martedì 28 giugno 2016

CREMA | #QuellidelPD tra bandi inesistenti, falliti e prossimi ad esserlo...


prima assegnano gli spazi dell'AustroUngarico "dimenticandosi" di fare una gara pubblica,
poi vanno avanti 4 anni con la storia della moschea e i loro "amici" fanno saltare tutto perché non hanno i requisiti, adesso saltano fuori problemi pure x il bando del palazzetto sportivo...

Scrivere che questa città è amministrata un pochino male è il minimo, ma in fondo è solo una mia opinione.

Converrete però col sottoscritto quando affermo, con relativa certezza, che ‪#‎QuellidelPD‬ quando si tratta di bandi pubblici un po' sfigati lo sono...


#‎Crema2017‬ ‪#‎LiberiAmoCrema‬

lunedì 20 giugno 2016

GRIMOLDI (Lega Lombarda): torniamo ad affrontare le questioni irrisolte del Nord

Stamane nel leggere le solite decine di post a commento delle amministrative di ieri ho trovato un po' di tutto, dal serio al ridicolo, passando per il patetico...
Poi è saltato fuori questo commento sulla pagina FB di Paolo Grimoldi, Segretario Nazionale della Lega Lombarda.
Un post di cui CONDIVIDO ogni singola riga.
Mi auguro che sia una base di forte e seria riflessione per tutto il Movimento.
Non è andata come pensavamo. Potrei elencare numeri positivi, specialmente in Lombardia, come le vittorie dei nostri sindaci in 32 comuni al primo turno, tra cui 18 comuni "conquistati" dove eravamo in opposizione, e la vittoria al ballottaggio in 3 comuni su 5 (Gallarate, Nerviano e Treviglio) dove c'era un candidato leghista, ma, percentuali alla mano, non posso esimermi dall'ammettere una sconfitta, dopo aver perso Milano e la nostra storica 'roccaforte' di Varese.
Ora ripartiamo, ragionando su un dato: in tutto il Nord, salvo alcune eccezioni (come Milano) la lista Lega Nord ha perso voti, anche laddove abbiamo vinto il sindaco, e questo denota un allontanamento di una parte del nostro elettorato storico, soprattutto a mio avviso quello composto da chi fa impresa ( e da noi le imprese sono soprattutto piccole o micro imprese) o dal popolo delle partite Iva.
Andiamo avanti su temi come l'emergenza immigrazione e l'allarme sicurezza, temi che non possiamo trascurare, complice il lassismo del Governo, ma chi ogni giorno suda e fatica per portare avanti un'impresa chiede al nostro movimento di farsi interprete delle sue battaglie quotidiane contro la pressione fiscale più elevata d'Europa, contro una burocrazia asfissiante o per avere una rete stradale e ferroviaria all'altezza degli altri Paesi europei.
Credo si debba tornare a essere un Movimento-Sindacato dei nostri territori: un movimento la cui priorità sono i nostri lavoratori e le nostre imprese, da aiutare con proposte concrete, percorribili e realizzabili!
E torniamo ad affrontare le questioni irrisolte del Nord, che ancora attende risposte su maggiori forme di autonomia e di federalismo, come quelle che consentono alle Regioni locomotiva d'Europa come la Baviera e la Catalogna di restare competitive nonostante la crisi.
Anche questa battaglia autonomista dovrà tornare tra le priorità della nostra azione politica.

venerdì 17 giugno 2016

SALMOND (SNP): No alla Brexit, la Scozia pronta a referendum per restare nell'Unione Europea

Salmond (con la bandiera gallese) ad una manifestazione
insieme al Playd Cymru, il partito indipendentista del Galles
Nel dibattito sulla cosiddetta Brexit, il cui referendum è in programma per il prossimo 23 giugno in tutta la Gran Bretagna, pochissimi sono stati gli spazi, le citazioni, i post sui social che riportano la posizione dei grandi partiti indipendentisti di Scozia e Galles (per citare solo i principali).
Entrambi schierati per RemaIN, vale a dire il no all'uscita del regno (nel quale ci stanno un po' stretti...) dall'Unione Europea.
Per questo riporto con piacere un ampio stralcio dell'intervista rilasciata dall'ex leader dello Scottich National Party Alex Salmond al quotidiano Il Sole 24 Ore.
Buona, e soprattutto attenta, lettura...
«La Scozia vuole restare nell'Unione ed è pronta a un altro referendum per staccarsi da Londra», dice al Sole 24 Ore Alex Salmond. «Se Edimburgo voterà per l’adesione all’Ue e il resto del Regno Unito sceglierà l’addio all'Unione europea entro due anni sarà organizzato un nuovo referendum per l’indipendenza scozzese». Nel suo studio di Westminster, Alex Salmond, 61 anni, leader storico dello Scottish national party non s’affida, davvero, alla vaghezza di un “se”. Il voto di Edimburgo il 23 giugno, dice, è scontato: esiste una solidissima maggioranza a favore di Remain. Lo stesso accadrà in Irlanda del Nord, le nove contee dell’Ulster che vivono anni di pace sulla scorta di muri abbattuti, cominciando proprio dalla frontiera fra il settentrione britannico e il resto dell’isola, repubblicana e indipendente.
La Scozia, con Ulster e Galles, è il ventre molle di questa campagna referendaria. Un voto capace di tracciare la silhouette di nazioni divise ridarebbe vigore alla voglia secessionista di Edimburgo e garantirebbe una spinta alle antiche, tragiche istanze delle nove contee unioniste nordirlandesi, oggi stemperate da un’economia in ripresa nel nome della special relationship con Dublino. Il Galles finirebbe trascinato da un’accelerazione centrifuga e il Regno Unito esploderebbe oltre le frontiere che oggi conosciamo. È uno scenario per nulla irreale, una probabilità più che una possibilità. Gli ex premier Tony Blair e John Major sono stati espliciti abbastanza in queste ultime ore.
Alex Salmond scorge nella solidarietà celtica un filo rosso di opposizione al dominio inglese, ma sgombera il campo dall’equivoco. «Sono qui a fare con lealtà campagna per evitare Brexit – dice – ma la difficoltà per il Regno Unito è evidente. Se tre nazioni decidono di rimanere legate all’Ue e una sola, la più grande, l’Inghilterra, conferma di volersi staccare si creerà un quadro obiettivamente complesso. Snp aveva proposto che per Brexit fosse necessaria la maggioranza referendaria anche in ogni singolo Paese. È stato deciso diversamente perché ci sarebbe stato il rischio di trattenere l’Inghilterra dall’esprimere il proprio destino. La verità è che non si può fare un referendum in uno stato multinazionale, senza considerare che lo è stato è multinazionale».
E il destino di Edimburgo? 
Il futuro della Scozia è chiaro: se la maggioranza dei nostri cittadini vorrà restare nell'Ue, entro due anni faremo una nuova consultazione sull'indipendenza. Il margine temporale coincide con quello dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona che segna il limite entro cui Londra dovrà negoziare l’uscita dall'Ue. Il nostro referendum dovrà avvenire prima per evitare di uscire formalmente dall'Ue per poi rientrare. Non avrebbe senso. C’è un precedente: quando la Groenlandia lasciò l’allora Comunità europea la Danimarca non dovette andarsene per poi essere riammessa. In questo caso lascerebbe il resto del Regno Unito, non la Scozia.
È certo che la Scozia sostenga Remain?
Senza il minimo dubbio. 
Ma i sondaggi dicono che oltre il Vallo, oggi, non c’è troppa voglia di indipendenza. Lei crede che in caso di Brexit la sua gente, questa volta, voterebbe per la separazione da Londra?
Ci sono stati quattro opinion polls, tre favorevoli alla secessione in caso di Brexit e uno no. Quando io ho cominciato la campagna referendaria per l’indipendenza scozzese non avevo nemmeno il 30% e siamo arrivati al 45 per cento. Partire dai livelli di oggi è tutt'altra cosa.
È stata una mossa politicamente intelligente indire il referendum sull'adesione all'Ue?
No, piuttosto stupida perché un referendum non si organizza per dire: lasciamo le cose come sono. Si indice sulla scorta di un nuovo progetto. È stato sorprendente perché David Cameron è fortunato e abile nel leggere gli eventi. In questo caso è stato completamente cieco. E a chi sostiene che è stato indetto per unire i Tory domando: si unisce un partito spaccandolo a metà?
Lei si è detto ottimista sull'esito finale, svelando di credere in una vittoria di Remain. Qual è la minaccia più preoccupante che grava su questi ultimi giorni di campagna elettorale?
Oggi sono a Londra, domani a Oxford fra tre giorni in Galles poi in Irlanda del Nord e poi in Scozia un grandtour di campagna referendaria per un sì all'Ue. Con me porto un messaggio positivo. Per evitare Brexit bisogna dire,forte e chiaro, che rimanere in Europa è giusto, è utile, è vantaggioso.

giovedì 16 giugno 2016

CREMA | povero PD, sulla moschea che figura di...


Passano quattro anni tra polemiche, arroganza, buonismo, varianti al PGT, una città incazzata, scrivono un bando limpido (ad hoc...) e alla fine gli "amichetti" presentano una domanda bocciata per mancanza di trasparenza e garanzie bancarie mandando tutto all'aria!?!?

Che peccato!!! 
😩😩😩


Adesso si mettono pure a scrivere caterve di supercazzole nel tentativo, alquanto vano, di rigirare la frittata...
Peccato che la "figura di 💩💩" ormai l'hanno rimediata...
‪#‎Crema‬ ‪#‎NoMoscheaCrema‬ ‪#‎LiberiAmoCrema‬ ‪#‎Crema2017‬

venerdì 10 giugno 2016

San Pantaleone, Patrono di Crema

Ricorre oggi, 10 giugno, la festa per il Santo Patrono della Città di Crema, San Pantaleone.

Pantaleone, o anche Pantaleo
(in greco: Παντελεήμων, Panteleimon; Nicomedia, … – Nicomedia, 27 luglio 305), è stato un santo greco antico.

Secondo la Passio era un cristiano, medico personale del cesare Galerio, che subì il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano: patrono dei medici (insieme ai santi Cosma e Damiano) e delle ostetriche, è venerato come santo da numerose Chiese cristiane ed è considerato uno dei quattordici santi ausiliatori (viene invocato contro le infermità di consunzione).

Secondo la tradizione agiografica, era figlio del pagano Eustorgio, uomo molto ricco di Nicomedia, e di Eubula, che lo educò al cristianesimo: successivamente, si era allontanato dalla religione ed aveva studiato medicina, arrivando a diventare medico di Galerio.

Ritornò al cristianesimo grazie al prete Ermolao e, alla morte di suo padre, entrò in possesso di una grande fortuna: spinti dall’invidia, alcuni colleghi lo denunciarono all’imperatore durante la persecuzione di Diocleziano. L’imperatore avrebbe voluto risparmiarlo e cercò di persuaderlo ad abiurare. Pantaleone, però, confessò apertamente la sua fede e, per mostrare di essere nel giusto, risanò un paralitico: ciò nonostante, egli fu dapprima condannato al rogo, ma le fiamme si spensero, poi ad essere immerso nel piombo fuso, ma il piombo si raffreddò miracolosamente; a questo punto Pantaleone fu gettato in mare con una pietra legata al collo, ma il masso prese a galleggiare; venne condannato ad feras, ma le belve che avrebbero dovuto sbranarlo si misero a fargli le feste; fu poi legato ad una ruota, ma le corde si spezzarono e la ruota andò in frantumi. Si tentò anche di decapitarlo, ma la spada si piegò e gli aguzzini si convertirono. Pantaleone pregò Dio di perdonarli, motivo per il quale egli ricevette pure il nome di Panteleemon (in lingua greca, colui che di tutti ha compassione).

Infine, quando egli diede il suo consenso, gli fu tagliata la testa.

Culto

Benché le notizie sulla sua vita siano palesemente favolose e ricavate da scritti molto tardi, la storicità di Pantaleone sembra essere dimostrata dalla diffusione e dall’antichità della sua venerazione, già attestata, tra gli altri, da Teodoreto di Cirro (Graecarum affectionum curatio, Sermo VIII, De martyribus), Procopio di Cesarea (De aedificiis Justiniani I, IX; V, IX) e dal Martirologio geronimiano (Acta Sanctorum, November, II, 1, 97).

Il Martirologio romano fissa per la memoria di san Pantaleone la data del 27 luglio.

Pantaleone è oggetto di venerazione in Oriente, dove viene chiamato “il grande martire” ed è invocato come taumaturgo. Sul monte Athos, Grecia, il monastero della comunità russa, uno dei venti ancora oggi esistenti sulla santa montagna, è a lui dedicato (monastero di San Panteleimon).

Reliquie


Reliquie del santo si trovano nella basilica di Saint-Denis a Parigi e altre nella città di Porto in Portogallo. La reliquia del braccio di san Pantaleone è conservata nella chiesa di “San Pantalon” (così è chiamato dai veneziani san Pantaleone) a Venezia; la sua testa è conservata a Lione; altre sue reliquie sono nella cripta della chiesa dei Santi Giovanni e Reparata a Lucca. Un’urna è conservata presso un bellissimo santuario a lui dedicato a Borgo, frazione di Montoro Inferiore, completamente restaurato nel 2013. Il suo sangue (raccolto, secondo la tradizione risalente al XII secolo, da Adamantio, testimone del martirio) era originariamente conservato in un’unica e grande ampolla, custodita nella chiesa a lui dedicata (oggi monumento ai caduti) a Ravello. In seguito quest’ampolla, con l’unione di questa ed altre due chiese in quella agostiniana, fu traslata nel duomo, e i vescovi di Ravello incominciarono a donarne piccole quantità ad altre comunità: perciò in seguito l’ampolla è stata chiusa tra due grate di ferro, murate. Così nacquero le ampolle (molto più piccole) custodite a Costantinopoli, Montauro, Martignano, Caiazzo, nella chiesa del Santissimo Salvatore all'Immacolata di Irsina e nel monasterio de la Encarnación di Madrid.

L’ampolla conservata nel duomo di Ravello presenta il fenomeno dell’annuale liquefazione del sangue, che avviene nel mese di luglio o in occasione di miracoli ottenuti dal santo. È conservata nella cappella dedicata al santo, realizzata nel 1643 dal vescovo Bernardino Panicola, che ne fece la traslazione con una solenne processione per la città. Lo stesso fenomeno si verifica anche nelle ampolle custodite a Limbadi (VV), Montauro, Vallo della Lucania e nel monasterio de la Encarnación a Madrid, inoltre una piccola parte di sangue è conservata in un’ampolla custodita nella chiesa di San Tomaso a Padova,qui il sangue è sempre liquido e di colore rosso.

Nella chiesa del Purgatorio a Lanciano si conservano, secondo la tradizione, la spada che troncò la testa del santo, il carrello dentato con cui venne martoriato il corpo, la fiaccola con cui gli vennero bruciate le ferite e un tronco di ulivo che germogliò a contatto con il suo corpo.


articolo che ho scritto per www.terredilombardia.info