turismocrema.it in occasione dell'Expo di Milano, rimasto aggiornato al 2015!?!? sul quale è possibile prenotare la navetta per un evento chiuso da quattro anni.
Made in Crema - ultimo post a dicembre 2018 e penultimo a dicembre 2016...
Crema 2016 - sito dedicato a Crema Città Europea dello Sport e fermo al 31 dicembre 2016...
Come ho scritto in premessa, nonostante queste "perle", l'augurio che il progetto possa portare risultati rimane, così come il timore che tutto finisca nel solito "mestér cremàsch".
martedì 23 aprile 2019
Sant Jordi e la libertà per i prigionieri politici
Nella giornata in cui la Catalogna celebra San Giorgio (Sant Jordi in catalano), suo Santo Patrono, il pensiero non può che correre al carcere di Madrid dove sono rinchiusi, da fin troppo tempo, dodici prigionieri politici catalani contro i quali, in queste settimane, lo stato spagnolo sta celebrando un processo dal chiaro sapore “franchista”.
Il tutto nel silenzio assordante delle forze politiche “democratiche” di tutta Europa e col compiacimento di quelle “sovraniste”, come gli spagnoli neofranchisti di Vox.
domenica 14 aprile 2019
CREMA | nuova ZTL, polemiche e una proposta per il futuro.
Ancora polemiche e inviti al dialogo sul progetto di nuova ZTL in quel di Crema.
Bene hanno fatto i rappresentanti dell'opposizione a richiamare la giunta comunale a mostrare maggiore apertura al dialogo e al confronto con gli attori interessati, siano essi cittadini, associazioni del commercio e non solo e la cosiddetta "società civile".
I problemi di un allargamento della zona a traffico limitato attuale, in tutta sincerità non mi vede particolarmente contrario, a patto però che se ne valuti la reale efficacia e utilità, magari differenziandone la fruibilità durante la settimana e in periodi particolari così come in occasione di manifestazioni ed eventi di particolare interesse e impatti sulla città.
Richiami continui, lanciati in diverse occasioni in questi anni, vuoi sul progetto di riqualificazione di Porta Ombriano, peraltro cambiato più volta in corso d'opera, per continuare su Piazza Garibaldi, fino alla nuova viabilità di Via Cadorna/ Via Cremona caduti costantemente nel vuoto di una sordità frastornante da parte degli amministratori pro-tempore della nostra città.
Nulla di sorprendente in questo atteggiamento che parte dalla mancata comprensione prima, sfociata nel suo palese smantellamento, di quello che doveva essere uno strumento adatto a discutere con i diversi attori presenti sul territorio comunale delle problematiche riguardanti lo sviluppo, il marketing territoriale, l'offerta turistica e commerciale della città.
Uno strumento chiamato "Distretto del Commercio", che in diverse realtà in questi anni ha dato buoni frutti ma che a Crema in pochi hanno creduto, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Per questo, nella prospettiva di una nuova offerta amministrativa, le attuali forze di opposizione dovrebbero da subito mettere al centro di un moderno e propositivo modello di gestione della città, il rilancio se non del distretto stesso quantomeno della sua filosofia che resta attualissima.
domenica 10 marzo 2019
10 MARZO 1959 | TIBETAN UPRISING DAY
La Giornata dell’Insurrezione Tibetana, osservata il 10 marzo, commemora la rivolta tibetana del 1959 contro la presenza della Repubblica Popolare Cinese in Tibet.
Il fallimento della ribellione armata alla fine portò a una violenta repressione dei movimenti indipendentisti tibetani e alla fuga del Dalai Lama Tenzin Gyatso in esilio.
La Giornata dell'Insurrezione Tibetana è osservata principalmente da organizzazioni e persone che sostengono la libertà del popolo tibetano ed è spesso accompagnata dalla pubblicazione di una dichiarazione del Dalai Lama.
I gruppi di indipendenza tibetani organizzano spesso proteste o campagne il 10 marzo per attirare l'attenzione sulla situazione in Tibet.
Per questo ricordare, specialmente nel sessantesimo anniversario, quei tragici eventi è un dovere, nella speranza che il popolo tibetano possa un giorno ritrovare la propria libertà.
venerdì 15 febbraio 2019
AUTONOMIA | MAI MULÀ, TÈGN DǗR!
Ordunque il fatidico giorno è arrivato, quel 15 di febbraio posto come scadenza per la presentazione delle proposte del Governo a fronte delle richieste di autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Un parto lungo, e alquanto faticoso, sul cui esito non mi esprimo non avendo ancora letto nel dettaglio le singole proposte, ed in particolare quella dedicata alla Lombardia.
Una cosa appare però certa, a fronte di una sempre costante negli anni richiesta, da parte in particolare di lombardi e veneti (iniziata col voto favorevole al referendum del 2006 e confermata in quelli dell'ottobre 2017), di poter gestire maggiori competenze con le relative risorse, specialmente in queste ultime settimane abbiamo assistito al "festival del parassitismo" nel quale, per bocca di doversi loro esponenti (la Carfagna per FI, Zingaretti e De Luca per il PD, nonché buoni ultimi i gruppi parlamentari del M5S), le forze contrarie al progresso e fautrici del mantenimento in essere di un sistema fallito, hanno intasato i social ed i mezzi d'informazione del solito "peana" sulla cattiveria ed egoismo di noi lombardi e veneti, "colpevoli" di voler vedere le cospicue tasse che paghiamo ogni anno restare maggiormente nelle nostre terre per essere spese meglio di quanto faccia oggi lo stato itagliano...
La strada sarà ancora molto lunga, ma una cosa è certa...
MAI MULÁ, TEGN DÜR!
martedì 12 febbraio 2019
LLIBERTAT PRESOS POLITICS // VISCA CATALUNYA LLIURE
Oriol Junqueras, Jordi Turull, Joaquim Forn, Raül Romeva, Dolors Bassa, Josep Rull, Meritxell Borràs, Carles Mundó, Santi Vila, Jordi Sànchez, Jordi Cuixart e Carme Forcadell, sono i 12 prigionieri politici catalani per i quali inizia oggi, davanti al tribunale di Madrid, il processo per "ribellione" nel quale rischiano condanne per un totale di 177 anni di carcere.
Accade oggi a Madrid, Spagna, Europa a oltre quarant'anni dalla fine (teorica!?!?) del regime fascista di Francisco Franco.
E di fronte ad una tale "infamia" capita di trovare sui social sedicenti "leghisti", indegni di definirsi tali, che condividono le iniziative del partito neofranchista spagnolo di VOX...
mercoledì 6 febbraio 2019
Carlo Cattaneo | il mio ricordo nel 150° anniversario dalla scomparsa di un grande di Lombardia.
CARLO CATTANEO, storico, economista e uomo politico, (Milano, 15 giugno 1801 – Castagnola, Lugano, 6 febbraio 1869).
Partecipò alle Cinque giornate di Milano; repubblicano e federalista, dovette però cedere il campo ai moderati filo-piemontesi e nel 1848 si ritirò a Parigi e quindi in Svizzera. Eletto nel 1860 deputato, non entrò mai alla Camera per non prestare il giuramento monarchico. Fu consigliere di G. Garibaldi, sperando di affermare il principio federale. Prevalso il partito dell’annessione, ritornò in Svizzera. Nel 1867 accettò di nuovo la candidatura a deputato, sempre tenendosi lontano dai lavori parlamentari. C. diede al positivismo italiano un carattere prettamente sociale. L’attenzione, nei suoi scritti, al legame tra Europa e moto italiano e al significato politico delle vicende del ‘48, rende la sua opera un capitolo molto importante della storiografia sul Risorgimento.
VITA
Alunno di G. D. Romagnosi, laureatosi in diritto a Pavia nel 1824, si dette all'attività pubblicistica; assiduo collaboratore degli Annali universali di statistica (dal 1833 al 1838), si occupò di ferrovie, bonifiche, dazi, commerci, agricoltura, finanze, opere pubbliche, geografia, letteratura, linguistica, storia e filosofia. Nel 1839 iniziò quel “repertorio mensile di studî applicati alla cultura e prosperità sociale”, cui altri diede il nome di Politecnico e che durò fino al 1844. In quest’anno pubblicò le Notizie naturali e civili su la Lombardia. Estraneo alle sette e alle congiure, venne in sospetto all'Austria soprattutto per la sua attività di studioso; nel gennaio 1848, infatti, fu proposto per la deportazione, sospesa per ordine del viceré. Attraverso la ricerca scientifica il C. proponeva un vasto programma di riforme politiche, inteso ad assicurare gradualmente al Lombardo-Veneto l’indipendenza nell'ambito di una federazione di popoli soggetti all'Austria, primo passo verso una federazione indipendente del popolo italiano (programma allargatosi, nel sett. 1848, a quello degli “Stati Uniti d’Europa”). Durante le Cinque giornate di Milano fu a capo del Consiglio di guerra, iniziando così la fase della sua politica attiva; fu parentesi assai breve: repubblicano e federalista, dovette cedere il campo ai moderati filo-piemontesi e nell'agosto si ritirò a Parigi (ove, sempre nel 1848, pubblicò L’insurrection de Milan, tradotta in italiano e ampliata l’anno successivo), poi in Svizzera, a Castagnola, ove restò fino al 1859, insegnando filosofia al liceo cantonale di Lugano. Ritornato a Milano il 25 ag. 1859, fece risorgere il Politecnico; eletto nel 1860 deputato, non entrò mai alla Camera per non prestare il giuramento monarchico. Dal settembre fu a Napoli consigliere di Garibaldi, sperando di affermare il principio federale. Prevalso il partito dell’annessione, ritornò a Castagnola e nel 1861 e nel 1865 rifiutò la candidatura per l’elezione a deputato che nel 1867 invece accettò pur non prendendo parte ai lavori parlamentari per non prestare giuramento.
PENSIERO E OPERE
Scolaro e continuatore di G. D. Romagnosi, il C. iniziò il positivismo italiano, con un carattere prettamente sociale, rifacendosi soprattutto a C.-H. de Saint-Simon. Psicologo più che filosofo, nella Psicologia delle menti associate (1859-66), rimasta allo stato di frammenti, cercò di realizzare un’interpretazione sociale dello sviluppo psicologico dell’individuo. Nelle scienze penali precorse i moderni concetti di responsabilità. Nella linguistica, le sue osservazioni sul fenomeno del “sostrato” furono riprese e sviluppate da G. I. Ascoli; notevoli, inoltre, le critiche mosse alle teorie delle migrazioni dei “popoli” indoeuropei, formulate dalla prima linguistica romantica (critiche confermate dall'ulteriore sviluppo della linguistica indoeuropea). L’aver sottolineato il legame tra Europa e moto italiano, l’aver affrontato vigorosamente, sia pure in forma ovviamente polemica nei confronti dell’incerta e ambigua politica sabauda, il significato politico delle vicende del ’48, fanno dell’opera di C. un momento molto importante della storiografia sul Risorgimento. D’altra parte, il suo federalismo, imperniato sul tema dell’autogoverno, garanzia e fonte di dignità, di civiltà, di libertà concreta, “filo ideale” per comprendere la storia d’Italia (La città considerata come principio ideale delle istorie italiane, 1858), continuò a esercitare un notevole influsso nelle discussioni postunitarie (e oltre) sul decentramento e le autonomie locali.
IL PENSIERO FEDERALISTA
Cattaneo viene ricordato per le sue idee federaliste impostate su un forte pensiero liberale e laico: dopo il 1860 acquisterà prospettive ideali vicine al nascente movimento operaio-socialista. All'alba dell’Unificazione italiana, Cattaneo era fautore di un sistema politico basato su una confederazione di stati italiani sullo stile della Svizzera; avendo stretto amicizia di vecchia data con politici ticinesi come Stefano Franscini, aveva ammirato nei suoi viaggi l’organizzazione e lo sviluppo economico della Svizzera interna che imputava proprio a questa forma di governo.
Cattaneo è più pragmatico del romantico Giuseppe Mazzini, è un figlio dell’illuminismo, più legato a Pietro Verri che a Rousseau, e in lui è forte la fede nella ragione che si mette al servizio di una vasta opera di rinnovamento della società. Pur essendogli state dedicate numerose logge massoniche e un monumento realizzato a Milano dal massone Ettore Ferrari, una sua lettera a Gian Luigi Bozzoni del 7 agosto 1867, consente di escludere la sua appartenenza alla massoneria, per sua esplicita dichiarazione, sovente in quel periodo tenuta segreta e negata.
Per Cattaneo scienza e giustizia devono guidare il progresso della società, tramite esse l’uomo ha compreso l’assoluto valore della libertà di pensiero; il progresso umano non deve essere individuale ma collettivo, attraverso un continuo confronto con gli altri.
La partecipazione alla vita della società è un fattore fondamentale nella formazione dell’individuo: il progresso può avvenire solo attraverso il confronto collettivo. Il progresso non deve avvenire per forza, e, se avviene, avverrà compatibilmente con i tempi: sono gli uomini che scandiscono le tappe del progresso.
Cattaneo nega l’idea di contratto sociale, gli uomini si sono associati per istinto: “la società è un fatto naturale, primitivo, necessario, permanente, universale…”; è sempre esistito un “federalismo delle intelligenze umane”: è sorto perché è un elemento necessario delle menti individuali.
Pur riconoscendo il valore della singola intelligenza, afferma però, che più scambio e confronto ci sono, più la singola intelligenza diventa tollerante; in questo modo anche la società sarà più tollerante: i sistemi cognitivi dell’individuo devono essere sempre aperti, bisogna essere sempre pronti ad analizzare nuove verità.
Così come le menti si devono federare, lo stesso devono fare gli stati europei che hanno interessi di fondo comuni; attraverso il federalismo i popoli possono gestire meglio la loro partecipazione alla cosa pubblica: “il popolo deve tenere le mani sulla propria libertà”, il popolo non deve delegare la propria libertà ad un popolo lontano dalle proprie esigenze.
La libertà economica è fondamentale per Cattaneo, è la prosecuzione della libertà di fare: “la libertà è una pianta dalle molte radici” e nessuna di queste radici va tagliata sennò la pianta muore. La libertà economica necessita di uguaglianza di condizioni, le disparità ci saranno ma solo dopo che tutti avranno avuto la possibilità di confrontarsi.
Cattaneo fu un deciso repubblicano e una volta eletto addirittura rinunciò ad entrare in parlamento rifiutandosi di giurare dinanzi all'autorità del Re.
Oggi Cattaneo viene richiamato quale iniziatore della corrente di pensiero federalista in Italia.
Nel 1839 fondò il periodico Il Politecnico, rivista che divenne un punto di riferimento degli intellettuali lombardi, avente come intento principale l’aggiornamento tecnico e scientifico della cultura nazionale.
Guardando all'esempio degli Stati Uniti d’America (presidenzialista) e della Svizzera cantonale (improntata alla democrazia diretta), definì il federalismo come “teorica della libertà” in grado di coniugare indipendenza e pace, libertà e unità. Cattaneo scrisse a riguardo: “Avremo pace vera, quando avremo gli Stati Uniti d’Europa”. Cattaneo e Mazzini videro negli Stati Uniti d’America e nella Svizzera i due unici esempi di vera attuazione dell’ideale repubblicano.
Federalista repubblicano laico di orientamento radicale-anticlericale, fra i padri del Risorgimento, era alieno dall'impegno politico diretto, e puntava piuttosto alla trasformazione culturale della società. La rivista Il Politecnico fu per lui il vero Parlamento alternativo a quello dei Savoia.
In accordo con il Tuveri redattore del Corriere di Sardegna, Cattaneo intervenne in merito alla questione sarda in chiave autonomistica locale.
In tal senso, denunciò l’incapacità ed incuranza del governo centrale nel trovare una nuova destinazione d’uso al mezzo milione di ettari (più di un quinto della superficie dell’isola) che avevano costituito i soppressi demani feudali, sui quali le popolazioni locali esercitavano il diritto di ademprivio, per usi civici.
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