di seguito un sunto dei contenuti della mia presentazione alla Consulta Economica Provinciale svoltasi questa mattina a Cremona.
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Cos’è ReIndustria?
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Dal punto di vista della forma giuridica, Reindustria si presenta come una società consortile a responsabilità limitata.
La sua compagine è molto articolata: è a maggioranza pubblica per il 55% del capitale e il rimanente 45% è suddiviso tra numerosi privati: associazioni di categorie, organizzazioni sindacali e banche.
La parte pubblica (55%) vede il Comune di Crema con il 17 %, la Provincia di Cremona, il Comune di Cremona, la Camera di commercio con l’11% ciascuno e il Comune di Casalmaggiore con il 5%.
Da ciò consegue che Reindustria non può dirsi l’ente strumentale di alcun socio in particolare in quanto nessuno di questi dispone, da solo, della maggioranza necessaria per determinare l’attività della società.
La storia
La missione originale
Reindustria è nata per gestire i contributi statali e regionali ottenuti in conseguenza della crisi “Olivetti” e quindi la presenza delle diverse parti fu vista, almeno in origine, come condizione di garanzia per un controllo e una trasparenza maggiori circa l’uso delle risorse.
Questa fase è stata caratterizzata da una chiara mission e da un attenta partecipazione del territorio, partecipazione facilitata dalla fase nascente dell’esperienza e dalla elevata disponibilità finanziaria.
La transizione
E’ seguita una seconda fase in cui la mission di Reindustria non risultava più così chiara e i soci si sono trovati spesso a criticare l’operato della società senza, peraltro, essere in grado di definire e indicare un ambito operativo più adeguato.
L’ultimo periodo
Negli ultimi anni i soggetti componenti di Reindustria sembrano essere riusciti ad individuare un assetto operativo più soddisfacente anche grazie ad alcune iniziative che hanno trovato un generale apprezzamento, vale a dire “il polo della cosmesi”, il lavoro per la costituzione di un “polo della meccanica”, i lavori eseguiti per conto terzi (Comuni) nella richiesta di fondi regionali e non.
Il futuro: la premessa
Il ruolo di ReIndustria non può essere definito correttamente se prima non si è definita un’ipotesi di sviluppo economico provinciale oltre che il metodo per definire tale sviluppo e per realizzarlo.
Il futuro: alcune domande
Prima di affrontare il tema specifico sul futuro della società è corretto partire dalle risposte a due domande fondamentali.
Dove e come stabilire le strategie di sviluppo territoriale?
Quali “strumenti” utilizzare per implementare le strategie?
Il futuro: le risposte
La risposta al primo quesito rientra in due strumenti che l’amministrazione provinciale ha deciso di mettere in campo.
Il Laboratorio Strategico, organo di analisi della realtà ed elaborazione e promozione di progettualità interne all’amministrazione aperto comunque al contributo di soggetti esterni.
La Consulta Economica Provinciale, luogo di raccordo tra l’amministrazione ed i vari soggetti economici e rappresentativi della società, nel quale presentare e discutere delle progettualità avanzate dall’amministrazione, nonché dei temi che potranno (anzi dovranno) essere posti all’ordine del giorno dal mondo economico e sociale della provincia.
Definiti con chiarezza gli ambiti di intervento dei due strumenti citati appare chiaro quale debba essere il ruolo di ReIndustria.
Nella società consortile non si stabilirà quale dovrà essere lo sviluppo economico della provincia.
Viceversa la discussione dovrà vertere sulla corretta progettualità da mettere in campo per addivenire allo sviluppo definito attraverso gli strumenti prima descritti.
ReIndustria: un soggetto prettamente “operativo”, ma non l’unico.
Il futuro: la “mission”
La nuova “mission”, il marketing territoriale: divenire luogo di elaborazione operativa e coordinamento delle varie iniziative volte a promuovere un percorso di costruzione di un mktg del territorio in stretta connessione con le linee di intervento sullo sviluppo definite in sede di laboratorio strategico e consulta.