mercoledì 5 luglio 2017
ADDIO DODDORE, SARDEGNA LIBERA!
"Doddore Meloni è morto questa mattina alle 9.10 all'ospedale SS. Trinità di Cagliari.
Dopo l'arresto, il 28 aprile scorso, il suo stato di salute era progressivamente degenerato a causadi uno sciopero della fame e della sete intrapreso in carcere.
Giovedì scorso, dopo la visita del medico di fiducia in carcere, era stato ricoverato d'urgenza al Santissima Trinità.
Il leader indipendentista aveva 74 anni."
questa è l'itaglia, paese di 💩💩💩
giovedì 29 giugno 2017
PROFUGHI & MIGRANTI, o per meglio dire CLANDESTINI
Sensibile sulla questione anche il presidente francese Emmanuel Macron che ha chiesto coerenza all’Europa sulle «grandi sfide che si pongono ai nostri tempi» ma che ha fatto un distinguo sui migranti: «Noi sosteniamo l’Italia e la Francia deve fare la sua parte sull’asilo di persone che vogliono rifugio. Poi c’è il problema di rifugiati economici, e questo non è un tema nuovo: l’80% dei migranti che arrivano in Italia sono migranti economici. Non dobbiamo confondere».CONDIVIDO E SOTTOSCRIVO OGNI SINGOLA PAROLA DEL PRESIDENTE FRANCESE, NUOVA ICONA DELLA SINISTRA DE NOALTRI...
PERTANTO EVITIAMO OGNI CONFUSIONE, DI PROFUGHI VERI E PROPRI NE ARRIVANO BEN POCHI, GLI ALTRI CHIAMATELI PURE "MIGRANTI", MA IN REALTÀ SONO "CLANDESTINI".
domenica 18 giugno 2017
CORSICA | Grande vittoria dei Nazionalisti alle elezioni per l'Assemblea Nazionale di Parigi.
Grande risultato dei Nazionalisti di Corsica (da non confondere con ben altri "naziunalisti itaglioti e/o francesi" n.d.r.) che nel secondo turno delle elezioni per l'assemblea nazionale di Parigi hanno conquistato 3 dei 4 seggi in palio su tutta l'isola, il quarto è andato alla destra gollista. 😉😉😉
Quanto alla povera Marine il FrontNational raccatta a malapena 8 seggi in tutta la Francia, terza batosta dopo le regionali di autunno e le presidenziali di poche settimane fa.
E pensare che a leggere i commenti al primo turno delle presidenziali c'era pure qualcuno che aveva sfidato il ridicolo nello scrivere che "nazionalisti e regionalisti di Corsica votano LePen!" 😂😂😂
venerdì 9 giugno 2017
INDIPENDENZA | La Catalogna sfida Madrid: «Referendum per l'Indipendenza l’1 ottobre».
L'annuncio del presidente Carles Puigdemont: «Ai catalani verrà chiesto se vogliono che la Catalogna sia uno stato indipendente e repubblicano».
Il presidente catalano Carles Puigdemont ha lanciato questa mattina l’ultima sfida allo stato spagnolo annunciando che il referendum sull’indipendenza della Catalogna sarà convocato il primo ottobre prossimo malgrado il veto del governo di Madrid. Ai catalani sarà chiesto, ha detto, se vogliono che la Catalogna sia «uno Stato indipendente sotto forma di Repubblica».
Rajoy: «Illegale»
L'annuncio di Puigdemont aggrava la crisi in corso con Madrid, dagli sviluppi imprevedibili. Il premier conservatore spagnolo Mariano Rajoy ha dichiarato «illegale» e «anticostituzionale» il referendum catalano, affermando che ne impedirà lo svolgimento. Puigdemont ha annunciato in forma solenne la data della convocazione del referendum nella sede della Generalità catalana, circondato da tutto il governo e dai deputati indipendentisti che hanno la maggioranza assoluta nel parlamento di Barcellona. Per ora non è stato firmato alcun atto ufficiale per evitare che Madrid faccia immediatamente ricorso alla Corte costituzionale spagnola per bloccare la convocazione e chiedere misure contro i dirigenti catalani. Puigdemont ha accusato il governo di Madrid di non avere dato alcuna risposta positiva alle offerte di negoziato da parte della Catalogna. Il «President» ha fatto risalire l'aggravamento del conflitto con la Spagna alla sentenza della corte costituzionale di Madrid di 7 anni fa che aveva bocciato lo «statuto catalano» votato dai parlamenti di Madrid e Barcellona e approvato con un referendum dalla popolazione catalana. Da allora «tutte le nostre proposte sono state respinte», ha detto, e da Madrid è giunta «una lunga serie di no».
giovedì 1 giugno 2017
Gli "orfani" del Celeste e il residuo fiscale
Chi saranno mai questi "orfani" e chi il "Celeste"? Nulla di più semplice per chi mastica un pò di politica in Lombardia, per i meno avvezzi il Celeste non è altro che tal Roberto Formigoni, storico esponente di Comunione e Liberazione, per decenni presidente della Regione Lombardia.
Gli orfani invece non sono altro che tutti gli abitanti di quel sottobosco politico, e non solo, che sotto l'amministrazione celeste prosperava con contatti e buone relazioni ricevendo, sia lecitamente che illecitamente (le inchieste della magistratura non mancano) finanziamenti, contributi e assegnazione, molto discrezionale, di fondi europei.
Orfanelli che una volta venuto a mancare (politicamente parlando) il suddetto hanno cercato, e cercano tuttora, di riaccreditarsi verso la nuova amministrazione attraverso contatti, autopromozioni e attività di "lobbying" non sempre trasparenti, magari arrivando a entrare nelle liste elettorali di questo e quel partito.
Per esser molto chiari questo "popolo" pullula in tutte le regioni/amministrazioni di ogni credo politico... (vergini non esistono).
E il residuo fiscale ? ? ? Per prima cosa con questo termine si intende la differenza tra quanto imprese e cittadini di una regione inviano in tasse e imposte verso lo stato centrale e quanto ricevono in termini di spesa pubblica e trasferimenti agli enti locali. Un delta che vale per la sola Lombardia 54 miliardi di euro ogni anno.
Un tema, quello del mantenimento in loco di una quota maggiore di risorse su un territorio, rilanciato proprio in questi giorni con la fissazione della data del Referendum sull'Autonomia di Lombardia e Veneto.
Risorse che, almeno per il sottoscritto, significano in prospettiva maggiori investimenti in infrastrutture, manutenzione adeguata e costante, migliori servizi sanitari e sociali, inventivi veri per imprese e chi più ne ha più ne metta...
Tutte idee responsabili e, non credo di sbagliarmi, condivisibili da molti ma purtroppo non da tutti.
Non certamente dagli "orfani" pronti a saltare sul carro che promette di portare nuove risorse nei nostri territori con il solito retropensiero che si può sintetizzare così: "vediamo di portare a casa una bella fetta del nuovo malloppo".
Il referendum è fissato, le elezioni regionali stanno arrivando ed alle forze politiche tutte un compito devono portare avanti. Porre un muro di fronte agli "orfani".
lunedì 29 maggio 2017
AUTONOMIA | firmato il decreto, referendum il 22 ottobre.
(Lnews - Milano) "È una bella giornata, è la Festa della Lombardia, e ho firmato il decreto che stabilisce che il referendum per l'autonomia si farà domenica 22 ottobre, dalle 7 alle 23". Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, a Cremona, durante la conferenza stampa dopo la seduta di Giunta regionale, che si è svolta in città.
"È un appuntamento straordinariamente importante per tutti i Lombardi, perché può significare la svolta - ha proseguito il presidente -: una nuova storia per la Lombardia, con la possibilità di tenerci le risorse che ci servono per fare tutte le cose che dobbiamo fare."
"Sono molto contento ed emozionato - ha concluso Maroni -: è il coronamento di tante battaglie e la realizzazione di un sogno. Adesso la parola passa al popolo, come è giusto che sia in ogni sistema democratico."
sabato 13 maggio 2017
#Crema2017 | addio al tortello ? ! ? ! ?
Non c'è niente da fare, quando si parla di "bandi" QuellidelPD che sgovernano da 5 anni la Città del Tortello, per il tramite della Giunta Bonaldi, danno il meglio (ovvero il peggio?!?!) di loro...
"Una grande manifestazione per promuovere il tortello cremasco ed il turismo in città" dichiaravano quando si sono inventati di soppiantare la storica Tortellata Cremasca...
Ecco il risultato, se non ci fosse la tenacia del gruppo Olimpia, nel portare avanti la propria tradizionale manifestazione, quest'estate il tortello finirebbe abbandonato come fanno certi idioti con gli animali in autostrada.
Congratulazioni! Con voi #CremaMigliora? Col c...o! #CremaPeggiora...
venerdì 12 maggio 2017
LEGA NORD | il programma politico di Gianni FAVA. Candidato alla carica di Segretario Federale
Programma Politico di GIANNI FAVA
Candidato a Segretario Federale della Lega Nord
IL CONGRESSO FEDERALE - Per comprendere al meglio i motivi della mia candidatura, è bene, come sempre, ricordare brevemente gli ultimi tre anni di mandato del Segretario uscente. Il Congresso del dicembre 2013 si celebrò con il passaggio da “Prima il Nord” ad un più sfumato, per quanto ancora apprezzabile “Futuro è indipendenza”; fu comunque un congresso dove le derive nazionaliste erano assolutamente sullo sfondo dato che la collaborazione con il FN della Le Pen si limitava ad una “comunanza di intenti sui temi dell’immigrazione della sicurezza” e non c’erano derive sovraniste che intendevano cancellare le regioni, le identità e le autonomie locali. Si parlava già della moneta unica ma Salvini, intelligentemente, sposava la tesi della Lega per la quale la crisi dell’Euro avrebbe portato a due monete diverse ed il Nord avrebbe potuto tentare di essere indipendente dal punto di vista monetario sfruttando quella più forte. Un Congresso dove i militanti erano ancora al centro dell'attività politica e la meritocrazia era il mezzo con il quale si formava la classe dirigente.
SINDACATO DEL NORD - Un congresso della Lega Nord con qualche sfumatura
più di destra su alcuni temi, nonostante la Lega Nord sia sempre stato un movimento
post-ideologico. In poco tempo il Segretario uscente ha invece stravolto il
progetto politico attorno al quale si erano creati enormi consensi, erosi solo da
vicende NON politiche, per rincorrere solo il facile consenso. Operazione
intelligente, se limitata ad un periodo brevissimo ed in funzione elettorale, cosi come
avvenne per le Europee. Devastante tuttavia sul lungo periodo tanto da aver
rinnegato i principi cardine di un movimento che rappresentasse il vero
“Sindacato del Nord” per cercare, con un partito autoreferenziale, consensi in aree
che nulla hanno a che fare con la nostra storia e la nostra cultura, non solo politica ma
anche etica
UN CONGRESSO DECISIVO - E’ dunque importantissimo poter discutere la linea di un movimento come la Lega Nord per l’Indipendenza della Padania: è un segnale di democrazia che non si può non apprezzare. Ed è anche un’occasione imperdibile per contribuire alla sua definizione in momento cruciale della sua storia. Le scelte che faremo al congresso saranno decisive per il futuro, perché riguardano le basi, i principi ispiratori dell’azione politica, ad ogni livello. E per ricordarci chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare.
STATO FEDERALE - . Uno Stato al servizio del cittadino, garante delle sue libertà, dei suoi diritti e della sua più completa realizzazione. Uno Stato, una comunità, che metta la Libertà al primo posto assoluto nella scala dei valori universali. La Lega storicamente combatte il centralismo, chiede meno tasse, più potere alle comunità, più sussidiarietà, in una parola vuole “meno Stato”. E maggiore libertà.
EUROPA - L’Europa ha senso se è delle Regioni. E questo è inesorabilmente il suo futuro. Lo aveva già ipotizzato nel 1992 la Fondazione Agnelli, è stato fatto un importante passo in avanti con la costituzione della Macro Regione alpina, Istituzione ufficiale della Unione Europea di cui fanno parte le regioni del Nord, la Svizzera, l’Austria, la Baviera, la Slovenia e la Savoia; aree geografiche e socio economiche simili, con interessi simili, con visioni, culture, tradizioni e capacità di sviluppo simili. E per la Lega Nord non può che essere questo il modello: i tecnocrati di Bruxelles vanno ridimensionati drasticamente, ma con l’Europa si tratta, perché la Padania ha tutto il diritto di restare nell'Europa che conta. La Lega Nord per l’Indipendenza della Padania ha da anni scelto il modello riformista per cambiare il Paese. Questo significa che, per incidere positivamente nelle riforme a favore del Nord e del Federalismo, è necessario che la Lega governi ovunque a livello locale. Se possibile, anche a livello nazionale. E se per governare si è costretti a fare alleanze, abbiamo un solo discrimine: chi fa accordi con la Lega deve avere a cuore il territorio del Nord e la gente del Nord.
Per questo la Lega Nord non può schierarsi pregiudizialmente e ideologicamente né a destra né a sinistra, ma solo e sempre tatticamente con chi nei fatti si dimostra più vicino alle nostre istanze.
REGIONI AUTONOME – Un passaggio intermedio, oramai a portata di mano in Veneto e Lombardia, riguarda l’autonomia delle Regioni, mediante referendum che funge da propulsore da una parte all'attuazione delle competenze regionali indicate dalla Costituzione; dall'altra all'ottenimento di nuove e maggiori competenze, a cominciare da quelle fiscali. In sintesi: padroni di spendere a casa nostra i nostri soldi.
Più temi non fanno una Linea Politica. I temi dell’uscita dall'euro, della sicurezza, della lotta all'immigrazione indiscriminata, uniti al suo carisma e genio comunicativo, hanno portato notevoli consensi.
Ma più temi, per quanto importanti e giusti, non fanno una linea politica. Non dobbiamo farci ingannare dalla coincidenza di certe battaglie con quelle di partiti di destra, sovranisti e statalisti. Possono, e ci sono di fatto, battaglie politiche comuni, ma la Lega è una cosa diversa, perché rappresenta un popolo diverso. I consensi sono importanti, anzi decisivi per poter governare, ma diventano sterili se una volta al governo devi rispondere a interessi inconciliabili come lo sono evidentemente quelli di chi vuole trattenere e gestire più risorse nel suo territorio e chi queste ricchezze le reclama per sé pur non avendole prodotte. A volte può essere più utile all'affermazione di istanze autonomiste un consenso concentrato in poche aree geografiche se espresso da un popolo unito e coeso, politicamente omogeneo e determinato, piuttosto che un consenso più diffuso, magari anche leggermente più alto frutto della sola abilità di cavalcare temi forti, ma estemporanei, non sostenuti da una linea e da una prospettiva politica coerente. Ecco perché con il Front National di Marine Le Pen è possibile fare alleanze tattiche in chiave anti europea, ma non sodalizi strategici: siamo due realtà distanti e distinte, con storia e prospettive diverse. La Lega nord per l’Indipendenza della Padania lotta ESCLUSIVAMENTE per la libertà del Nord.
PARTITO - Auspico il rilancio di un Movimento moderno e liberale dove regni la libertà di pensiero, di parola e di azione nel rispetto dei vertici e delle istituzioni dello stesso in ogni ambito. Solo con una Lega unita che rispetti la propria tradizione e vocazione potremo finalmente diventare il Sindacato del Nord.
UN CONGRESSO DECISIVO - E’ dunque importantissimo poter discutere la linea di un movimento come la Lega Nord per l’Indipendenza della Padania: è un segnale di democrazia che non si può non apprezzare. Ed è anche un’occasione imperdibile per contribuire alla sua definizione in momento cruciale della sua storia. Le scelte che faremo al congresso saranno decisive per il futuro, perché riguardano le basi, i principi ispiratori dell’azione politica, ad ogni livello. E per ricordarci chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare.
STATO FEDERALE - . Uno Stato al servizio del cittadino, garante delle sue libertà, dei suoi diritti e della sua più completa realizzazione. Uno Stato, una comunità, che metta la Libertà al primo posto assoluto nella scala dei valori universali. La Lega storicamente combatte il centralismo, chiede meno tasse, più potere alle comunità, più sussidiarietà, in una parola vuole “meno Stato”. E maggiore libertà.
EUROPA - L’Europa ha senso se è delle Regioni. E questo è inesorabilmente il suo futuro. Lo aveva già ipotizzato nel 1992 la Fondazione Agnelli, è stato fatto un importante passo in avanti con la costituzione della Macro Regione alpina, Istituzione ufficiale della Unione Europea di cui fanno parte le regioni del Nord, la Svizzera, l’Austria, la Baviera, la Slovenia e la Savoia; aree geografiche e socio economiche simili, con interessi simili, con visioni, culture, tradizioni e capacità di sviluppo simili. E per la Lega Nord non può che essere questo il modello: i tecnocrati di Bruxelles vanno ridimensionati drasticamente, ma con l’Europa si tratta, perché la Padania ha tutto il diritto di restare nell'Europa che conta. La Lega Nord per l’Indipendenza della Padania ha da anni scelto il modello riformista per cambiare il Paese. Questo significa che, per incidere positivamente nelle riforme a favore del Nord e del Federalismo, è necessario che la Lega governi ovunque a livello locale. Se possibile, anche a livello nazionale. E se per governare si è costretti a fare alleanze, abbiamo un solo discrimine: chi fa accordi con la Lega deve avere a cuore il territorio del Nord e la gente del Nord.
Per questo la Lega Nord non può schierarsi pregiudizialmente e ideologicamente né a destra né a sinistra, ma solo e sempre tatticamente con chi nei fatti si dimostra più vicino alle nostre istanze.
REGIONI AUTONOME – Un passaggio intermedio, oramai a portata di mano in Veneto e Lombardia, riguarda l’autonomia delle Regioni, mediante referendum che funge da propulsore da una parte all'attuazione delle competenze regionali indicate dalla Costituzione; dall'altra all'ottenimento di nuove e maggiori competenze, a cominciare da quelle fiscali. In sintesi: padroni di spendere a casa nostra i nostri soldi.
Più temi non fanno una Linea Politica. I temi dell’uscita dall'euro, della sicurezza, della lotta all'immigrazione indiscriminata, uniti al suo carisma e genio comunicativo, hanno portato notevoli consensi.
Ma più temi, per quanto importanti e giusti, non fanno una linea politica. Non dobbiamo farci ingannare dalla coincidenza di certe battaglie con quelle di partiti di destra, sovranisti e statalisti. Possono, e ci sono di fatto, battaglie politiche comuni, ma la Lega è una cosa diversa, perché rappresenta un popolo diverso. I consensi sono importanti, anzi decisivi per poter governare, ma diventano sterili se una volta al governo devi rispondere a interessi inconciliabili come lo sono evidentemente quelli di chi vuole trattenere e gestire più risorse nel suo territorio e chi queste ricchezze le reclama per sé pur non avendole prodotte. A volte può essere più utile all'affermazione di istanze autonomiste un consenso concentrato in poche aree geografiche se espresso da un popolo unito e coeso, politicamente omogeneo e determinato, piuttosto che un consenso più diffuso, magari anche leggermente più alto frutto della sola abilità di cavalcare temi forti, ma estemporanei, non sostenuti da una linea e da una prospettiva politica coerente. Ecco perché con il Front National di Marine Le Pen è possibile fare alleanze tattiche in chiave anti europea, ma non sodalizi strategici: siamo due realtà distanti e distinte, con storia e prospettive diverse. La Lega nord per l’Indipendenza della Padania lotta ESCLUSIVAMENTE per la libertà del Nord.
PARTITO - Auspico il rilancio di un Movimento moderno e liberale dove regni la libertà di pensiero, di parola e di azione nel rispetto dei vertici e delle istituzioni dello stesso in ogni ambito. Solo con una Lega unita che rispetti la propria tradizione e vocazione potremo finalmente diventare il Sindacato del Nord.
domenica 7 maggio 2017
lunedì 24 aprile 2017
Francia 2017, la voce dei giovani indipendentisti di Corsica
Di seguito il comunicato stampa della Gioventù Indipendentista della Corsica inerente i risultati del primo turno delle presidenziali francesi.
"La Gioventù Indipendentista – movimento giovanile indipendentista corso – parla all'indomani del primo turno delle elezioni presidenziali francesi.
Come prima cosa, prendiamo atto con una certa inquietudine del forte risultato di Marine Le Pen in Corsica. Il FN arriva in effetti in testa in numerose cittadine e città della nostra isola.
Durante la campagna presidenziale, siamo stati i soli a combattere con chiarezza e pubblicamente questo partito dall'ideologia nauseabonda e pericolosa per la Corsica.
Notiamo ugualmente con soddisfazione che l’astensione in Corsica è stata molto più elevata che in tutte le Regioni francesi. Questa debole partecipazione al voto è la prova, se ce ne fosse la necessità, che questa elezione non è la nostra.
Il secondo turno vedrà quindi affrontarsi Emmanuel Macron e Marine Le Pen.
Il popolo francese ha deciso far piazzare al primo posto il candidato della finanza, di fronte al candidato del fascismo (“fascismo” usato anche e soprattutto come sinonimo di “centralismo”, ndt).
Questo è un punto su cui questi due candidati si ritrovano: la loro attitudine di fronte alle rivendicazioni legittime del popolo corso.
Tutti e due sono opposti alla coufficialità, allo statuto dei Residenti e ancora all’amnistia dei prigionieri politici.
Nessuno di questi due candidati ha capito che la Corsica si sarebbe voluta impegnare sulla via dell’emancipazione e della libertà in un clima di pace dopo 40 anni di conflitto.
Noi rivolgiamo quindi un appello all’astensione per il secondo turno.
Noi rivolgiamo un appello all’insieme della gioventù e del popolo corso affiché si unisca alle strutture del movimento nazionale per costruire al più presto la Nazione Corsa indipendente di domani.
“A nostra cuscenza hè resistenza!”
Ghiuventù Indipendentista.
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