Articolo per "La Voce del Nord"
C’era furia in Catalogna ieri dopo che 500 funzionari della Guardia Civil, che agivano su ordine del tribunale nazionale di Madrid, hanno effettuato una serie di raid mattutini nelle città vicino a Barcellona e arrestato nove attivisti indipendentisti.
Gli arrestati sono stati accusati di aver pianificato atti “terroristici” da mettere in atto nelle prossime settimane, in quanto membri di “un gruppo terrorista secessionista catalano”.
I magistrati ritengono che i detenuti abbiano legami con i Comitati per la difesa della Repubblica (CDR), una rete di assemblee istituite nel 2017 per difendere i tentativi di scissione dalla Spagna promuovendo proteste pacifiche.
La delegata del governo spagnolo in Catalogna, Teresa Cunillera, ha dichiarato: “È un’operazione giudiziaria. La polizia civile della Guardia sta seguendo gli ordini dei giudici per prevenire i crimini”.
Tuttavia, c’è indignazione tra i politici a favore dell’indipendenza e si sostiene che i raid siano stati programmati per spostare l’attenzione dai verdetti nel processo che vede imputati diversi politici catalani davanti alla Corte Suprema di Madrid.
Il presidente catalano Quim Torra ha reagito su Twitter, scrivendo: “La repressione continua ad essere l’unica risposta dalla Spagna. Stanno cercando di ricostruire una narrativa violenta nel periodo precedente al verdetto [del processo dei leader incarcerati]. Non ci riusciranno. Il movimento per l’indipendenza è e sarà sempre pacifico.”
I dirigenti dei CDR hanno dichiarato: “Non importa quante incursioni indiscriminate e detenzioni arbitrarie ci saranno, non fermeranno un popolo determinato e combattivo”.
Partiti a favore dell’indipendenza con parlamentari nel congresso di Madrid, la sinistra repubblicana di Catalogna (ERC) e Junts x Catalonia (JxCat) hanno chiesto al ministero degli affari interni spagnolo di riferire davanti alla camera bassa.
La portavoce di JxCat, Laura Borràs, ha dichiarato: “Questa è un’operazione opaca e criminale contro il movimento per l’indipendenza. Prima arrestano e poi indagano? Vogliamo una spiegazione.”
Una cosa è certa, la repressione centralista spagnola non di ferma, con buona pace dei principi di democrazia e libertà che sarebbero le radici della vecchia Europa, il tutto nell'assordante silenzio di tanti, di troppi.