lunedì 20 marzo 2017

CREMA BEER CLUB | a new project..


Cos'è il CREMA BEER CLUB?

Innanzittutto non è un pub, una birreria, un locale, un circolo privato, un blog, un beershop, un birrificio, ecc...

Il CREMA BEER CLUB è un'idea che covava da tempo nella mente di un amante delle birre.

Il CREMA BEER CLUB è, o perlomeno vorrebbe essere, un "luogo" dedicato a quello sconfinato mondo che sono le birre, alle loro storie, alle emozioni che suscitano ogni qual volta ne degustiamo una mai bevuta prima.

Il CREMA BEER CLUB è un cantiere aperto ad ogni suggerimento, un cesto vuoto da riempire, un'evoluzione continua.

Cosa sarà esattamente lo scoprirete seguendo questa pagina e il profilo su Instagram...

STAY TUNED, CHEERS!

CREMA BEER CLUB | "a club like no other..."

domenica 19 marzo 2017

Poveri Fratelli Rom...


MA BRAVI!
Vi basta leggere un titolo del genere per puntare subito il dito e generalizzare contro i nostri poveri fratelli Rom...

Che prove avete che siano stati loro a commettere il furto???
Perché non attendete il termine delle indagini, i processi, i ricorsi, la cassazione, ecc.???

A commettere il furto potrebbero benissimo essere stati dei valdostani, dei tirolesi oppure dei fiamminghi.
Una banda di specialisti che sentendosi ormai braccati da polizia e carabinieri hanno avuto la brillante idea di abbandonare la refurtiva nel primo campo nomadi che hanno trovato, il tutto per sviare le indagini e trovare un facile "colpevole".
Tutto plausibile, credibile, ipotizzabile!
Nei romanzi gialli di quart'ordine, forse...

domenica 12 marzo 2017

ACCATTONI A CREMA, CHI L'AVREBBE MAI DETTO!


Al mercato, ma il problema è presente in tutta la città, disagi, rabbia e proteste per i "questuanti molesti" che imperterriti e indisturbati la fanno ormai da padroni di strade, piazze e parcheggi.
"Poveretti" debitamente organizzati e gestiti da qualcuno!?! (Sai che novità pure questa...).

Una questione verso la quale, in questi CINQUE anni di brillante amministrazione targata PD, nulla non dico sia stato fatto ma nemmeno lontanamente tentato.

D'altra parte quando di un problema se ne nega persino l'esistenza aspettarsi soluzioni è pura utopia.
Chissà se nei tanti gruppi di lavoro che sforneranno idee e programmi per la riconferma della sinistra allo "SGOVERNO" di Crema il tema sarà affrontato???

Forse, ma certamente una cosa non potranno mettere in campo lorsignori, vale a dire la CREDIBILITÀ nel risolvere un PROBLEMA che loro stessi hanno supinamente subito per anni.

domenica 19 febbraio 2017

Crema2017 | "un gesto di normalità che diviene eccezionalità" solo in questo paese però...


Il gesto (apprezzabile e meritevole di rispetto) sono le dimissioni dal Cda di SCRP di Rossella Spada l'indomani della scesa in campo del marito Enrico Zucchi per le comunali di Crema della prossima primavera.
 

Un fatto che in ogni moderna ed evoluta democrazia non farebbe notizia, ma in quell'espressione geografica chiamata Italia diviene tema tale da ricevere un interesse particolare, specie nel momento in cui, come scrive La Provincia di oggi, nell'altro campo si "scopre" (invero come l'acqua calda) un certo "collateralismo" tra esponenti di società pubbliche, associazioni di rappresentanza economica, sindacati e la sinistra.

Nulla di nuovo sotto il sole, chiunque ha masticato un po' di politica e amministrazione pubblica di questi rapporti ne ha visti a decine.
Esecrabili? Inopportuni? Francamente non mi sento di giudicare, salvo quando si usano società pubbliche per organizzare eventi politici chiaramente di parte, e in questa città ne ho visti troppi...


Questo, quantomeno per le associazioni e i sindacati spetta ai loro associati e tesserati, mentre per le società pubbliche a parlare dovrebbero essere i soci (i sindaci nel caso di SCRP). Quanto ai cittadini, se proprio vogliono farlo, la cabina elettorale è il luogo ideale...

sabato 18 febbraio 2017

‪Mestér Cremàsch‬ | Viale Repubblica...


Quando, seppur con tutte le buone intenzioni, si rivoluziona una parte importante della città senza però valutare tutte le implicazioni di tale intervento comporta il rischio che i problemi superino gli effetti positivi è sempre dietro l'angolo.

Questa non è certo "buona amministrazione", basta ricordare la pantomima sulla nuova viabilità di Porta Ombriano, con cambi di sensi unici, inversioni e giravolte...

giovedì 16 febbraio 2017

COMUNISTI contro la MOSCHEA a CREMA!


Certo che ogni giorno l'avvicinamento a #Crema2017 diviene sempre più spassoso...
Adesso saltano pure fuori i comunisti che non vogliono la moschea !?!?


Magari domattina, pur di apparire, leggeremo del democratico cattolico favorevole alle unioni civili e il neonazionalista che cerca una sistemazione accogliente ai profughi / migranti / clandestini...

domenica 12 febbraio 2017

MILANO, lo sguardo in Europa nonostante l’Italia “palla al piede”

La città è in trasformazione, sta diventando un hub della conoscenza e della creatività. Ma anche le élite stanno cambiando, nella loro composizione, nei settori della vita economica che le esprimono e anche nei valori che le animano.
Questo l'incipit di un articolo puibblicato sul Corriere della Sera firmato da Dario Di Vico, dedicato all'evoluzione continua del capoluogo lombardo e la sua "distanza" rispetto al resto del paese. Una lontananza sempre più marcata che se da un lato porta il Presidente del Consiglio Renzi a invitare Milano a trascinare il resto del paese, non può da un altro portare ancora in primo piano una annosa "questione", vale a dire quella "settentrionale", fatta di un territorio nel suo complesso dinamico e produttivo che vede certo in Milano la sua vetrina e porta verso l'Europa e il mondo, ma senza il quale la stessa capitale meneghina non potrebbe ricoprire questo ruolo.
In quest'ottica bene ha fatto il Presidente della Regione Lombardia Maroni nel richiamare Renzi, all'indomani della firma del "Patto per Milano", ad allargare lo sguardo su tutto il resto della regione proponendo un "Patto per la Lombardia". Una Regione che da sola vale, è bene ricordarlo, il 20% e oltre di tutta la richcezza prodotta in Italia.
Tornando all'articolo del Corsera vi si legge tra l'altro:
Quanto dista Milano dal resto d’Italia? Tanto, viene da rispondere e la stessa percezione la deve aver avuta ieri il premier Matteo Renzi dopo aver ascoltato in Assolombarda la relazione di Gianfelice Rocca.
Il guaio è che mentre si riduceva il gap tra Milano e le Londra, le Parigi, le Francoforte, si andava ampliando quello tra la città di Ambrogio e il resto dell’Italia. Il motivo è doppio: da una parte Milano si è messa a correre ma dall’altra il Paese — preso nella sua media — non solo non ha fatto altrettanto ma nel complesso è rimasto fermo.
E ancora:
Sia chiaro, la straordinaria ripartenza di Milano ha sorpreso tutti, non siamo ancora riusciti a ricostruirne molti dei passaggi che l’hanno resa possibile, la chiave del mutamento però non sembra proprio risiedere dentro la dimensione politica. Anzi. È il grado di apertura internazionale della città, la capacità delle sue classi dirigenti di essere dentro le reti globali delle competenze che paiono averle permesso non solo di attraversare i sette anni difficili della Grande Crisi ma addirittura di uscirne più forte e motivata.
In ultimo una domanda si pone Di Vico:
E così una domanda è rimasta inevasa e ha a che fare anch’essa con la grande distanza che separa Milano e il resto d’Italia. Non pensa il premier che questo gap si sia allargato anche per responsabilità di una politica economica à la carte che passando dalle leggi di Stabilità a quelle di Bilancio ha prodotto molte misure e poche certezze?
La domanda è rivolta direttamente a Renzi ed a lui l'onere della risposta. Ma un'altra la vogliamo fare noi: Per quanto tempo ancora, Milano e tutto il Nord, dovranno trainare i vagoni fatiscenti della buorcrazia romana e dell'arretratezza del mezzogiorno con tutte le sue clientele e sprechi prima di cedere sotto questo peso insostenibile? La "Questione Settentrionale" è ancora aperta come testimonia, anche più di prima e magari involontariamente, l'articolo che abbiamo citato. Dare le risposte adeguate per chiuderla è un imperativo delle classi dirigenti delle regioni della Valle del Po.

lunedì 30 gennaio 2017

45 YEARS AGO, NEVER FORGET "BLOODY SUNDAY"


Bloody Sunday (in gaelico: Domhnach na Fola), letteralmente "Domenica di sangue", è il termine con cui si indicano gli eventi accaduti nella città di Derry, Irlanda del Nord, il 30 gennaio del 1972, quando il 1º Battaglione del Reggimento Paracadutisti dell'esercito britannico aprì il fuoco contro una folla di manifestanti per i diritti civili, colpendone 26.

Tredici persone, la maggior parte delle quali molto giovani (di cui sei minorenni), furono colpite a morte, mentre una quattordicesima morì quattro mesi più tardi per le ferite riportate.

Due manifestanti rimasero feriti in seguito all'investimento da parte di veicoli militari.
Molti testimoni, compresi alcuni giornalisti (tra i quali l'italiano Fulvio Grimaldi), affermarono che i manifestanti colpiti erano disarmati.
Cinque vittime inoltre furono colpite alle spalle. Nel 2003 un ex paracadutista inglese confessò di aver sparato a Barney McGuigan, che sollevava un fazzoletto bianco, uccidendolo.

domenica 29 gennaio 2017

i Giorni della Merla


I cosiddetti giorni della merla sono, secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31) oppure gli ultimi due giorni di gennaio e il primo di febbraio. Sempre secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno. Le statistiche meteorologiche disponibili per gli ultimi decenni contrastano con il detto popolare per cui si ipotizza che le temperature medie di un tempo fossero inferiori alle attuali.
L’origine della locuzione “i giorni della merla (o Merla)” non è ben chiara. Ad esempio Sebastiano Pauli pubblica nel 1740 due ipotesi di spiegazione:
“I giorni della Merla” in significazione di giorni freddissimi. L’origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far passare oltre Po un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s’aspettò l’occasione di questi giorni: ne’ quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di farla giugnere all'altra riva. Altri altrimenti contano: esservi stato, cioè un tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne’ quali passò sovra il fiume gelato.
Secondo altre fonti la spiegazione della locuzione deriverebbe da una leggenda secondo la quale, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini, in origine neri come i maschi della stessa specie, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio, tutti grigi a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli femmina ed i piccoli furono grigi. La leggenda, infatti, vuole giustificare in maniera favolistica il forte dimorfismo sessuale che si osserva nella livrea del merlo (turdus merula), che è bruna/grigia (becco incluso) nelle femmine, mentre è nera brillante (con becco giallo-arancione) nel maschio.

Secondo una versione più elaborata della leggenda, una merla era regolarmente strapazzata da gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni, la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo ventotto giorni. L’ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio se ne risentì così tanto che chiese in prestito tre giorni a febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era ingrigito a causa della fuligine del camino, e così essa rimase per sempre con le piume grigie.

Come in tutte le leggende, esiste un fondo di verità: infatti nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo ventinove giorni.
Sempre secondo la leggenda, se i giorni della merla sono freddi, la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo.


immagine tratta da www.viverecremona.it
Nel cremonese, come in tanti altri territori della Lombardia, è tradizione riproporre i canti popolari della merla negli omonimi giorni per rivivere l’antica atmosfera contadina. In particolare ad Annicco, Casalmaggiore, Cornaleto, Crotta d’Adda, Formigara, Gombito, Pizzighettone, Soresina, San Bassano, Sesto ed Uniti, Stagno Lombardo, Trigolo, Pianengo e altri, si usa riunirsi dinnanzi a un grande falò o sul sagrato di una chiesa o in riva al fiume, a seconda della tradizione, per intonare insieme al coro abbigliato con abiti contadini (le donne con gonna e scialle, gli uomini con tabarro e cappello) e degustare vino e cibi tradizionali. I testi delle canzoni differiscono leggermente da un paese all'altro, ma mantengono come denominatore comune i temi dell’inverno e dell’amore. Solitamente il coro gioca con la parte maschile e quella femminile, intonando simpatici battibecchi come nel canto rappresentato a Stagno Lombardo. I giorni della Merla in provincia di Cremona sono il 30, 31 gennaio e 1º febbraio. La leggenda infatti cita che ci fu un gennaio particolarmente mite e in quegli anni i merli erano di colore bianco. Infatti sbeffeggiavano Gennaio per il fatto che l’inverno stesse finendo senza che ci fosse stato un gran gelo. Ciò fece arrabbiare Gennaio che pur essendo verso la fine del mese, si vendicò facendo arrivare un freddo polare… da qui il detto duù t’i dò, öön t’el prumetarò, cioè “due te li do e uno te lo prometterò”, per il fatto che anche Febbraio ci mise del suo. Per il gran freddo i merli, allora bianchi, si dovettero rifugiare all’interno dei comignoli, diventando tutti neri.

articolo scritto per Terre di Lombardia