interventi tratti dal sito http://www.leganord.org/
"Leggo dalle agenzie di stampa che Saviano fa alcune domande sulla Lega e si chiede perchè non rispondiamo. Rispondo subito. Saviano è accecato e reso sordo dal suo inopinato successo e dai soldi che gli sono arrivati in giovane età". Lo dichiara Roberto Castelli, viceministro della Lega nord, in merito a un’intervista rilasciata da Roberto Saviano a Vanity Fair.
"Il Sud - ha sostenuto l'autore di Gomorra - è la ferita aperta attraverso cui tutto si fa passare, e il tessuto apparentemente sano è sano perchè lì le mafie investono, ma non sparano. La Lega ci ha sempre detto che certe cose al Nord non esistono, ma l’inchiesta sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia racconta una realtà diversa. Dov'era la Lega quando questo succedeva negli ultimi dieci anni laddove ha governato? E perchè, adesso non risponde?".
"Unica sua scusante rispetto alle sciocchezze che dice sulla Lega - sostiene Castelli - è che, quando noi combattevamo contro la sciagurata legge del confino obbligatorio che tanti guai ha portato al Nord, aveva ancora i calzoni corti. Se nulla sa - continua l'ex Guardasigilli - della storia della Lombardia, vada a rileggersi la storia della battaglia che la Lega fece a Lecco a iniziare dal '93 contro i clan della 'ndrangheta. Atti amministrativi precisi, fatti concreti. Non ci siamo limitati a scrivere quattro cose e a partecipare a quattro conferenze. Nè siamo diventati ricchi per questo. Abbiamo corso solo rischi. Infine un invito: vediamo che continua a fare pubblicità al suo libro. La smetta - conclude l’esponente leghista - perché gli antimafia a pagamento sono sempre meno credibili".
"Attribuire alla Lega nord una pur minima responsabilità circa le infiltrazioni delle mafie al nord, come fa Saviano, è assolutamente demenziale. Sarebbe come attribuire agliindiani la responsabilità della diffusione dell’alcolismo nelle riserve dei nativi americani...". incalza Mario Borghezio, eurodeputato della Lega Nord. "Chi se non noi, e prima di noi, i movimenti autonomisti pre-Lega dal Piemonte al Veneto, denunciò fin dall’inizio la pericolosità e la natura coloniale di misure come il soggiorno obbligato, propedeutiche alle infiltrazioni mafiose al Nord? Chi, se non noi - continua Borghezio - già nella commissione antimafia di Violante battè per anni su questo chiodo, trovando ostacolo specie da parte degli attuali amici politici di Saviano".
"Se conoscesse un pò meglio ciò di cui parla, saprebbe bene che per molti decenni proprio nei municipi del nord amministrati dai suoi attuali amici hanno trovato agibilità politica e di affari le numerose famiglie calabro-siculo-campane i cui cognomi e le cui facce lombrosiane non sono certamente rari nella nomenclatura politica locale delle sinistre".
"Saviano si è già fatto pubblicità con il Sud, ora almeno ci risparmi le lezioni sul Nord. Prendiamo atto del fatto che lui conosce meglio la mafia di noi, ma questo è davvero un merito? Conoscerla e scriverne, arricchendosi, è cosa ben diversa dal contrastarla, come hanno fatto e fanno, rischiando la pelle, Castelli e Maroni e tanti altri". Così Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e coordinatore federale del Movimento giovani padani, punta il dito contro le parole dello scrittore napoletano. "Forse Saviano - sottolinea Grimoldi - non sa che la Lega non ha mai fatto mistero delle infiltrazioni, agevolate anche dalle assurde norme sul confino. Le ha sempre denunciate e contrastate. La Lega in Lombardia è garanzia che la mafia verrà spazzata via, prima ancora che il Saviano di turno abbia il tempo di scriverne un libro".