venerdì 9 giugno 2017

INDIPENDENZA | La Catalogna sfida Madrid: «Referendum per l'Indipendenza l’1 ottobre».


L'annuncio del presidente Carles Puigdemont: «Ai catalani verrà chiesto se vogliono che la Catalogna sia uno stato indipendente e repubblicano».

Il presidente catalano Carles Puigdemont ha lanciato questa mattina l’ultima sfida allo stato spagnolo annunciando che il referendum sull’indipendenza della Catalogna sarà convocato il primo ottobre prossimo malgrado il veto del governo di Madrid. Ai catalani sarà chiesto, ha detto, se vogliono che la Catalogna sia «uno Stato indipendente sotto forma di Repubblica».

Rajoy: «Illegale»


L'annuncio di Puigdemont aggrava la crisi in corso con Madrid, dagli sviluppi imprevedibili. Il premier conservatore spagnolo Mariano Rajoy ha dichiarato «illegale» e «anticostituzionale» il referendum catalano, affermando che ne impedirà lo svolgimento. Puigdemont ha annunciato in forma solenne la data della convocazione del referendum nella sede della Generalità catalana, circondato da tutto il governo e dai deputati indipendentisti che hanno la maggioranza assoluta nel parlamento di Barcellona. Per ora non è stato firmato alcun atto ufficiale per evitare che Madrid faccia immediatamente ricorso alla Corte costituzionale spagnola per bloccare la convocazione e chiedere misure contro i dirigenti catalani. Puigdemont ha accusato il governo di Madrid di non avere dato alcuna risposta positiva alle offerte di negoziato da parte della Catalogna. Il «President» ha fatto risalire l'aggravamento del conflitto con la Spagna alla sentenza della corte costituzionale di Madrid di 7 anni fa che aveva bocciato lo «statuto catalano» votato dai parlamenti di Madrid e Barcellona e approvato con un referendum dalla popolazione catalana. Da allora «tutte le nostre proposte sono state respinte», ha detto, e da Madrid è giunta «una lunga serie di no».

giovedì 1 giugno 2017

Gli "orfani" del Celeste e il residuo fiscale


Chi saranno mai questi "orfani" e chi il "Celeste"? Nulla di più semplice per chi mastica un pò di politica in Lombardia, per i meno avvezzi il Celeste non è altro che tal Roberto Formigoni, storico esponente di Comunione e Liberazione, per decenni presidente della Regione Lombardia.

Gli orfani invece non sono altro che tutti gli abitanti di quel sottobosco politico, e non solo, che sotto l'amministrazione celeste prosperava con contatti e buone relazioni ricevendo, sia lecitamente che illecitamente (le inchieste della magistratura non mancano) finanziamenti, contributi e assegnazione, molto discrezionale, di fondi europei.


Orfanelli che una volta venuto a mancare (politicamente parlando) il suddetto hanno cercato, e cercano tuttora, di riaccreditarsi verso la nuova amministrazione attraverso contatti, autopromozioni e attività di "lobbying" non sempre trasparenti, magari arrivando a entrare nelle liste elettorali di questo e quel partito.
Per esser molto chiari questo "popolo" pullula in tutte le regioni/amministrazioni di ogni credo politico... (vergini non esistono).

E il residuo fiscale ? ? ? Per prima cosa con questo termine si intende la differenza tra quanto imprese e cittadini di una regione inviano in tasse e imposte verso lo stato centrale e quanto ricevono in termini di spesa pubblica e trasferimenti agli enti locali. Un delta che vale per la sola Lombardia 54 miliardi di euro ogni anno.

Un tema, quello del mantenimento in loco di una quota maggiore di risorse su un territorio, rilanciato proprio in questi giorni con la fissazione della data del Referendum sull'Autonomia di Lombardia e Veneto.

Risorse che, almeno per il sottoscritto, significano in prospettiva maggiori investimenti in infrastrutture, manutenzione adeguata e costante, migliori servizi sanitari e sociali, inventivi veri per imprese e chi più ne ha più ne metta...

Tutte idee responsabili e, non credo di sbagliarmi, condivisibili da molti ma purtroppo non da tutti.
Non certamente dagli "orfani" pronti a saltare sul carro che promette di portare nuove risorse nei nostri territori con il solito retropensiero che si può sintetizzare così: "vediamo di portare a casa una bella fetta del nuovo malloppo".

Il referendum è fissato, le elezioni regionali stanno arrivando ed alle forze politiche tutte un compito devono portare avanti. Porre un muro di fronte agli "orfani".

lunedì 29 maggio 2017

AUTONOMIA | firmato il decreto, referendum il 22 ottobre.


(Lnews - Milano) "È una bella giornata, è la Festa della Lombardia, e ho firmato il decreto che stabilisce che il referendum per l'autonomia si farà domenica 22 ottobre, dalle 7 alle 23". Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni​, a Cremona, durante la conferenza stampa dopo la seduta di Giunta regionale, che si è svolta in città. 

"È un appuntamento straordinariamente importante per tutti i Lombardi, perché può significare la svolta - ha proseguito il presidente -: una nuova storia per la Lombardia, con la possibilità di tenerci le risorse che ci servono per fare tutte le cose che dobbiamo fare."

"Sono molto contento ed emozionato - ha concluso Maroni -: è il coronamento di tante battaglie e la realizzazione di un sogno. Adesso la parola passa al popolo, come è giusto che sia in ogni sistema democratico."

sabato 13 maggio 2017

#Crema2017 | addio al tortello ? ! ? ! ?


Non c'è niente da fare, quando si parla di "bandi" QuellidelPD che sgovernano da 5 anni la Città del Tortello, per il tramite della Giunta Bonaldi, danno il meglio (ovvero il peggio?!?!) di loro...

"Una grande manifestazione per promuovere il tortello cremasco ed il turismo in città" dichiaravano quando si sono inventati di soppiantare la storica Tortellata Cremasca...

Ecco il risultato, se non ci fosse la tenacia del gruppo Olimpia, nel portare avanti la propria tradizionale manifestazione, quest'estate il tortello finirebbe abbandonato come fanno certi idioti con gli animali in autostrada.
 

Congratulazioni! Con voi #CremaMigliora? Col c...o! #CremaPeggiora...

venerdì 12 maggio 2017

LEGA NORD | il programma politico di Gianni FAVA. Candidato alla carica di Segretario Federale


Programma Politico di GIANNI FAVA
Candidato a Segretario Federale della Lega Nord

IL CONGRESSO FEDERALE
- Per comprendere al meglio i motivi della mia candidatura, è bene, come sempre, ricordare brevemente gli ultimi tre anni di mandato del Segretario uscente.
Il Congresso del dicembre 2013 si celebrò con il passaggio da “Prima il Nord” ad un più sfumato, per quanto ancora apprezzabile “Futuro è indipendenza”; fu comunque un congresso dove le derive nazionaliste erano assolutamente sullo sfondo dato che la collaborazione con il FN della Le Pen si limitava ad una “comunanza di intenti sui temi dell’immigrazione della sicurezza” e non c’erano derive sovraniste che intendevano cancellare le regioni, le identità e le autonomie locali. Si parlava già della moneta unica ma Salvini, intelligentemente, sposava la tesi della Lega per la quale la crisi dell’Euro avrebbe portato a due monete diverse ed il Nord avrebbe potuto tentare di essere indipendente dal punto di vista monetario sfruttando quella più forte. Un Congresso dove i militanti erano ancora al centro dell'attività politica e la meritocrazia era il mezzo con il quale si formava la classe dirigente.


SINDACATO DEL NORD - Un congresso della Lega Nord con qualche sfumatura più di destra su alcuni temi, nonostante la Lega Nord sia sempre stato un movimento post-ideologico. In poco tempo il Segretario uscente ha invece stravolto il progetto politico attorno al quale si erano creati enormi consensi, erosi solo da vicende NON politiche, per rincorrere solo il facile consenso. Operazione intelligente, se limitata ad un periodo brevissimo ed in funzione elettorale, cosi come avvenne per le Europee. Devastante tuttavia sul lungo periodo tanto da aver rinnegato i principi cardine di un movimento che rappresentasse il vero “Sindacato del Nord” per cercare, con un partito autoreferenziale, consensi in aree che nulla hanno a che fare con la nostra storia e la nostra cultura, non solo politica ma anche etica

UN CONGRESSO DECISIVO - E’ dunque importantissimo poter discutere la linea di un movimento come la Lega Nord per l’Indipendenza della Padania: è un segnale di democrazia che non si può non apprezzare. Ed è anche un’occasione imperdibile per contribuire alla sua definizione in momento cruciale della sua storia. Le scelte che faremo al congresso saranno decisive per il futuro, perché riguardano le basi, i principi ispiratori dell’azione politica, ad ogni livello. E per ricordarci chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare.

STATO FEDERALE - . Uno Stato al servizio del cittadino, garante delle sue libertà, dei suoi diritti e della sua più completa realizzazione. Uno Stato, una comunità, che metta la Libertà al primo posto assoluto nella scala dei valori universali. La Lega storicamente combatte il centralismo, chiede meno tasse, più potere alle comunità, più sussidiarietà, in una parola vuole “meno Stato”. E maggiore libertà. 

EUROPA - L’Europa ha senso se è delle Regioni. E questo è inesorabilmente il suo futuro. Lo aveva già ipotizzato nel 1992 la Fondazione Agnelli, è stato fatto un importante passo in avanti con la costituzione della Macro Regione alpina, Istituzione ufficiale della Unione Europea di cui fanno parte le regioni del Nord, la Svizzera, l’Austria, la Baviera, la Slovenia e la Savoia; aree geografiche e socio economiche simili, con interessi simili, con visioni, culture, tradizioni e capacità di sviluppo simili. E per la Lega Nord non può che essere questo il modello: i tecnocrati di Bruxelles vanno ridimensionati drasticamente, ma con l’Europa si tratta, perché la Padania ha tutto il diritto di restare nell'Europa che conta. La Lega Nord per l’Indipendenza della Padania ha da anni scelto il modello riformista per cambiare il Paese. Questo significa che, per incidere positivamente nelle riforme a favore del Nord e del Federalismo, è necessario che la Lega governi ovunque a livello locale. Se possibile, anche a livello nazionale. E se per governare si è costretti a fare alleanze, abbiamo un solo discrimine: chi fa accordi con la Lega deve avere a cuore il territorio del Nord e la gente del Nord. 

Per questo la Lega Nord non può schierarsi pregiudizialmente e ideologicamente né a destra né a sinistra, ma solo e sempre tatticamente con chi nei fatti si dimostra più vicino alle nostre istanze. 

REGIONI AUTONOMEUn passaggio intermedio, oramai a portata di mano in Veneto e Lombardia, riguarda l’autonomia delle Regioni, mediante referendum che funge da propulsore da una parte all'attuazione delle competenze regionali indicate dalla Costituzione; dall'altra all'ottenimento di nuove e maggiori competenze, a cominciare da quelle fiscali. In sintesi: padroni di spendere a casa nostra i nostri soldi.

Più temi non fanno una Linea Politica. I temi dell’uscita dall'euro, della sicurezza, della lotta all'immigrazione indiscriminata, uniti al suo carisma e genio comunicativo, hanno portato notevoli consensi.
Ma più temi, per quanto importanti e giusti, non fanno una linea politica. Non dobbiamo farci ingannare dalla coincidenza di certe battaglie con quelle di partiti di destra, sovranisti e statalisti. Possono, e ci sono di fatto, battaglie politiche comuni, ma la Lega è una cosa diversa, perché rappresenta un popolo diverso. I consensi sono importanti, anzi decisivi per poter governare, ma diventano sterili se una volta al governo devi rispondere a interessi inconciliabili come lo sono evidentemente quelli di chi vuole trattenere e gestire più risorse nel suo territorio e chi queste ricchezze le reclama per sé pur non avendole prodotte. A volte può essere più utile all'affermazione di istanze autonomiste un consenso concentrato in poche aree geografiche se espresso da un popolo unito e coeso, politicamente omogeneo e determinato, piuttosto che un consenso più diffuso, magari anche leggermente più alto frutto della sola abilità di cavalcare temi forti, ma estemporanei, non sostenuti da una linea e da una prospettiva politica coerente. Ecco perché con il Front National di Marine Le Pen è possibile fare alleanze tattiche in chiave anti europea, ma non sodalizi strategici: siamo due realtà distanti e distinte, con storia e prospettive diverse. La Lega nord per l’Indipendenza della Padania lotta ESCLUSIVAMENTE per la libertà del Nord.

PARTITO - Auspico il rilancio di un Movimento moderno e liberale dove regni la libertà di pensiero, di parola e di azione nel rispetto dei vertici e delle istituzioni dello stesso in ogni ambito. Solo con una Lega unita che rispetti la propria tradizione e vocazione potremo finalmente diventare il Sindacato del Nord. 

lunedì 24 aprile 2017

Francia 2017, la voce dei giovani indipendentisti di Corsica


Di seguito il comunicato stampa della Gioventù Indipendentista della Corsica inerente i risultati del primo turno delle presidenziali francesi.

"La Gioventù Indipendentista – movimento giovanile indipendentista corso – parla all'indomani del primo turno delle elezioni presidenziali francesi.
Come prima cosa, prendiamo atto con una certa inquietudine del forte risultato di Marine Le Pen in Corsica. Il FN arriva in effetti in testa in numerose cittadine e città della nostra isola.
Durante la campagna presidenziale, siamo stati i soli a combattere con chiarezza e pubblicamente questo partito dall'ideologia nauseabonda e pericolosa per la Corsica.


Notiamo ugualmente con soddisfazione che l’astensione in Corsica è stata molto più elevata che in tutte le Regioni francesi. Questa debole partecipazione al voto è la prova, se ce ne fosse la necessità, che questa elezione non è la nostra.
Il secondo turno vedrà quindi affrontarsi Emmanuel Macron e Marine Le Pen.
Il popolo francese ha deciso far piazzare al primo posto il candidato della finanza, di fronte al candidato del fascismo (“fascismo” usato anche e soprattutto come sinonimo di “centralismo”, ndt).


Questo è un punto su cui questi due candidati si ritrovano: la loro attitudine di fronte alle rivendicazioni legittime del popolo corso.
Tutti e due sono opposti alla coufficialità, allo statuto dei Residenti e ancora all’amnistia dei prigionieri politici.
Nessuno di questi due candidati ha capito che la Corsica si sarebbe voluta impegnare sulla via dell’emancipazione e della libertà in un clima di pace dopo 40 anni di conflitto.


Noi rivolgiamo quindi un appello all’astensione per il secondo turno.
Noi rivolgiamo un appello all’insieme della gioventù e del popolo corso affiché si unisca alle strutture del movimento nazionale per costruire al più presto la Nazione Corsa indipendente di domani.


“A nostra cuscenza hè resistenza!”


Ghiuventù Indipendentista.

mercoledì 19 aprile 2017

TURISMO | ancora una volta #CremaPeggiora


Al netto di ripetitivi hashtag come #ExtraordinaryCrema e #TurismoCrema in questo ambito ogni giorno una conferma che poco o nulla è stato fatto.

#CremaMigliora dicono e scrivono, ma la verità è che nel turismo, sotto molti aspetti, #CremaPeggiora?!?!

D'altra parte per avere la certezza di una tale affermazione basta fare una visita ad un sito il cui nome è emblematico: www.turismocrema.com

Provate, magari riuscirete a prenotare un posto sulla navetta per l'Expo di Milano oppure trovare tutti gli eventi per l'estate, quella del 2015!!!

mercoledì 29 marzo 2017

SCOZIA | il Parlamento di Holyrood approva la richiesta per un nuovo referendum indipendentista


Il parlamento scozzese sostiene la richiesta di un referendum sull’indipendenza dal Regno Unito avanzata dalla prima ministra Nicola Sturgeon.

La mozione è stata approvata con 69 voti favorevoli, 59 quelli contrari, mentre non c‘è stata nessuna astensione, ha annunciato il presidente dell’assemblea.

La Sturgeon punta a un referendum alla fine del 2018 o a inizio 2019, prima della fine dei negoziati sulla Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea che l’anno scorso era stata respinta dagli scozzesi.

Il voto si è svolto alla vigilia dell’avvio del meccanismo di secessione di Londra.

“Gli scozzesi devono avere il diritto di scegliere fra una Brexit probabilmente molto dura e diventare un Paese indipendente in grado di tracciare il proprio cammino con una partenship paritaria fra le isole”, ha affermato la Sturgeon durante il dibattito.

Il governo britannico ha replicato che non parteciperà a colloqui sul referendum se la Scozia intende organizzarlo prima della fine dei negoziati sulla Brexit, senza che i cittadini abbiano le informazioni necessarie sulle future relazioni fra Regno Unito e Unione Europea.

venerdì 24 marzo 2017

AGRICOLTURA | per gli errori del ministro Martina (PD), l'Europa non paga!


Se vi state chiedendo perché, di punto in bianco, dalle parti del PD sia partita una campagna contro la Regione Lombardia ed in particolare l'assessore Gianni Fava in merito ai fondi europei per l'agricoltura, la risposta è nell'ennesima figura da cioccolataio (per non dire altro... 💩💩💩) che il "loro" ministro dell'agricoltura, tale Maurizio Martina, ha rimediato in sede europea.

Il giochino è sempre lo stesso, gettare la croce sugli avversari al solo scopo di creare una cortina di fum
o 💨 per nascondere la propria incompetenza.
Peccato che il giochino sia ormai vecchio e logoro...
😏 
+++ Fondi Ue Psr Feasr 2007-2013. Bruxelles boccia Italia e non paga 1,7mld. +++
L’Unione europea ha deciso di non liquidare all’Italia (tramite l’Agea, l’agenzia per le erogazioni in agricoltura) i conti del Psr Feasr 2007/2013 per un totale di un miliardo e 700milioni di euro. Molti paesi cui sono stati contestati i fondi dello Sviluppo rurale, ma nessuno come l’Italia. Peggiore della classe. In pratica no riusciamo a spendere i soldi dell’Unione europea.

La decisione che ha portato Bruxelles a stralciare i conti dell'organismo pagatore IT01 (AGEA) è dovuta per la presenza di problemi di conformità e ritardi nell'attuazione di un piano d'azione volto ad ovviare alle carenze nei controlli essenziali sul rispetto dei criteri di riconoscimento. In pratica i conti FEASR dell'organismo pagatore IT26 (ARCEA) sono stralciati per la presenza di “errori rilevanti”. Il saldo finale dei programmi 2007IT06RAT001, 2007IT06RPO001, 2007IT06RPO004, 2007IT06RPO005, 2007IT06RPO006, 2007IT06RPO008, 2007IT06RPO012, 2007IT06RPO013, 2007IT06RPO015, 2007IT06RPO016, 2007IT06RPO017, 2007IT06RPO019, 2007IT06RPO020 e 2007IT06RPO021 del FEASR 2007-2013 dell'organismo pagatore IT01 (AGEA) – si legge a pagina 13 dell’allegato di sintesi della Commissione - non ha potuto essere pagato in quanto i conti annuali del FEASR per l'ultimo esercizio di attuazione (16.10.2014-31.12.2015) non sono stati liquidati. E non solo: non è stato liquidato neppure il saldo finale del programma 2007IT06RPO018 del FEASR 2007-2013 dell'organismo pagatore IT26 (ARCEA).

In pratica i conti dell'organismo pagatore IT01 (AGEA) sono stralciati per la presenza di problemi di conformità e ritardi nell'attuazione di un piano d'azione volto ad ovviare alle carenze nei controlli essenziali sul rispetto dei criteri di riconoscimento" (in questo caso si parla di criteri di riconoscimento dello status di Organismo Pagatore).

Analoga situazione per l'Organismo Pagatore della Calabria "ARCEA" per un importo di Euro 174.500.000 ca. (di fatto ARCEA è un'appendice di AGEA).

I conti dell'organismo pagatore IT01 (AGEA) sono stralciati per la presenza di problemi di conformità e ritardi nell'attuazione di un piano d'azione volto ad ovviare alle carenze nei controlli essenziali sul rispetto dei criteri di riconoscimento. Mentre i conti FEASR dell'organismo pagatore IT26 (ARCEA) sono stralciati per la presenza di errori rilevanti.

I conti del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) sono liquidati ogni anno con procedura contabile prevista dall'articolo 51 del regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio e dall'articolo 30 del regolamento di esecuzione (UE) n. 908/2014 della Commissione.

A norma dell'articolo 37 del regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'articolo 41 del regolamento delegato (UE) n. 907/2014 della Commissione e dell'articolo 71 del regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio, nell'ultimo esercizio di attuazione i conti annuali devono essere presentati alla Commissione entro i sei mesi successivi al termine ultimo di ammissibilità di cui all'articolo 65, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, e riguardano le spese effettuate dall'organismo pagatore riconosciuto fino al termine ultimo di ammissibilità delle spese (31.12.2015).

Il calcolo e il pagamento del saldo finale di ciascun programma FEASR è effettuato in base ai conti annuali per tutti gli esercizi finanziari successivi (2007-2015) e alle corrispondenti decisioni di liquidazione dei conti. In alcuni casi, i conti annuali dell'ultimo esercizio di attuazione o degli esercizi precedenti sono stralciati, pertanto non sono proposti per la liquidazione entro il 31 dicembre 2016 e, di conseguenza, il saldo finale non può essere pagato.
fonte AGV NEWS/AGRICOLAE