giovedì 24 novembre 2016

VINCENZO DE LUCA | 'o parassita della clientela


Alla "commedia napoletana", in ogni sua accezione, positiva o negariva che sia, si deve l'aver proposto nei decenni, accanto a formidabili attori e commediografi, anche personaggi la cui limpidezza è paragonabile alla peggio fogna di Calcutta.

Uno di questi, ribalzato alle cronache in questi giorni per l'augurio di morte a Rosy Bindi, è tal De Luca Vincenzo da Salerno.
Già sindaco di quella città e oggi Presidente della Regione Campania. Un personaggio che avrebbe certamente ispirato Antonio De Curtis per qualche film oppure Eduardo De Filippo per una sua commedia.
Autorevole rappresentante del Partito Democratico.

Un vero, nonché verace, politicante espressione della migliore "elite" del mezzogiorno italico abituata a sguazzare tra clientele, favori in cambio di voti, sprechi, ecc, ecc...
Esemplificativo in tal senso quanto riportato da un articolo del Corriere della Sera da cui ho estratto le parti più succose che riporto di seguito.

La definizione migliore per certi soggetti l'aveva fantasticamente coniata il compiato Gianfranco Miglio che li apostrofava con un semplice, ma efficace, "PARASSITA".
Parassita nei confronti di chi lo potete facilmente immaginare...
«Qui non ci sono giornalisti e possiamo finalmente parlare tra di noi...». Comincia così Vincenzo De Luca.
È martedì 15 ed in un albergo a due passi dalla stazione centrale di Napoli, il governatore arringa più di duecento amministratori. Obiettivo: fare vincere il Sì al referendum. Come? E questo è il punto. In venticinque minuti inneggia tra il divertito e il compiaciuto al clientelismo, parla di fondi pubblici ricevuti e da distribuire, invita i sindaci in sala a preoccuparsi nei prossimi giorni solo ed esclusivamente del referendum, mette a disposizione uomini del suo staff istituzionale. E come se non bastasse, chiede una rendicontazione scrupolosa di quel che si farà, ammette di averla sparata grossa, cioè di «aver fatto demagogia», quando alla presenza di Matteo Renzi ha chiesto duecentomila nuove assunzioni negli uffici pubblici meridionali.

Il senso di tutto il discorso è chiaro. «Vi piace Renzi non vi piace Renzi a me non me ne fotte un c...», dice De Luca. Quel che importa — la vera ossessione — è il risultato referendario. Leggere la sintesi dell’intervento di De Luca ai sindaci, pubblicata da Fabrizio d’Esposito su Il Fatto Quotidiano, però non basta. Bisogna ascoltare l’audio, sul sito dello stesso giornale, per coglierne la portata vera, il machiavellismo ridotto ai minimi termini, la dimensione pragmatica della politica elevata a sistema.  


«Abbiamo fatto — dice — una chiacchierata con Renzi. Gli abbiamo chiesto 270 milioni di euro per Bagnoli e ce li ha dati. Altri 50 e ce li ha dati. Mezzo miliardo per la Terra dei fuochi e ha detto sì. Abbiamo promesse di finanziamenti per Caserta, Pompei, Ercolano e Paestum. Sono arrivati fiumi di soldi: 2 miliardi e 700 milioni per il Patto per la Campania, altri 308 per Napoli...Che dobbiamo chiedere di più?». Poi spiega che una sconfitta al referendum potrebbe compromettere questa fruttuosa interlocuzione con il governo. 

Quindi suggerisce la strategia. «Dobbiamo parlare con i nostri riferimenti. Il mondo delle imprese. Gli studi professionali: utilizzeremo i fondi europei per finanziarli, non l’abbiamo mai fatto in Campania. Il comparto della sanità: questa non è la Toscana, qui il 25% è dei privati, migliaia di persone. Io credo, per come ci siamo comportati, che possiamo permetterci di chiedere a ognuno di loro di fare una riunione con i propri dipendenti e di portarli a votare».

Infine, ecco l’esempio da seguire. È Franco Alfieri, sindaco di Agropoli, non candidato dal Pd alle regionali perché «impresentabile», poi promosso a consulente della Regione con delega all’agricoltura e alla pesca. De Luca lo introduce col tono del presentatore TV, tra gli applausi del pubblico: «Prendiamo lui, notoriamente clientelare. Come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Ah, che cosa bella!».

Il compito di Alfieri sarà «di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4 mila persone su 8 mila». E così lo esorta: «Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come c... vuoi tu! Ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso».

lunedì 21 novembre 2016

Heysel | in memoriam

Ed anche l'ennesima trasferta in terra belga è passata, una due giorni tra amici vecchi e nuovi, grandi birre e un calcio vissuto con passione.

Sono ormai dieci anni che seguo, non solo a Bruxelles ma in giro per il Belgio, l'Union Saint Gilloise, tante partite con ogni sorta di risultato e tutte quelle casalinghe viste dagli spalti dello Stade Marien, la casa Unionista.

Tutte sino a ieri sera. In questa stagione, per via di regolamenti che definire ridicoli è il minimo, l'Union si è dovuta cercare una nuova casa.

La scelta è caduta su uno stadio molto grande, ristrutturato per i campionati europei del duemila, cui è stato dato un nuovo nome, quello di un Re molto amato.

Altre volte lo avevo visto, ma solo da fuori, e sabato sera per la prima volta ci sono entrato.
Non è stato come entrare in altri stadi che ho visitato negli anni passati.
Dalla tribuna, quella centrale dove si ritrovano i tifosi di casa lo si vede bene, è proprio accanto, vuoto come la gran
parte di tutti gli altri settori dello stadio, forse per altri vuoto ma non per me.

Ogni volta che giravo lo sguardo erano altre le immagini che vedevo, immagini sgranate come trasmesse da un vecchio televisore, uno dei primi a colori.
Ma i colori che vedevo era pochi.
Il bianco, il nero, il rosso e il verde di un campo di calcio dove non correvano calciatori ma si riversavano persone.


Guardavo e ricordavo.
Ricordavo un ragazzino di nove anni seduto davanti ad un televisore che non capiva cosa stesse accadendo.
Ricordavo quel ragazzino che, voltandosi, vedeva il proprio padre seduto in poltrona fermo a fissare quella scatola senza dire nulla.


Ricordavo e pensavo...
Quel ragazzino ero io, lo stadio l'Heysel, il settore quello "zeta".

giovedì 3 novembre 2016

Spesa pubblica locale, risparmi per 23 miliardi con gli standard della Lombardia


Secondo una ricerca dell'Ufficio Studi Confcommercio, i servizi pubblici locali in Italia potrebbero costare poco più di 102 miliardi di euro contro gli attuali 174, il 13% in meno. Regioni a statuto speciale "regine" della spesa, Lombardia la più virtuosa.
"La riduzione delle inefficienze e degli sprechi nelle Amministrazioni pubbliche è la condizione necessaria, sebbene non sufficiente, per intraprendere un percorso di graduale, sicura e generalizzata riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese".
E' la conclusione contenuta nel Rapporto dell'Ufficio Studi Confcommercio "La spesa pubblica locale", presentato nell'ambito del convegno "Meno tasse meno spesa, binomio della ripresa" svoltosi a Roma presso la sede nazionale della Confederazione.

Dallo studio emerge chiaramente come sia di vitale importanza per il nostro Paese riportare la spesa pubblica sotto controllo, agendo con più incisività attraverso la spending review. E, per una volta tanto, non si parte da zero, visto che negli ultimi anni alcuni progressi sono stati fatti, anche se ancora sufficienti. Come nel caso della spesa per consumi finali, che tra il 2012 e il 2014 si è ridotta di quasi 1,4 miliardi scendendo dal 19,6% al 19,5% in rapporto al Pil. Anche se, nello stesso periodo, le uscite complessive delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute di poco più di 6 miliardi, passando dal 50,8% al 51,1% in termini di incidenza sul Pil. Se si sposta il dettaglio sulla spesa delle Regioni, si scopre che quella con la minore spesa pro capite in assoluto (2.963 euro) è la Puglia, seguita dalla Lombardia (2.579 euro) e dalla Campania (2.676 euro).

La spesa massima è appannaggio della Val d'Aosta (6.943 euro), che precede Trentino Alto Adige e Sardegna. Si tratta di un quadro piuttosto eterogeneo, in cui le Regioni a statuto speciale spendono ben più delle altre: mediamente 3.814 euro, cioè il 28,7% sopra la media nazionale e il 36% in più rispetto alle Regioni a statuto ordinario (2.812 euro). Interessante anche il fatto che le tre Regioni a statuto ordinario più piccole, Umbria, Molise e Basilicata, presentano una spesa media (3.137 euro) del 5,8% superiore alla media e in ogni caso emerge che la spesa locale è in qualche misura soggetta a economie di scala: maggiore è la popolazione servita, minore è il costo pro capite.

In totale la spesa pubblica gestita localmente è pari a 176,4 miliardi di euro: secondo l'Ufficio Studi Confcommercio ai livelli attuali dei servizi pubblici si potrebbero risparmiare più di 74 miliardi di euro, pari al 42% del totale nazionale. In altre parole, ai prezzi della Lombardia (la Regione benchmark per il calcolo degli sprechi perché presenta livelli di servizio superiori a tutte le altre Regioni) i servizi pubblici locali in Italia potrebbero costare 102,3 miliardi di euro. Tolto il 70% che andrebbe reinvestito nel miglioramento dell'output pubblico resterebbero quasi 23 miliardi di euro di potenziali risparmi netti, pari al 13% della spesa attuale. Quasi la metà potrebbe provenire dalle Regioni a statuto speciale, nelle quali risiede solo il 15,2% dei cittadini, mentre nelle regioni più grandi si potrebbero risparmiare circa 4,2 miliardi di euro.

domenica 30 ottobre 2016

CATALUNYA | nel 2017 referendum sull'Indipendenza


Prima la “Separazione” a giugno del prossimo anno e referendum sull’indipendenza a settembre 2017. Questa la "road map" tracciata dal presidente della Catalogna Carle Puigdemont per rilanciare la svolta di libertà del suo paese, nonostante l’annullamento delle mozioni di “disconnessione” da parte della Corte costituzionale di Madrid e nonostante le minacce di destituzione da parte del governo centrale. “Nel giugno 2017 la Catalogna sarà pronta per la disconnessione dallo Stato spagnolo”, ha detto Puigdemont davanti al parlamento di Barcellona, che gli ha confermato la fiducia con i 62 voti del suo partito, Junts Pel Si, e i 10 dei secessionisti radicali della Cup (su un totale di 135). Il presidente ha precisato che a fine luglio convocherà il referendum, che si svolgerà “nella seconda metà di settembre”.

Non è chiaro in che condizioni. Se sarà possibile trovare un accordo con Madrid, ha detto, tanto meglio. Altrimenti, ha avvertito, Barcellona andrà avanti comunque con una formula unilaterale. Per Puigdemont “la maggioranza dei catalani vuole una Repubblica catalana indipendente: non c’è altro progetto politico in Europa con un tale appoggio”.

mercoledì 26 ottobre 2016

POSTE ITALIANE | ordinaria efficienza "renziana"

 
Questa sera, come faccio ogni volta che rientro a casa dal lavoro, butto un occhio alla cassetta delle lettere e finalmente vi trovo qualcosa.

Pubblicità, lettere della banca e tre bollette.
Salgo in casa, apro le buste, guardo gli importi, ovviamente le scadenze e arriva l'incazzatura!!!

In particolare quella del gas relativa alla casa dei nonni materni.
Fattura del 31 agosto, sicuramente spedita da Crema (ove ha sede la società) pochi giorni dopo, con scadenza 30 settembre!!!
ARRIVATA CON 26 GIORNI DI RITARDO!!!
IL TUTTO GRAZIE AL NUOVO CORSO DI "POSTE ITALIANE"!!!

 
Ma perché mettere una foto col Renzi e i simboli di PD e PosteItaliane???
 
Semplice, come saprete è cosa recente lo sbarco in borsa proprio delle Poste.
Decisione fortissimamente voluta da Renzi per la cui realizzazione il presidente di Poste (nominato dal fiorentino) ha presentato, e messo in atto, un piano che prevede la CHIUSURA DI UFFICI POSTALI (Ombriano), TAGLI AGLI ORGANICI DEI POSTINI (ritardi nelle consegne di posta), ecc...


Il tutto per concentrare il business sulle poste come "banca", uccidendo di fatto un servizio che almeno a Crema funzionava.

 
QUESTO È IL PAESE DI RENZI!
QUESTE SONO LE RIFORME DEL PD!

E SONO GLI STESSI CHE HANNO MESSO MANO ALLA COSTITUZIONE!
RICORDATEVELO IL PROSSIMO 4 DICEMBRE...

venerdì 21 ottobre 2016

+++ ALLE REGIONI TAGLI PER 2,7 MILIARDI +++


Dal sito del Corriere della Sera si legge che il Governo di Matteo Renzi, nella Legge di Stabilità, prevede: "Un taglio di oltre il 10% alla spesa non sanitaria delle Regioni: 2,7 miliardi di euro, per il 2017, su poco più di 20 miliardi, quasi interamente destinati a spese di carattere «obbligatorio», come quelle per il personale e il TRASPORTO PUBBLICO LOCALE."

Considerando che la Regione Lombardia sarà come sempre quella più penalizzata da questi tagli indiscriminati significa che a mancare saranno CENTINAIA di MILIONI di EURO per AUTOBUS e TRENI.

Ovviamente QuellidelPD tutti belli zitti e allineati!?!?
Ma subito pronti, da domani, a starnazzare contro Roberto Maroni perché in Lombardia un treno viene soppresso oppure un autobus salta una fermata perché troppo pieno...

Un ulteriore motivo per VOTARE NO! al referendum del 4 dicembre che nelle sua maglie prevede lo smantellamento di quelle poche autonomie oggi presenti in questo paese.

#IoVotoNO #ReferendumCostituzionale #LombardiAutonoma

sabato 8 ottobre 2016

+++ PERGOCREMA, LA VERITÀ! +++


Nella sentenza si legge che << Il Collegio di Garanzia dello Sport ha rilevato che la registrazione dei marchi ha costituito uno strumento volto a dimostrare l'intento di MACALLI di precostituirsi il controllo dello svolgimento dell'attività sportiva nella Città di Crema >>.

In sostanza << le condotte di MACALLI erano orientate a sostituire una società non gradita (il Pergocrema) con una a lui 'vicina' (il Pizzighettone di Cesare FOGLIAZZA) >>.

Come mi sento dopo aver letto l'articolo?

SCHIFATO PER LE PORCATE COMMESSE AI DANNI DELLA SQUADRA DELLA MIA CITTÀ!

ORGOGLIOSO DI AVER CONTRIBUITO, INSIEME A POCHI VERI CANNIBALI, A SCOPERCHIARE LO SCANDALO!

giovedì 29 settembre 2016

PAGARE! PAGARE! PAGARE! 💸💰💸💰💸


Un altro grande successo della giunta Bonaldi!

Il grande nuovo piano parcheggi tanto sbandierato vedrà arrivare altri 40 stalli a pagamento lungo le principali vie appena fuori le mura.

Ovviamente non subito, ma dopo le elezioni comunali del prossimo anno.
desso partiranno le solite SUPERCAZZOLE su Smart city, parcheggio gentile, app, ecc, ecc...

Intanto, dopo il tanto amato autovelox in tangenziale, continua la loro grande politica della mobilità che si può riassumere con un semplice...
"CARO CREMASCO, PAGA E TACI!"

giovedì 15 settembre 2016

PADANIA | 20 anni dopo...

Dichiarazione di Indipendenza e Sovranità della PADANIA

Venezia, 15 settembre 1996

Preambolo

Noi, popoli della Padania, convenuti sul grande fiume e in Venezia dall'Emilia, dal Friuli, dalla Liguria, dalla Lombardia, dalle Marche, dal Piemonte, dalla Romagna, dal Sud Tirolo-Alto Adige, dalla Toscana, dal Trentino, dall'Umbria, dalla Valle d'Aosta, dal Veneto e dalla Venezia Giulia, riuniti oggi, 15 settembre 1996, in Assemblea Costituente affermiamo e dichiariamo:

Quando nel corso degli eventi umani diventa necessario per i Popoli sciogliere i vincoli che li legano ad altri, costituirsi in Nazione indipendente e sovrana ed assumere tra le nazioni della Terra il ruolo assegnato loro dal Diritto Naturale di Autodeterminazione, il rispetto che si deve all'opinione della Società Internazionale e dell'Umanità intera richiede che essi dichiarino le ragioni che li hanno costretti alla separazione.

Da tempo immemorabile abitiamo, dissodiamo, lavoriamo, proteggiamo ed amiamo queste terre, tramandateci dai nostri avi, attraversate e dissetate dalle acque dei nostri grandi fiumi; Qui abbiamo inventato un modo originale di vivere, di sviluppare le arti e di lavorare; Noi apparteniamo ad un'area storica, la Padania, che sotto il profilo socioeconomico è fortemente integrata al suo interno pur nella riconosciuta e rispettata diversità dei Popoli che la compongono; Queste terre sono unite da legami tanto profondi quanto quelli delle stagioni che le governano, degli elementi che le plasmano, delle Genti che le abitano; Noi quindi formiamo una comunità naturale, culturale e socioeconomica fondata su un condiviso patrimonio di valori, di cultura, di storia e su omogenee condizioni sociali, morali ed economiche; La Padania è il nostro orgoglio, la nostra grande risorsa e la nostra unica possibilità di esprimerci liberamente nella pienezza delle nostre nature individuali e del nostro sentire collettivo; La storia dello Stato italiano è diventata, al contrario, storia di oppressione coloniale, di sfruttamento economico e di violenza morale; Lo Stato italiano ha sistematicamente occupato nel tempo, attraverso il suo apparato burocratico, il sistema economico e sociale della Padania; Lo Stato italiano ha sistematicamente annullato ogni forma di autonomia e di autogoverno dei nostri Comuni, delle nostre Province e delle nostre Regioni; Lo Stato italiano ha compromesso la serenità delle generazioni future della Padania, dilapidando enormi risorse in politiche truffaldine , assistenzialiste, clientelari e criminali che hanno portato la Padania e l'Italia in una situazione fallimentare ormai irreversibile; Lo Stato italiano ha costretto con l'inganno i Popoli della Padania a soggiacere al sistematico sfruttamento delle risorse economico finanziarie prodotte dal lavoro quotidiano per sperperarle nei mille rivoli dell'assistenzialismo clientelare e mafioso del Mezzogiorno; Lo Stato italiano ha deliberatamente tentato di sopprimere le lingue e le identità dei Popoli della Padania attraverso la colonizzazione del sistema pubblico di istruzione; Lo Stato italiano ha imposto ai Popoli della Padania l'applicazione delle sue leggi inique attraverso una magistratura selezionata con criteri razzisti; Lo Stato italiano ha cercato di dominare i Popoli della Padania affidando compiti e funzioni di ordine pubblico e di sicurezza a prefetti e forze di polizia garanti del più odioso centralismo coloniale; Lo Stato italiano ha espropriato i popoli della Padania del loro potere costituente e si mostra sordo al grido di protesta che si alza sempre più alto;

Dichiarazione di indipendenza e sovranità della Padania

Per queste ragioni:

Noi siamo intimamente convinti che ogni ulteriore permanenza della Padania all'interno dei confini dello Stato italiano significherebbe lasciar spegnere lentamente ogni speranza di rinascita e annientare l'identità dei Popoli che la compongono; Noi siamo consapevoli che la Padania libera ed indipendente diventerà il riferimento politico ed istituzionale per la costruzione dell'Europa delle Regioni e dei Popoli; Noi siamo convinti che la Padania libera ed indipendente saprà garantire un contributo decisivo alla cooperazione, alla tolleranza ed alla pace tra i Popoli della Terra; Noi oggi rappresentiamo, qui riuniti, l'ultima speranza che il regime coloniale romano che opprime la Padania possa presto finire;

Noi, popoli della Padania, poiché il coraggio e la fede di chi ci ha preceduto nella lotta per la libertà dei Popoli sono nostro retaggio e debbono indurci a farci irrevocabilmente carico del nostro destino; Poiché vogliamo che i nostri atti siano guidati dal rispetto che dobbiamo a noi stessi, ai nostri avi ed ai nostri figli; Poiché riconosciamo l'inalienabile potere sovrano di ogni Popolo a decidere liberamente con chi stare, come e da chi essere governato; Poiché affermiamo il nostro diritto e la nostra volontà di assumere i pieni poteri di uno Stato, prelevare tutte le imposte, votare tutte le leggi, firmare tutti i trattati; Poiché la Padania sarà tutti coloro, uomini e donne, che la abitano, difendono e la riconoscono, e poiché costoro siamo noi; Poiché è infine giunta l'ora di avviare la grande impresa di far nascere questo nuovo Paese che noi battezziamo oggi con il nome Padania;

In nome e con l'autorità che ci deriva dal Diritto Naturale di Autodeterminazione e dalla nostra libera coscienza, chiamando per voce delle nostre libere Istituzioni l'insegnamento di amore per la libertà e di coraggio dei Padri Padani a testimone dell'onestà delle nostre intenzioni.

Noi, popoli della Padania, solennemente proclamiamo: la Padania è una repubblica federale indipendente e sovrana.

A sostegno di ciò noi ci offriamo gli uni agli altri, a scambievole pegno, le nostre vite, le nostre fortune e il nostro sacro onore.

domenica 4 settembre 2016

AUTOVELOX | se calano gli incassi dove tartasseranno #QuellidelPD ? ? ?


Come era facilmente prevedibile, di esempi in merito se ne trovano a decine, passato il periodo di "rodaggio" iniziale coloro che passano dalla tangenziale hanno "imparato" come evitare le multe.
Rallentare 50 metri prima e accelerare 50 metri dopo l'autovelox...
E la scusa della sicurezza spudoratamente smentita dai fatti.


Una domanda però mi frulla in testa, dato che gli introiti per le casse del comune caleranno cosa si inventeranno #QuellidelPD che da quattro anni amministrano Crema per coprire il buco???
 
Magari manderanno qualche vigile a multare le decine di auto in divieto di sosta lungo Via Milano in occasione della Festa dell'Unità a Ombrianello...